mercoledì 7 marzo 2012

Vi racconto una storia

Che assomiglia alla nostra


C’era una volta una valle.
Imponenti e maestose le montagne che la racchiudevano.
I suoi pendii e i suoi ruscelli la gioia e l’orgoglio del suo popolo.
Le comunità che l’abitava era fiera del territorio e viveva in armonia con esso, ricavandone sostentamento attraverso le attività agricole, gli allevamenti, l’accoglienza dei turisti.



Purtroppo quel bel territorio subì diverse aggressioni ambientali (industria siderurgica, costruzione di strade statali, trafori ferroviari e stradali, centrale idroelettrica) ma riuscì lo stesso a contrastarne gli effetti nel tempo, rimanendo rinomata per la sua qualità della vita, a contatto con la natura.
Finché un brutto giorno un comitato d'affari e di potere non vide la possibilità di mettere le mani su un enorme quantità di denaro (un finanziamento dell’Unione Europea) e decise che pur di farlo si doveva creare una legge ad hoc, una legge Obiettivo, che permettesse di costruire enormi infrastrutture senza rendere direttamente conto alle popolazioni dei territori devastati.
In tutta Italia soprusi e ingiustizie furono perpetrate in nome dei guadagni di quei pochi, come si può capire dalle testimonianze dolenti raccolte da “Fratelli di Tav”, il bellissimo film-inchiesta di Manolo Luppichini e Claudio Metallo. ( http://vimeo.com/26226413 )
Quella bella valle, nonostante tutto quello che è accaduto, viene ancora oggi strenuamente difesa dal suo popolo, che non la vuole sacrificare all’ingordigia dei signori del Tav.
Chi sono questi signori?
Un consorzio d'imprese costruttrici, coordinato dalla cooperativa Cmc (ex amministratore Pier Luigi Bersani), Rocksoil spa, società di consulenza di geoingegneria di Giuseppe Lunardi e famiglia, Impregilo, società di costruzioni partecipata da Gruppo Benetton, Gruppo Ligresti, Argofin.
Interessi a costruire che possono farsi forza dell'appoggio politico della maggioranza dell'arco costituzionale e che riescono a scavare una breccia nel fronte comune del “Patto dei Sindaci”, che aveva finora impedito l’attuazione degli scavi necessari per le opere di verifica dell’impatto ambientale della Tav valsusina.
Il sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard, concede infatti i permessi per gli scavi geognostici e così si apre il cantiere de La Maddalena.
Chi è Renzo Pinard?
Eletto Sindaco di Chiomonte con una lista civica di centrodestra si dichiara favorevole al Tav.
Il comune di Torino è grato a Pinard, tanto da conferirgli la cittadinanza onoraria.
Ma la gratitudine degli amministratori torinesi potrebbe aver percorso anche altre vie, per così dire più concrete? Forse.
Tra le altre cose infatti Renzo Pinard è proprietario di un’azienda, la Nuova Spurghi Jet.
Si occupa anche di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, raccolta differenziata dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi, gestione isole ecologiche, lavaggio, disinfestazioni e sanificazioni di contenitori stradali per rifiuti.
Il comune di Torino detiene una grossa quota azionaria di Iren spa, che controlla Iren Emilia.
Proprio in Emilia e segnatamente diffusissimo in molti comuni della provincia di Parma, è l’affidamento, da parte di Iren, a Nuova Spurghi Jet della raccolta differenziata.
Il sindaco Pinard non è profeta in patria ma forse è un fortunato imprenditore sulle nostre terre.
Cosa accomuna la lotta No Tav alla lotta No Inc?
Vorrei poter raccontare la storia del fiero popolo parmense, che si oppone a quegli stessi intrecci di potere e di affari, per difendere il proprio territorio dallo scempio ambientale e salvare la salute dei propri figli dal mortale inquinamento che verrà prodotto dall’inceneritore.
Queste sono due storie di diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Come il popolo della Val di Susa anche quello della provincia di Parma si vede costretto a lottare per difendere il proprio stile di vita, la propria idea di sviluppo, nel nome della salute e dell’ambiente minacciato e violato.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 marzo 2012

Sono passati
646 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
60 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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