martedì 3 agosto 2010

La sostenibilità a Cibus 2010

Si parla di sostenibilità a Cibus 2010, la fiera internazionale dell'alimentazione in corso a Parma in questi piovosi e freddi giorni di maggio. Un impegno difficile, in vista della costruzione sulla terra del prosciutto di un inceneritore inquinante e tossico per la qualità della filiera. Come si riuscirà nell'impresa di convincere le aziende a spendere risorse per la sostenibilità ambientale delle produzioni alimentari di élite quando è la stessa amministrazione pubblica ad inquinare i suoli e l'aria?
Nello scorrere lento della crisi mondiale il GCR (Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma) ha valutato le tante possibilità di organizzare in modo eclatante la protesta, approfittando della visibilità della fiera.
Ha prevalso il senso di responsabilità verso quelle aziende che hanno capito come sia profondamente sbagliata la strada dell'incenerimento e oggi si trovano dalla stessa parte della barricata. Non ci saranno così manifestazioni di richiamo ma una semplice opera informativa dal basso, per dialogare con tutti i comparti produttivi presenti a Parma.
Ancora ieri il presidente di Enia Allodi si permetteva di etichettare come "stupide” le persone che dubitano sul progetto del mega inceneritore. Lo faceva su un quotidiano a tiratura nazionale. Ci chiediamo se sia ancora degno della carica che ricopre nell'ex municipalizzata, un'azienda che oggi ignora i tanti segnali che arrivano da più parti, anche dai prossimi vicini di casa dell'impianto, quella Barilla e quella Greci che fanno della qualità delle loro produzioni un tema fondante.
A Cibus è stato anche presentato il nuovo spot del Consorzio del Prosciutto di Parma: il tema è quello dell'aria buona che spira tra le valli, in arrivo dalla costa, un'aria pura che alza il livello qualitativo del prodotto per dargli quell'unicità inimitabile. Come faremo quando aprendo le finestre dei prosciuttifici l'aria avrà quell'acre sapore di affumicato, cenere nera in arrivo dalla pianura.
Come faremo a sostenere, come ancora il consorzio cerca di fare, che le aziende sono lontane da Ugozzolo, luogo destinato ad accogliere il mostro, quando i maiali mangiano il siero prodotto dalle vacche che brucheranno l'erba nera dell'inceneritore, come faremo?
L'eco dell'allarme è giunto anche oltre Oceano, davanti alla commissione sostenibilità dell'Onu. Qui Paul Connett, professore emerito di Chimica, ospite il mese scorso a Parma, ha dichiarato l'assurdo rischio di Parma, terra di eccellenza che rischia di cadere nella polvere, Parma “ultimo posto al mondo dove costruire un inceneritore”.
Il nostro territorio ha davanti a sé l'opportunità di costruire un percorso virtuoso di gestione dei rifiuti che consente di puntare verso l'obiettivo rifiuti zero. In questi giorni di relazioni, riflessioni, scenari futuri, la città del Parmigiano Reggiano non può commettere un suicidio economico come quello che andrebbe a commettere insistendo nel nefasto progetto.
Specie quando esiste una alternativa praticabile ed efficace, meno onerosa economicamente, che consente di trattare i rifiuti per quello che sono, materia recuperabile che si può mantenere nel suo stato ed utilizzare innumerevoli volte, senza danneggiare l'unico pianeta che abbiamo a disposizione.

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Parma, 12 maggio 2010
-725 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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