sabato 9 luglio 2011

Game Open. Cgil e l'entusiasmo per il forno

I lavoratori? Non pervenuti

Oltre un anno fa abbiamo incontrato CGIL di Parma, nella sede in via Confalonieri, ricercando come sempre interlocutori a cui presentare progetti alternativi all’incenerimento ma anche prospettare i rischi ambientali connessi al progetto di Iren.
La segreteria Patrizia Maestri si era detta allora non competente in materia, in quanto il sindacato si occupa di lavoro e di lavoratori e non aveva le informazioni necessarie ad esprimersi. Il dialogo si era mosso attorno ai sistemi di trattamento rifiuti ed alle sue ripercussioni sull’ambiente.
Le avevamo mostrato la famosa mappa dei 2 km intorno all’inceneritore, che la stessa Iren indica come emettitore di 3,2 tonnellate di PM10 in più rispetto alla situazione attuale, da spargere sulle aziende circostanti.



Barilla, SPIP, Parma Retail, Chiesi, Greci, Althea, Ikea, sono solo alcuni dei marchi più conosciuti che insistono con i loro stabilimenti nell’area, una “zona a bassa densità abitativa”, secondo il giudizio di Iren.
Con un semplice calcolo avevamo stimato in 10.000 lavoratori i fantasmi non contemplati dal progetto, che ogni giorno si recheranno per 8 ore a respirare l’aria condizionata dall’inceneritore di rifiuti di Iren, con le sue bocche che insufflano in ambiente 144.000 metri cubi/ora di aria sporca, ricca di polveri sottili, di metalli pesanti, di diossine e furani, solo per citare alcuni dei componenti ufficiali delle emissioni.
Tempo inutile forse quello speso con Patrizia Maestri, che oggi con il comunicato CGIL si mostra improvvisamente in grado di intendere e di volere sul forno, dando semaforo verde al proseguo dei lavori.
Ora è giunto il tempo che gli iscritti alla CGIL, delle aziende di cui sopra, sappiano che il sindacato che li rappresenta non muoverà un dito per difendere la loro salute. Anzi.
La tutela che dovrebbe offrire CGIL a 360 gradi è probabilmente a sovranità limitata.
I lavoratori sappiamo che la loro tessera è carta straccia, non saranno tutelati in nessun modo per quel che riguarda il diritto di lavorare in un ambiente sano, al riparo da inquinamento e rischi ambientali.
Sappiano i lavoratori che la CGIL, nonostante per legge gli inceneritori siano dichiarati “industrie insalubri di classe prima”, difenderà a spada tratta gli interessi di chi vuole la riapertura dell’impianto, quindi gli interessi di Iren e del Partito Democratico, che rullano a tambur battente davanti al diniego del Comune.
Sappiano, i tesserati della CGIL, che Patrizia Maestri, la loro segretaria, era presente il 22 settembre all’Auditiorium Paganini di Parma, quando Dominique Belpomme, oncologo francese di fama internazionale e presidente di ARTAC, dichiarava che costruire un inceneritore a ridosso di una città è “un crimine contro l’umanità”.
Quindi un crimine anche contro di loro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 9 luglio 2011

+8 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+404 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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