mercoledì 6 luglio 2011

Resistere, Resistere, Resistere

Ogni giorno un nuovo assalto nel tentativo di scardinare la resistenza del comune, che il 1° luglio ha chiuso il cantiere dell'inceneritore per mancanza del titolo edilizio.
Ogni giorno un gruppo compatto di esperti di fede ireniana tentano la conquista dello stop dello stop, anche se di concessioni edilizie, fino ad oggi, neanche l'ombra.
Perché basterebbe poco per Iren o per la Provincia, che si è erta a difensore della pratica, come se fosse cosa sua, a diramare ogni dubbio. Basta esibire il documento, forse lo cela la Provincia?
Gli avvocati De Angelis e Allegri hanno calato il loro asso, che non era per niente coperto, ma faceva bella vista addirittura sul cartello di cantiere.



Iren era probabilmente conscia di non possedere la concessione edilizia e così hanno fatto riferimento ad un codicillo di legge che riguardava però le opere pubbliche.
Come potrebbe essere l'inceneritore un'opera pubblica, su suolo privato, con soldi privati, con assenza di gara di appalto, non lo si può davvero comprendere.
Ma ora che il dado è stato tratto, in piazzale della Pace e in strada Margherita regna il caos più totale. Tutti alla ricerca affannosa del cavillo che consenta di far ripartire la macchina, che ogni giorno che passa ha le ruote sempre più sgonfie.
Ma perché bisognerebbe trattare Iren diversamente da tutte le altre aziende o cittadini?
Come mai quando cambi un rubinetto ti chiedono la radiografia in otto dimensioni, mentre qui, in presenza di un insediamento industriale da centinaia di milioni di euro, manco c'è un disegno autorizzato che assomigli ad una concessione edilizia?
Bene fa il comune a non cedere il passo.
Si faccia totale chiarezza su questa vicenda.
Dobbiamo anche evidenziare però la lentezza di altri organi, come la Procura, che, senz'altro impegnati in tante altre importanti vicende, potrebbero finalmente rivolgere lo sguardo anche nella direzione dell'inceneritore, non si sa mai che faccia il paio con lo screening in corso.
Di materiale da approfondire ce n'è ormai a bizzeffe e viste le capacità investigative dimostrate in questi ultimi mesi, siamo certi che una volta messa in moto, la macchina della Procura certamente non si fermerà, fino a quando non avrà chiarito tutti gli aspetti oscuri che si sono accumulati e mettono in cattiva luce davanti ai cittadini l'affare inceneritore di Parma.
Il comune ha fatto un grande favore alla città accogliendo il ricorso presentato da Gcr sulla scorta dell'esposto in Procura. Ora che il cantiere è bloccato si può cogliere l'occasione di guardare oltre, per pensare davvero a gestire i nostri rifiuti in un modo un po' meno barbaro, invece che bruciarli e far respirare a noi i loro miasmi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 luglio 2011

+8 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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