giovedì 29 settembre 2011

Il forno tabù

Basta pronunciare la parola e gli sguardi si fanno subito vacui, lontani, preoccupati.
Inceneritore è una parola proibita, l'argomento suscita immediata distanza, si cerca di svoltare l'angolo e cambiare argomento.
Il forno, quello di Ugozzolo, di fianco all'altro forno, quello di Barilla.
Un binomio non proprio indovinato per il marketing territoriale di Parma.
Ma tant'è più se ne parla, dell'inceneritore, più cresce l'imbarazzo, in coloro che contano.



Il fantasma cresce ma non abbastanza in fretta e si fa evanescente.
E' inciampato a luglio in un abuso edilizio, uno sgambetto che lo incatena da due mesi e più al suo ceppo.
Un cantiere fermo, in solitudine, che guarda alla città con apprensione e timore per il suo futuro.
Timore perché di lui nessuno vuol discutere in città e tutti si sottraggono.
Il tema è quello dell'ambiente in cui viviamo e di come sarà nel prossimo futuro.
Eppure, davanti ad uno scenario così onnicomprensivo non si registrano disponibilità al confronto, al dialogo fra le parti. Meglio il silenzio, il silenzio stampa.
A pochi mesi dalle urne nessuno autorizza nessuno a parlarne, bocche stracucite, non si capisce con quale logica, mentre i cittadini incrementano il loro domandare, il loro appello alla chiarezza ed alla trasparenza.
Si nota con facilità l'assenza del forno nei dibattiti e incontri “ufficiali”.
Il tema per eccellenza in città viene negato, un non-tema, da tutti gli amministratori e apparati di partito, i quadri che devono fingere il non luogo, il non argomento.
Dettando alla base i giusti racconti, nel tentativo, non riuscito, di delegittimare chi sul tema è da anni, con tutta la forza d'animo che possiede. Sono pagati, un giorno da un'azienda, un altro da un potente di partito, hanno dietro qualcuno che li finanzia generosamente, che vi credete, sono di una parte politica evidente, lo fanno per secondi fini, poteri occulti che tramano nel buio.
Attraverso questa delegittimazione scientifica si è cercato l'ovattato silenzio dell'imbarazzo, senza però alla fine trovare convincenti evidenze, rimanendo impreparati ai successivi sussulti, ai nuovi esposti, ai documenti scottanti che sono emersi.
Quali incubi susciti l'inceneritore di Ugozzolo non lo possiamo sapere.
Probabilmente questo ingombrante progetto travolge al suo passaggio chiunque cerchi di bloccare il suo corso, irto di colpi e tamponamenti, a volte in un senso, a volte in un altro.
Un sasso rotolante che negli anni si è fatto valanga, con i suoi putridi detriti a seguire.
Non sarebbe ora di dire basta e di aprire uno scenario magari utile ai cittadini, prima che agli interessi di qualche nascosta bottega?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 settembre 2011

+90 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+486 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, ...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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