giovedì 12 gennaio 2012

Clini, un ministro contro l'ambiente

Isde Napoli: si faccia da parte

In via formale, come direttivo dell'Associazione Medici dell'Ambiente (ISDE) sezione di Napoli, siamo pronti a dimostrare scientificamente, in pubblico confronto ed in qualunque sede, che le affermazioni del ministro Clini nel merito della utilità degli inceneritori e della energia nucleare sono destituiti da ogni fondamento scientifico e che è proprio la malavita con i suoi lobbisti, avidi di pubblico denaro incentivato da CIP6, a volere impianti di incenerimento, tossici, in quanto la legge li classifica “impianti insalubri di classe I”, e sovradimensionati come quelli campani di Acerra e di Napoli est. Tali pubbliche affermazioni, ancor più perché fatte nella qualità e nel ruolo di Medico e di Ministro dell'Ambiente, impongono una immediata richiesta di dimissioni che invochiamo, in nome della Giustizia e della Verità, vengano richieste quanto prima da forze politiche parlamentari oneste, responsabili e rispettose della precisa volontà del popolo italiano che, in più occasioni, si è espressa chiaramente anche attraverso lo strumento referendario.
Antonio Marfella, Direttivo Napoli Medici per l'Ambiente



Quando un ministro dell'ambiente fa affermazioni contro l'ambiente le conclusioni dovrebbero essere evidenti: non è la persona adatta al ruolo.
Ha fatto male il premier Monti a indicare Clini come ministro pro tempore che si occupa del nostro eco sistema, un ministro che pare più attento a fare l'occhiolino a chi dell'ambiente interessa solo il ritorno economico e il suo sfruttamento, invece che la sua salvaguardia.
Sì al nucleare, sì ai forni inceneritori, cosa ci dobbiamo aspettare alla prossima uscita?
I camini delle fabbriche come nuovi aerosol per curare i raffreddori?
Gli inceneritori fanno male, lo ha detto anche lo studio Moniter della regione Emilia Romagna, rilevando nelle popolazioni esposte alle emissioni parti pre termine, eccessi significativi di tumori tipici di questi inquinanti, pesi inferiori alla norma nei nuovi nati.
Per non parlare dei rischi a cui sono sottoposti i lavoratori addetti a questi impianti.
A Terni sono stati rimandati a giudizio i gestori dell'inceneritore locale, chiuso nel 2008 per disastro ambientale, e già si contano due morti per tumore tra le maestranze.
A Parma abbiamo chiesto di conoscere lo stato di salute dei lavoratori che hanno operato al Cornocchio, l'inceneritore di rifiuti chiuso nel 2001. La congiura del silenzio che ne è seguita, possiamo davvero dire tombale, non fa che crescere la preoccupazione, motivata proprio dall'atteggiamento delle autorità sanitarie, che di fronte alla corretta richiesta di trasparenza e di informazione fanno finta di niente e cercano di far passare il tema nel dimenticatoio.
Come stanno i parmigiani che hanno lavorato al Cornocchio?
Stanno tutti bene?
Qualcuno ha avuto delle disavventure?
Le voci circolano insistenti. Se vogliamo tranquillizzare i cittadini, si comunichino i dati.
E' molto semplice.
Eppure al Cornocchio le ceneri ancora rimangono sotto i teloni, questa mattina operatori in tuta bianca si aggiravano per il sito.
Guardare al futuro è guardare all'Europa, quella che chiede una società dedita al riciclaggio di materia, come recita la normativa comunitaria 98/2008 e come più volte indicato dalle commissioni.
L'incenerimento è una tecnologia obsoleta, superata, altamente inquinante, costosissima, per le comunità e per il settore pubblico.
Ma anche per l'ambiente.
Costi sanitari e di peggioramento della qualità di aria, acqua e suoli, dati che non vengono mai conteggiati nei bilanci di questi impianti, lasciando nel dimenticatoio tutti i problemi che fanno nascere.
E' ora di cambiare mentalità, a cominciare dai vertici istituzionali, per arrivare fino ai cittadini, che sono peraltro pronti a dare il loro fondamentale contributo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 12 gennaio 2012

Sono passati
591 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
115 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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