L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 6 ottobre 2012
Barilla & Laterlite, convivenza possibile?
Si inaugura il nuovo stabilimento di Rubbiano a fianco di Laterlite,
co-inceneritore di rifiuti speciali e pericolosi. Quale compatibilità?
Lunedì 8 ottobre giungerà a Rubbiano il Presidente del Consiglio Mario Monti per inaugurare il nuovo stabilimento che Barilla ha realizzato a fianco dell’insediamento storico.
Il sito produttivo è costato circa 50 milioni di euro e permetterà all'azienda di internalizzare la produzione dei sughi pronti, mercato in forte crescita in Europa.
Non abbiamo però notato nessuna considerazione sulla localizzazione del nuovo polo produttivo, i cui impianti sono situati a poche centinaia di metri dal camino del co-inceneritore di Laterlite. L'azienda, che produce Leca ed altri isolanti per l'edilizia, incenerisce ogni anno oltre 60 mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, in particolare oli esausti ed emulsioni oleose, per alimentare il forno di cottura. Tale attività immette in atmosfera 100 mila metri cubi all'ora di aria contenente inquinanti come diossine, metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, ed altre molecole preoccupanti.
Da tempo il Comitato Rubbiano per la Vita pone la questione dell’impatto ambientale di questa attività, proprio ed anche in relazione alla posizione centrale rispetto alla Food Valley. I nostri territori, alla congiunzione tra Valtaro e Valceno, fanno delle condizioni ambientali e delle attività agroalimentari un proprio punto di forza.
Da una parte uno dei marchi simbolo del food emiliano ed italiano, che fa della qualità e della sicurezza dei cibi uno dei propri dogmi aziendali.
Dall'altra un'attività insalubre e di riconosciuto impatto ambientale, così come certificato dall'autorizzazione attualmente in vigore, che parla appunto di combustione di rifiuti pericolosi.
Il pastificio più importante d'Italia ritiene che un co-inceneritore di rifiuti pericolosi situato accanto al proprio polo produttivo abbia un impatto trascurabile?
Non vi è nulla da eccepire e segnalare rispetto al potenziale impatto ambientale e sanitario dell’attività di co-incenerimento di Laterlite? Si pensa di mettere in campo azioni di controllo delle condizioni ambientali (aria, acqua e terreni) anche per tutelare i propri dipendenti che aumenteranno notevolmente?
Le domande sono per tutti.
I sindacati, ad esempio, sono solo organismi di tutela dei lavoratori e delle loro condizioni contrattuali oppure si occupano anche della salubrità e dell’ambiente in cui i lavoratori operano? E l’AUSL, data la presenza di tante attività agricole ed agroalimentari, ritiene del tutto inutile un monitoraggio delle matrici ambientali per valutare le reali condizioni del territorio?
I Consorzi di tutela di Parmigiano-Reggiano e Prosciutto di Parma, come giustificano un impianto in zona di produzione DOP?
Domande per ora senza risposte, che noi continueremo tenacemente a riproporre.
Quotidianamente vengono sponsorizzate azioni rivolte alla sostenibilità ed alla tutela dell'ambiente, vedi il “Center for Food & Nutrition”, tutti i giorni nei comunicati e sui siti web si ragiona su “Alimentazione e benessere per una vita sana”, ponendo attenzione ai concetti di “impronta ecologica” e di sostenibilità ambientale.
Questo lodevole intento è poi applicato anche alle realtà produttive?
Quale compatibilità esiste fra una attività di coincenerimento di rifiuti speciali pericolosi e quella di un produttore di specialità alimentari?
Comitato Rubbiano per la vita
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
venerdì 5 ottobre 2012
Diossina nella food valley
La conferma nei campionamenti da matrici biologiche finanziati dai cittadini
La madre terra è in sofferenza, noi non facciamo niente per curarla, anzi.
Isde, Futura, Rubbiano per la vita, Gcr, hanno ieri presentato i risultati dei monitoraggi finanziati dai contributi dei cittadini.
Prelievi di matrici animali come polli, uova, latte materno, per provare la febbre al nostro ambiente.
I campioni sono stati analizzati dal laboratorio Inca di Marghera, il top in Italia sulle diossine.
I risultati sono sconfortanti.
Valori sopra i limiti di legge, anche in zone, Bardi, ritenute libere da inquinamento.
Latte materno con diossina superiore al limite di commerciabilità, uova di gallina inquinate, carne di pollo maschio con picchi di veleni, raccolti nelle aie delle nostre fattorie.
Manrico Guerra, medico Isde, Stefano Raccanelli, chimico ambientale, Paolo Rabitti, ingegnere e consulente delle procure italiane nei casi più eclatanti degli ultimi anni, Luciana Bellini e Sara Angella, di Futura, l'associazione che si occupa di parto naturale, Luca Ori di Rubbiano per la vita.
Al Toscanini hanno portato esperienze e dati utili a prendere coscienza del problema, stimolando la riflessione su che cosa poter fare per invertire questa tendenza.
Presenti in sala la vicesindaco Nicoletta Paci, gli assessori Rossi e Folli, il dott. Miserotti di Isde Piacenza, il comitato di Verona contro Cà dal Bue, il comitato della Bassa Reggiana.
Dal 1° al 9 ottobre si svolge la settimana mondiale per l'allattamento al seno e Parma ha voluto così essere partecipe dell'azione planetaria di sostegno ad una pratica così importante per la salute dei nuovi nati.
L'importanza dell'allattamento è parallela alla necessità di mantenere sano questo alimento, strumento efficacissimo per alimentare in modo corretto i primi mesi di vita delle donne e degli uomini del futuro, che traggono dal latte materno risorse insostituibili per il loro futuro.
Abbiamo avuto conferma dello stato pessimo del nostro ambiente e del rischio per le generazioni future di ritrovarsi con uno stato di salute compromesso da noi, che non rispettiamo gli uomini e le donne che verranno dopo.
Veleni che non potranno che aumentare con l'avvento dell'inceneritore di Ugozzolo e con l'eventuale conferma dell'autorizzazione per il co-inceritore di Laterlite.
E' proprio a Rubbiano che è emerso il latte materno più inquinato fra i campioni analizzati.
Analisi che hanno un costo elevatissimo, circa 800 euro per singola analisi, che sono state possibili grazie alla sottoscrizione pubblica lanciata dalle associazioni ambientaliste.
Ora sarebbe importante che a fronte di questi dati allarmanti, l'autorità sanitaria procedesse ad un verifica, con numeri di campionamenti sufficienti a dare valore statistico ai risultati.
Nel corso della serata Paolo Rabitti ha esposto alcune situazioni raccontate nel suo ultimi libro “Diossina, la verità nascosta”. Spesso cercare la verità è più difficile di quanto dovrebbe essere.
Spesso ci troviamo a confrontarci con gli enti preposti che manifestano la loro ritrosia a rendere pubblici dati e analisi sullo stato di salute dei territori.
Prova ne sia la recente accusa di Clini ai Verdi di aver divulgato dati dello stesso Istituto Superiore di sanità. Eppure sono dati ufficiali, che evidenziamo l'incremento incessante dei tumori a Taranto.
Ancora è lontana la stagione della trasparenza.
Anche a Parma abbiamo assoluta e urgente necessità di verità.
A Ugozzolo come a Rubbiano.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 ottobre 2012
Sono passati
2 giorno dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
42 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
858 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
152 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
137 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Contratto scaduto. Iren abusiva?
Ieri è scaduto il contratto Ato-Enia, risalente al dicembre 2004, che affidava alla multiutility, oggi trasformatasi (e diventata altra cosa) in Iren, la gestione della raccolta dei rifiuti, smaltimento escluso.
Nel solito fraseggio all'italiana, grazie al quale si può scrivere in una sola riga tutto e l'esatto contrario, lo smaltimento era comunque di competenza di Enia, visto che il testo dell'accordo prevedeva che fosse garantita comunque, in impianti propri o esterni, la fase di destinazione finale degli scarti.
Da oggi quindi Iren opererebbe “abusivamente”, visto che non è in essere alcun contratto di servizio.
Ovviamente Iren deve garantire il servizio fino al nuovo bando di gara, ma il silenzio totale sull'argomento che vige da molte settimane in regione e in Atersir non fa che confermare il grande imbarazzo che regna in questi enti pubblici a cui è affidata la regolazione del comparto.
Il comune di Parma, tramite il consulente Paolo Rabitti, ha fatto emergere la data di scadenza del contratto, non più dicembre 2014, ma 3 ottobre 2012, applicando dettagliatamente la legge regionale di istituzione degli Ato e le loro competenze.
E' la stessa Commissione Europea poi ad aver aperto una procedura di infrazione su quel contratto, perché aldilà della scadenza, non era possibile affidare direttamente il servizio di raccolta dei rifiuti senza prima passare attraverso una gara pubblica, che favorisse concorrenza e tariffe migliori per i cittadini.
Secondo questa interpretazione dal 2004 è stato portato avanti un servizio non rispondente alla legalità ed ai dettami dell'Europa, mettendo a rischio di sanzioni gli enti locali e lo stesso stato italiano.
La stessa procura di Parma ha aperto un fascicolo proprio sull'abuso d'ufficio riguardante lo stesso argomento, le indagini sono in corso in questi giorni, con la richiesta di sequestro del cantiere di Ugozzolo, respinto dal Gip, ma appellato al tribunale del riesame.
Come si uscirà da questa situazione?
Senz'altro urge l'avvio di una fase di gara pubblica.
Va riprogettata la programmazione del sistema per aggiornarsi alle moderne tecnologie meccaniche di trattamento a freddo dei rifiuti, vanno accolte e inserite le indicazioni dell'Europa che entro il 2020 prevede il divieto di incenerimento dei materiali compostabili e riciclabili,
Insomma una rivoluzione, perché il mondo è molto cambiato.
Le risorse scarseggiano e vanno utilizzate e riutilizzate finché è possibile.
Il tempo degli inceneritori è scaduto.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 ottobre 2012
Sono passati
1 giorno dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
41 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
857 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
151 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
136 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
mercoledì 3 ottobre 2012
Parma, la diossina dentro di noi
Serve un inceneritore per peggiorare la situazione?
Dal 1 al 7 ottobre 2012 si celebra la ventesima edizione della “Settimana per l’allattamento materno” (SAM), un’iniziativa promossa dall’Alleanza Mondiale per interventi a favore dell’allattamento e dedicata, quest’anno, al decimo anniversario dalla pubblicazione della “Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini” da parte dell’OMS e dell’Unicef.
Un evento volto a sensibilizzare l’universo femminile, e non solo, sull’importanza dell’allattamento al seno per la prevenzione di numerose malattie e, soprattutto, per la riduzione nella mortalità infantile.
Con la strategia globale, infatti, Unicef e OMS hanno creato uno strumento per incrementare la percentuale di bambini allattati esclusivamente al seno almeno nei primi 6 mesi di vita, con l’obiettivo di tagliare di due terzi il numero di morti infantili. È sempre l’Unicef a sottolineare come il tasso globale di allattamento materno sia ancora troppo basso nei Paesi in via di sviluppo, fermo al 39% nel 2010.
«Se l’allattamento al seno fosse stato promosso in modo più efficace e le donne fossero state protette dal marketing aggressivo dei sostituti al latte materno, oggi molti più bambini sarebbero sopravvissuti e cresciuti, ci sarebbe stata una minore incidenza di malattie e tassi più bassi di malnutrizione e arresto della crescita».
Ma siamo in grado di preservare la qualità di questo alimento sacro? Stiamo facendo le giuste scelte e mettendo in campo le buone pratiche per farlo?
La situazione attuale.
E' stata avviata nei mesi scorsi, con il contributo di tanti cittadini, una campagna di monitoraggio su matrici biologiche che ha riguardato campioni prelevati sul nostro territorio provinciale.
All'iniziativa, proposta da Isde Parma e Associazione Gestione Corretta Rifiuti, hanno aderito l'associazione Futura e il Comitato Rubbiano per la Vita.
Il dato di partenza è la scarsa o nulla informazione sui livelli di inquinamento da diossine presenti nella nostra zona, una delle più inquinate al mondo.
Nessuna evidenza di analisi ad hoc nemmeno negli studi sanitari propedeutici alla Valutazione di Impatto Ambientale relativa al Polo Integrato di Parma, ma nemmeno alcuna valutazione su matrici ambientali è stata riscontrata nell'imponente studio Moniter della regione Emilia Romagna.
Quest'ultimo intendeva valutare lo stato di salute delle popolazioni esposte agli impianti di incenerimento, ma non ha dosato le diossine su materiale biologico e ha preferito valutare la loro concentrazione in aria e nell’ambiente.
L'attenzione della nostra piccola ricerca si è rivolta a campionamenti sul latte materno, su animali da cortile e sulle uova, in quattro diverse aree della nostro provincia.
La prima riguardava il territorio cittadino, la seconda la zona di ricaduta dell'inceneritore di Ugozzolo, la terza ha interessato l'area di Rubbiano (Fornovo), interessata dalle emissioni della Laterlite, che grazie ad una autorizzazione della Provincia, brucia dal 2000 oli esausti e pericolosi.
La quarta infine ha inteso valutare un “punto bianco”, zona teoricamente non interessata da inquinanti, come le zone di Bardi e Bore.
I risultati ottenuti hanno confermato che le matrici animali studiate e in particolare il latte materno dei campioni esaminati risultano avere dosaggi di diossine superiori ai dati limite previsti per la commercializzazione dei prodotti (uova, polli, latte vaccino).
Siamo consci della valenza non statistica della ricerca, ma il quadro emerso rimane preoccupante e richiede un urgente intervento.
La Convenzione di Stoccolma del 2001, all'articolo 1, recita che “l’obiettivo è proteggere la salute umana e l’ambiente dai Contaminanti Organici Persistenti (POP’s) tra cui le Diossine”.
Attualmente sono 151 gli Stati che hanno ratificato la Convenzione, ma l’Italia è l' unico tra i paesi europei a non averlo ancora fatto, pur avendola sottoscritta nel 2001.
Non vogliamo lanciare un allarme ingiustificato sulla qualità del latte materno.
Ma dobbiamo anche prendere atto che il latte materno è una delle matrici che meglio evidenzia l’accumulo degli inquinanti persistenti negli esseri umani. Siamo convinti, come risulta dalle stesse raccomandazioni della UE e dagli studi scientifici, che l'allattamento al seno rimane ancora il miglior alimento per i nostri figli poiché, nonostante la sua contaminazione, dobbiamo considerarlo come un “antidoto” contro i danni che l’inquinamento provoca ai feti durante la gestazione oltre che per le ormai note caratteristiche nutrizionali e protettive che presenta.
Il latte materno, in quanto primo e più sacro fra gli alimenti, dovrebbe restare puro e privo di inquinanti. Occorre quindi diminuire significativamente il livello di contaminazione ambientale affinché tale contaminazione possa diminuire anche nel latte materno oltre che negli altri alimenti e di conseguenza in tutta la popolazione. Dobbiamo seguire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni della UE e delle associazioni mediche. Sappiamo da una crescente ed autorevole letteratura scientifica che l’esposizione ad agenti inquinanti nelle fasi precoci della vita, fin dal concepimento, può condizionare lo stato di salute non solo nell’infanzia ma anche nell’età adulta, con possibilità di trasmissione transgenerazionale dei danni poiché coinvolgono il patrimonio genetico degli individui.
I bambini italiani presentano il più alto incremento annuo di rischio di cancro rispetto agli altri paesi europei e per i nuovi nati si prevede un crollo della speranza di “vita in salute”, come risulta dai dati Eurostat: la speranza di vita in salute per le bambine italiane era di 74 anni nel 2003, ma di soli 63 anni nel 2008.
Occorre intervenire prontamente, per ridurre le emissioni di sostanze pericolose e prevenire gli effetti negativi che le diossine e i policlorobifenili esercitano sull’ambiente e sulla salute umana.
Pensare di costruire e mettere in funzione un inceneritore a Parma, con il suo carico giornaliero di inquinanti, va nella direzione di un ulteriore aggravamento della situazione e un passo indietro rispetto alle raccomandazioni evidenziate.
La richiesta delle associazioni è quindi quella di porre in atto una serie di azioni che portino alla riduzione degli inquinanti sul nostro territorio, per favorire il miglioramento dello stato di salute delle popolazioni e dell'ambiente in cui viviamo.
Appello Sottoscrizione
Le richieste delle associazioni che sottoscrivono il documento
La nostra piccola ricerca porta a precise richieste, in accordo anche con gli obiettivi della campagna per la salvaguardia della qualità del latte materno:
1) Biomonitoraggio a campione del latte materno
Riteniamo questo il primo passo necessario affinché le autorità politiche procedano a mettere fine a pratiche inquinanti. Il latte materno è un indicatore molto attendibile sia dello stato dell’ambiente in cui vive la madre sia del livello di contaminazione della popolazione ed un suo adeguato biomonitoraggio diffuso è raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità http://www.who.int/foodsafety/chem/pops_biomonitoring/en/index.html L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha già coordinato quattro studi internazionali sull’argomento, ha riscontrato fortunatamente in molti paesi europei una diminuzione dei livelli di diossine, ma a questi studi non ha purtroppo mai partecipato l’Italia. Le conoscenze disponibili al riguardo per il nostro paese sono pertanto scarse o pressoché nulle e sempre più autonomamente condotte per iniziativa spontanee.
2) Ratifica della Convenzione di Stoccolma
Altri punti qualificanti della campagna sono: l' urgenza di superare pratiche evitabili ed altamente inquinanti quali l’ incenerimento di rifiuti, un più stringente controllo degli impianti inquinanti, l’abbandono dell'uso di pesticidi ed altre pratiche dal rapporto costi-benefici nettamente penalizzanti per l’ambiente e per la salute delle presenti e future generazioni.
3) Sottoscrizione di un protocollo di intenti
Il protocollo, da adottare da parte di tutte le amministrazioni locali della provincia deve mirare alla riduzione effettiva degli inquinanti sul territorio per permettere il miglioramento del livello di salute delle popolazioni.
Parma 02-10-2012
Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente (Isde Italia), Sezione di Parma
Associazione Futura
Comitato Rubbiano per la Vita
LA CONFERENZA “LA DIOSSINA DENTRO DI NOI” SARA' IN DIRETTA STREAMING SU
WWW.PARMASERA.IT
RELATORI
STEFANO RACCANELLI, CHIMICO AMBIENTALE
PAOLO RABITTI, AUTORE DEL LIBRO “DIOSSINA, LA VERITA' NASCOSTA”
MANRICO GUERRA, ISDE PARMA
LUCIANA BELLINI, FUTURA
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma GCR
Via Zaniboni 1 – 43126 Parma
Segreteria (Antonella) tel. 331.116.8850 – c.f. 921 6086 0349
www.gestionecorrettarifiuti.it – gestionecorrettarifiuti@gmail.com
domenica 30 settembre 2012
Il camino dei misteri
L'ultimo giallo color camino è di ieri, emerso con la denuncia pubblica del cd scomparso.
Un disco di dati relativo alla procedura di valutazione di impatto ambientale del Pai, supporto custodito dall'amministrazione provinciale.
L'accaduto è stato denunciato all'autorità competente e il faldone ri-completato con i dati improvvisamente venuti a mancare.
Che attorno alla vicenda dell'inceneritore di Parma ruoti un oscuro disegno di parole non dette è ormai un fatto, assodato anche dalle inchieste in corso su più fronti.
Ma chi avrebbe vantaggio dal sottrarre un cd con atti relativi ad una conferenza dei servizi aperta a tanti enti come Comuni, Usl, Arpa, ed altri soggetti pubblici e aziendali?
Quale il motivo di pubblicizzare la situazione all'opinione pubblica, come se si volesse sbandierare un atto formale di re-inserimento di dati pre-esistenti e pre-confezionati ormai 4 anni fa?
Quale lo scopo di sottolineare che i documenti erano comunque presenti in copia cartacea e sono stati prontamente rimpinguati sul supporto elettronico?
Ora che la battaglia sull'inceneritore si è spostata nelle aule di giustizia i timori delle istituzioni locali che maggiormente hanno sostenuto questa scelta crescono di giorno in giorno.
Il silenzio della Provincia sulle tariffe emerse come le più alte d'Italia, nonostante anche in campagna elettorale si sbandierasse il loro netto calo con l'avvio del nuovo forno, è esemplare.
Ora più che mai la consegna è quella del mutismo totale sul forno, con annessi passi felpati in attesa dell'agognata accensione, incrociando le dita che non succeda qualcosa prima della natività.
Il polo ambientale integrato di Parma doveva essere una pagina aperta e illuminata dal sole di mezzogiorno: nessun segreto, nessun dato nascosto, soprattutto nulla da nascondere all'opinione pubblica.
Chi se la sente ancora di affermare che le cose si sono svolte così?
Fitte ombre hanno accompagnato il progetto fin dalla sua nascita, quando il forno aveva genitori sia a sinistra che a destra.
L'azienda che ha ottenuto l'appalto senza averne diritto aveva sottoscritto da subito un atto pubblico, ribadito da una delibera del consiglio comunale di Parma, in cui l'impegno formale e concreto era quello di garantire agli interessati tutti i documenti inerenti il progetto del forno.
Stupisce tutt'oggi che nonostante questo impegno sia stato disatteso, 853 i giorni di ritardo dalla richiesta del piano economico finanziario, Iren goda ancora di buona salute e nessun gruppo politico abbia mai gridato allo scandalo di un impegno stracciato con veemenza e convinzione, quasi si conoscessero le nulle reazioni che sarebbero seguite.
E' la stessa Iren che a Reggio Emilia ha dovuto digerire il piano alternativo all'inceneritore ormai spento dal maggio scorso, che quindi, quando occorre, accoglie le indicazioni della politica, senza porre né se né ma.
Il camino dei misteri sta proprio qui. In una commistione tra politica e società per azioni, cariche e poltrone, disegni che volano alti sopra gli interessi dei singoli territori, tutto per far tornare i conti di una spartizione matematica di ampie porzioni d'Italia.
Fatta anche di strenua distanza con i cittadini, al punto da negare, maggioranza e opposizione compatte, un referendum che doveva far esprimere i parmigiani sul progetto.
Una logica che sta portando il nostro Paese al collasso, mantenendo ignari i cittadini che nelle urne ancora accendono un piccolo lumicino di speranza, nonostante il maremoto in atto, e che di fatto contribuiscono allo sfacelo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 settembre 2012
Sono passati
37 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
853 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
147 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
132 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
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