sabato 29 ottobre 2011

Uno Mattina, per la Rai la salute è in cenere

In un tranquillo lunedì mattina sono andate in fumo, ed è proprio il caso di dirlo, le certezze degli italiani sulla bontà e innocuità degli inceneritori. Una nazione intera allibita e sconcertata.
Pensionati, massaie, disoccupati e persone forzate a casa da malattia si sono imbattuti nella trasmissione Rai “Uno Mattina”, condotta da Elisa Isoardi e Franco Di Mare.



La doccia fredda è arrivata alle 9.30, quando è stata intervistata Anna, pensionata di Viareggio, che ha avuto la disdetta di vivere accanto all’inceneritore di Pietrasanta, in Versilia, guadagnandoci, si fa per dire, una diagnosi di tumore alle vie respiratorie.
In studio erano presenti Angelo Bonelli dei Verdi, Nunzia De Girolamo del PDL e, in collegamento da Bologna, Stefano Montanari, ricercatore esperto in nanopatologie causate dalle polveri ultrafini emesse dagli inceneritori.
La signora Anna, in studio anche il suo avvocato, si è costituita parte civile nel processo contro Francesco Sbrana, amministratore delegato di TEV (Termo Energia Versilia) la società che gestisce l’inceneritore, che dovrà difendersi dalla pesantissima accusa di aver falsificato i dati di emissione. Accusa per cui altri 6 imputati hanno già patteggiato ammettendo la colpa.
L’inceneritore di Falascaia, a due passi di Pietrasanta, era stato chiuso dalla Procura della Repubblica per aver sversato nel canale Baccatoio le acque di raffreddamento delle ceneri da combustione, avvelenando il torrente con livelli di diossina che oltrepassavano di ben 14 volte i limiti di legge.
L'inceneritore di Falascaia, gestito da Veolia, era stato rinnovato nel 2007 secondo le tanto decantate BAT, le migliori tecnologie disponibili, con tanto di certificazione rilasciata dallo Swedish Environmental Management Council, che garantiva le prestazioni ambientali a livelli di eccellenza, tranquillizzando le popolazioni sugli eventuali effetti ambientali dell'impianto.
Gli inceneritori di nuovissima generazione riescono a trattenere in parte il particolato fine e abbattere l'emissione di diossine bruciando rifiuti ad altissime temperature, ma generano un particolato “ultrafine”, al di sotto del micron, che nessun filtro potrà mai trattenere.
Particelle, quelle che sono state riscontrate nei polmoni di Anna, che contengono ben 25 elementi diversi e sono inequivocabilmente riconducibili ad impianti di incenerimento di rifiuti, secondo la perizia depositata in tribunale da Stefano Montanari.
La trasmissione Uno Mattina ha poi portato l'attenzione su un altro impianto campione dell’ultimissima generazione, orgoglio della nutrita pattuglia dei 53 inceneritori operanti in Italia, l’inceneritore “Fenice” di Melfi, in provincia di Potenza, sotto processo per disastro ambientale e chiuso recentemente dalla Procura di Potenza per “una manifesta situazione di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente”.
Anche qui le accuse sono pesantissime e sono rivolte all’ex direttore generale e ad un dirigente di ARPAB, attualmente agli arresti domiciliari, per aver omesso di comunicare dati di emissioni tra il 2002 e il 2009. Omissione che ha nascosto la presenza di metalli pesanti ed altre sostanze cancerogene nella falda acquifera. L’attuale direttore di ARPAB Giuseppe Vita dice testualmente: “I risultati delle indagini destano preoccupazione in quanto superano i parametri di soglia. Abbiamo verificato che nelle acque di processo vi è la presenza di floruri, sostanze che abbiamo riscontrato anche nelle acque profonde. E’ necessario che l’Edf, la società che gestisce il termodistruttore, proceda con urgenza alla bonifica”
Di nuovo la palla passa a Montanari che interpellato sulla pericolosità di inceneritori di vecchia e nuova generazione è a dir poco lapidario. Elisa Isoardi gli pone la domanda se si possa considerare i nuovi impianti sicuri. La risposta non ha lasciato spazio ad interpretazioni: TUTTI gli inceneritori sono pericolosi per la salute dell’uomo e delle produzioni agricole.
Basta dunque con le favole, raccontate da manager ultrastipendiati, su boschetti mangiapolveri, su fitoremediation, su best available technologies, su waste to energy, su certificazioni di qualità.
Il sipario si è irrimediabilmente strappato.
Lo dice anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che gli inceneritori inquinano ed emettono diossine.
Siamo ancora in tempo per fermare lo scempio alle porte della Food Valley, a fianco del pastificio più grande del mondo e non avere sulla coscienza anche noi una signora Anna.

Qui il link alla trasmissione Uno Mattina:
http://www.youtube.com/watch?v=BJtytCBeVQ0

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 ottobre 2011

-39 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+516 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Mancherebbero 190 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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