Lettera
aperta di Giovanni Vantaggi, medico di famiglia e referente ISDE per
l'Umbria, all'assessore all'ambiente umbro Lamberto Bottini
L’inceneritore di
Spittellau (Vienna) che so, con quello di Monaco, essere stato
oggetto di una sua visita, è stato stato costruito nel 1969, vicino
ad un ospedale, per “sfruttarne” il calore prodotto
(teleriscaldamento).
A quei tempi nessuno pensava
agli effetti deleteri legati all’incenerimento. Ma oggi, secondo
lei, i Viennesi rifarebbero la stessa scelta?
E’ sicuro che
l’inceneritore di Vienna è destinato ad esaurire la sua funzione
entro 20 anni. Il periodo necessario per recuperare i costi di:
costruzione, manutenzione e ammodernamento.
Altri dati: a Spittellau si
inceneriscono circa 250.000 ton/anno di rifiuti (praticamente “solo”
il 10% di quello che rimane dalla raccolta differenziata che a
Vienna, oltre 1.600.000 ab, raggiunge il 90%).
Perfettamente nei parametri
di legge, il bel camino progettato da Friedensreich Hundertwasser,
ogni giorno emette circa 8 kg di polveri e 122 milioni di picogrammi
di diossine, quanti ne bastano per coprire la dose tollerabile
giornaliera di 870.000 viennesi. (Si veda la relazione di Federico
Valerio sull'inceneritore di Vienna).
Ovviamente anche
l'inceneritore di Spittelau rispetta la legge di conservazione di
massa (legge di Lavoisier) per cui, per ogni tonnellata di rifiuto
“termovalorizzato” produce 280 chili di rifiuti solidi che, in
vagoni coperti, sono mandati nell'impianto di trattamento rifiuti di
Rinterzelt.
Qui dopo ulteriori
“trattamenti” (recupero di ferro, circa 24 chili per tonnellata
di rifiuti trattati), le ceneri pesanti sono mescolate al cemento e
utilizzate per realizzare i muri di sostegno della discarica di
rifiuti solidi di Vienna.
Quindi se qualcuno ancora
crede che i “termovalorizzatori” eliminano le discariche, se non
lo sapeva, ora sa che non è vero e all’inceneritore le discariche
servono eccome e non sono solo a Vienna, ma anche a Copenhagen, a
Brescia, etc.
Proprio non so cos’altro
si debba fare: comitati, cittadini, associazioni e anch’io come
Referente per l’Umbria dei Medici per l’Ambiente, per cercare di
far diventare l’Umbria il vero “cuore verde” dell’Italia.
Certamente conosce le
preoccupazioni delle popolazioni e meglio di me conosce le
conclusioni dell’ottimo documento della Regione: “La Geografia
della mortalità in Umbria. 1978-2005” dove a pag 37 si conclude
che lo studio ”…ha evidenziato, per specifiche cause di morte,
situazioni a più alto rischio, che vale la pena di approfondire, nei
comuni del nord della Regione, della Valnerina…”
Se permette, da tecnico
della salute (da oltre 31 anni sono medico di famiglia) vorrei
sottoporre alla sua attenzione alcune considerazioni:
Dall’Art.15 della
Dichiarazione di RIO giugno 1992 (16 anni fa!), ratificato dall’
Unione Europea: “Quando una attività crea possibilità di fare
male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero
essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono
stabilite con certezza dalla scienza”
Dalle parole del Prof
Lorenzo Tomatis (fondatore e direttore dello IARC di Lione dal 1981
al 1994): “…adottare il Principio di Precauzione e quello di
Responsabilità significa anche accettare il dovere di informare,
impedire l' occultamento di informazioni su possibili rischi ,
evitare che si consideri l' intera specie umana come un insieme di
cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare
il progresso tecnologico...
Invece di accettare una
società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte
sfuggono ormai completamente agli individui e domina il Principio
della crescita economica ad ogni costo, si può pensare ad uno
sviluppo che si attui sui principi di Precauzione e Responsabilità,
dando priorità alla qualità della vita e all'equità sociale e
ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell'interesse
economico".
La soluzione
dell’incenerimento non risolve e non risolverà mai il problema dei
rifiuti, come non l’ha risolto in nessun’altra parte del mondo.
Affermo questo con forza, perché se gli inceneritori avessero
risolto il problema dei rifiuti, come mai: Germania, Austria,
Svizzera, altri paesi europei, gli stessi Stati Uniti e Israele
puntano fortemente sulla raccolta differenziata, più spinta
possibile e attuano la raccolta porta a porta?
E perché questi Paesi hanno
capito che i rifiuti sono la nuova risorsa su cui investire per
ricavarne materie prime da reimmettere sul mercato e
l’Umbria-l’Italia, invece no? (l’Italia è il 3° acquirente di
materie prime cosiddette seconde cioè recuperate dai rifiuti).
Ribadisco: la materia e
quindi anche i rifiuti non si eliminano, non scompaiono, e
l’inceneritore li trasforma soltanto, e non in qualcosa di innocuo,
ma in sostanze, altre, come: Diossine, Furani, Policlorobifenili,
Metalli pesanti.
La beffa è che per rendere
i rifiuti così pericolosi si spendono pure molti milioni di euro
(quanto costa un inceneritore? Quanti posti di lavoro da?) Perché
l’Italia è l’unico paese al mondo in cui si premia chi brucia i
rifiuti? Nel resto del mondo chi incenerisce i rifiuti paga e molto
salato!
Perché i mass media mai
parlano di quelle esperienze che costano molto, ma molto meno di un
inceneritore e non producono emissioni pericolose per la salute?
Realtà già operanti in alcune regioni d’Italia ma assolutamente
ignorate:
Bolzano ha già in funzione
un sistema che utilizza il processo di Digestione Anaerobica e
produce Biogas-metano: 1.200.000 mc/anno (sto pensando ai “preziosi”
liquami di Bettona!).
Treviso: Centro Riciclo
Vedelago (58 dipendenti, l’inceneritore di Brescia ne ha 77) dove,
con l’Università di Padova, hanno messo a punto un sistema, tutto
italiano, basato sull’estrusione per attrito; sistema
(infinitamente meno costoso di un inceneritore) che vengono ad
acquistare dall’estero (Corea, Germania ecc) ma ignorato dai tanti
cosiddetti “esperti” italiani.
E pensare che a Vedelago
riciclano, tutto quel materiale secco, considerato fino a qualche
anno fa irriciclabile e che finiva in discarica o all’inceneritore.
Ora quel materiale diviene sabbia sintetica, preziosa per l’edilizia
o per la costruzione di mobili e manufatti per esterno. Nessuna
combustione, nessuna discarica! Nessuna emissione dannosa.
Associazione
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Parma
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