sabato 27 luglio 2013

Novara, aumenta la differenziata grazie alla legge sugli shoppers

Buone pratiche, ottimi risultati, un modello da copiare

Dieci mesi dopo l'ordinanza del Sindaco, il sistema di raccolta rifiuti della città di Novara passa da un indice di conformità del 66% all'88%. L'impegno dell'amministrazione comunale e il sostegno delle associazioni di categoria e dei cittadini rendono evidenti le potenzialità della legge 28 del 24 marzo 2012

di Marilisa Romagno – www.alternativasostenibile.it


"Un anno fa avevamo plaudito all'iniziativa del Sindaco di Novara che, primo in Italia, aveva deciso di applicare subito i dettami della legge del 24 marzo 2012 sui sacchetti per asporto merci, completando il piano comunale - già molto avanzato - di riduzione del rifiuto indifferenziato e di valorizzazione della frazione organica. Dodici mesi dopo, i numeri confermano che la legge 28 - se correttamente applicata - riveste un ruolo fondamentale in direzione di una sempre più efficace raccolta differenziata della frazione organica e della tutela dell'ambiente", così ha dichiarato Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche. Secondo i dati disponibili in 10 mesi gli shopper compostabili sono passati dal 43% dei sacchi totali utilizzati al 55% e i sacchetti dedicati alla raccolta differenziata della frazione organica dal 23% al 32%; mentre sono quasi scomparsi gli shopper non conformi (in plastica tradizionale e cosiddetti "oxo-degradabili") rimane invece rilevante la presenza dei sacchi ortofrutta, attestati al 5% rispetto al 10% del 2012. Complessivamente l'indice di conformità della raccolta è passato dal 66% all'88% (carta compresa) con un beneficio indiscutibile per il sistema di gestione dei rifiuti della città di Novara.

La legge 28 del 24 marzo 2012 stabilisce che gli unici sacchetti per asporto merci commercializzabili in Italia sono:
quelli biodegradabili e compostabili conformi alla EN 13432, che possono essere conferiti alla raccolta della frazione organica e avviati a compostaggio;
quelli riutilizzabili di spessore superiore a 100 micron per usi non alimentari e 200 micron per gli usi alimentari, se con maniglia esterna alla dimensione utile del sacco;
quelli riutilizzabili di spessore superiore a 60 micron per usi non alimentari e 100 micron per usi alimentari se con maniglia interna alla dimensione utile del sacco (c.d. sacchi a fagiolo).

La rilevazione effettuata lo scorso novembre 2012 da ISPO Ricerche per conto di Assobioplastiche e volta ad analizzare le abitudini dei consumatori nell'uso di sporte e sacchetti per imbustare la spesa, aveva confermato che oltre il 90% degli italiani sono favorevoli alla normativa che ha messo al bando i sacchetti in plastica tradizionale e alle sanzioni previste per la sua violazione. Precedenti edizioni dello studio ISPO avevano infatti evidenziato che i sacchetti fuori legge vengono ancora usati nel piccolo commercio e nei mercati, ove al consumatore privo della propria busta vengono spesso proposti sacchetti che si autodefiniscono biodegradabili ma che non sono certificati secondo lo standard en 13432 come la legge richiede, se non addirittura gli shopper usa e getta in plastica tradizionale. I nuovi dati confermano che l'ordinanza del Sindaco di Novara per l'applicazione immediata della legge 28, accompagnata da opportuni controlli, assieme alla collaborazione fattiva delle organizzazioni di categoria e dei commercianti, ha avuto un effetto altamente positivo sulla raccolta differenziata della frazione organica, raccolta che con il suo 72,67% fa di Novara una città da primato e uno degli esempi più virtuosi a livello europeo.

"I risultati ottenuti - commenta il sindaco di Novara Andrea Ballarè - confermano la bonta di questa e di altre scelte sulla strada che ci conduce all'obiettivo di costruire una città sostenibile. Stiamo lavorando per migliorare le condizioni di vivibilità del territorio riducendo i fattori inquinanti. E questi risultati concreti riconoscono gli sforzi fatti. Sono molto soddisfatto per l'apprezzamento di questo provvedimento che abbiamo condiviso con le organizzazioni di categoria del commercio, e che sta consentendo anche a tutto il settore di fare un significativo passo in avanti sulla strada della responsabilità sociale". "Oggi possiamo prendere atto che la legge 28 è una buona legge e che applicarla subito come ha fatto il Comune di Novara, senza tergiversare ulteriormente, significa dare luogo a buone politiche di tutela ambientale e a sostegno degli importanti obiettivi di raccolta differenziata della città", ha concluso il Presidente Versari.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
447

giorni fa

venerdì 26 luglio 2013

Muos, i comitati dopo il via libera, Crocetta ha tradito la Sicilia

di
Umberto Mazzantini


Oggi, in occasione dell’udienza del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga), i Comitati No Muos hanno indetto a Palermo un presidio con conferenza stampa e dicono: «Se è deprecabile l’ostinazione con cui il Ministero della difesa persegue, anche con carte false, la realizzazione del Muos, è censurabile il comportamento della Regione Siciliana che si è costituita nel procedimento con appena due paginette occupate in gran parte dall’elenco delle parti in giudizio, e con la mera richiesta immotivata di rigetto dell’appello, senza la produzione di alcun documento.



Si tratta dell’atteggiamento tipico delle avvocature pubbliche quando non hanno particolare interesse all’esito del giudizio. Questo fatto conferma i sospetti che abbiamo sempre avuto: c’è un preciso accordo fra la Regione e il ministero della difesa per il quale il deposito del parere incompleto ed addomesticato dell’Iss (Istituto superiore di sanità, ndr) avrebbe costituito la chiusura del cerchio per autorizzare la prosecuzione dei lavori, con buona pace dei cittadini niscemesi e del popolo siciliano».
Il Mobile user objective system, è un super-sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare Usa, composto da 5 satelliti geostazionari e da 4 stazioni terrestri, una delle quali in corso di realizzazione a Niscemi, con 3 parabole di 18,4 metri di diametro e 2 antenne alte 149 metri. Il Muos dovrebbe essere utilizzato per il coordinamento di tutti i sistemi militari statunitensi del pianeta ed in particolare nelle gestione dei droni, gli aerei killer e spia senza pilota, che partiranno anche da Sigonella.
Ieri in tarda serata il Movimento cinque stelle siciliano informava che «Con nota indirizzata in data odierna al Ministero della difesa apprendiamo della decisione del Presidente della Regione Crocetta di revocare i provvedimenti (nota n.15513 e 15532 del 29.03.2013) con i quali la Regione aveva revocato le autorizzazioni già rilasciate per la costruzione del Muos. Tale scellerata decisione interviene successivamente al rilascio del parere del Istituto superiore di sanità e sull’erroneo assunto che non siano più sussistenti i presupposti per l’applicazione del principio di precauzione. Suddetta decisione si pone in netto contrasto con quanto statuito recentemente dal Tar che, proprio in virtù del suddetto principio di precauzione, aveva bocciato la richiesta di sospensiva avanzata dal Ministero della Difesa, dei provvedimenti oggi revocati unilateralmente dalla Regione siciliana. La scelta operata dal governo della Regione senza nemmeno attendere l’udienza del 25.07.2013 innanzi al Cga adito dal Ministero della Difesa rappresenta un grave violazione dei diritti dei siciliani ed è assolutamente irrispettosa del pronunciamento dell’Autorità giudiziaria amministrativa».
Secondo Francesco Cappello, portavoce dl M5S in Regione, «Con questo atto è iniziata ufficialmente la svendita della Sicilia in favore del Ministero della difesa e degli americani! Da isola più bella del mondo a piattaforma militare, è questo il nostro destino? Se Crocetta rappresenta ancora i siciliani torni indietro sui suoi passi e venga immediatamente a riferire in Aula, perché il Muos non è una questione privata tra governo e Ministero della difesa, ma riguarda tutti i siciliani. In caso contrario ne tragga le debite conseguenze».
In Sicilia l’opposizione al Muos è fortissima perché si temono conseguenze sulla salute umana, inoltre ambientalisti e comitati denunciano il forte impatto ambientale sulla Sughereta di Niscemi e le conseguenza per la produzione agricola di qualità, il diritto alla mobilità e allo sviluppo del territorio, senza dimenticare il , diritto alla pace e alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.
I No Muos sono durissimi con la giunta di centro-sinistra che governa la Sicilia e in una nota ricordano: «Era il 24 novembre scorso. Avendo appreso che il neo-eletto Presidente della Regione aveva intenzione di incaricare l’Istituto superiore di sanità, al fine di redimere la questione Muos, inviammo alla stampa una comunicazione in cui mettevamo in guardia dagli aspetti subdoli e potenzialmente pericolosi di quella che ci appariva, già allora, una manovra per imboccare una via d’uscita che non danneggiasse l’immagine politica di Crocetta. Sensazione rafforzata quando, dopo un incontro a Roma con alcuni rappresentanti del Governo nazionale, la proposta dell’Iss prese corpo con l’accordo di tutte le parti. Sapevamo che l’ambasciata statunitense era in continuo contatto con l’Iss, che Crocetta era ben pronto a derogare alle revoche da lui stesso emanate, che la commissione Iss, di parte, non annoverava tra i suoi membri gli studiosi scelti dalla Regione Siciliana, che certa stampa accondiscendente manovrasse mediante fughe di notizie tendenziose, ma stavolta davvero non ci aspettavamo che, in spregio alle conclusioni dei propri stessi consiglieri scientifici, Crocetta annullasse le revoche proprio il giorno prima del pronunciamento del Cga in merito alla prosecuzione dei lavori della stazione Muos di Niscemi. Non sappiamo con cosa abbia barattato la propria accondiscendenza, ma di una cosa i siciliani possono essere certi: Crocetta è quel tipo di personaggio ambiguo e pusillanime che il nostro Sciascia avrebbe saputo come definire. Chiediamo pertanto le sue dimissioni per manifesta indegnità e per aver tradito il popolo che dovrebbe rappresentare».
Anche Sinistra ecologia e libertà è partita all’attacco del governo regionale. Il il deputato di Sel Erasmo Palazzotto ha detto che «La decisione del governatore Crocetta di revocare lo stop alle autorizzazioni per l’installazione del Muos all’interno della stazione di Niscemi è incomprensibile e rappresenta un grave tradimento ai danni della Sicilia e dei siciliani e un regalo a quanti vogliono trasformare la nostra Isola in una portaerei protesa nel Mediterraneo. ‘La vicenda del Muos non si può considerare solo sotto l’aspetto della salute dei cittadini, pur con tutte le falsificazioni che su questo tema sono state fatte ma ci deve interrogare sul ruolo della Sicilia nel mediterraneo e sullo sviluppo della nostra economia in relazione ai rapporti con i paesi dell’altra sponda. Crocetta ha in questi mesi ribadito più volte la sua contrarietà al Muos e adesso si piega al diktat del governo centrale senza battere ciglio così facendo sta svendendo la Sicilia e dimostra come in campagna elettorale spesso si fanno promesse che servono solo a raccattare qualche voto in più»’.
Critiche arrivano persino dal Pdl, che in Regione è all’opposizione e che si scorda che il governo Berlusconi/La Russa ha favorito in ogni modo l’installazione del Muos: «Crocetta ha gettato giù la maschera – ha detto indignato il vicepresidente del Pdl in Regione Marco Falcone – Mi preoccupa e mi lascia basito il cambio di posizione del governatore in merito alla installazione del Muos e lo dico io che sono stato il primo deputato il quale, già nella scorsa legislatura, aveva presentato e fatto approvare un ordine del giorno (30 luglio 2012) il quale prevedeva sia la revoca ai permessi di installazione sia ogni altro tipo di autorizzazione. Era essenziale bloccare un’apparecchiatura che non è affatto di difesa ma una vera e propria arma d’offesa e apporta esclusivamente nocumento al territorio e alla popolazione».
Secondo i deputati M5S della Commissione difesa della Camera, «Il documento di revoca delle prescrizioni del dirigente generale del dipartimento Ambiente si basa su una documentazione parziale dell’Istituto superiore di sanità in merito alle problematiche ambientali del Muos, all’ impatto elettromagnetico e alle condizioni complessive dello stato di salute della popolazione residente a Niscemi. ‘E’ una versione mutilata tanto che a conclusione dei lavori della commissione speciale, composta da studiosi dell’Istituto e da esperti nominati dalla Regione siciliana, lo scorso 11 luglio era stato concordato che della relazione finale da trasmettere alle autorità di governo erano parte integrante le note assai critiche sulla sostenibilità ambientale del Muos dei tecnici della Regione».
Il fronte No Muos accusa l’Iss e l’Avvocatura dello Stato di aver presentato carte false e versioni mutilate e stralciate dei documenti scientifici e tecnici, per documentare l’innocuità del Muos, tanto che Massimo Zucchetti, docente del Politecnico di Torino, che ha partecipato alla redazione dei documenti alternativi dice: «Qualunque trasmissione o riferimento parziale al lavoro succitato, privo della nostra nota, è incompleto e stravolge il senso del lavoro collegiale tenutosi presso l’Iss, dove proprio sulla pericolosità del MUOS sono emersi pareri differenti. Ciò che oggi accade al Consiglio di Giustizia Amministrativa è ancora più grave della fuga di notizie dello scorso 18 aprile, quando fu violato l’accordo fra gentiluomini che prevedeva la non diffusione della relazione finale dell’Iss fino a quando non vi fosse stato un comunicato ufficiale da parte dei committenti. Una gola profonda ha fatto circolare una versione incompleta dello studio, censurando ad arte le conclusioni del nostro contro-rapporto di otto pagine allegato, in cui si smentiscono pesantemente le versioni pro-Muos citate dai vari mezzi di stampa».
Nella relazione dell’Iss presentata dal ministero mancano anche le conclusioni dello studio pluridisciplinare del gruppo di lavoro composto da Zucchetti e da altri 7 esperti che evidenziano come «I campi elettromagnetici emessi fin dal 1991 dalle antenne della stazione di trasmissione radio della US Navy di Niscemi hanno raggiunto valori di poco inferiori, prossimi o superiori ai livelli di attenzione stabiliti dalla legge italiana. Sia per queste antenne che per il Muos manca tuttora un modello previsionale atto a determinare la distribuzione spaziale dei campi elettromagnetici. Valutazioni teoriche approssimate effettuate per il Muos, seguendo la normativa italiana, indicano che il rischio dovuto agli effetti a breve e lungo termine di questo sistema di telecomunicazioni satellitari è rilevante e ne sconsigliano l’installazione a Niscemi: effetti a breve termine dovuti ad incidenti, effetti a lungo termine dovuti ad esposizione cronica, interferenza con apparati biomedicali elettrici, disturbo della navigazione aerea».
L’Avvocatura dello Stato ha presentato un nuovo studio dell’Enav che esclude interferenze strumentali del Muos con le operazioni di volo nel vicino aeroporto di Comiso. ma non i potenziali effetti delle emissioni del Muos sulla salute delle popolazioni, sull’ambiente e sulle strutture degli aerei. La cosa non convince per nulla Massimo Coraddu, un fisico consulente dei Comitati No Muos e del Comune di Niscemi: «Le conclusioni dello studio dell’ente nazionale contengono alcuni grossolani errori e, al di là delle apparenze e dei termini tecnici, mi sembrano tutt’altro che rassicuranti. I puntamenti previsti per le antenne Muos intercettano buona parte delle rotte previste dagli aeromobili in fase di partenze e atterraggio da Comiso. Così, l’Enav ritiene opportuno, per evitare interferenze, la modifica di almeno due delle procedure di volo strumentalmente assistito per evitare potenziali problemi (SID OBAXU 5A ed ENEPA 5A). Nelle conclusioni si dice inoltre che il settore angolare interessato dalle emissioni ha un’ampiezza di soli 5 m. Sfugge a chi ha scritto questa relazione che, se in partenza il fascio emesso ha un diametro di 18,4 m, questo non si può certo ridurre in volo. Quindi sui cieli di Comiso il fascio emesso continuerà ad avere un diametro attorno ai 20 m, quattro volte maggiore rispetto a quanto ipotizzato. Il rapporto Enav evidenzia alcune carenze. Non viene fatta nessuna valutazione di quanto sia intensa l’emissione e quanta energia venga trasferita all’aeromobile per effetto dell’attraversamento del fascio, cose invece raccomandate dal prof. Marcello D’Amore dell’Università “Sapienza” di Roma, nella relazione sul progetto Muos consegnata al Tar di Palermo. Non si comprende inoltre perché si siano limitati gli accertamenti alle sole procedure di partenza e atterraggio da Comiso e non a tutte le rotte civili che attraversano la Sicilia orientale, visto che per quote interessate, sono tutte potenzialmente vulnerabili. Possiamo prendere quella dell’Enav come una relazione preliminare, le cui conclusioni non sono per nulla tranquillizzanti. Come avevamo ipotizzato, l’entrata in funzione del Muos richiede, quantomeno, un’attenta riprogettazione delle procedure di partenze e atterraggio dall’aeroporto di Comiso».
Se governo, Us Navy e regione pensavano di tacitare i NO Muos con questi documenti “tranquillizzanti”, hanno probabilmente sbagliato a fare i conti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 26 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
446

giorni fa

Torino, Parma, Firenze tre inceneritori, un partito, migliaia di vittime

Conferenza Stampa con Rossano Ercolini vincitore del Goldman Environment Prize e
gli esponenti dei Coordinamenti RifiutiZero delle tre città

Torino, Palazzo Civico Sala delle Colonne 31 luglio 2013 h. 12,00


Torino, Parma e Firenze sono tre importanti città italiane, come molte realtà urbane del nostro Paese sono però alle prese con un problema molto grave, lo smog. Nell'ultimo rapporto Istat se Torino e
Parma sono al quarto e quinto posto nella classifica (poco invidiata) delle città con il maggior numero di sforamenti del limite di sicurezza per la concentrazione di PM10 (Torino è anche al quinto posto per il PM2,5), Firenze, tra le città capoluogo con più di 200.000 abitanti con 10 giorni in più di sforamenti è tra le poche realtà a peggiorare rispetto al 2011 (rapporto Istat 2012 Dati
ambientali nelle città, qualità dell’ambiente urbano).
Il destino che accomuna queste metropoli è di avere in previsione l'avviamento di un inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti. Tonnellate di inquinanti, milioni di metri cubi di micropolveri sparse nell'aria già malsana e sulle teste ignare di centinaia di migliaia di cittadini totalmente tenuti
all'oscuro sui rischi che correranno quando questi Cancrovalorizzatori saranno attivi.
Sulla rivista The Lancet Oncology è stato recentemente correlato senza ombra di dubbio l'aumento dei tumori ai polmoni con una concentrazione di particelle PM10 e PM2,5 inferiore a quella ritenuta
di sicurezza.
La notizia ha avuto grande risalto sui giornali, ma nessuno l'ha collegata agli orribili monumenti alla stupidità che stavano per essere inaugurati a Torino e Parma e che sono in via di approvazione a Firenze.
I Coordinamenti RifiutiZero di queste tre città hanno deciso di incontrarsi sotto la Mole per denunciare questo comportamento criminale degli amministratori che fanno tutti parte del medesimo partito politico (PD) e che si ostinano a non voler considerare delle alternative per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.
Per spiegare a tutti che le alternative ci sono e non vengono attuate soltanto per assenza di volontà politica, hanno invitato Rossano Ercolini, divenuto, dopo l'assegnazione del Goldman Environment Prize (un equivalente del premio Noble per l'Ambiente), uno dei simboli mondiali della filosofia RifiutiZero.
Nella conferenza stampa verrà anche presentata la giornata del 31 luglio di lotta contro l'inceneritore di Torino.
La giornata è stata decisa per protestare contro il silenzio che ha circondato il grave incidente avvenuto il 2 maggio che ha portato ad una diffida della Provincia di Torino a TRM per il mancato rispetto di diverse prescrizioni dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e ad una indagine della magistratura per reati ambientali.
Il Coordinamento RifiutiZero Torino No Inceneritore vuole anche denunciare la politica accomodante ed irresponsabile della Provincia che ha accettato di riavviare l'impianto nonostante che alcuni dei problemi che hanno causato l'incidente del 2 maggio (con l'immissione in atmosfera di una quantità INCONTROLLATA di inquinanti), non siano stati risolti, negli ultimi giorni tra
l'altro si è verificato un secondo incidente che ha di nuovo bloccato il trattamento dei rifiuti.
L'inceneritore di Torino non rispetta le prescrizioni previste ed è stato completato in fretta e furia per ottenere gli incentivi statali, non è sicuro, il comune di Torino tramite il suo Sindaco o l'assessore all'ambiente non si sono nemmeno degnati di commentare questi fatti gravissimi, la nostra protesta è rivolta anche a loro che dovrebbero essere i primi difensori della salute dei torinesi.
Ci troveremo per un presidio davanti alla sede della Provincia in via Maria Vittoria, 12 alle ore 16,00 e poi per una conferenza – dibattito con Rossano Ercolini ed esponenti dei Coordinamenti RifiutiZero di Torino Parma e Firenze in piazza Castello alle ore 18,00.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 26 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
446

giorni fa

giovedì 25 luglio 2013

Ortofrutta e rifiuti zero, sfida ancora da vincere

Ancora troppi dilettanti allo sbaraglio

Un cittadino attento ci segnala lo spreco di materiali ancora in atto in un fruttivendolo di Parma.
Siamo su via Spezia, dove un grande punto vendita è aperto da qualche tempo sotto una tenda.
Organico, cassette di plastica, di cartone, di legno, tutto insieme appassionatamente sul mezzo di Iren che carica quintali di rifiuti indifferenziati.


Avevamo denunciato situazioni di questo genere con un video che sbugiardava l'affermata pubblica dichiarazione di Iren che sosteneva di riciclare le cassette dei fruttivendoli al 99%.
Cosa è cambiato da allora?
Iren “serve” ancora punti vendita in cui ci si sottrae alla legge buttando i rifiuti in un unico stupido bidone?
Da parte del comune cosa è stato fatto in questo anno di rinnovata amministrazione?
Ieri abbiamo sottolineato i valori positivi che la cittadinanza di Parma sta assumendo nei confronti della corretta gestione dei rifiuti.
Ma anche il comparto del commercio è fondamentale.
Se i negozi, specie quelli che producono molti rifiuti, non collaborano attivamente e non rispettano le leggi, non si giungerà mai a livelli di differenziata che escludono automaticamente la necessità di un inceneritore.
Tutti devono collaborare.
Tutti devono rispettare le norme.
E l'ente locale deve vigilare e sanzionare chi non si attiene con scrupolo alle regole.
Altrimenti succede che ci troviamo attivi due sistemi separati, che quasi non si parlano tra di loro: i rifiuti urbani, quelli prodotti dai cittadini, e i rifiuti cosiddetti speciali, prodotti dal comparto delle aziende, commercio, artigianato, industria.
Uno dei casi più seguiti negli scorsi anni dalla nostra associazione fu l'abbandono dei rifiuti nei mercati rionali, situazione poi finalmente risolta da semplice buon senso.
Ora il faro va sui negozi di frutta e verdura, miniere certo di materiali nobili.
Se il bersaglio è rifiuti zero, non ci devono essere dilettanti allo sbaraglio.

Ovviamente gli esempi non mancano:

Il comune di Genova
http://www.greenreport.it/_archivio2009/index.php?page=default&id=441

Il comune di Bra
http://www.comune.bra.cn.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10023:impnews-141&catid=302&Itemid=338

Il video youtube sul riciclo delle cassette
http://www.youtube.com/watch?v=N0jY8s_kKz8


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 25 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
445

giorni fa

Anci Conai, Parma delibera l’adesione alla proposta dei Comuni Virtuosi

Chiediamo maggiori risorse ai comuni per sostenere la raccolta differenziata

Al Ministro per gli Affari Regionali e le autonomie Dott. Graziano Delrio
Al Presidente ANCI On. Piero Fassino
Al Presidente Commissione Ambiente ANCI Dott. Luigi Spagnolli



Egr. Ministro, Egr. Presidenti,
come ben sapete i costi della raccolta dei rifiuti in Italia sono in parte compensati dal recupero dei materiali riciclati con la raccolta differenziata grazie all’accordo Anci-Conai che ha stabilito nell’ultimo quadriennio l’entità dei contributi per ciascuna frazione di imballaggio conferita alle piattaforme di recupero (plastiche, vetro, metalli, carta, cartone, legno, etc.).
Entro la fine di quest’anno rappresentanti dei Comuni italiani e il Conai ridefiniranno un accordo che alla luce dei fatti si è rivelato estremamente penalizzante per i Comuni in termini di contributi erogati semplicemente analizzando quelli che sono i valori di mercato dei diversi materiali rispetto ai parametri fissati nell’accordo quadro 2009-2013.
Da quest’anno poi si paleseranno gli effetti negativi dell’introduzione della TARES che comporterà notevoli aggravi dei costi per le bollette di cittadini ed utenze non domestiche.
Siamo quindi di fronte ad un passaggio decisivo per quello che sarà lo sviluppo della raccolta differenziata in Italia ed è per questo che il Comune di Parma ha deliberato in giunta il 23 luglio 2012 il sostegno alla proposta dell’Associazione Comuni Virtuosi.
Una proposta articolata che evidenzia scenari attuali confrontandoli con altre esperienze europee e propone correttivi che vanno nella direzione di recuperare maggiori risorse, per sostenere anche economicamente il grande sforzo delle amministrazioni locali, impegnate a favore dell'ambiente e del recupero dei materiali.
Il disequilibrio con gli altri Paesi dell'Unione Europea è evidente e dobbiamo cominciare a colmare questo divario, specialmente attraverso uno strumento fondamentale come quello che verrà costruito con il Consorzio Imballaggi per i prossimi 4 anni.
L'assessorato all’Ambiente del Comune di Parma ha valutato tutti gli aspetti sottolineati dal dossier elaborato dall'Associazione Comuni Virtuosi con l'apporto tecnico di Esper. Emergono diverse storture che vanno discusse e risolte, in modo da incrementare e migliorare il contributo che i Comuni danno nella direzione voluta dall'Europa, quella società del riciclo che senza corretti sostegni economici, rischia in Italia di non vedere mai la luce.
Il dossier, ricco di informazioni anche inedite agli stessi amministratori comunali, offre un interessante confronto tra la situazione nazionale dei contributi ambientali corrisposti dalle imprese che producono imballaggi con quella dei paesi europei, evidenziando distanze preoccupanti.
L'Italia ha il più basso contributo ambientale di tutta l'Europa. Nel 2011 solo il 37% degli introiti del Conai sono tornati ai comuni in forma di contributi per la raccolta differenziata degli imballaggi e in una percentuale poco più alta del 42% nel 2012.
Vorremmo dunque riscrivere l'accordo da protagonisti, come indicano i Comuni Virtuosi. Una delle strade da percorrere è sicuramente l’incremento del CAC, il contributo ambientale versato dalle aziende produttrici di imballaggi a sostegno del sistema di recupero, attualmente tra i più bassi in Europa. Questo non solo per aumentare il gettito a favore dei contributi ai Comuni, cosa tutto sommato secondaria rispetto ad un effetto molto più incisivo sullo stimolo che si indurrebbe sui produttori in relazione alla ri-progettazione di imballaggi in modo più sostenibile.
Un contributo che pesi maggiormente sugli imballaggi multi-materiale inevitabilmente destinati allo smaltimento indurrebbe le aziende produttrici di beni di largo consumo ad orientare le proprie scelte in materia di packaging non solo per un indubbio ritorno di immagine ma anche per effettivi minori costi da caricare sul prodotto. Lo stesso incremento del CAC favorirebbe l’impegno dei produttori a studiare imballaggi sempre più leggeri e ad eliminare sovra-imballi inutili per la protezione del prodotto. Materiali che dunque verrebbero facilmente reimmessi nella filiera produttiva generando benefici per l’intero sistema.
Vi sono poi considerazioni da fare sull'enorme spreco di materiali plastici solo perché certi oggetti non sono classificati come imballaggi anche se composti degli stessi materiali dei contenitori per bibite o detersivi. Oppure a eccessivo imballaggio come il caso delle etichette delle bottiglie di plastica, che vengono prodotte in materiale diverso dal Pet causando molti scarti nel momento della cernita.
In questi casi è necessario agire come già fatto con la carta, indicando come materiali compatibili le plastiche eterogenee, come sta facendo il sindaco di New York che ha avviato la raccolta differenziata anche per le plastiche rigide. In Italia non mancano esempi virtuosi come Vedelago e la Revet toscana, che recuperano ogni anno migliaia di tonnellate di plastiche altrimenti destinate a smaltimento in discariche o inceneritori.
Non si deve infine dimenticare la necessità di eliminare ogni contributo all'incenerimento per spostare decisamente le risorse verso sistemi di recupero e riciclo dei materiali. Impegno questo che produrrebbe sensibili ricadute positive a favore dell’occupazione in un comparto, quello del riciclo, che può diventare settore traino di un economia che ha enormi possibilità anche a causa della carenza di materie prime nel nostro paese.
Certi che porrete la massima attenzione sulla questione trattandosi di temi così importanti e conoscendo la vostra sensibilità sulla materia, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Gabriele Folli
Assessore Ambiente e Mobilità

Comune di Parma

mercoledì 24 luglio 2013

I migliori siamo noi

Una città intera vuole rifiuti zero

Di fronte pochi cittadini maleducati e sporcaccioni, c'è una intera città che sta portando avanti la grande rivoluzione dei rifiuti, che da problema irrisolvibile si sta trasformando in una opportunità, anche sotto il profilo occupazionale.



Quei sacchi abbandonati senza ritegno agli angoli delle strade, quelle scorciatoie notturne per liberarsi di oggetti diventati improvvisamente scomodi e puzzolenti, sono piccole dimostrazioni di menefreghismo e disinteresse da parte di cittadini che non amano la città e nemmeno avrebbero titolo per sentirla loro.
Nelle nostre case, nei nostri condomini, tra i più giovani e gli avanti in età c'è invece una maggioranza silenziosa di persone normali ma attente, abituate a farsi carico delle loro responsabilità, addentro totalmente nella civiltà del vivere insieme, che comporta anche il rispetto per sé e per gli altri.
E' la Parma che ha preso l'abitudine di differenziare i propri scarti con attenzione, una modalità che diventa quasi un gioco, semplice e importante, facile e di sicura soddisfazione.
Separare l'umido dal secco, togliere dall'indifferenziato tutti i residui alimentari e collocarli nel bidoncino marrone è una mossa semplice che sgrava il problema dei rifiuti dalla radice.
L'indifferenziato diventa leggero e non causa cattivo odore.
La frazione organica, con il contenitore areato, non causa alcun problema di liquidi dispersi e maleodoranti effusioni, e prepara il campo alla produzione di fertilizzante di qualità per i nostri campi.
Separare tutta la carta e il cartone nel bidone blu toglie altro importante peso al residuo, consente di riprodurre giornali e cartoni senza abbattere altri alberi, migliora i conti del mio comune che grazie ai contributi ricevuti dal consorzio riesce a pagare i costi della differenziata e spende di meno per smaltire il residuo, che ovviamente cala con il crescere della mia attenzione.
Portare il vetro nelle campane stradali alza la qualità della raccolta vetrosa incrementando il corrispettivo che il consorzio apposito riconosce all'ente locale.
Togliere dal residuo tutte le plastiche e i contenitori di alluminio, latte e metallo in genere, dopo averli liberati da residui e tracce di cibo o bevande, impedisce di fatto di bruciare o mettere in discarica materiali che invece possono facilmente essere riciclati e reimmessi nei cicli produttivi.
Il porta a porta è un gioco importante, per i piccoli e per i grandi.
E noi parmigiani lo sappiamo fare bene.
I migliori siamo noi, e il vicino maleducato lo capirà presto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
444

giorni fa

I rifiuti? Si vendono

A Gioia del Colle i rifiuti hanno valore economico


Davvero esemplare l'iniziativa promossa dal comune di Gioia del Colle, un paese in provincia di Bari.
“Compro rifiuti” nasce dall’esigenza di sensibilizzare i cittadini sull’importanza e l’utilità della raccolta differenziata. Il progetto è stato promosso dal sindaco, dal direttore generale e dall’amministratore delegato della “Spes Gioia Spa”, una società specializzata in servizi ambientali.



Grazie a questa iniziativa i rifiuti non si gettano via, ma si vendono.
E’ fondamentale che tutti prendano atto della possibilità di riutilizzare una buona parte dei rifiuti che buttiamo via, in quanto possono essere trasformati in una nuova materia prima. Il progetto “Compro rifiuti” funziona in questo modo: ogni martedì, giovedì e sabato dalle ore 17 alle 19 in Via Gabriele D’Annunzio si procede alla raccolta di carta, plastica e vetro che vengono venduti al chilo. Il materiale viene inviato a due consorzi specializzati nel recupero e riciclo di imballaggi: la “Comieco” e la “Conai”.
I rifiuti vengono quindi pesati e poi trasformati in denaro.
Per la precisione, con un chilo di plastica si ottengono 15 centesimi, con carta e vetro 5 centesimi. La somma ottenuta complessivamente viene poi accreditata su una carta magnetica che ogni abitante può avere in dotazione.
Ogni sei mesi è possibile riscuotere presso gli uffici della Spes Gioia. Ovviamente, il guadagno semestrale varia a seconda di quanto viene depositato. I bambini sono stati sensibilizzati ed istruiti sulla raccolta differenziata tramite la diffusione, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, di un quaderno che illustra le buone regole da tenere presente per diventare cittadini “verdi”.
Con questa iniziativa, il comune di Gioia del Colle è stato designato come il miglior comune eco-compatibile di tutta la Puglia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
444

giorni fa

lunedì 22 luglio 2013

Pesticidi, per la Francia fanno venire il cancro

L'Alto Commissariato francese per le Patologie Professionali in Agricoltura riconosce il legame tra alcuni tumori maligni del sangue e l'uso di pesticidi.
Al vaglio l'inserimento di queste patologie tra le malattie professionali

A Parma come siamo messi?

da Ecoblog
di Andrea Spinelli Barrile



Che i pesticidi non fossero proprio l’ideale per gli usi agricoli è uno dei segreti di Pulcinella del quale il mondo continua a fregiarsi ma che, forse, comincia a volgere verso un suo completo svelamento: l’Alto Commissariato francese per le Patologie Professionali in Agricoltura (Cosmap) ha proposto di includere nella lista di patologie professionali nel settore agricolo anche le varie forme di tumore maligno del sangue.
Insomma, il tentativo che si sta attuando in Francia è certificare il danno che i pesticidi causano all’essere umano: una proposta che ha, come prevedibile, scatenato un certo fermento tra operatori del settore e parti in causa, ma che in realtà non è contestata da nessuno.
Il legame causa-effetto tra pesticidi ad uso agricolo e tumori maligni del sangue è dunque oramai acclarato: nemmeno la Federazione Nazionale francese dei Sindacati degli Agricoltori (Fnsea) nega più la correlazione, pur manifestando la contrarietà al provvedimento, adducendo come motivazione la necessità di condivisione delle responsabilità fra tutte le parti, Stato e aziende produttrici dei pesticidi incluse.
Il problema, come rilevato dalla Fnsea, e gli oneri di eventuali risarcimenti, nella bozza in preparazione sarebbe totalmente a carico del datore di lavoro.
In Francia la battaglia contro i pesticidi agricoli è oramai ad una chiave di volta: solo lo scorso anno il governo francese aveva riconosciuto una correlazione tra malattia di Parkinson e prodotti chimici ma anche, nel recente passato, con la leucemia e il cancro alla vescica, alla prostata e al cervello.
Per tutta risposta, le aziende produttrici di pesticidi sostengono l’importanza dell’uso che si fa di questi prodotti, sottolineando anche il “come” questi vengono utilizzati: insomma, è la cattiva gestione e la sovraesposizione ai prodotti a renderli dannosi (un discorso che, senza girarci attorno, scarica la responsabilità agli stessi agricoltori).

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
442

giorni fa

YouRec, il sito per per riciclare risparmiando

Ogni cosa ha un valore, anche quella che scartiamo

“Nulla si getta, tutto si ricicla”, con questo motto YouRec permette di risparmiare barattando con altri oggetti quelli che non ci servono più, senza produrre rifiuti e a costo zero. “Nulla si getta, tutto si ricicla”: è questa la “prima legge” pubblicata sul sito di YouRec, una piattaforma virtuale dedicata al riuso e al riciclo che permette di liberarsi di ciò che non serve più senza trasformarlo in un rifiuto o di recuperare a costo zero oggetti non più utili per altri ma che possono servire a noi.



Il funzionamento del portale, creato da Nicola Tagliaferro, è davvero intuitivo. Occorre solo registrarsi al sito e, subito dopo, è già possibile pubblicare un annuncio relativo ad un oggetto che si vuole offrire alla community (con tanto di foto, sommaria descrizione, provenienza geografica e modalità di ritiro) o svolgere una ricerca tra le inserzioni inserite dagli altri membri per trovare qualcosa di nostro gusto.
Il servizio offerto da YouRec non è solo gratuito, ma addirittura premiante per chi lo utilizza. Infatti, in questa comunità di ricicloni non circolano soldi tradizionali ma eco-monete, dei “punti” che vengono assegnati per ogni azione legata al funzionamento del portale (mettere un annuncio, aggiudicarsi un oggetto proposto da altri, vedere consegnato l’oggetto contenuto in una propria inserzione, segnalare delle eco-aziende nelle apposite Eco Pagine Utili). Tali punti potranno poi essere usati per ottenere premi e buoni sconto contenuti in un catalogo dedicato.

www.yourec.it

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
442

giorni fa

domenica 21 luglio 2013

Italia, una brutta aria

Parma al quinto posto, davanti a Milano,
siamo forse una metropoli dell'inquinamento?
Il camino non aiuterà certo a migliorare.



Nelle città italiane si respira davvero una brutta aria.
L’allarme arriva dall’edizione 2013 di Mal’aria di Città, la tradizionale campagna di Legambiente che monitora la qualità dell’aria nei centri urbani d’Italia.
Grave, in particolare, la situazione delle polveri sottili: delle 95 città incluse nella classifica “PM10 ti tengo d’occhio” sono ben 51 quelle che hanno superato il tetto di 35 giorni di sforamento del valore medio giornaliero (50 microgrammi/metro cubo) stabilito dalla legge.
Ecco la classifica delle 10 città peggiori per quanto riguarda le concentrazioni di PM10: Alessandria (123 giorni fuori legge), Frosinone (120 giorni), Cremona (118 giorni), Torino (118 giorni), Parma (115 giorni), Vicenza (114), Brescia (106), Milano (106), Verona (103), Bergamo (99)
Se il Nord Italia, in particolare la Pianura Padana, si conferma come l’area più critica dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico, note dolenti arrivano anche dal Centro-Sud: 85 giorni di superamento a Napoli, 64 a Cagliari, 57 a Roma e 55 a Palermo.
Quanto ai valori del famigerato PM2,5 (polveri con diametro inferiore ai 2,5 micron), sono poche le città in cui i dati sono effettivamente disponibili, nonostante il monitoraggio sia obbligatorio già a partire dal 2011.
Nella metà dei centri urbani con informazioni disponibili, Legambiente ha trovato valori fuori norma soprattutto a Torino, Padova e Milano. Preoccupa anche la situazione degli ossidi di azoto, fuorilegge in 24 città sulle 83 monitorate, e dell’ozono che risulta troppo elevato in 44 delle 78 città controllate dall’associazione nel suo rapporto Ecosistema Urbano. Da non trascurare, infine, gli elevati livelli di rumore cui sono esposti i cittadini di quasi tutte le principali città italiane.
Commenta la direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni: “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato. A chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese”.
Quanto alle cause principali di livelli così elevati di smog, il Cigno indica prima di tutto il traffico veicolare e i riscaldamenti, cui si deve l’emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio. Fuori dai centri urbani, contribuiscono alla contaminazione anche i processi industriali e di produzione di energia.
La soluzione, secondo Legambiente, consiste nell’inasprire i controlli e nell’attuazione di una serie di misure per promuovere l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Aggiunge Rossella Muroni: “Quello che serve, ancor prima dei singoli provvedimenti è una capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del quartiere, della comunità. Provvedimenti immediati, come la riduzione della velocità a 30 chilometri orari in ambito urbano o la creazione di aree car free nei pressi delle scuole, permetterebbero un rapido miglioramento della situazione e predisporrebbero a nuovi e più strutturali interventi, come la progettazione di un piano di rete ciclabile portante, la ridefinizione degli spazi urbani, la diffusione all’interno delle aree urbane del meccanismo del road pricing e del park pricing, fino alla riduzione del parco auto circolante”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
441

giorni fa

Autogol inconsci

Perché gettar cartacce equivale a gettar monete
Quando inquiniamo siamo noi a pagare il conto

Scagli la prima pietra chi, almeno una volta nella vita, non ha buttato qualcosa per terra, sulla pubblica via.
L'atto di liberarci delle cose inutili, semplicemente gettandole via, è uno di quei gesti istintivi, primordiali, atavici.



La parte inconscia del nostro io rimanda a quando tutto ciò che ci passava per le mani era “naturale”, organico, e il gettare a terra le cose inutili non provocava alcun danno all'ambiente, ma era una semplice “restituzione”, un gesto che faceva parte di quel ciclo chiuso che la natura ancora segue con puntualità.
La parte conscia di noi è invece convinta che il gesto non provochi danni, per lo meno a noi stessi, si sottintende che qualcuno altro penserà a raccogliere, pulire, sistemare e che in fondo in fondo non si è fatto nulla di grave.
Come quando si mangia al ristorante e nel conto è incluso anche il lavaggio di stoviglie e tovagliato, e la pulizia del tavolo.
Non è così. Tutto quello che gettiamo a terra, implica un'azione di recupero, obbliga ad un intervento, che diventa un servizio extra che saremo sempre noi a pagare, semplicemente in un secondo momento, sulla bolletta della Tarsu.
La singola cartaccia gettata, il sacco dei rifiuti abbandonato a casaccio lungo la strada, i mozziconi di sigaretta buttati a terra, bottiglie, lattine, bicchieri, tracce del nostro inequivocabile passaggio saranno sostanzialmente contabilizzati dal gestore, e messi a carico della comunità, in questo caso il comune.
Il quale semplicemente provvederà ad una non tanto equa suddivisione dei costi tra tutti i cittadini, responsabili e non di quel danno ambientale, piccolo o grande che sia.
Dovremmo pensarci: quando inquiniamo paghiamo noi la bonifica.
Dovremmo farci cogliere dalla consapevolezza che gettando via cose che dovrebbero invece essere collocate negli appositi bidoni, lasciamo scivolar fuori dalle nostre tasche il contributo economico necessario a ripiegare all'errore.
Non sono quindi gesti a somma zero, neutrali.
Comportano un decremento del nostro stesso portafoglio, semplicemente a causa di una negligenza.
Qui interviene l'intelligenza delle persone.
Esistono cittadini talmente ottusi da godere dell'auto-impoverimento, gaudenti nel gettare a terra cartacce e monete (proprie) con gaiezza e nonchalance?
No. Manca semplicemente la consapevolezza di quell'atto e soprattutto delle conseguenze che comporta.
Basterebbe accendere il cervello.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
441

giorni fa