sabato 22 ottobre 2011

Il buio oltre i partiti

L'indifferenza è un terribile tarlo, divora vive le sue vittime, senza lasciare dietro di sé nulla di sensibile e vitale.
L'indifferenza spesso diventa cinismo, il peggiore dei sentimenti.
L'indifferenza rende impermeabili, freddi, distanti.
Però serve a volte a sopravvivere, ad andare oltre un ostacolo che si sente di non poter affrontare, finendo per negarlo e nasconderlo, offuscarlo al nostro sguardo volutamente miope.
Sono passati 7 mesi dalla commissione consiliare ambiente e sanità del 23 marzo scorso.



Le 5 lunghe pesanti ore avevano depositato in sala una mole di dati difficili da rimuovere e da digerire, anche per il più stoico dei consiglieri.
Ma l'indifferenza può far tanto. Riducendo ad esempio 8 relazioni scientifiche di alto livello a una schermaglia politica, della peggiore politica italiana alla quale ormai sembriamo assuefatti.
Fu un pomeriggio di epiche bordate all'edificio dell'inceneritore di Parma, di tutti gli inceneritori, laboratori chimici che vomitano molecole sconosciute nell'aria che respiriamo.
Non erano stati emessi verdetti assolutori, ma solo lugubri scenari, come la certezza che queste macchine infernali conducono le nostre donne a parti pre-termine, un segnale inequivocabile di scombussolamento dei delicati livelli del codice genetico.
I pre-termine sono sentinelle, che urlano i loro messaggi di allarme, nella speranza che qualcuno svegli le truppe dormienti.
Invece, il marzo scorso, abbiamo dovuto assistere al sonno dei consiglieri, che andavano fuori tema, che ribadivano che era tardi per riparlarne, senza mai soppesare quanto ascoltato, come se non importasse.
A Parma si usa l'espressione “come se niente fosse”, il vernacolo corrispondente e il giusto tono fanno emergere il senso della battuta.
Nelle settimane che seguirono abbiamo assistito solo a dei lunghi silenzi sul tema, mossi solo da schermaglie su futili dettagli di altro genere, levate di scudi su particolari ininfluenti, mentre la conquista si svolgeva senza rumore ne colpi di difesa là a Ugozzolo.
Lo sviluppo del tema inceneritore era sfociato mesi addietro nel Pd con un documento che plaudiva alla scelta del forno, con il sostegno di chi poco prima era dalla parte dell'ambiente, del territorio, dei cittadini, e che si è venuto a trovare confuso sulla barricata opposta.
Una politica miope ma italiana, di oggi. La stessa politica che aveva registrato in Emilia Romagna la levata di scudi di un certo Bersani ai medici emiliani, quando chiesero nel 2007 la moratoria sugli inceneritori, per tacciarli di allarmismo, intimandone il silenzio.
La salute, che i democratici stessi giurano di avere in cima alle loro priorità, si trova messa in discussione da una scelta industriale, visto che pare difficile coniugare inceneritore con benessere.
E' una storia che non può che sfociare nel riconoscimento delle rispettive responsabilità.
Nessuno potrà tirarsi fuori e dire “non c'ero”, “non sapevo”, “non ero competente”, “non ero un tecnico”.
Oggi i cittadini sono informati, si sono risvegliati, sono di nuovo attenti ad andare oltre le parole, attendendo i fatti per poter giudicare.
Invece i nostri politici sono così lontani, chiusi nelle loro sedi surriscaldate, affumicate da sigarette nervose, ma con i manifesti ben stesi contro il fumo e per il risparmio energetico.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 ottobre 2011

-47 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+508 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

venerdì 21 ottobre 2011

Credibilità a perdere

Quando anche i compagni oltre l'Enza ti girano le spalle, deve essere davvero dura mantenere l'aplomb e fare finta di niente, una volta ancora, tirando il carro, sempre più zavorrato e cigolante.
Con quale credibilità ora si potrà andare in giro a raccontarla, la favola della virtù che abita in Europa ed a Ugozzolo, ed è targata un partito ben preciso.



Favole come il forno necessario, come il senso di responsabilità che guida le scelte, la sicurezza di aver fatto un ottimo lavoro, la supponenza di ribadire l'inesistenza dell'alternativa.
Favole come la necessità del forno per scaldare le case dei cittadini, quando i cugini hanno una rete di teleriscaldamento molto più estesa, e dell'inceneritore ne faranno a meno.
E' tutta neve ormai sciolta e lorda, una propaganda incapace di sostenersi e di sostenere.
Come si può ancora andare a raccontarla nei circoli di partito, fingendo che i sostenitori della base non sappiamo cosa succede poco più in là, sostenendo tesi ormai cassate dalla realtà degli accadimenti.
E' un partito che chiede di cambiare, dal suo interno.
E' la base sana che chiede di riempire di giusti indirizzi di sinistra il menù del partito, l'ora di dire basta all'apparato, ai giochi con i potenti di turno, alla finta che un impianto così pericoloso sia un toccasana per i cittadini.
Nessuno ci casca più.
Il centro sinistra e il suo partito porta bandiera, hanno bisogno di cambiare, molto profondamente, per ascoltare finalmente il loro popolo che chiede onestà, giustizia, equità, ascolto.
Slogan oggi ridotti a vuote parole, che invece dovrebbero essere concreti e non rimanere concetti da gettare in una sala, al vento del giorno.
A Ugozzolo giace un cantiere, fino a ieri sequestrato, con la bolla infame dell'abuso edilizio.
Fino a dicembre la spada di Damocle dei giudici ondeggerà minacciosa.
A Ugozzolo la creatura delle meraviglie è uno sgorbio ingarbugliato, dalle mille mancanze, dalle poche certezze.
Lo sfinimento è alle porte, la sconfitta già chiede di prendere possesso dei luoghi, gli appelli non bastano più a convincere, distogliere, soprassedere, tranquillizzare.
A Reggio Emilia fanno a meno dell'inceneritore, perché Parma invece lo deve costruire?
Questa domanda, che pretende risposta proprio perché formulata dal di dentro, dalla base democratica e fiduciosa, fino a ieri, delle certezze dei ranghi superiori, a cui fino ad oggi si è concessa totale manleva.
Una domanda impervia, l'ultima a cui si voleva rispondere.
Una domanda impossibile, perché inchioda al muro delle responsabilità e delle colpe, chi credeva di avere ormai superato il declivio, che invece ogni giorno perde dolcezza, e guadagna pendenza, e grava sui muscoli stanchi.
Sconfitti dal tempo, che non è volato abbastanza in fretta, il cerino che acceso ancora si imbriglia nelle mani nodose.
A Reggio Calatrava, a Parma l'Inceneritore.
Pensate se mettessimo dei cartelli turistici lungo l'autostrada, belli evidenti.
Ecco alla vostra sinistra l'inceneritore, ecco nelle immediate vicinanze il meglio del made in Parma.
Che marketing, che pugno nello stomaco per i sostenitori.
Un altro cartello nel finale: “Grazie presidente per il suo regalo”.
La credibilità è perduta per sempre.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 21 ottobre 2011

-47 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+508 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Mancherebbero 198 giorni all'accensione dell'inceneritore. Se si farà.

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

giovedì 20 ottobre 2011

Era un treno in corsa

L'inceneritore di Parma, un romanzo d'avventura. Fin dagli esordi.

L'inceneritore di Parma era un treno in corsa, ed era impossibile opporvisi frontalmente.
Tutto avrebbe travolto nella sua cavalcata vittoriosa verso l'accensione.
Così è sembrato più intelligente ed efficace l'azione di disturbo, il porre piccoli sassolini sulla strada ferrata, arrugginire qualche rotaia per rallentare il suo avanzare poderoso.



Così è stato il lavoro di opposizione che fin qui è stato organizzato contro il progetto del Paip, l'impianto di incenerimento di Ugozzolo, Parma, 4 km da piazza Duomo, 1 km dalla grande azienda della pasta.
Davide non può che sussurrare, nel timore che Golia si accorga troppo presto degli inciampi e stracci le deboli corde in via di allestimento.
Un sussurro appena percettibile, ascoltato da nessuno, una voce sola, nel deserto delle certezze.
Bloccare un treno in corsa è una impresa improbabile e destinata all'insuccesso per definizione, specie quando tutti i controllori sono ligi al dovere e non mancano di controllare ogni biglietto.
Bloccare un treno in corsa è come l'assalto alla diligenza nel lontano West.
Il mezzo brucia i chilometri, i cavalli si affiancano ed uno alla volta salgono sui tetti dei vagoni.
Un appostamento nel buio, eseguito di notte, nessuno se ne deve accorgere.
E' il momento della conoscenza, unica strada possibile per scovare i lati deboli della locomotiva.
Analisi paziente di ogni carrozza, meccanismo, numero del progetto.
Come fa a correre così in fretta, chi spinge, cosa si cela sotto l'apparente lucentezza della carlinga.
Impresa non facile.
Gestirla nel totale silenzio, per non scatenare la reazione della bestia fumante.
Ma con la pazienza dei certosini, la variegata formazione degli incursori, i risultati arrivano.
Ogni scoperta, oltre la sorpresa, offre spunti.
Ogni nuovo dato acquisito viene trasformato in una piccola zavorra da gettare a terra, ben legata al treno in famelica corsa.
Ogni piccolo, tenue, insignificante appiglio scopre un pezzetto di lucente corazza, mostrando le rughe sotto la liscia, finta epidermide.
Non è la moltiplicazione ma la somma l'operazione aritmetica che consente, lentamente, di ridurre l'impeto alla corsa, togliere la fierezza al conduttore, far notare la ridotta velocità del progetto.
Tanti piccoli sassi, tante piccole zavorre, tante funi gettate fuori bordo che vengono prese e tenute ben ferme.
Si è incrinata la purezza del gesto atletico, il corridore è allo stremo, l'acido lattico brucia nelle vene.
Ora che una briglia è stata sciolta, rimane all'orizzonte una data oscura, il 7 dicembre, che farà luce sul groviglio.
Si spera.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 20 ottobre 2011

-48 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+507 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

mercoledì 19 ottobre 2011

Inceneritore di Modugno, chiesto giudizio per tecnici e dirigenti

Il gup del Tribunale di Bari Susanna De Felice ha aperto l'udienza preliminare a carico di quattro persone legate alla vicenda dell'inceneritore di Modugno, sequestrato il 22 settembre del 2008 per non aver rispettato una serie di vincoli.
Il pm della Procura, Francesco Bretone, ha chiesto il rinvio a giudizio del progettista e del direttore dei lavori Carmine Carella e Nicola Trentadue, di Antonio Albanese, legale rappresentante di Eco Energia e dell'ex dirigente della regione Puglia, Luca Limongelli.



L'inceneritore, appartenente al gruppo Marcegaglia, secondo i progetti doveva produrre energia bruciando Cdr, combustibile da rifiuti.
I dirigenti di azienda Carella, Trentadue ed Albanese sono accusati di aver iniziato i lavori dell'inceneritore senza le autorizzazioni previste, il parere vincolante dell'Autorità di Bacino, essendo l'area sottoposta a vincolo idrogeologico, e senza il nulla osta dell'Enac per la poca distanza dall'aeroporto e per aver violato il vincolo paesaggistico e archeologico.
L'ex dirigente della regione Limongelli invece, è accusato di falso ideologico e abuso d'ufficio, per aver rilasciato parere favorevole di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell'impianto, definendo erroneamente le ceneri prodotte dalla centrale come rifiuto non pericoloso. Si sono costituite parti civili la Regione Puglia, i comuni di Bari e Modugno e il Comitato Pro Ambiente di Modugno.
Il 17 novembre prossimo ci sarà la seconda puntata dell'udienza preliminare.
La penisola è un continuo fiorire di processi contro gli inceneritori.
Che ancora debbano nascere, che abbiano già provocato danni, di vecchia o nuova generazione, pare non ci sia alcuna differenza.
Alle soglie del 2012 appare sempre più indifendibile la scelta di incenerire i rifiuti quando ci sono soluzioni alternative efficaci che si stanno facendo strada anche in Italia, come quella di predisporre una raccolta differenziata spinta porta a porta, per puntare al riciclo totale dei materiali.
Un mondo, quello del riciclo, che porta con sé anche maggiore occupazione che, visti i tempi di crisi, dovrebbe far riflettere a lungo i decisori politici sulle opportunità dei due scenari.
Un mondo, quello degli inceneritori, che porta ricchezza a pochissimi, e tanti danni alle comunità.
Un mondo già oggi al crepuscolo.
Ci sono tanti segnali, come quello di Benevento, 62 mila abitanti, che ha intenzione di aderire alla strategia Rifiuti Zero, allungando la lista dei 56 comuni che già oggi fanno strada, assieme a 2 milioni di abitanti, verso un futuro sostenibile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 ottobre 2011

-49 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+506 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

martedì 18 ottobre 2011

Una soluzione al forno è possibile

C'è preoccupazione in quel di Pedrignano.
La si tocca con mano, osservando le ultime uscite sulla stampa.
La preoccupazione, che è di tutti noi, un territorio intero che si mantiene in stand-by, è rivolta ad un cantiere, in quel di Ugozzolo.
Un inceneritore da 130 mila tonnellate di rifiuti bruciati all'anno, 8 mila ore di funzionamento 24 ore al giorno, 144 mila metri cubi di emissioni orarie di aria che definirla sporchetta è un complimento.



Un inceneritore che distribuirà sul territorio le sue emissioni, secondo un preciso modello matematico, certamente peggiorando la qualità dell'aria e dei suoli, in un'area considerata già oggi, senza impianto, la quarta più inquinata al mondo.
Un rebus, perché il cantiere è già in stato avanzato e le spese sono già state in parte sostenute.
Ma vale la pena mettere a rischio la salute di cittadini e di un intero comparto economico per una questione di soldi?
Difficile risposta.
Ci vorrebbe la terza via, quella che come dice un motto, salvasse capra e cavoli.
Una terza via che esiste, oggi, pronta, attivabile.
La terza via ha un nome ed un cognome, Van Gansewinkel.
Si tratta di un colosso europeo dei rifiuti che dal 2007 ha deciso di modificare il core business aziendale per spostare l'attenzione dallo smaltimento (in inceneritori) al recupero di materia (attraverso trattamenti meccanici a freddo).
Ma la questione centrale oggi, quella che ci sta più a cuore, è che VGW abbia proposto al comune di Parma ed a Iren una soluzione praticabile, per uscire dall'impasse.



Una soluzione nero su bianco, un invito formale in Olanda a tradurre in pratica il piano di dismissione del Paip e la trasformazione dello stesso in area di recupero e riciclo dei materiali, includendo nel progetto anche la patata bollente del cantiere, con la soluzione di vendere su altri mercati i “pezzi” del Paip già acquistati e montati.
La multiutility olandese, che opera in diversi Paesi europei, è giunta a questa proposta dopo aver incontrato a Parma Iren e Comune ed aver visitato i centri di riciclo già attivi sul nostro territorio.
Una proposta quindi soppesata, meditata, studiata nei particolari.
Una soluzione che non porterebbe danno a nessuno e vantaggio a tanti o, meglio, a tutti.
Una soluzione che ha ora bisogno di verifica sul posto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 ottobre 2011

-50 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+505 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Le certezze fuori tempo di Signorelli

Colpiscono le dichiarazioni del professor Carlo Signorelli pubblicate il 14 ottobre dall'Ansa, e riportate l'indomani anche dal giornale on-line Parma Today.
Affermazioni contrarie a quelle fatte dai medici a Parma in Auditorium Paganini il 22 settembre 2010 e durante la seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Sanità del marzo scorso in Comune, nella quale tecnici e medici hanno denunciato l'assoluta mancanza di trasparenza nell'affaire inceneritori, l'abnorme produzione di particolato secondario, mai menzionato e con grave sottostima delle emissioni, sarcomi, linfomi, patologie respiratorie, cardio-circolatorie, parti pre-termine e addirittura danni a livello dei gameti, con minaccia per la salute delle generazioni a venire.



Neppure gli esperti chiamati a difendere la causa dei termovalorizzatori hanno potuto negare che inquinanti cancerogeni escono dai camini.
Signorelli afferma che “non ci sono risultati definitivi sugli effetti sanitari degli inceneritori" Ricordiamo allora gli studi di Coriano quello di Pietro Comba, Lucia Fazzo e Fabrizio Bianchi e quello condotto da La Veille Sanitarie in Francia che affermano esattamente il contrario. Come pure quello del professor Elliott in Inghilterra, che mette in evidenza un declino di patologie statisticamente significativo man mano che ci si allontana dagli inceneritor. Oppure quello condotto in Giappone che ha evidenziato una relazione statisticamente significativa tra vicinanza delle scuole agli impianti di incenerimento e sintomi nei bambini tra i 6 e 12 anni quali: difficoltà di respiro, mal di testa, disturbi di stomaco e stanchezza.
Certamente il professore si sarà riferito agli impianti di ultimissima generazione, ma ricordiamo che a tutt’oggi non vi sono studi definitivi sugli impianti costruiti recentemente, semplicemente perché essi saranno disponibili tra parecchi anni.
Gli studi epidemiologici necessitano di molto tempo per poter esprimere valutazioni profonde. Altrimenti si rischia di incorrere in affermazioni qualunquiste. Perfino i "guru" dell'Istituto Superiore di Sanità, accorsi a Parma per la seduta comunale di marzo, convennero con il dottor Ernesto Burgio, pediatra e coordinatore del comitato scientifico Isde. Il fatto che non vi siano oggi studi epidemiologici, perché li avremo tra 15 o 20 anni, non significa che i nuovi inceneritori siano innocui per la salute! (una leggerezza imperdonabile)
Ricordiamo che gli inceneritori sono per legge catalogati come industrie insalubri di classe prima (art.216 RD 1265/34 DM 5.9/1994) e che non si possono costruire in zone caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti (D.lgs 228 del 18/05/2001).
Affermando, poi, che “una gestione razionale dei rifiuti non può prescindere da ben monitorati termovalorizzatori”, si rischia di fare altrettanta confusione.
Al di là del fatto che un impianto innocuo non dovrebbe aver bisogno di essere ben monitorato, proprio una settimana fa, al cinema Astra, nell'ambito dell' evento San Francesco con San Francisco, l'assessore di Ponte nelle Alpi Ezio Orzes ha magistralmente dimostrato come sia possibile (oltre che doveroso) prescindere da inceneritori nel 2011, se vogliamo consegnare alle future generazioni un pianeta vivente e desiderabile. Il tutto riducendo la produzione di rifiuti indifferenziati da 400 kg pro capite a circa 30 kg anno, dimezzando costi, generando entrate di denaro, raddoppiando posti di lavoro e recuperando il 95% della materia della comunità.
Quello che resta non ha potere calorifico ed è ipocrita continuare a parlare di termovalorizzazione. Quello che resta viene risolto da industriali competenti che hanno iniziato a progettare eliminando il concetto di rifiuto a monte della produzione, come ci ha insegnato il professor Michael Braungart il 10 gennaio in Auditorium Paganini durante l'evento Cradle to Cradle.
Carlo Signorelli curò la relazione sugli impatti sanitari che provocherà l'inceneritore di Parma.
E' davvero strano come nell'agosto 2007 sia giunto a conclusioni favorevoli (spianando in questo modo la strada all'impianto di Ugozzolo) quando il mese successivo, nel settembre 2007, la Federazione degli Ordini dei Medici Emilia Romagna chiese la Moratoria contro la costruzione di nuovi inceneritori.
Non è strano che un medico prenda una iniziativa contraria a quella della Federazione di appartenenza?
Infine, ricordiamo che il professor Signorelli ha redatto uno dei documenti allegati alla Via dell'inceneritore di Parma per conto (supponiamo non gratuitamente) dell'allora proponente Enia (oggi Iren) con confronti del tutto impropri con la normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 ottobre 2011

-50 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+505 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

domenica 16 ottobre 2011

Ammalata di tumore a causa dell'inceneritore

Il processo all'inceneritore di Pietrasanta (Lucca), uno di quegli impianti di ultima generazione, che alcuni considerano sicuri, si è aperto con una testimonianza shock.
Una donna malata terminale di tumore si è costituita parte civile nel dibattimento penale a carico del direttore di Tev, gestore dell'impianto, e di un dipendente, colpevoli per l'accusa di aver avvelenato l'acqua di due torrenti che scorrono a fianco dell'impianto e di aver taroccato e nascosto i dati emissivi.



L'avvocato di A.H., Fabrizio Miracolo, porterà a testimonianza una consulenza scientifica del professor Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.
L'analisi riguarderà i tessuti della malata e metterà in evidenza che il tumore contratto è stato proprio causato dall'impianto di Falascaia, al centro dello scandalo che ha scosso la Versilia.
A Viareggio sono giorni di grande tensione, mentre è sotto accusa la società che aveva in gestione l'impianto di incenerimento sequestrato lo scorso anno dai carabinieri.
Un impianto che vantava certificati ambientali sopraffini, garanzie apparentemente assolute di apporto nullo di inquinanti nell'ambiente, ma che si è rivelato come potente distruttore di salute e di benessere.
I due torrenti a fianco dell'inceneritore sono stati avvelenati dalle emissioni dell'impianto, acque che venivano utilizzate per annaffiare i molti orti e giardini che costeggiano i due torrentelli, acque che sfociano 3 km a valle sulla spiaggia di Pietrasanta, tra i piedi dei bagnanti, che a decine di migliaia ogni anni frequentano i lidi assolati della Versilia.
Erano le acque utilizzate per raffreddare le ceneri di risulta del processo di incenerimento, probabilmente immesse nei torrenti tal quali, e quindi contenenti quantità di diossine e metalli pesanti ingenti e pericolose.
Ora il primo riscontro sulla salute.
Una biopsia che getta macabre ombre anche sullo stato attuale della qualità ambientale della zona in cui ha operato per anni l'inceneritore targato Veolia.
75 pagine fitte di dati. Dalla perizia emerge una presenza insolitamente elevata di particelle di dimensioni al di sotto del micron. Una piccola frazione del particolato ha origine endogena ed è tipico delle patologie oncologiche. Dimensioni, forma e varietà dei 25 elementi chimici presenti fanno propendere per un’origine precisa, quella dell'inceneritore di rifiuti. In quegli impianti infatti la combustione porta al formarsi di particolato ultrafine che sfugge ai sistemi di cattura e viene immesso nell’atmosfera. Restando sospeso per lungo tempo può raggiungere l’albero respiratorio fino agli alveoli e ai polmoni, provocando forme infiammatorie cancerose.
Al presidente del tribunale è stato chiesto un accertamento tecnico preventivo per valutare lo stato attuale dei terreni e dell'atmosfera della Versilia.
Noi a Parma un inceneritore lo stiamo costruendo.
C'è infatti chi ancora afferma oggi che gli inceneritori siano necessari, quando già 57 comuni italiani hanno deliberato la strategia rifiuti zero e per il 2020 si apprestano ad arrivare a zero sprechi e un riciclo totale degli scarti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 ottobre 2011

-52 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+503 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Dove c'è Barilla: il minisito con la foto panoramica dell'area intorno all'inceneritore
http://tinyurl.com/inceneritore-barilla

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Speranza e dannazione

La chiesa italiana tra green washing e coraggio dell'azione

La moda di fingersi verdi ha contagiato anche madre chiesa.
La diocesi si è cimentata per rispondere ad un nostro articolo sui terreni di Ugozzolo, dove cresce il mostro inceneritore.
“Caro Enrico ti scrivo”
http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=790
La parte più cospicua dell'area del Paip (20 ettari su 44) apparteneva all'Ordine Costantiniano di San Giorgio, dove il vescovo siede nel consiglio generale.



E' stato venduto tutto quanto a Iren (tra l'altro socio fondatore del Centro Etica Ambientale della Diocesi), se non fosse stato per la loro solerzia, saremmo ancora al palo e senza terre dove costruire.
Nel comunicato il vescovo ha rinnovato la fiducia in don Pietro Ferri, colto, apprezzato, competente, generoso: la stessa persona che ha telefonato sul posto di lavoro ad un membro del Gcr, riempiendogli l'orecchio, per venti minuti buoni, di espressioni irripetibili, in modo effettivamente molto generoso.
Ma la diocesi ha intenzione o meno di parlare di ambiente? Non si capisce.
Afferma di avere un interesse alto per l'ambiente e per il creato, ma forse non sufficientemente in quota da toccare il camino.
Intanto il buon monsignor Pietro, con un fratello ai piani alti di Iren, ha affermato che se il forno è garantito tutto va bene e possiamo porgere l'anima in pace, senza specificare chi ha firmato la garanzia.
Il popolo che segue la chiesa è perplesso.
Gli argomenti su cui si può discutere sono inseriti in una lista rigida.
Di ambiente si può parlare solo fino a un certo punto, oltre c'è Belzebù.
Ci si domanda se anche in piazza Duomo si tenga più ai buoni rapporti di vicinato con chi di dovere che alla verità nuda, cruda, scomoda, che purtroppo non è facile da affrontare a muso duro, specie quando ci si scortica un po' il naso.
Eppure, eppure, non tutta la chiesa finge di non vedere.
Ci sono i missionari, che nel mondo portano testimonianze forti, abnegazione, sacrificio.
Alla Comunità Betania, la scorsa estate, è passato padre Alex Zanotelli, una bandiera dell'essere missionari e testimoni sul campo. Una grande persona.
Zanotelli non si è sottratto al confronto.
Al nostro appello a fermare l'inceneritore ha risposto con generosità: “La politica degli ultimi venti anni non ha cambiato l'approccio ai rifiuti. A Napoli dieci commissari straordinari hanno emesso una sola identica ricetta, decisioni gravissime: inceneritori e mega discariche. Il profitto è alla base delle scelte di gestione: bruciare fa guadagnare. I potentati economici ci guadagnano. E' il profitto il movente”.
A Napoli per fortuna hanno svoltato.
Per Parma padre Alex ha parole di forte sostegno e di speranza: “Avete fatto bene ad interpellare il vescovo. Gestire i rifiuti è un problema etico e morale, incenerendo e mettendo in discarica stiamo ammazzando gente. Come Chiesa non possiamo far i duri solo per eutanasia e aborto. Bruciare è un'altra maniera per uccidere le persone. Dobbiamo batterci”.
Motivi di speranza.
Noi ci batteremo Alex, lo stiamo già facendo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 ottobre 2011

-52 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+503 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Dove c'è Barilla: il minisito con la foto panoramica dell'area intorno all'inceneritore
http://tinyurl.com/inceneritore-barilla

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.