sabato 22 dicembre 2012

Gestione corretta... Ospedale Vecchio


Lo striscione sventolava in via D'Azeglio, al passaggio della fiaccolata di Santa Lucia.
Un omaggio, un appello, un gesto di sostegno e di reciproca intesa.
Non sono pochi i contatti e le relazioni che Gcr in questi anni di strenua lotta all'inceneritore ha intessuto sul territorio.
Sono stati anche anni di scontro, di divisione, di emersione delle incoerenze.
La corretta gestione dei beni comuni non lascia spazio a interpretazioni.
Non ci sono ideologismi che possano assolvere dagli scempi, dallo sperpero, dal profitto di pochi per la dannazione di tanti.
Così nel nostro territorio.
Abbiamo assistito ad una interminabile stagione di insensibilità, assenze, colpevolezze.



Associazioni rimaste al palo in tante occasioni, una fra tutte la questione del forno inceneritore.
Quanti silenzi, come quello della Chiesa, pronta a entrare a spallate su temi come il matrimonio o gli orientamenti sessuali, ma attenta a non infastidire il manovratore, anzi, a farselo amico come ad esempio per il Paip di Ugozzolo (questione da tecnici non da fedeli).
C'è di più, perché la Chiesa dice di non volersi occupare di certi temi per poi fare esattamente il contrario, vedi il caso del centro etica ambientale, che salvaguarda il creato con Iren.
Dicevamo tanti legami, forti e rispettosi, fermi e convinti.
Con i ragazzi della Casa Cantoniera, con Rete Ambiente, con il comitato Rubbiano per la vita, con Cave all'amianto non grazie, con i comitati per la difesa dalle ruspe in centro, con Ada, con Ape onlus, con Isde.
Con gli attivisti italiani che si muovono verso la prospettiva rifiuti zero e riciclo totale, che hanno promosso sabato scorso a Roma la riforma della legge nazionale sui rifiuti.
Con un punto fermo sempre ribadito.
La totale distanza dai partiti, dalle bandiere di parte, pronti ad appoggiare chi l'inceneritore lo rinnega e lo respinge.
I grigi meglio lasciarli da parte.
Che senso ha trattenere sul ring pugili che fingono di battersi, mentre sussurrano proposte agli avversari? Pugni di velluto, guanti di velluto, anime di gommapiuma, buone a prendere la forma richiesta ad ogni spirar di vento. 
Inadatti a battersi con fierezza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 dicembre 2012

Sono passati
120
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
936
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
230
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
215
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore

venerdì 21 dicembre 2012

L'autismo dei bambini provocato dall'inquinamento


L’inquinamento è stato associato ad un aumento del rischio di autismo nei bambini presenti nel grembo materno o di età non superiore ad un anno.
Secondo un recente studio, queste creature indifese, se esposte all’inquinamento atmosferico, hanno una probabilità di due o tre volte superiore di sviluppare l’autismo.
I ricercatori della Keck School of Medicine della USC hanno confrontato 279 bambini affetti da autismo con 245 bambini sani. Per stimare il loro grado di esposizione all’inquinamento, hanno verificato la qualità dell’aria della zona di residenza delle loro madri.


In particolare, hanno controllato i livelli di biossido di azoto (prodotto da autoveicoli, centrali elettriche e alcune attrezzature) e di particolato (acidi, prodotti chimici organici, metalli e particelle di suolo e di polvere). Secondo i ricercatori, un bambino statunitense su 88 ha sviluppato o svilupperà l’autismo e ciò dimostra che si è verificato un aumento del 23% rispetto al 2009 e del 78% rispetto al 2007.

Qualche anno fa, gli scienziati e le autorità federali avevano sostenuto che la maggior parte dei casi di autismo erano causati da fattori genetici e non ambientali. Questo nuovo studio, però, dimostra che, mentre alcuni bambini possono essere geneticamente più predisposti a sviluppare l’autismo rispetto ad altri, i fattori ambientali sono comunque tra le principali cause scatenanti di questa patologia.
I feti ed i neonati risultano molto più sensibili alle tossine ambientali e l’esposizione ad alcune sostanze può danneggiare il loro cervello in via di sviluppo. Secondo molti ricercatori, l’inquinamento, i pesticidi, i metalli pesanti ed i vaccini hanno contribuito notevolmente ad aumentare i casi di autismo nel corso degli ultimi 70 anni.

http://www.dietainformaebenessere.com/esiste-un-legame-tra-inquinamento-e-autismo/


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 dicembre 2012

Sono passati
119
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
935
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
229
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
214
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore

giovedì 20 dicembre 2012

Perché un digiuno contro l'inceneritore


Mentre a Parma, si banchetta...

Nel dicembre 2006 la catena del digiuno contro l'inceneritore di Trento raggiunse i mille giorni di adesione.
L'associazione Nymby trentino, impegnata nella battaglia con Adriano Rizzoli e Simonetta Gabrielli, inviava regolarmente alle istituzioni informazioni circa la lista degli aderenti, persone dalle categorie più disparate della comunità, dagli insegnanti, alle massaie, ai religiosi.
Partecipò alla catena anche padre Alex Zanotelli, molto vicino alla lotta in atto nella sua terra di origine.
Al convento dei frati cappuccini di Trento spiccava la figura di padre Fabrizio Forti, che così motivava la sua scelta: “Il digiuno, anzitutto, è una comprensione di errori che commettiamo, è far partecipare la nostra fisicità ai discorsi più profondi, una forma particolare di presenza all'interno della polis, una forma di politica. Questo diventa: toccare il cuore di chi detiene responsabilità, potere, di chi detiene la signoria del Creato e purtroppo anche delle persone. Tutti concordiamo con quel poveraccio di Assisi: Laudato sii o mi Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Sostentamento dall'aria, dal vento, dalle nuvole. Pensiamo alla nostra aria, alle nostre nuvole di oggi. Mah!
Questo fa pensare, ma noi non ci pensiamo più”.
Se il vescovo e la diocesi di Parma si fossero espressi in questi anni sulla stessa lunghezza d'onda, con la stessa profondità d'animo, invece che prodigarsi nell'invitare i vertici di Iren all'interno del Centro etica ambientale, oggi probabilmente non ci troveremmo tra capo e collo una industria insalubre che reca danno alla salute, quella del creato e delle sue creature.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 dicembre 2012

mercoledì 19 dicembre 2012

La Chiesa di Parma e l'inceneritore


Dalla parte della gente o dalla parte del potere?

L'appello al vescovo di Parma è netto: prenda posizione contro l'inceneritore.
I medici che operano secondo codice deontologico, non con "animus politicus", mostrano e denunciano da tempo che accanto a questi impianti ci si ammala severamente e si muore.
Per questo i medici hanno chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori.
Sono centinaia le sostanze che passano dalla madre al feto durante la gestazione.
Stiamo trovando nel latte materno delle donne che vivono accanto agli inceneritori tassi di diossina elevatissimi.

Moniter, lo studio epidemiologico finanziato dalla Regione Emilia Romagna, ha evidenziato molte criticità tra le quali “l'associazione coerente e statisticamente significativa tra livelli di esposizione ad emissione di inceneritore e nascite pre-termine".
Come possiamo salvaguardare il creato e le creature con una industria insalubre che avvelena terra, acqua e aria, che offende la salute della gente e le risorse delle future generazioni?
Il vescovo di Acerra si è rifiutato di benedire l'inceneritore locale quando è stato inaugurato in pompa magna dall'allora presidente del Consiglio.
Queste furono le sue parole riprese dai media: “Mi hanno chiesto di benedirlo questo inceneritore, ma non me la sento, la mia scelta è frutto di una decisione presa in accordo con l’intero consiglio episcopale, col quale mi sono confrontato. Non posso condividere qualcosa contro cui ho lottato anche io”.
Monsignor Rinaldi è stato sempre accanto alla popolazione che protestava contro la costruzione dell’inceneritore, in un territorio già pesantemente inquinato. Solidale con il vescovo anche l’intero consiglio pastorale della diocesi di Acerra, che diffuse in quei giorni un forte comunicato: “Netta azione di contrasto al Piano di smaltimento dei rifiuti voluto dalle amministrazioni regionali di tutte le tendenze politiche... impostazione sommaria e grossolana del problema rifiuti che comporta, non solo per Acerra, un grave rischio ambientale, uno snaturamento della vocazione agricola del territorio, oltre che una caduta di civiltà. Dal punto di vista del metodo il progetto dell’inceneritore è stato calato dall’alto, senza alcun confronto con la popolazione".
Mai una volta il vescovo di Parma Solmi si è espresso in questi termini.
Mai una volta il vescovo di Parma Solmi ha partecipato a una fiaccolata con le famiglie.
Mai una volta il vescovo Solmi è venuto al Paganini ad ascoltare medici e chimici che denunciano la gravità del problema.
Il vescovo di Acerra ha invitato nel suo Centro di etica ambientale i medici ISDE, proprio quei medici che Gcr ha portato in Consiglio comunale e al Paganini: la voce della scienza libera.
La diocesi di Parma ha fatto sedere con titoli d'onore nel Centro di etica ambientale i vertici di Iren.
Dalle carte dell'inchiesta della procura stanno emergendo reati gravi nella vicenda inceneritore.
Sarebbe ora che il vescovo si mettesse a fianco della gente di Parma.
La storia è colma di lezioni apprese in ritardo su pericoli conosciuti in anticipo.
Non possiamo accettare che tra venti, trent'anni anni un Papa venga a chiedere scusa per le omissioni degli uomini del nostro tempo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 dicembre 2012

martedì 18 dicembre 2012

Inceneritore di Parma frutto della corruzione


La Procura ricorre in Cassazione, il Paip è nato fuorilegge

Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia rilancia ancora una volta la sua richiesta di sequestro del cantiere del Paip, depositando il ricorso alla Corte di Cassazione.
L'inceneritore di Parma, dice, è frutto di una operazione corruttiva che ha caratterizzato il progetto fin dal suo nascere, toccando proprio i funzionari che dovevano prendere decisioni fondamentale per l'avvio del cantiere.
Il ragionamento della procura è semplice: se i giudici hanno riconosciuto che la corruzione è stata il leit motiv del processo autorizzativo, addirittura affermando che Iren ha utilizzato cospicue somme di denaro per raggiungere i suoi scopi (l'ok al forno), è tutto il procedimento del polo ambientale di Ugozzolo ad uscirne azzoppato e intriso di illeciti che ne mettono in dubbio la stessa liceità.

In altre parole, se ho utilizzato un sistema illecito per ottenere una autorizzazione, come posso dire che l'autorizzazione è valida a prescindere?
Ancora più semplicemente.
Se per ottenere la patente corrompo il commissario d'esame, come si fa a sostenere che comunque io so guidare? Non andrebbe rifatto l'esame? Non andrebbe bloccato il mio accesso alla vettura fino a quando non posso dimostrare di essere davvero capace di condurre un mezzo senza l'aiuto della bustarella?
Emuanuele Moruzzi è stato il dominus che più di altri ha vissuto tutti gli anni del procedimento in prima persona, fin dal primo approccio del 2006, quando Iren (Enia) bussò alla porta del comune.
Solo grazie a quel primo ok del consiglio comunale la procedura ha potuto prendere avvio e spostarsi sulle altre fasi successive.
Solo grazie al sì del consiglio comunale del marzo 2006 si è aperta la porta principale che ha condotto Iren ad aggiudicarsi il pezzo di carta nel 2008, con la procedura di Via.
Come è stata gestita quella fase?
Hanno scritto il vero i funzionari comunali che avevano redatto la delibera?
Come mai Iren è stata descritta come pubblica in una pagina, per poi diventare privata in quella successiva? Come è stato possibile affermare che Iren aveva il nulla osta di Ato, quando l'agenzia non aveva alcuna competenza autorizzativa per lo smaltimento?
Quali sonni profondi dormivano i consiglieri stessi per dare il loro quasi unanime assenso?
Il progetto di Iren è arrivato alla conferenza dei servizi già cotto e condito.
Indicazione della dimensione del forno, localizzazione della struttura.
A che cosa servirebbe allora la conferenza dei servizi se tutto è stato deciso.
Come mai Iren era presente ad ogni seduta della conferenza dei servizi, perfino in quella che ha deliberato le prescrizioni?
Com'è possibile che il dimensionamento del forno (130 mila tonnellate) sia stato deciso dal proponente (Iren) andando a cozzare contro lo strumento di pianificazione del PPGR (che prevedeva 65 mila) e che nessuno in conferenza abbia sollevato alcunchè?
Com'è possibile che la scelta localizzativa sia stata affidata direttamente al proponente senza che gli enti preposti abbiamo mosso alcune osservazione al riguardo. Era tutto già deciso?
A che servono le conferenze dei servizi se non a valutare e MODIFICARE i progetti dei proponenti?
Chissà che la Cassazione non aiuti Parma a scoprire la verità.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 dicembre 2012

lunedì 17 dicembre 2012

Shock Brescia, vietato vivere


Il foglietto ha il colore giallo dell'allarme, ma i loghi non sono di una associazione di esagitati ambientalisti, ma quelli del Comune di Brescia, dell'Asl, di Arpa.
Il contenuto un dramma nei termini.
E' come se si fosse firmata la resa di fronte all'avanzare dei veleni e si cerchi di evitare il peggio.
Brescia è malata.

E lo confessano le autorità, con un atto di accettazione, quasi di resa, lo dicono ufficialmente loro che sono stati sconfitti, sbattuti nella polvere, avvelenati.
“Il suolo è inquinato, come ci comportiamo?”
Si parte dal porsi questo quesito per elencare i divieti conseguenti, che vietano in pratica di vivere.
Pcb, furani, diossine sono le sostanze abbondantemente rilevate nei terreni.
Il Sindaco, informato dall'Asl, ha dovuto emanare una ordinanza specifica.
Una sfilata di divieti.
“Divieto di asportazione dei terreni”.
“Divieto di aratura, dissodamento, e di ogni altra operazione che comporti il contatto con il terreno e l'inalazione di polveri”.
“Divieto di falciatura dell'erba per la fienagione”.
“Divieto di coltivazione di cereali e vegetali in genere”.
“Divieto di pascolo di animali”.
“Divieto di allevamento all'aperto di animali (polli, conigli, …).
“Divieto di allevamento anche in stalla di animali se alimentati con vegetali prodotti della zona”.
“Divieto di utilizzo dell'acqua fluente o delle rogge”.
“Divieto di curagione dell'alveo dei fossati”.
“Divieto di pesca nelle rogge”.
Ci sembra surreale, quasi un film post nucleare, Seveso, Fukushima.
Cosa sta succedendo a Brescia?
Non è finita.

Ci sono anche indicazioni sui comportamenti da evitare.
In pratica nessuna attività all'aperto è consigliabile, nessun contatto con erba, terreno, polveri.
L'opuscolo invita a lavarsi regolarmente le mani, a lavare regolarmente i giocattoli, a togliere le scarpe prima di entrare in casa, pulire cani e gatti in continuazione, usare guanti anche per il giardinaggio, metter sfalci e potature nell'indifferenziato, pulire “a umido” la casa.
E' un bollettino di guerra.
Ha il sapore della tragedia.
Forse sarebbe il caso di evacuare.
A Brescia c'è il più grande inceneritore d'Europa...

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 dicembre 2012

domenica 16 dicembre 2012

Sorella acqua reggiana


La giornata nazionale dedicata all'acqua pubblica

La giornata nazionale dell’acqua pubblica si è svolta sabato a Reggio Emilia, con la partecipazione degli amministratori locali reggiani. Nel pomeriggio la manifestazione per ribadire il rispetto del voto referendario.
Lo stato dell’arte a Reggio e provincia sulla gestione del servizio idrico.
Il contratto per la gestione dell’acqua con Iren è scaduto nel 2011, in deroga però fino ad oggi. Entro il 2012 Reggio e provincia devono decidere a chi assegnare la gestione.

Le strade delineate sono la concessioni a gara, quindi esternalizzazione del servizio, oppure la gestione in-house, cioè “in casa” e affidamento diretto a società 100% pubblica.
Per quale soluzione si sia espresso il comitato è inutile dirlo e i giorni a venire saranno cruciali in tal senso e il prossimo il consiglio comunale discuterà una mozione popolare su questo argomento.
Dopo il voto si terrà la conferenza dei sindaci per la decisione definitiva.
La Provincia non sta a guardare.
In questa sede verrà presentato un atto di indirizzo dell’ente per la decisione che spetta ai sindaci. Con il pungolo del comitato, gli amministratori avevano già colto la sfida: sentito il parere di Lucarelli, che ha lavorato alla ripubblicizzazione dell’acqua a Napoli, hanno studiato i percorsi nei comuni di Gorizia, Verona e Torino per ripensare il modello e il concetto stesso di multiutility.
Molti i contributi giunti dall’universo del movimento per l’acqua.
Dopo l’introduzione del comitato di Reggio sono intervenuti sul palco don Emanuele con la posizione della Chiesa, la responsabile dall’associazione Consumatori di Reggio, l’ex direttore generale di AGAC, azienda consortile pubblica che gestiva l’acqua prima dell’avvento di IREN, il rappresentante confederale della Cgil reggiana, i Rurali Reggiani e GCR di Parma.
Poi i percorsi di altre realtà italiane: Roma, Napoli, Milano, e da ultimo uno sguardo all’Europa con l’intervento della società pubblica che gestisce l’acqua a Grenoble, che ha portato il sostegno nella lotta per la ripubblicizzazione dell’acqua dalla società pubblica di gestione dell’acqua di Parigi.
Dalle buone pratiche italiane ed europee a confronto è scaturita una road map chiara su come procedere: rispettare il voto espresso nel referendum e generare utili.
Servono aziende pubbliche fortemente radicate sul territorio disposte a reinvestire in esso, per il mantenimento e efficientamento della rete idrica.
A Grenoble l’azienda ripubblicizzata 10 anni fa genera utili.
I movimenti dell'acqua vanno inclusi nell’elaborazione del progetto per la ripubblicizzazione, inserendo anche movimentisti e cittadini, lavoratori delle stesse aziende, nei processi decisionali e nei consigli di amministrazione.
Vanno aboliti i gettoni di presenza nei consigli di amministrazione, in modo da disincentivare chi è lì solo per incassare e invece fare posto a chi ha a cuore i beni comuni
Sviluppare un azionariato diffuso comuni in modo da coinvolgere direttamente i cittadini anche dal punto di vista finanziario, evitare speculazioni, garantendo una tariffazione sociale e sottraendo così il servizio idrico alle logiche di mercato.
Per i cittadini di Parma e del parmense notare che il comitato Acqua Pubblica di Roma, di concerto con l’opposizione, ha fatto ricorso al Tar e ha impedito che la giunta Alemanno vendesse il 21% delle quote di Acea (di cui detiene il 51%) alienando il servizio idrico per fare cassa.
A gennaio il comitato Acqua Pubblica di Roma presenterà alla cittadinanza il piano per una gestione corretta dell’acqua pubblica.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 dicembre 2012

La passione civile dei No Termo


Fiaccole di democrazia

I pasionari no termo hanno ieri mandato un ulteriore messaggio.
Nessuna incertezza, nessun passo indietro, nessuna resa.
Il no al camino è anzi corroborato dalle indagini in corso, dalle ipotesi di corruzione che hanno gettato un'ombra pesante sul progetto del forno inceneritore.
Nonostante le grida di giubilo di Iren, la città è scesa ancora una volta per le strade con le sue bandiere che chiedono salute, un ambiente pulito, un futuro rassicurante.
Il serpentone di cittadini ha invaso via d'Azeglio e poi i portici del Grano, un migliaio di persone, tra famiglie, bambini, attivisti.
Foto di Annarita Melegari

L'assessore Folli ha accolto i manifestanti davanti al municipio, ribadendo la ferma intenzione dell'amministrazione di guardare oltre il forno, per gestire nel modo corretto i rifiuti.
Hanno sfilato anche il sindaco Pizzarotti, la vicesindaco Paci, tantissimi consiglieri comunali del Movimenti 5 Stelle, l'avvocato Allegri.
Presenti anche il comitato Rubbiano per la Vita, Slow Food, i Medici per l'Ambiente Isde, Ada, Ape onlus, Legambiente Valtermina, Parma Bene Comune, il comitato no termo di Cremona, Mantova, Reggio Emilia con il loro finto inceneritore fumante, il comitato Cave all'amianto No Grazie, Casa cantoniera autogestita, i gruppi di acquisto solidale La Spiga e Gaspare, Rete Ambiente Parma, i comitati No Triv, l'associazione Bomba di Riso, l'associazione Dolce Acqua di Contile, Acqua Bene Comune, il comitato Ospedale Vecchio, Terraserena.

Tante persone pulite che hanno compreso cosa c'è in gioco a Ugozzolo.
E' un sistema al tramonto, un sistema di interessi enormi, oltre 600 milioni il giro d'affari in Emilia Romagna nel comparto rifiuti, governato da due multiutilies come Iren e Hera, quest'ultima ieri messa sotto inchiesta dall'Antitrust per posizione dominante.
Foto di Annarita Melegari

Una manifestazione gioiosa perché conferma 6 anni di impegno pressante per far emergere i molti aspetti negativi di questo progetto in gestazione a fianco dell'autostrada.
Una dimostrazione di passione civile, di convinzione inattaccabile e ferrea, di democrazia.
Una manifestazione che dopo la conclusione sotto i portici ha vissuto un fuori programma in piazza Duomo, dove è stato recapitato un appello al vescovo di Parma Solmi: tante domande scomode verso la Curia Vescovile che si presenta insieme a Iren e l'ex Andrea Allodi nel Centro di Etica Ambientale, coerenza stridente, che scombussola l'equilibrio tra la salvaguardia del creato e una industria insalubre di classe prima, pericolosa per l'uomo e per il territorio.
Foto di Annarita Melegari

Un appello che forse rimarrà senza risposta, raggiungendo in ogni caso lo scopo di bussare alle porte di chi si trincera nella neutralità, ma poi sceglie con cura i compagni di viaggio.
Santa Lucia, portati via almeno l'ipocrisia.
L'inceneritore, comunque, non si deve fare.
E i fronti possibili sono solo due, a favore o contro il Paip.
Il voto di maggio sembra aver confermato la scelta di Parma di guardare oltre Ugozzolo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 dicembre 2012