sabato 22 gennaio 2011

Un invito per Monsignor Ferri

Monsignor Pietro Ferri è il direttore del Centro Etica Ambientale, un organismo di composizione mista che dovrebbe vegliare sullo stato di salute del nostro ambiente.
I componenti? Diocesi, Comune di Parma, Enia (ora Iren).
Andrea Allodi, ex presidente silurato di Enia, risulta ancora membro del consiglio di amministrazione.



Lo statuto recita che il centro vuole sviluppare la “promozione e diffusione di una cultura ambientale che presupponga una visione etica del rapporto uomo-natura”, “progettare iniziative di salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente", "individuare pratiche che tengano conto di uno sviluppo compatibile con ambiente ed etica”.
Come si possa conciliare questo programma con la costruzione di una industria insalubre di classe I ( la piu' pericolosa ), che per legge non si puo' costruire in zone caratterizzate per qualita' e tipicita' dei prodotti, non e' dato a sapere.
Mercoledì scorso, nel teatrino (semideserto) della scuola don Milani, in occasione di un incontro dedicato all' etica ambientale, Mons. Ferri ha detto ai giornalisti che non è contrario all'inceneritore, a patto che siano dimostrate le dovute garanzie tecniche.



E' evidente che al Mons. mancano informazioni adeguate.
Perfino la relatrice invitata a parlare, al termine dell' incontro, assieme al marito insegnante di biologia alle scuole superiori, si domandava quale etica si possa promuovere nel sostenere un inceneritore, definito dai coniugi, scandalo biologico, sanitario, ambientale ecc.ecc.
Forse il Mons. non sa che la Federazione degli Ordini dei Medici dell' Emilia Romagna ha chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori.
Forse il Mons. non conosce la lunga lista dei problemi e delle tragedie consumate all' ombra dei camini degli inceneritori: Montale, Pietrasanta, Terni, Colleferro... tanto per citarne alcuni.
Certamente il Mons. non può basare le Sue considerazioni sulle informazioni di parte che arriveranno dal fratello (dipendente Iren), e da Andrea Allodi (ex Pres. Enia).
Così lo informiamo che Venerdì prossimo si svolgerà, dalle 17,30 presso la sala consiliare del comune di Parma, la seduta unificata delle commissioni Ambiente e Sanità sul tema dei rischi sanitari degli inceneritori, anche di quelli di ultima generazione.
Non può mancare, se davvero vuole salvaguardare il Creato ( e le Creature ).
Venga ad ascoltare uno dei padri dell'onco-ematologia pediatrica Prof. Giuseppe Masera ( caro amico del Dr. Izzi, recentemente premiato con il Sant' Ilario ) e il Dr. Ernesto Burgio, coordinatore nazionale del comitato scientifico ISDE, l'associazione internazionale dei medici che, in seno all'Oms, si dedica allo studio del rapporto malattie-ambiente.
Papa Ratzinger ha recentemente ricordato che “ abusare del pianeta non è altro che terrorismo".
O salvaguardiamo Creato e Creature, o continuiamo ad abusare di questa pianura già ampiamente offesa e martoriata.
Speriamo che Mons. Ferri, il Vescovo Enrico e la Diocesi, non si sottraggano a un momento di confronto serio all' interno delle istituzioni.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 gennaio 2011
-470 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+236 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Una città che firma

Ogni giorno un punto di raccolta in più, ogni giorno altre persone che si aggiungono alla lunga lista dei cittadini che non vogliono l'inceneritore di Parma.
Avanza senza sosta la petizione popolare per dire no all'impianto Iren di Ugozzolo, e fino a fine marzo sarà possibile aggiungere il proprio nome al lungo elenco che sarà recapitato al sindaco della città.
La raccolta di firme è una occasione anche per dare una mano all'associazione Gcr. Non solo apporre la propria, di firma, ma anche collaborare attivamente, prendendo un modulo e raccogliendo le adesioni presso gli amici, i familiari, i colleghi di lavoro.
Un'occasione importante per fare informazione e cultura ed arrivare a quelle persone che ancora non hanno elementi per dare un proprio giudizio sulla vicenda.



Un argomento impegnativo ma decisivo per il futuro del nostro territorio.
Nessuno si deve sentire avulso dalla discussione, nessuno può chiamarsi fuori dal trattare e valutare questa tematica. Ricordiamoci che un forno inceneritore brucia rifiuti per vent'anni, ricordiamoci che il nostro forno emetterà in atmosfera ogni ora 144 mila metri cubi di aria inquinata da diossina, metalli pesanti, furani ed altri composti gassosi pericolosi per la salute.
L'ultimo studio francese sui residenti attorno agli inceneritori ha dato risultati molto preoccupanti specie sui nuovi nati, che hanno registrato un tasso fuori norma di patologia all'apparto urinario. Non vogliamo finire tra gli studi dei prossimi anni.
Ecco l'elenco aggiornato dei punti firma.
Tabaccheria Anzola - via Benedetta 53, Tabaccheria Diegoli - via Trieste 73, Tabaccheria Bettati - via San Leonardo 129, Tessuti Buratti - borgo Paggeria 8/d, Parrucchiere Pierrot - borgo Parmigianino 8, Tabaccheria presso Stazione Fs - piazzale Dalla Chiesa, Tabaccheria Pini - via Garibaldi 7, Tabaccheria Casoli - via Cavour 22, Tabaccheria Paini - via Bixio 73, Tabaccheria Brenta - piazza Garibaldi 19, Tabaccheria Alfieri -via Garibaldi 42, Tabaccheria Garulli - via XX Settembre 51, Ristorante Il Pianetino - via XX Settembre 51, Panetteria dei Borghi - via XX Settembre 63, Savoy Hotel - via XX Settembre 3, Parrucchieri Armonia - via Colli 5, Farmacia Annunziata - via Gramsci 1, Edicola Perioli - viale Piacenza 30, Centro Eubiotica - via Corcagnano 450/a.
Per diventare punto raccolta basta scrivere a: gestionecorrettarifiuti@gmail.com

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 gennaio 2011
-470 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+236 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 21 gennaio 2011

Diossina nei polli e uova tedeschi

Lo scandalo del mangime per animali alla diossina arriva dalla Germania, Paese che dovremmo copiare per le sue pratiche ambientali, l'Europa virtuosa da seguire.
Le autorità hanno scovato tremila tonnellate di grassi contaminati da diossina, consegnate a venticinque produttori di mangimi, in particolare per polli, e poi distribuite agli allevatori.



L’Unione europea chiede ai tedeschi se carni o uova siano state esportate in altri stati. Da Berlino la rassicurazione che l’emergenza resta circoscritta alla Germania, subito smentita dal fatto che migliaia di uova (pare 150 mila) contaminate sono state esportate a dicembre nei Paesi Bassi.
Le regioni tedesche coinvolte sono ormai tantissimi e un migliaio gli allevamenti chiusi dalle autorità.
La diossina, catalogata come sostanza cancerogena dall’Organizzazione mondiale per la sanità, sarebbe finita nei mangimi a causa della negligenza di un’azienda tedesca, che produce anche grassi per bio-carburanti. Cosa ci facesse con la diossina non è dato a sapersi.
Ora si cerca di correre ai ripari ritirando le uova. Ma quante saranno già state consumate?
“Ci stiamo occupando di questo caso in modo molto serio – ha detto Isle Aigner, ministro dell’Agricoltura e della Tutela dei Consumatori -. I consumatori e gli agricoltori colpiti hanno bisogno urgentemente di informazioni chiare. È importante che il mangime contaminato sia richiamato immediatamente dal mercato, così come tutti i prodotti alimentari sugli scaffali”.
Nelle aziende produttrici di mangime sono iniziati i controlli a tappeto. Tremila tonnellate di grasso per mangimi, contaminato dal cancerogeno riconosciuto tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state già immesse in commercio.
Le uova distribuite sono centinaia di migliaia. All’origine della contaminazione ci sarebbe una società che avrebbe utilizzato per sbaglio una sostanza chimica industriale di solito usata nella produzione della carta.
Migliaia di polli sono già stati abbattuti in Germania.
La diossina è una delle emissioni tipiche degli inceneritori, non si capisce come fosse presente anche nella produzione della carta: forse perché non la mangiamo la carta può essere inquinata?
Il caso tedesco ricorda da vicino i polli alla diossina toscani.
Nei pressi dell'inceneritore di Montale sono stati riscontrati livelli di diossina superiori anche di dieci volte il limite ammesso dalla legge. Era il 2009 e le analisi sulle matrici biologiche erano state effettuate dall'Usl.
Nel 1999 in Belgio migliaia di polli alla diossina furono abbattuti, i titolari dell'azienda produttrice arrestati, due ministri si dimisero. Anche allora il problema era il mangime dato agli animali.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 21 gennaio 2011
-471 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+235 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

mercoledì 19 gennaio 2011

Lettera aperta al Ministero dell'Istruzione

Lettera aperta al Ministero dell'Istruzione

e
all'Assessore alle Politiche Educative del Comune di Parma - Giovanni Bernini
all'assessore all'Ambiente del Comune di Parma – Cristina Sassi
al Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensorio Puccini – Michele Salerno
al Provveditore agli Studi di Parma - Armando Acri
alle Edizioni Atlas

e p.c.
Stampa e Media locali e nazionali

L'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma si batte da anni per proporre alternative non inquinanti all'incenerimento di rifiuti, con particolare riferimento al progetto di inceneritore da 130.000 tonnellate di cui la società Iren ha avviato il cantiere di costruzione a nord di Parma, proprio a fianco della sede principale del pastificio Barilla, a 1 km da un nuovo asilo nido comunale.



Abbiamo organizzato convegni, prodotto documenti, raccolto ricerche scientifiche e coinvolto esperti di valore internazionale. Il tema è quello della riduzione dei rifiuti, della pericolosità delle emissioni degli impianti di incenerimento ed in particolare l'analisi e la proposta delle pratiche e tecnologie corrette da adottare per risolvere il problema della gestione dei rifiuti.
Abbiamo infine proposto un progetto alternativo a Comune e Provincia di Parma, una analisi di fattibilità, elaborata da ingegneri e chimici impiantisti, giudicata da più parti condivisibile.
Scriviamo oggi perché siamo venuti a conoscenza che in un libro di testo di 4a elementare è riportato un racconto che illustra la visita di una scolaresca del nord Italia (presumibilmente di Bergamo o di Brescia) ad un impianto di incenerimento, che riporta diverse informazioni distorte e false sulla tematica sovraesposta.
Il libro in questione (di cui alleghiamo immagine) si intitola Punto.It - Letture e laboratori per fare il punto sulla lingua, di Nora Petrini e Marina Rebecchi, Ed. Atlas. (pagine 122 e 123).
Vi sono nel testo informazioni palesemente false o non corrette tra le quali ne citiamo alcune: "Il fumo viene trattato in elettrofiltri che trattengono la polvere e le sostanze inquinanti". Non è vero. Gli elettrofiltri trattengono solo parte delle emissioni nocive.
"Il fumo viene controllato da computer molto potenti che stabiliscono se è possibile scaricarlo in atmosfera". Non è vero. Un computer non può arrestare l'emissione di fumo una volta che ha rilevato il dato fuori norma. Al limite potrà arrestare l'impianto dopo che ha rilevato l'anomalia. Intanto il fumo è prodotto è già uscito in ambiente.
"In questo modo è possibile impedire la dispersione nell'ambiente di sostanze nocive e salvaguardare quindi la salute dei cittadini". Non è vero, anzi per meglio dire è falso. Negli stessi documenti di Enia (ora Iren) riferiti all'inceneritore in costruzione a Parma, ad esempio, si ammettono emissioni di sostanze nocive quali diossine, furani, metalli pesanti e 3,2 tonnellate in più di PM10 l'anno.
E' notizia di questi giorni che proprio in un quartiere a 3 km dall'inceneritore di Brescia siano state rilevate incidenze fuori norma per alcune malattie, nella fascia di età infantile, tra cui i tumori al fegato nei minori.
E la causa che si adduce è senz'altro quella ambientale.
Riteniamo che questo tipo di informazioni non debbano nel modo più assoluto far parte del programma scolastico delle scuole di Parma, e nemmeno d'Italia, per cui chiediamo:

che non venga trattato nel programma scolastico la parte del libro in cui viene descritta la visita all'inceneritore
che venga data la possibilità all'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di entrare nelle scuole per proporre lezioni di educazione ambientale sul tema rifiuti che rispettino le direttive europee
che la casa editrice ritiri dal commercio l'edizione in oggetto e che future edizioni non contengano le pagine in oggetto o altre similari e che il tema venga trattato rispettando le direttive europee che prevedono riduzione, riuso e riciclo dei materiali di scarto

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 gennaio 2011

-473 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+233 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Il territorio è tutto

Il territorio è un Tutto, plurale ma intero, come un’orchestra che ha il suo respiro e dipana le sue note nel tempo presente.
Il territorio contiene, nascoste, tutte le funzioni che lo rendono interconnesso, complesso, completo, e unico.
L'uomo, un giovane per la storia evolutiva del pianeta, non ha ancora realizzato l'importanza del territorio in cui abita, vive, lavora.
Soggetti come sempre al contingente, sempre in uno stato di emergenza, forse oggi potremmo tentare di fare qualche passo avanti nella consapevolezza.



Quali le priorità, con quali strumenti, ma soprattutto con quale “senso”, far tornare al centro la natura come essa è, intrinsecamente, per dare spazio al territorio con “sincerità”, visto che esso è matrice della vita e della storia.
E difficile pensare che in società complesse come le nostre, impegnate intensamente per affrancarsi dalle leggi di natura, si riesca a fare il percorso inverso per tornare a dire che il valore del territorio è centrale e viene prima ad esempio del prodotto, suo frutto e figlio, non più in alto, come ora, nella graduatoria dell'importanza.
Noi siamo nel territorio, abbiamo reciproche relazioni, ci ritroviamo spesso in icone come musica e cibo, identità riconosciute anche altrove, che codificano la nostra terra, rendendola unica e distinguibile.
Nel 1991 veniva presentata una proposta di sistema territoriale integrato denominato Dac (Denominazione Ambiente Controllato), che si sarebbe potuta applicare a tutti i sistemi e piani provinciali, a cominciare da quello dei rifiuti, per arrivare poi al coinvolgimento di tutte le categorie produttive ed istituzionali verso una unica certificazione territoriale provinciale, che fosse a garanzia di tutti i prodotti e i servizi, avente nel metodo partecipativo l'azionariato diffuso, sia nella multiservice, sia in una banca del territorio di credito cooperativo.
Era una proposta avanzata e anticipatoria che è stata ridotta alla Dop e Igp.
Si è preferito trasferire in Comunità Europea questi temi e dirottare la certificazione sui prodotti tipici, che altro non sono che che pura immagine.
Del territorio infatti rimane solo un atteggiamento difensivo per non lasciarsi sfuggire i vantaggi di essere riconosciuti diversi dagli altri. Ma poco efficace, visti i fatti avvenuti sulle frodi internazionali a causa delle limitazioni di prodotto, e aperto alle interpretazioni, che consentono ad esempio l'utilizzo di materie prime provenienti anche dall'estero.
Occorre riprendere le fila, focalizzarsi sugli interessi di una intera collettività e non solo di alcuni componenti.
Cos'è infatti oggi la scelta di un inceneritore, prossimale ad uno dei simboli storici di qualità industriale alimentare quale Barilla, se non la testimonianza di una sconfitta, di un divario tra prodotto e territorio, di una scelta di guadagno per pochi a discapito della maggioranza.
O l’immagine o la sostanza.
La storia dei rifiuti arriva da molto lontano. I primi comitati di opposizione sono della alla fine degli anni ’80, quando si prevedevano le discariche 2B (rifiuti Speciali & Tossici-Nocivi ex legge n°915) in pieno agroalimentare parmense, con la società di allora, la Nitir.
La proposta Dac fu la risposta, dopo la protesta.
Oggi si nega ancora l'evidente vantaggio collettivo delle raccolte differenziate spinte, riproponendo in mentite spoglie gli inceneritori, cambiando il nome in termovalorizzatori, ma rimanendo un tema vecchio, ormai fuori dal tempo.
E dalla storia.
Vedremo le conseguenze, ne raccoglieremo i frutti.
E il plurale non è un caso, questa dimensione ci tocca tutti, come la responsabilità di queste scelte.

Lino Barbieri

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 gennaio 2011
-473 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+233 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 18 gennaio 2011

Lettera aperta all'assessore Lusenti

Assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti
presso Regione Emilia Romagna
sanita@regione.emilia-romagna.it

p.c. Sindaco di Parma Pietro Vignali
p.c. Delegato del Sindaco alla Sanità, Politiche per la Salute, Rapporti con le Aziende sanitarie del Comune di Parma Fabrizio Pallini

e
p.c. Stampa

Gentile Assessore Lusenti,
lei sarà a conoscenza della situazione di Parma, pur non essendo di questa città. A Ugozzolo, un quartiere posto a 3 km da piazza Duomo, stanno costruendo un enorme inceneritore di rifiuti urbani e speciali, capiente il doppio della necessità di trattamento dei rifiuti urbani che produce il nostro territorio.



Lei ha tre figli, è laureato in Medicina, sa di che cosa stiamo parlando.
E' assessore alla sanità della nostra regione e si deve occupare della qualità della vita dei suoi amministrati.
Da urologo sarà a conoscenza dello studio francese che ha rilevato danni all'apparato genitale per i nati nei pressi degli inceneritori.
Lei è attento alle dinamiche comportamentali, per cercare, per quanto possibile, di prevenire prima di curare.
A Parma il prossimo marzo il seminario che tratterà l'argomento alimentazione e attività motoria. I nostri giovani devono scegliere cosa mangiare, e praticare attività sportiva per mantenere attivo e reattivo il proprio organismo. Siamo con lei, ma ci domandiamo.
Quale ambiente offriamo ai nostri giovani, dove li mandiamo a respirare?
Accanto agli inceneritori?
Quali alimenti offriamo loro?
Quale difesa nei territori portiamo avanti, per mantenerne alto il nome legato a marchi mondiali come Barilla, Greci, Mutti, prodotti di eccellenza come il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Culatello di Zibello, il Salame di Felino?
Sono sinonimi di sanità anche questi, di prodotti puliti, che fanno bene.
Come investiamo le risorse regionali per salvaguardare la salute degli alimenti, che si traduce in salute per i cittadini?
Che qualità intrinseca possono avere alimenti nati e cresciuti in un ambiente malato, malsano, ricco di sostanze pericolose?
Allarghiamo l'attenzione della sanità ai fattori ambientali, partendo da quelli che sono facili da aggredire perché non ancora presenti e attivi.
Si parla spesso di prevenzione primaria come caposaldo della Salute, della prevenzione come la migliore delle terapia e si lascia costruire nel territorio della “food valley” un inceneritore.
La regione intende costruire forse le “Case della Salute”, con Parma capofila, per dare migliore assistenza ai cittadini che si ammaleranno a causa di sostanze inquinanti e cancerogene, come ormai numerosi studi epidemiologici indicano?
Non sarebbe più opportuno mirare alla salvaguardia del benessere e della salute per non dover spendere, in un prossimo futuro , soldi per la Sanità?
Si investono 200 milioni di euro e più per un inceneritore vendendocelo come strumento di risparmio energetico, per creare calore, per economizzare le risorse bruciando meno petrolio, ma quanto si spenderà in futuro per porre rimedio ai danni causati ai nostri cittadini, futuri pazienti, dal funzionamento dello stesso?
Riteniamo sia indispensabile che le scelte politiche delle regione non possano non tener conto, anche e soprattutto, degli aspetti sociosanitari, quando si decidono certe scelte strategiche che possano in qualche modo nuocere alla salute dei cittadini.
L'ordine dei medici dell'Emilia Romagna, di cui lei immaginiamo faccia ancora parte, nel 2007 scrisse una lettera aperta alla regione, chiedendo una moratoria sulla costruzione degli inceneritori in regione, proprio sulla scorta dei dati epidemiologici rilevati attorno agli impianti.
Una lettera morta, ancora oggi lampante nelle sue affermazioni.
Se non si vuole come solito far un effimero lifting delle proprie intenzioni, oggi è giunto il momento di guardare in faccia alla realtà, anche se non piace e fa paura, anche se va contro gli interessi economici di qualche multinazionale, lobby, gruppo di potere.
E' d'accordo con noi che la salute viene prima di tutto?

Aldo Caffagnini

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 gennaio 2011
-474 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+232 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 17 gennaio 2011

La sindrome del silenzio stampa

La sindrome del silenzio stampa, dopo essersi a lungo diffusa in ambienti calcistici, è approdata, per la prima volta nella storia d'Italia, anche nei palazzi della politica, con l'assessore all'Ambiente e il Presidente della Provincia di Parma che, sull'argomento inceneritore, hanno bocche tappatissime.
Giovedì scorso in consiglio comunale, il GCR ha manifestato sempre con i modi civili che ci contraddistinguono, alla premiazione delle personalità in occasione del Sant'Ilario.



Abbiamo provato anche a scambiare 2 parole con Luigi Giuseppe Villani, vicepresidente di Iren, che però molto cortesemente ha preferito soprassedere. "Oggi è Sant'Ilario! Non parliamo di polemiche!" ha declamato il coordinatore regionale del Pdl, dribblando alla grande i 2 cittadini che lo inseguivano.
Luigi Giuseppe Villani aveva già dato prova di non amare molto l'argomento forno e quella volta ne aveva fatto le spese un giornalista di Repubblica che, molto meno fortunato di noi, si era anche beccato un vaffa…
Come mai anche il coordinatore del Pdl, nonché grande sostenitore della giunta Vignali, avrà contratto questa sindrome?
Luigi Giuseppe Villani sarà timido, riservato… forse non ama comunicare con la stampa, penserete voi. E invece no! Ogni santo giorno ce lo troviamo sulle pagine dei quotidiani locali e sui portali internet a discutere e a controbattere con l'opposizione su qualsiasi argomento che viene cucinato nel menu quotidiano del dibattito politico. Addirittura quest'estate lo ricordiamo tuonare contro la centrale a biomasse di Sala Baganza, in difesa della Food Valley e degli abitanti del luogo.
Il mistero dunque si infittisce e la soluzione appare ardua visto che Villani è stato messo, al posto del suo predecessore, proprio per far pesare la voce del comune di Parma nella multi-utility da 3.500 milioni di euro dove la nostra città conta per un misero 6%.
Il vicepresidente non è intervenuto nemmeno quando il sindaco che l'ha nominato è stato pesantemente ripreso dal suo direttore generale, quell'Andrea Viero che è stato recentemente condannato per danno erariale dalla Corte dei Conti a risarcire 540 mila euro.
Luigi Giuseppe non proferisce verbo, neanche quando il suo sindaco chiede (da mesi ormai) il piano economico finanziario dell'inceneritore all'azienda che lo vede nel consiglio di amministrazione.
Nonostante l'accordo tra Enia e Comune preveda la massima trasparenza in tutti gli atti relativi al progetto, Parma non riesce ad avere un semplice documento, un prospetto economico che da mesi anche noi del GCR chiediamo senza esito.
Insomma, una sindrome, quella che ha colpito Luigi Giuseppe Villani, che andrebbe curata al più presto. Lui a Sant'Ilario ci ha detto che in quel momento non era il caso di parlarne e non ci sembrava il caso di insistere.
Ci dica quando, dottor Villani, che da medico sa benissimo il danno che provoca l'inceneritore.
Noi siamo sempre disponibili ad aiutarla ad uscire dalla fastidiosa, ma facilmente curabile, malattia del silenzio stampa sull'inceneritore di Ugozzolo.

Parma, 17 gennaio 2011
-475 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+231 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 16 gennaio 2011

La verità ti fa male lo so

Così siamo giunti all'ennesimo gioco di parole, per dire che l'inceneritore fa male, ma ce lo dobbiamo tenere. Così la prima autorità sanitaria di Parma, il sindaco Vignali, tentenna sul da farsi, cerca affannosamente una via d'uscita, che non gli lasci il cerino in mano, ma non la trova.
La verità fa male, anche l'inceneritore.
All'alba del 2011 nessuno si prende la responsabilità di fermarlo, il mostro di Ugozzolo.
L'inceneritore farà male e noi cittadini ce lo dovremo respirare, e i nostri politici ancora non si vergognano del posto che occupano, senza rispondere delle loro azioni a chi li ha votati, senza rispondere alla richiesta di salute di Parma.
Siedono su poltrone che non si meritano.
Sono tutti distanti osservatori, come se ci fossero persone che non respireranno quell'aria.
L'inceneritore farà male, all'economia della food valley, ma soprattutto ai cittadini.
L'inceneritore produrrà diossina e altre carezzevoli micidiali brezze.
Un auditorium ancora una volta gremito ancora non basta a prendere decisioni di responsabilità, per guardare avanti, e non indietro.
Ora aspettiamo di nuovo i medici, per rinfrescare la memoria ai consiglieri comunali sui rischi dell'impianto. Qualcuno ancora dubita? Se fa male lo si deve chiedere ai medici, come se un ponte sta in piedi lo si deve chiedere agli ingegneri.


Francesco Barbieri (GCR) intervista Pietro Vignali (Massima Autorità Sanitaria di Parma)

Chiedete a Manrico Guerra o a Patrizia Gentilini, medici dell'ambiente dell'Isde, se fa male. Chiedete al delegato alla Sanità Fabrizio Pallini, medico, se fa male.
Chiedete a Giancarlo Izzi, medico, se l'ambiente inquinato provoca malattia.
Non certo agli studi commissionati dai gestori, leggermente in conflitto di interesse.
Quindi questo impianto fa male. Il sindaco oggi non lo farebbe. Quindi crede che sia inutile oltre che dannoso. Ma non si sente probabilmente sostenuto a sufficienza da partiti e associazioni di categoria, dagli illuminati industriali locali.
Ma l'inceneritore nuocerà anche alla food valley, sporcando il mulino e facendolo nero. Non basta per i nostri imprenditori il rischio di lordare i loro prodotti?
Non parlano ai loro tavoli del fatto che quando ci sarà il forno faremo la fine di Brescia o di Montale? Latte alla diossina, polli alla diossina, mamme alla diossina, bambini alla diossina.
Oppure di fare la fine della Germania virtuosa, tanto acclamata dai fautori degli inceneritori, che ci sta regalando maiali e uova alla diossina?
Che grado di responsabilità credono di avere nei confronti dei loro dipendenti, del territorio, delle loro stesse aziende?
Si dice che non ci sono alternative.
Ma anche questa affermazione è lontana dal vero.
Il 10 gennaio ne abbiamo avuto la prova al Paganini. E' possibile produrre senza causare danno ambientale, ne rifiuti.
Anche la Società Chimica Italiana ha invitato Parma ad entrare nel progetto Città a Zero Emissions.
Si dice “cosa ne facciamo dei rifiuti di oggi”. E' la stessa Iren a voler esportare i rifiuti per dimostrare la necessità di un impianto. L'organico perché lo si porta fuori? Perché si brucia la plastica invece che estruderla? Tutto è pensato per giustificare il forno, non certo per ridurre, riciclare, recuperare in modo corretto i materiali.
Parma, come tutti i comuni limitrofi che ci sono già arrivati, può passare all'80% di raccolta differenziata in pochi mesi. Ma non si vuole che sia così, perché altrimenti cadrebbe rovinosamente la teoria del forno necessario. Oltre il 75% di raccolta differenziata non c'è economia che possa sostenere un inceneritore. Sarebbe sempre in perdita.
Allora per le strade vediamo ancora i cassonetti dell'indifferenziato, perché il timore di Iren è che si differenzi troppo. Allora il piano rifiuti di Iren prevede di recuperare la plastica al 13%, sennò cosa brucerebbe l'impianto? Ma nessuno si rivolta.
Dove sono i partiti? Davanti ai loro elettori non si sentono un po' miseri? Come fanno a parlare di ambiente, di boschetti, di etica ambientale, quando accettano senza colpo ferire che l'inceneritore sia costruito?
Quali sono i contratti che impegnano le amministrazioni verso Iren? Fateceli conoscere.
Se nel 2014 Ato non rinnovasse la convenzione con Iren, come farebbe il forno a sopravvivere?
Se qualche illuminato consigliere, partito, comune, chiedesse la revisione del Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti, e da qui uscisse un nuovo piano senza forno, che senso ha proseguire a costruirlo?
Nessuno, nessuno che passi dalle parole ai fatti.
Solo Iren farà un lucro enorme. E tutti supini a seguire gli interessi di una Spa senza cuore ne anima, lontana ormai dal territorio, eppure ancora temuta.
Ci dimostrino che l'inceneritore è necessario e che non fa male.
Noi accenderemo il primo cumulo di rifiuti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 gennaio 2011
-476 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+230 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Il primo cittadino sei tu

Con questo slogan, l'allora Assessore all'Ambiente Pietro Vignali, aveva iniziato la campagna elettorale per le elezioni a Sindaco, impostata all'insegna del civismo mostrandosi aperto ai consigli e alle istanze dei cittadini e delle associazioni di Parma.
Il giorno di Sant'Ilario lo abbiamo incontrato in consiglio comunale e, davanti alle telecamere, gli abbiamo strappato la promessa di riunire il 20 gennaio prossimo la Commissione Ambiente e Salute del Comune di Parma per ascoltare dalla viva voce di 2 tra i medici intervenuti al convegno del 22 settembre all'Auditorium Paganini, I Medici chiamano Parma.



Il dott. Ernesto Burgio, pediatra e coordinatore del Comitato tecnico scientifico di ISDE Italia e il Prof. Giuseppe Masera, uno dei padri dell'Oncoematologia pediatrica in Italia.
Il Prof. Masera ha occupato ruoli di primo piano nel settore oncologico, prima di dedicarsi interamente all'oncologia pediatrica come professore del Dipartimento di Medicina Clinica e Prevenzione dell'Università di Milano-Bicocca e come direttore della clinica pediatrica dell'ospedale San Gerardo di Monza. E' un intimo amico e collega del Dott. Giancarlo Izzi premiato proprio dal Sindaco Vignali, per la sua opera di direttore dell'Unità operativa di Pediatra e Oncoematologia dell’Ospedale di Parma.
Il Sindaco ha dunque voluto esprimere il suo riconoscimento ad una persona che si sta adoperando per curare i tumori dei bambini di Parma.

Lodevole iniziativa a cui il GCR ha risposto applaudendo con convinzione e che vorremmo fosse supportata anche da iniziative coerenti verso la prevenzione di queste tragiche malattie che toccano vittime innocenti che come tutti sanno derivano in gran parte da fattori ambientali, dato che i bambini non fumano e non possono avere effetti per abitudini alimentari errate.
Il fatto di vivere in una delle 5 zone più inquinate del pianeta non ci deve far rassegnare e tollerare l'aggiunta di fonti di emissioni nocive come sarà quella dell'inceneritore di Ugozzolo.
Signor Sindaco, a Sant'Ilario ci ha confermato davanti a giornalisti e telecamere che il 20 gennaio ascolterete i 2 medici sui rischi che l'inceneritore di Iren porterà alla città, ai suoi abitanti ed alle sue aziende. Ascoltare, capire e prendere provvedimenti concreti in favore dalla sua comunità: questo ci aspettiamo dal nostro primo cittadino.
Quando è stato eletto, molti cittadini l'hanno scelta per il carattere innovativo delle sue parole al di fuori dei tradizionali schemi della politica nazionale.
“Il primo cittadino sei tu!” ci siamo sentiti dire: speriamo che non siano state solo vuote parole di uno slogan elettorale.

Trasmetteremo in diretta l'audizione della Comissione Ambiente e Salute del Comune di Parma a questo indirizzo web:
http://www.ustream.tv/channel/gcr-online

Qui la ripresa video dell'incontro del GCR con il Sindaco a Sant'Ilario
http://www.youtube.com/watch?v=Z-sP2fFngWY

Parma, 15 gennaio 2011

-477 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+229 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Se Robert Kennedy fosse Sindaco di Parma

Anche oggi gli attivisti dell'Associazione Gestione Corretta Rifiuti hanno presenziato ad un importante evento cittadino, la consegna dei Premi e Onorificenze in occasione di Sant'Ilario.
In rispettoso silenzio hanno atteso parole chiare dal primo cittadino di Parma che, nel suo discorso, citando Robert Kennedy, ha invitato a non ricercare solamente il benessere economico ma a perseguire una miglior qualità della vita, un ambiente più sano dove crescere i propri figli.



Valori, ambiente, salute più importanti di denaro, prodotto interno lordo, beni e merci.
Parole importanti che vanno considerate e pesate con giudizio e a cui occorre far seguire azioni coerenti.
Provate ad accostare le parole SALUTE e INCENERITORE RIFIUTI e capirete perchè non ci riteniamo soddisfatti del discorso di Pietro Vignali.
Oggi, intervistato dai media ha ribadito il concetto già espresso a fine anno, in cui ha detto che dovendo fare questa scelta oggi non la farebbe, ma che purtroppo il cantiere è già avanti e le penali da pagare sarebbero troppo salate.
Ma allora Bob Kennedy che c'entra?
Che avrebbe fatto Bob Kennedy di fronte ad una scelta senz'altro difficile se avesse dovuto scegliere tra salvaguardare interessi economici da un lato e privilegiare la salute dei cittadini e l'immagine della food-valley dall'altro?
Che senso ha citare i grandi della storia se poi alle parole non seguono fatti concreti e coerenti con quanto si dice?
Noi siamo semplici cittadini e facciamo fatica a capire il “vorrei ma non posso” di questi giorni: ci piacerebbe avere un grande Sindaco che prende decisioni coraggiose, semplicemente perchè lo fa per il bene della comunità che amministra.
Per i cittadini, per il mondo agricolo e per le industrie alimentari del territorio.
Il 20 gennaio prossimo Le porteremo i medici che hanno relazionato all'Auditorium Paganini il 22 settembre scorso. Il prof. Giuseppe Masera, padre dell'oncoematologia pediatrica e il dott. Ernesto Burgio, pediatra e coordinatore del Comitato tecnico scientifico di ISDE Italia, illustreranno a Lei ed alla commissione Ambiente e Salute riunita per l'occasione, i pericoli sanitari che l'impianto di Iren porterà alla città di Parma.
Speriamo vivamente, signor Sindaco, che l'ascoltare queste parole, la ispiri ad agire come i grandi della storia.

Parma, 13 gennaio 2011
-479 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+227 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Il nuovo

Lunedì sera 1000 parmigiani sono accorsi all'Auditorium Paganini per ascoltare seduti, per 2 ore e mezza, un chimico tedesco ed un architetto americano che parlavano di tetti verdi, tessuti compostabili ed imballaggi biodegradabili e di come fosse possibile progettare, costruire e vivere in armonia con la natura, conciliando rispetto per l'ambiente e sviluppo economico.
Sono concetti nuovi per la città di Parma e forse un po' difficili da digerire. Alcuni diranno che sono utopie non realizzabili oppure che ci vorranno anni per raggiungere certi obiettivi.



In realtà i 2 autori del libro "Dalla culla alla culla" non sono solo dei teorici. Lavorano per grandi aziende, governi, comuni grandi e piccoli a cui forniscono consulenze per progettare beni, servizi ed edifici in maniera eco-sostenibile: prodotti che nascono già pensati per non causare problemi di smaltimento alla fine del ciclo di vita.
Parlando con Michael Braungart prima dell'inizio del convegno siamo rimasti impressionati da un affermazione: "Non pensate che produrre in questo modo costi di più che nella maniera tradizionale. Le aziende che hanno adottato la strategia Cradle to Cradle risparmiano sui costi di produzione e ne traggono benefici d'immagine"
Quando ci si trova davanti a qualcosa di nuovo frequentemente si hanno due differenti approcci: chi rifiuta il percorso nuovo perché pieno di incertezze preferendo restare ancorato ai tradizionali e sicuri metodi adottati finora e chi invece abbraccia con entusiasmo la nuova via perché intravede straordinarie possibilità di crescita.

C'è una scena nel film della Disney "Ratatouille" che ben sintetizza questo concetto. Il critico blasonato ed incensato Anton Egò si trova ad assaggiare un piatto cucinato dall'umile topolino Remy e improvvisamente il gusto della pietanza, semplice e raffinato allo stesso tempo, lo riporta alle sue origini di fanciullo, spogliandolo di tutti i preconcetti che ha accumulato negli anni.
Vede crollare gli schemi a cui ormai era abituato da decenni, capisce che qualcosa di nuovo sta succedendo e che sarebbe da sciocchi osteggiarlo e non seguirlo solo perché nuovo.
A Parma domani si consegnano i premi Sant'Ilario. La città fa un bilancio dell'anno trascorso e svela sogni ed ambizioni per il proprio futuro.
Noi saremo lì con lo spirito del topolino Remy, convinti che a tutta la città convenga abbandonare il costoso, nocivo ed obsoleto progetto dell'inceneritore per abbracciare con entusiasmo la strada del riciclo e della riduzione dei rifiuti.
Perché a Parma abbiamo le capacità e l'entusiasmo per fare quello che altre città in Europa e nel mondo stanno già facendo.
Conviene a tutti.

Ratatouille: il nuovo
http://www.youtube.com/watch?v=csuWJAqUY54

Parma, 12 gennaio 2011
-480 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+226 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?