sabato 24 marzo 2012

Bonificare l'inceneritore. O meglio non farlo?

Inizia tra pochi giorni la bonifica dell'area dove sorgeva l'ex inceneritore di Salsomaggiore e Fidenza. L'area è quella di San Nicomede, zona pregiata della nostra provincia, che si trova all'interno del parco naturale dello Stirone.



Perché necessita di una bonifica? Si legge sulla stampa che serve un intervento di risanamento per eliminare dal sito “inquinato” non solo le strutture impiantistiche esistenti, ma anche il suolo “malato”, avvelenato dalla forte concentrazione di sostanze tossico-nocive. Metalli pesanti, diossine, PCB, prelibatezze che sono state per anni sversate dall'impianto di incenerimento nei dintorni dello stesso ed oggi si trovano ancora nei terreni. Il materiale dovrà essere trattato in altra sede per la sua bonifica, e sostituito sul posto con terreno “vergine”. Ma allora gli inceneritori fanno davvero male? In questi anni i nostri politici si sono sbracciati ed affannati a decantare la loro innocuità, a dire che non fanno proprio per niente male, anzi, ce ne vorrebbero! San Nicomede è un impianto di vecchia generazione, eppure ha chiuso addirittura dopo l'inceneritore del Cornocchio, dove per la cronaca giacciono 100 mila tonnellate di ceneri e polveri ancora stoccate sotto i teloni verdi, a fianco della tangenziale di Parma, in bella vista. La verità è che gli inceneritori fanno male all'ambiente e alla salute umana e degli animali. Per i nostri politici invece quelli di ultima generazione sono assolutamente sicuri. Lo stesso concetto espresso nel 1975, quando al Cornocchio si inaugurava un inceneritore “all'avanguardia”, che garantiva salute e igiene per i secoli a venire, come a San Nicomede. Le bugie hanno le gambe corte, forse come l'intelligenza di chi ci amministra. Dovremo solo aspettare 15 anni. Poi bonificheremo il terreno intorno all'inceneritore di Ugozzolo, quello da cui secondo alcuni esce vapore acqueo. Ma forse dovremo scavare anche in un raggio maggiore. Grazie alla potenza di incenerimento e all'altezza del camino, le sostanze nocive saranno sparse a km di distanza. Ovviamente sarebbe molto più sano e semplice non metterlo in funzione, non inquinare e optare per metodiche di gestione più salubri ormai ampiamente codificate. Ma fare cose intelligenti, a favore dei cittadini, non è pane per i nostri amministratori. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 24 marzo 2012 Sono passati 633 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Mancherebbero 43 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

giovedì 22 marzo 2012

Fidenza docet. A che serve a Parma essere virtuosi con i rifiuti?

I risultati di Fidenza su differenziata e riduzione L’inceneritore è già affamato prima di partire L'eclatante risultato di Fidenza, cha raggiunge il 70% di raccolta differenziata con una produzione pro capite che punta ai 400 kg, dimostra ancora una volta l'eccessiva capacità dell'inceneritore in costruzione a Ugozzolo. Dato per scontato che i fidentini non siano ne marziani ne eroi, e che la San Donnino Servizi non sia una società infiltrata da Gcr, possiamo affermare che le performance della cittadina a ovest di Parma, costituiscano una media raggiungibile dal resto del territorio. Sempre che ci sia la volontà di andare in questa direzione. Fidenza lo ha fatto togliendo i cassonetti dalle strade ed impostando un sistema di raccolta porta a porta a spinto con tariffazione puntuale che premia i cittadini che producono meno rifiuti. Basta una calcolatrice tascabile per ottenere numeri evidenti anche a bambini delle elementari, appena affacciatisi nel mondo dei numeri. Quattrocento chili di rifiuti pro capite all'anno è una quantità corretta, anche se migliorabile al ribasso, rispetto ai 605 kg di media provinciale (dati 2010). L'eccesso di produzione di rifiuti è imputabile sia alla cattiva gestione del sistema, sia all'assurda commistione tra scarti dei cittadini e scarti delle imprese, un’assimilazione che confonde ad hoc le idee e porta a conclusioni errate. Se è vero che la popolazione è di circa 420 mila abitanti, moltiplicando per 400 arriviamo a 168 mila tonnellate annue, che ridotte del 70% (raccolta differenziata che può arrivare però anche all'80%) si riduce a 50.400 tonnellate, che trattte in un Tmb a freddo (Trattamento meccanico biologico) si riducono della metà. Il dato insomma che ne esce è che la necessità di trattamento è di 25.200 tonnellate annue di rifiuti residui. L'inceneritore è grande 5 volte. Questi numeri non tengono conto degli ulteriori margini di miglioramento. Attuabili con un impianto di estrusione per trattare le plastiche fuori consorzio Conai, recuperando a parte pannolini/pannoloni con un altro sistema meccanico che ne ricicla le varie frazioni senza bruciarne nemmeno un grammo, incrementando le frazioni riciclabili come calzature e tessuti, compostando il verde direttamente nei parchi, e via elencando. Fidenza, a cui deve andare il plauso di tutto il territorio, ma in particolare di Parma, dimostra come anche i centri più popolosi siano in grado di affrontare il problema rifiuti in modo corretto. I margini di miglioramento sono enormi e spesso non esplorati. Soragna, Roccabianca, Trecasali, Sala Baganza, Felino, Zibello, Sissa, Polesine, Mezzani, avevano già superato nel 2010 il 75% di raccolta differenziata, sfondando, nel caso di Soragna e Roccabianca, il muro dell'80%. Ma che senso potrà mai avere premiare questi cittadini virtuosi se poi l'inceneritore è grande 5 volte il necessario? A cosa serve lo sforzo del territorio di eliminare rifiuti indifferenziati quando il risultato non cambia e l'impianto ne brucerà la stessa quantità ? Che senso potrà mai avere bruciarvi dentro rifiuti arrivati da chissà dove mentre noi li abbiamo evitati? Insomma la domanda è questa: “A che serve a Parma essere virtuosi con i rifiuti?” Ci spieghino quali sono i vantaggi per i cittadini. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 22 marzo 2012 Sono passati 661 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Mancherebbero 45 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

martedì 20 marzo 2012

Tuteliamo il futuro dei nostri figli

Conferenza stampa alla Camera dei Deputati - Roma 19 marzo 2012 Tuteliamo il futuro dei nostri figli proteggendo l’ambiente, a partire dal latte materno!   Con la lettura del messaggio augurale del Presidente della Repubblica , con i saluti dei Presidenti di Senato e Camera  ed in presenza di un folto pubblico di politici, giornalisti e cittadini giunti da ogni parte d’Italia, è stata lanciata a Roma il 19 marzo  nella sala stampa della Camera,la “Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali” www.difesalattematerno.wordpress.com Il Latte Materno è un Bene Comune di inestimabile valore, nutrimento insostituibile per la salute ed il benessere di tutti i bambini, ma è oggi purtroppo minacciato, al pari di altri Beni Comuni, dal profitto e dall’inquinamento. Le sostanze inquinanti si diffondono infatti nell’aria, nel suolo e nell’acqua, entrano nella catena alimentare, si ritrovano nei nostri corpi ed  in particolare i Contaminanti Organici Persistenti (POP)  fra cui diossine, PCB, pesticidi ecc. si depositano nei tessuti adiposi.  Queste sostanze sono in grado di danneggiare la nostra salute, le cellule germinali, ma soprattutto l’embrione ed il feto durante la vita intrauterina e si ritrovano anche nel latte materno che diventa quindi un importante “indicatore” della salubrità dell’ambiente. Il biomonitoraggio  del latte materno viene raccomandato dalla OMS ed eseguito in modo sistematico da decenni in moltissimi paesi europei;  ma  non purtroppo in Italia dove le indagini sporadicamente eseguite mostrano livelli superiori a quanto si riscontra in altre nazioni. Le associazioni promotrici la Campagna ricordano che gli  studi scientifici dimostrano che i bambini non allattati al seno, oltre ad essere più soggetti a malattie a malattie acute e croniche,  se la cavano peggio anche in caso di ambiente inquinato in quanto  il latte materno mantiene - pur in presenza di contaminanti - tutte le sue virtù benefiche. L’allattamento va pertanto in ogni modo promosso ed incentivato in quanto rappresenta un vero “antidoto” alla esposizione agli agenti tossici,  ma da questi va  ovviamente preservato  e difeso nel modo più efficace  possibile.  Le richieste della campagna sono molto specifiche e concrete: l’istituzione di un biomonitoraggio, la ratifica della Convenzione di Stoccolma  (che ha come obiettivo la difesa della salute umana dai POP  e che  l’Italia, unico paese in Europa, pur avendola sottoscritta  non ha  ancora ratificato), la messa al bando di pratiche inquinanti ed assolutamente evitabili come l’incenerimento di rifiuti e biomasse, l’ istituzione di controlli più stringenti per gli impianti in essere e la approvazione di un marchio “dioxin free” per gli alimenti. Le associazioni promotrici della  Campagna, pur molto diverse fra loro, sono accomunate dalla ferma volontà di salvaguardare  la salute dei bambini italiani in cui  si riscontrano crescenti segnali d’allarme: aumento di disfunzioni ormonali, diabete, malattie auto-immuni, disturbi dell’apprendimento  e soprattutto una  incidenza di cancro nettamente maggiore rispetto agli altri paesi europei,  nonchè una progressiva diminuzione della speranza di vita come indicano i dati eurostat. I Promotori della Campagna intendono in primo luogo informare tutti i cittadini e sensibilizzare politici e istituzioni su problematiche di tale rilievo,  chiedono a gran voce che il buon senso prevalga e che si passi finalmente dalle parole ai fatti per salvaguardare, attraverso la tutela del Latte Materno, il diritto dell’infanzia ad una Vita di salute  e di pieno benessere . Le portavoci della Campagna:  Paola Negri e Patrizia Gentilini cell. 3405995091 per contatti : difesalattematerno@gmail.com, patrizia.gentilini@villapacinotti.it, pachiti@gmail.com  ISDE Italia - Associazione Medici per l'Ambiente (http://www.isde.it) IBFAN Italia (http://www.ibfanitalia.org) MAMI - Movimento Allattamento Materno Italiano (http://www.mami.org) Minerva Pelti Onlus - Associazione di genitori di bambini oncologici per la Prevenzione e Lotta ai Tumori Infantili (http://www.minervapelti.it) PeaceLink – telematica per la pace (http://www.peacelink.it) ACP – Associazione Culturale Pediatri (http://www.acp.it) ANDRIA Associazione Scientifica (http://www.associazioneandria.it/) GaaF - Gruppo Allattando a Faenza (http://allattandoafaenza.blogspot.com) Mamme per la Salute e l'Ambiente Onlus - Venafro (http://www.mammesaluteambiente.it)   Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR   Parma, 20 marzo 2012   Sono passati 659 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma   Mancherebbero 47 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

lunedì 19 marzo 2012

Il No al forno della Lega Nord


Le alternative ci sono

Lo scorso 22 febbraio un ordine del giorno firmato dai consiglieri provinciali Massimiliano Cavatorta, Giovanni Battista Tombolato e Pier Angelo Ablondi, ha fatto capolino alla seduta del consiglio provinciale di piazzale della Pace.
L'oggetto non lasciava adito a dubbi:“Smaltimento rifiuti con impianti di trattamento a freddo”.



Nel testo alcune importanti affermazioni fanno il punto sulla situazione del trattamento dei rifiuti a livello comunitario.
“L'incenerimento dei rifiuti domestici” scrivono i consiglieri padani, “è un metodo di trattamento dei rifiuti condannato dalle autorità scientifiche internazionali”.
E non manca la motivazione: “Ogni inceneritore pur utilizzando filtri, emette polveri fini e ultra fini estremamente tossiche e migliaia di sostanze chimiche presenti nei fumi e nelle ceneri”.
Poche righe che smontano dalle fondamenta il sogno del “forno benessere” presentato come tale a alla città dai suoi fautori e sostenitori, Iren, Provincia e Comune di Parma.
Nell'ordine del giorno vengono elencate alcune tra le molecole più pericolose emesse da questi impianti, con relativi effetti cancerogeni su organi e sistemi immunitari: arsenico, mercurio, cadmio, diossine, piombo, tutte amenità riconosciute dalla scienza come cancerogene per i polmoni, i reni, la vescica, il fegato, e che provocano in particolare cancro, linfomi, sarcomi.
Una lista della spesa di una certa rilevanza, che porterebbe in automatico a rispondere alla proposta di ospitare un impianto di questo con un secco: “no grazie”.

I consiglieri della Lega Nord non si fermano però a denunciare i danni e i rischi connessi all'utilizzo di questa gestione dei rifiuti, ma aggiornano i colleghi sui passi avanti fatti dalla scienza e dalla tecnologia, che permettono oggi di contrapporre valide alternative agli inceneritori.
“Un esempio è il Centro Riciclo di Vedelago, Treviso, che già pochi anni fa arrivava al 93% di riciclo ed oggi con la produzione di sabbia sintetica lo ha incrementato ulteriormente”.
I vantaggi di un sistema a freddo sono molteplici: uso di un quinto di risorse per la costruzione degli impianti, gestione finanziaria sostenibile senza intervento dello stato (certificati verdi), riduce di moltissimo il costo per i comuni, libera le risorse dei certificati verdi per la corretta produzione di energia rinnovabile.
I consiglieri infatti fanno notare come nel 2005 il 70% delle risorse destinate alle fonti rinnovabili sia stato assorbito dagli inceneritori.
Il trattamento a freddo incrementa poi anche l'occupazione con un rapporto di 1 a 10 occupati tra i due sistemi, quindi per un occupato nel sistema a caldo ce ne sono dieci occupati nel sistema meccanico a freddo.
Infine viene ridotta notevolmente la quota di risorse da destinare a bonifiche ambientali, ricoveri e cure per allergie, malattie croniche e costosi trattamenti tumorali.
I risparmi ottenuti da una inversione di tendenza potrebbero essere in parte impiegati per sensibilizzazione al popolazione ad un sempre più corretto approccio con i rifiuti.
Le ipotesi alternative proposte dalla Lega sono peraltro già in atto a Reggio Emilia, in una amministrazione sempre di centrosinistra. I consiglieri fanno notare anche il fatto che il gestore del trattamento dei rifiuti è sempre Iren e quindi non si capisce come mai se lo si può fare a Reggio non lo si possa introdurre anche a Parma, città di dimensioni e performance di raccolta differenziata assai simili.
La risposta è venuta dal voto.
Su 22 partecipanti, i favorevoli sono stati 3, gli astenuti 6 (Armellini, Conti, Nonnis, Pedroni, Tedali, Zerbini), mentre i sostenitori dei forni e dell'inquinamento del nostro territorio hanno risposto con 13 voti contrari (Baga, Bertocchi, Bonetti, Calunga, Contesini, Dodi, Gandolfi, Lori, Merusi, Pinardi, Tosi, Zanichelli, Zilli).
Un'altra prova di buonsenso e attaccamento al bene comune.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 marzo 2012

Sono passati
658 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
48 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà