sabato 1 settembre 2012

Quando ve ne andate?


Sequestro inceneritore di Parma, la verità sul forno comincia a fare breccia
Gli amministratori continueranno a far finta di niente?

La richiesta della Procura di Parma di porre sotto sequestro il cantiere dell'inceneritore di Parma, le ipotesi di reato sono abuso edilizio e abuso d'ufficio, segna l'inizio di una stagione di verità su un tema, l'affaire forno, che tiene con il fiato sospeso Parma fin dal 2008, anno in cui fu dato il via (con la Via) al progetto di Iren.


Una necessità storica di fare luce sull'inceneritore che coinvolge anche tutta la classe politica, oltre che quella amministrativa, di Comune di Parma e di Provincia di Parma, oltre naturalmente ai vertici della multiutility piemontese-ligure-emiliana.
L'inceneritore è stato il frutto di una strategia comune che ha attraversato gli schieramenti e unito gli intenti di parti politiche di solito agli estremi opposti, una comunione di intenti che ha accompagnato (e coperto di silenzi) la prima fase del progetto, per poi sfilacciarsi nel corso degli anni.
I protagonisti sono noti. Si parte dal presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, sostenitore del progetto fino al punto di andarlo a difendere in tribunale, all'ex sindaco di Parma Elvio Ubaldi, che voleva il forno ancora più grande perché rappresentava un vanto per la città metropolitana. E poi l'assessore provinciale Castellani, il quale sosteneva che bruciare rifiuti non produce diossina, quello comunale Sassi, per lei faceva peggio una grigliata di carne, l'ex presidente di Enia Allodi, tutti zitti solo io so la verità.
Il tutto condito da una gestione delle “carte” per lo meno bizzarra, con trasparenza nulla verso i cittadini e il consesso comunale, e inciampi crescenti che sono giunti anche a scomodare la Commissione Europea, l'Antitrust, l'authority sui contratti pubblici.
Alcune clamorose chicche sono uscite di recente.
Come il fatto che le tariffe, promesse in netto calo dopo il varo del forno, si sono manifestate invece come le più alte d'Italia, senza che nessun organo amministrativo ne chiedesse conto.
Oppure con la beffa di 700 mila euro di pubblicità pro forno fatte pagare in bolletta ai cittadini inconsapevoli, che in pratica si auto convincevano della bontà del forno pagando di tasca propria gli imbonitori.
O infine la scoperta, tra le righe del piano economico finanziario, che il forno brucerà per 20 anni la stessa quantità di rifiuti urbani, ammettendo clamorosamente che Iren non intende incrementare la raccolta differenziata.
E' la stagione dei bilanci, giunta improvvisamente il 31 agosto come un temporale estivo, con la richiesta di sequestro dell'impianto.
Con Iren che fino a qualche ora addietro giurava sull'apertura del forno entro fine anno.
Con Iren che grazie alle lungimiranze dei suoi amministratori subirà un nuovo tracollo in Borsa, per la felicità dei suoi azionisti, tra i quali spiccano i comuni dell'Emilia, nonché, per una quota prioritaria, Genova e Torino, attraverso diverse finanziarie.
Oggi cosa ci aspettiamo?
Che questa stagione della verità inizi da una presa d'atto dei protagonisti di questa vicenda.
Che li porti a scegliere la strada dell'abbandono, come la loro coscienza suggerisce loro.
Bernazzoli, Castellani, Viero, Ubaldi, Villani, tanti nomi legati a doppio filo con il forno che sarebbe meglio levassero le ancore, e lasciassero.
Ci sono tanti modi per andarsene.
Pietro Vignali, sindaco della Parma del tracollo, come ultimo atto bloccò l'inceneritore per diversi mesi, in base ad un abuso edilizio in corso.
Il Tar di Parma, come ultimo atto di alcuni suoi giudici, prima del trasloco, la diede vinta a Iren, nonostante il titolo edilizio fosse clamorosamente assente.
Mario Ciclosi, commissario di Parma, si dimenticò di appellarsi al Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar, esponendo il comune, come infatti è successo, ad una richiesta di danni da parte di Iren.
Infine Roberta Licci, il pm che prima di lasciare Parma ha dato in eredità il suo ultimo sigillo, la scrupolosa anamnesi di un caso difficile, scomodo, ma importante per il futuro di Parma.
Oggi è anche il tempo di guardare avanti.
Di organizzare il nostro territorio per gestire in modo corretto i rifiuti, come l'Europa chiede agli Stati membri, e come finora non è stato.
Tante cose da fare, ad iniziare dalla revisione del piano provinciale di gestione dei rifiuti, ormai desueto, per applicare tutte quelle tecnologie che consentono nel 2012 di gestire i nostri scarti senza ricorrere all'incenerimento.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 settembre 2012

Sono passati

8 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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824 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
118 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
103 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

venerdì 31 agosto 2012

Bingo! La Procura chiede il sequestro dell'inceneritore di Parma


Come un atteso temporale estivo che porti sollievo, è giunta la notizia clamorosa sulla richiesta da parte della Procura di Parma, di sequestro dell'inceneritore di Parma.
La notizia è apparsa per prima sul sito on line della Gazzetta di Parma.


Dieci indagati, la richiesta di sequestro del cantiere, il cuore dell'indagine la mancanza di autorizzazioni per l'impianto ormai in via di ultimazione a Ugozzolo.
Poi anche l'abuso di ufficio, visto che per l'impianto non si è fatta alcuna gara d'appalto
Ora è il Gip a dover decidere sul da farsi.
La richiesta di sequestro è stata inviata dal pm Roberta Licci, in procinto di lasciare Parma (è il suo ultimo atto) al Gip Maria Cristina Sarli, lo scorso 30 luglio.
A giorni la decisione del giudice per le indagini preliminari.
La notizia è stata diramata anche dal tg regionale della Rai.
Massimo riserbo del procuratore capo Gerardo La Guardia sui nomi degli indagati, fra i quali presumibilmente figurano funzionari di Comune, Provincia, Iren.

Veleni nel cemento di case e luoghi di lavoro


Andrea Zanoni (IdV) chiede alla Commissione europea une verifica di cosa viene bruciato nei cementifici e cosa finisce nei prodotti finali. “Nei cementi con i quali si costruiscono i nostri luoghi di vita, casa e lavoro, finisce di tutto. In ballo c'è la salute di tutti noi”



“Nei cementifici si brucia di tutto e perciò nei cementi finisce di tutto, comprese sostanze dannose per la nostra salute”. È la denuncia di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare, che ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea “avviare verifiche sulla compatibilità dell’utilizzo di questi cementi nella costruzione di ambienti di vita e lavoro per garantire la massima tutela della salute umana”. “Quello che fa più paura è che queste sostanze tossico-nocive e pericolose, che dovrebbero essere smaltite in discariche speciali, vanno invece a finire nelle abitazioni civili”.

“Il problema centrale è che in Italia i cementifici sono autorizzati a bruciare rifiuti di svariate tipologie e utilizzano diversi tipi di ceneri nell’impasto del prodotto finito”, attacca Zanoni. Tra il materiale incenerito per produrre energia, troviamo rifiuti come quelli urbani, farine e grassi animali, plastiche, gomme, pneumatici usati, fanghi da depurazione e rifiuti pericolosi come oli usati, emulsioni oleose, solventi non clorurati. Una volta inceneriti, finiscono nell’impasto finale del cemento. Inoltre tra i materiali utilizzati direttamente come ingredienti troviamo innumerevoli rifiuti derivanti da impianti di combustione (ceneri), da impianti siderurgici (scorie, terre di fonderia, polveri, fanghi) e dall’industria chimica (gessi, fanghi, ecc.).

“Con questo cemento vengono costruiti i nostri ambienti di vita e di lavoro, come abitazioni, uffici, fabbriche, scuole, ospedali, e così via. Il tutto senza particolari verifiche sull’impatto sulla salute delle persone che ne vengono a contatto e senza alcuna informazione ai consumatori”, aggiunge l'Eurodeputato, che per questo ha chiesto alla Commissione europea verifiche sull'attività dei cementifici e una maggiore informazione ai cittadini sulla composizione chimica e fisica del cemento della costruzione in cui vivono o lavorano.

“Si tratta di un concreto anche se invisibile rischio per la nostra salute sul quale l'Unione europea deve intervenire”, conclude Zanoni, che ricorda a titolo di esempio un recente caso avvenuto a Musestre (frazione del comune di Roncade in provincia di Treviso) dove una cittadina, per un contenzioso legale contro un fornitore e un produttore di cemento, ha fatto eseguire cinque perizie sulla propria abitazione che hanno messo in evidenza che nel cemento utilizzato erano presenti ceneri, diossine e metalli pesanti.

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

Gcr accoglie con piacere la richiesta di Andrea Zanoni all'Europa, affinché si faccia chiarezza su che cosa gli italiani si ritrovano in casa, nei muri e nei pavimenti delle loro abitazioni, ma anche dei luoghi di lavoro, degli ospedali, delle scuole. La soluzione cementifici per le ceneri degli inceneritori è una pazzia, come far rientrare dalla finestre i rifiuti di cui ci siamo appena liberati, peggiorati di molto in pericolosità.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 agosto 2012

Sono passati

7 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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823 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
117 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
102 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI


giovedì 30 agosto 2012

Festa tossica


Chissà se l'anno prossimo la Festa Democratica sarà ancora a Ravadese, in pieno cono di emissione del loro inceneritore, a cui sono devoti più che al libretto rosso di Mao.
Ma certo che la faranno lì, finalmente felici di inalare tutto quel ben di Dio che uscirà dal camino.
Non è forse l'inceneritore più all'avanguardia del mondo? Quel camino è un aerosol, che porterà ristoro all'aria stantia che circola dalle parti dell'autostrada.
Così in un sol colpo una festa più salubre, una pasta meno inquinata, pomodori più saporiti.
Certo è che anche quest'anno, 2012, la festa democratica brilla per non includere il tema inceneritore in calendario, che invece include interessantissimi scambi di vedute su “L'amore ai tempi del Pd”, o “Il calcio italiano dopo lo scandalo scommesse”, effettivamente argomenti pregnanti, con gli spettatori in trepida attesa.



Meno male che l'ambiente irromperà con “Green Economy, nuova opportunità”, che, a giudicare dalle presenze, sosterrà le centrali a biomassa come nuovo Eldorado per il nostro territorio (consigliamo di sostenere anche la centrale a biomassa della Certosa, in modo da averne vicino vicino i suoi benefici influssi verdi).
Il Pd è cambiato, rinnovato, decapitato dopo le elezioni, ma il cuore, si sa, rimane in piazza della Pace, dove tutto si decide e guai a fiatare.
Ma il nuovo Pd stupisce per coraggio.
Dice la Mantelli sull'inceneritore: “Non è il problema principale di Parma, ce ne sono altri più urgenti: dall'economia che si sta sfaldando al welfare appunto. Sull'inceneritore la nostra posizione è chiara, se il sindaco trovasse un'alternativa vantaggiosa saremmo ben felici di ascoltarlo”.
Certo che pensare vantaggiosa una tariffa a 168 euro a tonnellata, la più alta d'Italia, è un po' dura, una digestione difficile anche per il popolo pidino, le cui tasche non scampano al balzello rifiuti.
Dal 2006 Cgr propone l'alternativa all'inceneritore.
Il forno non era nemmeno in progetto.
Nessuno ci ha ascoltato, se non oggi il Movimento 5 Stelle, che proprio quella alternativa ha sposato.
Ma se la Mantelli non intende ascoltare noi, perché le direttive sono note, provi a tendere l'orecchio oltre Enza, dove i colleghi di partito hanno spento l'inceneritore e adottano una strategia foto copia di quella di Parma. 
Là il Pd la ritiene valida, ma basta un rigagnolo a far evaporare tutto l'entusiasmo.
Spiacenti per il Mantelli pensiero, ma il tema inceneritore è a Parma quello più importante e sentito, anche con il bavaglio imposto dal Pd.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 agosto 2012

Sono passati

6 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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822 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
116 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
101 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

lunedì 27 agosto 2012

La finta collaborazione della Provincia


Il presidente della Provincia di Parma Bernazzoli ha sempre sbandierato la scarsa collaborazione tra il suo ente e il Comune di Parma, in particolare nell'annosa vicenda dell'inceneritore.
Lo scorso anno, quando piazza Garibaldi stoppò il cantiere per mancanza del titolo edilizio (a proposito, il documento non è mai apparso e nemmeno gli oneri sono stati pagati), Bernazzoli gridò al complotto e accusò il Comune di non aver consultato la Provincia prima di procedere al sigillo.



La tesi della collaborazione tra gli enti locali è stata sempre sostenuta dal presidente provinciale, ma probabilmente intesa come se lui fosse il preside di una scuola, e intendesse conoscere i pensieri dei suoi docenti per eventualmente correggerne il tiro.
Fino a ieri non eravamo a conoscenza invece del tentativo di dialogo che l'allora assessore all'Ambiente Cristina Sassi intraprese proprio per affrontare insieme la problematica relativa al mancato titolo edilizio del cantiere di Ugozzolo.
Come si sa Iren non fece mai richiesta di ottenimento del permesso a costruire, nonostante la stessa, in alcuni documenti, ne sottolineasse l'esigenza, prima di procedere all'apertura del cantiere del Pai.
Il titolo edilizio era dovuto in quanto non si tratta, nel caso dell'inceneritore di Parma, di un'opera pubblica, per la quale sarebbe bastato l'iter della Via, la Valutazione di Impatto Ambientale, ma di un progetto privato, allestito su un terreno privato il cui permesso a costruire non è automatico.
Alla fine della querelle il Tar la diede vinta a Iren, in una dubbia sentenza che sarebbe stato necessario appellare al Consiglio di Stato, decisione che invece non prese il commissario Ciclosi, aprendo la strada alla richiesta milionaria (28 per la precisione) di danni, in questi giorni messa in opera da Iren.
Questa mattina la nostra casella di posta conteneva la copia di una lettera che il presidente Bernazzoli recapitò all'assessore Sassi, mettendo in copia perfino Iren.
Nella breve missiva il “niet” di piazzale della Pace a qualunque tipo di collaborazione, sia tecnica che politica, per fare luce sulla vicenda del titolo edilizio.
La predica della collaborazione viene spazzata via da poche dure frasi.
Il 7 luglio 2011, solo 2 giorni dopo aver ricevuto la richiesta, Vincenzo Bernazzoli esprime un netto diniego a collaborare, né tramite i politici, né tramite i tecnici.
Ma il suo intervento rappresenta proprio un'entrata a gamba tesa nel lavoro dei tecnici, perché ordina ai tecnici lo stop a qualsiasi dialogo tra enti, ponendo la parola fine, da politico, ad un consulto tra tecnici che lo stesso presidente, una riga sopra, definisce luogo deputato a questo tipo di questioni.
Il fatto che la lettera sia indirizzata anche al direttore tecnico di Iren, Roberto Paterlini, la dice lunga sul feeling Provincia-multiutily, che in questo caso in particolare non dovrebbe proprio entrare nella vicenda, visto che era parte in causa.
Un altro evidente esempio di come ancora non conosciamo tutta la verità sul forno.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 agosto 2012

Sono passati

3 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai

819 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
113 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
98 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

domenica 26 agosto 2012

La scomparsa di Michelangiolo Bolognini, medico per la salute


Ci ha lasciato l'oncologo Michelangelo Bolognini, Medicina Democratica, noto a tutti gli ambientalisti livornesi ma anche italiani per aver contribuito alle lotte contro incenerimento dei rifiuti e rigassificatori.



Gestione Corretta Rifiuti è vicina alla famiglia.


Salute, Michelangiolo!

Ci siamo sentiti poco tempo fa, discreto e presente come sempre; mi avevi scritto:
La salute per Ivan Illic, pensatore critico della medicalizzazione nei "favolosi" anni '70 del secolo scorso, era ... "semplicemente una parola del linguaggio quotidiano che designa l'intensità con cui gli individui riescono a tenere testa ai loro stati interni ed alle condizioni ambientali"... mentre per quanto riguarda "un popolo", la salute dipende ..."dal modo in cui le azioni politiche condizionano l'ambiente e creano quelle circostanze che favoriscono in tutti, e specialmente nei più deboli, la fiducia in se stessi, l'autonomia e la dignità".
Non avevi paura di essere te stesso, anche se ti è costato troppo scegliere di stare dalla parte giusta.
Hai vissuto la tua vita e professione come una “missione”, diventata naturalmente scelta di campo.
Stai vicino ad Adriana, e a noi.

“Salute, ce n’è bisogno”
Adri


Pubblichiamo anche alcuni saluti di ricordo tratti da
http://sosgeotermia.noblogs.org

E’ morto questa notte, all’ospedale di Pisa, un caro compagno, toscano e polemico anche per temperamento, ma sempre lucido e intransigente nel combattere le nocività evitabili, i cancrovalorizzatori, gli avvelenatori e i tanti “sinistri”, che quotidianamente tentano di mistificare i fatti.
Ci ha lasciato il medico igienista Michelangiolo Bolognini, che tanto ha dato alle Associazioni Ambientaliste e ai Comitati toscani e nazionali.
Ciao Michelangelo, ci mancherà la sfida del tuo sguardo irriverente, la provocazione delle tue posizioni, la tenacia del tuo impegno. Terremo cari i tuoi insegnamenti e il tuo esempio nelle lotta che continueremo a portare avanti perché la salute sia in tutto il mondo un diritto primario.

Roberto Barocci


Sembra che la sorte si accanisca contro chi più si batte contro i responsabili della distruzione dell’ambiente naturale. Avevamo perso Giuseppe Diemidio e ora Michelangiolo Bolognini che tanto si era adoperato in favore dell’Amiata. L’avevo incontrato alla riunione redazionale de Il Ponte cui collaborava con articoli pregnanti e infiammati di una passione civile e ambientale dai toni drammatici. Ora si capisce il suo dramma: lasciare troppo presto questo mondo disgraziato. Ci salutammo di fretta, aveva l’ansia di correre altrove, a riunioni dove sentiva che era necessaria la sua presenza. Ora le sue corse affannate, il suo impegno, la sua promessa di ritornare da noi, tutto è finito. Ma non è finito. La battaglia che conduciamo ‘ha un cuore antico’, siamo pochi, pressochè inascoltati ma oggi abbiamo la coscienza più che mai che la nostra lotta più che necessaria è indispensabile. Noi siamo chiamati a corrispondere alle attese degli innocenti, i bambini che nulla sanno di ‘volano di sviluppo’, i bambini, le piante, l’ambiente tutto.
Ciao Michelangiolo, abbiamo raccolto il testimone tuo e continuiamo la staffetta.

Carlo Carlucci

Michelangiolo Bolognini era il coordinatore del Gruppo Operativo Attività Produttive, la struttura interdisciplinare del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Pistoia, che costituisce l’interfaccia fra l’azienda e le Amministrazioni Comunali e i Suap.
Ricoverato qualche tempo fa a Pisa per un delicato e lungo intervento chirurgico, il dottor Bolognini stava iniziando la convalescenza e la ripresa, quando, per cause attribuibili a una imprevista emorragia, è improvvisamente deceduto.