sabato 9 aprile 2011

Il nostro tempo è adesso

A Manfredonia si combatte la stessa battaglia di Parma, e di chissà quante altre città.
La battaglia per la salvaguardia della salute.
Lo stesso esercito di cittadini perbene che lotta contro il fare affari alle spalle altrui, contar moneta calpestando i diritti delle popolazioni e i doveri dettati dalla Costituzione.
A Manfredonia oggi torna a farsi sentire la società civile, quella fatta di persone attive e consapevoli, che non vogliono arrendersi davanti all'ennesimo scippo della salute.



Verrà il tempo in cui queste mille campagne che segnano il nostro Paese in lungo e in largo si coaguleranno in un'unica massa pulsante.
La difesa dei nostri territori dalla sete di business di grandi multinazionali come di piccoli gruppi d potere troverà allora un baluardo insormontabile e perderà la sfida.
E' l'Italia migliore che nei suoi cento passi si sta incamminando verso la rivoluzione civile e democrazia, fatta anche di grande dolore.
Sono passati 14 anni dalla morte di Nicola Lovecchio, coraggioso e lungimirante artefice della lotta contro la Seveso del Sud. Ma nonostante la nube tossica del 1976, nonostante i danni provocati da Enichem, ancora oggi dobbiamo assistere a progetti assurdi come l'inceneritore targato Marcegaglia, 135 mila tonnellate di rifiuti, nonostante la presenza nei paraggi di 5 aree protette, nonostante le perizie di esperti come Feferico Valerio, a sottolineare i gravi rischi chi si corrono.
Oggi pomeriggio saremo al fianco di questi amici che portano ancora una volta un messaggio di speranza alle popolazioni, un messaggio che sale dal profondo, che ci deve corroborare e spingere a dare ancora maggiore energia per far prevalere il buon senso e i diritti, primo fra tutti quello alla salute.
Cosa dobbiamo ancora subire per meritarci questo diritto?
Quanti camini si dovranno ancora accendere?
Quanti tumori dovremo ancora curare per soffocare di dolore questi decisori politici così insensibili e gelidi.
Parma è oggi a Mandredonia a percorrere le stesse strade ed a gridare fiducia alla gente, perché solo dal basso potrà rinascere il nostro Paese così calpestato e vilipeso.
Noi abbiamo davanti la nostra Carta Costituzionale, che non lascia corridoi oscuri, ma traccia alla luce del sole il cammino da percorrere, una strada lineare e manifesta.
Che oggi fatichiamo ad intravedere nei pensieri dei nostro rappresentanti.
Oggi Parma grida Viva Mandredonia e i suoi cittadini Onesti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 9 aprile 2011
-393 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+313 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Autodiagnosi

Stamattina, presso la Provincia, si è inaugurato in pompa magna il protocollo di monitoraggio dell’aria dell'inceneritore in costruzione ad Ugozzolo, per mostrare quanto si tiene alla salute dei nostri concittadini.



Un segnale di apertura importante, che dovrebbe dimostrare chiarezza, limpidezza, porte aperte, anche se di per sé, il fatto di fare campionamenti ed installare un sistema di monitoraggio è una chiara ammissione che l’impianto emette inquinanti pericolosi.
“La priorità va alla salute dei cittadini, oltre che all'impatto sul territorio e sull'ambiente  -  afferma il presidente della Provincia Bernazzoli  -  e questo sistema di monitoraggio la garantisce in modo concreto".
Tre nuove stazioni di rilevamento si occuperanno del monitoraggio di PM10 e PM2,5. Peccato che nel monitoraggio dell’aria non sia compreso il particolato ultrafine, che nella commissione Ambiente e Salute del 23 marzo è stato indicato come probabile causa di malformazioni genetiche nei feti.
Peccato che le diossine, considerate tra i composti più pericolosi per la salute dell’uomo, sono difficilmente rilevabili nell’aria mentre ben più efficaci sarebbero i monitoraggi delle matrici ambientali quali suolo, acque, animali, piante, esseri umani.
Queste informazioni sono note alla comunità scientifica e dovrebbero dunque essere anche patrimonio dei tecnici intervenuti al tavolo convocato dalla Provincia.
Ci domandiamo come mai non siano previste queste attività di monitoraggio che fornirebbero elementi ben più significativi al decisore politico per fermare l’impianto una volta avviato.
Chiediamo che Iren si faccia carico anche di queste analisi partendo già da ora per determinare quelli che saranno gli effetti, secondo noi sicuramente nefasti, delle emissioni sull’uomo e sulle produzioni agricole.
Lo ripetiamo ancora una volta.
Con questo modo di agire noi non ci sentiamo sicuri.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 aprile 2011
-394 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+312 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 8 aprile 2011

La salute, prima di tutto

La nuova Era del Forno è alle porte e i preparativi fervono.
Ad esempio si intensifica il tentativo di sviare l'attenzione dal problema centrale di questa vicenda, che è quello sanitario, della salute.
Farà male l'impianto?
La commissione del 23 marzo scorso, per chi ha avuto la fortuna di esserci, non ha lasciato alcun dubbio: poco, tanto, moltissimo, il forno inceneritore è un trasformatore di materia che riduce i rifiuti in pulviscolo zuppo di inquinanti, che viene poi liberato in cielo.
Le discariche non spariscono, semplicemente cambiano casa, prima avvelenavano la terra, domani avveleneranno l'aria.
E' un argomento su cui non si tratta di prendere posizioni di partito o seguire logiche politiche.



No, stiamo parlando della nostra vita.
Della qualità del nostro benessere, del futuro dei nostri figli.
Siamo tutti dalla stessa parte del fronte e davanti un unico nemico: l'inquinamento ambientale.
Ma non è così semplice come sembra perché a Parma stiamo assistendo ad un approccio politico alla questione, con difese ad oltranza del progetto dal fortino delle “scelte fatte”, impermeabili a qualunque nuovo dato o studio epidemiologico recente.
Non solo.
L'associazione che dal 2006 è nata proprio allo scopo di bloccare questo progetto e salvare un po' di quell'ambiente che ancora rimane a Parma, è trascinata come si dice “per la giacchetta”, nel tentativo di depotenziare la sua azione seminando il dubbio: “Lo faranno per secondi fini?”.
Così assistiamo sempre più di frequente a tentativi di collocare il Gcr un giorno a destra, e l'altro giorno a sinistra, un giorno sostenitori del sindaco Vignali, un altro a fianco di Rifondazione nel presidio sotto la sede della Provincia.
Troppo teneri con il Pdl, troppo duri con il Pd, troppo sfacciati con Villani, troppo soffocanti con la Mantelli.
Troppo.
Noi siamo troppo. Troppo presenti, troppo incessanti, troppo movimentisti, troppo espliciti, troppo dalla parte della salute.
Ci ripetiamo.
Noi siamo troppo contro il forno, ma troppo non è mai abbastanza.
Per noi il forno è il Nemico Numero Uno.
L'inceneritore va stoppato, spento prima di accenderlo, svegliando le coscienze assonnate di questa città, che dall'ultima persona meno importante a quella in alto nella hit del potere, è ancora a bocca aperta alla finestra, in attesa degli eventi.
Ci ripetiamo.
Noi non abbiamo parentele politiche ne soggetti partitici da appoggiare, nessun gruppo con cui scambiare favori, e rimaniamo aperti e disponibili ad incontrare, discutere, scontrarci, con tutti e con chiunque e su tutto.
Abbiamo incontrato crediamo tutti quelli che hanno chiesto di farlo. A volte siamo stati noi a sollecitare la conoscenza, andiamo avanti e indietro sul territorio provinciale ed oltre, non disdegnando le trasferte fuori Italia, alla ricerca del buonsenso, che spesso incontriamo, più facilmente lontano che a casa nostra, dove vige il muro contro muro, la salute di tutti calpestata da queste logiche assurde che riescono ancora a sviare l'attenzione dal nocciolo.
Un giorno Parma perbene aprirà gli occhi e non accetterà più queste logiche, noi stiamo aspettando pazienti questo momento di risveglio civile.
Nel frattempo siamo positivi e presenti ovunque ci siano parvenze di buone pratiche nella gestione dei rifiuti, convinti come siamo che la strada del riciclo è molto più semplice e di soddisfazione che distruggere materiali in modo così barbaro e fuori tempo che è la pratica dell'incenerimento.
No more waste, waste is food.
Mai più rifiuti. I rifiuti sono cibo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 aprile 2011
-394 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+312 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 7 aprile 2011

Evviva la raccolta domiciliare

Cosa succede se eliminiamo i cassonetti stradali?
Si libera spazio (anche per incrementare i posti auto), si migliora il decoro urbano, non si abbandonano più rifiuti accanto ai cassonetti lungo le strade.
Senza cassonetti si può cominciare davvero a fare una raccolta differenziata seria ed allargata a tutti i cittadini, impostando finalmente la tariffa puntuale, per far pagare per quello che si produce e non una cifra casuale che non tiene conto dei comportamenti virtuosi.



Si può anche finalmente separare i rifiuti urbani da quelli speciali (prodotti dalle aziende)
e si migliora decisamente la qualità della raccolta differenziata.
Con la forte assimilazione attiva a Parma ma anche in tutta la nostra regione si rischia di pagare alti costi perché i cittadini pagano anche i rifiuti delle aziende.
Separando gli urbani dagli speciali, il grado di purezza dei materiali può schizzare verso l'alto, andando a far coincidere la quantità di raccolta differenziata con l'indice di recupero.
Non ha senso infatti organizzare la raccolta differenziata se poi i nostri materiali, a causa della scarsa qualità, producono a loro volta delle percentuali di scarto.
Cosa si sta aspettando a Parma ad attivare questo tipo di raccolta domiciliare a tutti i residenti indistintamente?
Non sta in piedi la questione economica perché è proprio il sistema misto (un po' stradale, un po' domiciliare) che comporta una spesa maggiore per i gestori, che devono mettere insieme due modalità completamente differenti di gestire i materiali di scarto.
L'adozione del modello domiciliare di raccolta differenziata ha dato, dove applicato, risultati importanti, decisivi, definitivi, verso percentuale virtuose di recupero di materia.
Dove sono state adottate queste misure la percentuale di raccolta differenziata è salita anche all'80% e oltre, permettendo un deciso decremento delle quantità di rifiuti da smaltire e contestualmente il miglioramento delle raccolte differenziate (in qualità).
La modalità di raccolta domiciliare a regime si dimostra anche economicamente vantaggiosa perché nonostante l'impiego di maggiore personale, il grande risparmio è nella fase di smaltimento che si riduce nelle quantità in maniera importante, spesso anche di oltre la metà.
A fronte di una produzione attuale pro capite di 600 kg, adottando tutte le misure corrette si può pensare di dimezzare la produzione di rifiuti, arrivando a circa 350 kg all'anno per persona, e il rifiuto indifferenziato può anche scendere a 80 kg pro capite.
Solo alla fine di questo percorso si può valutare quale sia la necessità di trattamento finale del secco residuo, che si riduce in modo deciso e costante, portando con sé tanti vantaggi per la collettività, come il decoro urbano, il calo delle tariffe,il minore impatto ambientale.
I livelli di raccolta differenziata imposti dalla legislazione non sono raggiungibili senza l'adozione totale della raccolta domiciliare.
L'84% dei cittadini intervistati dopo l'adozione del sistema porta a porta domiciliare non ritornerebbero al sistema precedente.
L'azienda diventa anche vicina agli utenti perché non si conferisce più ad un cassonetto ma si entra in relazione con gli operatori.
Serve forte motivazione del comune e forte condivisione dell'azienda di gestione, in modo da ottenere il successo dell'iniziativa fra la popolazione, che deve comprendere che si sta trasformando tutta la gestione, senza sperimentazioni casuali.
Il servizio deve essere adattato ai singoli domicili, in modo da adattare anche le tipologie dei contenitori alle esigenze degli utenti, senza adottare modalità stratificate.
E' ovvio che anche la comunicazione deve essere gestita bene come la fase di consegna dei materiali, un'importante interazione con i cittadini che va organizzata in modo corretto.
La comunicazione deve anche essere ripresa dopo l'avvio dell'azione di rivoluzione del sistema in modo anche da premiare le esperienze che hanno dato i risultati migliori.
Oggi la Comunità Europea chiede di trasformarci in una società del riciclaggio, adottando la gerarchia di gestione dei materiali post consumo, che vede la prima azione da adottare nella prevenzione dei rifiuti, che significa riduzione.
Non è vero che la produzione dei rifiuti va di pari passo con il benessere.
Paesi come la Germania e la Gran Bretagna, pur avendo incrementato la loro ricchezza negli ultimi anni, con una corretta politica di gestione degli scarti hanno ridotto notevolmente la loro produzione.
Azioni che anche noi possiamo imitare, per diventare anche più rispettosi dell'ambiente in cui viviamo e per lasciare a chi verrà dopo di noi una Terra migliore.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 aprile 2011
-395 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+311 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 5 aprile 2011

Noi non ci sentiamo sicuri

Il Sindaco Vignali ha detto come la pensa sulle risposte date da Iren dopo mesi di attesa e si dice rassicurato, anche se continuerà a vigilare.
Noi abbiamo analizzato le risposte e non possiamo mostrare la stessa serenità perché le risposte sono parziali, non impegnative e in alcuni casi non pervenute.
Sulle plastiche ad esempio avevamo chiesto di trattare tutte le plastiche non-Corepla con il sistema ad estrusione di Vedelago, anziché inviarle ad incenerimento con le conseguenti emissioni di diossine. Su questo Iren non ha risposto.



Sui rifiuti da fuori provincia Iren rassicura che il documento di riferimento su cui ci si basa è l’AIA e andando a leggerla si evince che, pur fissando il conferimento “esclusivamente dal territorio provinciale” si tiene aperta una porticina (non si sa mai) aggiungendo subito dopo la magica postilla “salvo autorizzazione dell’autorità competente” che poi per parlare chiaro è la Provincia.
Gli industriali che chiedono a gran voce l’impianto di Ugozzolo per ridurre i propri costi di smaltimento, dovrebbero anche loro leggersi l’AIA che, per i rifiuti speciali riporta che “Enìa dovrà garantire la priorità dello smaltimento dei rifiuti provenienti da operazioni di bonifica di siti contaminati e da discariche di rifiuti urbani”.
Con una capacità ricettiva del forno di 65.000 tonnellate/anno, 600.000 tonnellate/anno di rifiuti prodotti dalle nostre aziende e 20 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati nelle discariche da bonificare i nostri industriali dovranno attendere in fila per anni, prima di avere gli agognati sconti sulla tariffa.
Per i fanghi Iren rassicura che la soluzione dell’essicazione e dell’incenerimento è la migliore disponibile, evitando però di specificare che la combustione dei fanghi porterà profitti stratosferici alla multi-utility torinese rendendo palese il motivo per cui non sono state valutate altre soluzioni, come la bio ossidazione a umido o il bio digestore.
Sugli aspetti sanitari se il sindaco avrà modo di leggere i verbali della Commissione Ambiente e Salute del 23 marzo scorso si renderà conto che tanto sicuri non dovremmo essere se non altro perché gli stessi esperti di Moniter, studio di cui abbiamo già espresso i nostri dubbi, hanno confermato l’incremento di parti prematuri per le donne che vivono nei pressi di impianti di incenerimento.
Non ci sentiamo sicuri per il particolato ultra-fine per cui non esistono studi consolidati e nemmeno filtri che riescano a bloccarli, e si sa già da ora che si tratta dell'inquinante più pericoloso in assoluto.
Non ci sentiamo sicuri per i rischi che il Dott. Burgio di ISDE ha paventato in Commissione relativamente alle modificazioni genetiche dei feti, senza essere smentito né da Moniter né dall'Istituto Superiore Sanità.
Su fanghi e plastiche il sindaco ha detto che chiederà ad Iren soluzioni alternative e questo è sicuramente un fatto positivo, vuol dire che le plastiche non vanno bruciate, come invece vuol fare Iren. Il messaggio è chiarissimo e per noi vale come una prescrizione.
Chiediamo però tempi certi e progetti concreti, così come sulla raccolta differenziata.
In quanto tempo si pensa di togliere i cassonetti stradali ed applicare la tariffa puntuale?
Sono anni che l'assessore Sassi annuncia l'avvio della buona pratica ma finora solo parole.
Iren non ha ancora fornito il Piano Economico Finanziario, che non è citato nella risposta del sindaco Vignali, un documento fondamentale per capire come questo impianto verrà pagato e da chi.
Una domanda semplice semplice per tutti i decisori.
Se questo impianto un brutto giorno si guastasse e cominciasse ad emettere inquinanti oltre la norma, da chi ed in quanto tempo sarebbe fermato?
Le risposte a questo quesito non le abbiamo lette da nessuna parte.
Sia data questa informazione ai cittadini per rassicurarli sul loro futuro.
A Pietrasanta per chiudere l'inceneritore che avvelenava l'acqua di un torrente (2 km dalla spiaggia, attorniato di coltivazioni) è passato un anno.
Una seconda scomodissima domanda.
I filtri a maniche, che dovrebbero garantire una emissione entro i limiti di legge, quando e come verranno sostituiti? Chi controllerà? I filtri sono costosissimi e perdono in poco tempo le loro capacità di intercettazione.
La tecnologia dei filtri è avanzata rispetto a quando sono state scelti quelli da impiegare a Parma. Iren ci conferma che utilizzerà i filtri di ultimissima generazione, o adotta quelli ormai di tecnologia superata di qualche anno fa?
Anche in questo caso non abbiamo letto nulla di rassicurante.
Ci sembra che il sindaco si sia accontentato di poco.
Ci sarebbe un modo semplice di risolvere tutto questo problema:
Iren si dovrebbe dedicare alla gestione dei rifiuti del futuro, che è quella meccanica a freddo.
Noi non abbiamo preclusioni a intavolare con Iren una nuova stagione di dialogo.
Gli industriali stessi, che hanno importanti stabilimenti a fianco dell'impianto, dovrebbe fare il passo coraggioso e parlare a Iren, e parlare al sindaco, e magari anche al presidente della Provincia.
Ora che abbiamo capito che questo impianto ci rovinerà il futuro, è ora di ripensare seriamente a tutto l'approccio e mettere in campo le forze che si hanno, ma che nessuno ha il coraggio di mostrare.
Chiesi sta impegnando risorse ingenti in un settore delicato come le malattie respiratorie, proprio quelle patologie che l'impianto incrementerà, emettendo particolato ultra-fine. L'impegno per la città di Chiesi è noto, siamo sorpresi che su questo tema non ci sia una presa di posizione netta e definita. La scienza è dalla loro parte, e questa volta anche dalla parte dei cittadini.
Barilla ha il pastificio a fianco dell'inceneritore, uno smacco per la sua immagine ma anche per la qualità di vita dei suoi lavoratori, che vivranno a fianco di un impianto insalubre di classe prima. Il silenzio di Barilla è anch'esso sorprendente, come se non se la sentisse di agire in prima persona. Ma è la sua città, Barilla la deve difendere a tutti i costi!
Come ha fatto Greci, che ha avuto il coraggio di esprimere la propria posizione senza peli sulla lingua, dopo aver approfondito la questione e capito che ci sono valide alternative.
Non lasciamo in mano la città ad estranei!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 aprile 2011
-397 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+309 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

In ritardo sulla raccolta differenziata

Il consigliere comunale Marco Ablondi, Rifondazione Comunista, ha presentato il 2 aprile scorso un'interrogazione per sollecitare l'attivazione del servizio di raccolta differenziata in centro, dove ancora persiste il vecchio sistema del cassonetto stradale, grande nemico delle buone pratiche di separazione dei materiali e manca la raccolta dell'organico.
Lo ringraziamo pubblicamente perché è su questo tema che finora le amministrazioni locali si sono dimostrate in ritardo e vorremmo che si cominciasse ad affrontare il problema con decisione e volontà di perseguire risultati in tempi brevi.



La situazione di Parma, nonostante le affermazioni dell'assessore Sassi, non spicca certamente per essere presa a modello nel panorama italiano.
Oltre la modesta percentuale raggiunta finora (47%), un altro dato negativo è il trend in crescita della produzione pro capite dei rifiuti, altro importantissimo indicatore della buona gestione del territorio da parte delle amministrazioni.
In Emilia-Romagna i buoni risultati della raccolta differenziata vengono giocoforza ridimensionati dall’elevata produzione di rifiuti, ben al di sopra di Veneto e Lombardia, regioni con caratteristiche simili alla nostra, per insediamenti produttivi e tenore di vita.
A Parma si producono circa 580 kg per abitante e ciò in gran parte è dovuto alla presenza dei cassonetti stradali indifferenziati, che permettono di introdurre impropriamente anche i rifiuti delle attività commerciali. Rifiuti questi che andrebbero separati dal flusso dei rifiuti urbani e che oltretutto si presterebbero ad una differenziazione spinta.
E’ evidente anche ai non addetti ai lavori che se diamo la possibilità a chiunque di accedere ad un cassonetto con una bocca di grandi dimensioni, ci troveremo poi una serie di oggetti che altrimenti andrebbero conferiti ai centri di raccolta oppure gestiti in circuiti a parte.
Mancano oggi politiche decise e chiare per la riduzione dei rifiuti, così come non esiste un serio regolamento comunale per incentivare gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione e del privato, in modo da far partire un circolo virtuoso che crei un mercato (e nuovi posti di lavoro) per le aziende che fanno uso di materiali riciclati.
Altro problema su cui poco ci si sofferma è quello relativo alla qualità della raccolta differenziata che, a causa di errati conferimenti o scelte sbagliate di attuazione, compromette gli incentivi che vengono percepiti dal Conai e obbliga le piattaforme riceventi ad inviare a discarica o incenerimento parte del materiale raccolto con la differenziata.
Per fare un esempio concreto, la scarsa qualità delle frazioni differenziate ha registrato un mancato introito di 600.000 euro da parte del CONAI per il comune di Parma.
Il nostro cassonetto giallo, la cosiddetta raccolta multi-materiale pesante, causa problemi per il basso indice di recupero di materiale in quanto il vetro, raccolto insieme a plastica e barattolame, viene schiacciato nei camion compattatori, andando a compromettere o rendere particolarmente difficile il recupero di parte del materiale.
Scelta ottimale sarebbe invece quella di ripristinare le campane stradali per raccogliere separatamente il vetro e raccogliere nel multimateriale plastica, barattolame e tetra-pak (ora non previsto nella differenziata di Parma).
La gestione dell’organico a Parma ha poi una storia particolarmente travagliata: sono stati spesi ben 6 milioni di Euro di soldi pubblici per un impianto che doveva trattare l’organico della provincia di Parma per produrre fertilizzante di buona qualità.
Dal 2006, anno dell’inaugurazione, non ha mai prodotto 1 solo kg di compost e ad oggi sappiamo che l’impianto verrà stravolto, con una spesa aggiuntiva di altri 4 milioni di euro, per trattare la frazione residua del trattamento meccanico biologico che verrà inserito nel PAI.
L’organico dunque continuerà ad andare fuori provincia con una gestione quanto mai contraddittoria da parte di Iren, che in un primo momento aveva consegnato ai cittadini sacchetti in mater-bi per poi passare ad una fornitura di sacchetti in plastica senza fornire nessun tipo di comunicazione.
Prova ne sia che molti malcapitati compostatori domestici si sono trovati sacchetti intatti, che credevano invece compostabili, dopo mesi dal deposito nella compostiera.
Insomma, l’unica nota positiva che ci sentiamo di fare in questa analisi è che abbiamo ampi margini di miglioramento per ridurre al minimo i conferimenti in discarica o agli inceneritori.
Le possibilità di operare una migliore gestione ci sono: ci deve essere la volontà politica di andare in questa direzione e la disponibilità di Iren a dimostrare che massimizzare il recupero ed il riciclo dei materiali rientra nelle priorità della missione aziendale.
Occorre investire molto sulla comunicazione per fare in modo che i cittadini si sentano coinvolti in un processo virtuoso e che percepiscano come positivo il contributo che possono dare quotidianamente.
Il GCR è disponibile a fare la sua parte, coinvolgendo i consulenti, facendo opera di sensibilizzazione, promuovendo la rete con le realtà italiane ed estere all’avanguardia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 aprile 2011
-397 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+309 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 4 aprile 2011

Pescheria GCR

Lo scorso 1° aprile, dopo un intera giornata passata al convegno sui rifiuti organizzato dai ragazzi del Rondani, ci siamo accorti che era appunto il 1° aprile e, come è tradizione, abbiamo emesso un comunicato in tema, rilanciando inesistenti dichiarazioni dell'assessore Castellani, che folgorato dall'energia sprigionata da questi giovani studenti, aveva (forse) abbracciato la filosofia Rifiuti Zero importando il modello Vedelago anche per Parma.
Non speravamo in realtà che ci credessero in molti, vista l'enormità di una simile affermazione messa in bocca all'assessore all'inceneritore, che da 5 anni a questa parte rifiuta anche solo di pronunciare la parola Vedelago o Carla Poli.



Stranamente invece, con il passare delle ore, quasi tutti i media online pubblicavano il comunicato e tra essi, Gazzetta di Parma, Repubblica Parma e Parma Daily.
Che pomeriggio che deve aver passato il povero assessore, subissato probabilmente di telefonate dai vertici del partito e magari da Iren, che gli chiedevano conto di un tale sfrontato voltafaccia!
Non ce ne voglia assessore Castellani, era solo un innocente scherzo.
E' singolare però che Castellani si sia preso la briga di smentire una tale fandonia, quasi fosse sacrilego pensare di partire a gestire i rifiuti senza bruciarli.
Il riciclo totale va esorcizzato come un diavolo malvagio e guai solo a pensare che si possa prendere in considerazione una simile eresia.
Peccato per quegli iscritti al Pd che magari, per un attimo, hanno sperato in un partito di centro-sinistra che, parafrasando Nanni Moretti, dicesse qualcosa di sinistra.
Ambiente, sostenibilità, biodiversità... temi che vengono messi ai primi posti dell'agenda del Partito Democratico ma che poi nella pratica si scontrano con la cieca adesione allo sconsiderato progetto dell'inceneritore di Ugozzolo.
Buon 1° aprile, assessore Castellani!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 aprile 2011
- 397 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+309 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

L'ago nel Pagliari

Ci siamo a lungo soffermati alla ricerca di un senso nell'intervento di Giorgio Pagliari, capogruppo del Pd, alla commissione ambiente e sanità del 23 marzo scorso, quando si è discusso con 8 studiosi, sui rischi sanitari del costruendo inceneritore di Parma.
Ci siamo infine dovuti arrendere, l'ago nel Pagliari non lo abbiamo trovato, il suo intervento mancava proprio di anche un pur piccolo collegamento con i temi trattati.
A scuola sarebbe stato un 4: fuori tema!



Il consigliere pidiossino, che ha girovagato qua e là durante i lavori, fra telefonate ed altro, non aveva infatti dato l'impressione di seguire il corso degli interventi, suscitando l'idea di essere altrove.
La sua prosa ha poi confermato i sospetti.
Un intervento fuori tema dicevamo, limitato come al solito a sterile polemica politica, che non è entrato nel merito della questione sul tappeto, che è stato addirittura ripreso da uno dei relatori, che ha giustamente sottolineato che la gravità dei temi necessitava di dibattere su quel livello, perché la serietà della giornata lo pretendeva.
Certamente le parole di Pagliari non centravano nulla con una tematica che dovrebbe scuotere anche il suo animo, ma che invece abbiamo capito lo avevano interrogato nel profondo come potrebbe farlo un dibattito sul colore dei lecca-lecca.
Eppure il 23 marzo si è discusso proprio della nostra salute, nei prossimi 20 anni, di questioni legate alla vita anche dei suoi di elettori.
I maggiori esperti italiani di questioni ambientali legate agli impianti di incenerimento dei rifiuti hanno condotto un aggiornamento scientifico poderoso, a cui da tempo non si assisteva in città.
Cinque ore di relazioni, dibattito, approfondimenti, che hanno lasciato sul campo gli ultimi dubbi sulla innocuità dell'impianto di Ugozzolo.
Nessuno dei relatori infatti ha sostenuto che si possa considerare l'inceneritore di fianco alla Barilla un impianto salubre, dove poter fare respiri termali, dove condurre tranquilli investimenti immobiliari all'ombra del camino. Anzi i motivi di preoccupazione si sono incrementati proprio sulla base delle conclusioni dello studio Moniter della regione Emilia Romagna, che ha evidenziato per i residenti nei pressi dell'impianto la crescita di parti pre termine.
Per Pagliari invece questi temi non suscitano alcunché.
Lui si è fermato alla costatazione che le autorizzazioni sono state date e che sia ora di cambiare programma, leggendo nei titoli di coda la firma di tutti, perché ormai, diciamocelo, l'argomento ha po' stufato ed è diventato stucchevole.
Non è afflitto dal dubbio che per i cittadini e per l'economia del nostro territorio questo progetto può sconvolgere i prossimi vent'anni.
Durante i quali l'impianto brucerà materia 330 giorni all'anno, 24 ore al giorno, in 8 mila ore di funzionamento ogni anno, emettendo in atmosfera, ogni maledetta ora di tutti giorni e di tutte le notti, 144 mila metri cubi di aria sporca.
Sarà la nuova discarica, portata in cielo, che poi riscenderà a terra a imbibire i nostri terreni, le nostre colture, i prodotti finali del nostra food valley, irrorando alcune prelibatezze come diossine, furani, metalli pesanti, così come è accaduto lo scorso anno a Pietrasanta, dove l'inceneritore ha avvelenato il torrente posto a fianco dell'impianto, 3 chilometri dalla spiaggia della Versilia, riempiendolo appunto di diossine e metalli pesanti.
Anche a Pietrasanta a fianco dell'impianto sono coltivati in serie orti e campi, che attingono acqua dal torrentello per dissetare le colture. Anche a Pietrasanta l'impianto era un modello con le migliori tecnologie e i più sicuri certificati di affidabilità. A sequestrare l'impianto però ci hanno messo un anno, dopo che si era scoperto l'inquinamento, un anno in cui le emissioni sono andate avanti, in barba a tutti i principi di precauzione.
Noi oggi ci dovremmo fidare dei gestori, che non sono stati in grado nemmeno di produrre un kg di compost in questi anni, e dei controllori, che valutano sulla base di informazioni date dai gestori che sostengono che dal camino esce vapore acqueo, oppure dai politici, che affermano che gli inceneritori non producono diossina.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 marzo 2011
-398 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+308 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 3 aprile 2011

Titoli di coda

Ci piacerebbe che i cittadini comprendessero, che fossero attenti, per un minuto soltanto.
Ancora una volta abbiamo ascoltato parole al vento, mentre è tempesta quella che bussa alla nostra porta, poco oltre il casello dell'A1.
Vorremmo farvi comprendere con chi abbiamo a che fare e che senza un ribaltamento, una sollevazione democratica, una ripulsa generale, per noi non c'è futuro, non c'è strada percorribile per le persone per bene.



L'Istituto Tecnico per Geometri Rondani ha organizzato un grande e bellissimo convegno sui rifiuti, con grandi capacità tecniche, in regia i ragazzi della Quinta I, un grande evento snobbato dai media, troppo abituati ai rinfreschi e alla ragazze in gonna corta.
Bene, fra i relatori Maurizio Impallomeni, del dipartimento sanità pubblica, fra coloro che anche oggi confermano la validità “sanitaria” dell'inceneritore di Parma, un impianto che insomma è a norma di legge e rimane al di sotto dei limiti.
Che alla domanda fatale sentite cosa afferma: “Io non lo posso fermare. Lo deve fare il sindaco”.
Capite come viene giocato dai nostri decisori un tema di questa importanza.
Ribadendo la passione per il tennis tavolo, in un increscioso batti e ribatti, con noi in mezzo a fare da rete, oppure da pallina sconquassata.
Ieri il sindaco ha ribadito il suo essere incompetente: “Tocca alla Provincia”.
Ieri l'altro Bernazzoli dal suo lontano ufficio ha ripetuto la stessa litania: “Noi abbiamo finito il nostro ruolo. Il sindaco lo può fermare. Basta una lettera a Iren”.
Il sindaco è la prima autorità sanitaria, ma afferma che può agire in tal senso se i “tecnici” (leggi Arpa o Usl) gli scrivono parole chiare sui rischi.
Impallomeni sfugge al suo ruolo.
Abbiamo capito che tutti stanno facendo finta di niente, un gruppo numeroso di gnorri, gli attimi fuggenti in attesa dell'inaugurazione in pompa magna, poi la cenere, i fumi, le diossine, ricopriranno tutto, anche le polemiche.
Ci piacerebbe che i cittadini capissero, approfondissero, riflettessero, una volta di più, una volta per più tempo, e si domandassero in fondo all'anima se si sentono rappresentati, difesi, tranquilli, con questi amministratori, con questi decisori, con questi controllori.
Ieri siamo stati anche noi al Rondani e le parole degli esperti di turno sono le stesse ripetute a sfinimento. Cautela, attenzione, pazienza, percorso.
Ne abbiamo piene le tasche di questi signori dell'attesa, che non sanno che parlare di numeri evanescenti, ma non si presentano mai al capezzale dei nostri cari.
Dov'è il principio di precauzione, chi lo ha celato per sempre ai loro occhi?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 aprile 2011
-399 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+307 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?