Venerdì sera l'associazione Gestione Corretta dei Rifiuti e delle Risorse ha distribuito alla festa del Pd di Ravadese un volantino, nel quale si ricordava la vicinanza dell'inceneritore, 2 km, al luogo del ritrovo democratico e la clamorosa assenza del tema “rifiuti” nel programma del raduno.
Luca Giuberti, Paolo Fornaciari, Nicoletta Paci alla Festa del Pd (27 agosto)
I responsabili del Pd sono corsi al riparo, non, come ci si aspettava, aggiungendo il tema ambientale agli incontri, ma redigendo un contro volantino per cercare di bilanciare le nostre considerazioni.
I democratici lamentano l'eccessiva attenzione che riserviamo loro rispetto allo scarso interesse rivolto al Sindaco di Parma e ci vogliono rincuorare sulla loro “apertura al dialogo, senza censure, nel partito come negli incarichi istituzionali”.
Intanto anche al Comune non abbiamo risparmiato nei mesi scorsi manifestazioni di dissenso (l'assessore Sassi potrà fare un corposo elenco delle critiche che ha ricevuto dal GCR).
Il sindaco ha altresì avuto, ai nostri occhi, il merito di valutare il nostro progetto alternativo, esponendosi pubblicamente, dichiarando che la nostra alternativa è una cosa seria. E' chiaro che il credito che gli abbiamo dato non dura in eterno e che ci aspettiamo da lui e dalla sua giunta ulteriori passi avanti. Lo ripeteremo fino allo sfinimento: noi abbiamo unicamente l'obiettivo della salvaguardia del territorio e non siamo legati a nessun partito politico.
Nessun partito gode di maggiore o minore considerazione e simpatia da parte nostra: se solo si smettesse di stare sulla difensiva e si fosse un po' più aperti all'ascolto questo risulterebbe evidente.
Non vogliamo lo scalpo di nessuno, né di destra né di sinistra, vorremmo solo che chi decide avesse il coraggio di fare scelte diverse, che non danneggino la comunità.
Valutiamo solo i fatti e dal Pd, di fatti in direzione della salvaguardia dell'ambiente, ne abbiamo visti pochi.
Parafrasando Nanni Moretti verrebbe da dire "Fate qualcosa di sinistra!".
Il contro volantino racconta poi della disponibilità di Bernazzoli ad incontrare più volte l'associazione ed elenca le proposte alternative da noi presentate, tre secondo loro, sottolineiamo secondo loro, di cui solo l'ultima ancora al vaglio, mentre per le altre 2 la bocciatura è stata totale.
Ci vediamo costretti a far notare che l'amministrazione avrebbe dovuto pretendere l'analisi e la proposta di soluzioni alternative dai propri tecnici e non da semplici cittadini, ma questo è un altro discorso.
Infine il Pd rivendica la presa di responsabilità sul tema dei rifiuti vagheggiando scenari apocalittici (Napoli e Palermo) che credevamo ormai desuete maschere da soffitta polverosa, ma tant'è, se non hanno altri argomenti se non quello di spaventare l'opinione pubblica.
Nessuna novità, nessun tentativo di dire che l'inceneritore fa bene o non fa male, nessun commento sui rischi del territorio delle Dop. Niente insomma, il nulla, circondato di qualche frase trita e ritrita.
Un tentativo da parte del PD di Parma di difendere la figura di Bernazzoli, a discapito, a parere nostro, dell'intera comunità.
Così ci bastano poche parole per smontare il debole costrutto democratico.
Ci dicano quando mai l'assessore Castellani si sia recato “di persona” a Vedelago, a verificare con i suoi occhi cosa fanno effettivamente con i rifiuti.
Ci dicano quanti mesi ancora dobbiamo attendere per la verifica della terza proposta, e poi, se fosse valida, che cosa ne vogliono fare?
Ci dicano se accendere un forno che emetterà veleni sia la “soluzione ai problemi della comunità”, se fossimo un giudice toglieremmo subito la patria potestà!
E sul confronto smettiamola di fingere.
Conosciamo benissimo le modalità utilizzate per sopire sul nascere ogni cenno di dissenso e di opinione difforme ai loro dettami. E' scandaloso che nonostante queste evidenze, occorse anche solo pochi giorni fa, si sostenga una apertura che nei fatti di tutti i giorni non esiste.
Il Pd di Parma sta parlando a vuoto, come vuota è la sua politica ambientale nel territorio.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 agosto 2010
-617 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+89 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 28 agosto 2010
venerdì 27 agosto 2010
Parole sante, presidente Villani
Lo aspettavamo, ovviamente al varco.
Luigi Villani, medico, è vicepresidente di Iren, la multiservizi titolare del costruendo impianto di incenerimento di Ugozzolo. Come medico deve per forza conoscere i dati e non può fingere di non sapere i rischi cui il nostro territorio va incontro.
Ma non solo.
Lo scorso maggio Villani, in qualità di presidente del gruppo Pdl in regione Emilia Romagna ha interrogato la Giunta sul tema della progettata centrale di cogenerazione da biomasse nei pressi di Collecchio, nell'area attrezzata dei Filagni.
Le sue dichiarazioni non avevano lasciato margine al dubbio sulla posizione assunta.
L'area è stata indicata da Villani come zona di produzione tipica del prosciutto di Parma e quindi di alto valore agricolo e produttivo nel comparto delle Dop.
Villani sosteneva che l'attività prevista era “altamente impattante e a ragione gli abitanti sono fortemente preoccupati per la loro salute in quanto detto impianto comporterà prevedibilmente un significativo aumento dell'inquinamento.
Parole sante, che portano Villani ad un'altra importante riflessione e cioè se un'area di pregio come quella in cui si intende costruire la centrale a biomasse sia compatibile con questo tipo di impianto che incrinerebbe la qualità degli stessi prodotti mettendo a rischio le stesse stringenti normative per la produzione delle Dop di cui ci facciamo vanto.
Molto bene, molto, molto bene.
E' chiaro a tutti che una centrale a biomasse inquina molto ma molto meno di un inceneritore, visto che sappiamo esattamente con che cosa la andiamo ad alimentare, la possiamo spegnere quando e come ci pare, ha una dimensione irrisoria rispetto a ciò che si va ergendo a Ugozzolo.
A Ugozzolo si brucerà di tutto e di tutto uscirà dal camino, diossine, furani e metalli pesanti in prima fila.
Ergo, tiriamo oggi la nostre conclusioni e ci aspettiamo dal neo vice presidente una presa di posizione netta contro l'inceneritore oppure, se vogliamo mantenerci sul diplomatico, una messa in discussione dell'intero progetto per vedere cosa si può fare di diverso.
Un inceneritore inquinante nella terra del Parmigiano, del Prosciutto di Parma, del Culatello di Zibello, della pasta Barilla, del salame di Felino, della spalla cotta di San Secondo, cosa c'entra?
Ce lo sa dire, presidente?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 agosto 2010
-618 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+88 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
Luigi Villani, medico, è vicepresidente di Iren, la multiservizi titolare del costruendo impianto di incenerimento di Ugozzolo. Come medico deve per forza conoscere i dati e non può fingere di non sapere i rischi cui il nostro territorio va incontro.
Ma non solo.
Lo scorso maggio Villani, in qualità di presidente del gruppo Pdl in regione Emilia Romagna ha interrogato la Giunta sul tema della progettata centrale di cogenerazione da biomasse nei pressi di Collecchio, nell'area attrezzata dei Filagni.
Le sue dichiarazioni non avevano lasciato margine al dubbio sulla posizione assunta.
L'area è stata indicata da Villani come zona di produzione tipica del prosciutto di Parma e quindi di alto valore agricolo e produttivo nel comparto delle Dop.
Villani sosteneva che l'attività prevista era “altamente impattante e a ragione gli abitanti sono fortemente preoccupati per la loro salute in quanto detto impianto comporterà prevedibilmente un significativo aumento dell'inquinamento.
Parole sante, che portano Villani ad un'altra importante riflessione e cioè se un'area di pregio come quella in cui si intende costruire la centrale a biomasse sia compatibile con questo tipo di impianto che incrinerebbe la qualità degli stessi prodotti mettendo a rischio le stesse stringenti normative per la produzione delle Dop di cui ci facciamo vanto.
Molto bene, molto, molto bene.
E' chiaro a tutti che una centrale a biomasse inquina molto ma molto meno di un inceneritore, visto che sappiamo esattamente con che cosa la andiamo ad alimentare, la possiamo spegnere quando e come ci pare, ha una dimensione irrisoria rispetto a ciò che si va ergendo a Ugozzolo.
A Ugozzolo si brucerà di tutto e di tutto uscirà dal camino, diossine, furani e metalli pesanti in prima fila.
Ergo, tiriamo oggi la nostre conclusioni e ci aspettiamo dal neo vice presidente una presa di posizione netta contro l'inceneritore oppure, se vogliamo mantenerci sul diplomatico, una messa in discussione dell'intero progetto per vedere cosa si può fare di diverso.
Un inceneritore inquinante nella terra del Parmigiano, del Prosciutto di Parma, del Culatello di Zibello, della pasta Barilla, del salame di Felino, della spalla cotta di San Secondo, cosa c'entra?
Ce lo sa dire, presidente?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 agosto 2010
-618 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+88 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
La mappa della vergogna
Quella che vedete nell’immagine allegata non è la mappa di Chernobyl, Bhopal o Seveso.
E’ la provincia di Parma.
Vai all'immagine
Come associazione ci eravamo costituiti con l’obiettivo di contrastare la costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo, ma più andiamo avanti e più scopriamo nuove emergenze ambientali che, messe insieme, danno un quadro desolante di come viene trattato il territorio dai nostri amministratori.
Partiamo dalle cave ofiolitiche.
Ce ne sono 10 in Provincia di Parma e uno studio della Regione Emilia Romagna ne denuncia la pericolosità.
Le pietre ofiolitiche sono usate come materiale da costruzione ed hanno la particolarità di contenere all’interno fibre amianto. La pericolosità non riguarda solo chi ci lavora ma anche le popolazioni circostanti visto che l’amianto provoca il cancro ai polmoni, è estremamente volatile e per essere perfettamente sicuri di non disperderlo nell’ambiente, i camion che lo trasportano devono essere coperti ermeticamente e le loro ruote lavate accuratamente prima di uscire dalla cava.
Lo sono? Le cave attive rispettano alla lettera le indicazioni?
Lo studio di 156 pagine della regione Emilia Romagna, “Pietre Verdi”, datato 2004, è rimasto nel cassetto e non sembra aver sortito effetti di sorta.
E’ la provincia di Parma.
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Come associazione ci eravamo costituiti con l’obiettivo di contrastare la costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo, ma più andiamo avanti e più scopriamo nuove emergenze ambientali che, messe insieme, danno un quadro desolante di come viene trattato il territorio dai nostri amministratori.
Partiamo dalle cave ofiolitiche.
Ce ne sono 10 in Provincia di Parma e uno studio della Regione Emilia Romagna ne denuncia la pericolosità.
Le pietre ofiolitiche sono usate come materiale da costruzione ed hanno la particolarità di contenere all’interno fibre amianto. La pericolosità non riguarda solo chi ci lavora ma anche le popolazioni circostanti visto che l’amianto provoca il cancro ai polmoni, è estremamente volatile e per essere perfettamente sicuri di non disperderlo nell’ambiente, i camion che lo trasportano devono essere coperti ermeticamente e le loro ruote lavate accuratamente prima di uscire dalla cava.
Lo sono? Le cave attive rispettano alla lettera le indicazioni?
Lo studio di 156 pagine della regione Emilia Romagna, “Pietre Verdi”, datato 2004, è rimasto nel cassetto e non sembra aver sortito effetti di sorta.
Il Bernazzoli silente
Vincenzo Bernazzoli è presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS), organo che sviscera le politiche che la regione intende sviluppare sul territorio, valuta le modalità di distribuzione delle risorse nei distretti, porta insomma una sanità sempre più integrata al sociale, per costruire una reale politica sociosanitaria, come da indicazioni della Regione, all'interno dei territori, promuovendo la partecipazione attiva di tutti gli enti là presenti.
I temi da trattare sono quindi legati alla salute e al benessere della popolazione e la verifica dello stato dell'arte sono le finalità di questo organo.
L’ufficio di presidenza è l’organo esecutivo ed è costituito dai presidenti dei Comitati di Distretto e dal presidente della Provincia e dal vice presidente in carico al comune di Parma.
Della CTSS fanno parte in modo permanente il Rettore dell’università di Parma, i direttori delle aziende USL e dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma, il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, il presidente degli Ordine dei Medici e Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Parma e l’assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie.
Alla CTSS è inoltre affidata la realizzazione di un Piano per la Salute (PPS), che può essere infatti definito come “un piano poliennale di azione elaborato e realizzato da una pluralità di attori, coordinati dal governo locale, che impegnano risorse umane e materiali allo scopo di migliorare la salute della popolazione anche attraverso il miglioramento della assistenza sanitaria”.
Ci chiediamo.
Le eventuali problematiche sanitarie legate alle ricadute dell'impianto di incenerimento dei rifiuti in costruzione a Ugozzolo, problematicità che ovviamente andranno ad incidere sulla qualità della vita dei residenti, sono mai state affrontate dalla Conferenza Socio Sanitaria?
E' stato mai messo all'ordine del giorno qualche tema che toccasse questo grande cambiamento in atto?
Non sarebbe opportuno un dibattito nel quale tutti i partecipanti alla conferenza potessero dire la loro opinione?
Non sarebbe il caso di verificare cosa ne pensino i Distretti, l'ordine dei Medici, l’Università, i Comuni, sul tema?
Non ci pare che la lacuna sia stata in alcun modo colmata.
Non si capisce come mai l'inceneritore sia rimasto fuori dalle tante riflessioni ed approfondimenti, incontri e scontri che la CTSS ha in questi anni portato avanti.
E' forse un tema di cui Bernazzoli non vuole si parli?
Eppure nei documenti ufficiali leggiamo lo stesso presidente che afferma “la necessità di interventi che, attraverso iniziative politiche intersettoriali, tendano alla modificazione dei fattori sociali, economici e ambientali responsabili della perdita della salute”.
Crediamo che la qualità dell'aria degli abitanti di Ugozzolo e dei lavoratori dello Spip e dintorni, la qualità degli alimenti che vengono seminati, cresciuti, mangiati a Ugozzolo e nei dintorni, debbano avere la stessa dignità di tutti gli altri, senza creare cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Cosa si intende fare con le ricadute scritte nere su bianco da Enia nel suo piano progettuale?
Vieteremo le coltivazione in un raggio di qualche chilometro dal camino di Enia?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 26 agosto 2010
-619 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+87 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
I temi da trattare sono quindi legati alla salute e al benessere della popolazione e la verifica dello stato dell'arte sono le finalità di questo organo.
L’ufficio di presidenza è l’organo esecutivo ed è costituito dai presidenti dei Comitati di Distretto e dal presidente della Provincia e dal vice presidente in carico al comune di Parma.
Della CTSS fanno parte in modo permanente il Rettore dell’università di Parma, i direttori delle aziende USL e dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma, il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, il presidente degli Ordine dei Medici e Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Parma e l’assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie.
Alla CTSS è inoltre affidata la realizzazione di un Piano per la Salute (PPS), che può essere infatti definito come “un piano poliennale di azione elaborato e realizzato da una pluralità di attori, coordinati dal governo locale, che impegnano risorse umane e materiali allo scopo di migliorare la salute della popolazione anche attraverso il miglioramento della assistenza sanitaria”.
Ci chiediamo.
Le eventuali problematiche sanitarie legate alle ricadute dell'impianto di incenerimento dei rifiuti in costruzione a Ugozzolo, problematicità che ovviamente andranno ad incidere sulla qualità della vita dei residenti, sono mai state affrontate dalla Conferenza Socio Sanitaria?
E' stato mai messo all'ordine del giorno qualche tema che toccasse questo grande cambiamento in atto?
Non sarebbe opportuno un dibattito nel quale tutti i partecipanti alla conferenza potessero dire la loro opinione?
Non sarebbe il caso di verificare cosa ne pensino i Distretti, l'ordine dei Medici, l’Università, i Comuni, sul tema?
Non ci pare che la lacuna sia stata in alcun modo colmata.
Non si capisce come mai l'inceneritore sia rimasto fuori dalle tante riflessioni ed approfondimenti, incontri e scontri che la CTSS ha in questi anni portato avanti.
E' forse un tema di cui Bernazzoli non vuole si parli?
Eppure nei documenti ufficiali leggiamo lo stesso presidente che afferma “la necessità di interventi che, attraverso iniziative politiche intersettoriali, tendano alla modificazione dei fattori sociali, economici e ambientali responsabili della perdita della salute”.
Crediamo che la qualità dell'aria degli abitanti di Ugozzolo e dei lavoratori dello Spip e dintorni, la qualità degli alimenti che vengono seminati, cresciuti, mangiati a Ugozzolo e nei dintorni, debbano avere la stessa dignità di tutti gli altri, senza creare cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Cosa si intende fare con le ricadute scritte nere su bianco da Enia nel suo piano progettuale?
Vieteremo le coltivazione in un raggio di qualche chilometro dal camino di Enia?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 26 agosto 2010
-619 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+87 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
martedì 24 agosto 2010
Anche Fornovo scende in campo contro l'inceneritore
L'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR – ha inviato l'8 luglio scorso una proposta di incontro a tutti i comuni della Provincia di Parma ed ai 3 sindacati principali. Si è dato così vita ad un tour itinerante per illustrare alle amministrazioni locali l'analisi di fattibilità del progetto alternativo di gestione rifiuti che è già nelle mani di Comune e Provincia di Parma.
Dopo i primi incontri con le municipalità di Sala Baganza e Colorno e dopo essere stati a colloquio con CGIL, il 4 agosto si è svolto il confronto con gli amministratori di Fornovo.
Erano presenti per il GCR Gabriele Folli e per il municipio di Fornovo il sindaco Emanuela Grenti e gli assessori Francesco Rossi (Attività Produttive) e Carlo Oppici (Ambiente).
La discarica di Monte Ardone nei pressi di Fornovo
La lontananza dal camino deve preoccupare anche i comuni lontani da Ugozzolo, perlomeno per due motivi:
1)gran parte dell'economia parmense è fondata su marchi dell'agroalimentare che richiamano il nome di Parma (Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma) e quindi anche il piccolo caseificio di montagna o prosciuttificio possono risentire di un eventuale allarme sanitario all'imbocco della Food Valley
2)il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti viene gestito a livello di tutto il territorio e quindi le decisioni che si prendono a Parma vanno ad impattare su usi ed abitudini di tutti i cittadini della provincia.
Municipio di Fornovo e GCR hanno dunque espresso una visione comune di come vorrebbero lo sviluppo del territorio per i prossimi anni, esprimendo un deciso no alla gestione dei rifiuti tramite incenerimento che coinvolge non solo l'impianto di Ugozzolo ma anche l'impianto di incenerimento di oli esausti che è situato nel comune di Fornovo all'interno dello stabilimento Laterlite.
Un parallelo che interessa anche in questo caso l'azienda Barilla, visto che se a Parma sta vedendo crescere un impianto di incenerimento da 130.000 tonnellate di fianco al più grande pastificio del mondo, a Rubbiano è già in funzione da anni l'impianto che brucia oli esausti, a fianco dello stabilimento Barilla dove vengono prodotti i biscotti del Mulino Bianco.
L'associazione GCR e il Comune di Fornovo chiedono dunque che venga riconsiderata da Provincia di Parma, Comune di Parma e Iren, la politica di gestione dei rifiuti locale e che venga ridiscussa insieme ai soggetti interessati seguendo alcune linee guida:
puntare decisamente sul porta a porta spinto con una raccolta mono-materiale di tutte le frazioni recuperabili,
armonizzare le modalità di gestione dei rifiuti in ogni comune, al fine di osservare le stesse modalità di conferimento su tutto il territorio, evitando comportamenti difformi da comune a comune (es. il tetrapak che a Sorbolo e Fornovo viene avviato al riciclo a Parma viene gettato nell'indifferenziato)
favorire politiche di riduzione del rifiuto con incentivi a buone pratiche di riutilizzo (prodotti alla spina, acqua pubblica nelle mense e nelle istituzioni, incentivi all'acquisto di eco-pannolini)
sostenere la nascita di nuovi gruppi di acquisto solidale (GAS) per favorire acquisti locali a km zero ed una economia che faccia bene a tutti e non solo ad alcuni
incentivare l'acquisto di materiali derivati dal riciclaggio (Green Public Procurement)
Il Comune di Fornovo appoggia dunque il progetto alternativo di gestione dei rifiuti proposto dal GCR, anche nell'ottica di presentare il territorio di Parma all'opinione pubblica nazionale e mondiale come un territorio che ha affrontato e risolto la gestione dei rifiuti attraverso tecniche di sostenibilità ambientale.
I contatti del GCR con i sindaci della provincia proseguiranno a settembre con altri appuntamenti (Lesignano e Sorbolo i primi in agenda) con lo scopo di creare una rete di conoscenze e competenze sulla materia che svolga una spinta positiva verso Comune di Parma, Provincia ed Iren, al fine sospendere la costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 agosto 2010
-621 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+85 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
Dopo i primi incontri con le municipalità di Sala Baganza e Colorno e dopo essere stati a colloquio con CGIL, il 4 agosto si è svolto il confronto con gli amministratori di Fornovo.
Erano presenti per il GCR Gabriele Folli e per il municipio di Fornovo il sindaco Emanuela Grenti e gli assessori Francesco Rossi (Attività Produttive) e Carlo Oppici (Ambiente).
La discarica di Monte Ardone nei pressi di Fornovo
La lontananza dal camino deve preoccupare anche i comuni lontani da Ugozzolo, perlomeno per due motivi:
1)gran parte dell'economia parmense è fondata su marchi dell'agroalimentare che richiamano il nome di Parma (Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma) e quindi anche il piccolo caseificio di montagna o prosciuttificio possono risentire di un eventuale allarme sanitario all'imbocco della Food Valley
2)il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti viene gestito a livello di tutto il territorio e quindi le decisioni che si prendono a Parma vanno ad impattare su usi ed abitudini di tutti i cittadini della provincia.
Municipio di Fornovo e GCR hanno dunque espresso una visione comune di come vorrebbero lo sviluppo del territorio per i prossimi anni, esprimendo un deciso no alla gestione dei rifiuti tramite incenerimento che coinvolge non solo l'impianto di Ugozzolo ma anche l'impianto di incenerimento di oli esausti che è situato nel comune di Fornovo all'interno dello stabilimento Laterlite.
Un parallelo che interessa anche in questo caso l'azienda Barilla, visto che se a Parma sta vedendo crescere un impianto di incenerimento da 130.000 tonnellate di fianco al più grande pastificio del mondo, a Rubbiano è già in funzione da anni l'impianto che brucia oli esausti, a fianco dello stabilimento Barilla dove vengono prodotti i biscotti del Mulino Bianco.
L'associazione GCR e il Comune di Fornovo chiedono dunque che venga riconsiderata da Provincia di Parma, Comune di Parma e Iren, la politica di gestione dei rifiuti locale e che venga ridiscussa insieme ai soggetti interessati seguendo alcune linee guida:
puntare decisamente sul porta a porta spinto con una raccolta mono-materiale di tutte le frazioni recuperabili,
armonizzare le modalità di gestione dei rifiuti in ogni comune, al fine di osservare le stesse modalità di conferimento su tutto il territorio, evitando comportamenti difformi da comune a comune (es. il tetrapak che a Sorbolo e Fornovo viene avviato al riciclo a Parma viene gettato nell'indifferenziato)
favorire politiche di riduzione del rifiuto con incentivi a buone pratiche di riutilizzo (prodotti alla spina, acqua pubblica nelle mense e nelle istituzioni, incentivi all'acquisto di eco-pannolini)
sostenere la nascita di nuovi gruppi di acquisto solidale (GAS) per favorire acquisti locali a km zero ed una economia che faccia bene a tutti e non solo ad alcuni
incentivare l'acquisto di materiali derivati dal riciclaggio (Green Public Procurement)
Il Comune di Fornovo appoggia dunque il progetto alternativo di gestione dei rifiuti proposto dal GCR, anche nell'ottica di presentare il territorio di Parma all'opinione pubblica nazionale e mondiale come un territorio che ha affrontato e risolto la gestione dei rifiuti attraverso tecniche di sostenibilità ambientale.
I contatti del GCR con i sindaci della provincia proseguiranno a settembre con altri appuntamenti (Lesignano e Sorbolo i primi in agenda) con lo scopo di creare una rete di conoscenze e competenze sulla materia che svolga una spinta positiva verso Comune di Parma, Provincia ed Iren, al fine sospendere la costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 agosto 2010
-621 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+85 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
Anche Fornovo scende in campo contro l'inceneritore
Sarà in scena a Londra dal 26 agosto la Junkitechture, ovvero l’arte di costruire con materiali di scarto di ogni sorta. Un esempio d’architettura d’avanguardia del terzo millennio, che combina materiali riciclati a tecniche di costruzione a basso impatto
Si chiama ‘Jellyfish’, medusa, un teatro realizzato con i rifiuti, che sta sorgendo a Londra a dieci minuti a piedi dal Globe theatre sul Tamigi.
Per la sua costruzione vengono utilizzati vecchie scenografie teatrali, cassette del mercato, vecchie cucine, scarti di cantieri edili, pallet provenienti dal mercato della frutta di Covent Garden: insomma tutto quello che può offrire la spazzatura e che passa tra le mani dei progettisti Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling.
I due architetti tagliano, assemblano, montano le varie parti del manufatto seguendo non tanto un progetto preciso, ma le proprietà dei vari materiali in cui si imbattono adattando e plasmando il progetto sulla base dei materiali che hanno a disposizione.
Si chiama ‘Jellyfish’, medusa, un teatro realizzato con i rifiuti, che sta sorgendo a Londra a dieci minuti a piedi dal Globe theatre sul Tamigi.
Per la sua costruzione vengono utilizzati vecchie scenografie teatrali, cassette del mercato, vecchie cucine, scarti di cantieri edili, pallet provenienti dal mercato della frutta di Covent Garden: insomma tutto quello che può offrire la spazzatura e che passa tra le mani dei progettisti Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling.
I due architetti tagliano, assemblano, montano le varie parti del manufatto seguendo non tanto un progetto preciso, ma le proprietà dei vari materiali in cui si imbattono adattando e plasmando il progetto sulla base dei materiali che hanno a disposizione.
lunedì 23 agosto 2010
Un teatro dai rifiuti
Sarà in scena a Londra dal 26 agosto la Junkitechture, ovvero l’arte di costruire con materiali di scarto di ogni sorta. Un esempio d’architettura d’avanguardia del terzo millennio, che combina materiali riciclati a tecniche di costruzione a basso impatto
Si chiama ‘Jellyfish’, medusa, un teatro realizzato con i rifiuti, che sta sorgendo a Londra a dieci minuti a piedi dal Globe theatre sul Tamigi.
Per la sua costruzione vengono utilizzati vecchie scenografie teatrali, cassette del mercato, vecchie cucine, scarti di cantieri edili, pallet provenienti dal mercato della frutta di Covent Garden: insomma tutto quello che può offrire la spazzatura e che passa tra le mani dei progettisti Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling.
I due architetti tagliano, assemblano, montano le varie parti del manufatto seguendo non tanto un progetto preciso, ma le proprietà dei vari materiali in cui si imbattono adattando e plasmando il progetto sulla base dei materiali che hanno a disposizione.
Obiettivo? Riuscire a mantenere in piedi il teatro di rifiuti per almeno due mesi.
E infatti gli 81 volontari al lavoro sono impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo per inaugurarlo il 26 agosto prossimo.
Dopo aver ospitato due spettacoli sui mutamenti climatici (Oikos di Simon Wu e Protozoa di Kay Adshead), il teatro sarà smantellato e i materiali riciclati nuovamente. “Questo progetto inverte i normali processi della nostra economia. Prendiamo qualcosa di inutile e ne facciamo qualcosa che ha un valore”, commentano i due artisti che stanno lavorando al progetto. Jellifish – assicurano i due progettisti - sarà in ogni caso conforme alle norme di costruzione e di sicurezza antincendio ed è completamente resistente e sicuro e in grado di ospitare 120 persone.
Sarà interamente sostenibile in quanto non solo basato sul riciclaggio dei rifiuti, ma anche sui principi dell’architettura energeticamente efficiente che punta a utilizzare il più possibile la luce naturale garantita da un grande muro realizzato interamente con bottiglie di vetro. L’energia elettrica sarà invece fornita da un innovativo sistema di celle a combustibile per accaparrarsi l'energia proveniente dal sole.
Il progetto è visitabile al sito http://www.oikosproject.com/
Noi invece bruciamo tutto, tutto deve sparire da sotto i nostri occhi perché apparentemente inutile.
Molto più utile bruciare e far soldi a scapito della salute dei cittadini e dell'ambiente
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 agosto 2010
-622 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+84 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
Si chiama ‘Jellyfish’, medusa, un teatro realizzato con i rifiuti, che sta sorgendo a Londra a dieci minuti a piedi dal Globe theatre sul Tamigi.
Per la sua costruzione vengono utilizzati vecchie scenografie teatrali, cassette del mercato, vecchie cucine, scarti di cantieri edili, pallet provenienti dal mercato della frutta di Covent Garden: insomma tutto quello che può offrire la spazzatura e che passa tra le mani dei progettisti Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling.
I due architetti tagliano, assemblano, montano le varie parti del manufatto seguendo non tanto un progetto preciso, ma le proprietà dei vari materiali in cui si imbattono adattando e plasmando il progetto sulla base dei materiali che hanno a disposizione.
Obiettivo? Riuscire a mantenere in piedi il teatro di rifiuti per almeno due mesi.
E infatti gli 81 volontari al lavoro sono impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo per inaugurarlo il 26 agosto prossimo.
Dopo aver ospitato due spettacoli sui mutamenti climatici (Oikos di Simon Wu e Protozoa di Kay Adshead), il teatro sarà smantellato e i materiali riciclati nuovamente. “Questo progetto inverte i normali processi della nostra economia. Prendiamo qualcosa di inutile e ne facciamo qualcosa che ha un valore”, commentano i due artisti che stanno lavorando al progetto. Jellifish – assicurano i due progettisti - sarà in ogni caso conforme alle norme di costruzione e di sicurezza antincendio ed è completamente resistente e sicuro e in grado di ospitare 120 persone.
Sarà interamente sostenibile in quanto non solo basato sul riciclaggio dei rifiuti, ma anche sui principi dell’architettura energeticamente efficiente che punta a utilizzare il più possibile la luce naturale garantita da un grande muro realizzato interamente con bottiglie di vetro. L’energia elettrica sarà invece fornita da un innovativo sistema di celle a combustibile per accaparrarsi l'energia proveniente dal sole.
Il progetto è visitabile al sito http://www.oikosproject.com/
Noi invece bruciamo tutto, tutto deve sparire da sotto i nostri occhi perché apparentemente inutile.
Molto più utile bruciare e far soldi a scapito della salute dei cittadini e dell'ambiente
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 agosto 2010
-622 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+84 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
domenica 22 agosto 2010
Inceneritori, le evidenze crescono
Un altro (l'ennesimo per la verità) studio epidemiologico, che attesta la nocività degli impianti di incenerimento di rifiuti, è stato pubblicato recentemente su un'importante rivista scientifica (Occup Environ Med 2010; 67, 493-499).
Lo studio è stato condotto in Francia. Riguarda l'insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte, prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza, ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti.
Lo studio ha identificato 304 casi di malformazioni di questo tipo, diagnosticate nel periodo 2001- 2003 nel sud est della Francia, ove sono attivi 21 inceneritori. Ha evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed in base all'esposizione a diossine calcolata su un modello di ricaduta, un rischio di insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte l'atteso.
Ancora più interessante dello studio stesso però è l'editoriale che compare nella prestigiosa rivista scientifica in cui lo studio è pubblicato, che afferma ciò che ormai da anni numerosi medici (e non solo) vanno dicendo.
Questi impianti, oltre che immettere fumi in atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto, una volta costruiti, vanno alimentati con rifiuti, ostacolando quindi il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la riduzione, il recupero/riciclo ecc.
I danni che gli inceneritori provocano sono ormai indiscutibilmente riconosciuti. Nello studio condotto in prossimità dei due inceneritori di Forlì non sono state purtroppo indagate anche le malformazioni, tuttavia, nel livello sub-massimale di esposizione, il più popolato, si è avuto un incremento del rischio di abortività spontanea del 44%.
Malformazioni ed abortività spontanea sono eventi strettamente correlati in quanto quest'ultima riflette l'azione nociva sull'embrione e sul feto delle sostanze tossiche cui la madre esposta e che, qualora non si arrivi all'aborto, può portare malformazioni.
Sempre lo stesso studio documenta, nel livello di esposizione citato e nelle sole donne, un aumento di ricoveri per una serie di problematiche anche gravissime
Malattie renali (oltre il 200%), infarto, infezioni respiratorie, scompenso cardiaco ed un aumento di morte per tumori (stomaco, colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello, leucemie) e complessivamente nell'intera area esaminata ben 116 decessi oltre l'atteso fra le donne nei 3 anni presi in esame.
Tutto ciò non deve stupire se si pensa che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l'utilizzo di tecnologie adeguate ed a norma di legge, sono comunque presenti inquinanti di ogni specie (dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine).
Del resto, da quanto di recente emerso sulla stampa, anche l'inceneritore di Montale (Toscana) non è stato da meno, se si sono registrati ben 152 morti per cancro in eccesso nei soli comuni di Montale ed Agliana (Montemurlo, l'altro comune soggetto alle ricadute, non ha disponibili i dati).
Ma c'è davvero bisogno di continuare a fare studi per avvalorare ciò che il semplice e comune buon senso indica: perché continuare a spargere veleni, tanti o pochi che siano, quando ne possiamo fare assolutamente a meno?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 agosto 2010
-623 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+83 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
Lo studio è stato condotto in Francia. Riguarda l'insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte, prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza, ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti.
Lo studio ha identificato 304 casi di malformazioni di questo tipo, diagnosticate nel periodo 2001- 2003 nel sud est della Francia, ove sono attivi 21 inceneritori. Ha evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed in base all'esposizione a diossine calcolata su un modello di ricaduta, un rischio di insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte l'atteso.
Ancora più interessante dello studio stesso però è l'editoriale che compare nella prestigiosa rivista scientifica in cui lo studio è pubblicato, che afferma ciò che ormai da anni numerosi medici (e non solo) vanno dicendo.
Questi impianti, oltre che immettere fumi in atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto, una volta costruiti, vanno alimentati con rifiuti, ostacolando quindi il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la riduzione, il recupero/riciclo ecc.
I danni che gli inceneritori provocano sono ormai indiscutibilmente riconosciuti. Nello studio condotto in prossimità dei due inceneritori di Forlì non sono state purtroppo indagate anche le malformazioni, tuttavia, nel livello sub-massimale di esposizione, il più popolato, si è avuto un incremento del rischio di abortività spontanea del 44%.
Malformazioni ed abortività spontanea sono eventi strettamente correlati in quanto quest'ultima riflette l'azione nociva sull'embrione e sul feto delle sostanze tossiche cui la madre esposta e che, qualora non si arrivi all'aborto, può portare malformazioni.
Sempre lo stesso studio documenta, nel livello di esposizione citato e nelle sole donne, un aumento di ricoveri per una serie di problematiche anche gravissime
Malattie renali (oltre il 200%), infarto, infezioni respiratorie, scompenso cardiaco ed un aumento di morte per tumori (stomaco, colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello, leucemie) e complessivamente nell'intera area esaminata ben 116 decessi oltre l'atteso fra le donne nei 3 anni presi in esame.
Tutto ciò non deve stupire se si pensa che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l'utilizzo di tecnologie adeguate ed a norma di legge, sono comunque presenti inquinanti di ogni specie (dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine).
Del resto, da quanto di recente emerso sulla stampa, anche l'inceneritore di Montale (Toscana) non è stato da meno, se si sono registrati ben 152 morti per cancro in eccesso nei soli comuni di Montale ed Agliana (Montemurlo, l'altro comune soggetto alle ricadute, non ha disponibili i dati).
Ma c'è davvero bisogno di continuare a fare studi per avvalorare ciò che il semplice e comune buon senso indica: perché continuare a spargere veleni, tanti o pochi che siano, quando ne possiamo fare assolutamente a meno?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 agosto 2010
-623 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+83 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
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