venerdì 19 aprile 2013

Legge Rifiuti Zero, è Firma Day


La raccolta firme per la legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero entra nel vivo con i “Firma Day” organizzati in tutta Italia e partiti domenica 14 aprile. Le finalità generali del disegno di legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero si fondano sulle seguenti linee direttrici:
1. far rientrare il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta
2. rispettare gli indirizzi della Carta di Ottawa, 1986
3. rafforzare la prevenzione primaria di malattie causate dall'inadeguata gestione dei rifiuti
4. assicurare l'informazione continua e trasparente alle comunità in materia di ambiente e rifiuti
5. riduzione della produzione dei rifiuti del 20% al 2020 e del 50% al 2050 rispetto al 2000
6. recepire ed applicare la Direttiva quadro 2008/98/CE
7. recepire ed applicare il referendum del 2011 sulla gestione dei servizi pubblici locali



Per perseguire le suddette finalità, il progetto di legge contiene una serie di misure finalizzate a:
1. promuovere e incentivare una corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo
2. spostare risorse dallo smaltimento e dall’incenerimento verso la riduzione, il riuso e il riciclo
3. contrastare il ricorso crescente alle pratiche di smaltimento dei rifiuti distruttive dei materiali
4. ridurre progressivamente il conferimento in discarica e l'incenerimento
5. sancire il principio “chi inquina paga” con responsabilità civile e penale per danno ambientale
6. dettare norme per l'accesso dei cittadini all'informazione e alla partecipazione in materia di rifiuti

Da nord a sud, su tutto il territorio nazionale, i comitati territoriali organizzeranno volantinaggi, banchetti, iniziative, per sensibilizzare sulla problematica dei rifiuti e per raccogliere le prime firme a favore della legge.
Il percorso legislativo è iniziato lo scorso 27 marzo con il deposito del testo in Corte di Cassazione. Le firme necessarie per la presentazione della legge sono 50mila ma si conta di raccoglierne molte di più.
La legge Rifiuti Zero è promossa da 150 associazioni, realtà sociali e comitati territoriali che mirano ad una riforma strutturale del sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e che punta fortemente sull'educazione ambientale. Se approvata la Legge Zero Rifiuti rappresenta una vera e propria rivoluzione verde basata su sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione, lavoro.
L'obiettivo è di fondamentale importanza per la nostra vita e per quella dei nostri figli: si tratta di riscrivere il futuro.
Testo della legge, comitati territoriali, materiali e informazioni su:
http://www.leggerifiutizero.it/

A Parma il primo Firma Day sarà sabato 20 e domenica 21. Il banchetto sarà allestito in via Mazzini nei seguenti orari:
sabato 10,30-12,30 / 16,30-18,30
domenica 10,30-12,30 / 16,30-18,30

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 aprile 2013

giovedì 18 aprile 2013

Il greenwashing di Laterlite


Il greenwashing di Laterlite

Esiste, tra Val Taro e Val Ceno, un nuovo eden, la fabbrica dei sogni.
Un paradiso terrestre nel quale rifiuti speciali e pericolosi vengono co-inceneriti senza produrre alcun danno ambientale, come più volte ribadito dall’azienda stessa.
Stiamo parlando dello stabilimento Laterlite di Rubbiano e delle zone di ricaduta delle emissioni del suo grande camino da 100 mila metri cubi/ora.
Il giornalino “Greentoso” (?), finanziato dalla Comunità Montana Ovest e distribuito in tutte le scuole medie ed elementari del territorio come strumento per la diffusione di buone pratiche di educazione ambientale, presenta, nel suo ultimo imperdibile numero di marzo 2013, una pagina interamente curata dalla multinazionale che produce argilla espansa co-incenerendo ogni anno 60 mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi.



Nella fiabesca ricostruzione, però, si legge delle palline di argilla espansa come di “soffici pop corn”, cotti in grandi forni e poi lasciati all’aria a “stagionare come salumi”. Leggiamo anche che Laterlite “riduce l’inquinamento e limita l’uso di energie non rinnovabili” (mentre invece gli oli esausti inceneriti dal bruciatore sono evidentemente considerati alla stregua di sole-acqua-vento). Abbiamo poi gli animaletti del Parco Taro e Ceno che si rifugiano tra gli alberi piantati dall’azienda, in un indeterminato e gioioso tripudio bucolico. Una descrizione poi dello straordinario “family day alla Laterlite” durante il quale i bambini hanno avuto l’imperdibile occasione di arrampicarsi su montagne di palline e di farsi truccare dai supereroi ed i genitori hanno potuto gustare una superlativa torta fritta.
Naturalmente nemmeno una parola sul processo di lavorazione adottato per ottenere le palline, nell’ambito del quale oli esausti ed emulsioni oleose vengono coincenerite, producendo una notevole quantità di emissioni al camino, che ricordiamo, sono fortemente mutagene e contengono diossine, metalli pesanti, policlorobifenili, ossidi di azoto e zolfo, ecc.
Un processo a forte impatto ambientale, che prevede una AIA (autorizzazione integrata ambiente) e come ribadito durante l’ultima riunione pubblica dal Dott. Pirondi di AUSL , presenta criticità sotto il profilo dell’impatto sanitario.
Ci lascia sbigottiti e disarmati il fatto che sia addirittura un ente pubblico, la Comunità Montana, a spendere soldi per produrre questo tipo di strumenti divulgativi. Un co-inceneritore di rifiuti pericolosi che diventa un esempio ambientale, un modello da replicare, una guida per l’educazione ambientale di un bambino.
Chiediamo a Bassi, sindaco di Varano e presidente della Comunità Montana, se ritenga corretto l’utilizzo di questi stratagemmi da parte di un’azienda palesemente intenzionata a mettere in pratica un’opera di greenwashing veramente stucchevole.
Vorremmo anche chiedere a tutti i sindaci dei comuni, che costituiscono la Giunta della Comunità Montana, se siano al corrente dei contenuti e dei modi del progetto “Greentoso” e se condividano la divulgazione nelle scuole del loro territorio di queste informazioni.
E’ davvero avvilente constatare come proprio le istituzioni garanti del territorio, della salute e della tutela ambientale si rendano complici di messaggi fuorvianti ed ingannevoli. Una, ennesima, brutta pagina (in questo caso letteralmente) di questa vicenda, in cui i cittadini chiedono spiegazioni e trasparenza, ma in cambio ottengono porte sbarrate e provocazioni.
Nel frattempo, dopo 4 mesi dalla conclusione della conferenza dei servizi, ancora non esiste il testo dell’autorizzazione. Intanto Laterlite, forse innervosita dalla visita di Arpa e Carabinieri (che hanno riscontrato infrazioni nello stoccaggio di rifiuti e sotto-prodotti) ha diffidato, tramite i suoi legali, addirittura il Comune di Solignano, reo di aver consegnato ad una associazione della documentazione relativa al procedimento AIA .
Invitiamo i cittadini a partecipare numerosi alla prima seduta pubblica dell’Osservatorio Ambientale, sabato 20 aprile ore 10,00 presso la sala del circolo di Rubbiano.
Tocca ai cittadini riprendersi il futuro.

Comitato Rubbiano per la Vita

mercoledì 17 aprile 2013

Tirreno Power, perizia choc in Procura


La centrale di Vado Ligure (Savona) sotto accusa

Da Il Secolo XIX

Giovanni Ciolina

Le emissioni delle ciminiere della Tirreno Power di Vado Ligure sarebbero alla base di molti casi di cancro nella popolazione vadese e zona limitrofe alla centrale. Ma soprattutto ci sarebbe nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi per malattie cancerogene da inquinamento.



È l’inquietante (usando un eufemismo) conclusione a cui sono arrivati i periti incaricati dalla procura per accertare eventuali responsabilità dell’azienda nell’incremento di malattia nell’ambito di un’inchiesta condotta contro ignoti dal procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci.
Se la conferma dell’inquinamento delle aree circostanti la Tirreno Power era arrivata già l’anno scorso dall’esame dei licheni, ieri mattina il pool di esperti ha illustrato ai due pm le conclusioni a cui sono arrivati. E il lavoro a questo punto sarebbe ancora più delicato ed approfondito.
Dal sesto piano del palazzo di giustizia è impossibile avere la benché minima indiscrezione anche se gli esperti sono rimasti chiusi nella stanza del procuratore per tutta la mattinata. Nel corso del faccia a faccia durato oltre 4 ore i periti avrebbero fornito dati e numeri a sostegno della loro tesi, anche se per la relazione definitiva bisognerà attendere ancora qualche settimana.
Ma già il passo avanti presentato ieri rappresenta un autentico particolare in grado di far deflagare le polemiche e le contestazioni degli ecologisti, ma allo stesso tempo di regalare una visione diametralmente opposta all’inchiesta.
L’ipotesi investigativa, in caso di nesso di causalità tra inquinamento e morti, diverrebbe l’omicidio colposo. Una strada che fino all’estate scorsa sembrava remota o quanto meno difficile da sostenere, anche perché è necessario individuare una parte offesa per poter sostenere quel tipo di accusa. Aspetto questo che è rimasto assolutamente coperto dal segreto istruttorio nonostante le conclusioni a cui sono giunti i periti lascerebbero intendere uno sviluppo anche in questo senso.
Ma di fronte alla delicatezza della vicenda anche la procura vuole procedere con i piedi di piombo, senza creare eventuali inutili allarmismi.
Il lavoro dei periti nominati dalla procura ha invece avuto un’accelerazione decisa negli ultimi tempi.
Era stata addirittura chiesta la possibile collaborazione da parte dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste per fare da “cavia” negli eventuali accertamenti, am sembra che poi non se ne sia fatto nulla.
A luglio scorso, infatti i consulenti avevano presentato un quadro già abbastanza preoccupante sullo stato dell'inquinamento della aree limitrofe la Tirreno Power di Vado, ma anche l’Italiana Coke di Bragno dopo uno studio sui licheni.
Il primo verdetto era stato preciso: c’è stata sofferenza in prossimità dei due insediamenti produttivi, ma per i dati precisi avevano dato appuntamento all’inizio dell’autunno scorso.
Una scadenza che non sarebbe stata rispettata, benché ai magistrati inquirenti fosse stata ventilata la concretezza dell’ipotesi più grave. Un lavoro, delicato, complicato e soprattutto capillare svolto sul territorio che solo in queste settimane ha assunto i contorni definitivi illustrati ieri mattina al procuratore Granero e al sostituto Paolucci.
A questo punto non resta che attendere gli ulteriori sviluppi provenienti dai consulenti e gli eventuali passi adottati dalla procura di fronte alle conclusioni scioccanti della perizia.
Un tema, quello dell'inquinamento ambientale e in particolare di Tirreno Power, particolarmente d’attualità negli ultimi anni con convegni, dibattiti e manifestazioni di piazza che hanno coinvolto decine di associazioni di ambientalisti. E di Tirreno Power si parlerà anche oggi in un convegno pubblico.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

martedì 16 aprile 2013

Iren, F2i non sblocca investimento ambiente


Reuters
http://it.reuters.com/article/italianNews/idITL5N0D23YM20130415

Non si sblocca l'investimento di F21 nel fondo Ambiente di Iren, almeno per il momento. Oggi nell'incontro svoltosi al comune di Parma con il sindaco, Federico Pizzarotti e i vertici della multiutiliuty di Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, l'AD di F2i, Vito Gamberale Non ha preso una posizione definitiva.
"Non ha comunicato la decisione di investire nel fondo ambiente, anche se questa non era la sede opportuna. Da parte nostra noi non possiamo né tranquillizare né allarmare" ha riferito il primo cittadino grillino di Parma, al termine del vertice durato poco più di un'ora e al quale lo stesso sindaco è arrivato con 30' di ritardo. Bocche cucite da parte sia di Gamnberale che dei vertici di Iren: l'AD Andrea Viero e il presidente Roberto Bazzano.



"A Gamberale ho detto qual è il nostro punto di vista sull'impianto, ma adesso dobbiamo pensare a che cosa fare domani", ha aggiunto il sindaco.
Iren ha comunicato a Parma che l'entrata in esercizio del tanto contestato inceneritore, cavallo di battaglia della campagna elettorale di Pizzarotti nel 2012, avverrà fra il 24 e il 26 di aprile. "A Iren sono stati i primi a dire che ci sarà massima attenzione al tema dei controlli ambientali e anzi c'è stato anche dato un via libera a fare a un'ulteriore commissione che controlli le emissioni. La partenza a regime è molto più avanti questo è l'inizio dei collaudi", ha poi aggiunto.
Il fondo di Gamberale ha deciso di bloccare l'investimento di 80 milioni nel fondo Ambiente di Iren, dove confluiranno i termovalorizzatori di Parma e Piacenza, finché non ci sarà chiarezza sui rischi di natura legale legati all'impianto. Di qui l'incontro odierno chiesto da Gamberale al sindaco di Parma. Sull'impianto pende la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dalla procura di Parma contro la sua costruzione.
Su questo aspetto la posizione del sindaco è chiara: "Non è nella nostra giurisdizione quanto contenuto nella lettera inviata da Gamberale a Iren (nel quale si bloccava l'investimnento, ndr.). Questo è un tema piu legale e per quanto ci riguarda la legge va avanti e farà il suo corso".
Dice ancora Pizzarotti: "Gamberale è venuto a confrontarsi con noi perché non ci eravamo mai visti primi. E' stato un incontro profiquo e ci rivedremo per parlare delle prospettive future del fondo e quindi anche di Iren. Abbiamo parlato anche di quelli che potrebbero essere i progetti futuri perché ci hanno parlato di quelli che sono le attività delle loro società in giro per l'Italia dal fotovoltaico alla fibra ottica. E su questo siamo rimasti in accordi per avere dei contatti e valutare possibili sviluppi futuri sul territorio".

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Rossano Ercolini, Nobel alternativo per l'ambiente


Rossano Ercolini, Nobel alternativo per l'ambiente

Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori (Lu), presidente di Zero Waste Europe, riceve a San Francisco il Goldman Enrivonmental Prize 2013. Dopo aver bloccato, insieme alla sua comunità, la costruzione di un inceneritore nella Piana di Lucca, oggi è tra i principali promotori del movimento "Rifiuti zero".



Il 15 aprile 2013, Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori, in provincia di Lucca, ha ricevuto il presitigioso Goldman Environmental Prize 2013, conosciuto come il Nobel alternativo per l'Ambiente, per il suo impegno contro gli inceneritori e a favore della strategia "Rifiuti zero".
Ercolini, presidente di Zero Waste Europe, racconta ad Altreconomia la sua idea di un ciclo virtuoso dei rifiuti, che parte dal momento in cui i beni vengono prodotti.
La Fondazione Goldman ha voluto premiare Rossano Ercolini, poiché “quando sentì parlare dei progetti di edificazione dell’inceneritore nel suo Comune, ritenne di avere la responsabilità, come educatore, di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità in merito ai rischi dell’inceneritore e alle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del Paese”, come si legge nella motivazione del premio.
Il premio ambientale Goldman, alla sua 24esima edizione, viene assegnato annualmente a delle persone che si sono contraddistinte per il loro impegno ambientale, provenienti dalle sei regioni continentali abitate del pianeta. Il premio in denaro, 150mila dollari, rappresenta la più grande somma corrisposta per l’attivismo ambientale di base.
Il premio viene consegnato nel corso di una cerimonia che si tiene lunedì 15 aprile 2013, alle ore 17.00 presso la San Francisco Opera House. Seguirà una cerimonia più piccola presso il Ronald Reagan Building and International Trade Center di Washington, D.C., mercoledì 17 aprile.
In Italia, intanto, lo scorso 27 marzo è stata depositata in Corte di Cassazione la Legge d'iniziativa popolare sui Rifiuti zero, che mira a una riforma organica del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti e si articola attorno a 5 parole chiave: sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione e lavoro. Dal 14 aprile, e per sei mesi, si raccolgono le firme (ne servono 50mila) a sostegno della proposta di legge, per riportare al centro della discussione politica le proposte virtuose nella gestione dei rifiuti.

Rossano è un grande amico di Parma e di Gcr in particolare.
Il nostro caloroso abbraccio per una battaglia condivisa che sentiamo particolarmente nostra.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

domenica 14 aprile 2013

Iren deve guardare avanti


Matteo Orlandi, candidato sindaco per la lista Cambiare Salsomaggiore, ha denunciato la settimana scorsa il caos rifiuti che si sta verificando nella cittadina termale.
Servizio a intermittenza e rifiuti per le strade non sono un biglietto da visita ideale per un territorio sostenuto economicamente dai flussi turistici e di cura.
Emerge così un ulteriore calo di consenso per la multitutility Iren, che sta gestendo l'appalto di Salso con altre aziende, che pare abbiano residenza in Lussemburgo, con contorno di fallimenti in vista.
Un periodo non felice per la megaholding quotata in Borsa, che riporta ancora una volta l'attenzione sui contenuti della sua mission e sulla necessità di rivederne le strategie.
Ecco il vero nodo della riforma della governance di Iren, che non può essere affidata solo al giudizio di 3 saggi lontani dai cittadini.



C'è la necessità di riformulare gli obiettivi strategici e il profilo etico più che limitarsi a cancellare una carica del comitato esecutivo, guarda caso proprio quella di appannaggio di Parma.
La riforma proposta da Torino e Genova taglierebbe i costi per un solo milione, quando i numeri da riconsiderare per il ritorno ad un utile corposo sono ben altri e di ben altra importanza.
Iren deve cambiare pelle, prima che sia troppo tardi.
Iren deve tornare ad essere uno strumento a servizio dei territori e del loro sviluppo e non una società finanziaria che opera più in Borsa che per le strade delle nostre città.
C'è una indubbia necessità di modernizzazione, di innovazione, di alleanze con i territori, in modo da costruire insieme a loro il successo reciproco e porre basi solide per il futuro.
Efficienza, efficacia, competitività, ed anche e soprattutto attenzione agli indirizzi europei, che oggi, ad esempio nel campo dei rifiuti, sono orientati decisamente al riciclo dei materiali e non certo al loro smaltimento in discarica o tramite incenerimento.
Una visione fin qui mancata.
Ne sia la prova la costruzione dell'inceneritore di Parma (insieme a quello di Torino), l'impegno nel rigassificatore di Livorno, e nelle grandi centrali fossili, ormai destinate al tramonto.
Ridurre il numero delle partecipate, seguendo una cura dimagrante che porti anche ad un netto calo di poltrone e compensi, porre attenzione al nuovo che avanza, come ad esempio il tema delle smart cities, in modo che lo sviluppo aziendale persegua anche il miglioramento delle performances ambientali ed economiche dei territori in cui opera Iren.
Serve un cambio di passo nella giusta direzione.
Per recuperare Iren ai territori che ora non vedono di buon occhio la multiutility, spesso identificata come una finanziaria che si occupa, tra l'altro goffamente, più dei propri equilibri interni che dei cittadini al fianco dei quali lavora ogni giorno.
Il Comune di Parma può fare la sua parte, anzi deve.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR