In apparenza sembra una frase trabocchetto, recitata al contrario per far incespicare gli interlocutori.
Perché uno si aspetta che si faccia lega insieme a chi tiene dalla parte della salute, una alleanza che emargini chi non ha ancora capito (o fa ancora finta di non capire) che le industrie salubri, per definizione, fanno male.
Invece la frase è corretta.
Nessuna alleanza con chi non vuole gli inceneritori, firmato Pd.
Una frase incredibile, ma purtroppo vera.
Ed è da Livorno che rimbalza la notizia, per bocca di Bersani, vincitore in pectore delle primarie del centrosinistra e aspirante primo ministro della terza repubblica.

Lo stesso Bersani che aveva intimato il silenzio ai medici, da ministro dello Sviluppo Economico, nel 2007, quando l'Ordine di categoria dell'Emilia Romagna chiese la moratoria sugli inceneritori.
E lui si ribellò: ingiustificati allarmisti.
Medici. Cosa ne sanno loro di salute?
C'è un insano legame dentro il partito democratico con gli inceneritori, impianti che minacciano l'ambiente e la salute dei cittadini, eppure sempre sostenuti e portato sul palmo.
Un legame che ha radici profonde.
Echi che arrivano addirittura dal 1997.
Siamo a Parona, Pavia, nel giorno della posa delle prima pietra dell'inceneritore, un progetto da 200 miliardi di lire, costruito da Lomellina Energia, società composta dal colosso americano Foster Wheeler e da Co.Gen.I., legata a doppio filo con la cooperativa rossa Ceap di Piacenza, base di partenza della carriera del segretario del Pd.
Quel giorno a posare la prima pietra è Roberto Formigoni, celeste governatore della regione, ma alle sue spalle c'è un sorridente ministro dell'industria del governo Prodi, Bersani appunto, che ammicca al gentile gesto, che pone le basi di un enorme inceneritore da 380 mila tonnellate di rifiuti.
Un territorio, quello di Arona, che subirà un pesante inquinamento da diossina e da polveri sottili, e dove nel 2010 saranno scoperte galline con tassi di diossina nel sangue tali da obbligare a gettare le uova nei cassonetti. Cibi avvelenati, da ributtare nel forno.
Era un progetto di business, anche contro la salute, quello dell'inceneritore di Arona.
Costruito da una piccola cooperativa con sede a Stradella, un dipendente, socia della multinazionale americana, il topolino e l'elefante.
Ma la Ceap, che controllava Cogeni, si aggiudicò per quella commessa 20 miliardi di lavori.
Come oggi una cooperativa rossa, la CCC di Bologna, si è aggiudicata lavori per oltre 40 milioni di euro per l'inceneritore di Parma, unica concorrente ad una gara europea proposta da Iren nella fase di avvio dell'appalto di Ugozzolo.
Un lungo e lontano filo rosso lega gli inceneritori al centrosinistra.
Oggi non sembra cambiato nulla.
Nemmeno il fumo, quello nero dei camini dei forni, che regna indisturbato sulla politica.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 novembre 2012
Sono passati
52
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
92
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
908
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
202
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
187
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore


Tra questi anche la toscana Revet spa, col suo progetto dedicato al riciclo delle plastiche miste post consumo. L'impresa è stata infatti selezionata tra i dieci vincitori della categoria rifiuti del Premio Sviluppo Sostenibile 2012, che punta a sottolineare le eccellenze della green economy italiana.
Lo scooter a tre ruote della Piaggio (Mp3) monta diverse parti realizzate con le plastiche delle raccolte differenziate toscane, così come gli articoli per la casa di Utilplastic, le persiane per prefabbricati di Shelbox e gli arredi per esterni (tavoli, panchine, fioriere, cestini...) commercializzate da Tlf.
A Ecomondo è stata anche presentata la Carbon foot print di processo che Revet aveva commissionato alla società E-cube di Pisa per mettere a confronto le emissioni di gas a effetto serra ai due percorsi industriali cui può andare incontro la plastica mista (plasmix) proveniente dalle raccolte differenziate: l'incenerimento e il recupero di materia da riciclo meccanico (come Revet ha cominciato a fare dal 2011, grazie a un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Toscana).
Il risultato è inequivocabile: considerando anche la fase di combustione le emissioni totali legate allo scenario "Incenerimento" sono pari 2.400 kgCO2e per tonnellata di rifiuto trattato.
Per quanto riguarda invece lo scenario di "Recupero di materia" (produzione di granulo e profilati), le emissioni totali sono pari a 290 kgCO2e per tonnellata di rifiuto trattato.
E' evidente che la scelta di bruciare plastica sia la peggiore soluzione.
Sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale.
La plastica eterogenea, quella che non viene raccolta dal circuito Conai (bidoncino giallo), conviene recuperarla attraverso il trattamento meccanico a freddo ed utilizzarla come materia prima per produrre nuovi manufatti plastici, ad un costo ben inferiore rispetto all'utilizzo di materia prima vergine.
Salta ovviamente all'occhio. Come ormai per tutti è risaputo che riciclare carta e vetro è certamente preferibile al loro incenerimento, così sta diventando lampante che la stessa soluzione vada applicata alle materie plastiche, anche a quelle cosiddette plasmix, materiali eterogenei non inseriti nel circuito di recupero del Conai.
A Parma invece il plasmix verrà portato alla bocca del forno senza alcun trattamento di cernita, perché così vuole Iren e così vuole la Provincia.
Altrimenti, con che cosa farebbero bruciare i rifiuti?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 novembre 2012
Sono passati
47
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
87
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
903
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
197
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
182
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore
