domenica 19 gennaio 2014

Parma, 60% di differenziata

Il porta a porta vince la sfida con l'inceneritore

Il 2013 ha portato con sé un nuovo importante traguardo, quello del 60% di raccolta differenziata.
La dimostrazione nei numeri che il nuovo sistema di gestione, il porta a porta spinto, funziona e risponde alle aspettative attese dall'assessorato all'ambiente.
Raggiungere il 60% in una città medio grande, quando ancora il sistema non è completamente a regime, è un risultato da primato.


Nel corso del 2014 l'intera città verrà uniformata al nuovo modello di gestione.
Sarà quello il momento dell'ulteriore salto di qualità, cioè l'adozione della tariffazione puntuale, che significa “pago per quello che produco” e consente di restituire ai cittadini parte dei risparmi da loro stessi innescati con una corretta gestione degli scarti.
Differenziare i materiali post utilizzo significa infatti destinare ogni tipologia di materiale al proprio circuito di recupero, in modo da non sprecare materie prime e di conseguenza anche evitare costi altissimi di smaltimento degli stessi materiali.
I conti della serva sono presto fatti: già il 2013 ha visto un calo netto dei rifiuti indifferenziati.
Il calo dello smaltimento ha fatto risparmiare al comune 800 mila euro, che possono essere investiti nello sviluppo del progetto del porta a porta.
Meno materiali smaltiti significa anche un costo ambientale inferiore, un calo degli inquinanti immessi nell'aria, che di certo ringrazia per la minor pressione.
E' evidente che la partita differenziata-inceneritore ha già individuato un vincitore.
Di questo passo non ci sono i numeri per garantire sufficienti quantitativi di rifiuti al nuovo impianto di Ugozzolo, tuttora ancora in fase di esercizio provvisorio, fase che si protrarrà fino alla fine di marzo.
Non è solo Parma infatti a brillare per i risultati della raccolta rifiuti.
In tutta la provincia emergono dati che fanno del nostro territorio una eccellenza non solo a livello regionale ma addirittura a livello di nazione intera.
Nonostante i dati disponibili sull'Osservatorio provinciale rifiuti facciano riferimento ancora al 2011 (peccato che il sito non sia aggiornato) http://www3.provincia.parma.it/osservatoriorifiuti/ ,
basta una rapida occhiata per cogliere numeri inequivocabili: Soragna all'84,37%, Montechiarugolo al 78,45%, Polesine al 76,25%, Mezzani al 74,4%, Felino all'80,42%, Noceto al 76,26%, Roccabianca al 78,97%, Traversetolo al 79,12%, Lesignano al 76,80%, Trecasali al 79,81%, Zibello al 79,35%, Sissa al 76,92%, San Secondo al 76,40%, Collecchio al 74,83%.
Sono dati del 2011, in mezzo il 2012 e il 2013.
Oggi possiamo dire che il territorio di Parma, messo nelle condizioni ottimale di fare una raccolta differenziata seria e efficace, raggiunge percentuali di riciclo che escludono la necessità di un inceneritore per trattare il rifiuto residuo.
Peccato che la Provincia, attuatore del piano provinciale rifiuti, pur consapevole di queste tendenze, abbia messo in atto proprio un impianto di questo genere.
Oggi il silenzio della Provincia è sul limite provinciale dei rifiuti conferibili all'inceneritore di Parma: un silenzio preoccupante che fa mal sperare sul futuro della nostra città, candidata a diventare pattumiera d'Italia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 gennaio 2014

L'inceneritore di Parma è stato acceso
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