sabato 15 settembre 2012

La nube nera di Brescia


E' l'inceneritore, baby

Il mattino dell'8 agosto scorso, a causa di un problema sulla linea di alta tensione, dal camino dell'inceneritore di Brescia fuoriuscì una corposa nube nera che ammantò la città.
L'Arpa si impegnò nella valutazione delle emissioni, ma la sorpresa amara è che i dati sulle diossine e i policlorobifenili sono stati secretati dalla stessa Arpa ed inviati alla Procura.
Che oggi ha aperto un fascicolo sulla vicenda.
Davvero un brutto segnale, se Arpa addirittura cela i dati come fossero un corpo di reato.
Il problema alle linee di alimentazione provocò all'impianto il blocco delle tre linee di incenerimento con conseguente calo della temperatura al di sotto degli 800 gradi, soglia minima di sicurezza, al di sotto della quale la produzione e l'emissione di forte inquinamento è pressoché certa.



A quelle temperature è facile immaginare che il sistema non sia stato in grado di abbattere diossine e pcb e che l'eruzione in atmosfera sia paragonabile ad una zaffata tossica di livello inaudito, tale da consigliere all'ente di controllo ambientale di porre il segreto sui dati.
Per oltre un'ora l'inceneritore ha emesso nell'aria di Brescia sostanze al momento ancora sconosciute, ma il procuratore Federico Bisceglie è all'opera per capire quali e quanti veleni siano state riversati sulla città.

Al momento dell'incidente nella camera di combustione del forno erano presenti, secondo la relazione tecnica di A2A, 500 tonnellate di rifiuti solidi urbani; 300 tonnellate di pulper di cartiera e rifiuti di carta e cartone; 87 tonnellate di rifiuti combustibili, 36 tonnellate di imballaggi e materiali vari, 27 tonnellate di “altri rifiuti”, 22 tonnellate di scarti di corteccia e sughero.
Il timore fondato è che oltre all'incremento di ossidi di azoto, zolfo ed ammoniaca, la presenza di plastiche clorurate abbia provocato un'ingente produzione di diossine e pcb, inquinanti dei più tossici esistenti al mondo, anche perché persistenti e liposolubili.
Un altro dato che emerge e che deve far riflettere anche la comunità di Parma è che i dati sulle emissioni dell'8 agosto non sono visibili sul sito di A2A, dove di solito vengono pubblicati i livelli delle varie sostanze controllate, e quel giorno è rimasto buio.
Queste cifre sono state cancellate e rese invisibili ai cittadini, dimostrando ancora una volta che la tanto celebrata trasparenza esiste solo nella teoria, poi sbugiardata dalla pratica.
La trasparenza è uno slogan, un claim di uno spot pro forno, uno specchietto per le allodole-cittadini, che credono di avere a che fare con un inesistente limpido interlocutore, e spesso si fidano.
Prova ne sia che Arpa, sulle prime, aveva rassicurato i cittadini. Il sito Quibrescia.it aveva scritto: “Sul posto i tecnici dell’Arpa di Brescia per il monitoraggio. Il direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Giulio Sesana, ha comunque rassicurato sui livelli di inquinanti emessi nell’aria durante l’ora di black out, affermando che la media delle emissioni non dovrebbe essere stata superata”. Poi hanno secretati i dati...
Naturalmente anche A2A aveva scritto una nota: “Escludiamo che siano state emesse diossine oltre le norme”.
Nei giorni successivi all'incidente, Mirko Lombardi, di Sel, aveva chiesto alla magistratura il sequestro dell'impianto per verificare i livelli di diossina contenuti nei filtri dell'inceneritore ed accertare eventuali responsabilità dell'azienda.
Ma ovviamente anche questa richiesta si è persa tra le pieghe del tempo.
Buona fortuna Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 settembre 2012

Sono passati
22 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
838 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
132 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
117 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

venerdì 14 settembre 2012

Iren a secco


Da ottobre senza rifiuti, il forno non avrà il carburante per accendersi

Il 3 ottobre 2012, tra una manciata di giorni, scadrà il contratto di gestione dei rifiuti in essere tra Iren (Amps alla data della sottoscrizione) e Ato2 di Parma, in pratica la maggior parte del territorio parmense.
L'analisi delle carte curato per il comune di Parma dall'ingegner Paolo Rabitti ha portato a queste conclusioni, comunicate ad Atersir, nuovo ente che gestisce a livello regionale il servizio rifiuti.
La notizia è un vero e proprio tsumani che irrompe nella vicenda del cantiere di Ugozzolo.



La scadenza repentina del contratto mette Iren nelle condizioni di non poter più gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti del territorio parmense, senza che prima non sia stata avviata apposita gara pubblica per raccogliere le offerte delle aziende interessate.
La legge regionale del 1999 prevedeva infatti che i neonati ambiti territoriali (Ato) provvedessero entro 18 mesi dalla loro costituzione, all'affidamento del servizio di gestione dei rifiuti, affidamento che non poteva superare i 10 anni.

L'Ato di Parma si è costituito il 3 aprile del 2001.
Da quella data contiamo 18 mesi entro i quali affidare il servizio, 3 dicembre 2002.
Poi 10 anni, la durata massima del contratto, per arrivare quindi data del 3 ottobre 2012.
Non certo il 2014 come recita il contratto tra Enia e Ato2.
Iren è così in bilico, non avendo più la titolarità di alcun contratto di affidamento e il nuovo ente regionale Atersir, insieme alla regione, dovranno provvedere ad indire una nuova gara, i cui risultati non sono scontati.
Lo scenario che si apre da ottobre è davvero a 360 gradi, visto che i comuni si ritroveranno liberi da vincoli di destinazione dei rifiuti e potranno, finalmente, conferire a chi propone la tariffa migliore.
Se ne vanno alle ortiche quindi i preventivi di lauti introiti che la multiutility con base a Torino aveva indicato nel suo planning economico per la gestione del Paip di Parma, che prevedevano una tariffa di oltre 168 euro la tonnellata, superiori anche del 50% rispetto alle altre tariffe applicate in regione.
Ora si potrà anche pensare di affidare i rifiuti residui ad impianti anche meno costosi di quelli regionali come quello di Brescia, che tratta lo smaltimento sotto i 100 euro la tonnellata.
Una bella boccata di ossigeno per tutti i comuni del parmense vista la magra stagione di bilanci alla canna del gas.
Una brutta stangata per Iren.
Con gli enti locali liberi da vincoli, ora sarà il miglior offerente a vincere la gara, come è corretto che sia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 settembre 2012

Sono passati
21 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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837 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
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131 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
116 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

giovedì 13 settembre 2012

Freddati da Freda


Ormai è tiro incrociato sui forni

Le notizie si rincorrono non più di mese in mese né di settimana in settimana.
Siamo al tempo reale.
Pochi minuti fa l'agenzia Dire con le dichiarazioni dell'assessore regionale Ambiente di Idv, Sabrina Freda: “Sì alla conversione di Ugozzolo”, “Basta nuovi inceneritori”, “Lo dice l'Europa”.
Noi eravamo rimasti ai nostri fan, la coppia B & C, Bernazzoli e Castellani, che all'Europa attribuivano l'ovazione verso gli inceneritori.
Questa mattina la pubblicazione in rete dalla mozione di alcuni esponenti di Idv Parma, Cristiano Giordano e Lisa De Simone, per ridiscutere il piano provinciale di gestione dei rifiuti, proposta che è stata presentata al gruppo provinciale, dopo che il partito regionale ha detto il suo no ufficiale all'impianto di Iren.



Ieri Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia, tira lo sgambetto a tutti i forni regionali con una clamorosa dichiarazione: in regione ne bastano un paio, quello di Parma non serve.
Il Movimento 5 Stelle ha sbaragliato a maggio il candidato vincente del Pd portando il no all'inceneritore come vessillo del programma di governo, conquistando la poltrona di primo cittadino di Parma, primi sindaco 5 Stelle di una grande città.

La procura di Parma a fine luglio ha chiesto al Gip di sequestrare il cantiere dell'inceneritore di Parma di Ugozzolo, abuso edilizio e abuso d'ufficio le ipotesi di reato, oltre la decina gli indagati, fra i quali è confermato Andrea Viero, amministratore delegato di Iren.
Il 22 settembre Beppe Grillo sbarcherà a Parma con un pomeriggio a senso unico e con un titolo emblematico: “Dies Iren, la fine degli inceneritori”.
Se inanellassimo tutte queste notizie, prese di posizione, dichiarazioni, ci troviamo davanti ad un fronte sempre più esteso e variegato di forze contro il forno.
Al camino rimangono pochi intimi amici.
La coppia B&C però è fedele, da sempre, encomiabile. Tocca il cuore.
Può capovolgersi il mondo, ma loro amano il forno più di ogni altra cosa, e con il forno farebbero di tutto, acquistar casa nei pressi del comignolo, farsi fumini corroboranti, spergiurare che da lì non esce nulla, tranne un poco di vapore acqueo.
Noi dal 2006 andiamo per il mondo a ripetere i rischi di costruire un inceneritore a fianco di una città, proponendo una valida alternativa che oggi Reggio Emilia ha fatto sua.
Noi ascoltiamo Manri & Nella da 6 anni, loro non hanno mai cambiato idea.
Serve perseveranza, pazienza, volontà, abnegazione.
Poi alla fine si intravede l'alba.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 settembre 2012

Sono passati
20 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
836 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
130 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
115 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Incredelribile!


10 anni di sciocchezze, 30 secondi di verità

Siamo alle comiche finali, battute a scena ormai abbassata, sussurrate verso il pubblico in delrio.
Con scienza e coscienza il sindaco di Reggio Emilia smonta la teoria che per vent'anni ha condannato la nostra regione a respirare aria sporca in uscita dai camini degli inceneritori.



Dice Delrio: “Già oggi gli 8 forni presenti in Regione sono sotto-utilizzati e di gran lunga superiori in capacità alla necessità di smaltimento regionale. In Regione sarebbero più che sufficienti 1 o 2 impianti. L'autosufficienza provinciale è stata un errore. L'inceneritore non è la soluzione del problema”.
Impresso con il fuoco sul camino di Ugozzolo, in modo indelebile.
A che cosa serve allora quell'ennesimo camino in costruzione a Parma?
Se i forni attivi in regione sono più che sufficienti, se anzi non hanno carburante sufficiente a tirare a campare, che futuro può avere un nono impianto?
Povero camino.

Al centro di un tiro al bersaglio olimpionico.
Amici e nemici che non fanno passare giorno senza togliersi la soddisfazione di un colpo mancino, spesso a tradimento, spesso inaspettato e maligno.
Gli esposti alla procura della Repubblica hanno superato la decina, ed alla fine i magistrati hanno chiesto il sequestro del cantiere, facendo provare un lungo tremito nella stanza dei bottoni di Iren.
La Commissione Europea non accetta come a Parma si sono distribuiti gli incarichi per la gestione dei rifiuti e chiede a gran voce una gara e la rimessa in discussione di tutta la partita.
Il comune che ospita l'impianto l'anno scorso ha stoppato i lavori rilevando la mancanza del titolo edilizio, ribadita ieri dall'assessore all'Ambiente.
I cittadini infuriati dalla scoperta delle tariffe stellari che verranno applicate con il nuovo impianto, che doveva invece proprio servire a farle calare, le tariffe.
Altri cittadini infuriati per le tariffe del teleriscaldamento, altro miraggio di gestione ambientale corretta con costi calmierati, che invece nel mondo reale comporta bollette salatissime e impossibilità a tornare indietro sulla decisione presa.
Con relative strade ridotte a ragnatela dagli scavi e surriscaldata anche d'estate.
Il silenzio parlante dopo aver letto che per 20 anni all'impianto andrà consegnata la stessa quantità di rifiuti, con tanti saluti alla differenziata.
I risultati dello studio regionale che hanno scandito che vivere attorno ai forni fa nascere i figli prima del tempo, con tutti i rischi annessi e connessi.
Che iattura.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 settembre 2012

Sono passati
20 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
836 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
130 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
115 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

mercoledì 12 settembre 2012

Avariren


Da ieri lo sappiamo con i crismi dell'ufficialità.
Nemmeno un centesimo Iren ha messo nella casse del comune di Parma per gli oneri di urbanizzazione del Pai.
Lo ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Gabriele Folli, dopo aver spulciato le carte.
Gli oneri sono stati evitati da Iren come la bandierina di uno slalom, una disattenzione che vale 400 mila euro e oltre.
Una disattenzione che probabilmente fa anch'essa parte del fascicolo d'indagine aperto dalla procura di Parma e che attende il via del Gip, al quale i pm La Guardia e Licci hanno richiesto il sequestro del cantiere di Ugozzolo.



La trasparenza dei rapporti tra Iren e egli enti locali, sancita anche da una delibera del consiglio comunale del 2006, non sembra aver dato gli effetti desiderati, se nemmeno la società di strada  Santa Margherita si è sentita in obbligo di versare il consueto obolo nelle casse pubbliche.
Nella delibera 45 del marzo 2006 la società si impegnava alla totale trasparenza degli atti inerenti il progetto del Pai di Parma, sottoscrivendo la richiesta di mettere a disposizione tutti gli atti relativi.
Ma giù al primo appello la riposta della multiutility si trasformava in una clamorosa marcia indietro.
La domanda di poter visionare il piano economico finanziario fece scattare le serrature agli armadi di Iren, porte chiuse che non si aprono da 835 giorni.
Ma non è solo una questione di trasparenza.

Siamo anche di fronte ad una imbarazzante presa in giro dei cittadini.
Perché se un fatto era certo, dando per buone le parole dei sostenitori del forno, era l'economicità dell'inceneritore, che non appena inaugurato avrebbe riportato le tariffe ai livelli degli altri territori forniti di impianti.
Peccato che qualche settimana fa si è scoperto, dagli stessi dati di Iren, che le tariffe non solo non diminuiranno, ma porteranno Parma a traguardare la vetta dei costi di smaltimento dell'intera Penisola.
Un'altra iperbole del progetto tocca l'aspetto gestionale della raccolta differenziata.
Dalle proiezioni economiche della società si legge che il quantitativo di rifiuti trattati nel Pai sarà costante (108.800 tonnellate), da qui all'eternità, sbugiardando clamorosamente chi sosteneva che inceneritore e raccolta differenziata vadano a braccetto e si integrino in perfetta armonia.
Quindi nessun aumento delle percentuali di Rd per 20 anni.
Oppure magicamente migliaia di tonnellate di rifiuti si presenteranno spontaneamente ai cancelli di strada della Lupa?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 12 settembre 2012

Sono passati
19 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
835 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
129 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
114 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

martedì 11 settembre 2012

E la differenziata dov'è?



Il Festival del Prosciutto a Collecchio a la ritrosia di Iren verso il riciclo

Siamo a Collecchio, Festival del Prosciutto, vetrina nazionale della food valley.
Nello stand allestito sulla piazza ci sono i cestini di Iren per la raccolta dei rifiuti, peccato che siano di un solo tipo e che tutti i rifiuti, materiali riciclabili inclusi, plastica, vetro, lattine, andranno in un unico mucchio con destinazione certa discarica o inceneritore.
La situazione è stata fatta più volte notare agli assessori competenti, ma alla fine è giunta la laconica risposta: “Iren dice che va bene così”.
Lo crediamo anche noi.
Iren guadagna di più se smaltisce a 168 euro la tonnellata invece che portare i materiali al riciclo consentendo agli locali di incassare i contributi del Conai.




Ma Iren fa gli interessi di chi? Non è al servizio dei comuni?
Iren è a caccia di combustibile, ma questa pratica è in evidente conflitto di interesse con ciò che conviene agli enti locali, cioè riciclare il più possibile per ridurre i costi di smaltimento.
E i comuni cosa fanno? Remano contro i loro stessi interessi?
Quante feste estive si svolgono con questa modalità, provvedendo per la gestione dei rifiuti a collocare semplicemente sacchi neri per l'indifferenziato, mentre invece dovrebbero essere solo usati per i rifiuti residui dopo una attenta separazione e raccolta dei materiali riciclabili?

E' dimostrato come sia possibile anche sui consumi fuori casa attuare una corretta gestione dei materiali post consumo ed avviarli con alte percentuali alla raccolta differenziata.
Vetro, plastica, lattine, organico, tutti materiali che hanno un loro valore intrinseco che viene perso se sono gettati nel cassonetto dell'indifferenziato.
Uno spreco enorme di risorse pubbliche, soldi che serviranno a pagare le salate bollette della multiutility e che verranno presi dalle tasche dei cittadini ignari.
Ancora una volta è evidente, alla luce del sole, come intenda Iren la raccolta differenziata.
Ma basterebbe richiamare il regolamento di servizio per rendersi conto che questa modalità sono fuori legge. Lo dice Ato2, approvando il documento nell'assemblea del 29 novembre 2010.
La raccolta differenziata è obbligatoria, mischiare materiali riciclabili con materiali indifferenziati non è consentito ed è punito con sanzioni.
Certo che se è la stessa multiutility a comportarsi scorrettamente il messaggio che arriva alla popolazione è davvero sconcertante, della serie fai come ti dice il comune ma non come mi comporto io.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 settembre 2012

Sono passati
18 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
834 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
128 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
113 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno


lunedì 10 settembre 2012

5 milioni di troppo


Necessario e urgente far luce sull'inceneritore di Parma
Senza tentennamenti

L'amministrazione delegato di Iren Andrea Viero è dunque ufficialmente indagato dalla Procura di Parma per abuso d'ufficio, in merito all'affidamento a Hera della progettazione dell'inceneritore di Ugozzolo.
Un appalto da oltre 5 milioni di euro, che in barba alle norme comunitarie (ed alla delibera del consiglio comunale 45 del 2006) fu affidato da Iren a Hera, con un curioso favore al concorrente in regione.
Non siamo quindi davanti a discutibili interpretazioni di leggi, come sostengono a gran voce Viero, Delrio, Bernazzoli e compagnia cantante, ma ad un vero e proprio illecito che ha violato la norma che prevede concorrenza e gara pubblica per affidamenti che superano la spesa di 4.845.000 euro, come aveva sottolineato anche la Commissione Europea con la costituzione di messa in mora firmata da Michel Barnier il 25 novembre 2011.



La norma intende garantire la libera concorrenza e garantire il miglior prezzo a parità di qualità.
Una corretta impostazione, visto che queste spese di fatto si riverberano sulle tariffe dei cittadini, attraverso il pagamento della raccolta e smaltimento dei loro rifiuti.
La richiesta di sequestro inoltrata al Gip dai procuratori della repubblica Laguardia e Licci contiene questo ed altro, come l'abuso edilizio derivato dalla mancata richiesta del permesso a costruire, reato penale che non viene intaccato dalla sentenza del Tar favorevole a Iren.

Il piatto è ricco, circostanziato, costruito con pazienza sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, che ha passato al setaccio tutta la vicenda del Pai, riscontrando diverse irregolarità.
Viero ne esce molto male, guidando una società che ha scommesso sull'inceneritore di Parma ora in bilico, una società sull'orlo del fallimento per errori strategici della guida, una società che ancora non mette in discussione la sua figura di amministratore, tra l'altro già condannato dalla Corte dei Conti per la gestione in Friuli durante l'amministrazione Illy.
Ora la pratica è sul tavolo del giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli.
La città attende un segnale di chiarezza.
Ci si aspetta che dopo tutti questi anni di silenzi, coperture, finzioni, menzogne, sia data la possibilità all'opinione pubblica di prendere possesso della verità sul progetto dell'inceneritore.
E' per questo che non si capirebbe un diniego al prosieguo delle indagini.
Rimarrebbe nell'aria una nebbia fastidiosa e persistente, che darebbe ulteriore peso ai dubbi e alla tante domande che tutti si pongono.
La necessaria chiarificazione dovrebbe essere considerata importante anche per la stessa Iren, in modo da poter dimostrare la propria linearità sul campo, senza temere che si possano chiarire tutte le zone fin qui oscure.
La vicenda di Parma è ora anche all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale.
L'inceneritore di Ugozzolo è uscito, per sempre, dall'ambito locale, assumendo i contorni di uno dei temi centrali del prossimo confronto elettorale di primavera.
Possiamo permetterci di soffocare tutto ora?
Possiamo permetterci di glissare sulla richiesta di verità che sale dai cittadini, che oggi si sentono presi in giro dalla società, dagli enti locali, dai politici, da tutti quelli che in qualche maniera hanno avuto a che fare con la vicenda dell'inceneritore?
Da Parma sale oggi un appello che tocca aspetti importanti della vita dell'intera Nazione.
La necessaria verità e trasparenza su interessi pubblici che toccano direttamente la salute e i portafogli dei cittadini come la gestione dei rifiuti, e poi dell'acqua, dei servizi in genere.
Possiamo far finta di nulla?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 settembre 2012

Sono passati
17 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
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Sono passati
833 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
127 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
112 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno