Piccole
regole di convivenza urbana. E' la via semplice al riciclo.
Abbandonare rifiuti è
perdere la sfida.
Quella con una semplice
regola della comunità, quella del convivere.
Convivere senza recar danno
agli altri, ai vicini di casa, al quartiere, alla città.
Gettare rifiuti crea
disordine, ma forse esprime anche un disordine che è dentro di noi.
E' un atavico rifiuto, sic!,
di mettere ordine nella propria vita, di darci delle regole che
consentano il comune rispetto e una migliore vicinanza.
Assistiamo oggi al rifiuto
di modificare le nostre abitudini.
Ieri un contenitore
accoglieva il nostro disordine.
Oggi ci viene chiesto di
cambiare, per migliorare anche il nostro ambiente.
Ci viene chiesto di separare
gli oggetti, secondo la materia di cui sono composti.
Ci viene chiesto di
realizzare, nelle nostre case, quello che vorremmo si realizzasse a
valle.
Nessuno spreco, nessun
inquinamento, nessun disordine.
I vestiti usati non si
gettano, ma si donano per il loro riutilizzo.
Così dovrebbe essere per
tutte le merci che accogliamo dentro le nostre case.
Che hanno uno scopo, quello
di nutrirci, di contenere liquidi o solidi, di confezionare il
contenuto perché mantenga le proprie caratteristiche.
A seguito del loro utilizzo
possono non esserci più utili, ma mantengono il loro valore.
Così ci viene chiesto di
ridonarli alla comunità, in modo che possano ritornare a fare il
loro mestiere col minore impatto possibile.
Tornare bottiglie, tornare
giornali, tornare scatole, tornare cibo, sotto forma di concime.
Come il vestito che
smettiamo torna ad essere indumento per un prossimo a cui è utile.
Così la buccia torna
nutrimento per la terra, la lattina contenitore della bibita prossima
ventura.
Il ragionamento, e le mosse
per attuarlo, è di una facilità disarmante.
Porto in casa merci che non
considero rifiuto.
Porto fuori casa parte delle
stesse merci, che non si sono trasformate magicamente in rifiuto
dentro casa mia, ma sono rimaste gli stessi oggetti di prima.
Possiamo sfigurarli e
renderli rifiuto, ma è una decisione nostra, un'azione delle nostre
mani.
Un calendario ci avverte in
quali giorni i nostri materiali vadano esposti.
Per ricordare basta un
appunto sulla porta di casa fino a che la ripetizione del gesto non
diventi abitudine.
Con quali vantaggi?
Le materie separate seguono
correttamente il loro percorso di riciclo e tornano a diventare
oggetti senza dover di nuovo estrarre dalla natura impoverita altre
materie prime.
Il nostro scarto alimentare
diventa compost, un prezioso concime che rigenera i terreni donando
loro nuova vitalità.
Il nostro comune risparmia,
e di conseguenza calano i contributi per il servizio. Differenziare
correttamente significa infatti sottrarre materiali a discarica e
inceneritori, quindi ridurre il costo dell'utilizzo di questi
sistemi, costosi e pericolosi per l'ambiente e la salute.
Dall'altra parte significa
incrementare qualità e quantità di materiali che l'industria del
riciclo paga come materia prima-seconda finalizzata a nuove
produzioni di oggetti.
Infine il nostro gesto
alleggerisce il carico inquinante del nostro territorio, migliorando
concretamente la qualità dell'aria che respiriamo.
Tre vantaggi con un semplice
gesto.
E' la via semplice al
riciclo, che rimette ordine anche dentro noi stessi.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
23 novembre 2013
L'inceneritore
di
Parma
è stato acceso
87
giorni
fa