sabato 5 marzo 2011

Orgoglio e pregiudizio

Nella complessa vicenda dell’inceneritore di Parma ci troviamo in mezzo ai fuochi incrociati.
Noi facciamo il possibile per informare a 360 gradi ed ogni tanto subiamo gli attacchi da sinistra, “sono pro Vignali”, oppure quelli da destra, “sono esagitati ambientalisti di sinistra”.
Un attacco dai due fronti opposti che ci rende orgogliosi, perché dimostra la nostra equidistanza, ma ci dà profondo sconforto, nel constatare come i pregiudizi, che i partiti insinuano nei loro associati, facciano sparire l’obiettività delle persone, allontanandole dal problema.
Non è una questione di destra o di sinistra se il tema è la costruzione di una nuova industria insalubre di prima classe, da inserire in un contesto ambientale così compromesso come il nostro, quando le alternative esistono.



Il pregiudizio non permette più neppure di ascoltare altre voci, come quelle dei medici dell’Emilia Romagna, che nel 2007 sottoscrivono una richiesta di moratoria sugli inceneritori, oppure quelli toscani, i 165 che scrivono preoccupati ai decisori politici.
Il pregiudizio ti acceca e non ti permette di fare calcoli molto semplici, partendo dalle tonnellate di rifiuti da smaltire, applicando la percentuale di raccolta differenziata, scoprendo che il residuo non giustifica un inceneritore così grande da trattare 130.000 tonnellate all'anno, che non ci sono.
E’ importante che tutti facciano la propria parte, nel coltivare l’interesse per i problemi della comunità, nel senso di appartenenza ad un gruppo, che dà forza al singolo, ma è necessario anche essere lucidi e non farsi fuorviare dal pregiudizio.
E’ con orgoglio che dal 2006, senza chiedere nulla in cambio, lavoriamo per portare cultura dell'ambiente nella nostra città, e continueremo anche a far conoscere quello che succede oltre i nostri confini.
E' con orgoglio che abbiamo elaborato progetti alternativi che possano evitare danni ambientali ai nostri cari.
E’ con orgoglio che insieme alla città e alla provincia continueremo a denunciare i progetti che vanno contro la salute, che siano di destra o di sinistra non importa, la salute non conosce bandiera.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 marzo 2011
-428 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+278 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 4 marzo 2011

Guardare avanti

“Anche a Parma blocco del traffico alla domenica come a Milano?” Questa è la domanda che si pone il cronista, dopo che la nostra città ha registrato 23 sforamenti dei limiti delle PM10 dall’inizio dell’anno.
In un anno sono 35 gli sforamenti consentiti e sembra dunque tristemente alla nostra portata il superare anche nel 2011 tale limite, visto che a inizio marzo abbiamo già utilizzato oltre metà del bonus e mancano ancora 10 mesi a fine anno.
Le patologie legate all'inquinamento da polveri sottili sono l'asma, le affezioni cardio-polmonari e la diminuzione delle funzionalità polmonari.
L'OMS, sulla base di uno studio condotto nel 2000 in 8 città del mondo, stima che le polveri sottili siano responsabili dello 0,5% dei decessi registrati in un anno.



Uno studio epidemiologico condotto negli Stati Uniti e pubblicato ad ottobre 2010, ha provato la correlazione tra diabete negli adulti e inquinamento atmosferico da polveri sottili.
I ricercatori statunitensi che hanno elaborato lo studio “Association between fine particulate matter and diabetes prevalence in the U.S.” provengono da istituzioni quali il Mit di Boston, l'Harvard Medical School, la Yale University di New Haven, Connecticut.
Che ne dite, abbastanza sapienti?
Il danno sanitario provocato dall’inquinamento di questi ed altri composti chimici emessi da impianti industriali, traffico e caldaie domestiche è ormai condiviso dalla comunità scientifica.
Che fare quindi per fermare questa emergenza?
I tentativi messi finora in campo dalle amministrazioni locali sono deboli e privi di effetti tangibili. Dopo l’abbandono del progetto della metropolitana, non esiste un piano concreto per rivoluzionare la mobilità di Parma in modo sostenibile. Il recente progetto di introduzione di sistemi di mobilità elettrica è poco più di una goccia nel mare, considerando che prevede l’introduzione di 100 auto elettriche, in via sperimentale, su un parco immatricolato di oltre 110.000 veicoli.
Giovedì senz’auto e domeniche ecologiche sono pratiche che hanno più che altro un effetto di sensibilizzazione della popolazione. Certe recenti dichiarazioni del nostro assessore all’Ambiente Cristina Sassi, fanno capire che non esiste un progetto né di breve né di lungo periodo per limitare i danni: “speriamo che piova” la più recente affermazione sul tema.
Invece di favorire il trasporto pubblico, i nostri amministratori, per coprire un buco di bilancio della Tep, hanno deciso di aumentare il biglietto dell’autobus del 20%.
Occorre dunque fare una seria riflessione sul tema e tutta la città nelle sue componenti si deve interrogare se è questo il modello di sviluppo corretto
Se questo andare alla cieca è sostenibile per un territorio così legato alle produzioni alimentari di qualità, oppure se conviene veramente a tutti, cittadini, industriali, amministratori, intraprendere una strada diametralmente opposta, che oltre che salvaguardare l’ambiente in cui viviamo, faccia da volano verso una economia veramente “verde” e non solo di facciata, utile ad alleggerire l'impronta ecologica insostenibile di oggi.
E’ vero che, come dicono molti, l’inceneritore o termovalorizzatore di Ugozzolo è solo una delle componenti in gioco e fermarlo non risolverà completamente i problemi ambientali della Food Valley.
E’ però anche innegabile che l’inceneritore di Iren regalerà alla città 3,2 tonnellate di PM10 in più, contribuendo dunque alla crescita degli sforamenti dei limiti imposti dalla legge.
Ci piacerebbe che la città si interrogasse su quali siano le vie da seguire. Forse non esiste un unico modello a cui fare riferimento, una città o un paese a cui ispirarsi.
Vi sono però molti esempi virtuosi da cui possiamo attingere per invertire decisamente la rotta: pensiamo all’Olanda, che ha aderito alla strategia Cradle to Cradle e che entro i prossimi 2 anni andrà a spegnere i 3 inceneritori che sono rimasti in funzione nel Paese.
Pensiamo al Centro Riciclo di Vedelago che recupera completamente i materiali plastici che nel piano di Iren sono indispensabili per il potere calorifico del forno, ma che purtroppo rilasceranno nel nostro ambiente diossine nocive per gli animali e per l’uomo, nei territori circostanti il camino.
Pensiamo alla città di San Francisco che con 800.000 abitanti divisi in diverse comunità etniche e linguistiche riesce a recuperare il 75% dei rifiuti prodotti, con ottimi risultati qualitativi e quantitativi nella parte organica.
Pensiamo infine ai fanghi da depurazione che, contro ogni logica, se non quella meramente economica, verranno bruciati anziché essere utilizzati in impianti a biogas, come avviene in tantissime altre realtà in tutta Europa.
A Parma si vogliono bruciare, per acchiappare i certificati verdi: bruciare fango, anche ad una analisi molto semplicistica, è un concetto che rasenta l'assurdità.
Siamo dunque giunti ad un punto cruciale della storia della nostra città: il tema dell’ambiente è diventato, anche grazie al dibattito sull’inceneritore, un argomento di estremo interesse e la sensibilità dei cittadini ci pone in una posizione privilegiata rispetto ad altre comunità.
Sta a tutti noi interrogarci, verificare competenze e capacità per sfruttare questa sensibilità in modo positivo ed intraprendere un progetto di città all’avanguardia, un modello per le future generazioni, oppure continuare sui vecchi percorsi già tracciati, che in tanti stanno abbandonando.
Prospettive e lungimiranza che non possono essere di competenza esclusiva del mondo politico locale, impegnato com’è con l’obiettivo, a breve termine, della campagna elettorale.
Una riflessione che spetta dunque in misura maggiore a chi ha una visione della propria missione con un orizzonte temporale più ampio.
Pensiamo ad esempio agli industriali, che tanto hanno dato al territorio investendo nell’immagine di prodotti sani, genuini, aiutando le persone a vivere meglio, portando ogni giorno nella loro vita il benessere e le gioia del mangiar bene.
Pensiamo a tante altre categorie come l'Università, le stesse associazioni di categoria, come quelle legate all'agricoltura, che saranno le prime colpite dagli effetti del forno.
Guardare avanti significa riflettere oggi.
Nessuno può, deve, tirarsi indietro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 marzo 2011
-429 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+277 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 3 marzo 2011

Chi ha scelto la grandezza dell'inceneritore?

Il Piano Provinciale Gestione Rifiuti (PPGR) si occupa della programmazione delle politiche di gestione dei rifiuti a livello provinciale.
Nel 2005 la Provincia di Parma ha adottato, dopo un lungo iter, il proprio strumento di pianificazione per il nostro territorio in materia di materiali di scarto.
A pagina 77 della relazione illustrativa il PPGR afferma come sia necessario “prevedere la realizzazione di un impianto dedicato all’utilizzo energetico della frazione residua in grado di soddisfare il fabbisogno d’ambito a regime (circa 65.000 t/a di frazione secca di origine urbana)”.



Deduciamo quindi che si sia data una chiara indicazione sulle dimensione dell'impianto di trattamento termico della frazione residua.
Ma nelle pieghe di questi strumenti ci si può infilare di tutto.
Durante l'iter di approvazione del PPGR è stata inoltrata da enti e privati una serie di osservazioni e riserve, che hanno trovato nel dicembre del 2004 la risposta puntuale dell'ente.
Tra queste la numero 4 era proprio di Amps Ambiente, la quale esprimeva la convenienza di costruire un impianto doppio rispetto ai calcoli del piano, per rispondere anche all'intenzione dell'azienda di trattare i rifiuti speciali.
Le richieste di Amps verranno approvate nel dicembre dello stesso anno, accogliendo le indicazioni sulla taglia dell'impianto di incenerimento.
Questo è il passaggio che conferma che la scelta della dimensione dell'impianto è stata fatta proprio dalla Provincia di Parma e non dal Comune, come invece sostiene Bernazzoli.
La scelta delle 130 mila tonnellate, suggerita da Amps, è stata avallata dalla Provincia.
Il testo che proponiamo è un po' lungo e in lingua politichese, ma vale la pena soffermarsi sullo slalom di parole, che dicono e non dicono che l'inceneritore sarà il doppio del richiesto.
“Il piano deve contenere la previsione del fabbisogno impiantistico relativo ai rifiuti urbani. Pertanto, rappresentano un suo contenuto obbligatorio le elaborazioni necessarie a quantificare le esigenze derivanti dal comparto dei rifiuti urbani che il sistema impiantistico dovrà essere in grado di soddisfare. In linea con questa impostazione il PPGR non determina il dimensionamento degli impianti di trattamento”.
Chiaro no? Deve ma non lo fa!
Il piano “...identifica la loro tipologia (selezione, biostabilizzazione, trattamento termico) e fornisce una serie di criteri per orientare la fase di progettazione, precisando che la potenzialità complessiva degli impianti deve essere determinata nell’ambito della valutazione di impatto ambientale. Tra i
criteri di cui sopra il PPGR sottolinea “la priorità al recupero energetico della frazione combustibile” , intesa come opzione che consente di minimizzare il ricorso alla discarica, è pertanto evidente che ulteriori flussi, rispetto a quelli indicati nel piano adottato, che presentassero
caratteristiche adeguate potrebbero essere utilmente avviati al trattamento termico (es. scarti derivanti dalla raffinazione della FOS, ingombranti con elevato potere calorifico ma non avviabili a recupero di materia), mirando contestualmente al perseguimento dell’obiettivo dichiarato di
“soddisfare il principio di autosufficienza su tutta la filiera della gestione”. In merito allo scenario da considerare per il dimensionamento dell’impianto di trattamento termico si conferma
l’opportunità di assumere come riferimento la previsione di fabbisogno”.
Ecco che tornano le 65 mila tonnellate ma, udite udite.
“...precisando che dovrà essere garantita la necessaria flessibilità, considerate sia la riconosciuta complessità di tali scelte che l’esigenza di fornire risposte adeguate ai fabbisogni stimati anche nella fase transitoria. In tal senso si sottolinea l’utilità di progettare un impianto in grado di rispondere anche alle esigenze di trattamento termico derivanti dal comparto rifiuti speciali aspetto che il piano non può sviluppare con indicazioni cogenti, ma che, oltre a corrispondere ad uno degli indirizzi prioritari fissati per tale comparto, potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di flessibilità del sistema. Pertanto, si ritiene opportuno accogliere in parte quanto richiesto dal Proponente, rivedendo le previsioni di fabbisogno del comparto rifiuti urbani in coerenza con le controdeduzioni ai precedenti punti 1 e 2 e precisando ulteriormente i criteri, che devono informare la fase di progettazione secondo quanto sopra riportato”.
Con un chiaro, lineare, con poche parole semplici, è un sì al forno doppio.
Quindi un piano che si deve occupare soltanto della gestione dei rifiuti urbani entra a gamba tesa nella gestione degli speciali che non gli compete.
E indica, a seconda della riga in cui si legge, la taglia del gingillo in costruzione a Ugozzolo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 marzo 2011
-430 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+276 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 1 marzo 2011

Dallara & Co. L'importanza dell'obiettività.

“Credo che su argomenti così importanti per l’opinione pubblica sia doveroso un comportamento responsabile, documentato e che sia improntato alla obiettività"
Con queste parole, che ci sentiamo di sposare in pieno, Giuseppe Dallara, direttore dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente di Parma, risponde alla polemica innescata da una sua affermazione nel corso di un incontro con gli studenti del liceo Romagnosi di Parma, presenti il direttore stesso, rappresentanti del GCR e l'assessore provinciale all'Ambiente Giancarlo Castellani.



Vogliamo allora qui fare un sunto del campionario di obiettività e rigore scientifico tenuti dalle istituzioni di Parma hanno riservato ai propri cittadini e amministrati, nonché elettori.
Era il gennaio del 2010 quando l'assessore all'Ambiente del comune di Parma Cristina Sassi dichiarava, nel corso della trasmissione di Tv Parma, “Agorà” che “i fumi delle grigliate sono ben peggiori di quelli degli inceneritori".
Sempre nella stessa trasmissione Claudio Ferrari, tecnico esperto di Enia, giurava che "le cassette di plastica, cartone e legno degli ortofrutta venivano recuperate al 99%”, venendo poi smentito più volte da immagini e testimonianze che tuttora dimostrano la mancata volontà di Iren di recuperare materiali nobili e facilmente riciclabili.

Arriviamo all'aprile del 2010, subito dopo la manifestazione nazionale per le alternative all'incenerimento, dove a Parma-Europa, seguito talk-show dell'emittente locale Teleducato, l'allora amministratore delegato di Enia, Andrea Allodi, consigliava ai cittadini che avessero qualche euro sotto il materasso, di investire nel mattone all'ombra del camino di Ugozzolo.
In effetti si scatenò una bolla speculativa da fargli meritare il Nobel per l'Economia.
Non pago del riconoscimento ambito dal gotha della finanza mondiale, Allodi si lancia nel mondo delle scienze naturalistiche, affermando che “un boschetto mangiapolveri” fermerà le PM10 eruttate dal comignolo di Iren (3,2 tonnellate per la cronaca), salvo poi essere smentito da Matteo Riccò, ricercatore dell'Università Cattolica di Piacenza, che con un espressione che non lasciò spazio a dubbi, smontò la congettura un po' campata in aria.
Chiudiamo questa carrellata di scienziati ed esperti parmigiani con l'assessore all'Ambiente della Provincia di Parma, Giancarlo Castellani, che nell'ottobre 2010, nel corso di un convegno a Monticelli Terme, dichiara per ben 3 volte che l'inceneritore non emetterà diossine, noncurante degli stessi documenti Enia, che dichiarano l'opposto.
Insomma, questa è la scientificità ed obiettività che fino ad oggi è stata riservata all'opinione pubblica di Parma.
Personaggi che forti della loro autorevolezza istituzionale vanno liberamente a parlare in televisione su argomenti così delicati, mentre viene negata la parola in Commissione Ambiente ad un gruppo di scienziati (veri questa volta) che avrebbero semplicemente esposto dati scientifici, obiettivi, senza necessità di interpretazioni.
A Giuseppe Dallara ricordiamo che la "ciminiera non identificata" da lui citata nella replica a Repubblica on line, denunciando una "clamorosa strumentalizzazione" da parte del GCR su un tema così delicato, fa parte del termovalorizzatore o inceneritore Silla 2 nei pressi del quartiere fieristico di Rho-Pero a Milano.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 marzo 2011
-432 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+274 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Tutte le citazioni dell'articolo di cui sopra sono verificabili qui:
Matteo Riccò – Boschetto mangiapolveri e la fata turchina
http://www.youtube.com/watch?v=f6SMVDmb9MU
Cristina Sassi – Grigliate pericolose per la salute
http://www.youtube.com/watch?v=5vpvwhmz-SY
Giuseppe Dallara – Vapore acqueo, io non vedo altro!
http://www.youtube.com/watch?v=v-Iw0o3uCxE
Giancarlo Castellani – Diossine chi le ha viste?
http://www.youtube.com/watch?v=9M1aXmnEV_M
Claudio Ferrari – Cassette di plastica riciclate al 99%
http://www.youtube.com/watch?v=M-fuK0ZGPXs

lunedì 28 febbraio 2011

Dallara di Arpa: dall'inceneritore esce vapore acqueo

Dopo le dichiarazioni mendaci di Andrea Allodi e dell'ing. Ferrari a una tv locale
http://www.youtube.com/watch?v=N0jY8s_kKz8&feature=player_embedded
(99% delle cassette ortofrutta recuperate), dopo le infelici esternazioni degli assessori all'ambiente del comune (la grigliata di carne inquina più di un inceneritore) e della provincia (l'inceneritore non emette diossine), è la volta del direttore di Arpa Parma Giuseppe Dallara: "Dagli inceneritori esce vapore acqueo", come a lasciar intendere che si tratti di impianti salubri
http://www.youtube.com/watch?v=v-Iw0o3uCxE&feature=autofb
Stupore fra gli insegnanti e gli studenti del liceo classico Romagnosi dove, giovedì scorso, un'assemblea di istituto aveva trattato con la nostra associazione, l'assessore Castellani e il direttore Arpa, i temi ambientali e l'inceneritore in costruzione a Ugozzolo.


Dallara (a sinistra) con Castellani

Dallara ha poi rilanciato, invitando tutti a documentarsi, consultando un libro di don Moroni, insegnante a Parma.
Con tutto il rispetto per mons. Moroni e per la sua straordinaria carriera, converrà consultare prima lo studio di Jay e Stieglitz, le cui analisi quali/quantitative hanno permesso di individuare oltre 200 composti organici nei fumi provenienti dalla canna fumaria di un impianto di incenerimento di rifiuti municipali.
Un elenco non esaustivo, data la complessità dell'indagine, ma significativo, che rende l'idea della superficialità dei monitoraggi che tanto vengono sbandierati dagli organi preposti al controllo e alla salvaguardia della salute pubblica.
Basta monitorare una manciata di inquinanti quando se ne formano in realtà migliaia? Che attendibilità pretendiamo di raggiungere?
Occorrerà ricordare al direttore Arpa che dalla combustione del tabacco, un materiale estremamente omogeneo, sono state isolate 4000 sostanze tossiche, nocive e cancerogene (Robbins & Cotran, Le basi patologiche della malattie, Volume 1, Patologia Generale settima ed.).
Quante sostanze scaturiranno dalla combustione di materiale così eterogeneo come quello dei rifiuti, al cui interno troviamo l'intera tavola periodica degli elementi?
Chissà per quale motivo all'esame di patologia dobbiamo sostenere che il fumo uccide, mentre da adulti (magari con qualche carica istituzionale) possiamo permetterci di affermare che medicine, polistirolo, tetrapak, lampadine, fanghi, plastiche e chi più ne ha più ne metta, si trasformino in vapore acqueo in barba al padre della Chimica moderna (Antoine Lavoisier, chi era costui?) e in barba alle oltre tre tonnellate di PM10 in più ogni anno dichiarate perfino da Enia (ora Iren) a pag. 15 del Vol. D dello studio di impatto ambientale (senza contare il particolato secondario che supera ampiamente quello primario, con conseguente sottostima delle emissioni).
Le parole di Dallara (come quelle dei colleghi succitati) sono motivo di scherno per le mamme di Montale (Pistoia) che, contrariamente alle dichiarazioni tranquillizzanti delle istituzioni, si ritrovano nel latte materno le molecole emesse dall' inceneritore locale.
Giuseppe Dallara è una persona adeguata a ricoprire un incarico così delicato per una comunità che vive una situazione ambientale drammatica?
Noi crediamo di no e sarebbe opportuno che si facesse da parte.
Anche perchè è la stessa Arpa che studia il “vapore acqueo” degli inceneritori e il primo stralcio dello studio Moniter, uscito lo scorso settembre, ha dato risultati preoccupanti
Il “vapore acqueo” è stato individuato come causa di un incremento statisticamente significativo di parti pre termine: fumini un po' pericolosi, non credete?
L'Arpa Piemonte, che a quanto ci risulta non è covo di assatanati ambientalisti,
http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Pubblicazioni/Gli_impianti_di_termovalorizzazione_dei_RSU/Comba.pdf.pdf
aveva studiato il problema delle emissioni degli inceneritori e i risultati li potete leggere tutti, senza che siano interpretati da terzi: cancro polmonare, sarcoma dei tessuti molli, linfomi non Hodgkin, incremento di mortalità nelle donne.
Come mai tutte queste preoccupazione per del vapore acqueo?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 febbraio 2011
-433 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+273 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 27 febbraio 2011

Chi decide dei beni comuni a Parma?

Acqua, raccolta e trattamento dei rifiuti, sono oggi a Parma completamente in mano ad un’unica azienda privata: Iren. Da lunedì scorso l’ultima possibilità di controllo da parte della città sull’operato di Iren è divenuta talmente esigua da risultare di fatto impraticabile. Fino a lunedì scorso il Comune di Parma controllava ancora una piccola quota di azioni di questa azienda. Per questo il sindaco riuscì a nominare il vice presidente: Luigi Giuseppe Villani.
Da lunedì Villani non risponde più solo al sindaco e quindi ai cittadini di Parma, ma a Stt e Parma Infrastrutture, cioè alle banche che finanziano queste società partecipate. Tali banche hanno infatti ricevuto in pegno più di 70 milioni di azioni Iren di proprietà del comune acquisendo in tal modo il diritto di controllo che era dei cittadini.
La recente campagna del Comitato Referendario per l’Acqua Bene Comune ha portato all’attenzione di tutti, anche dei più distratti, il rischio reale che noi cittadini corriamo di vedere trasformati i nostri diritti in merce di scambio. In alcuni comuni italiani l’acqua è già stata privatizzata e chi vi abita sta facendo i conti con alti livelli di arsenico, aumenti incontrollati delle tariffe, mancato riconoscimento del diritto d’accesso a questo prezioso bene.



Anche la salute è un bene comune.
La salute dei cittadini di Parma è pesantemente minacciata dal progetto di costruzione dell’inceneritore di Ugozzolo, industria insalubre di prima classe, progetto privato che Provincia e Comune consegnano nelle mani di un'azienda privata che, come tale, ha un’unica finalità: il profitto.
Senza la possibilità di controllo pubblico la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini viene meno. Diritto alla salute, diritto di accesso all’acqua. Oggi i cittadini di Parma sono meno tutelati, per veder soddisfatti questi diritti non dovranno più interloquire con gli amministratori che loro stessi hanno eletto (e che potrebbero quindi rimuovere democraticamente alle prossime elezioni) ma con un’azienda della quale nemmeno si conosce con trasparenza la proprietà. E’ infatti di pochi giorni la notizia che il Fondo F2I ha acquistato il 40% di Mediterranea delle Acque, società del Gruppo Iren. Chi è questo nuovo socio di Iren, amministrato da Vito Gamberale? Sappiamo che ha messo nel proprio portafoglio consistenti partecipazioni a società per le infrastrutture (autostrade, aeroporti) e per i servizi integrati (acqua, gas, energia). Sappiamo anche che la proprietà è in parte avvolta nel mistero: 40 "Limited Partners" dei quali nemmeno si conosce il nome.
Cosa succederebbe se per malaugurata sorte Stt dovesse fallire? Dove andrebbero a finire le azioni che assicurano un seppur minimo controllo da parte del comune sulla ex-municipalizzata?
I cittadini di Parma non sapranno più chi sono coloro che decidono dei servizi che assicurano il riconoscimento dei loro diritti e così non potranno più rimandarli a casa se sbagliano. Con buona pace della democrazia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 febbraio 2011
-434 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+272 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?