venerdì 8 giugno 2012

L'inceneritore di Parma nei Tg nazionali


Un'industria insalubre di classe I, la più pericolosa, che per legge non si può costruire in zone caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti.
Cosa ci fa nel cuore della food valley, a fianco del più importante pastificio del mondo?
Se lo chiedono i Tg nazionali e i focus di approfondimento.
Ieri è stata la volta di Rai 3, con il servizio di Tindara Caccetta, la giornalista con la quale Gcr ha trascorso un pomeriggio per poter illustrare la grave situazione di Parma.



"Eccolo qui l'inceneritore della discordia in mezzo ai campi, alle fabbriche di prodotti alimentari, ai caseifici della Pianura Padana. Brucerà 130.000 tonnellate di rifiuti all'anno e i cittadini di Parma non lo vogliono” racconta l'inviata della Rai, che continua “Lo hanno detto chiaramente eleggendo il nuovo sindaco Pizzarotti, che ha basato la campagna elettorale sul no all'inceneritore. Iren ha investito finora milioni di euro e non è disposta a mollare tanto facilmente, ma la città si mobilita e cerca soluzioni alternative”.
Gcr sostiene l'ipotesi riconversione, in base all'offerta della Van Gansewinkel, quinto players europeo nel campo dei rifiuti. I pezzi già stati installati si possono collocare su altri mercati, consentendo a Iren di rientrare dall'investimento e di imboccare la strada virtuosa della gestione dei materiali post-utilizzo rispettosa di ambiente e salute.
Per trattare bene i rifiuti si parte dalla raccolta differenziata.


Purtroppo oggi a Parma mescoliamo ancora materiali come plastica, organico, vetro, metalli, tutti insieme senza alcun grano salis.
Queste sono risorse, proviamo a guardarle in faccia, riconoscendole per quelle che sono.
Nel quartiere Cittadella hanno avviato la raccolta rifiuti porta a porta abolendo i cassonetti stradali e sono arrivati in pochi giorni al 70% di differenziata.
Carla Carpi è una residente della zona, intervistata da Rai 3, e si è subito adeguata.



Alla fine si riesce a differenziare tutto. Con l'acqua in brocca e i prodotti alla spina si ha una riduzione dei rifiuti a monte. I cittadini di Parma ci credono. Meno rifiuti e raccolta differenziata spinta sono la strada da percorrere. A Reggio Emilia hanno spento l'inceneritore pochi giorni fa. Un risultato importante anche per la Federazione regionale dell'ordine dei medici, che nel settembre 2007 chiese la moratoria contro la costruzione di inceneritori. Richiesta rinnovata nel dicembre 2011 dopo la pubblicazione dei preoccupanti risultati dello studio epidemiologico Moniter.
Ora gli ingredienti ci sono tutti per avviare la rivoluzione di Parma. Anche nel campo dei rifiuti.


http://tinyurl.com/tg3-inceneritore

http://tinyurl.com/tg3-inceneritore-total


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 giugno 2012

Sono passati
739 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
33 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
18 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

giovedì 7 giugno 2012

I beni comuni devono rimanere tali


La Procura di Firenze sta indagando per corruzione l'amministratore del fondo F2i, Vito Gamberale. L'attività della Giunta comunale di Milano, intanto, è investita dalle polemiche per la cessione allo stesso fondo di una quota delle azioni di Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, operazione dietro la quale potrebbe configurarsi un ulteriore illecito.
In questo contesto, non possiamo non ricordare che il nome di Vito Gamberale, e quello del fondo F2i, è circolato nelle settimane scorse come quello di uno dei principali attori della nascita della grande multiutility del Nord, frutto della fusione tra A2a, Iren e forse anche Hera.



Fassino e Tabacci hanno affermato pubblicamente che Gamberale potrebbe essere il socio finanziario dell'operazione.
Già lo scorso anno portammo nei consigli comunali piemontesi, liguri ed emiliani ordini del giorno per chiedere chi fossero i finanziatori di F2i, senza ricevere risposta.
Oggi - con Gamberale indagato - chiediamo nuovamente agli amministratori di Genova e delle altre città di Piemonte, Lombardia, Liguria, ed Emilia coinvolte nell'operazione, se è a questi soggetti che vogliamo affidare la gestione di un servizio pubblico d'interesse generale, come i nostri acquedotti.

Più in generale, l'intera vicenda pone un interrogativo rispetto agli ambiti in cui nasce la proposta di creare la grande multiutility del Nord, e alle esigenza cui risponde.
Secondo il Forum italiano dei movimenti per l'acqua altro non è che una svendita di servizi pubblici essenziali, il cui fine non è il miglioramento del servizio ma l'esigenza di far fronte al livello d'indebitamento di A2a e Iren divenuto insostenibile a causato dalla crisi che ha fatto perdere oltre il 35% del valore alle due società quotate in Borsa.
È pura speculazione, estranea al perseguimento del bene comune delle città interessate.
Per questo abbiamo promosso un appello contro la costituzione della multiutility del Nord, che ha già raccolto quasi tremila firme tra cui quelle di esponenti dell'economia, della cultura e dello spettacolo.
È possibile leggere e sottoscrivere l'appello su http://www.acquabenecomune.org
Ivano Predieri – Reggio Emilia

Da Parma non possiamo che condividere la letture degli avvenimenti delle ultime settimane.
I nostri territori sono stati svenduti alle multiutilities per riuscire a togliere potere agli enti locali ed allontanare dalle amministrazioni le leve del comando.
Su beni pubblici come energia, acqua, suolo, ambiente, non possiamo delegare a nessuno la loro gestione e tanto meno privatizzare valori che sono direttamente legati al benessere delle popolazioni.
Il ruolo delle amministrazioni pubbliche locali deve essere quello di conservare per le future generazioni i loro territori e difenderli da qualunque speculazione o progetto che mira solo ad appesantire i portafogli di grandi gruppi, a spese dei cittadini.
Invitiamo tutte le associazioni, i comitati e la popolazione di Parma ad aderire all'appello di Acquabenecomune.
Non ha alcun senso che sull'inceneritore di Parma possano decidere altrove se non a Parma.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 giugno 2012

Sono passati
737 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
31 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
16 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

martedì 5 giugno 2012

Credibilità in caduta libera


Lo slalom speciale del Pd centra tutte le bandierine
La necessità della chiarezza.

A Parma un consigliere comunale strepita per sapere il destino dell'inceneritore di Parma. Il consiglio non è stato nemmeno insediato, lui ha avuto 5 anni nella scorsa legislatura per sapere, ma non gliene poteva fregar di meno, allora era silenzio totale.
Oggi sussultiamo per le dichiarazioni dell'assessore Sabrina Freda che esulta per la scelta di Modena di abbandonare l'incremento della capacità dell'inceneritore locale.



Afferma la Freda: “Grande soddisfazione per il passo indietro compiuto dalla Provincia di Modena sulla nuova linea dell’inceneritore, lo reputo assolutamente opportuno. Hanno riflettuto e ciò è apprezzabile, anche perché la Regione si attiene a linee guida che prevedono una diminuzione della capacità dei nostri impianti di incenerimento”.
Insiste il comitato Modena Salute Ambiente, da anni in trincea per il depotenziamento dell’inceneritore: “L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre anche la linea in funzione. Questo stop, dietro il quale ci deve essere qualcosa di grosso e di non ancora detto, non deve essere solo di facciata, deve comportare un reale cambiamento nella politica dei rifiuti di questa provincia”.
L'assessora all'ambiente indica la direttiva europea 98 come master plan della regione.
Allora non si capisce come mai si continui a sostenere che l'inceneritore di Parma sia necessario, che non ci sono alternative all'incenerimento, quando esponenti autorevoli dello stesso partito che siedono sullo scranno più alto in regione affermino l'esatto contrario.
Una slalom maldestro.
Qualcosa ci sta sfuggendo.

D'accordo che questo partito ormai vada in ordine sparso e ogni cespuglio viva in modo autonomo la propria esistenza, ma siamo di fronte ad un argomento dove non si può e non si deve improvvisare.
Stiamo discutendo di un problema spinoso, importante, che condizionerà il futuro della città e la prospettiva di salute del nostro territorio.
Il consiglio che possiamo dare al sindaco Pizzarotti, anche davanti a queste uscite così sgangherate, è quello di procedere ad una revisione puntuale di tutta la procedura autorizzativa che riguarda il forno inceneritore di Ugozzolo. Ci vuole anche per questo progetto una sorta di revisione contabile che dia modo all'amministrazione, e poi ai cittadini, di avere un quadro chiaro e aggiornato sulla situazione, che oggi assolutamente non esiste.
Lasciamo sfogare le impellenti necessità della minoranza: ha avuto anni e si è sempre disinteressata al tema.
Procediamo ad una analisi dettagliata per fare una volta per tutte chiarezza su tutto il percorso: autorizzazioni, responsabilità, costi, studi sanitari, piani economici e finanziari.
Chissà che non escano sorprese.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 giugno 2012

Sono passati
736 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
30 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
15 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

lunedì 4 giugno 2012

Sui rifiuti serve chiarezza


Un lettore del quotidiano più letto in città ci ha chiamato in causa sul tema rifiuti. Visto che la replica stenta ad essere pubblicata, approfittiamo dell'occasione per chiarire alcuni aspetti.
Oggi c'è bisogno di trasparenza e chiarezza e non bisogna confondere ancora di più un tema di non facile approccio come quello dei rifiuti.
Una tematica di fondamentale importanza perché incide su molti aspetti della vita del nostro territorio e tocca tanti ambiti correlati tra di loro: da quello sanitario ed ambientale a quello economico.



Il progetto alternativo di gestione dei rifiuti, che prevede un trattamento a freddo senza ricorso all'incenerimento, è stato presentato da Gcr nel giugno 2010 a Comune di Parma e Provincia.
Lo stesso piano, sul quale non abbiamo ricevuto alcun cenno da parte dei due enti destinatari, è stato aggiornato nel mese di aprile secondo i recenti sviluppi tecnologici, aggiornamenti che hanno permesso un ulteriore miglioramento del piano nei suoi “numeri” fondamentali.
L'analisi è stata redatta da una equipe volontaria di ingegneri e chimici di Parma, regolarmente iscritti all'albo e sollecitati dagli stessi ordini a rendersi disponibili, è stata validata nell'ultima stesura da Enzo Favoino, un tecnico dei piani di raccolta differenziata il cui valore è ormai riconosciuto a livello europeo e che, partendo dall'esperienza della Scuola Agraria di Monza, ha ad esempio collaborato alla stesura del piano di gestione di Reggio Emilia.

Cercando di stringere in poche battute un progetto che avrebbe in realtà di bisogno di molti capitoli per essere compreso appieno, cerchiamo qui di indicare alcuni punti cardine, attorno ai quali si sviluppa l'intera visione proposta da Gcr, fatta propria dalla neonata amministrazione comunale guidata da Federico Pizzarotti.
Il primo punto riguarda l'applicazione di una forte politica di prevenzione dei rifiuti che consiste nello sviluppo di tutte quelle strategie risultate efficaci nelle altre esperienze virtuose e che risponde al primo indicatore che l'Europa pretende dagli stati membri nella strategia di gestione degli scarti.
Il secondo punto prevede una modalità di raccolta differenziata che deve diventare omogenea in tutto il territorio provinciale e strutturarsi come porta a porta spinta e l'applicazione della tariffa puntuale, che significa far pagare ai cittadini quello che smaltiscono e non quello che riciclano, premiando così i comportamenti virtuosi.
Con questi due scalini otteniamo da un 70% ad un 80% di raccolta differenziata ed in contemporanea un calo della produzione pro capite di rifiuti.
Il terzo punto riguarda la gestione della frazione residua, punto critico ma anche di svolta della strategia che guarda al riciclo totale.
Il cosiddetto indifferenziato viene prima privato dei metalli con magneti e correnti indotte e poi indirizzato ad un impianto di trattamento meccanico biologico che in sostanza è una macchina che separa la parte organica, l'umido residuo, da quella secca.
La parte organica viene “asciugata”, trasformando il cumulo in biostabilizzato, utilizzabile in massicciate o coperture di discariche e in una parte di scarto da avviare in discarica.
La parte secca viene sottoposta ad una vagliatura che attraverso sistemi ormai collaudati di selezione ottica e densimetrica recupera sia la parte cellulosica (carta) che quella plastica (plasmix), quest'ultima trasformata in sabbie sintetiche con un estrusore, trasformando il Tmb in una fabbrica di materiali e non come succede oggi in un produttore di Cdr. Anche in questo caso c'è una parte di scarto da avviare in discarica.
Sempre nell'ottica di semplificazione del processo, possiamo affermare che: fatto 100 la produzione di scarti, 80 vengono riciclati e dei 20 residui si riesce a recuperare un altro 11 per cento.
Rimane da porre in discarica il 9% del monte rifiuti iniziale.
Si tratta di 15mila tonnellate di materiale inerte, che non produce percolato ne gas serra, proprio perché è stata eliminata la parte organica.
Anche il lettore meno attento comprende che questi numeri cancellano definitivamente l'ipotesi di un inceneritore perché l'impianto di Ugozzolo produrrebbe ogni anno 39mila tonnellate di ceneri di scarto, un materiale pericoloso e difficile da gestire.
Sui punti di Salvarani brevemente. La diossina, pur ridotta dai “moderni” inceneritori, si continua a produrre ed infatti la si è trovata nel latte materno di mamme che abitano nei pressi degli impianti. La revisione in corso in Europa della direttiva fanghi 278/86 conferma il valore nutritivo (fosfati) di queste sostanze e rimanda al loro “miglioramento” del tenore di metalli per renderli sempre di più puliti.
L'Europa prevede al 2020 l'abbandono dell'incenerimento perché, tra l'altro, non ci possiamo più permettere di sprecare materie prime.
Infine il rendimento degli inceneritori è molto scarso e si attesta sul 15-20%.
Salvarani afferma che i fanghi abbiano al loro interno tassi rilevanti di metalli pesanti. La sua soluzione quindi sarebbe quella di bruciarli e trasferire questi metalli in atmosfera?
E meno male che i medici non li lascerebbero spargere sui campi...

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 giugno 2012

Sono passati
735 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
29 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
14 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

domenica 3 giugno 2012

Il sorriso di Parma può diventare contagioso


Tornerà la verde food valley dei ricordi?

Si è riunita nei giorni scorsi la prima assemblea di Gcr del dopo elezioni.
Tra i presenti la convinzione che il tema inceneritore abbia inciso non poco sull'esito delle elezioni amministrative, un duello che ha visto contrapporsi il candidato no ince Federico Pizzarotti con l'altro aspirante sindaco, propenso a sostenere ancora l'incenerimento dei rifiuti.
Gcr è ora in attesa di capire come intenda muoversi l'amministrazione sui temi dell'ambiente.



C'è grande attesa in città e molte speranze che la svolta in Comune sia anche e soprattutto una svolta verde.
La vittoria di un candidato che dice no al forno porta anche alla consapevolezza di dover sostenere il più possibile le scelte corrette di gestione dei rifiuti che la nuova giunta 5 Stelle metterà in campo.
Ma non è solo Gcr che deve sostenere il sindaco nella nuova avventura
Crediamo debba essere anche il territorio a far sentire la bontà della scelta.
Agli industriali dell'agro alimentare non dovrebbe sfuggire che una amministrazione che intende migliorare lo stato di salute della nostra aria non può che giovare alla loro produzione di eccellenza, che proprio sul “buono e sano” fa marketing in giro per il mondo.
Gcr porterà sul sito del cantiere dell'inceneritore la vittoria delle amministrative, la vittoria della prospettiva no forno, i vessilli che hanno guidato la lunga marcia dei no ince.

Sarà l'occasione per il rilancio del manifesto della food valley, oggi ancora più attuale ed urgente per riprogettare il futuro non solo di Parma ma di tutto il nostro territorio.
Un manifesto fatto di buon senso, buone pratiche, visione.
Questi cinque anni rappresentano una occasione irripetibile per fare scelte coerenti e libere.
Questi cinque anni rappresentano il laboratorio della nuova politica.
Per noi sono un banco di prova da cui poter attingere per trascinare l'intero Paese verso una nuova prospettiva fino ad oggi timida come un miraggio, evanescente come un sogno.
Qui si potrà sperimentare ed anche applicare tutto quello che l'Italia dei piccoli comuni ha dimostrato essere la strada giusta per concretizzare quella impronta ecologica leggera che fin qui è rimasta solo sulla carta e nell'album degli intenti.
Il lavoro è enorme, ma anche l'entusiasmo è alla stelle.
Il sorriso di Parma può essere contagioso. Deve diventarlo.
Anche per il consigliere Iotti, anche per la cosiddetta “opposizione”. Anche per Iren e per UPI.
Il messaggio che Gcr ha portato in questi anni, tra teatri, cinema, auditorium, con alcuni dei migliori professionisti del mondo, è positivo.
Dire no all'inceneritore significa dire sì posti di lavoro in più.
Parma può diventare faro in Italia e nel mondo, volano per una nuova economia, polo attrattivo per innovazione, investimenti, cultura, business, università.
Ora che tutti vogliono rifiuti zero, possiamo davvero bruciare i tempi del cambiamento invece che le risorse che sono i rifiuti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 giugno 2012

Sono passati
734 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
28 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
13 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI