sabato 1 dicembre 2012

Parma Malata 10

La battaglia contro lo smog deve essere di tutti

La morsa dell'inquinamento è sempre più stretta ed ogni anno la nostra città eccelle in Italia per la pessima qualità della sua aria.
L'ambiente è in stretta correlazione con la salute, peggiora l'ambiente, peggiora la salute dei cittadini.
Anche il recente rapporto Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia, ci restituisce un quadro allarmante della situazione.
Limiti di biossido di azoto sfiorati, dati sul Pm10 da incubo, come in tutta la penisola, peggioramento dell'inquinamento da ozono, dove Parma è nella top-ten delle città che hanno addirittura triplicato il numero di giorni limite per gli sforamenti.


La mobilità è evidentemente uno dei fattori che influenzano maggiormente il livello di inquinamento.
E la coppia motorizzazione privata in aumento e trasporto pubblico in diminuzione creano una trappola micidiale per i nostri polmoni. Nei mesi freddi poi l'accensione delle caldaie non fa che creare ulteriore emissioni che si sommano a quelle delle marmitte.
I valori finali della classifica di Legambiente, che hanno collocato Parma in alto, non fanno certo emergere la grave situazione in cui la città versa nell'ambito ambientale.
Parma è 27a su 39 città medie per il biossido di azoto.
Parma è 31a su 39 città medie per le Pm 10.
Parma è 34a su 36 città medie per l'ozono.
Industrie con emissioni imponenti, traffico veicolare privato, la forte emissione dovuta al passaggio dell'autostrada, le caldaie domestiche e aziendali, la particolare conformazione fisica del territorio della pianura padana che tende al fenomeno dell'inversione termica che schiaccia al suolo gli strati di aria e ne impedisce il ricambio, che sposterebbe la massa inquinante altrove.
Lo stato di fatto lo abbiamo davanti da anni, anzi ce lo respiriamo letteralmente.
Non senza conseguenze.
Perché all'aumentare delle polveri sottili aumentano le patologie respiratorie e cardio-vascolari, i ricoveri per episodi acuti di asma, bronchiti, infezioni respiratorie.
Intervenire è urgente.
Dobbiamo risolvere l'assurdo binomio lavoro-salute, che a Taranto ha prodotto tragedie, dobbiamo modificare radicalmente la mobilità urbana per eliminare parti importanti delle cause di inquinamento.
Abbiamo perso troppo tempo, prodotto veicoli estremamente inquinanti e scarsamente efficienti.
Dentro le città bisogna spostarsi con i mezzi pubblici, favorendo la fruizione attraverso servizi capillari, puntuali, efficienti anche sotto il punto di vista ambientale.
La salute deve venire prima di ogni altro.
Ben vengano allora provvedimenti che vanno in questa direzione.
Ben vengano le chiusure al traffico.
Certamente il commercio sta soffrendo come tutti i comparti economici.
Ma il male viene da lontano.
Un'assurda proliferazione dei centri commerciali senza avere una corrispondente crescita di domanda, eccessivi affitti commerciali nel centro storico che hanno strozzato i negozi, obbligandoli a tenere prezzi non concorrenziali, l'abitudine all'auto sotto casa, sotto negozio, sotto edicola, sotto bar, pessima e tutta italiana tradizione.
Il centro va vissuto senza auto, con un comodo servizio di bus frequenti e puntuali che lo colleghino con i parcheggi scambiatori in modo continuo e costante.
Perché il centro della nostra città è un bellissimo parco naturale ricco di storia, monumenti, occasioni di svago e di cultura che vanno rimessi al centro del nostro quotidiano.
E' inimmaginabile aprire alle auto i nostri centri storici che già oggi non dispongono di posti auto sufficienti ai residenti, sarebbe un inutile carosello di lamiere in perenne peregrinazione per un buco in cui riposare i pistoni.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 dicembre 2012

venerdì 30 novembre 2012

SmemorIren



La multiutility colpita dalla Fata Smemorina

Iren tenta lo slalom con la clamorosa notizia bolognese, che ha rivelato come il contratto con Ato Parma sia scaduto da un anno e la gestione attuale sia portata avanti in proroga.
Iren cerca di ribaltare a suo favore il ragionamento del direttore generale della regione Emilia Romagna, che afferma che l'inceneritore non ha attinenza con il contratto del 2004.
Così annuncia che il progetto del Paip ne esce riabilitato, dato che il direttore generale distingue i due processi, raccolta e smaltimento, come separati e indipendenti tra loro.
Ma questa è una notizia nefasta, non buona come la vuol fare intendere Iren.



La regione, affermando che il contatto del 2004 non riguardava la fase dello smaltimento, ha di fatto tagliato alla radice il progetto dell'inceneritore, disconoscendone la paternità.
Nel 2006 Iren si presentò ad Ato ed al Comune di Parma con una premessa molto puntuale e indispensabile per dare il via al progetto del Paip: “Siamo la società incaricata da Ato per lo smaltimento dei rifiuti dell'intera provincia”.
Come fa Iren a sostenere oggi il contrario, affermando che quella convenzione non c'entrasse nulla con la fase dello smaltimento?
Hanno tutti preso lucciole per lanterne?


La delibera 45/11 recita che “Enìa S.p.A. è una società a totale capitale pubblico, derivante dalla fusione per unione delle tre società Amps S.p.a di Parma, Tesa S.p.A. di Piacenza ed Agac S.p.A. di
Reggio Emilia, dedicata allo svolgimento di pubblici servizi anche in materia ambientale; che, ai sensi degli artt. 15 e 16 della sopracitata L.R. n. 25/1999, e s.m.i., l’allora Amps S.p.A. (ora Enìa S.p.A.) ha siglato, in data 27 dicembre 2004, la convenzione con l’Agenzia d’Ambito Territoriale 2 (Parma) dell’Emilia-Romagna, nella quale si individua in Enìa S.p.A. (Amps S.p.A.) il soggetto gestore del servizio pubblico di raccolta, trasporto, recupero e/o smaltimento della totalità dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi assimilati agli urbani conferiti per un periodo di dieci anni; che nella predetta convenzione è stato precisato che lo smaltimento venga effettuato preferibilmente con strutture proprie”
Tra due versioni contrastanti non si può sceglierne una nei giorni pari e l'altra nei giorni dispari.
Da notare anche che l'aggettivo “preferibilmente” (che da una spintarella benevola al gestore) è un termine che non esiste nella convenzione del 2004.
Iren afferma poi che le tariffe di smaltimento sono state approvate da Ato e poi dai piani finanziari dei comuni.
E ci mancherebbe altro che le tariffe le decidesse Iren!
Il problema è che le tariffe applicate, che spesso sforano del 50% e anche del 100% la media regionale del periodo, non sono mai state messe in discussione ne autorizzate come prevedeva la norma regionale.
Una dimenticanza che potrebbe essere costata ai cittadini molte decine di milioni di euro.
Recita l'articolo 18 comma 2 della legge regionale 25/99: “La tariffa applicata all'utenza ai sensi dell'articolo 49 del decreto legislativo n. 22 del 1997 assicura la copertura integrale dei costi del servizio ivi compresi quelli per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti presso impianti di eventuali soggetti terzi. A tal fine i gestori dello smaltimento concordano con l'Agenzia il prezzo del recupero e dello smaltimento articolato per tipologia e caratteristiche degli impianti. Qualora quest'ultimo si discosti più del 20 per cento da quello medio regionale, determinato periodicamente dall'Autorità di cui all'articolo 20 della presente legge, dello scostamento deve essere data apposita motivazione e la medesima è sottoposta al parere dell'Autorità”.
Dove sono le motivazioni e l'approvazione da parte di Ato2 Parma?
Infine.
Se davvero fosse come afferma Iren, cioè che lo smaltimento dei rifiuti non riguarda la convenzione del 2004 con Ato, ma un rapporto diretto con i comuni, con piani finanziari che hanno validità di un anno, sarebbe scattato l'obbligo dei comuni a conferire i loro rifiuti dove costa meno, preferendo a Iren tutti quegli impianti e gestori che trattano l'indifferenziato residuo sotto i 100 euro la tonnellata come Brescia.
Quale motivo avrebbero infatti gli enti locali di spendere di più per lo stesso servizio quando a pagare sono le tasche dei contribuenti?
Non è forse una materia da Corte dei Conti?
Iren ha proprio un rapporto difficile la fata smemorina.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 novembre 2012

giovedì 29 novembre 2012

Il conto della serva


Sono illegittimi i milioni di euro depositati nelle casse di Iren?

“Dal 2004 al 2011, facendo riferimento alla convenzione che escludeva lo smaltimento, la quasi totalità dei Comuni della provincia (tra cui anche quello di Parma) hanno affidato direttamente ad Iren lo smaltimento dei rifiuti per un importo complessivo di circa 20 milioni di euro all’anno (in totale quindi circa 160 milioni di euro).



Affidamenti diretti, tra l’altro, a prezzi decisamente più elevati di quelli medi di mercato in regione, così come stabilito dall’Autorità per la vigilanza dei servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani – Regione Emilia Romagna- che ha fissato come costo medio regionale per lo smaltimento in discarica 77 euro/ton e 100 euro/ton per l’incenerimento.
Si ricorda che Iren ha smaltito in questi anni ad un prezzo pari a 155 euro/ton, pertanto a costi incrementati del 55% per lo smaltimento tramite inceneritore e del 101% tramite discarica.
E’ da presumere che su questa materia potranno esserci sviluppi, sotto vari punti di vista”
Così ieri Parmadaily.

Oggi possiamo aggiungere che la situazione venutasi a creare a Parma potrebbe essere traslata tal quale anche nelle province di Reggio e Piacenza, dove Iren opera con le stesse modalità di Parma.
Una moltiplicazione dei pani tutta a favore della multiutility, che in questi anni sembra aver ottenuto senza colpo ferire contratti milionari tutti a favore della propria azienda, tutti a sfavore dei cittadini, che si sono visti recapitare bollette salate, e salatissime se raffrontate agli altri cittadini della regione.
Questa mattina la conferenza stampa dell'amministrazione comunale di Parma ha visto il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore Gabriele Folli, il consulente Paolo Rabitti, ribadire alcuni concetti semplici semplici.
Intanto la ragione finalmente ottenuta sulla scadenza del contratto con Iren, che ormai da un anno opera in regime di garanzia del servizio ma senza un contratto valido.
Ma il punto più importante riguarda proprio le tariffe.
Come mai Parma e Provincia hanno pagato costi a tonnellate superiori di percentuali a 2 cifre rispetto alla media regionale?
Chi ha dato l'autorizzazione a questa spremitura delle tasche dei contribuenti così insensata?
Come mai nessuno ha mai eccepito alcunché su questa evidente stortura?
C'è un danno erariale per le casse comunali di tutto il territorio provinciale?
I cittadini possono attivare una class action per pretendere la restituzione di somme non dovute?
Oggi è arrivato quel giorno dei conti della serva che Iren non avrebbe mai voluto.
Oggi si mette mano alla calcolatrice e per qualcuno non saranno dei bei momenti.
Con la ciliegina sulla torta dell'illegittimità dell'affidamento a Iren dell'inceneritore: non essendo titolare di alcun valido contratto per lo smaltimento si è presentata al Comune di Parma e poi alla Provincia sbandierando un titolo di cui non era in possesso.
Tutto nullo?
A nessuno viene in mente una brutta parola come truffa?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 novembre 2012

Sono passati

57
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

97
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani

913
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore

207
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma

192
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore


mercoledì 28 novembre 2012

EsplosIren


La Regione certifica l'abusivismo di Inceneritore e smaltimento rifiuti
Il destino del forno è ora più incerto che mai, la parola alla magistratura

Ancora uno scoop di Parmadaily che oggi riporta la lettera del direttore generale della Regione Emilia Romagna inviata nei giorni scorsi al Comune di Parma, ma anche alla Procura della Repubblica.
Andrea Marsiletti è riuscito a battere tutti sul tempo e ci presenta un documento originale dalle conseguenze terrificanti per Iren.



Dice infatti la Regione Emilia Romagna, in risposta ai quesiti ripetutamente posti dall'assessore Gabriele Folli, che il contratto con Iren è scaduto già da dicembre dello scorso anno (2011), constatando di fatto che da allora la gestione della raccolta dei rifiuti sia condotta dalla multiutility senza uno straccio di contratto valido.
Il direttore generale della regione Giuseppe Bortone non si limita però a questa già grave affermazione ma va oltre, constatando che lo stesso contratto del 2004 non aveva in sé alcuna autorizzazione allo smaltimento dei rifiuti, servizio che era affidato direttamente ai comuni e quindi non faceva parte delle competenze degli Ato.

Ora noi sappiamo bene che tutto il progetto dell'inceneritore nasce da questo equivoco, che ha avuto origine a dicembre del 2005, quando Enia si presentò in Ato chiedendo il nulla osta al suo progetto di costruzione del Paip di Ugozzolo.
In quei concitati giorni Enia bussa prima all'Ato e poi al consiglio comunale sostenendo di essere titolare dello smaltimento dei rifiuti di tutto l'ambito provinciale e quindi di svolgere il compito affidatole e indicato dal piano provinciale di gestione dei rifiuti che indicava la necessità di un impianto di smaltimento a caldo.
Il fatto grave è che nessuna istituzione, da Ato al Consiglio Comunale, mise in discussione queste affermazioni non vere, anzi.
La delibera del consiglio comunale del 2006, che diede semaforo verde alla conclusione dell'accordo preliminare con Enia, scrive in premessa il falso, cioè che Enia sia titolare dello smaltimento dei rifiuti, ed è da questa considerazione che viene ritenuto conseguente affidarle la costruzione del forno.
Da quella decisione del marzo 2006 si sono poi susseguiti tutta una serie di altri atti messi in discussione da molteplici esposti depositati presso la procura di Parma. Il cantiere dell'inceneritore fu lo scorso anno bloccato per abuso edilizio dal comune di Parma, la Procura ha poi chiesto il sequestro dello stesso cantiere.
Ora la pietra tombale arriva direttamente da Bologna.
Un segnale inequivocabile del quale si dovrà tenere conto in sede istruttoria ai piani alti del tribunali.

http://www.parmadaily.it/Service/Allegati2/2012/LETTERA_PARMADAILY.pdf

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 novembre 2012

Sono passati
56
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
96
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
912
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
206
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
191
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore


Pd Pdl Pdci Udc, uniti contro l'ambiente


L'incredibile testa coda della minoranza consigliare di Parma

Per un attimo sembrava di essere tornati allo scorso anno.
Allora i capigruppo del precedente consiglio comunale avevano deliberato all'unanimità contro il referendum proposto dai cittadini contro il forno inceneritore, giustificando il loro no con un serafico ma scocciato “Non abbiamo capito la domanda”.



La rivoluzione di Parma avrebbe pochi mesi dopo travolto i partiti tradizionali, dando la migliore spiegazione possibile a coloro che non avevano capito il quesito referendario.
Ma a quanto pare la lezione non è servita a niente e sono bastati pochi mesi per dimenticare.
Nella seduta del consiglio comunale di ieri, praticamente all'unanimità (astenuto Ghiretti), la minoranza si è lanciata a peso morto contro la delibera di adesione alla strategia Rifiuti Zero, proposta dall'assessore Gabriele Folli, un testo pieno di buon senso, buone pratiche, indirizzi corrette per gestire il nostro futuro nel migliore dei modi.
Rifiuti Zero è una rete che vede 112 comuni d'Italia per 3 milioni di abitanti equivalenti impegnati in un percorso virtuoso per cancellare la parola rifiuto dal loro vocabolario.
Un coordinamento nazionale che lo scorso 13 ottobre ha visto nascere a Capannori (Lucca) l'associazione delle comunità verso rifiuti zero, alla quale anche Parma ha dato la sua adesione.
La delibera proposta dalla maggioranza a 5 Stelle è ispirata a quella votata in tutti i comuni a Rifiuti Zero, compreso, ad esempio, quello di Colorno, governato dal centrosinistra.

Proprio qui nel 2009 la delibera sollecitava la giunta a intraprendere “tutti gli sforzi nelle sedi opportune per favorire da parte degli enti preposti l'analisi e la valutazione di soluzioni impiantistiche del trattamento del rifiuto residuo diverse dall'incenerimento”.
E ancora Colorno sollecitava “la  realizzazione  di  impianti  sul  modello  del  Centro  Riciclo  di Vedelago (TV), in grado di recuperare e riutilizzare il 98% del materiale post consumo conferito da raccolta differenziata”.
Propositi insomma condivisi dal centrosinistra.
E in effetti, a ben guardare, è proprio la Toscana rossa a guidare il movimento RZ in Italia, nato proprio a Capannori, Lucca, grazie alla spinta di Rossano Ercolini e l'ispirazione di Paul Connett, il chimico americano padre della Zero Waste Strategy.
La delibera di Parma proponeva anche di istituire anche l'Osservatorio verso Rifiuti Zero, laboratorio tecnico scientifico che come nel resto degli altri comuni aderenti sostiene con suggerimenti e proposte il cammino verso il traguardo, con la consulenza di esperti e tecnici che collaborano a titolo gratuito.
Ma per la minoranza parmigiana il passaggio era “troppo generico”.
Eppure, tornando a Colorno, i democratici di Michela Canova, il 30 novembre del 2009, non la pensavano così e approvavano l'istituzione dell'Osservatorio verso Rifiuti Zero “all'interno della commissione consiliare competente, che abbia il compito di monitorare in continuo il percorso verso Rifiuti Zero, indicando criticità e soluzioni per rendere il suddetto percorso verificabile, partecipato e costantemente in grado di aggiornarsi anche alla luce dell'evolversi del quadro nazionale ed  internazionale”, valutando “l'opportunità di convocare stabilmente, nelle sedute della commissione dedicate a questo, esperti esterni in grado di supportare con la propria esperienza il lavoro dell'osservatorio, senza gravare in alcun modo sul bilancio comunale”.
A Colorno tutto semplice e accolto bene, ma guai a dire le stesse cose a Parma, assumono tutt'altro significato.
Nella delibera anche la soglia minima al 70% di differenziata entro il 2015, la creazione di un centro di riuso e riparazione, insomma tante buone idee.
Ma per Iotti rifiuti zero è un traguardo impossibile.
Sarà, ma loro stessi, per bocca del candidato sindaco Bernazzoli, affermarono che con la loro nuova amministrazione sarebbe arrivata addirittura al 100%.
Scherzi di stagione.
Abbiamo capito, osservando il triste spettacolo di ieri, che l'intento della minoranza travalica il merito e la sostanza delle proposte e si perde in un fumoso e incomprensibile diniego, senza che si riesca a comprenderne le motivazioni.
Del resto era lo stesso Pd che il 15 maggio 2011, probabilmente improvvisamente colto da tachicardia, riuniva all'ultimo momento il suo popolo in piazza Ghiaia intitolando la serata “Verso rifiuti zero: esperienze amministrative a confronto”, imbarazzando non poco la stessa assemblea.
Gli elettori emisero pochi giorni dopo il loro spietato verdetto.
A volte i boomerang tornano indietro, e fanno tanto male.
Il voto contrario di ieri da parte della minoranza non è stato un no contro la maggioranza.
E' stato una dichiarazione contro ambiente e salute.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 novembre 2012

Sono passati
56
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
96
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
912
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
206
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
191
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore


martedì 27 novembre 2012

La Regione benedice il sacco dei boschi


Al via la cogenerazione da legna
Tanti saluti alla sostenibilità

Di fronte ad un pubblico di sindaci, amministratori e funzionari, il sindaco di Monchio Claudio Moretti ha annunciato il suo piano “Monchio? Una comunità sostenibile”, in un incontro in Provincia con la vice presidente della regione Simonetta Saliera.
In pratica la centrale termica a cippato, andata in funzione un anno fa, d'ora in poi farà anche cogenerazione, producendo energia elettrica e incamerando gli incentivi pubblici.



A benedire l'iniziativa il vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera: “Un cerchio virtuoso si chiude, ha affermato. Dal fotovoltaico al teleriscaldamento per gli anziani,  dai nuovi posti di lavoro creati con la cooperativa di taglio al cippato fornito da questa per la produzione di energia elettrica della centrale”.

Le centrali a cippato per i borghi dell'Appennino, propugnate da Dall'Olio e dalla Provincia, a sentir loro dovevano produrre solo calore e bruciare limitate quantità di legna, ma in un giro di valzer tutto è stato ribaltato, come già avevamo scritto in tempi non sospetti.
Si apprende infatti che il progetto conteneva, in caratteri lillipuziani, anche la cogenerazione, e che la decisione di Moretti sia semplicemente l'apripista della politica della Regione Emilia Romagna, che d'ora in poi considererà la montagna come una grande legnaia a cui approvvigionarsi per le nuove caldaie a cippato.
Non va però dimenticato che il rendimento di una centrale a legna è molto basso, e quindi per produrre anche energia elettrica occorrerà 10 volte più cippato che non per produrre solo calore.
Per intenderci, la centrale di Monchio l'anno scorso ha bruciato 3.000 quintali di cippato ma l'anno venturo, con la cogenerazione, ne brucerà 30.000 quintali.
Una quantità che corrisponde a 30 ettari di bosco.
A parte ogni considerazione sulle emissioni nocive, che assumeranno da ora in poi carattere industriale, ammorbando l'aria della fascia dei crinali, si deve aver ben chiaro che ogni anno si dovrà tagliare una bella fetta di boschi in più.
Alla faccia della sostenibilità, considerando che tali tagli si sommeranno a quelli già in atto per la speculazione sulla legna da ardere.
Ma ha senso finanziare una cooperativa di taglio industriale quando la montagna viene già predata selvaggiamente della sua risorsa legna?
Ha senso buttare più di un milione di euro di fondi europei, regionali e provinciali in un progetto che produce poca energia ad un costo altissimo di risorse naturali?
Non è forse più ragionevole investirli nel risparmio energetico, ristrutturando i borghi e creando immediato lavoro nell'edilizia, a sua volta volano dell'attività turistico-ricettiva?
Nell'assemblea questo discorso non abbiamo potuto farlo, ci è stato impedito.
La partecipazione e la pluralità delle voci non abitano più qui.
Da oggi via libera al sacco dei boschi.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
27 novembre 2012

www.reteambienteparma.org  -  info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
comitato associazione giarola e vaestano per il territorio


lunedì 26 novembre 2012

Sequestrate l'inceneritore, non la nostra salute


Il 30 Novembre si avvicina e con esso la decisione che stabilirà se chiudere o aprire l'inceneritore di Parma.
Oggi la società civile rivolge un appello e una implorazione al collegio di giudici che tra pochi giorni si esprimerà in merito alla richiesta di sequestro, avanzata dalla Procura, del cantiere di Ugozzolo.



Un appello e una implorazione al collegio di giudici affinché decidano con l'ausilio della loro coscienza.
La materia è estremamente complessa e forse unica nel suo genere per come si è sviluppata in questi anni. Non sarà semplice tirare le somme.
Confidiamo in questo collegio, nella loro scienza e nella loro coscienza.
La società civile è in fibrillazione.
La società civile vuole verità, perché ha un profondo bisogno di giustizia.

Giustizia e verità sono mancate in tutto l'iter autorizzativo dell'inceneritore.
Innumerevoli sono le infrazioni commesse.
Come potranno garantire trasparenza e lealtà quei soggetti che hanno commesso tutte quelle infrazioni?
Tutto quello che è accaduto è profondamente immorale.
Dobbiamo fermare il cantiere.
Dobbiamo ripartire da un'altra prospettiva, prima che sia troppo tardi.
Oggi le infrazioni sono di carattere burocratico e autorizzativo, domani mineranno la nostra salute e quella dei nostri figli.
Fermiamoci!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 26 novembre 2012

Sono passati

54
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

94
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani

910
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore

204
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma

189
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore



domenica 25 novembre 2012

Inceneritore di Parma, mostro bipartisan


Destra e sinistra, medaglie di carbone

Il forno di Ugozzolo ha una miriade di genitori, su cui svetta il partito democratico per fedeltà e perseveranza.
Ma l'impianto di Iren nasce, attorno al 2006, da una decisione condivisa tra sinistra e destra, con la seconda, che governava il comune di Parma, ad ergersi a convinta incensatrice del sistema.



Non a caso l'allora sindaco Ubaldi diede il suo personale contributo decisivo, prima con la casacca di presidente dell'Ato e poi con quella di primo cittadino, portando a casa la delibera del consiglio comunale che mise di fatto in pista il progetto.
Ubaldi addirittura elogiava a tal punto l'inceneritore da suggerirne una capienza maggiorata, virtù chiama virtù.
Il comune di Parma fece la sua parte fino in fondo, frenando lo sviluppo della raccolta differenziata, nonostante il progetto del consorzio Priula fosse delineato e dettagliato da tempo.
E in Provincia almeno non si tirarono indietro su questo punto, sostenendo i comuni della cintura nella crescita della Rd, portandoli a primeggiare in Emilia Romagna.

Le risorse del progetto Priula per Parma deragliarono invece verso altri titoli di spesa, reggendo di fatto fino a ieri la fantomatica necessità del forno, a fronte di quantità di rifiuto residuo che senza una corretta applicazione della Rd in città si mantenevano ad un livello cospicuo.
Parma era la città nera nella regione rossa, uno scandalo che sotto celava invece un accordo, un inciucio focalizzato sui lavori pubblici, una divisione della torta equa.
L'inceneritore a me, la metropolitana a te.
Era questo il busillis sul quale la città ha trattenuto il fiato portando avanti quella sorta di tregua e di accordo non detto e non confessabile, distrutto improvvisamente dal tramonto del faraonico e assurdo progetto della Metroparma.
Caduto uno dei cardini della tregua, anche l'inceneritore cominciò a traballare, a lasciare trapelare le crepe così bene nascoste nei primi anni.
L'inceneritore è una colpa condivisa.
Con aggravanti per entrambi le parti, che certo non salva la destra da questa sciagurata decisione, così come giustamente continua a sottolineare Nella, che c'era dall'inizio.
La sinistra ha dato il via all'impianto con una autorizzazione ambientale senza la quale non sarebbe servito a nulla l'ok del consiglio comunale.
La destra ha sostenuto il primo vagito del progetto ed aver collaborato di nascosto alla sua crescita, frenando lo sviluppo della raccolta differenziata senza alcuna apparente giustificazione, con il capoluogo fanalino di coda nella gestione provinciale dei rifiuti.
Medaglie di carbone.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 25 novembre 2012

Sono passati
53
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
93
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
909
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
203
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
188
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore


Ambiente Italia, focus sull'inceneritore di Parma


E' andata in onda ieri su Rai 3 la puntata di Ambiente Italia, diretto da Beppe Rovera, focalizzata sulla gestione dei rifiuti e i metodi di trattamento.



Titolo della puntata “Rifiuti, che fare?”, al centro dell'attenzione dopo il voto referendario della Valle d'Aosta, che ha escluso l'utilizzo di un pirogassificatore per smaltire la frazione residua e nel bel mezzo della settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
Durante la trasmissione, che ospitava anche gli esperti Walter Ganapini, Roberto Cavallo e Fabrizio Roscio, promotore del referendum valdostano, un servizio da Parma per districare la vicenda dell'inceneritore.
L'inviata Rai Claudia Apostolo ha intervistato le parti in causa, nella non facile impresa di fare luce sull'intricata matassa, un tipico caso di mancato coinvolgimento dei cittadini nella procedura decisionale che ha portato quasi al traguardo un impianto che nessuno vuole.
La giornalista della Rai ha intervistato il sindaco Federico Pizzarotti, “davanti a tutto la difesa della salute”, l'assessore all'Ambiente Gabriele Folli, “al 2020 mancherà il carburante all'inceneritore”,  Andrea Marsiletti, direttore di Parmadaily, “il guadagno di Iren derivato dalla gestione dell'impianto è stratosferico”, l'associazione Gcr, “il cantiere non ha il permesso a costruire e per noi è abusivo”.
E' emerso un quadro chiaro della situazione, da un parte il business, dall'altra i diritti dei cittadini alla salute ed a un ambiente pulito.
Iren ha confermato che l'impianto dovrebbe partire a pieno regime in aprile, dopo le fasi di collaudo, che nella prima parte verranno condotte senza apportare rifiuti ai forni.
Walter Ganapini ha però gelato da studio l'entusiasmo di Iren, “i collaudi a volte durano anche degli anni”, facendo anche emergere l'incredibile assenza dalla commissione di collaudo del comune di Parma, che ospita sul proprio territorio l'inceneritore e non può verificare direttamente la fase di avvio, facendo così sfumare la sbandierata trasparenza dell'iter procedurale.
Una richiesta già depositata agli atti ma alla quale la Provincia su rifiuta di rispondere motivando il ritardo della decisione dell'ente locale rispetto alla commissione già deliberata (che però ha fatto solo due riunioni e quindi ha il lavoro tutto davanti).
Il “collaudo al buio” è l'ennesima segnalazione di scarsa trasparenza legata alla vicenda dell'inceneritore di Parma, le quali procedure progettuali sono oggi al vaglio della magistratura.
L'amministrazione di Parma ha ribadito la centralità del pubblico rispetto agli interessi di società quotate in Borsa e lontane dai territori, rivendicando la necessità di riportare nell'ambito degli enti locali la gestione dei beni comuni.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 25 novembre 2012

Sono passati

53
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

93
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani

909
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore

203
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma

188
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore