Per queste parole Iren ha denunciato l'Associazione GCR
Chiediamo ai cittadini di sottoscrivere questo appello
Le firme, raccolte entro il 15 giugno, saranno allegate agli atti di difesa
Sembrano passati anni luce da quando l'azienda municipalizzata pubblici servizi, nota come Amps, apparteneva alla città e il suo scopo era solo quello di offrire servizi ai cittadini di Parma, suoi proprietari e utenti al tempo stesso. Lontani anni luce quei tempi, perché oggi c'è Iren, una sorta di piccola multinazionale, il cui scopo è realizzare profitti e niente altro, e men che meno essere al servizio di qualcuno. E il peso di Parma è ovviamente sceso a livelli quasi impalpabili, con le sue azioni che contano, o meglio non contano, per il 6%, e un livello decisionale che pesa zero. Iren in effetti non ha utenti, ma solo clienti.
Non lavorando per la città, ma per i propri azionisti, Iren ha progettato un inceneritore, che minaccia la nostra salute, inquina l'ambiente, mette in pericolo le produzioni agricole, è calibrato non sulle reali esigenze del territorio ma per contribuire agli utili aziendali, bruciando più materia possibile. Un impianto che promette grandi profitti. I cittadini lo hanno capito e in mille modi hanno chiesto alla politica di fermare questo progetto. Ma la politica non è più il tramite tra i cittadini e il governo della cosa comune. Anche in questa vicenda, la politica è divenuta lo strumento degli appetiti di un'economia miope e arrogante, che non tiene in considerazione i valori delle persone, i diritti alla salute, al futuro. Anche la trasformazione della società civile è ormai evidente. Non siamo più cittadini-elettori, ma ci hanno trasformato in cittadini-consumatori. Se questo siamo diventati, potremmo però fare in modo che la nostra voce torni a farsi sentire. Il denaro delle nostre bollette è il sangue che alimenta il mostro che cresce ad Ugozzolo.
E' giunto il momento di rifiutarsi di essere un gregge obbediente, di essere i “loro” consumatori. Per non consumare il nostro futuro, per non consumare ancora le nostre parole in suoni che nessuno ascolta, abbiamo deciso di passare ai fatti concreti, quelli che non hanno bisogno di ascolto per essere fattivi ed efficaci. Oggi invitiamo tutti i cittadini a trasferire i loro consumi di gas e energia elettrica ad un altro operatore, allontanandosi dal gestore Iren, per dire chiaramente all'azienda che non siamo in sintonia con le sue politiche di sviluppo, e non vogliamo collaborarvi. Oggi invitiamo tutti i cittadini del nostro territorio a votare con il proprio portafoglio, con uno strumento utilizzato in questo tipo di controversie: il boicottaggio. Ci siamo organizzati, oggi è il momento di informarsi, il gesto da fare è semplice ma molto, molto incisivo nei confronti di Iren. Non diciamo con chi andare, le scelte sono molteplici, il mercato è libero. Diciamo da chi scappare, per mettere nero su bianco che non siamo disponibili a collaborare. Boicottiren è la nuova campagna che sarà presente il sabato mattina al mercato contadino di via Imbriani, dove gli attivisti del Gcr saranno disponibili a dare tutte le informazioni del caso. Boicottiren sarà nelle strade di Parma con una campagna di affissioni. Sul sito www.gestionecorrettarifiuti.it/boicottaggio-iren ci sono tutte le spiegazioni del caso. Alla mail boicottaggio.iren@gmail.com si potrà scrivere per aderire o per chiedere qualunque genere di informazione.
Boicottiren anche tu, fai sentire la tua voce al gestore. Dillo anche tu con i fatti che non collabori con questo nefasto progetto.
Queste parole sono l'impegno civile di un gruppo di cittadini.
Queste parole sono amore per la nostra terra.
Queste parole sono rispetto per noi stessi.
Queste parole sono esercizio del diritto di opinione e critica.
Queste parole sono resistenza democratica.
Queste parole sono ciò che rimane a chi è stato tradito dalla politica.
Queste parole mostrano che l'unico argomento che vi smuove è il denaro, che non vogliamo più darvi.
Queste parole sono la vostra paura.
Queste parole risuonano più forti ora che cercate di farci tacere con i vostri avvocati.
Queste parole sono anche mie
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 4 giugno 2011
venerdì 3 giugno 2011
Un camino costruito sulla sabbia
Siamo da poco venuti in possesso di un capitolo della saga dell'inceneritore di Parma (Volume B – Quadro di riferimento progettuale) e vi sono alcune interessanti considerazioni che vorremmo condividere.
Nel Volume B si descrivono gli impianti in progetto dal punto di vista tecnico e si giustifica la scelta fatta paragonandola ad altre alternative considerate.
Ma, molto interessante, si fornisce anche una giustificazione della necessità di dotare la Provincia di Parma di un inceneritore, in base a stime sui costi di smaltimento.
Enia nel 2007 afferma due cose importanti che poi orienteranno decisamente la scelta verso il forno: a pagina 279 del Volume B si dichiara che “per l’incenerimento in Italia non esiste un mercato, in quanto la capacità di combustione è assolutamente carente ed insufficiente a coprire anche i fabbisogni di ambito. Il problema non è il prezzo, ma la mancanza di capacità di combustione”.
Si esclude così a priori la possibilità di ricorrere, per lo smaltimento dei rifiuti parmensi, ad impianti già esistenti, come ad esempio i 9 inceneritori già attivi in Emilia-Romagna.
In base a questo assunto, si valutano dunque due alternative obbligate: o il ricorso a discariche dislocate nel centro-nord Italia, oppure l’invio dei nostri rifiuti ad impianti di smaltimento del centro Europa.
La realtà di oggi, 2011, è totalmente differente rispetto alle previsioni di Enia elaborate nel 2007, in quanto vi sono stati diversi segnali che indicano che gli impianti esistenti e operativi oggi, non hanno abbastanza rifiuti per funzionare a pieno regime.
Un esempio su tutti l’inceneritore di Modena, per il quale Walter Ganapini, già commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, dichiarò al Giornale di Reggio, il 2 ottobre 2010 che “...Hera a Modena ha un buco di forniture per il suo inceneritore di ben centomila tonnellate/anno, e non sanno come riempirlo”.
Sempre nell’ottobre 2010 il parlamentare del Pdl Gaetano Pecorella in visita istituzionale in Germania dichiarò che “qui i termovalorizzatori sono quasi superati e noi stiamo ancora a discutere di discariche … La nostra strategia con i rifiuti è superata: per il futuro si dovrà puntare sul riutilizzo dei materiali, sviluppando la fase del recupero”.
Lo stesso Frans Beckers, responsabile C2C della van Gansewinkel, multi-utility olandese, 5° operatore nel settore rifiuti in Europa, ci ha dichiarato durante la sua recente visita a Parma, che la capacità di incenerimento degli inceneritori in Germania (61 impianti per una capacità di 6,4 milioni di tonnellate) è ormai sovradimensionata grazie alle politiche di massimizzazione del riciclo, che riducono drasticamente il ricorso a questa obsoleta tecnica di smaltimento.
Nel Volume B di Enia, a pag 279, si afferma che “la previsione al 2012 dei prezzi di smaltimento dei rifiuti urbani prodotti in Italia, al netto di inflazione rispetto al 2006 e di ogni costo accessorio quali trasporto ed ecotassa, si assesta su 130-160 Euro/tonnellata, mandandoli a incenerire nei paesi del Centro Europa”.
Questi costi non hanno oggi alcun riferimento con la realtà. Non corrispondono infatti ai valori di mercato del 2011, che secondo Frans Beckers di VGW, sono al di sotto dei 100 Euro per tonnellata, come anche secondo uno studio dei ricercatori Vivis Thiel e Karl J.Thomé Kozmiensky, che al recente Recuwatt di Barcellona, congresso sulle tecnologie e pratiche di recupero di energia da rifiuti in Europa, dichiarano in 100 Euro a tonnellata il costo di smaltimento di rifiuti solidi urbani in inceneritori in Germania.
Ora viene da chiedersi quali sono le fonti a cui ha attinto Enia/Iren per prospettare questo scenario ai nostri amministratori, che a fronte di proiezioni evidentemente sbagliate, hanno preso la decisione sbagliata, cioè che un inceneritore a Parma fosse necessario.
La conclusione di tutto questo ragionamento ci pare ovvia.
Comune di Parma, Provincia di Parma, ATO 2 di Parma, dovrebbero pretendere una revisione delle valutazioni di Iren, che se non dovessero corrispondere a quanto prospettato, porterebbero automaticamente ad un ripensamento radicale della strategia di gestione rifiuti a Parma.
Che a questo punto non è più economica con la soluzione inceneritore.
Va da sé che il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti di Parma non sia più aggiornato e vada posto in urgente revisione con tutti gli attori necessari.
La legge prevede una revisione di questi piani ogni 5 anni proprio perché il campo di azione è soggetto a repentine e frequenti modificazioni, come sta succedendo anche nel nostro territorio.
Chi avrà il coraggio di osare?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 giugno 2011
-338 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+368 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+46 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Nel Volume B si descrivono gli impianti in progetto dal punto di vista tecnico e si giustifica la scelta fatta paragonandola ad altre alternative considerate.
Ma, molto interessante, si fornisce anche una giustificazione della necessità di dotare la Provincia di Parma di un inceneritore, in base a stime sui costi di smaltimento.
Enia nel 2007 afferma due cose importanti che poi orienteranno decisamente la scelta verso il forno: a pagina 279 del Volume B si dichiara che “per l’incenerimento in Italia non esiste un mercato, in quanto la capacità di combustione è assolutamente carente ed insufficiente a coprire anche i fabbisogni di ambito. Il problema non è il prezzo, ma la mancanza di capacità di combustione”.
Si esclude così a priori la possibilità di ricorrere, per lo smaltimento dei rifiuti parmensi, ad impianti già esistenti, come ad esempio i 9 inceneritori già attivi in Emilia-Romagna.
In base a questo assunto, si valutano dunque due alternative obbligate: o il ricorso a discariche dislocate nel centro-nord Italia, oppure l’invio dei nostri rifiuti ad impianti di smaltimento del centro Europa.
La realtà di oggi, 2011, è totalmente differente rispetto alle previsioni di Enia elaborate nel 2007, in quanto vi sono stati diversi segnali che indicano che gli impianti esistenti e operativi oggi, non hanno abbastanza rifiuti per funzionare a pieno regime.
Un esempio su tutti l’inceneritore di Modena, per il quale Walter Ganapini, già commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, dichiarò al Giornale di Reggio, il 2 ottobre 2010 che “...Hera a Modena ha un buco di forniture per il suo inceneritore di ben centomila tonnellate/anno, e non sanno come riempirlo”.
Sempre nell’ottobre 2010 il parlamentare del Pdl Gaetano Pecorella in visita istituzionale in Germania dichiarò che “qui i termovalorizzatori sono quasi superati e noi stiamo ancora a discutere di discariche … La nostra strategia con i rifiuti è superata: per il futuro si dovrà puntare sul riutilizzo dei materiali, sviluppando la fase del recupero”.
Lo stesso Frans Beckers, responsabile C2C della van Gansewinkel, multi-utility olandese, 5° operatore nel settore rifiuti in Europa, ci ha dichiarato durante la sua recente visita a Parma, che la capacità di incenerimento degli inceneritori in Germania (61 impianti per una capacità di 6,4 milioni di tonnellate) è ormai sovradimensionata grazie alle politiche di massimizzazione del riciclo, che riducono drasticamente il ricorso a questa obsoleta tecnica di smaltimento.
Nel Volume B di Enia, a pag 279, si afferma che “la previsione al 2012 dei prezzi di smaltimento dei rifiuti urbani prodotti in Italia, al netto di inflazione rispetto al 2006 e di ogni costo accessorio quali trasporto ed ecotassa, si assesta su 130-160 Euro/tonnellata, mandandoli a incenerire nei paesi del Centro Europa”.
Questi costi non hanno oggi alcun riferimento con la realtà. Non corrispondono infatti ai valori di mercato del 2011, che secondo Frans Beckers di VGW, sono al di sotto dei 100 Euro per tonnellata, come anche secondo uno studio dei ricercatori Vivis Thiel e Karl J.Thomé Kozmiensky, che al recente Recuwatt di Barcellona, congresso sulle tecnologie e pratiche di recupero di energia da rifiuti in Europa, dichiarano in 100 Euro a tonnellata il costo di smaltimento di rifiuti solidi urbani in inceneritori in Germania.
Ora viene da chiedersi quali sono le fonti a cui ha attinto Enia/Iren per prospettare questo scenario ai nostri amministratori, che a fronte di proiezioni evidentemente sbagliate, hanno preso la decisione sbagliata, cioè che un inceneritore a Parma fosse necessario.
La conclusione di tutto questo ragionamento ci pare ovvia.
Comune di Parma, Provincia di Parma, ATO 2 di Parma, dovrebbero pretendere una revisione delle valutazioni di Iren, che se non dovessero corrispondere a quanto prospettato, porterebbero automaticamente ad un ripensamento radicale della strategia di gestione rifiuti a Parma.
Che a questo punto non è più economica con la soluzione inceneritore.
Va da sé che il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti di Parma non sia più aggiornato e vada posto in urgente revisione con tutti gli attori necessari.
La legge prevede una revisione di questi piani ogni 5 anni proprio perché il campo di azione è soggetto a repentine e frequenti modificazioni, come sta succedendo anche nel nostro territorio.
Chi avrà il coraggio di osare?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 giugno 2011
-338 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+368 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+46 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
mercoledì 1 giugno 2011
Padova come Parma, finta emergenza rifiuti
La denuncia dai democratici...
Alla fine quello che i più lungimiranti sospettavano è accaduto.
Dato che la potenzialità dell’inceneritore di Padova di trattare 520 tonnellate/giorno di rifiuti risulta alla prova dei fatti sovradimensionata rispetto al fabbisogno di smaltimento del territorio, Acegas- Aps ha pensato bene di acquistare sul mercato rifiuti speciali, ancorché non pericolosi.
Se non fosse stato per i comitati locali sempre vigili, nessuno si sarebbe accorto del recente arrivo di rifiuti da Salerno.
La politica tutta, dal livello locale a quello provinciale e regionale, alla notizia è caduta dalle nuvole.
Certo, tutto risulta formalmente corretto: l’impianto è autorizzato dalla Regione Veneto a ricevere rifiuti con CER 191212 (CER è il Codice Europeo dei Rifiuti che serve ad individuare le tipologie di rifiuto), cioè scarti da selezione del rifiuto urbano. Se da un lato è vero che il rifiuto urbano deve essere smaltito nell’ambito provinciale di competenza, fatta salva diversa autorizzazione, il rifiuto con CER 191212, considerato rifiuto speciale, può uscire dalla logica di qualsiasi Piano di smaltimento rifiuti provinciale o regionale per essere immesso sul mercato e acquistato da qualsiasi Azienda di smaltimento autorizzata.
Da un punto di vista aziendale il tutto si riconduce dunque ad una legittima e anche comprensibile operazione commerciale di Acegas-Aps.
Dal punto di vista politico la questione è ben diversa: è evidente a tutti dopo quanto successo che sull’inceneritore, presentato in tutte le occasioni di incontro pubbliche come programmato e realizzato esclusivamente per dare risposta al fabbisogno locale di smaltimento dei rifiuti, non si stanno rispettando le promesse.
Nel momento in cui tutti gli occhi sono puntati sul rispetto dei limiti di emissione degli inquinanti al camino si perde di vista, ovvero non si vuol rendere trasparente per questioni di quiete pubblica, la provenienza dei rifiuti che entrano all’inceneritore di Camin.
Se è ancora vero che l’inceneritore ha la funzione di svolgere un servizio pubblico, qual è lo smaltimento dei rifiuti locali, gli stessi politici che hanno nominato Cesare Pillon amministratore delegato di Acegas-Aps dovrebbero assicurarsi che l’azienda continui svolgere questa funzione. Se pur minimo, e di molto inferiore rispetto a quanto ci hanno regalato le prime due linee di incenerimento nei decenni scorsi, l’impianto con tre linee di incenerimento ha pur sempre un impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica dei cittadini padovani, pur nel rispetto della normativa vigente. Provincia e Regione non sembrano essere interessate a dare all’inceneritore un ruolo di impianto di riferimento per lo smaltimento a scala provinciale, procrastinando le scelte sul destino della discarica di Ponte San Nicolò (autorizzata per rifiuti urbani, ma con un progetto per rifiuti speciali di Acegas-Aps presentato agli Enti), su quella di Campodarsego e di Este.
Se l’inceneritore di Camin deve servire a smaltire tutto il rifiuto secco residuo della provincia di Padova, allora conserviamo le discariche per raccogliere le scorie (che si ricorda ancora una volta essere il 20% del rifiuto incenerito) e gli scarti di altri trattamenti. In alternativa si mettano in stand-by le due vecchie linee finché la Provincia non avrà approvato un nuovo Piano provinciale di smaltimento. Considerato il forte indebitamento di ACEGAS-APS e considerati i 100 milioni di euro già spesi per realizzare la terza linea, il circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” e i Giovani Democratici di Padova, si appellano all’Azienda affinché non investa ulteriori risorse sull’ammodernamento delle due vecchie linee (scelta niente affatto lungimirante), mettendole in stand-by e programmandone la chiusura a medio termine, ed invitano piuttosto ad investire sul teleriscaldamento dalla terza linea, che potrebbe dare ricadute positive ai residenti del Quartiere 3, e sul recupero di materia dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Francesco Fiore, coordinatore Circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova
Paolo Franceschetti, responsabile Ambiente Giovani Democratici di Padova
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 giugno 2011
-340 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+366 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+44 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di ParmaDal punto di vista politico la questione è ben diversa: è evidente a tutti dopo quanto successo che sull’inceneritore, presentato in tutte le occasioni di incontro pubbliche come programmato e realizzato esclusivamente per dare risposta al fabbisogno locale di smaltimento dei rifiuti, non si stanno rispettando le promesse.
Nel momento in cui tutti gli occhi sono puntati sul rispetto dei limiti di emissione degli inquinanti al camino si perde di vista, ovvero non si vuol rendere trasparente per questioni di quiete pubblica, la provenienza dei rifiuti che entrano all’inceneritore di Camin.
Se è ancora vero che l’inceneritore ha la funzione di svolgere un servizio pubblico, qual è lo smaltimento dei rifiuti locali, gli stessi politici che hanno nominato Cesare Pillon amministratore delegato di Acegas-Aps dovrebbero assicurarsi che l’azienda continui svolgere questa funzione. Se pur minimo, e di molto inferiore rispetto a quanto ci hanno regalato le prime due linee di incenerimento nei decenni scorsi, l’impianto con tre linee di incenerimento ha pur sempre un impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica dei cittadini padovani, pur nel rispetto della normativa vigente. Provincia e Regione non sembrano essere interessate a dare all’inceneritore un ruolo di impianto di riferimento per lo smaltimento a scala provinciale, procrastinando le scelte sul destino della discarica di Ponte San Nicolò (autorizzata per rifiuti urbani, ma con un progetto per rifiuti speciali di Acegas-Aps presentato agli Enti), su quella di Campodarsego e di Este.
Se l’inceneritore di Camin deve servire a smaltire tutto il rifiuto secco residuo della provincia di Padova, allora conserviamo le discariche per raccogliere le scorie (che si ricorda ancora una volta essere il 20% del rifiuto incenerito) e gli scarti di altri trattamenti. In alternativa si mettano in stand-by le due vecchie linee finché la Provincia non avrà approvato un nuovo Piano provinciale di smaltimento. Considerato il forte indebitamento di ACEGAS-APS e considerati i 100 milioni di euro già spesi per realizzare la terza linea, il circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” e i Giovani Democratici di Padova, si appellano all’Azienda affinché non investa ulteriori risorse sull’ammodernamento delle due vecchie linee (scelta niente affatto lungimirante), mettendole in stand-by e programmandone la chiusura a medio termine, ed invitano piuttosto ad investire sul teleriscaldamento dalla terza linea, che potrebbe dare ricadute positive ai residenti del Quartiere 3, e sul recupero di materia dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Francesco Fiore, coordinatore Circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova
Paolo Franceschetti, responsabile Ambiente Giovani Democratici di Padova
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 giugno 2011
-340 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+366 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+44 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Alla fine quello che i più lungimiranti sospettavano è accaduto.
Dato che la potenzialità dell’inceneritore di Padova di trattare 520 tonnellate/giorno di rifiuti risulta alla prova dei fatti sovradimensionata rispetto al fabbisogno di smaltimento del territorio, Acegas- Aps ha pensato bene di acquistare sul mercato rifiuti speciali, ancorché non pericolosi.
Se non fosse stato per i comitati locali sempre vigili, nessuno si sarebbe accorto del recente arrivo di rifiuti da Salerno.
La politica tutta, dal livello locale a quello provinciale e regionale, alla notizia è caduta dalle nuvole.
Certo, tutto risulta formalmente corretto: l’impianto è autorizzato dalla Regione Veneto a ricevere rifiuti con CER 191212 (CER è il Codice Europeo dei Rifiuti che serve ad individuare le tipologie di rifiuto), cioè scarti da selezione del rifiuto urbano. Se da un lato è vero che il rifiuto urbano deve essere smaltito nell’ambito provinciale di competenza, fatta salva diversa autorizzazione, il rifiuto con CER 191212, considerato rifiuto speciale, può uscire dalla logica di qualsiasi Piano di smaltimento rifiuti provinciale o regionale per essere immesso sul mercato e acquistato da qualsiasi Azienda di smaltimento autorizzata.
Da un punto di vista aziendale il tutto si riconduce dunque ad una legittima e anche comprensibile operazione commerciale di Acegas-Aps.
Dal punto di vista politico la questione è ben diversa: è evidente a tutti dopo quanto successo che sull’inceneritore, presentato in tutte le occasioni di incontro pubbliche come programmato e realizzato esclusivamente per dare risposta al fabbisogno locale di smaltimento dei rifiuti, non si stanno rispettando le promesse.
Nel momento in cui tutti gli occhi sono puntati sul rispetto dei limiti di emissione degli inquinanti al camino si perde di vista, ovvero non si vuol rendere trasparente per questioni di quiete pubblica, la provenienza dei rifiuti che entrano all’inceneritore di Camin.
Se è ancora vero che l’inceneritore ha la funzione di svolgere un servizio pubblico, qual è lo smaltimento dei rifiuti locali, gli stessi politici che hanno nominato Cesare Pillon amministratore delegato di Acegas-Aps dovrebbero assicurarsi che l’azienda continui svolgere questa funzione. Se pur minimo, e di molto inferiore rispetto a quanto ci hanno regalato le prime due linee di incenerimento nei decenni scorsi, l’impianto con tre linee di incenerimento ha pur sempre un impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica dei cittadini padovani, pur nel rispetto della normativa vigente. Provincia e Regione non sembrano essere interessate a dare all’inceneritore un ruolo di impianto di riferimento per lo smaltimento a scala provinciale, procrastinando le scelte sul destino della discarica di Ponte San Nicolò (autorizzata per rifiuti urbani, ma con un progetto per rifiuti speciali di Acegas-Aps presentato agli Enti), su quella di Campodarsego e di Este.
Se l’inceneritore di Camin deve servire a smaltire tutto il rifiuto secco residuo della provincia di Padova, allora conserviamo le discariche per raccogliere le scorie (che si ricorda ancora una volta essere il 20% del rifiuto incenerito) e gli scarti di altri trattamenti. In alternativa si mettano in stand-by le due vecchie linee finché la Provincia non avrà approvato un nuovo Piano provinciale di smaltimento. Considerato il forte indebitamento di ACEGAS-APS e considerati i 100 milioni di euro già spesi per realizzare la terza linea, il circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” e i Giovani Democratici di Padova, si appellano all’Azienda affinché non investa ulteriori risorse sull’ammodernamento delle due vecchie linee (scelta niente affatto lungimirante), mettendole in stand-by e programmandone la chiusura a medio termine, ed invitano piuttosto ad investire sul teleriscaldamento dalla terza linea, che potrebbe dare ricadute positive ai residenti del Quartiere 3, e sul recupero di materia dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Francesco Fiore, coordinatore Circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova
Paolo Franceschetti, responsabile Ambiente Giovani Democratici di Padova
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 giugno 2011
-340 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+366 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+44 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di ParmaDal punto di vista politico la questione è ben diversa: è evidente a tutti dopo quanto successo che sull’inceneritore, presentato in tutte le occasioni di incontro pubbliche come programmato e realizzato esclusivamente per dare risposta al fabbisogno locale di smaltimento dei rifiuti, non si stanno rispettando le promesse.
Nel momento in cui tutti gli occhi sono puntati sul rispetto dei limiti di emissione degli inquinanti al camino si perde di vista, ovvero non si vuol rendere trasparente per questioni di quiete pubblica, la provenienza dei rifiuti che entrano all’inceneritore di Camin.
Se è ancora vero che l’inceneritore ha la funzione di svolgere un servizio pubblico, qual è lo smaltimento dei rifiuti locali, gli stessi politici che hanno nominato Cesare Pillon amministratore delegato di Acegas-Aps dovrebbero assicurarsi che l’azienda continui svolgere questa funzione. Se pur minimo, e di molto inferiore rispetto a quanto ci hanno regalato le prime due linee di incenerimento nei decenni scorsi, l’impianto con tre linee di incenerimento ha pur sempre un impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica dei cittadini padovani, pur nel rispetto della normativa vigente. Provincia e Regione non sembrano essere interessate a dare all’inceneritore un ruolo di impianto di riferimento per lo smaltimento a scala provinciale, procrastinando le scelte sul destino della discarica di Ponte San Nicolò (autorizzata per rifiuti urbani, ma con un progetto per rifiuti speciali di Acegas-Aps presentato agli Enti), su quella di Campodarsego e di Este.
Se l’inceneritore di Camin deve servire a smaltire tutto il rifiuto secco residuo della provincia di Padova, allora conserviamo le discariche per raccogliere le scorie (che si ricorda ancora una volta essere il 20% del rifiuto incenerito) e gli scarti di altri trattamenti. In alternativa si mettano in stand-by le due vecchie linee finché la Provincia non avrà approvato un nuovo Piano provinciale di smaltimento. Considerato il forte indebitamento di ACEGAS-APS e considerati i 100 milioni di euro già spesi per realizzare la terza linea, il circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” e i Giovani Democratici di Padova, si appellano all’Azienda affinché non investa ulteriori risorse sull’ammodernamento delle due vecchie linee (scelta niente affatto lungimirante), mettendole in stand-by e programmandone la chiusura a medio termine, ed invitano piuttosto ad investire sul teleriscaldamento dalla terza linea, che potrebbe dare ricadute positive ai residenti del Quartiere 3, e sul recupero di materia dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Francesco Fiore, coordinatore Circolo Ecologisti Democratici “Angelo Vassallo” di Padova
Paolo Franceschetti, responsabile Ambiente Giovani Democratici di Padova
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 giugno 2011
-340 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+366 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+44 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
martedì 31 maggio 2011
365, girogirotondo casca il mondo
La Terra ha compiuto un'orbita completa intorno al Sole da quando il 31 maggio 2010 ci presentavamo agli uffici dell’allora Enia per chiedere copia del Piano Economico Finanziario dell’inceneritore di Ugozzolo.
Oggi festeggiamo con voi la prima candelina di questo importante anniversario, un anno in cui abbiamo scandito con costanza e perseveranza i giorni che passavano da questa data, quasi una tortura cinese, goccia dopo goccia, la nostra richiesta di avere un documento che per ora rimane inevasa.
Ricorderemo fino allo sfinimento che tutti i documenti e gli atti relativi al costruendo inceneritore devono essere resi pubblici a coloro che ne fanno richiesta come da delibera del Consiglio Comunale di Parma nr. 45 del 31/03/2006, anche se all’interno del consiglio comunale di Parma nessuno, a quanto pare, si sta crocifiggendo per far rispettare ad Iren questa delibera.
E’ interessante ricostruire la storia delle risposte di Enia/Iren in merito e, a questo proposito, approfittiamo del sito Parmadaily.it, il cui direttore ha anch’egli richiesto invano copia del piano.
Andrea Marsiletti ricostruisce così la saga del PEF.
Il 5 luglio 2010 il direttore Affari Legali e Societari di Enia Dr. Massimiliano Abramo comunica che non è possibile prendere visione di quel documento poiché “Enia, in quanto società quotata in Borsa, è sottoposta a rigide regole di pubblicità dei propri atti e documenti: la legge (Regolamento emittenti di Consob e Testo unico della Finanza) infatti disciplina le modalità di comunicazione al pubblico"
Successivamente, il 12 ottobre 2010, il Direttore Generale Viero dice l'opposto di Abramo, ovvero che il Piano può essere diffuso e che sarà reso pubblico, ma che oggi non è possibile farlo perché nessuno lo ha approvato.
Lo stesso Sindaco di Parma, Pietro Vignali, ha più volte chiesto il Piano Economico Finanziario in una prima lettera data 19 luglio 2010 a cui è seguita una risposta parziale da parte del Direttore Generale di Iren Andrea Viero in data 28 luglio. Successivamente lo stesso Sindaco tornava a sollecitarne la consegna in data 8 febbraio 2011.
L'8 marzo 2011 in un intervista rilasciata al settimanale Zerosette, la Responsabile delle Relazioni Esterne di Iren, Selina Xerra, rispondeva alle sollecitazioni del giornalista sostenendo che il Piano Economico Finanziario sarebbe stato consegnato unicamente al sindaco, contravvenendo palesemente alla succitata delibera del 2006, che obbligava massima trasparenza nei confronti di tutti i cittadini e associazioni.
Alla fine di tutta la vicenda, questo fantomatico piano nessuno lo ha visto se non, forse, il sindaco Vignali, che però, se lo ha, se lo tiene per sé.
Perché ostinarsi tanto a chiedere un documento del genere, direte voi?
La risposta è semplice. Nel piano è indicato il costo reale dell’impianto e come Iren pensa di rientrare dall’investimento.
Iren ha sempre dichiarato che grazie all’impianto ed al fatto che non manderemo più i nostri scarti fuori provincia, le tariffe di smaltimento resteranno allineate a quelle del 2009.
Parallelamente, il decreto Ronchi stabilisce che gl investimenti delle multi-utility possono essere coperti solo tramite le bollette degli utenti.
Facciamo poi notare che i costi dell’impianto sono lievitati da 178 a 194 milioni.
Scatenate un po’ la vostra fantasia e forse capirete perché questo piano non è ancora saltato fuori.
Buon compleanno PEF!
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 maggio 2011
-341 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+365 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+43 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Oggi festeggiamo con voi la prima candelina di questo importante anniversario, un anno in cui abbiamo scandito con costanza e perseveranza i giorni che passavano da questa data, quasi una tortura cinese, goccia dopo goccia, la nostra richiesta di avere un documento che per ora rimane inevasa.
Ricorderemo fino allo sfinimento che tutti i documenti e gli atti relativi al costruendo inceneritore devono essere resi pubblici a coloro che ne fanno richiesta come da delibera del Consiglio Comunale di Parma nr. 45 del 31/03/2006, anche se all’interno del consiglio comunale di Parma nessuno, a quanto pare, si sta crocifiggendo per far rispettare ad Iren questa delibera.
E’ interessante ricostruire la storia delle risposte di Enia/Iren in merito e, a questo proposito, approfittiamo del sito Parmadaily.it, il cui direttore ha anch’egli richiesto invano copia del piano.
Andrea Marsiletti ricostruisce così la saga del PEF.
Il 5 luglio 2010 il direttore Affari Legali e Societari di Enia Dr. Massimiliano Abramo comunica che non è possibile prendere visione di quel documento poiché “Enia, in quanto società quotata in Borsa, è sottoposta a rigide regole di pubblicità dei propri atti e documenti: la legge (Regolamento emittenti di Consob e Testo unico della Finanza) infatti disciplina le modalità di comunicazione al pubblico"
Successivamente, il 12 ottobre 2010, il Direttore Generale Viero dice l'opposto di Abramo, ovvero che il Piano può essere diffuso e che sarà reso pubblico, ma che oggi non è possibile farlo perché nessuno lo ha approvato.
Lo stesso Sindaco di Parma, Pietro Vignali, ha più volte chiesto il Piano Economico Finanziario in una prima lettera data 19 luglio 2010 a cui è seguita una risposta parziale da parte del Direttore Generale di Iren Andrea Viero in data 28 luglio. Successivamente lo stesso Sindaco tornava a sollecitarne la consegna in data 8 febbraio 2011.
L'8 marzo 2011 in un intervista rilasciata al settimanale Zerosette, la Responsabile delle Relazioni Esterne di Iren, Selina Xerra, rispondeva alle sollecitazioni del giornalista sostenendo che il Piano Economico Finanziario sarebbe stato consegnato unicamente al sindaco, contravvenendo palesemente alla succitata delibera del 2006, che obbligava massima trasparenza nei confronti di tutti i cittadini e associazioni.
Alla fine di tutta la vicenda, questo fantomatico piano nessuno lo ha visto se non, forse, il sindaco Vignali, che però, se lo ha, se lo tiene per sé.
Perché ostinarsi tanto a chiedere un documento del genere, direte voi?
La risposta è semplice. Nel piano è indicato il costo reale dell’impianto e come Iren pensa di rientrare dall’investimento.
Iren ha sempre dichiarato che grazie all’impianto ed al fatto che non manderemo più i nostri scarti fuori provincia, le tariffe di smaltimento resteranno allineate a quelle del 2009.
Parallelamente, il decreto Ronchi stabilisce che gl investimenti delle multi-utility possono essere coperti solo tramite le bollette degli utenti.
Facciamo poi notare che i costi dell’impianto sono lievitati da 178 a 194 milioni.
Scatenate un po’ la vostra fantasia e forse capirete perché questo piano non è ancora saltato fuori.
Buon compleanno PEF!
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 maggio 2011
-341 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+365 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+43 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
lunedì 30 maggio 2011
Il Gcr protagonista al CinemAmbiente di Torino
Questa è davvero una notizia ghiotta. Gcr (e l'inceneritore di Parma) sbarca in un film festival.
E non in uno qualsiasi, ma al CinemAmbiente di Torino, giunto alla 14° edizione, previsto del 31 maggio al 5 giugno, per l'appunto nella capitale sabauda.
Il cortometraggio, Zero Waste, è firmato dal regista Victor Ibanez, presente in diverse occasioni a Parma a sostenere la battaglia contro l'inceneritore e distribuito da Iris Film (Zero3Production).
Victor Ibanez ha seguito il peregrinare in giro per il mondo di Francesco Barbieri, il più fantasmagorico e carismatico tra gli attivisti del Gcr, che da 2 anni non si ferma davanti a nessuno e a nulla per portare alla vittoria questo scontro tra Davide e Golia: i cittadini di Parma contro un mostro che cresce a due passi dal centro, l'enorme e incombente inceneritore targato Iren.
Per un mondo senza rifiuti è un viaggio della speranza, nonché della riscoperta e della rinascita, e non poteva che partire da San Francisco, una meta indispensabile per cominciare a districare la matassa della corretta gestione dei materiali post utilizzo.
Una visita alla città americana, 800 mila abitanti, che raggiunge il 77% di raccolta differenziata, considerando i rifiuti una risorsa fondamentale per l'economia e per l'ambiente, serve a capire la dimensione del problema ed a intravedere la soluzione. San Francisco è una enorme e difficile città, ma è al 77% di raccolta differenziata, quando Parma non raggiunge il 50%.
Una vera e propria beffa.
Francesco incontra Gavin Newsom, il primo cittadino artefice della rivoluzione di Cisco, cominciando a costruire mattone per mattone il grande edificio della filosofia rifiuti zero, che porta a ridurre a nulla il rifiuto residuo, tonnellata dopo tonnellata, chilo dopo chilo.
Un viaggio alla Kerouac, sentendo nell'aria quel richiamo che ti fa partire, sempre sulla strada, per trovare la giusta nota, l'accordo fondamentale.
Il film dedicato a Parma entra nel prestigioso festival del cinema d'impegno CinemAmbiente, nato nel 1998 per presentare i migliori film ambientali a livello internazionale.
Ogni anno 100 film vengono visionati nelle diverse sezioni della rassegna.
Quest'anno il presidente della giuria è Michael Cimino, indimenticabile regista de Il Cacciatore.
Anche il cinema quindi si interessa del caso di Parma, che assume giorno dopo giorno i connotati di un caso nazionale e ormai internazionale.
L'incredibile situazione di una terra di eccellenza che sceglie invece la strada superata dell'incenerimento, nonostante i ripetuti allarmi e gli studi abbiano ormai dimostrato la pericolosità di questa modalità di gestione dei materiali post utilizzo.
Oggi manca ancora a Parma chi si faccia carico delle richieste accorate dei cittadini, pronti a collaborare per evitare questo assurdo salto nel buio. Manca la visione, regna il piccolo cabotaggio.
Il buio in sala metterà ancora una volta in evidenza la rincorsa verso il nulla di una città che si vuole mostrare all'avanguardia in tanti settori, ma che inciampa in quello dei rifiuti.
Il trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=lCRBGWfCcS4&feature=player_embedded
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 maggio 2011
-342 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+364 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+42 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
E non in uno qualsiasi, ma al CinemAmbiente di Torino, giunto alla 14° edizione, previsto del 31 maggio al 5 giugno, per l'appunto nella capitale sabauda.
Il cortometraggio, Zero Waste, è firmato dal regista Victor Ibanez, presente in diverse occasioni a Parma a sostenere la battaglia contro l'inceneritore e distribuito da Iris Film (Zero3Production).
Victor Ibanez ha seguito il peregrinare in giro per il mondo di Francesco Barbieri, il più fantasmagorico e carismatico tra gli attivisti del Gcr, che da 2 anni non si ferma davanti a nessuno e a nulla per portare alla vittoria questo scontro tra Davide e Golia: i cittadini di Parma contro un mostro che cresce a due passi dal centro, l'enorme e incombente inceneritore targato Iren.
Per un mondo senza rifiuti è un viaggio della speranza, nonché della riscoperta e della rinascita, e non poteva che partire da San Francisco, una meta indispensabile per cominciare a districare la matassa della corretta gestione dei materiali post utilizzo.
Una visita alla città americana, 800 mila abitanti, che raggiunge il 77% di raccolta differenziata, considerando i rifiuti una risorsa fondamentale per l'economia e per l'ambiente, serve a capire la dimensione del problema ed a intravedere la soluzione. San Francisco è una enorme e difficile città, ma è al 77% di raccolta differenziata, quando Parma non raggiunge il 50%.
Una vera e propria beffa.
Francesco incontra Gavin Newsom, il primo cittadino artefice della rivoluzione di Cisco, cominciando a costruire mattone per mattone il grande edificio della filosofia rifiuti zero, che porta a ridurre a nulla il rifiuto residuo, tonnellata dopo tonnellata, chilo dopo chilo.
Un viaggio alla Kerouac, sentendo nell'aria quel richiamo che ti fa partire, sempre sulla strada, per trovare la giusta nota, l'accordo fondamentale.
Il film dedicato a Parma entra nel prestigioso festival del cinema d'impegno CinemAmbiente, nato nel 1998 per presentare i migliori film ambientali a livello internazionale.
Ogni anno 100 film vengono visionati nelle diverse sezioni della rassegna.
Quest'anno il presidente della giuria è Michael Cimino, indimenticabile regista de Il Cacciatore.
Anche il cinema quindi si interessa del caso di Parma, che assume giorno dopo giorno i connotati di un caso nazionale e ormai internazionale.
L'incredibile situazione di una terra di eccellenza che sceglie invece la strada superata dell'incenerimento, nonostante i ripetuti allarmi e gli studi abbiano ormai dimostrato la pericolosità di questa modalità di gestione dei materiali post utilizzo.
Oggi manca ancora a Parma chi si faccia carico delle richieste accorate dei cittadini, pronti a collaborare per evitare questo assurdo salto nel buio. Manca la visione, regna il piccolo cabotaggio.
Il buio in sala metterà ancora una volta in evidenza la rincorsa verso il nulla di una città che si vuole mostrare all'avanguardia in tanti settori, ma che inciampa in quello dei rifiuti.
Il trailer del film: http://www.youtube.com/watch?v=lCRBGWfCcS4&feature=player_embedded
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 maggio 2011
-342 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+364 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+42 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
domenica 29 maggio 2011
Il nostro deprimente oggi
Viviamo giorni bui.
Balliamo sull'orlo del baratro, grasse risate davanti al nulla, quasi a fingere di non sapere e non conoscere verso dove stiamo tutti andando, coscientemente.
Lo stato di salute del nostro territorio, e della nostra gente, è preoccupante.
Eppure ogni giorno assistiamo a questo far finta di nulla, perché non bisogna allarmare, bisogna star tranquilli, calma e gesso.
Come scheletri che anche vestiti rimangono tali, l'eterna finzione della green city, delle greenways, della green economy, quando a Ugozzolo si costruisce la demolizione del futuro e l'aria è già oggi irrespirabile, senza bisogno di peggiorarla ulteriormente.
Ci accusano di terrorismo e di essere talebani, e abbiamo ribadito che per la salute lo siamo eccome, perché la salute dei nostri cari non ha prezzo ne bandiera.
Ci sembra veramente da dementi il far finta di non avere ascoltato le pesanti parole dei medici, che il 23 marzo scorso, in seduta congiunta delle commissioni ambiente a sanità, hanno sciorinato dati a voce unica, ma inutilmente.
Ci hanno spiegato i rischi e i meccanismi di questi rischi.
Le uniche risposte sono state le schermaglie partitiche, una immensa, irraggiungibile mediocrità, da parte dei nostri amministratori, di quale parte non sembra far mutare il giudizio.
Una superficialità preoccupante ma che specchia lo stato delle cose del nostro mondo di oggi.
Sarebbe tanto facile fare luce definitiva su questi argomenti così importanti per il nostro futuro.
Talmente semplice che nessuno ha il coraggio di produrre fatti e non chiacchiere.
Basterebbe eseguire i campionamenti sulle matrici biologiche: polli, uova, latte materno, cercando gli inquinanti dove ci sono e non dove non ci sono.
Prelevando nelle zone giuste, come ad esempio vicino all'inceneritore di Rubbiano, che da 10 anni sta emettendo fumi su Fornovo. Qui nel 2007 Arpa aveva eseguito test di mutagenesi, che erano risultati tutti positivi (nel senso che i campioni prelevati erano tossici, quindi pericolosi) ma nulla si è mosso nonostante questi dati allarmanti e il silenzio è tornato ad essere opprimente.
Stiamo assistendo ad una vera e propria pandemia silenziosa, i dati sull'incidenza dei tumori sono allarmanti.
Nell'infanzia il tasso di incremento annuo è del 1,1% in Europa, del 2,2% in Italia.
Nei linfomi +0,9 in Europa, +4,6 in Italia.
La donne di Parma si ammalano più di tutte quelle italiane (Rapporto sui tumori in Italia - Artum 2008), eppure noi, oggi, fingiamo serenità e ci occupiamo di amene distrazioni, spendendo più soldi ed energie per scegliere un paio di scarpe che per la salute dei nostri figli o magari per una biciclettata togli pensieri.
Ogni anno in Europa 380 mila persone muoiono prematuramente a causa delle polveri sottili inferiori ai 2,5 micron (Agenzia Europea per l'Ambiente 2007), proprio quelle che gli inceneritori producono in quantità.
Ma noi, tutti i giorni, fingiamo di stare bene.
E fuggiamo da ogni confronto serrato con la verità.
Se l'ordine dei medici dell'Emilia Romagna chiede una moratoria sugli inceneritori, viene subito isolato e messo all'indice dai politici.
Se una associazione minaccia il boicottaggio di una azienda che costruirà un inceneritore gigantesco ed inutile, viene portata in tribunale.
Capite l'enormità di quello che ci passa sotto gli occhi ogni giorno?
E noi stiamo ancora davanti ai televisori con gaiezza, a guardare persone in mutande rincorrere una sfera, applaudendo pure, utilizzando le scene come uno scacciapensieri
Noi dobbiamo cambiare, nel cuore dobbiamo decidere di reagire.
Il nostro deprimente oggi ci deve scuotere.
Ora che sappiamo, non possiamo più tirarci indietro e fingere ignoranza come tanti nostri amministratori oggi stanno facendo. Tocca a noi fare la differenza.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 maggio 2011
-343 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+363 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+41 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Balliamo sull'orlo del baratro, grasse risate davanti al nulla, quasi a fingere di non sapere e non conoscere verso dove stiamo tutti andando, coscientemente.
Lo stato di salute del nostro territorio, e della nostra gente, è preoccupante.
Eppure ogni giorno assistiamo a questo far finta di nulla, perché non bisogna allarmare, bisogna star tranquilli, calma e gesso.
Come scheletri che anche vestiti rimangono tali, l'eterna finzione della green city, delle greenways, della green economy, quando a Ugozzolo si costruisce la demolizione del futuro e l'aria è già oggi irrespirabile, senza bisogno di peggiorarla ulteriormente.
Ci accusano di terrorismo e di essere talebani, e abbiamo ribadito che per la salute lo siamo eccome, perché la salute dei nostri cari non ha prezzo ne bandiera.
Ci sembra veramente da dementi il far finta di non avere ascoltato le pesanti parole dei medici, che il 23 marzo scorso, in seduta congiunta delle commissioni ambiente a sanità, hanno sciorinato dati a voce unica, ma inutilmente.
Ci hanno spiegato i rischi e i meccanismi di questi rischi.
Le uniche risposte sono state le schermaglie partitiche, una immensa, irraggiungibile mediocrità, da parte dei nostri amministratori, di quale parte non sembra far mutare il giudizio.
Una superficialità preoccupante ma che specchia lo stato delle cose del nostro mondo di oggi.
Sarebbe tanto facile fare luce definitiva su questi argomenti così importanti per il nostro futuro.
Talmente semplice che nessuno ha il coraggio di produrre fatti e non chiacchiere.
Basterebbe eseguire i campionamenti sulle matrici biologiche: polli, uova, latte materno, cercando gli inquinanti dove ci sono e non dove non ci sono.
Prelevando nelle zone giuste, come ad esempio vicino all'inceneritore di Rubbiano, che da 10 anni sta emettendo fumi su Fornovo. Qui nel 2007 Arpa aveva eseguito test di mutagenesi, che erano risultati tutti positivi (nel senso che i campioni prelevati erano tossici, quindi pericolosi) ma nulla si è mosso nonostante questi dati allarmanti e il silenzio è tornato ad essere opprimente.
Stiamo assistendo ad una vera e propria pandemia silenziosa, i dati sull'incidenza dei tumori sono allarmanti.
Nell'infanzia il tasso di incremento annuo è del 1,1% in Europa, del 2,2% in Italia.
Nei linfomi +0,9 in Europa, +4,6 in Italia.
La donne di Parma si ammalano più di tutte quelle italiane (Rapporto sui tumori in Italia - Artum 2008), eppure noi, oggi, fingiamo serenità e ci occupiamo di amene distrazioni, spendendo più soldi ed energie per scegliere un paio di scarpe che per la salute dei nostri figli o magari per una biciclettata togli pensieri.
Ogni anno in Europa 380 mila persone muoiono prematuramente a causa delle polveri sottili inferiori ai 2,5 micron (Agenzia Europea per l'Ambiente 2007), proprio quelle che gli inceneritori producono in quantità.
Ma noi, tutti i giorni, fingiamo di stare bene.
E fuggiamo da ogni confronto serrato con la verità.
Se l'ordine dei medici dell'Emilia Romagna chiede una moratoria sugli inceneritori, viene subito isolato e messo all'indice dai politici.
Se una associazione minaccia il boicottaggio di una azienda che costruirà un inceneritore gigantesco ed inutile, viene portata in tribunale.
Capite l'enormità di quello che ci passa sotto gli occhi ogni giorno?
E noi stiamo ancora davanti ai televisori con gaiezza, a guardare persone in mutande rincorrere una sfera, applaudendo pure, utilizzando le scene come uno scacciapensieri
Noi dobbiamo cambiare, nel cuore dobbiamo decidere di reagire.
Il nostro deprimente oggi ci deve scuotere.
Ora che sappiamo, non possiamo più tirarci indietro e fingere ignoranza come tanti nostri amministratori oggi stanno facendo. Tocca a noi fare la differenza.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 maggio 2011
-343 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+363 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+41 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
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