L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 21 luglio 2012
Folli gioca la carta Rabitti
Per Iren è l'inizio del Calvario
Nella tirata partita fatale che dal 2008 vede Parma al centro della querelle inceneritore, oggi annotiamo un passo importante e forse decisivo per giungere in breve tempo alla chiarezza fin qui mancata sul progetto.
L'ingegner Paolo Rabitti, consulente di tante procure italiane nei casi più scottanti dell'ambiente malato della penisola, si è messo a disposizione per spulciare le carte di Ugozzolo.
Si è messo a disposizione di Parma un tecnico di eccellenza, di indubbie capacità investigative e di analisi, di specchiata trasparenza e indipendenza di pensiero.
Sarà lui ora a prendere in mano le carte stropicciate del Paip di Parma, dal 2008 l'incubo per tutti gli amministratori locali che di volta in volta passano al tritacarne dell'opinione pubblica e spesso ci lasciano pure le poltrone (vedi il Bernazzoli Story).
Sarà una bella sfida, che porta già una data di conclusione, fissata al 31 dicembre.
Entro l'anno quindi Rabitti dovrà rendicontare all'amministrazione, e ai cittadini di Parma, su tutti gli aspetti tecnici e autorizzativi che riguardano il cantiere di Iren, sempre in fermente ansia di concludere il prima possibile i lavori, prima che qualcuno po qualcosa ponga uno stop sciagurato per la azioni della multiutility già oggi in grave difficoltà debitoria.
Con questa mossa l'assessore Gabriele Folli delinea e conferma le intenzioni dell'amministrazione di Federico Pizzarotti di condurre una battaglia di verità e di trasparenza sul cantiere dell'inceneritore, confermando l'indicazione di invertire la rotta per quanto riguarda la modalità di gestione dei rifiuti a Parma.
E' una rivoluzione che porterà Parma ad essere un polo di eccellenza nell'approccio ai materiali post utilizzo, una rivoluzione che speriamo sia seguita anche dai comuni che fanno parte del territorio provinciale, fin qui bravi a differenziare ma troppo supini agli indirizzi provenienti dalle stanze di piazzale della Pace, che rimane l'unico ente che ancora sostiene la bontà dell'inceneritore, anche di fronte alla realtà così cambiata come quella di oggi.
Paolo Rabitti avrà un lavoro ca compiere non piccolo ne semplice.
Siamo certi però che le sue qualità prevarranno su qualunque ostacolo e che alla fine uscirà finalmente tutta la storia del mostro di Ugozzolo, brutta o bella che sia.
Un sentito buon lavoro a Rabitti da parte di tutti i cittadini di Parma.
E da Gcr in modo particolare.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 luglio 2012
Sono passati
782 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
76 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
61 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
Beni comuni, servizi pubblici
Non si può privatizzare l'acqua.
La Consulta conferma finalmente la scelta degli italiani fatta con i referendum del 2011, quando inaspettatamente si raggiunse il quorum e vinse la volontà di mantenere in mano pubblica quei servizi che toccano i beni comuni.
Quindi l'acqua non può essere una merce di scambio e di lucro, ma rappresenta un diritto inalienabile, un bene che deve rimanere a disposizione della collettività e gestito a questo scopo.
E bene pubblico è ovviamente anche l'ambiente, l'aria che respiriamo, la terra su cui camminiamo.
Su questo bene, l'ambiente, va costruito il mondo di domani, che non può essere svenduto a multinazionali quotate in borsa che rispondono solo agli azionisti con gli utili, costi quel che costi.
La gestione dei rifiuti è anche gestione dei beni comuni.
I materiali post utilizzo rimangono fonti inesauribili di materie prime, che non possiamo permetterci di distruggere, ne tanto meno di bruciare.
La decisione della Consulta va interpretata anche in questa direzione.
Nella gestione dei rifiuti va perseguito il bene comune, minimizzando l'impatto sull'ambiente.
Per fare questo va seguita la scala gerarchica dettata dall'Europa: riduzione, riuso, riciclo, recupero.
I rifiuti diventano così un valore, riconquistano il ruolo che loro compete.
La loro corretta gestione va impostata su questi presupposti.
Il ruolo del pubblico deve tornare preponderante nelle scelte strategiche e di indirizzo.
Deve ritornare ad essere il regista, quando ora invece si mostra invece come uno dei tanti attori, nemmeno quello protagonista.
Il gestore invece deve tornare ad essere tale, cioè attuatore delle richieste e delle indicazioni delle amministrazioni locali del territorio, recepire e portare all'eccellenza la road map che gli viene affidata.
Il suo valore va misurato nella capacità di concretizzare con i risultati quello che è stato indicato come scenario da raggiungere. Anzi, dovrebbe dimostrare di essere in grado di migliorare, anticipare, focalizzare nel migliore dei modi tutta la filiera affidata, per dare dimostrazione di attaccamento ai territori e assumersi il ruolo di partner affidabile e fedele.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 luglio 2012
Sono passati
782 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
76 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
61 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
venerdì 20 luglio 2012
Centrale di Neviano, arde la polemica
Il progetto della centrale a biomassa di Neviano è un'ottima occasione per comprendere quali siano le visioni delle nostre amministrazioni per la montagna che governano.
Il sindaco di Neviano tranquillizza sulle emissioni zero della costruenda centrale a legna che riscalderebbe edifici comunali. Vi si riportano le dichiarazioni di un anno e mezzo fa di Orlandini della Regione che, insieme a Pier Luigi Ferrari, confermava il finanziamento regionale al Consorzio volontario del monte Fuso per “sviluppare la filiera del legno”, un termine gentile per dar inizio al taglio meccanizzato dei boschi.
La regione, in accordo con la provincia, a fine 2010 aveva approvato lo stanziamento di 3.000.000 di euro, coperti in gran parte dal programma di sviluppo rurale, per finanziare due progetti: il progetto di filiera 10 nei comuni di Borgotaro, Tornolo e Albareto e il progetto di filiera
41 a ridosso del monte Fuso, nel comune di Neviano Arduini.
I progetti dovevano servire ad avviare un sistema di taglio industriale dei boschi con produzione di tondame da lavoro (tronchi da cui ricavare assi), legna da ardere e cippato.
La Regione finanzia cooperative di taglio per dotarle di strumenti meccanici efficienti: harwester, cippatrici, trattori cingolati.
Questo filosofia di taglio consiste in un diradamento industriale del bosco, con nuove carraie di servizio e piazzole per l'accumulo di legna. Di norma il diradamento per essere economico deve essere almeno del 50%, cioè deve produrre almeno 500 quintali di legna per ettaro.
Ecco che è giustificato l'allarme dei residenti di Sasso e Scurano per quelle cataste di legna lungo 6 km di strada. Ogni catasta era lunga 20 metri, larga 4 e alta 2,5, corrispondente circa a 200 m3 steri, cioè 1.100 quintali. 13 cataste che corrispondevano a 15.000 quintali di legna tagliata e accatastata, un diradamento di 30 ettari di bosco della parte nord del monte Fuso.
Ma non c'è il parco al monte Fuso?
Poi c'è il finanziamento regionale per la caldaia a cippato, altri 400.000 euro, che vanno a sommarsi a quelli per le caldaie a cippato di Berceto, Calestano, Varano Melegari, anch'esse approvate e finanziate da Regione e Provincia.
Il progetto è chiaro: tagliare i boschi per produrre legna da vendere e cippato per alimentare le centrali termiche.
La prima domanda che viene da porsi è se le amministrazioni non si preoccupano del fatto che tali tagli vanno a sommarsi a quelli già devastanti della speculazione sulla legna da ardere,
La seconda è se tutti quei finanziamenti, insieme a ciò che dovrà tirar fuori ciascun comune, non sono esagerati per scaldare qualche edificio comunale.
Non sarebbe meglio destinarli alla ristrutturazione dei borghi finalizzata al risparmio energetico?
Non basterebbero delle moderne stufe a pellet, proporzionate alla superficie degli edifici?
Detraibili al 55% dalle tasse e dotate di abbattimento dei fumi 10 volte più efficienti delle centrali a biomassa che bruciano cippato fresco?
La risposta dei sindaci è che verrà fatto il teleriscaldamento, che servirà anche ai cittadini.
Come a Monchio, che per convincerne ad ogni costo una trentina ad allacciarsi hanno proposto loro tariffe addirittura più basse di quelle stabilite per gli edifici comunali.
Col loro progetto sono proprio alla canna del gas ?
La gente in montagna la legna ce l'ha già e si è già attrezzata con stufe automatiche miste pellet-legna, con abbattimento dei fumi.
La terza domanda è che visto che la centrale termica di Palanzano ha smesso di bruciare cippato perché bruciava male a causa della sua elevata umidità, producendo elevate quantità di fumi e di ceneri, intendono proseguire, come fa Monchio, a bruciare cippato fresco e ad appestare i borghi?
Il diradamento dei boschi porta ad un'unica conseguenza.
Il rischio che quando pioverà sul serio, verrà giù tutto come in Lunigiana e nelle Cinque Terre.
Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
20 luglio 2012
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
mercoledì 18 luglio 2012
Ora o mai più
Non siamo mai stati così vicini al termine dei lavori dell'inceneritore.
Ovviamente.
Ma nemmeno siamo stati così vicini a conoscere la verità, tutta quanta, sulla tormentata vicenda che sta appassionando Parma (una passione a dire il vero amarissima) da ormai diversi anni.
Oggi c'è un punto di svolta possibile, ma incerto.
Un passaggio stretto, decisivo, oltre il quale l'acqua tornerebbe a fluire copiosa, senza più ingorghi, ovunque intenda dirigersi, e la potremmo finalmente vedere libera e trasparente, buona da bere o avvelenata, non importa.
Il nodo si trova esattamente nell'ufficio di un sostituto procuratore, in vicolo San Marcellino.
Un sostituto che ha avuto in questi anni trascorsi una mole di impegni faticosa, difficile, complessa.
Ma che ha lavorato sodo, prodotto tanto, portato a casa risultati importanti.
Che ha lavorato anche per noi cittadini, per portare luce in quel progetto così intricato che ha il nome di Paip, che per molti ha ben poco di ambientale.
Ne abbiamo viste tante, ne sono successo troppe, attorno a questo cantiere.
Per noi il maggio scorso è accaduto il miracolo inaspettato.
Un sindaco contrario alla gestione dei rifiuti fatta con un inceneritore è stato votato a grande maggioranza dai cittadini della città ed ora siede sulla poltrona di governo.
Poltrona è forse un termine inappropriato, di morbido hanno trovato poco nelle stanze dei bottoni.
Parma ha tanto bisogno di conoscere, di sapere, di rendersi conto.
Anche sul tema dei rifiuti.
Ha bisogno di capire perché deve pagare i rifiuti l'80% in più di quanto costano a Brescia, o il 40% in più di quanto costano a Reggio e Piacenza.
Domande semplici, senza risposta.
Oggi il sindaco è un cittadino come noi, e sta dalla nostra parte.
Anche il sindaco avrà tanta voglia di capire.
Sarebbe importante che il primo cittadino di Parma desse una mano a liberare dall'ingorgo la massa di informazioni e notizie che da tempo giace in un faldone della procura.
Che anche lui, come noi, chiedesse infine chiarezza, decisione, una definitiva presa in carico della matassa, in modo da metterla finalmente in testa alle urgenze della giustizia.
Diamoci tutti una mano a scrivere l'ultimo capitolo della saga.
Chi si dichiarerebbe oggi contrario a sapere la verità?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 luglio 2012
Sono passati
779 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
73 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
58 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
martedì 17 luglio 2012
Quando sapremo?
Da ormai tanto tempo alla Procura di Parma giacciono diversi esposti sull'inceneritore di Ugozzolo.
Sappiamo che il fascicolo non è stato archiviato e che diverse indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza.
Indagini che hanno anche comportato l'acquisizione di parecchia documentazione nelle sedi delle società ed enti coinvolti nella vicenda.
I cittadini di Parma potranno prima o poi vedere la pratica portata a termine?
I cittadini di Parma hanno saputo in questi giorni che l'inceneritore è stato uno specchietto per le allodole.
Dipinto a tinte allegre dai suoi sostenitori, giorno per giorno, mese per mese, ha perso per la strada i suoi colori primari, svanendo in un grigio privo di brillantezza.
L'inceneritore era presentato come risolutore dei rifiuti: li avrebbe fatti sparire. Si scopre invece che ogni anno emetterà a sua volta 40 mila tonnellate di rifiuti (le ceneri) ricche di sostanze dannose per la salute.
L'inceneritore doveva servire a calmierare le tariffe per i cittadini. Si scopre invece che il costo non sarà competitivo ne tornerà allo sbandierato 119 euro alla tonnellata, anzi è lanciato verso vette incredibili.
L'inceneritore doveva migliorare l'ambiente e il clima della città, perché si sarebbero spente 20 mila tossicchianti caldaie domestiche. Si scopre poi che ogni anno immetterà in ambiente più di 3 tonnellate di Pm 10, peggiorando di fatto l'ecosistema urbano.
L'inceneritore doveva garantire una rete di teleriscaldamento, sfruttando l'energia termica prodotta dall'incenerimento dei rifiuti. Si scopre poi che le tariffe del teleriscaldamento sono superiori, e di molto, ad un impianto di riscaldamento tradizionale, e in varie città i consumatori stanno facendo ricorso contro questa situazione di monopolio.
L'inceneritore non dovrebbe far male. Eppure in giro per l'Italia non si contano le situazioni allarmanti. A Montale hanno condannato i vertici della società pubblica di gestione del locale inceneritore. A Pietrasanta una cittadina ha contratto un tumore ed ora è parte civile contro l'impresa che lo gestiva, prima che fosse sequestrato.
Oggi che il cantiere ferve per finire il prima possibile e battezzare in fretta questo eco mostro, i cittadini della città e della provincia, le associazioni che si prodigano per il futuro di Parma, vorrebbero sapere qualcosa in più, conoscere com'è finita la storia.
Siamo fiduciosi che presto sarà fatta la luce che serve.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 luglio 2012
Sono passati
778 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
72 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
57 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
I 20 anni provvisori di Dall'Olio
Il programma ambientale del Pd, stando alle parole di Dall'Olio, punta tutto sull'inceneritore, perché di lui c'è bisogno “nel provvisorio”.
Si sono dimenticati di aggiungere che una volta acceso l'impianto dovrà bruciare per vent'anni, per recuperare i 200 milioni di investimento.
E per 20 anni i cittadini di Parma, nonché elettori del Pd (una quota in costante calo), pagheranno profumatamente Iren alla modifica retta di 166 euro la tonnellata di rifiuti bruciati, nel 2013.
Poi ogni anno il costo salirà, è l'inflazione baby.
Bruciarli a Brescia costa 93 euro. Sono 73 euro la tonnellata in meno, che per 70 mila tonnellate fa la cifretta di oltre 5 milioni di euro l'anno, pagati in più rispetto al concorrente.
Fate i vostri conti e sbalorditevi, tanto non importa a nessuno.
Dicevamo, la pazienza aiuta, e se aspetti con calma anche 20 anni sono provvisori, rispetto all'età del mondo. E la pazienza al Pd non manca. Dal 2005 sostiene la teoria del forno inceneritore e neanche le nuove leve al potere sembrano aver intaccato il loro credo.
Del resto anche Dall'Olio non manca di passione per i roghi.
Nella sua azienda Stuard ha sperimentato con successo il bioetanolo di seconda generazione, per sostituire i combustibili fossili con le biomassa. Peccato che poi tutto si trasformi in business e queste centrali, che ormai la fanno da padrone anche in provincia, rubino terreni all'agricoltura, sfalcino boschi interi per approvvigionarsi di legna, rischino di diventare inceneritori di rifiuti, quando la biomassa diventi troppo cara.
Ma lo Stuard spicca anche per il progetto che prevede la cementificazione del frutteto storico, fino ad oggi vanto parmigiano con centinaia di specie di frutta antica. Le visite religiose arrivavano da tutta Italia, ma ora la prugna e il melo dovranno far posto a cemento armato e parcheggi.
Il progetto è quello di trasferire, senza che nessuno lo abbia richiesto, la scuola Bocchialini dall'attuale sede di viale Piacenza (comoda per i ragazzi che arrivano da fuori), direttamente sui campi dello Stuard (con incremento della scomodità, del traffico, dei mezzi, dello smog).
La scuola stessa ha mugugnato ma quando gli ordini arrivano da piazzale della Pace tutto torna subito al sussurro. Un professore si voleva incatenare agli alberi, ma poi gli hanno proibito perfino di avvicinarsi a San Pancrazio.
Appena si avvicina suona la sirena.
Dall'Olio che è il regista di un fortunato cortometraggio sul consumo del suolo non ci fa una bella figura a sostenere, come Jeckyl, le centrali a biomasse e la cementificazione di un frutteto antico.
Del resto il Pd rimane il partito degli inceneritoristi, degli ambientalisti al contrario.
Che del progetto Moniter dicono che è rassicurante, quando fra le righe si legge che è scientificamente provato l'incremento dei parti pre termine, a Modena sono cresciuti i tumori intorno all'inceneritore, ed altre quisquilie di questo genere.
Niente da fare. Nonostante il cambio di guardia ai vertici ancora non si vedono all'orizzonte svolte verdi o scelte davvero di sinistra: si fa piccolo cabotaggio, soffocando col cloroformio le istanze ambientaliste che ogni tanto qualche tesserato tenta di porre all'ordine del giorno.
Del resto era stato Bersani a schiaffeggiare l'ordine dei medici dell'Emilia Romagna, quando nel 2007 i medici chiesero la moratoria sugli inceneritori. Quei terroristi in camice bianco non avevano capito con chi avevano a che fare.
Ora i pidini fanno le pulci ai grillini di Parma, diteci come farete a spegnere il forno (e giù le risate).
Peccato che non si accorgano della trave conficcata nei loro occhi.
Rete Ambiente Parma
17 luglio 2012
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
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associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
La stangata
L'inceneritore di Parma, davvero un affarone per i cittadini
Da quando era ancora in gestazione l'inceneritore di Parma era presentato come soluzione di tutti i problemi riguardanti i rifiuti e il loro trattamento.
Oggi scopriamo che l'inceneritore è un affarone solo per chi lo gestisce, mentre per i cittadini si intravedono solo aspetti negativi.
Si sosteneva che l'inceneritore avrebbe abbassato le tariffe.
Ecco cosa scriveva pochi mesi fa il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, prima di essere annichilito dal voto di maggio. “Non dobbiamo infine dimenticare che Parma, oggi, non è autonoma nello smaltimento. Situazione che ci fa costare lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti ben 162 euro, a fronte dei (circa) 117 euro di Piacenza, e dei 121 euro di Reggio Emilia. Grazie al termovalorizzatore, invece, i parmigiani pagheranno tariffe più basse, allineate a quelle delle città vicine”. Bene, ora Bernazzoli ci farà un grande piacere se ci spiegherà, matematicamente parlando, quale sia la similitudine, l'allineamento tra 166 euro a tonnellata e 117 o 121. Grazie presidente Bernazzoli per il servizio reso alla verità. I cittadini ora si stanno chiedendo se tutto il battage promozionale sia stato in realtà una vera e propria presa per i fondelli, o forse meglio una presa per le tasche, dei contribuenti. Poi vi è l'altro grande tema del teleriscaldamento, la soluzione per tutti i mali provocati dall'inquinamento. Spegneremo 20 mila caldaie, sradicheremo l'inquinamento da Parma. Poi scopriamo che dati alla mano anche a fronte di tutti quegli spegnimenti il bilancio rimane a sfavore, con la produzione annua in sovrappiù di oltre 3 tonnellate di Pm10, proprio quel particolato che ci fa impazzire durante i lunghi mesi dell'inverno. Non poteva mancare anche il dato negativo sulle tariffe del teleriscaldamento che, adeguate a rese di impianti di riscaldamento antidiluviano portano i costi per gli utenti a lievitare fino a livelli impossibili. Tanto che a Piacenza si sono rivolti all'Antitrust, a Reggio stanno pensando a tornare al vecchio sistema. Ma quanto costerà a Parma l'inceneritore ancora non è dato sapersi. Iren si trincera dietro al segreto di Borsa, quando l'autorizzazione prevedeva totale trasparenza sul progetto e assoluta disponibilità a fornire tutti i dati richiesti. A quanto pare nel piano economico finanziario consegnato alla nuova amministrazione non si fa menzione dei costi di manutenzione e di revamping che questi impianti necessitano almeno ogni 5 anni, come è scritto anche nell'autorizzazione integrata ambientale, alla prescrizione numero 39. Oggi l'affaire inceneritore assomiglia sempre di più ad una stangata. E qualcuno ne dovrebbe rispondere.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 17 luglio 2012
Sono passati 778 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 72 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati 57 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
Ecco cosa scriveva pochi mesi fa il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, prima di essere annichilito dal voto di maggio. “Non dobbiamo infine dimenticare che Parma, oggi, non è autonoma nello smaltimento. Situazione che ci fa costare lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti ben 162 euro, a fronte dei (circa) 117 euro di Piacenza, e dei 121 euro di Reggio Emilia. Grazie al termovalorizzatore, invece, i parmigiani pagheranno tariffe più basse, allineate a quelle delle città vicine”. Bene, ora Bernazzoli ci farà un grande piacere se ci spiegherà, matematicamente parlando, quale sia la similitudine, l'allineamento tra 166 euro a tonnellata e 117 o 121. Grazie presidente Bernazzoli per il servizio reso alla verità. I cittadini ora si stanno chiedendo se tutto il battage promozionale sia stato in realtà una vera e propria presa per i fondelli, o forse meglio una presa per le tasche, dei contribuenti. Poi vi è l'altro grande tema del teleriscaldamento, la soluzione per tutti i mali provocati dall'inquinamento. Spegneremo 20 mila caldaie, sradicheremo l'inquinamento da Parma. Poi scopriamo che dati alla mano anche a fronte di tutti quegli spegnimenti il bilancio rimane a sfavore, con la produzione annua in sovrappiù di oltre 3 tonnellate di Pm10, proprio quel particolato che ci fa impazzire durante i lunghi mesi dell'inverno. Non poteva mancare anche il dato negativo sulle tariffe del teleriscaldamento che, adeguate a rese di impianti di riscaldamento antidiluviano portano i costi per gli utenti a lievitare fino a livelli impossibili. Tanto che a Piacenza si sono rivolti all'Antitrust, a Reggio stanno pensando a tornare al vecchio sistema. Ma quanto costerà a Parma l'inceneritore ancora non è dato sapersi. Iren si trincera dietro al segreto di Borsa, quando l'autorizzazione prevedeva totale trasparenza sul progetto e assoluta disponibilità a fornire tutti i dati richiesti. A quanto pare nel piano economico finanziario consegnato alla nuova amministrazione non si fa menzione dei costi di manutenzione e di revamping che questi impianti necessitano almeno ogni 5 anni, come è scritto anche nell'autorizzazione integrata ambientale, alla prescrizione numero 39. Oggi l'affaire inceneritore assomiglia sempre di più ad una stangata. E qualcuno ne dovrebbe rispondere.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 17 luglio 2012
Sono passati 778 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 72 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati 57 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
lunedì 16 luglio 2012
Brucio o non brucio?
Iren vuole incenerire i fanghi, ma apre una gara per spanderli in agricoltura
http://www.irenemilia.it/appalti/singola.jsp?codx=315&codice=142&tipo=1
Che Iren intenda bruciare i fanghi a Ugozzolo lo sapevamo di già, esattamente 50 mila tonnellate all'anno, da asciugare al calore dello stesso inceneritore prima di buttarglielo dentro. Il totale per annata ammonta a 20 mila tonnellate di materiale secco.
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/PAI-DEFINITIVO.pdf
Scopriamo però che nel frattempo Iren si dedica anche allo spandimento agronomico degli stessi. E qualche domanda sorge spontanea.
E' stata infatti aperta una gara per aggiudicare la gestione di 36 mila tonnellate di fanghi da depurazione provenienti dai depuratori di Parma e Reggio Emilia gestiti da Iren. La gara è la numero 4553 (Cig 42340619A9) ed è datata al 30 giugno 2012 come giorno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue. La gara rimarrà aperta fino al 30 agosto, mentre è fissata al 4 settembre l'apertura e valutazione delle offerte ricevute. Il periodo di competenza è quello va dal 1° dicembre 2012 al 30 novembre del 2015, 36 mesi, 3 anni di spandimenti. Come detto le quantità sono stimate in 36 mila tonnellate all'anno per una necessità di terreni di 1500 ettari. Il tutto per una base d'asta di 840 mila euro, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta economica più vantaggiosa. Ma se Iren aveva intenzione di bruciare tutto nel forno, come mai ora intende destinare quote consistenti di questa sostanza organica allo spandimento agronomico? Sta forse ripensando il suo programma del prossimo futuro? Si sta chiedendo se riuscirà a portare a termine il suo focoso programma? Il cantiere di Ugozzolo è in fervore, ma il traguardo sembra tanto lontano. La prescrizioni imposte dall'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, assommano a 57 punti che Iren deve ottemperare prima di poter pensare all'accensione del falò. Uno fra i tanti descrive la piantumazione del boschetto mangia polveri, da mettere a dimora almeno un anno prima dell'accensione. Il boschetto non ci risulta ancora completato visto che in certe parti a nord ci sono ancora lavorazioni che impediscono di fatto la posa degli arbusti. Viene quindi spontaneo pensare che almeno fino all'estate 2013 il camino di Ugozzolo debba languire, in attesa di tempi maggiormente propizi. Nel frattempo siamo sempre speranzosi che Iren provi a guardare avanti, e si immagini un futuro meno impattante per il territorio di Parma sposando la via del riciclo, abbracciando il business del recupero dei materiali, invece che del loro incenerimento. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 16 luglio 2012 Sono passati 777 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Sono passati 71 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012 Sono passati 56 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
http://www.irenemilia.it/appalti/singola.jsp?codx=315&codice=142&tipo=1
Che Iren intenda bruciare i fanghi a Ugozzolo lo sapevamo di già, esattamente 50 mila tonnellate all'anno, da asciugare al calore dello stesso inceneritore prima di buttarglielo dentro. Il totale per annata ammonta a 20 mila tonnellate di materiale secco.
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/PAI-DEFINITIVO.pdf
Scopriamo però che nel frattempo Iren si dedica anche allo spandimento agronomico degli stessi. E qualche domanda sorge spontanea.
E' stata infatti aperta una gara per aggiudicare la gestione di 36 mila tonnellate di fanghi da depurazione provenienti dai depuratori di Parma e Reggio Emilia gestiti da Iren. La gara è la numero 4553 (Cig 42340619A9) ed è datata al 30 giugno 2012 come giorno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue. La gara rimarrà aperta fino al 30 agosto, mentre è fissata al 4 settembre l'apertura e valutazione delle offerte ricevute. Il periodo di competenza è quello va dal 1° dicembre 2012 al 30 novembre del 2015, 36 mesi, 3 anni di spandimenti. Come detto le quantità sono stimate in 36 mila tonnellate all'anno per una necessità di terreni di 1500 ettari. Il tutto per una base d'asta di 840 mila euro, con il criterio di aggiudicazione dell'offerta economica più vantaggiosa. Ma se Iren aveva intenzione di bruciare tutto nel forno, come mai ora intende destinare quote consistenti di questa sostanza organica allo spandimento agronomico? Sta forse ripensando il suo programma del prossimo futuro? Si sta chiedendo se riuscirà a portare a termine il suo focoso programma? Il cantiere di Ugozzolo è in fervore, ma il traguardo sembra tanto lontano. La prescrizioni imposte dall'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, assommano a 57 punti che Iren deve ottemperare prima di poter pensare all'accensione del falò. Uno fra i tanti descrive la piantumazione del boschetto mangia polveri, da mettere a dimora almeno un anno prima dell'accensione. Il boschetto non ci risulta ancora completato visto che in certe parti a nord ci sono ancora lavorazioni che impediscono di fatto la posa degli arbusti. Viene quindi spontaneo pensare che almeno fino all'estate 2013 il camino di Ugozzolo debba languire, in attesa di tempi maggiormente propizi. Nel frattempo siamo sempre speranzosi che Iren provi a guardare avanti, e si immagini un futuro meno impattante per il territorio di Parma sposando la via del riciclo, abbracciando il business del recupero dei materiali, invece che del loro incenerimento. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 16 luglio 2012 Sono passati 777 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Sono passati 71 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012 Sono passati 56 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
domenica 15 luglio 2012
Neviano Arduini, la beffa delle biomasse
Siamo molto dispiaciuti della volontà dell'amministrazione comunale di Neviano di costruire una centrale a biomasse proprio a ridosso della scuola locale.
E' in atto in tutto il nostro territorio un vero e proprio assalto alle risorse naturali, con centrali a biomassa che spuntano come funghi, non perché economiche ed eco-friendly, ma perché lautamente sostenute da finanziamenti pubblici, che drenano fiumi di denaro sottraendolo alle fonti veramente rinnovabili e all'efficienza energetica, binomio inscindibile per raggiungere la sostenibilità.
Una sostenibilità indispensabile, se vogliamo consegnare alle future generazioni un pianeta desiderabile e vivente e ricco di risorse, e non moribondo come lo stiamo riducendo ora.
Dobbiamo andare oltre la scorza esterna come invita il Piccolo Principe.
Non è sufficiente il prefisso “bio” per trasformare automaticamente qualcosa in buono e utile per l'ambiente e gli esseri viventi che lo abitano. Sono decenni che cerchiamo di promuovere progetti dannosi con parole buone. L'eternit è solo uno degli esempi. Eternit, eterno... per poi scoprire che eterni sono solo i danni e le sofferenze create.
Troppe sono le lezioni apprese in ritardo da pericoli conosciuti in anticipo.
E' assurdo pensare che la normale manutenzione agricola e forestale, senza intaccare il patrimonio boschivo, sia sufficiente alla richiesta delle biomasse necessarie al funzionamento di tutte queste centrali termiche che stanno affiorando nel parmense ( Monchio, Palanzano, Borgotaro...).
I problemi legati al trattamento, recupero, utilizzo e smaltimento delle ceneri che gli impianti a biomasse inevitabilmente producono, è quasi sempre ignorato dai proponenti di questi impianti.
A questo proposito è da sottolineare la tossicità delle ceneri prodotte.
Le ceneri volanti derivanti dalla combustione di legname, ricche di metalli quali cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio, devono essere smaltite in discariche per rifiuti tossici, con gravi conseguenze ambientali e con elevati costi di smaltimento.
Nonostante i sistemi di abbattimento degli inquinanti atmosferici utilizzati dalle centrali a biomasse, la combustione produce comunque inquinamento, ossidi di azoto, ossido di carbonio, polveri sottili e ultrasottili, micro inquinanti, aumentando le emissioni di gas serra che non possono essere trattenuti da nessun filtro.
Gli usi energetici delle biomasse sono meno ecologici di quanto si creda e si voglia far credere. Negli inventari europei delle immissioni di diossine e idrocarburi policiclici aromatici, il primato assoluto (stime al 2005) spetta alla combustione di biomasse. A questo si aggiunga che i progetti di questo tipo di centrali in genere non prevedono alcun monitoraggio delle emissioni di diossine.
Tutto questo è inaccettabile nel 2012, tanto più se inserito a fianco di una scuola.
Mercoledì scorso a Calestano, nella sala Avis stracolma di gente, il noto meteorologo Giuliacci ha usato parole che non ammettono repliche: “E' in atto un cambiamento climatico globale, inquinare meno è oggi un dovere morale”.
Auspichiamo una presa di posizione chiara e decisa da parte dell'amministrazione al fine di mettere in atto tutti gli strumenti possibili per ostacolare questa ulteriore minaccia ambientale e sanitaria.
Possiamo dominare la natura solamente obbedendole. Essa procede senza combustioni. Le tecnologie oggi consentono di ricavare energia termica senza trasformare la materia in inquinamento, particolato ultrafine e gas serra.
L'organico deve ritornare alla terra come compost, fertilizzando i nostri suoli che ormai stanno andando incontro a desertificazione. Questo è il più importante uso delle biomasse: la produzione di compost per l'agricoltura, cioè materiale organico opportunamente fatto maturare e mescolato alla terra per garantire il ripristino degli elementi nutritivi dei campi.
Al sindaco di Neviano Garbasi chiediamo un incontro pubblico in cui amministratori, cittadini e associazioni locali possano dibattere con intelligenza sulla convenienza o meno di questa centrale a biomasse a fianco della scuola.
E' un'opera che interessa tutta la comunità e tutti i cittadini devono avere la possibilità di comprendere se si tratta di un progetto veramente utile per l' economia, l' ambiente e la salute del territorio.
Rete Ambiente Parma è un coordinamento di comitati impegnati sul territorio parmense nella difesa di ambiente e salute, beni comuni sempre più feriti e insidiati da speculazioni economiche che di buono per la collettività hanno ben poco.
Noi siamo dalla parte dell'ambiente.
E voi, amministratori, da che parte state?
Francesco Barbieri
Rete Ambiente Parma
15 luglio 2012
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
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