sabato 16 novembre 2013

Blitz contro l'inceneritore di Parma

Da questa mattina l'assemblea permanente contro gli inceneritori occupa l'impianto di Ugozzolo.
Indossate tute bianche gli attivisti hanno portato sul posto striscioni, cartelli, slogan contro il gestore e la politica.
Attacchi al Pd, al Movimento 5 Stelle, la Regione, il Pdl.
L'accesso all'impianto è stato bloccato per alcune ore.


venerdì 15 novembre 2013

Inceneritore di Bolzano chiuso

Nube sulla città, l'impianto è stato appena inaugurato

di Massimiliano Bona
Alto Adige


«Venerdì scorso, da quanto sappiamo, si è bloccato un ventilatore di coda e ciò pare abbia mandato in tilt il sistema di combustione dell’inceneritore e reso necessaria la sua chiusura per alcuni giorni»: Massimo Guariento, vicedirettore dell’ufficio aria e rumore, conferma il guasto al nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud, costato alla Provincia oltre 100 milioni di euro e assicura che è stata chiesta una relazione dettagliata all’Ati che, da contratto, dovrà gestire l’impianto fino a fine febbraio. Il problema, come spiega Guariento, non è stato affatto banale. «Posto che i sei mesi di prova devono servire a fare tutte le verifiche del caso, anche con l’impianto sotto sforzo, è chiaro che a regime queste cose non dovranno accadere. Anche perché dall’inceneritore non è uscita sicuramente aria pulita».

Inceneritore di Bolzano: si fa di tutto per nascondere alla vista cosa fanno questi impianti.


Dall’impianto, vicino all’autostrada, a Bolzano Sud è uscito del fumo denso e grigio e molti degli abitanti di Casanova hanno dichiarato di aver sentito un forte odore di plastica bruciata. «All’associazione temporanea di impresa che gestisce l’inceneritore (l’altroieri è stata fatta una riunione per capire cosa non ha funzionato ndr) abbiamo chiesto anche come si è comportata dopo aver individuato guasto. Ci sono, infatti, delle procedure rigide da rispettare per ridurre al minimo il danno, anche in termini di emissioni ovviamente. Ci sono, per legge, 4 ore di tempo per risolvere i guasti e se non ci si riesce l’impianto deve essere chiuso, come è accaduto in questo caso». Il termovalorizzatore potrebbe essere rimesso in funzione entro la giornata odierna mentre per conoscere i dettagli della relazione all’Ufficio aria e rumore della Provincia bisognerà attendere presumibilmente la fine della settimana. Sulla carta il periodo di collaudo, con la gestione affidata all’Ati, dovrebbe durare fino a febbraio, per poi passare a Eco Center. Ma se dovessero sorgere altri problemi il periodo di prova potrebbe essere prolungato.

Progresso e salute

L'inceneritore è una vecchia cartolina

Gli ambientalisti sono sempre stati accusati di andare contro il progresso, di opporsi all'avanzamento della scienza e della tecnologia.
E questa strategia di messa in mora ha fin qui funzionato.
Gli ambientalisti sono retrogradi, non hanno soluzioni alternative, sono affetti dalla sindrome Nimby, odiano la scienza.


Ma di quale progresso stiamo parlando?
Come si a chiamare progresso un sistema che ci sta avvelenando e conducendo al baratro?
Un progresso suicida che sta segando il ramo sul quale siamo appollaiati?
Questo non è progresso, ma un errore di sviluppo, un passo falso.
Prendiamo l'esempio dell'inceneritore di Parma.
E' stato presentato dai suoi sostenitori come la soluzione definitiva del problema dei rifiuti.
Al confronto con i fatti vediamo che non è vero.
L'inceneritore produce a sua volta rifiuti pericolosi come le ceneri volanti, rifiuti complicati come le ceneri pesanti (in grande quantità), costi altissimi per i cittadini quando invece si sosteneva il contrario, dipendenza da altri territori e non chiusura del ciclo.
L'inceneritore si alimenta degli stessi materiali, plastica e carta, che andrebbero invece riciclati.
Chi aveva ragione e chi torto?
Se il progresso porta inquinamento e malattia non è sbagliato il progresso, è chiamare progresso questa tecnologia che è bugiardo.
Oggi si sostiene che i processi tecnologici vadano valutati nella loro complessità, analizzando il loro Life Cycle Assestment, il ciclo di vita che include tutte le fasi del processo e non solo la parte che per comodità e vantaggio mettiamo in evidenza.
Un oggetto, la sua impronta ambientale, la si valuta secondo lo schema dell'Lca, appunto considerando i passaggi che dall'approvvigionamento della materia prima portano alla sua produzione e commercio, fino a giungere al fine vita ed alla modalità del suo smaltimento.
E' evidente che bruciare un oggetto è una manifestazione di resa.
Viene bruciato per sempre il suo valore intrinseco, quel quantitativo di materia prima che ha un costo ambientale, che viene sperperato, recuperando poca energia e un po' di calore.
Non parliamo dell'effetto ambientale della combustione.
Chi brucerebbe plastica nel suo caminetto respirandone i vapori?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre ottobre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
79

giorni fa

giovedì 14 novembre 2013

Emissioni da chiarire

Per la trasparenza serve la chiarezza

Settantotto giorni fa veniva acceso il forno inceneritore di Ugozzolo.
Mesi con Pm 10 ad altissimo livello, l'8 novembre scorso l'asticella è schizzata a 121 milligrammi per metro cubo di aria quando il limite è 50, per una annata da dimenticare in fatto di inquinamento, ozono, particolato fine.



Da un po' di tempo sono disponibili i dati di emissione del camino.
Alcuni monitor sono state posizionati anche in città per la visione al pubblico, in piazzale della Pace all'interno della Provincia (spesso spento), al Duc, tutte in posizioni non certo di comoda lettura.
Oltretutto i dati non sono facilmente leggibili dai cittadini in quanto organizzati in modo da non far trasparire alcun dato comprensibile al parmigiano medio.
Al link http://www.irenambiente.it/attivita.php?id=205 Iren rende disponibili i dati di emissione suddivisi per giorni e per linea di combustione.
Ma a parte i colori semaforici, verde per l'emissione a norma, rossa per quello sopra i limiti, non sono indicati i livelli massimi da non superare, né quelli legati all'Aia specifica dell'inceneritore, né quelli di legge.
Se l'intento del gestore è quello di aprire il libro della fornace alla lettura dei parmigiani, sarebbe il caso di migliorare gli aspetti delle leggibilità, ad esempio indicando in modo evidente i limiti che non devono essere superati.
Dallo specchietto che alleghiamo ci sono altre singolarità che non sarebbe male chiarire.
Il dato delle Pm 10 è posizionato fisso sullo zero.
Le polveri totali sono inchiodate a 0,025 milligrammi per metro cubo di aria in ogni santo giorno della settimana, così come l'ammoniaca (0,025), l'acido fluoridrico (0,040), così come il carbonio organico fisso sullo zero.
Spesso, e volentieri, i dati emissivi delle due linee di incenerimento sono identici.
Vogliamo tranquillizzare i parmigiani?
Cominciamo dalla chiarezza, che un passaggio obbligato verso la trasparenza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 novembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
78

giorni fa

mercoledì 13 novembre 2013

Laterlite, si riunisce l'Osservatorio Ambientale

Il 14 novembre, in seduta pubblica, torna a riunirsi l'Osservatorio ambientale di Laterlite.
L'incontro si svolgerà a Rubbiano, alle 20,30.
Saranno presenti i rappresentanti di AUSL, ARPA e Provincia e i sindaci di Fornovo, Solignano, Medesano e Varano.



Enti e organi di controllo dovrebbero relazionare sui reali miglioramenti contenuti nella nuova Aia, rilasciata nel mese di luglio mentre Walter Ganapini, coordinatore del tavolo tecnico, informerà i cittadini sulle priorità che verranno affrontate nei prossimi mesi.
Si tratta di un elenco di obiettivi finalizzati alla riduzione dell'impatto ambientale di Laterlite e al miglioramento delle condizioni del territorio, con relativo crono programma.
Come noto, la Provincia ha proceduto al rinnovo dell'autorizzazione al co-incenerimento di rifiuti pericolosi, senza imporre all'azienda nessuna nuova misura di tutela ambientale di intensificazione delle analisi né di maggiore trasparenza.
Il Comitato Rubbiano per la Vita ha presentato in Conferenza dei Servizi le proprie proposte e richieste. Purtroppo anche i dieci mesi di ritardo nel rinnovo dell'autorizzazione non sono serviti ad accogliere nemmeno una di quelle proposte.
Giovedì sera i tecnici della Provincia illustreranno le migliorie contenute nella nuova autorizzazione. Siamo davvero impazienti.
Abbiamo più volte appreso dalle cronache che l'inceneritore di Parma, sempre autorizzato dalla Provincia, deve versare ogni anno ai comuni ricadenti sotto il cono delle emissioni un importo economico importante come compensazione per l'impatto ambientale.
Si tratta di oltre un milione e seicentomila euro all'anno.
E' un ristoro ambientale che gli enti devono utilizzare per la riduzione dell'inquinamento sul territorio.
Nei confronti di Laterlite invece il concetto di ristoro ambientale è totalmente sconosciuto, nonostante le emissioni fra i due impianti siano del tutto paragonabili.
E' innegabile l'impatto di Laterlite sull'area circostante, basti considerare le quantità di inquinanti emessi ogni anno dal camino, i cui dati sono visibili sul sito di Arpa. (http://www.arpa.emr.it/monitorem/azienda.php?ul=5).
Da oltre dieci anni le emissioni derivanti dal co-incenerimento dei rifiuti (diossine, metalli pesanti, ossidi di azoto, furani, polveri sottili, ecc.) vengono rilasciate copiosamente all'incrocio tra Valtaro e Valceno, senza che l'Azienda privata debba corrispondere alcun risarcimento al territorio. Emissioni pubbliche, profitti privati.
Abbiamo con forza richiesto l'esecuzione di una indagine epidemiologica per capire lo stato di salute del territorio a livello sanitario, così come previsto dal Piano di zona dell'AUSL.
Abbiamo proposto la partecipazione al team sanitario di un medico e di un oncologo di riconosciuta professionalità al fine di approfondire un tema molto sentito, con contributo esterno rispetto gli enti preposti.
Rimaniamo in attesa di segnali positivi, la questione sanitaria è centrale nel dibattito.
Vogliamo trasparenza, vedere i dati, conoscere morti e malattie, loro cause e tendenze statistiche. E' un nostro diritto conoscere la salute del nostro territorio.
Attendiamo numerosi i cittadini, anche la nostra voce dev'essere ascoltata.


Comitato Rubbiano per la Vita

martedì 12 novembre 2013

Tagli Boschivi e Biomasse: rischio ambientale

Incontro dibattito sabato a Langhirano

Comune di Langhirano
Rete Ambiente Parma

Tagli della legna in montagna e biomasse



Il paesaggio della nostra montagna sta cambiando: frane; interruzioni di strade; sempre meno gente nei paesi; pochi turisti e di contro un rinnovato utilizzo e sfruttamento dei boschi.
Autoconsumo o speculazione del mercato sulla legna da ardere?
Soldi che, restano in montagna; che generano reddito locale?
La legge non basta, non frena la speculazione. Occorre una pianificazione dei tagli in modo che non intacchino la rinnovabilità e non accrescano il degrado di versanti e strade.
E poi centrali, centrali a biomassa.
Bruciare biomasse per produrre calore ed elettricità è ammesso dalle normative vigenti ed è diventato un mantra intoccabile per i governi che si succedono nel nostro paese.
Quali possibilità hanno i cittadini per incidere sulle scelte energetiche dei territori come gli stessi PAES prevedono.
Cittadini preoccupati per le emissioni nocive come lo è la stessa Comunità Europea con la sua Direttiva Aria: "che prevede che ogni nuovo impianto non accresca l'inquinamento esistente, anzi lo abbassi”.

Ne parliamo:
sabato 16 novembre ore 17:00 presso il Centro Culturale di Langhirano

Sono gradite adesioni di amministrazioni, comitati di cittadini, associazioni ambientali.
Hanno già dato la loro adesione :
Comitato Giarola-Vaestano (Palanzano)
Comitato Pro Val Parma (Corniglio)
Libera
WWF
GCR Parma
Legambiente Alta Val Taro

lunedì 11 novembre 2013

Rifiutiamoci

di Alex Zanotelli

La Campania è una terra avvelenata e violentata.

Perché la gente sta reagendo?
A partire dai primi anni ’90 – quando l’Italia non ha più potuto esportare e seppellire i propri rifiuti tossici in Somalia (a causa della caduta del regime di Siad Barre, con il quale intratteneva fruttuosi rapporti) – è stato deciso che l’industria del centro-nord poteva smaltire materiali tossici in Campania.



Interessate soprattutto tre aree, il cosiddetto “triangolo della morte”.
La prima è la zona di Nola, Acerra e Marigliano, dove sono tante le persone stanno morendo di tumore a causa dei rifiuti.
Il secondo è l’agro Aversano, in provincia di Caserta dove sono stati sversati anche i rifiuti tossici di Marghera, in virtù di un “contratto” siglato tra industria del nord e camorra. Nella partita c’è anche l’industria campana.
La terza area è la “terra dei fuochi”, al nord di Napoli. Un territorio che comprende Giugliano, Villaricca, Frattamaggiore fino a Casal di Principe e oltre. Qui si è continuato a bruciare di tutto con quello che ne consegue per la salute pubblica. E qui, a Giugliano, si vuole costruire un inceneritore da 480 milioni di euro. Siamo al paradosso.
I commissari straordinari che si sono occupati della questione dei rifiuti nella regione hanno fatto la scelta degli inceneritori e delle megadiscariche. Per costruire quello di Acerra ci sono voluti otto anni. Nel frattempo hanno impacchettato i rifiuti, 8 milioni di tonnellate di “eco-balle” (così definite per spacciarle come ecologiche), e li hanno stivati in un’area fuori Giugliano. Con un costo di almeno 2 miliardi di euro.
Il movimento che si occupa dei rifiuti si è opposto a questo scempio, ma non c’è stato nulla da fare. Ora il governo vuole costruire un inceneritore a Giugliano per smaltire le eco-balle.
Da qui nasce la rabbia della gente contro fuochi e sversamenti: manifestazioni, incontri e appelli. Un punto di riferimento è don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che ha dato una grossa mano per far partire questo movimento popolare che vede anche la partecipazione di parrocchie e comunità cristiane.
Manifestazioni si sono tenute l’11 settembre a Giugliano: mi ha impressionato vedere mobilitarsi una “città-morta” come questa; il 12 settembre a Capua per dire no al biogassificatore (una tecnologia che trae energia dalle biomasse); l’8 di ottobre, con una marcia da Aversa a Giugliano; poi si è manifestato anche a Napoli, per contestare la gara d’appalto per la costruzione dell’inceneritore di Giugliano.
È molto bello sentire la presenza del popolo. Certo c’è il rischio che queste mobilitazioni siano utilizzate da taluni politici per rilanciarsi. Del resto ci sono altri pericoli, soprattutto quello di indignarsi senza proporre qualcosa di nuovo, altre vie percorribili.
Il governo vuole bonificare le aree inondate di rifiuti. Ma la camorra potrebbe infiltrarsi anche qui e trarre soldi dalle bonifiche come li ha tratti dallo sversamento dei rifiuti.
Il 16 di novembre c’è un’altra manifestazione a Napoli.
Quello che si chiede per affrontare il problema rifiuti è di puntare al riciclo totale.
Il governo Berlusconi ha indicato 4 inceneritori e 12 megadiscariche per la Campania.

Noi puntiamo sul riciclo come unica maniera per evitare che la Campania si avveleni ulteriormente. Come missionario, credo nel Dio della vita e sento che Lui mi porta all’impegno concreto in difesa della vita e della Madre Terra che non sopporta più l’“homo demens”.