venerdì 9 novembre 2012

Miserotti, troppi inceneritori in regione


Isde Emilia-Romagna contro il piano regionale rifiuti

La Giunta della Regione Emilia-Romagna, in data 30/7/2012, con delibera n. 1147/2012, cod. documento GPG/2012/1247, ha licenziato gli  “indirizzi per l’elaborazione del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti (PRGR)”.



Tale delibera desta non poche perplessità innanzi tutto per il divario esistente tra le enunciazioni di principio in essa contenute e le azioni concrete che si prospettano al fine di realizzare le suddette enunciazioni. Tale divario diviene ancor più evidente se si tiene conto della situazione di fatto relativa all’attuale trend produzione dei rifiuti ed alla dotazione impiantistica esistente. Infatti, l’analisi dell’attuale situazione della produzione dei rifiuti, così come emerge dallo stesso documento, mostra che le attuali politiche di gestione dei rifiuti nella nostra regione hanno fallito completamente rispetto al principale e prioritario obiettivo di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti: infatti la produzione dei rifiuti urbani, lungi dal diminuire, è aumentata dal 2001 al 2010 del 22% in termini assoluti e del 13% come produzione pro capite (tenuto conto dell’aumento del 9% della popolazione).
Eppure, in tutti i piani  gestione dei rifiuti, sia a livello provinciale che regionale, in ottemperanza alle normative nazionali (a partire dal decreto Ronchi) veniva posto quale obiettivo prioritario da perseguire proprio la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti! La crescita complessiva dei rifiuti prodotti fa sì che, nonostante la crescita della percentuale di raccolta differenziata, la quota da smaltire sia tutto meno che “residuale”: si tratta, per riferirsi solo ai rifiuti urbani, di 1.500.000 tonnellate di rifiuti su un totale di circa 3.000.000 di tonnellate. In pratica, la crescita della produzione dei rifiuti si è “mangiata” gran parte del vantaggio ottenuto con l’aumento in termini percentuali della raccolta differenziata.

Poiché, come abbiamo visto, la fase finale della gestione dei rifiuti interessa circa il 50% di una massa di rifiuti che ha registrato finora un continuo aumento,  come medici e cittadini interessati alla protezione della salute e dell’ambiente - in quanto a sua volta determinante della salute umana - riteniamo inaccettabile che sulla base degli indirizzi indicati dalla Giunta Regionale si preveda che tali rifiuti debbano essere avviati primariamente a recupero energetico, secondariamente ad incenerimento, e solo come opzione residuale in discarica.
Ciò diviene ancor più preoccupante in quanto la delibera prevede esplicitamente la progressiva chiusura delle discariche mentre per gli inceneritori esistenti non solo non parla minimamente di chiusure, ma esplicitamente prevede l’utilizzo prioritario degli inceneritori e termovalorizzatori per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale nel rispetto del principio di prossimità. Siamo costretti a ricordare che, purtroppo, dai camini degli impianti che provvederanno allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati mediante combustione (comunque li si vogliano definire) continueranno ad uscire inquinanti di comprovata tossicità che, anche nel rispetto delle normative, rimarranno comunque pericolosi per la salute umana, andando ad incrementare il carico inquinante che grava sull’intera regione, già di per sé una tra le aree più inquinate del pianeta.
Ricordiamo anche quanto recita l’articolo 4 del D.Lgs. n. 205/2010 (in recepimento della Direttiva Europea 2008/98/CE):  “nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia”). Una quota dei rifiuti indifferenziati pari a circa la metà di tutti i rifiuti urbani prodotti, sta a indicare che i metodi adottati per la raccolta non sono adeguati alla finalità di un recupero ottimale della materia.
I rifiuti indifferenziati contengono ancora grandi quantità di materiali riciclabili. Avviare questi rifiuti “prioritariamente” all’incenerimento rappresenta oggettivamente un sovvertimento delle priorità indicate dalla normativa; inoltre, sul piano sanitario, ciò costituisce una violazione del principio di prevenzione o quanto meno di precauzione, visti i segnali non certo tranquillizzanti che continuano a venire dagli studi epidemiologici effettuati sulle popolazioni esposte alle emissioni degli inceneritori.  Oltretutto appare improprio considerare l’incenerimento come fase finale di smaltimento per i rifiuti: non si può infatti dimenticare che l’inceneritore produce a sua volta dei rifiuti, ben più pericolosi di quelli in ingresso, che necessitano di essere smaltiti:  scorie, ceneri pesanti, ceneri volanti e residui della filtrazione dei fumi.
Ciò desta in noi un’ulteriore preoccupazione, in quanto a pag. 20 della delibera, a proposito di recupero dei materiali, troviamo espressa la volontà di “valorizzare specifiche tipologie di rifiuti…...ovvero le scorie di incenerimento” dimenticando (o omettendo di ricordare) che si tratta di materiali che presentano elevate concentrazioni di inquinanti tossici, persistenti e cancerogeni e, come tali, da smaltire in sicurezza e non certo da “riciclare”: la delibera non specifica le modalità di riciclaggio di questi materiali che rappresentano una “scomoda eredità” del processo di incenerimento, ma sono note le proposte che vengono dall’industria cementiera e delle costruzioni, che auspicano l’impiego di scorie e ceneri da incenerimento miscelate al cemento in manufatti per l’edilizia o il loro utilizzo come sottofondi stradali. Non esitiamo a definire simili proposte come una vera e propria follia, che non mancherà, se realizzata, di provocare nel tempo conseguenze nefaste per la salute dell’uomo e per l’ambiente.
Come medici ISDE rivendichiamo  un’ approfondita conoscenza del problema rifiuti  e delle conseguenze sanitarie dovute agli impianti di incenerimento e  non possiamo esimerci dall’esprimere profonda delusione dalle linee guida tracciate dalla Giunta Regionale per il  piano rifiuti regionale, che si confermano come appiattite sulla difesa di interessi  economici consolidati delle  aziende partecipate .
Ribadiamo come la salute dei cittadini sia prioritaria rispetto all’economia e al mercato.
Richiediamo pertanto :
-la radicale modifica delle delibera in oggetto da parte della  Giunta regionale  dell’Emilia-Romagna in quanto oggettivamente  in contrasto con le direttive europee  e con  la legislazione nazionale.
-di   avviare in tempi brevi la discussione  presso la regione Emilia-Romagna  della proposta di legge d’iniziativa popolare presentata da numerosi enti locali -  di cui condividiamo obiettivi e finalità  -  che raccoglie l’adesione di oltre un milione di cittadini emiliano-romagnoli e rappresenta una proposta alternativa alla attuale delibera regionale, capace di indirizzare la futura gestione dei rifiuti nella direzione auspicata dalla Direttiva Europea 2008/98/CE, verso un’autentica “società del riciclaggio .
Sulla base di queste considerazioni, che reputiamo essere in perfetta sintonia con le linee strategiche della nostra Società  sulla corretta gestione di rifiuti, riteniamo altresì che sia necessario rivolgere un appello alla Regione Emilia-Romagna per una modifica della deliberazione in oggetto secondo quanto previsto dalla recente normativa europea

Il referente Isde Emilia Romagna
Dott. Giuseppe Miserotti

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 9 novembre 2012

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giovedì 8 novembre 2012

Segnali di fumo


A Fidenza una centrale accesa in un cantiere fantasma

Il cantiere del nuovo co-generatore giace a Fidenza dal settembre del 2010.
Il cartello propone ancora 60 giorni per completare le opere della centrale di teleriscaldamento, un co-generatore da mezzo milione di euro, appaltato alla ditta Granelli Costruzioni di Salsomaggiore.
Il committente la San Donnino Servizi.



Ma l'opera è un fantasma di lamiere, reti metalliche, abbandono, eppure la centrale è accesa.
In precaria sicurezza, visto che chiunque può accedervi senza alcuna difficoltà.
Un cantiere fantasma che fuma, la ciminiera svetta verso l'alto emanando i suoi sbuffi.
Due caldaie, una a gas metano, una a biomassa legnosa, rispettivamente 2,8 kw e 1,5 kw, progettate dall'azienda Ecorisorse Impianti Srl, http://www.areaventuno.com/redirect/ecorisorseimpianti/referenze.asp
Il 30 novembre dello scorso anno anche il consiglio comunale di Fidenza si occupò della vicenda sollevata da una interrogazione.

Il progetto è sostanzialmente al palo, i collegamenti della centrale limitati al minimo, senza capire quale sarà il futuro di questa infrastruttura. I residenti che nel 2011 si scaldavano con mezzi di fortuna a causa di blocchi improvvisi del sistema.
E pensare che è dal 2007 che si progetta e si discute indicando nel quartiere Europa un modello di sviluppo eco-sostenibile e ambientalmente corretto.
Parole espresse dal sindaco Cantini che stentano ancora oggi a concretizzarsi.
La centrale immaginiamo funzioni a gas metano, mentre non ci capisce da dove dovrebbe provenire  la massa legnosa che la dovrebbe in parte alimentare.
Un progetto utilizzato da Fidenza per entrare nel patto europeo dei sindaci.
Un altro di quei progetti che si gettano nel business delle biomasse senza capire a fondo di che cosa si tratta. Ancora un esempio di green washing che serve soltanto a farsi belli, senza sostanza alcuna.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 novembre 2012

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Perché


Domenico Finciguerra
http://domenicofiniguerra.it/2012/11/03/perche/

Oltre due anni fa partecipavo all’avvio di un progetto alternativo, ecologista e civico.
Aderivo con entusiasmo ad un’idea nuova, che collimava con la mia convinzione: occorre unire tutte le realtà e i cittadini che vogliono un’altra italia.



Un’idea, un sogno, che affondava la propria forza nell’autonomia politica dai partiti dominanti, a partire da quelli del centrosinistra.
Un’idea che però stride come unghie sulla lavagna se soltanto si immagina di disegnarla con coloro che sono coartefici e corresponsabili del degrado morale, politico, sociale ed ambientale in cui versa il nostro paese.
Io non fonderò mai un partito/movimento, anche solo federato, con soggetti politici che non sono in grado, non possono, non vogliono, dichiarare apertamente che non sono disponibili ad allearsi con il Partito Democratico o ad entrare nelle sue liste. Oppure, con chi se non si alleerà con il PD, sarà solo perchè respinto dal PD stesso.
Io non mi alleerò mai con chi è favorevole al TAV, alla modifica dell’art. 18, all’accordo di Pomigliano, alla riforma Fornero, al DDL che introduce il silenzio assenso per costruire in aree protette, agli inceneritori, al finanziamento di scuole e sanità private, al Fiscal Compact, al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), al mantenimento dei privilegi della casta…

Io non posso costituire un’entità politica con chi prende in considerazione, non esclude ed anzi talvolta pratica, anche a livello soltanto regionale, l’ipotesi di allearsi con chi ha fatto “carne di porco” del territorio, devastando il nostro paesaggio, costruendo o promuovendo autostrade inutili, applaudendo ad eventi come expo 2015, inseguendo il modello di sviluppo che da anni, io, insieme a tanti altri, dichiaro di voler combattere.
Io non posso “sposarmi” con chi vuole lasciare comunque aperta un’ipotesi di alleanza con chi ha preteso ed ha mandato i militari in Val di Susa. Perchè io mi sento addosso la responsabilità di rappresentare chi in quella valle sta subendo l’arroganza peggiore proprio dal Partito Democratico.
Soltanto lasciare sul tavolo una subordinata che preveda di mettere la mia faccia al servizio di quell’alleanza arrugginita e riverniciata che si chiama centrosinistra, sarebbe per me un peccato, un errore, un tradimento. Un tradimento che azzererebbe la mia credibilità guadagnata in anni di vertenze, lotte e pratiche di governo alternative.
Io non sono uscito più di 4 anni fa dal transatlantico del centrosinistra storico con questa dichiarazione, per poi ritrovarmi oggi ad aggirarmi nei suoi paraggi sperando che mi venga lanciata una cima e, magari fingere di provare a nuotare in direzione contraria e opposta solo quando il transatlantico è ormai troppo distante ed irraggiungibile.

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Parma, 8 novembre 2012

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Biorcarburanti, Italia fuorilegge?


I sottoprodotti animali per la produzione di biocarburanti
rispettano la norma europea?

Andrea Zanoni
http://www.andreazanoni.it/

Andrea Zanoni (IdV) presenta un'interrogazione alla Commissione europea per accertare la compatibilità con la normativa europea dell'utilizzo dei prodotti animali vietati di scarto della macellazione e altri materiali organici animali per produrre biocarburanti.



“Troppo spesso per produrre energia si calpesta l'ambiente. Nel caso dei biocarburanti sarebbe un paradosso. Utilizzare i sottoprodotti animali e i prodotti di scarto derivati dalla macellazione per produrre biofuel, con tanto di incentivi statali, è in contrasto con la normativa comunitaria? Quali rischi per l'ambiente deriverebbero dal loro utilizzo per la produzione di biocarburanti?”.
Zanoni, eurodeputato IdV è membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha inviato una interrograzione alla Commissione Europea: “L'esperienza insegna che spesso in Italia scarti e rifiuti vengono utilizzati inappropriatamente per la produzione di energia e in violazione della legislazione ambientale. Invito l'Ue a fare luce su questo dubbio provvedimento del Ministero della Salute della Repubblica Italiana”.

Insiste Zanoni: “Il sospetto è che si ci trovi di fronte ad una mossa per aggirare ogni vincolo tecnico e sanitario sulle modalità di trattamento di questi materiali e l’obbligo di valutazione preventiva dei nuovi metodi di trattamento a cura dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA, solo per produrre biocarburanti vendibile poi sul mercato”.
Per questo Zanoni chiede agli esperti della Commissione europea di verificare la compatibilità della norma italiana con i regolamenti Ue 1069/2009/CE e 142/2011/CE.
L’art. 33 (comma 5-ter) del decreto legislativo italiano n. 28 del 3 marzo 2011 prevede forme di incentivazione per la produzione di biocarburanti a partire anche da prodotti (grassi) derivati da sottoprodotti animali di “categoria 1” (definiti e disciplinati nell’utilizzo e nel trattamento dai regolamenti 1069/2009/CE e 142/2011/CE). Le condizioni previste per ottenere gli incentivi consistono nel rispetto della disciplina Ue su questi materiali e nella qualifica degli stessi quali sottoprodotti “non rifiuti”.
Questa qualifica escluderebbe in realtà questi sottoprodotti animali dall’applicazione della normativa comunitaria che dovrebbe regolarne lo smaltimento, ovvero le condizioni e procedure stabilite per il loro utilizzo energetico nonché dall’applicazione della direttiva comunitaria sull’incenerimento dei rifiuti (direttiva 2000/76/CE), per sottoporli esclusivamente al regime dei combustibili, peraltro paradossalmente quale fonti rinnovabili.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 novembre 2012

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mercoledì 7 novembre 2012

L'acciaio non fa bene ai bambini


Il caso dell'acciaieria di Genova

Federico Valerio (Istituto Tumori Genova)

L'immagine mostra ventiquattro mesi di misure giornaliere di un potente cancerogeno (benzopirene) nell'aria raccolta sul tetto di una abitazione di Genova Cornigliano, con vista sulla acciaieria.



Nei primi dodici mesi, sulla sinistra della figura, la concentrazione giornaliera di benzopirene nell'aria,  durante il campionamento, andava da pochi decimi di nanogrammi per metro cubo (con le abitazioni sempre sopravento alle acciaierie) ad un massimo  di circa 40 nanogrammi per metro cubo, quando le abitazioni si trovavano per molte ore, sottovento all'impianto.
Nei successivi 12 mesi, nella figura a destra, sono riportate le misure ottenute a partire dal 7 febbraio 2002, giorno in cui fu spento l'ultimo forno della cokeria.
Da quel giorno, qualunque fosse la direzione del vento, la concentrazione del benzopirene è rimasta sempre abbondantemente sotto l'obiettivo di qualità dell'aria, pari a 1 nanogrammo per metro cubo.



Case e altoforno acciaieria di Genova Cornigliano
E i bambini con camere con vista altoforno che respiravano quell'aria, come stavano?


L'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST) di Genova ha studiato l'andamento dei ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie dei bambini da 0 a 14 anni che abitavano nelle case più esposte all'inquinamento dell'acciaieria e li ha confrontati con quelli dei bambini che vivevano negli altri quartieri cittadini.
Dal 1997 al 2002, i bambini di Cornigliano, in particolare i maschietti, erano più frequentemente ricoverati in ospedale: da 10 a 25 ricoveri annuali in più, ogni 1000 bambini, con punte di 70 ricoveri ogni 1000 bambini che abitavano a Cornigliano.
E sarà anche un caso, ma nel 2003, spenta la cokeria da un anno, i tassi di ricovero per malattie respiratorie dei bambini di Cornigliano sono stati simili a quelli degli altri loro coetanei genovesi:  bambini, 40 per mille; bambine, 30 per mille.
E a Taranto-Tamburi, ancora con i fumi acciaieria in casa e nelle scuole, come vanno le cose?
I bambini tarantini  come stanno?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 novembre 2012

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martedì 6 novembre 2012

Rifiuti nei cementifici, Clini è Ministro dell'Ambiente o dell'Industria?


Andrea Zanoni

Un decreto stabilisce le condizioni di utilizzo dei combustibili solidi secondari (tra cui rifiuti urbani e loro derivati) nei cementifici. Zanoni (IdV): “Schiaffo alla raccolta differenziata. L'Europa va verso il divieto di incenerimento e l'Italia brucia di tutto nei cementifici”.



“Il decreto che consente di bruciare i rifiuti urbani e loro derivati, che rientrano nei combustibili solidi secondari, all'interno dei cementifici costituisce uno schiaffo alla raccolta differenziata e un incentivo a inquinare ancora di più la nostra aria”.
E' il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento europeo, al decreto approvato dal Consiglio dei Ministri che stabilisce le condizioni di utilizzo dei combustibili solidi secondari, in parziale sostituzione di quelli tradizionali, nei cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale. “In questo modo Clini più che il Ministro dell'Ambiente si conferma quello dell'Industria. Ricordo che al Parlamento europeo il 24 maggio scorso abbiamo approvato la relazione del collega olandese Gerben-Jan Gerbrandy che chiede alla Commissione il divieto di bruciare tutti i rifiuti riciclabili”.
Zanoni: “Al Ministro Clini ricordo che già oggi i cementifici sono autorizzati ad inquinare molto di più degli inceneritori. Concedere adesso a queste strutture di bruciare i rifiuti urbani comporterà una concreta minaccia per la salute in uno Stato membro, l'Italia, già in procedura di infrazione per la violazione della direttiva sulla Qualità dell'Aria (risposta Commissione europea interrogazione di Zanoni)”.

Background.
Il 26 ottobre il Consiglio dei Ministri (n.51 del 26/10/2012) ha approvato in via preliminare, su proposta del Ministro dell'Ambiente e di concerto con quello dello Sviluppo economico, un provvedimento per stabilire le condizioni di utilizzo dei combustibili solidi secondari, in parziale sostituzione di quelli tradizionali, nei cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale.
Il 24 maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la relazione dell'Eurodeputato Gerben-Jan Gerbrandy (olandese e liberal democratico) su “un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse” che invita la Commissione “a razionalizzare la normativa in materia di rifiuti, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere l'obiettivo Rifiuti Zero”.
Per questo il testo “chiede alla Commissione di presentare proposte entro il 2014 allo scopo di introdurre gradualmente un divieto generale dello smaltimento in discarica a livello europeo e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l'incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili”.
Il 19 dicembre 2011 Zanoni ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea per chiedere all'Ue di abbassare i limiti di emissioni dei cementifici che immettono in atmosfera quantità enormi di inquinanti e per i quali oggi esistono limiti addirittura più permissivi che per gli inceneritori. Zanoni chiede alla Commissione di rivedere i limiti previsti dalla direttiva IPPC (2008/1/CE) nell’ordine di polveri totali 30 mg/Nm3, biossido di zolfo 600 mg/Nm3 e ossido di azoto 1.800 mg /Nm3. Si tratta di limiti ben più alti rispetto ai già nocivi ed altamente inquinanti inceneritori.
Il 30 agosto scorso Zanoni ha presentato un'altra interrogazione alla Commissione europea per chiedere di avviare verifiche sulla compatibilità dell’utilizzo di questi cementi nella costruzione di ambienti di vita e lavoro per garantire la massima tutela della salute umana. Tra il materiale incenerito per produrre energia, troviamo rifiuti come quelli urbani, farine e grassi animali, plastiche, gomme, pneumatici usati, fanghi da depurazione e rifiuti pericolosi come oli usati, emulsioni oleose, solventi non clorurati. Una volta inceneriti, finiscono nell’impasto finale del cemento.

Pdf, il Partito Del forno


E' nato il Partito Del forno: fiocco nero per l'ambiente

Il Pd sbatte la porta in faccia all'Idv ed in regione boccia l'emendamento che l'Italia dei Valori aveva proposto all'aula per studiare alternative all'inceneritore di Parma.
Sull'Emilia Romagna spira il vento degli inceneritoristi, che hanno nel Pdf, il partito del forno, l'evoluzione locale dei democratici, l'alfiere bianco pronto ad ogni battaglia pur di purificare il mondo attraverso il sacro fuoco.



Ci aveva provato l'assessore Freda, qualche settimana fa, ad indicare la via dell'Europa, che individua nel 2020 l'ultima data utile per inceneritore materiali nobili come plastica, carta e organico.
Poi il dietro front dal comando supremo, per recepire gli ordini delle multiutilities dei rifiuti, visto che sono loro oggi a dettar legge alla politica, dall'alto delle loro nomine e poltrone stellari, con dividendi utili ai bilanci degli enti locali, soci e clienti al tempo stesso.

Nell'emendamento l'Idv non aveva lasciato grossi margini all'immaginazione, sostienendo che il progetto dell'inceneritore di Parma “pone rilevanti problematiche sotto i profili economico, agroalimentare, dell'impatto ambientale e della salute dei cittadini, anche in considerazione del fatto che le emissioni provocate dall'impianto potrebbero aumentare il valore delle polveri”.
Senza lasciare da parte i guai in corso e la rivolta dei cittadini. Scrive l'Idv: “Oltre ai procedimenti giudiziari, la vicenda del termovalorizzatore di Parma è stata oggetto anche di censure da cittadini e associazioni e diverse istituzioni nazionali e comunitarie sollevano dubbi di legittimità in ordine alla procedura di affidamento diretto dei lavori a Iren”.
Troppa chiarezza spaventa il Pdf, che con i forni sembra aver stretto un patto con il diavolo che non ha margini di cedimento.
Ora attendiamo gli sviluppi dello scontro intestino al centrosinistra, con Idv che ha preso le difese dell'alternativa all'inceneritore mentre l'alleato Pd rimano arroccato sulle sue posizioni.
Vincerà la solita politica della calda poltrona, del comodo e sicuro focolare?
Molto probabilmente sì, la posizione dell'Idv ha accompagnato a Parma la nascita dell'inceneritore e la presenza nella giunta bernazzoliana di un loro assessore non ha causato alcun problema all'iter di autorizzazione e all'accompagnamento amoroso del progetto da parte del centrosinistra, che guida la Provincia di Parma ormai in via di liquidazione.
Ancora un mese e svaniranno le poltrone di piazzale della Pace, tra le quali spicca quella dell'assessore Castellani, per il quale dai camini degli inceneritori non esce diossina per grazia divina, e tra le quali troviamo anche quella del rappresentante locale Idv.
Estinzioni ormai irreversibili, mentre svetta il camino sull'autostrada del Sole.
Il nuovo logo del Pdf.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 novembre 2012

Sono passati
34
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
74
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890
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184
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
169
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore

Laterlite, l'ambiente, la salute


Sabato 20 ottobre Laterlite ha illustrato sulla Gazzetta di Parma la propria attività, proponendosi come società sensibile ai temi ambientali e con un irrilevante impatto sul territorio.
Oggi sarebbe davvero difficile autorizzare un impianto privato di co-incenerimento di rifiuti pericolosi, tenendo conto del principio di precauzione, del buon senso e della legge, che impone una distanza minima di 500 metri dal primo centro abitato, regola che ci illumina sul potenziale impatto di impianti insalubri di prima classe come è quello di Laterlite.



Il comitato Rubbiano per la vita non ha mai negato la legittimità di un’attività  privata, autorizzata al coincenerimento di 65000 tonnellate all'anno di rifiuti pericolosi nell’ambito della propria attività, ma desidera dare voce ai cittadini che pongono domande sul potenziale impatto ambientale e quindi sanitario, data la quantità delle emissioni inquinanti, ancorché normate dalla legge vigente. Purtroppo gli annunci dell’azienda non contribuiscono a rasserenare e tranquillizzare le persone che vivono nei pressi di tale realtà, un territorio, ricordiamolo, fortemente antropizzato, di grande pregio naturalistico, situato al centro della food valley.

Il comitato da sempre vuole essere attento alle criticità ambientali con particolare attenzione alle possibili conseguenze sulla salute umana e per questo si muove su tre obiettivi principali:
1) La riduzione degli inquinanti immessi in atmosfera, che come prescrive Aia (Autorizzazione Integrata Ambiente), devono diminuire; 2) L'integrazione, intensificazione e trasparenza dei controlli eseguiti da Arpa, organo preposto; 3) L'informazione puntuale sull’autorizzazione e sui dati forniti.
Ci pare doveroso entrare nel merito delle questioni, per dare il nostro contributo.
Ci poniamo alcune domande.
Laterlite è in grado di garantire che le sostanze inquinanti che immette in atmosfera, ancorché sotto la soglia di legge, non abbiano un impatto ambientale e quindi sanitario, così come l’estrema positività al test sulla mutagenesi di tutto ciò che esce dal camino?
Perché la diossina immessa in atmosfera negli ultimi 5 anni, si è moltiplicata 50 volte, attestandosi agli 0,5 grammi del 2011, travisando lo spirito dell’Aia?
Perché il valore degli ossidi di azoto Nox (pericoloso inquinante) è pubblicato ridotto di circa il 50% rispetto ai valori realmente emessi, in contrasto col principio di trasparenza?
Perché ai cittadini non è consentito partecipare alla conferenza dei servizi, momento decisionale molto importante in cui si possono modificare le caratteristiche di questi impianti?
In mancanza di risposte esaurienti e definitive,  non ci pare che identificarsi, come fa Laterlite,  come una azienda leader nel proprio settore ci metta al riparo dalle possibili conseguenze provocate sull'ambiente.
Il comitato si è fatto promotore di alcune analisi su matrici ambientali che, senza accusare nessuno, tanto meno Laterlite, hanno evidenziato uno stato di salute del territorio in cui viviamo perlomeno critico.
Per questo motivo i nostri sforzi si moltiplicheranno per raggiungere gli obiettivi individuati.
Una riflessione particolare crediamo vada fatta su come si liquida, forse in modo frettoloso, il potenziale impatto ambientale, insistendo sul fatto che le emissioni sono a norma di legge e certificate dai controlli dell’ente preposto.
Ricordiamo che nemmeno i camini dell’Ilva di Taranto presentano valori emissivi fuori legge, ma si ritiene ora che l’accumulo nel tempo abbia provocato le gravi conseguenze che sono agli onori della cronaca in questi giorni, considerazione che ci spinge a consigliare a tutti la massima prudenza.
Altra doverosa precisazione riguarda i rifiuti pericolosi trattati  a Rubbiano, diversamente da quanto riportato dall’azienda, destano in noi preoccupazione. Nel  2010, sono state trattate,  tra l’altro, emulsioni per circuiti idraulici, codice CER 130105, emulsioni oleose, codice CER 130507, emulsioni per macchinari, codice CER 120109,  rifiuti pericolosi, che apparentemente non sembrano avere caratteristiche tali da poter sostituire il gas metano, in quanto a potere calorico come prescrive  l’Aia vigente.
Dalle considerazioni espresse dall’amministratore delegato apprendiamo che il mercato ha subito una forte contrazione valutata in un calo del 50%  dal 2007, cui però non ha corrisposto un dimezzamento dei rifiuti pericolosi trattati che sono utilizzati da allora in quantità  invariata.
Se l’utilizzo dei rifiuti pericolosi è strettamente legato alla produzione, non si comprende come a un calo di produttività non sia seguito un corrispondente calo dei rifiuti utilizzati.
Il comitato intende proporre questi e altri argomenti di discussione che ritiene meritevoli di attenzione e approfondimento, nella sede legittima che è l’Osservatorio Ambientale, che il 4 luglio scorso vide con unanimità di consensi la sua rinascita.
Purtroppo ad oggi non è stato ancora convocato.
Non vi è alcuna intenzione persecutoria né diffamatoria da parte del Comitato Rubbiano per la Vita nei confronti di Laterlite.
Riteniamo invece che si stia aprendo solo ora un legittimo dibattito sulla gestione del territorio, che democraticamente riguarda tutte le sue componenti, ma soprattutto i cittadini che su quel territorio ci vivono con le proprie famiglie ed hanno il diritto di essere informati e di conoscere nella massima trasparenza, tutte le scelte strategiche che riguardano grandi impianti industriali come Laterlite.

Comitato Rubbiano per la Vita


domenica 4 novembre 2012

Modello di città


La Parma che conosciamo oggi non ci piace.
Ogni anno si sprecano gli sforamenti dei limiti di Pm10 e indossiamo la maglia nera delle peggiori metropoli del Nord.
Inquinamento significa malattia, un dato di fatto che pare non scuotere i cittadini, troppo impegnati a sbarcare il lunario in questi anni di crisi nera, quasi come l'aria che respiriamo.
Migliorare l'ambiente potrebbe invece essere un autentico volano per l'economia.
A cominciare dal risparmio energetico, la miglior forma di energia possibile.



Case colabrodo, temperature in uffici e banche da Tropici, sistemi di illuminazione ancora inefficienti.
Il diario dei possibili campi di azione è davvero ricco di spunti ed ogni giorno si potrebbe indicare una strategia che incrementi efficienza e gestione oculata delle risorse.
Anche l'inceneritore è un calderone che spreca energia, invece che recuperarla.
Distrugge materie che potrebbero essere recuperate, invece che mantenere intatti i materiali che hanno già in sé un valore derivato dai costi di produzione e dalle materie prime utilizzate durante i processi di sviluppo della merce.

Ma una città è fatta anche di movimenti, migliaia di persone che ogni giorno si spostano disegnando un labirinto di emissioni inquinanti, lasciando traccia nei nostri polmoni dei ghirigori tracciati nel corso della giornata.
Bisogna eliminare le tracce inutili e rimpiazzabili.
Così crediamo vada nella giusta direzione la campagna di iniziative del comune di Parma che va nella direzione di limitare le fonti inquinanti.
Ridurre il più possibile le emissioni dai camini delle case e dei condomini (ore inferiori, ma speriamo anche verifica della qualità delle emissioni stesse), ridurre la pressione delle auto sul centro città con giornate di stop, chiudere le porte dei negozi per evitare spargimenti inutili di calore, potenziamento del servizio di bus urbani in partenza dai parcheggi scambiatori.
La città dovrebbe diventare una ragnatela di autobus, linee puntuali su cui si possa fare affidamento per arrivare a destinazione nei tempi previsti.
La città dovrebbe allontanare anche le auto di chi arriva da fuori, fornendo la possibilità di navette su ferro che, dalla periferia della nostra provincia, giungano in città e ai posti di lavoro per poi riportare le persone ai loro domicili.
Avviare un capillare controllo di tutti i mezzi inquinanti in circolazione, partendo dai mezzi più pesanti (autobus, autocarri, furgoni) per poi passare alle auto private.
Introdurre, anche in una fase sperimentale, l'ecotassa per accedere al centro, in modo da favorire l'utilizzo dei mezzi pubblici che, come detto, debbono raggiungere efficienza e frequenze corrispondenti alle esigenze dei cittadini.
Se intendiamo porre la salute dei cittadini davanti a tutto il resto dobbiamo cambiare mentalità e progettare tutto con questa ottica.
Come impedire ulteriore consumo di suolo per non incrementare la cementificazione.
Come avviare una campagna di sostegno e informazione per la riduzione degli sprechi energetici degli edifici, per dare modo ai cittadini di avvicinarsi al tema e mettere in cantiere le opere necessarie, che alla fine riportano a casa in breve tempo l'investimento.
Il cambiamento è necessario.
Non possiamo più accettare di vivere in una camera a gas.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 novembre 2012

Sono passati
32
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
72
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
888
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
182
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
167
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore