Il Sindaco Pizzarotti: “La battaglia
per un più efficiente programma di smaltimento rifiuti deve essere
combattuta a livello culturale”
Hanno destato interesse, anche a
livello nazionale, le procedure di accensione dell’Inceneritore. A
tal proposito l’Amministrazione ha voluto rendere noto quelli che
sono stati i passaggi storico-politici della vicenda, cominciata nel
marzo 2005, all’indomani dell’approvazione del nuovo Piano
Provinciale per la gestione dei rifiuti.
“La battaglia per un nuovo e più efficiente programma di
smaltimento deve essere combattuta prima di tutto a livello culturale
– ha affermato in merito il Sindaco Pizzarotti -, ma non può
prescindere dai poteri oggettivi di cui un’Amministrazione si serve
per fermare quest’impianto”. Ad oggi il Comune non ha strumenti
legali per chiuderlo senza incorrere in pesanti danni economici che
comprometterebbero la stabilità delle casse comunali. Il Sindaco di
Parma, in quanto massima autorità sanitaria, ha invece la
possibilità di fermare immediatamente il funzionamento
dell'Inceneritore se questo dovesse sforare i limiti di emissioni
previsti. “E' per questo – afferma Pizzarotti - che manterremo un
serrato controllo di garanzia sull’impianto, al fine di
salvaguardare i cittadini dal punto di vista sanitario. Installeremo
inoltre un pannello nei pressi del Duc che renderà pubbliche le
emissioni dell’Inceneritore”. Con trasparenza e buona fede, la
Giunta ha inteso comunicare alla cittadinanza il lavoro sin qui
svolto: “La politica dei rifiuti zero non si è fermata e
soprattutto non si fermerà proprio ora – ha concluso Pizzarotti -.
Durante l’arco del nostro mandato porteremo avanti con convinzione
quelli che sono sempre stati i nostri ideali. Se anche le altre parti
politiche avverse all’Inceneritore si unissero alla battaglia,
dimostrando condivisione reale del progetto, allora Parma potrebbe
davvero raggiungere un importante risultato”. Il Sindaco ha poi
concluso: “Oggi il dibattito politico sull’Inceneritore ha
bisogno di evolversi e smetterla di stagnare su quello che è stato
detto in campagna elettorale. Purtroppo partiti e movimenti civici
sono rimasti col pensiero a maggio, quando adesso c’è bisogno di
parlare di futuro: pur importante che sia la lotta, non rappresenta
comunque l’unico punto del nostro programma”.
Fin dal suo insediamento nel giugno
2012, la Giunta Pizzarotti ha contrastato l'apertura dell’impianto,
classificato come opera privata di rilevanza pubblica, voluto dalla
precedente amministrazione di centro-destra, in comune accordo con
l'attuale giunta provinciale di centro-sinistra.
Subentrata la nuova Giunta, la fase di
avanzamento lavori era circa al 70%, con Iren determinata a
continuare il processo di costruzione. Nonostante questo sono stati
incaricati consulenti tecnici e legali per controllare che non ci
fossero profili di illegalità nell'iter autorizzativo, segnalando
prontamente all'autorità giudiziaria ogni fatto rilevante
riscontrato.
Grazie anche a questo contributo, nel
settembre 2012 la stessa Autorità Giudiziaria ha richiesto il
sequestro dell'impianto per fatti legati ad abuso d'ufficio, mancata
gara pubblica e corruzione.
In questi mesi si è intrapreso un
percorso alternativo all’incenerimento, nonostante non pochi
ostacoli siano subentrati lungo il cammino.
È stato commissionato a Conai uno
studio di fattibilità sull'estensione della raccolta differenziata
porta a porta su tutta la città; il sistema è stato introdotto in
centro storico nel novembre del 2012, raggiungendo in poche settimane
il 70% della differenziata. Il piano prevede di raggiungere l’85%
dei cittadini nel corso del 2013, ponendosi l’obiettivo di passare
dal 50% al 75% di raccolta differenziata entro la fine del 2014, con
tariffa puntuale.
È stata vagliata l'ipotesi della
dismissione e della riconversione dell’Inceneritore avanzata da una
società olandese, ma da parte di Iren non c’è stata la
disponibilità per un tavolo di lavoro congiunto.
Grazie al lavoro di legali e tecnici si
è giunti a conoscenza del fatto che la convenzione per l'affidamento
della gestione dei rifiuti sarebbe scaduta nell'ottobre del 2012
anziché nel dicembre 2014. L’intervento ha permesso di iniziare le
procedure per una nuova gara d’appalto.
È stato lanciato un bando per una
manifestazione di interesse per un sistema di trattamento a freddo
dei rifiuti, il quale prevede costi di gestione inferiori rispetto al
sistema attuale (a caldo). Le proposte arrivate sono per ora due, ed
entro fine marzo verranno vagliate.
È stato richiesto l’ingresso di un
membro del Comune di Parma nella commissione di collaudo, composta
esclusivamente da soggetti nominati dalla Provincia e da Iren, con un
evidente sbilanciamento a sfavore del Comune – il quale ospita
l'impianto -. La Giunta provinciale sì è opposta adducendo
motivazioni puramente formali.
Sono state chieste le dimissioni del
Vicepresidente di Iren, espressione politica della precedente Giunta,
e solo la magistratura ha permesso di procedere alle nomine di
persone competenti e di fiducia, arrestando lo scorso gennaio per
corruzione proprio il Vice Presidente della società Luigi Giuseppe
Villani.
Il Comune sì è costituito in giudizio
(che arriverà in Cassazione), mentre il gruppo consigliare del
Movimento 5 Stelle promuoverà una Commissione di inchiesta chiamata
a far luce su atti che avrebbero coinvolto funzionari, dirigenti ed
amministratori del Comune.
Attualmente siamo in una fase di
pre-avvio e prima della messa in funzione dovranno essere
obbligatoriamente espletate tutte le 57 prescrizioni concordate
all'inizio dell'iter dalla conferenza dei servizi, senza le quali
l’impianto non potrà partire. Per rafforzare l'attività di
controllo è stato incaricato Marco Caldiroli, già consulente per
altri enti in casi simili (inceneritori Acerra, Trezzo, Forlì,
etc).
Come già specificato, il Sindaco di
Parma, in quanto massima autorità sanitaria, ha la possibilità di
fermare immediatamente il funzionamento dell'impianto se questo
dovesse sforare i limiti di emissioni previsti durante l’esercizio.
Di seguito le tappe cronologiche ed il
dettaglio della vicenda.
2005 – IL PPGR, NASCE L’IPOTESI
DELL’INCENERITORE
Nel marzo del 2005 viene approvato
dalla Provincia il piano provinciale per la gestione dei rifiuti
(PPGR). Nelle conclusioni si dice che il territorio necessita di un
impianto di trattamento a caldo del rifiuto urbano residuo della
capacità di 65mila tonnellate.
Nel piano provinciale è anche indicata
la previsione di una discarica da 30mila tonnellate annue per
accogliere le ceneri di scarto dell'inceneritore, discarica a
tutt'oggi non individuata.
Nessun indirizzo per valutare altri
metodi di gestione dei rifiuti, sistemi a freddo che oggi stanno
sostituendo l'incenerimento, permettendo sia un impatto ambientale
inferiore che il recupero di materiali che andrebbero altrimenti
perduti.
2006 – IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO
COMUNALE DI PARMA
Nel marzo del 2006 il consiglio
comunale delibera con 27 voti favorevoli su 29 l'accordo con la
multiutility Enia per collocare l'inceneritore a Ugozzolo.
L'accordo
con il Comune prevede che lo stesso provveda alla variazione
urbanistica dell'area individuata allo Spip, una zona al momento
agricola a nord della città, ma a 4 km in linea d'aria da Piazza
Duomo.
L’accordo viene portato avanti senza condivisione
pubblica con i cittadini, i quali si uniscono in un Comitato di
protesta in difesa dell’ambiente e della qualità dell’aria di
Parma.
2009 – LE PRIME PROTESTE
Vengono
organizzate manifestazioni, fiaccolate, serate di studio sulle
alternative all'incenerimento.
Parma ospita i migliori esponenti
italiani e mondiali della tecniche di corretta gestione dei rifiuti,
ma anche medici di fama che affermano quanto sia pericoloso
incenerire rifiuti.
L'ordine dei medici dell'Emilia Romagna
chiede la moratoria sui nuovi impianti, ma Bersani, allora Ministro
dell'Industria, li taccia di allarmismo.
Il WWF si oppone alla Via con un
appello al Capo dello Stato, poi girato al Tar e infine respinto.
2011 – TAR BLOCCA I LAVORI
Nel giugno del 2011 i due avvocati
Pietro De Angelis e Arrigo Allegri depositano un esposto alla procura
e l'associazione Gestione Corretta Rifiuti segnala all'ufficio abusi
edilizi del Comune di Parma. Il cantiere non ha il permesso a
costruire.
Il controllo negli uffici non fa
emergere alcun titolo edilizio riguardante il cantiere e il 1°
luglio, per abuso edilizio, viene decretato lo stop del cantiere.
Il provvedimento di sospensione viene
impugnato da Iren davanti al Tar.
Settembre 2011 – PD E PDL NEGANO IL
REFERENDUM SULL’INCENERITORE
I parmigiani raccolgono migliaia di
firme e chiedono la possibilità di decidere tramite referendum
abrogativo la non apertura dell’inceneritore. All’unanimità, la
conferenza dei capigruppo nella sua funzione di Commissione Affari
Istituzionali del Comune di Parma – destra e sinistra in Consiglio
- nega loro la possibilità: il referendum violerebbe l’art. 54
comma 5 dello Statuto comunale, cioè non “risponde ai criteri di
chiarezza” richiesti dal suddetto articolo.
Maggio 2012, il Movimento 5 Stelle
vince le elezioni Comunali
Luglio 2012 – LA GIUNTA 5 STELLE
INCARICA L’ING. PAOLO RABITTI
Il Comune affida un incarico all’ing.
Paolo Rabitti (già consulente di diverse procure su processi legati
a disastri ambientali), per un’attenta verifica sulla
documentazione del Paip (Polo Ambientale Integrato, di cui ne è
parte l’Inceneritore), al fine di verificare eventuali anomalie e
irregolarità sulla procedura di costruzione dell’Inceneritore.
La Giunta richiede più volte alla
Provincia un incontro per rivedere completamente il Piano Provinciale
di Gestione Rifiuti. La proposta viene negata nonostante il parere
favorevole della Regione.
Luglio 2012 – DIMISSIONE E
RICONVERSIONE, LA PROPOSTA OLANDESE
La soluzione prospettata circa
2 anni prima da van Gansewinkel, di una possibile riconversione
dell’impianto con la vendita dei componenti già installati, era
stata proposta nel giugno 2010 alla precedente Amministrazione
Comunale, e prevedeva la formazione di un gruppo di lavoro di
tecnici, funzionari amministrativi di comune e Iren che si recasse in
Olanda per approfondirne la fattibilità. I noti fatti giudiziari che
hanno colpito la giunta Vignali avevano poi di fatto reso impossibile
proseguire su questa strada.
Il programma è stato riproposto
dall’attuale Amministrazione, ma nell’occasione è stata negata
da Iren ogni tipo di collaborazione fattiva sull’accordo.
Luglio 2012 – RICHIESTA DI DIMISSIONI
DEL VICE-PRESIDENTE DI IREN
L’Amministrazione chiede formalmente
le dimissioni del Vice Presidente Iren in quota Pdl, Luigi Giuseppe
Villani, nominato dalla giunta Vignali, poiché non sussistono
presupposti di fiducia nei confronti dell’attuale Amministrazione,
fondamentali per portare avanti rapporti di collaborazione con la
società. Villani verrà poi arrestato a metà gennaio con l’accusa
di corruzione e peculato.
Settembre 2012 – STUDIO DI
FATTIBILITA’ AL CONAI
Parallelamente non si ferma il programma
ambientale di rifiuti zero dell’Amministrazione: viene
commissionato al Conai (Consorzio Nazionale per gli Imballaggi) uno
studio di fattibilità per estensione di raccolta Porta a Porta su
tutto il perimetro cittadino, ponendosi l’obiettivo di passare dal
50% al 75% di raccolta differenziata entro la fine del 2014.
Contestualmente parte la Raccolta differenziata in Centro Storico,
raggiungendo in poche settimane la percentuale di Raccolta del 70%.
Settembre 2012 – RICORSO AL TAR,
SPARISCONO ALCUNE PAGINE DALLA MEMORIA DIFENSIVA
Nel giugno 2011
due avvocati parmigiani depositano un esposto in Procura per un
presunto abuso edilizio consumatosi con la costruzione
dell’Inceneritore. La Giunta Vignali chiede la sospensione dei
lavori di costruzione e deposita una memoria difensiva che rafforza
la tesi dell’esposto, ma a gennaio 2012 il Tar rigetta le accuse
avanzate. Otto mesi dopo la Procura di Parma denuncia una sospetta
scomparsa di quattro pagine dalla memoria difensiva depositata al
Tar: in quelle pagine, secondo la Procura, si metteva in discussione
proprio la gara d’appalto.
Ottobre 2012 – AVVISO ESPLORATIVO PER
TRATTAMENTO A FREDDO DEI RIFIUTI
Parallelamente al lavoro della Procura,
continua l’impegno dell’Amministrazione: la Giunta Pizzarotti
lancia un avviso esplorativo per una Manifestazione di Interesse
destinato alla Fabbrica dei Materiali sul modello attuato dalla
Provincia di Reggio. Si tratta di un sistema Meccanico Biologico di
rifiuti che riduce al minimo lo smaltimento, massimizzando il
recupero del materiale.
Ottobre 2012 – COMMISSIONE COLLAUDO
INCENERITORE: AL COMUNE NEGATA POSSIBILITA’ DI INSERIRE UN SUO
MEMBRO
La Commissione Collaudo è un organo atto a controllare in
corso d’opera le prescrizioni ambientali del Paip (Polo Ambientale
Integrato, di cui ne è parte l’Inceneritore). I membri sono
nominati dalla Provincia e da Iren. La Giunta propone di inserire un
membro nominato dal Comune. La Provincia rifiuta la proposta.
Novembre 2012 – PARTE LA RACCOLTA
PORTA A PORTA NEL CENTRO STORICO
Vengono rimossi i cassonetti ed
introdotta la raccolta dell’organico e grazie alla collaborazione
dei cittadini in poche settimane vengono raggiunti obiettivi di
eccellenza per la diminuzione del rifiuto residuo da inviare a
smaltimento. Da una percentuale inferiore al 50% si raggiunge il 70%
dopo sole 3 settimane dall’avvio.
Fondamentale è stata l’opera di
comunicazione attraverso un punto informativo istituito in zona
centrale: più di 1700 sono stati gli accessi da fine ottobre 2012 ad
oggi.
Gennaio 2013 – DIMISSIONI
DELL’ATTUALE VERTICE IREN
L’inchiesta Public Money porta alle
dimissioni del Vice Presidente di Iren e del Presidente di Iren
Emilia, permettendo al Comune di nominare Lorenzo Bagnacani - esperto
in energie rinnovabili – e di indicare Raphael Rossi - esperto in
raccolte differenziate - ai vertici della società, in rappresentanza
degli interessi dei cittadini.
Febbraio 2013 – SI DIMETTE UN MEMBRO
DEL COMITATO TECNICO AMMINISTRATIVO
Tramite una lettera diventata di
dominio pubblico, un membro del Comitato Tecnico Amministrativo
relativo all’impianto Paip si dimette dall’incarico. Tra le
motivazioni addotte vi è anche la fretta di accendere
l’Inceneritore: “L’impianto è pronto, ma per disattenzione le
prescrizioni non sono rispettate e non può partire a meno di
deroghe”.