sabato 30 luglio 2011

Il bene dei cittadini è non fare l'inceneritore

Il segretario provinciale del Pd Roberto Garbi è intervenuto oggi nella querelle inceneritore, affermando, per la parte che interessa a noi, due sonore bugie.
La prima.
Il bene comune della città, ci fa intendere Garbi, è costruire l'inceneritore.
E' l'esatto contrario, costruirlo è voler male a Parma.
Sotto tutti i punti di vista.



Quello sanitario. Impianti insalubri di classe prima che per legge non si possono costruire in zone caratterizzate per tipicità dei prodotti agricoli, gli inceneritori sono responsabili dell'emissione in atmosfera di una miriade di veleni, tra cui le famigerate diossine. Lo studio Moniter della regione Emilia Romagna ha fatto emergere parti pre-termine tra le mamme residenti nei pressi degli impianti. Parti pre-termine che aumentano all'aumentare dell'espozione agli inquinanti emessi. Le analisi sul latte materno fanno emergere tassi elevatissimi di diossina in coloro che abitano vicino agli inceneritori. A Pietrasanta, ad esempio, l'inceneritore è sotto sequestro per aver inquinato due torrenti che sfociano pochi chilometri dopo sulla spiaggia della Versilia con metalli pesanti e diossine.
Quello economico. L'inceneritore costerà oltre 300 milioni di euro che saranno spalmati sulle bollette dei cittadini. Senza i certificati verdi gli inceneritori non stanno in piedi economicamente perché troppo costosi da costruire e da mantenere.
Quello strategico. Un inceneritore di fianco alla Barilla, nel cuore della food valley è un controsenso nei termini, un suicidio di marketing enorme, un autogol da guinnes dei primati.
La seconda bugia.
Non ci sono alternative.
Il nostro piano alternativo è stato depositato negli uffici di Provincia e Comune nel giugno del 2010.
I tecnici della Provincia hanno affermato che le cifre stavano in piedi ed erano solo troppo “avanti” con le previsioni di raccolta differenziata ( troppo avanti noi, o troppo lenti loro? ).
Quindi smettiamola di nasconderci dietro all'impossibilità di fare altrimenti.
A Montebelluna (TV), Laura Puppato, esponente di spicco del PD, ha vinto le elezioni comunali sconfiggendo l'inceneritore, definito mostro ecologico, sposando le alternative.
In Toscana la Versilia (Pd) ha varato un piano di gestione senza inceneritore.
A Reggio Emilia (Pd) hanno definito in questi giorni il futuro del territorio senza inceneritore.
Vogliamo essere generosi: aggiungiamo altre due bugie.
La terza.
Termovalorizzatore è un termine che non esiste ne nella legislazione italiana, ne' in quella europea ed è stato coniato dai costruttori per indorare la pillola. Termovalorizzatore richiama la valorizzazione (ridicola, vedi la termodinamica) del calore della combustione (termo). Inceneritore richiama la cenere e nessuno lo vorrebbe.
La quarta.
Affermare che la Provincia in questa vicenda abbia tenuto un comportamento serio e concreto ci sembra davvero difficile da sostenere. Dal progetto affidato direttamente a Iren senza gara, impedendo quindi la concorrenza e la verifica della miglior proposta, alla mancanza del titolo edilizio che ancora non fa scattare alcuna verifica in seno agli uffici provinciali, nonostante gli alti proclami del Presidente Bernazzoli, all'autorizzazione di un forno doppio rispetto alle esigenze della città, dove già in questo 2011 emergeranno i dati non corretti del suo dimensionamento, a fronte del forte incremento della raccolta differenziata.
Sul multiruolo di Villani Garbi arriva anche tardi, visto che noi segnalammo la questione già nel febbraio scorso: http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=612

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 luglio 2011

+29 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+425 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

27 luglio, il vuoto in regione ER

Il 27 luglio sarà ricordato come un'altra storica giornata per Parma e il suo futuro.
In regione si è votata la risoluzione del Movimento 5 Stelle, preparata molti mesi prima, sul tema dei rifiuti e dell'inceneritore di Parma.
Esperti di livello nazionale ed europeo avevano steso una proposta di azione che toccava diversi aspetti della gestione dei rifiuti, rimarcando la necessità anche per Parma di raggiungere il 65% di raccolta differenziata, come indicato dalle norme europee e nazionali, abbandonando al contempo il progetto dell'inceneritore.
Per noi un documento condivisibile al mille per cento, per il quale ringraziare i grillini Favia e De Franceschi.


Giovanni Favia, consigliere regionale M5S

La sessione del consiglio è andata in diretta sul sito della regione, e chi ha avuto la fortuna di assistervi ha avuto modo di comporre un quadro desolante delle nostre forze politiche.
In un’aula semi deserta Giovanni Favia ha esposto le ragioni di una scelta moderna, diversa e più virtuosa, rispetto a quella obsoleta di un inceneritore.
Attorno a lui chiacchiericcio e risate, consiglieri che organizzavano le loro cose per lasciare l'aula, ma di attenzione alle parole del collega, nessuna. Quei pochi rappresentanti dei cittadini presenti erano in altre faccende affaccendati. Forse già fiutando l’aria di vacanza, si scambiavano indirizzi e suggerimenti, tutto, insomma, tranne che prestare attenzione ad un argomento così importante, che riguarda la salute dei propri amministrati e, ironia della sorte, anche di loro stessi, come quello dei rifiuti e della loro gestione.
La maggior parte dei consiglieri di Parma non erano nemmeno presenti, forse fuggiti via per non dover dire un giorno, che avevano votato contro.
Tanti Ponzio Pilato, che si lavano le mani senza proferire parola.
Nessun intervento, nessuna richiesta di spiegazioni, nessuna presa di posizione.
Uno spettacolo deprimente.
L'astensione è giunta da PDL, Lega Nord, IDV, UdC, Sel.
Tutto il PD, compatto e serrato, ha votato contro.
Il PD non afferma a livello nazionale che bisogna seguire le buone pratiche e differenziare e recuperare il più possibile?
Coloro che votano PD sanno come si comporta il partito nel momento delle scelte?
L’ascolto ai cittadini, enfatizzato da Bersani quella stessa sera in piazza Garibaldi, dov'è finito?
Siamo sconcertati.
Ci saremmo aspettati un briciolo di attenzione, invece il nulla più deprimente ha prevalso.
Quando i cittadini si sveglieranno dal torpore ed inizieranno a chiedere coerenza a chi hanno votato?
Quando si leggeranno per bene i programmi presentati in periodo elettorale e li conserveranno nel cassetto per confrontarli poi con le azioni concrete durante il corso del mandato?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 luglio 2011

+29 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+425 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 29 luglio 2011

Compagno Segretario, può ripetere?

La generosità di Bonaccini, la durezza di comprendonio di Gcr

Nella cronaca del Bersani Day, a cui la nostra associazione ha partecipato con una nutrita schiera di bandierati “No Ince” in religioso silenzio, abbiamo riportato anche il confronto con il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini, che in un dialogo serrato con alcuni dei nostri ci aveva chiesto spiegazioni sul mancato comunicato in cui chiedere le dimissioni di Vignali.



Un episodio tra l'altro riportato a chiare lettere dal quotidiano di Parma La Sera, che certo non brilla per posizioni di destra e per fortuna oggi gli dedica un'intervista dai toni entusiasti.
Il segretario pidino, modenese, passione per il cinema, era stato chiamato ieri da alcuni media, proprio per spiegare meglio le sue affermazioni, ma qualcosa deve essere andato storto.
Bonaccini ci ha telefonato tre volte, inchiodandoci in una conversazione, quasi a senso unico, che si è a lungo protratta. Prima con la segreteria, che non essendo a Parma non poteva conoscere, ahimè, cosa fosse successo in piazza, poi con il presidente e, non soddisfatto ancora, con un consigliere.
Non ce ne voglia il segretario, ma non abbiamo capito, nonostante il fiume di parole, quale fosse il motivo del contendere.
Ci è stato spiegato che la sua presenza non era ufficiale, che non si trattava di un incontro annunciato, ne di un dibattito, ne di alcunché se non la sua voglia di parlare con la gente.
E questo ci ha fatto piacere, visto che siamo abituati, ahimè, ai silenzi stampa di piazzale della Pace.
Quello che non abbiamo proprio capito è le rimostranze cui faceva riferimento.
Siamo un po' duri di comprendonio.
Non abbiamo scritto il falso, e ci siamo subito messi a disposizione per pubblicare smentite, se il caso era quello, in molte persone hanno ascoltato il dialogo intercorso, le frasi dette, i concetti espressi, quindi possiamo ben dire che il fraseggio era a disposizione di chi fosse nei pressi.
Ma noi, a quanto pare, non dovevamo permetterci di scriverlo, lui era in incognito, con la mascherina.
Non sappiamo quali reazioni il Pd abbia mostrato una volta letti i giornali del mattino, certo è difficile credere che si siano sprecati i complimenti per le uscite del segretario regionale, imbucatosi fra il popolo di Parma per assaggiare gli umori della base.
Ribadiamo al compagno segretario la nostra assoluta disponibilità al dialogo, lo invitiamo ad un confronto pubblico ufficiale, che certo sarà utile a scambiarci con la dovuta calma le proprie opinioni in merito al bel “coso” che il Pd sta sostenendo come utile in quel di Ugozzolo.
Come dice Bersani accettiamo le critiche, basta che non si trasformino in fango.
E nemmeno in cenere, aggiungiamo noi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 luglio 2011

+28 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+424 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 28 luglio 2011

Dov'era il Pd

Il Pd chiama e noi ci presentiamo puntuali.
Ma ieri sera le domande non erano ammesse.
Eppure le nostre bandiere sventolavano, lo striscione “I Medici chiamano Parma” Bersani se l'è visto davanti tutta la santa sera, un'ora e mezza a braccia tese per sottolineare il grande silenzio del Pd sull'inceneritore di Ugozzolo.



E' un argomento tabù, nonostante i rumors della base.
Nessun cenno al forno ed alla strategia del Pd sui rifiuti, nulla, neppure una risposta al drammatico scontro del 2007, quando Bersani da ministro dell'Industria aveva tacciato pesantemente l'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna, reo di avere sollecitato una moratoria sugli inceneritori.
Un gesto rimasto come un buco nero nella carriera del segretario del Pd, in quella occasione più attento alle lobbies e ai medici che operano con “animus politicus”, piuttosto che alla salute dei cittadini e ai medici che operano secondo codice deontologico con scienza e coscienza.
Un gesto che richiama gli affari della CCC con l'inceneritore di Parma, quel consorzio cooperative implicato nell'affaire Penati, ma che intanto aveva vinto da solo la gara europea per le opere edili dell'inceneritore.
Il Pd ci chiama e noi accorriamo in suo soccorso, anche qualche settimana fa l'appello al Gcr.
Mentre trafelati salivamo gli ultimi gradini ci è venuto in mente che qualche giorno prima il Pd ci aveva con solerzia sbattuti letteralmente fuori dalla loro convention programmatica “Parma è qui”.
Così ci ha assalito il dubbio.
Vorranno proprio noi?
Siamo noi che il consigliere Iotti ha reclamato a gran voce ad essere in prima linea, a dibattere sulla raccolta differenziata, così fondamentale per il futuro?
Il Pd ci ha chiamati in consiglio comunale, come se la nostra associazione potesse avere diritto di parola in quel consesso.
Gcr dove sei? Recita Iotti nella nostra direzione, richiamandoci al dovere.
Ci danno per assenti, ma anche troppo presenti, che si decidano se siamo troppo ingombranti o troppo assenti, rischiamo altrimenti una pericolosa crisi di identità.
Noi ci siamo, anche nel quartiere Cittadella, per ribadire che il porta a porta è fondamentale, ma nel contempo bisogna ascoltare i cittadini e trovare le corrette soluzioni, per fare insieme festa per le percentuali di differenziata alle stelle.
Ci siamo con la base del Pd che sappiamo contraria e sconcertata da questa posizione del partito rigida e a muso duro per costruire il forno, senza se e senza ma, anche contro la legalità, facendo spallucce ad un abuso edilizio.
Ma il Pd dei vertici, quello che crede nel Verbo Incenerito, ha ormai dato il meglio di sé nelle assenze, e il libretto è ormai esaurito, bisogna scrivere le giustificazione nel dorso della copertina.
Dov'era il Pd in questi quattro anni, mentre il rappresentante del comune in Ato era in palese conflitto di interessi essendo anche un dipendente di Iren?
Dov'era il Pd mentre Iren espropriava terreni e costruiva in abuso edilizio?
Dov'era il Pd quando Gcr presentava una petizione a Comune e Provincia per migliorare il piano di gestione dei rifiuti, appello sottoscritto da undicimila cittadini di Parma?
Dov'era il Pd di Parma quando i mega stipendi ed i gettoni di presenza dei dirigenti e consiglieri di Iren venivano aspramente contestati a Reggio Emilia, così come la nomina a vicepresidente di Villani?
Dov'è infine il Pd quando si tratta di controllare la trasparenza delle tariffe e delle bollette di Iren?
Ieri il Pd si è ancora una volta dimenticato di questi temi.
Anche di questo si voleva sentire dire qualcosa ieri sera, la base del Pd se lo aspettava, come si aspetta un chiarimento dei vertici sulla scelta assurda di un impianto obsoleto e troppo grande, che fa a pugni con la raccolta differenziata.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 luglio 2011

+27 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+423 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Senza parole

In occasione della festa di piazza del popolo del PD in presenza del segretario generale Bersani, abbiamo partecipato per manifestare, in silenzio, alla dirigenza del partito, il nostro no al forno.
Con una presenza nutrita e convinta ma silenziosamente rispettosa della festa altrui, ma soprattutto consapevoli del fatto che tanti elettori e simpatizzanti del PD sono nostri convinti sostenitori.
Perché dietro il tema della salvaguardia della salute e dell’ambiente non c’è distinzione di destra e di sinistra, non c’è appartenenza partitica, ma solo prospettive di cambiamento per un futuro diverso, per noi e per le prossime generazioni.
Lo abbiamo detto e scritto in tutte le salse, da cinque anni a questa parte. Da quando cioè nel marzo 2006 un gruppo di cittadini, stimolati dai “grillini” di Parma, decise di dare vita al Coordinamento.
Per questo siamo senza parole quando ci sentiamo dire dal segretario regionale del PD Stefano Bonacini “perché non abbiamo mai detto che il sindaco deve andare a casa” o “perché non facciamo un comunicato contro il sindaco”.
E siamo stanchi che le nostre argomentazioni siano prese e strumentalizzate a seconda dell’opportunità e del momento. Confidiamo per questo nell’intelligenza dello stesso Bonacini.



Allora sarà opportuno ribadire a Bonacini che il GCR è sul territorio dal 2006 da quando cioè il PD non esisteva e forse non esisteva politicamente nemmeno il segretario regionale.
Sgombriamo subito il campo da ogni tentativo di strumentalizzare la nostra partecipazione silenziosa. Soprattutto non la accettiamo da chi non conosce la nostra storia, tanto è vero che nessuno dei militanti PD presenti si è indignato o ha manifestato contrarietà per la nostra presenza.
Se si vuole di può capire il significato.
Abbiamo, nel tempo, manifestato consenso o rifiuto a determinate iniziative, sia politiche sia decisionali, nei confronti di tutte le forze politiche in campo. E ce ne facciamo vanto.
Quanto succede all’interno dell’amministrazione comunale di Parma non ci riguarda se non per l’indignazione e la frustrazione che ogni singola persona può provare. Ma è una questione politica strettamente personale, tanto è vero che alcuni di noi erano presenti fra gli “indignados”, altri no.
Siamo senza parole perché “democrazia”, “associazionismo”, “partecipazione” sono state fra le parole più utilizzate ieri sera in quella festa popolare. Le stesse che sistematicamente abbiamo utilizzato per trovare un confronto con il PD locale nel merito del progetto inceneritore ed alle sue alternative.
Democraticamente ci siamo sentiti, come cittadini, coinvolti in un progetto di estremo impatto sulla vita sociale e produttiva della città.
Da anni partecipiamo con la nostra associazione nella pratica dell’informazione e della presa di coscienza e con molta fatica nel 2009 abbiamo portato sul tavolo del presidente della provincia PD Bernazzoli una petizione sottoscritta da 10.000 firme di cittadini che chiedevano condivisione ed un progetto alternativo, insieme alla revisione del Piano Provinciale della Gestione dei Rifiuti.
Molto meno democraticamente, quelle diecimila firme sono state cestinate e quei diecimila cittadini stanno ancora aspettando una vostra risposta.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 luglio 2011

+27 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+423 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da Reggio accusano Iren di truffare gli utenti con il teleriscaldamento

Apprendiamo dalla stampa di oltre Enza che il consigliere reggiano leghista Andrea Parenti “vada giù spiano”, come dicono a Parma, per denunciare quella che lui definisce un autentica "truffa" ai danni dei cittadini perpetrata da Iren.



Riportiamo l'articolo del sito Reggio Online, rammaricandoci che analoghe prese di posizione a Parma siano ben difficili da vedere.
Abbiamo esempi concreti che ci (s)confortano in tal senso. E sono tanti.
Ad esempio la CGIL ducale, che scende in campo per difendere Iren all'indomani dell'iniziativa di boicottaggio, portata avanti dal GCR e ancora nel momento in cui si concretizza lo stop al cantiere: sempre e comunque a favore di Iren, alla salute dei lavoratori nessun cenno.
Oppure il maggior sostenitore della giunta comunale di Parma, nonché coordinatore PDL, che è anche vice-presidente di Iren, ma ad oggi non ha speso una parola che è una sulla situazione dell'inceneritore di Ugozzolo.
Uno dei membri del consiglio di ATO, l'autorità che determina tariffe idriche e gestione rifiuti, è allo stesso tempo dipendente di Iren e neanche l'opposizione si domanda come mai e quali sono i conflitti di interesse in atto.
Il presidente della provincia Bernazzoli, dopo la sospensione dei lavori al cantiere, dichiara che la concessione edilizia non è necessaria, che farà chiarezza, quando bastava che si andasse a leggere la delibera 938/2008 in cui lui stesso chiedeva la succitata concessione al comune di Parma, come documento indispensabile per procedere alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Insomma, un coro unanime bi-partisan a favore della multi-utility che ci lascia con il presentimento che nessuno reagirà più di tanto alla lettura di questo comunicato.
Ma il nostro spirito non demorde e ci sosteniamo sempre con il motto “non si mai”.

Ecco quindi l'articolo pubblicato dal sito Reggio Online
http://www.reggionline.com/it/2011/07/27/parenti-lega-iren-e-la-truffa-del-teleriscaldamento-5762
e il link alla tabella di calcolo del teleriscaldamento
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/FormulaTariffaTeleriscaldamento.pdf

Una “truffa”. Non usa giri di parole il consigliere comunale della Lega, Andrea Parenti, per definire la gestione del teleriscaldamento tenuta da Iren. Di recente, “e dopo mesi di richieste”, ha aggiunto Parenti, “sono venuti in Commissione consiliare per fornire delucidazioni e spiegazioni in merito. In realtà, ci hanno soltanto raccontato frottole”.
Parenti, quindi, è sceso nello specifico della questione, prendendo in considerazione la formula da cui si ricava il costo dell'utenza e, a suo dire, i ricavi “faraonici” che Iren avrebbe sull'utenza stessa. “La simpatica formulina (vedi link al pdf) recita come il costo del metano viene convertito in costo teleriscaldamento. Purtroppo per i reggiani, nella formuletta vi è il trucco a danno dei clienti: il rendimento medio di combustione di una caldaia tipo viene indicato nell'80%. Peccato che il valore indicato potesse andare bene negli anni '70-'80, non certo oggi. Le moderne caldaie, infatti, vanno da rendimenti del 90% minimo fino a un 100-105 % (caldaie a condensazione). Non è un'innovazione dell'ultima ora, è da quasi 20 anni che i rendimenti delle caldaie 'tipo' superano il 90%”. Per Parenti, quindi, sarebbe lecito utilizzare, “come minimo, un rendimento del 90%. A questo punto, ogni cliente si trova una tariffa più alta del dovuto del 12%”.
Il consigliere ha invitato ogni cittadino “che abbia in casa una caldaietta individuale a verificare da solo, controllando il rendimento di combustione che dovrebbe essere verificato ogni due anni. I valori rilevati saranno sempre superiori al 90%”. L'aggravante, secondo Parenti, è che “sul teleriscaldamento i margini lordi di Iren sono faraonici, ben superiori al 13% circa dell'utile che l'azienda ha sulla vendita del gas metano. Grazie a insensate agevolazioni fiscali, Iren ha infatti un margine lordo sul teleriscaldamento intorno al 40%”.
Il monito del consigliere del Carroccio è rivolto a “cittadini, associazioni di categoria e amministratori. Si facciano sentire perché è l'unico modo per far calare la tariffa. Da notare che nell'estate 2009, quando il sottoscritto rese pubblica l'esosità della tariffa, il teleriscaldamento costava ben 11 cent/Kw. In seguito è “miracolosamente” sceso di prezzo di un buon 10%. Ad oggi è circa 10 cent/Kw. Non ci verranno a raccontare che il metano in questi due anni è diminuito, voglio sperare. E' più probabile invece che, se nessuno denuncerà il problema, Iren cercherà di alzarlo il più possibile”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 luglio 2011

+27 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+423 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

mercoledì 27 luglio 2011

Pd, un accorato appello alla base

Stasera a Parma il segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani sarà in piazza Garibaldi, in un comizio in cui sosterrà il locale gruppo dirigente in vista delle prossime elezioni amministrative.
Il Pd locale, ringalluzzito dalle recenti disavventure della giunta Vignali, si frega le mani in vista della ghiotta occasione del 2012, quando potrebbe avere campo libero per la corsa allo scranno ducale.
Non entriamo chiaramente nel merito di vicende extra-forno.



La nostra missione è chiara e definita, totalmente finalizzata a contrastare una politica dei rifiuti basata sull'incenerimento e sui guadagni di pochi.
Vorremmo però chiedere a Bernazzoli, Castellani, Pagliari, Garbi, ed anche al segretario Bersani, il perché di questa cieca adesione ad un progetto così contestato.
Vale davvero la pena di leggersi la proposta programmatica del Pd in materia di rifiuti, tratta pari pari dal sito dei democratici: "Riciclo dei rifiuti: anche qui ci vuole una discontinuità, va rovesciato un modo di vedere seguito fin qui per cui i rifiuti sono solo un problema da gestire nel modo più efficiente possibile e nel rispetto dell’ambiente e della salute. Dobbiamo imparare sempre di più a vedere i rifiuti come una risorsa in un mondo di risorse limitate e quindi immaginare distretti del riciclo, favorire lo sviluppo di industrie locali che riutilizzano i materiali resi disponibili in quantità sempre maggiori dalla promozione della raccolta differenziata per andare verso una vera e propria società del recupero. L’obiettivo rimane quello di non sprecare risorse e quindi sono prioritarie le misure che possono ridurre alla fonte i rifiuti prodotti, sviluppando ad esempio un processo innovativo per la progettazione degli imballaggi”.
Sono parole chiare che non lasciano spazio a dubbi.
Ma allora perché il segretario Bersani, nel 2007, alla richiesta di moratoria dei Medici dell'Emilia-Romagna sulla costruzione degli inceneritori, ha risposto stizzito minacciandoli di sanzioni e accusandoli di procurato allarme?
Perché l'assessore all'Ambiente Castellani, in un intervento ad un convegno pubblico, ha affermato il falso, negando l'emissione di diossine dall'impianto di Ugozzolo, sebbene sia certificata dalla stessa Iren nel progetto definitivo?
Perché il presidente Bernazzoli, all'indomani dello stop ai lavori per l'abuso edilizio, annunciava chiarezza, confidando nella correttezza della procedura, nella non necessità di una concessione edilizia, quando era stato lui stesso nella delibera di giunta 938/2008 a richiederla al Comune di Parma?
Perché il segretario Garbi, con Errani presente, alla convention programmatica del Barilla Center, si appellava al civismo, all'associazionismo, alla partecipazione quando poi i suoi uomini hanno impedito in malo modo ai nostri sostenitori di avvicinare Errani per fare delle semplici domande?
Perché Pagliari fa interrogazioni a raffica su qualsiasi argomento che gli venga in mente e poi tace sul rappresentante del comune in ATO in palese conflitto di interessi dato il suo ruolo di dipendente Iren, sui mega stipendi dei dirigenti Iren quando i suoi colleghi di partito di Reggio fanno interpellanze e mozioni?
Francamente non riusciamo a capire il perché di questa linea intransigente ed anche un po' masochista, su un tema, quello ambientale, che dovrebbe essere il cavallo di battaglia di un partito di centro-sinistra.
Quando abbiamo iniziato questa avventura abbiamo contattato tutti i partiti indistintamente per ottenere ascolto, appoggio delle nostre ragioni, condivisione dei nostri progetti alternativi.
Da allora l'attuale gruppo dirigente del Partito Democratico non si è mosso di un millimetro dalla sua ferma decisione di sostenere il forno. Tutto quanto andava in contrasto con il progetto veniva scartato a priori.
Fede cieca e incontrovertibile all'incenerimento come unica soluzione.
Sappiamo che nella base del Partito Democratico c'è una forte discussione e facciamo dunque un appello a queste persone, cittadini di Parma, che hanno a cuore l'ambiente della propria città ed sono convinti che le parole del programma del partito debbano tradursi in realtà, per convincere i propri leader che stanno sbagliando.
Che questa linea deve essere abbandonata pena un ancora maggiore scollamento tra il Pd e la società civile.
Chiediamo alla base del Pd di fare sentire la propria voce e di reclamare un cambiamento.
Le nostre porte sono sempre aperte.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 luglio 2011

+26 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+422 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Montagna, la meraviglia e il disastro

Ad un turista o ad un camminatore la nostra montagna appare come un regalo meraviglioso della natura. Il manto verde dei boschi risale compatto lungo i suoi versanti, occupando quelli che fino a quarant’anni fa erano solo dirupi e prati.
Il verde si insinua in frane antiche, rassodandole, si inerpica per pendii rocciosi colonizzandoli, arriva ormai fin sopra gli alpeggi e oltre i laghi glaciali, conquistando nuovi spazi in altitudine.
Tutto quel verde, agli occhi di chi è preoccupato per l’ambiente, appare come una benedizione.
Una maggior massa traspirante di piante significa aria più pulita.
Una maggior produzione di ossigeno si traduce in maggior contrasto ai veleni che risalgono dalla pianura. Vuol dire maggior sequestro di CO2, in contrasto all’effetto serra.
E significa anche maggior contenimento delle polveri sottili, che fumi di industrie e inceneritori producono sempre più, unitamente alla crescita tentacolare di autostrade, l'incremento delle auto circolanti con i loro mefitici scarichi.



Ma ad un montanaro che abita e vive ancora in uno di quei borghi di alta quota, tutto quel verde, cresciuto oltre ogni immaginazione, gli rammenta il sempre maggior abbandono in cui versa la sua terra.
La popolazione è sempre più composta di anziani, il lavoro è quasi scomparso e i pochi giovani, già attratti dalle luccicanti illusioni delle città, se lo vanno a cercare là.
Il turismo invernale si è rivelato un miraggio.

Non c’è neve per tutto l’inverno e non c’è abbastanza freddo perché duri quella artificiale sparata con i cannoni. Le piste sono quasi sempre inutilizzate e tanti soldi pubblici sono stati sprecati inutilmente per spianare interi versanti dei crinali, abbattendo le foreste.
La gente che scia, poi, scavalca i borghi, senza lasciar cadere nemmeno la mancia.
Ma è il turismo complessivo che è in ritirata.
In montagna va sempre meno gente. I fine settimana e il mese di agosto non bastano a sostenere le attività commerciali, ogni anno qualche altro negozio chiude. Le scuole di certi borghi sono già a rischio chiusura e nei prossimi anni verranno trasferite altrove.
Ogni posto o servizio che chiude è percepito dai montanari come un disastro, a cui non sanno opporsi.
Le proposte di sviluppo che puntano ad ambiente e natura sono viste dai montanari come fumo negli occhi, non si vede infatti in esse uno sbarramento al disastro.
I montanari invece sono pronti ad osannare chiunque proponga qualcosa di concreto, fosse pure un progetto speculativo, purché dia loro qualcosa, anche solo l’illusione di una possibilità di vantaggio economico seppur minimo.
Sono disperati e diventano facile preda della speculazione.
E la speculazione è sempre al lavoro, non dorme mai.
Magari ripropone vent’anni dopo la diga di Vetto, o un suo surrogato minore, approfittando del fatto che produrre energia da fonti rinnovabili è un mantra in grado, oggi, di aprire tutte le porte e di coprire qualsiasi malefatta.
E’ risaputo, ormai, che ogni diga al mondo accresce l’erosione a monte e sottrae acqua a valle, invece di conservarla. Le perdite di acqua causate dalle centrali Enel in val Cedra sono del 50%, secondo una stima Iren. Una diga sottrae territorio: boschi e pascoli, invasi dall’acqua. Una diga non serve a limare le piene, perché stante l’altezza dell’acqua che deve restare costante per la produzione di energia elettrica, quando l’acqua sale velocemente per le piogge, la diga deve scolmarla subito per evitare che tracimi e che ne sia travolta.
L’erosione, accresciuta a dismisura, riempirà velocemente di argille rosse, tipiche della val d’Enza, il bacino che si formerà, interrandolo. Si ridurrà così progressivamente sia la produzione di energia che di acqua pulita, a causa dell’accresciuta mole della depurazione. I soldi ricavati caleranno e quelli promessi alla montagna come compensazione si ridurranno da bricole a niente.
Il lago che si creerà sarà di color rosso, intonato alle argille, che significa che spazzerà via ogni illusione di ipotetico sviluppo turistico.
Oppure la speculazione si getterà sulla legna da ardere, come già sta avvenendo.
Interi ripidi versanti sono diventati desolatamente nudi, presto saranno preda dell’opera dilavante dell’acqua, senza più il freno della massa compatta degli alberi. Altre frane e collegamenti stradali interrotti ne saranno la logica conseguenza.
Strade che sono già seriamente logorate per il continuo via vai di mezzi pesanti e autocarri che portano altrove la legna.
Il prezzo della legna sta addirittura calando, è oggi a 6 euro al quintale, che significa che l’offerta ha già superato la pur consistente domanda. La speculazione in questo caso ha messo radici più degli alberi e si taglieranno sempre più piante, per sempre meno soldi. La sostenibilità dei tagli, dicono i dati della comunità montana Parma est, è già fuori controllo ed è a rischio la stessa rinnovabilità dei boschi.
Così la tendenza attuale verrà invertita e tutto quel verde comincerà a diminuire.
Anche alla faccia di quel funzionario della Provincia che in un’assemblea pubblica a Langhirano affermava che “siamo seduti sul petrolio senza saperlo: la legna”.
Il picco della legna lo si raggiungerà, di certo, molto prima di quello del petrolio, che pure è già al limite.
La speculazione punta soprattutto sulle energie rinnovabili.
In montagna, tranne eccezioni come il municipio di Monchio, i comuni sono in bolletta, quando non addirittura indebitati, e la speculazione ha gioco facile ad impiantare parchi fotovoltaici, facendo man bassa degli incentivi, lasciando ai comuni solo i soldi dell’affitto dei terreni.
Si può fare anche peggio, come i progetti di parchi eolici di cui si sente parlare sempre più spesso.
I massicci investimenti necessari escluderanno ancor di più gli enti locali, a tutto vantaggio delle finanziarie e delle aziende costruttrici, golose di certificati verdi. La poca energia che produrranno non compenserà i danni ai crinali e alle cime, con disboscamenti ulteriori per le strade e cementificazioni imponenti per i basamenti delle torri eoliche.
E siamo arrivati alla ciliegina sulla torta.
In Regione e in Provincia si annuncia l'intento di impiantare nella nostra montagna decine di centrali termiche a cippato di legna, prodotto col taglio industriale dei boschi, soprattutto di castagno.
A sentir loro c’è un’enorme serbatoio di legna disponibile ogni anno, qualcosa come 393 mila tonnellate. Ma i conti sono sballati e fasulli. I tagli si sommerebbero a quelli della speculazione della legna da ardere, già eccedenti la sostenibilità ambientale dei nostri boschi.
Ogni borgo dovrebbe così avere la sua centrale a biomassa, che emetterà fumi e polveri sottili in quantità industriali, visto che il filtro a ciclone previsto non abbatterà gli inquinanti se non in minima parte.
Le centrali dovrebbero sostituire col teleriscaldamento le stufe a legna dei privati cittadini e le loro ben più nocive emissioni. Nella realtà, la maggior parte delle abitazioni riscaldano già con moderne stufe a pellet le cui emissioni sono di circa 5 mg/m3, mentre quelle delle centrali sono di 50 mg/m3 dieci volte in più, sempre a patto che l’umidità del cippato non superi il 20%.
Eventualità molto difficile: occorrerebbe che fosse sempre secco.
Il progetto è comunque antieconomico. A fronte di un costo elevato della centrale e del tracciato del teleriscaldamento, centinaia di migliaia di euro, che graverebbe sulle casse del comune, sarebbe molto meglio sovvenzionare con un sostegno finanziario piccole e moderne stufe a pellet per le private abitazioni, che tra l'altro otterrebbero dallo Stato il contributo del 55%, detraibile in 3 anni dalle tasse.
In sostanza le grandi centrali a legna sono inquinanti ed antieconomiche, ma soprattutto accrescono il disboscamento, riducendo di fatto il sequestro di CO2.
E' giunto il tempo di sfatare la convinzione che l’incenerimento di biomasse legnose sia a somma zero di CO2. Un versante denudato col taglio raso, con quelle sottili e rade matricine rimaste, impiegherà anni perché abbia una massa traspirante sufficiente a catturare la stessa CO2 di quando il bosco era in piedi, mentre la legna prodotta dal taglio e bruciata in poco tempo, immetterà in ambiente, e subito, una grossa quantità di anidride carbonica.
Affermare che bisogna accrescere le superfici boschive e nello stesso tempo considerare le biomasse legnose parte integrante delle foti rinnovabili è una contraddizione che non sta né in cielo né in terra e che l’Europa deve risolvere.
L’unico patrimonio che ha la montagna è dato dai boschi, dall’aria pura e dall’acqua pulita.
Se un ambientalista cerca di condividere questo pensiero con i montanari, loro sbuffano e si spazientiscono.
Non gli basta.
Vogliono che i borghi tornino a vivere.
E hanno ragione.
Questo però non succederà, se rinunciano anche ad una sola di queste risorse.
Chiunque proponga progetti insostenibili sbandierando compensazioni in soldi o posti di lavoro (poche briciole, poche unità), in realtà ha in mente di portarsi via ben di più, a favore del proprio portafoglio, a scapito dei territori.
Sia esso un amministratore, un politico o un’impresa, di speculazione stiamo parlando.
Una delle strade da percorrere per aiutare la montagna a crescere è usare il fotovoltaico per raggiungere l'indipendenza energetica e per finanziarsi.
Fondare ad esempio una Esco, capitalizzarla per ottenere il mutuo e diventare proprietari dell’impianto, coinvolgendo i tetti e gli artigiani del paese.
I soldi ricavati posso avviare la ristrutturazione dei borghi orientata al risparmio energetico. Defiscalizzare completamente, e per un considerevole numero di anni, chiunque voglia stabilirsi in montagna ad avviare un’attività artigianale, mettendogli a disposizione la possibilità di prestiti a la disponibilità gratuita di uno stabile abbandonato da ristrutturare.
Applicare norme per le produzioni alimentari artigiane diverse dall’industria, in modo da non impedire lo sviluppo di piccole attività richiedendo tecnologie ed impianti sovradimensionati.
Accordarsi a livello intercomunale per un sito comune di macellazione carni e conservazione refrigerata degli alimenti.
Proporre all’università la creazione di laboratori post laurea nei borghi, per l’avviamento al lavoro e alla ricerca su committenza sociale dei neolaureati. Laboratori che, con l’appoggio finanziario delle fondazioni bancarie, siano in grado di operare direttamente sui problemi della montagna: frane, strade, alvei dei fiumi, zootecnia, forestazione ed energia.
Legare lo sviluppo turistico allo sviluppo dei parchi, privilegiando un turismo consapevole dell’ambiente e legato ad una ricezione sia agrituristica effettiva che ad una ristrutturazione e crescita della ricezione delle alte vie, tipo Lagdei, Lagoni, rifugio Lago Santo.
Un turismo minuto ma attivo, capace di trovare da sé i canali logistici e culturali della propria diffusione, a tutto vantaggio della rivitalizzazione dei borghi.

Giuliano Serioli

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Parma chiede una decisione rapida

Prendiamo atto della decisione dei capigruppo nella riunione di lunedì 25 luglio circa l’ammissibilità del referendum sull'inceneritore di Parma. Giorgio Pagliari (PD), Marco Ablondi (PRC), Paolo Pizzigoni, (Altrapolitica), Matteo Agoletti (UDC), Mario Variati (Impegno per Parma), Massimo Iotti (Vicepresidente, PD) ed Elvio Ubaldi (Presidente, Civiltà Parmigiana), all’unanimità hanno chiesto un parere legale non necessario con l’evidente intento di ritardarne l’eventuale approvazione e posticiparne la data a dopo il 2013.



Lo Statuto del Comune è ben chiaro e il quesito presentato NON rientra fra quei casi per i quali non viene ammesso un referendum. La decisione in questo caso è solo politica e quindi invitiamo i cittadini a tenerne conto quando nei prossimi mesi i comizi elettorali saranno farciti di richiami al civismo, alla vicinanza con la società civile e ai rapporti con l’associazionismo. Ieri sera queste belle parole sono rimaste fuori dalla conferenza dei capigruppo.
D'altronde il presidente Ubaldi ha già chiarito il suo pensiero affermando che "il referendum non si può fare perché l'opera è già cantierizzata e non si possono mettere in discussione opere già in cantiere. Bisogna poi verificare la legittimità del referendum".
Ancora una volta sembra che la volontà popolare venga ignorata, come già avvenuto in passato con la Metropolitana. Nessuno a suo tempo ha chiesto ai cittadini di Parma cosa pensassero di un’opera di tale portata, così impattante per il territorio; si è fatto di tutto per farla passare di nascosto, senza che la maggioranza della popolazione fosse davvero conscia e consapevole dei rischi e dei costi di questo mostro.
Oggi ci vengono a dire che non si può fermare un’opera già cantierizzata, un’opera che fra l’altro è di un soggetto privato e sulla quale pendono già tanti dubbi e irregolarità.
In questa fase non chiediamo ai signori sopra citati di esprimersi se sono contrari o favorevoli all’inceneritore. Abbiamo semplicemente chiesto di permettere alla città di Parma di esprimere un parere con uno strumento che nei mesi scorsi ha risvegliato la voglia di partecipazione della società civile sulle cose che veramente interessano ai cittadini.
L’ambiente, l’acqua, il territorio riguardano tutti noi: i cittadini hanno il diritto di esprimere la propria opinione e i rappresentanti delegati hanno il dovere di permettere questa bella espressione di democrazia diretta che è il referendum.
Dai consiglieri sopra citati pretendiamo che la decisione sia rapida e che arrivi entro i primi giorni di agosto e non alla fine del mese prossimo, come preannunciato da alcuni media.
Sarebbe un buon segnale di una classe politica che da entrambe le parti, destra e sinistra, non fa altro che manifestare sempre di più la propria lontananza dalla gente comune, dai propri elettori.

Comitato No Inceneritore - Nicoletta Paci

lunedì 25 luglio 2011

Provincia di Parma, la Giunta del non so

Titolo edilizio sì, titolo edilizio no, il nuovo scoop di Gcr

La battaglia senza regole dell'inceneritore di Parma si sta giocando ora sul fronte edilizio.
Che peraltro rappresenta solo una delle tante trincee dalle quali la guerra di posizione sviluppa le sue micidiali schermaglie.
L'inceneritore di Parma necessitava di permesso di costruire?
L'inceneritore di Parma è un'opera pubblica?
La disfida si combatte su questi due temi, che di fatto è uno solo.
L'impianto di Iren è un'opera pubblica?



E' la risposta a questo quesito che cambia la storia della città e il modo di gestire i suoi scarti.
Se il mostro di Ugozzolo fosse un'opera pubblica non vi è alcun dubbio che la sua realizzazione andava messa a gara europea, per raccogliere la migliore proposta che, a parità di performance, garantisse il prezzo migliore e quindi un vantaggio per i portafogli dei contribuenti, oltre che il minor impatto ambientale.
Se l'industria insalubre di classe prima che sta sorgendo allo Spip è un'opera privata, come pare proprio essere, allora il titolo edilizio pare proprio necessario, se non altro per garantire all'ente locale l'incameramento degli oneri, la valutazione dei manufatti, la rispondenza insomma degli edifici alle norme vigenti.
Iren, o chi per essa, scelga una volta per tutte da che parte porsi.

Stiamo parlando del settore pubblico o del settore privato?
Non c'è una terza via, che invece Provincia ed Iren sostengono esistere.
E nemmeno una seconda Via, perché quella vigente è l'unica a cui poter fare riferimento.
E siamo così giunti all'argomento che vogliamo oggi proporre all'opinione pubblica, l'ennesimo scoop che arricchisce la galleria del Pai di Parma, già ricchissima di molti trofei.
Ci si chiede se il cantiere necessiti dell'autorizzazione edilizia, ma la risposta già la conosciamo.
Basta andarsi a leggere le carte.
Il documento che presentiamo oggi è pubblico.
Si tratta della delibera 938/2008 della giunta provinciale di Parma, che il 15 ottobre del 2008 diede parere positivo alla procedura di Via e di Aia per il progetto del Pai.
Presenti tutti i componenti la giunta provinciale tranne Gabriella Meo, la decisione passò all'unanimità.
Scorrendo la delibera provinciale, a pagina 7, punto 3, vengono elencati gli atti a cui è finalizzata la procedura di Via.
Seguono 10 atti, come il certificato prevenzione incendi e l'autorizzazione dei beni paesaggistici.
Ma al punto 9 la sorpresa.
Recita il testo: autorizzazioni o atti di assenso: permesso a costruire; Amministrazioni competenti: Comune di Parma.
La Provincia di Parma è quindi ben conscia della necessità della concessione edilizia, al punto da elencarla con puntiglio nella delibera ufficiale che da di fatto il via all'operazione forno.
Da quel giorno però le tracce del permesso a costruire si perdono nei meandri.
Nessuno lo cita più, nessuno lo chiede, lo domanda, lo pretende.
Viene da chiedersi il perché.
Che cosa possa nascondere questa disattenzione o caduta improvvisa di memoria.
Come mai Iren non ha proceduto a formulare la richiesta del titolo edilizio?
Quali conseguenze avrebbe comportato tale richiesta?
Quali oneri?
Quali controlli?
Siamo di fronte ad un forte dubbio sulla legalità dell'iter autorizzativo del forno inceneritore, sbrecciato in più occasioni da mille incidenti di percorso.
Il Pd che oggi tuona contro gli illeciti della macchina comunale legati alla gestione del verde si fa improvvisamente silente su questo fronte, che meriterebbe altrettanto rigore.
Anzi, davanti all'ipotesi di un abuso, rilancia confermando ad occhi bendati la validità degli atti.
Ci si domanda anche cosa stia facendo la minoranza in consiglio provinciale.
Se esista, se fiati, se si sia mai posta il problema.
Hanno dato fuoco alle micce in qualche seduta mettendo a dura prova la tenuta di nervi della maggioranza?
Qual'è il loro ruolo in Provincia, se non quello di un soffocante controllo del governare dell'attuale maggioranza?
La giunta che oggi non sa nulla del permesso di costruire è la stessa che ha sottoscritto la delibera 938, dove il titolo è richiesto.
Il presidente Bernazzoli, all’indomani dello stop al cantiere aveva annunciato un’inchiesta interna agli uffici della Provincia per verificare se ci fossero state irregolarità, assicurando che eventuali abusi sarebbero stati perseguiti immediatamente. Noi, da comuni cittadini senza particolari competenze tecniche, la magagna l’abbiamo trovata in pochi giorni.
In Provincia a che punto è l’inchiesta?
Caro Presidente, prenderà provvedimenti o era così per dire?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 luglio 2011

+24 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+420 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Link delibera:
http://www2.provincia.parma.it/page.asp?IDCategoria=1259&IDSezione=0&IDOggetto=288446&Tipo=Delibera

Allegri & De Angelis, due segugi al servizio della città

Siamo incappati ieri in un grave errore di terminologia, che ha gettato una non voluta ombra sul lavoro di un professionista come l'avvocato Arrigo Allegri. Ci riferiamo al comunicato “Il sabato del villaggio” dove abbiamo a lui avvicinato il termine manzoniano “azzeccagarbugli”, volendo far emergere, come si capisce dalla frase successiva, “fa vedere i sorci verdi a Iren”, la capacità di individuare nella matassa del forno i tanti nodi nascosti.



Approfittiamo di questa svista, non voluta, per sottolineare il proficuo lavoro che Arrigo Allegri e Pietro De Angelis stanno portando avanti ormai da oltre un anno, nella disamina del grande garbuglio dell'inceneritore di Parma.
Una ricerca della verità che non può non passare da una analisi puntuale e dettagliata delle tante “carte” di cui è protetto il progetto dell'inceneritore di Ugozzolo e che è stata condotta con singolare puntigliosità e senza risparmio.
Il loro impegno, a favore della città e senza altro fine se non il vederci chiaro e fare emergere il vero, è stato fondamentale per le molte piccole battaglie vinte, che prefigurano una sospirata e definitiva guerra vinta sul fronte della salute e dell'economia pulita che vogliamo per Parma.
Crediamo che il lavoro portato avanti da Gcr sarebbe stato vano se nel frattempo e in modo parallelo e distinto, non ci fosse stata l'opera di scavo paziente e costante di Allegri & De Angelis, davvero una coppia di segugi al servizio della città.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 luglio 2011

+24 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+420 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 24 luglio 2011

CiCCiolata di Parma

Mesi fa abbiamo denunciato la stranezza di un appalto europeo, da oltre 43 milioni di euro, a cui aveva partecipato una sola azienda, ovviamente vincendolo.
Ci avevano dato dei visionari: “Voi pensate sempre male, può capitare, che c'è di strano?”.
Eppure anche questo passaggio del claudicante iter dell'inceneritore di Parma ci aveva lasciati molto perplessi, al punto da segnalare la situazione in tutte le sedi opportune.



Ieri l'altro la notizia delle indagini su Filippo Penati, braccio destro del segretario del Pd Bersani, all'interno della quale sbuca la stessa azienda, la CCC di Bologna, aggiudicatrice delle opere edili dell'inceneritore in costruzione a Ugozzolo, per l'appunto l'appalto curioso e milionario di cui vi abbiamo parlato.
Il Consorzio Cooperative di Costruzioni di Bologna (CCC), un colosso delle cooperative rosse, è l’unico operatore sempre presente nell’affare immobiliare delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni, al centro delle indagini della magistratura sul finanziamento illecito dei partiti.
Secondo gli inquirenti, si tratta di un sistema ben collaudato e noto fin dal periodo delle inchieste di Mani Pulite. Per i magistrati la presenza di una coop rossa in un grande affare garantisce la quota di interessi del Pci e dei suoi derivati, oggi quindi il Pd.
Nonostante i vari passaggi di proprietà dell’area ex Falck, la CCC di Bologna è sempre stata imposta come ditta edificatrice e si sospetta che Penati sia al centro di un sistema intrecciato con le esigenze di finanziamento del partito. I reati per i quali è indagato sono,oltre alla concussione e corruzione, anche l’illecito finanziamento verso i propri compagni.
Pare che decine di imprenditori abbiano ammesso di aver versato contributi al Partito Democratico, non registrati in bilancio, su sollecitazione di Penati o di uomini a lui vicini.
Giri d'affari di centinaia di milioni di euro, un gruzzolo non indifferente.
Quali le somiglianze con la gara europea per l’inceneritore di Parma?
Tante, a partire dal fatto che anche qui una sola è la ditta che si presenta e vince la gara di appalto. Non sarebbe la prima volta che si sente parlare di “cartelli” fra le ditte di un certo settore, che si spartiscono la torta, lasciando che solo una sigla si presenti alla gara, per poi regolare i conti con i subappalti.
Un'altra puntata della storia dell’inceneritore di Parma, che presenta non poche zone d’ombra, che la magistratura non ha ancora chiarito, anche se siamo certi che stiano fervendo le indagini opportune e gli approfondimenti del caso.
A 419 giorni dalla mancata consegna del piano economico finanziario, che consentirebbe di capire come Iren intende rientrare dal cospicuo investimento, a 23 giorni dallo stop del cantiere imposto dal comune di Parma su segnalazione della nostra associazione, ecco un altro degli infiniti tasselli che vanno a comporre questa tela dai mille stili, difficile da collocare e definire, se non con questo neologismo.
Una gran bella CiCCiolata di Parma, con tutti i gusti più uno.
Che per i cittadini, però, risulta alquanto indigesta e dispendiosa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 luglio 2011

+23 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+419 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?