venerdì 3 dicembre 2010

Legambiente o Negambiente?

Il titolo del compito in classe sembrerebbe piuttosto evidente: “Inceneritore: sì o no?”.
Con un titolo così ci si può sbizzarrire in una o nell'altra direzione come pare a piace.
Più o meno funziona così. “Io sono contrario all'inceneritore, perché e per come...”
Oppure: “Io sono a favore dell'inceneritore, perché e per come...”
Chiaro no?


L'aria pulita della pianura padana...

Dovrebbe esserlo per tutti, eppure c'è ancora qualcuno che il compito non lo svolge per niente bene, va fuori tema, e prende un sonoro 4.
Stiamo parlando di Legambiente, sezione di Parma (Legambiente non è solo Parma, teniamo a precisarlo, visto che la sezione Valtermina si è schierata da tempo contro l'impianto), che anche ieri si è esibita in una scalata allo specchio degna del Nobel alla Alte Vette.
Con giri di parole, ondivaghi so e non so, forse si potrebbe, ma infine chi paga, eccetera eccetera, ha dato ancora una volta prova di che cosa?
E' a favore o è contro?
I lettori, i cittadini, il territorio di Parma, lo vorrebbero magari sapere una volta per tutte.
Perché dire che l'inceneritore di Parma è “troppo grande”, non vuol dire che dimezzandolo farebbe meno male.
A meno che basti fumare mezza sigaretta per calmierare le proteste dei nostri polmoni.
Magari possiamo chiedere alla Lega Tumori cosa ne pensa.
Ripetiamo: ci faccia sapere Legambiente da che parte sta.
Lo dica una volta per tutta che è a favore dell'inceneritore, ma è contro i quad e le moto da cross che inquinano le nostre montagne, tanto per chiarire l'assoluta coerenza.
Nella dura battaglia di opinione sull'inceneritore che giorno per giorno emerge dal fango di Ugozzolo, non c'è posto per i chiaroscuri, si dice sì o si dice no, o fa male o fa bene, il mulino può essere bianco o nero, il grigio non appartiene a questo mondo.
Se vogliamo che Parma abbia un futuro dobbiamo lavorare per l'alternativa all'inceneritore, sviluppando tutte quelle pratiche che rendono possibile da subito gestire i rifiuti senza incenerimento, senza spostare le discariche dalla terra al cielo.
Così vorremmo finalmente smettere di chiederci se Legambiente Parma l'ambiente lo afferma o lo Nega.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 dicembre 2010
-520 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+186 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 2 dicembre 2010

Questa è una storia di ribellione

Questa è una storia di ribellione, e di democrazia.
Di democrazia dal basso, dalle cantine, di democrazia vera.
Quella che vede i cittadini protagonisti di una opposizione determinata e di una proposta attiva.
La storia inizia nel 2005 a Parma, terra di buon cibo e di tradizioni alimentari che si perdono nella notte dei tempi, terra di prosciutti e di culatelli, di parmigiano reggiano e funghi porcini, terra degli spaghetti più conosciuti al mondo.
Nel 2005 l'amministrazione provinciale di centro sinistra approva il Ppgr (Piano Provinciale Gestione Rifiuti).
Il documento è chiarissimo nelle sue conclusioni: nel territorio è necessario un impianto di trattamento dei rifiuti di tipo complesso, per gestire 65 mila tonnellate di rifiuti urbani all'anno.
In altri termini, un inceneritore.


La Fiaccolata del 12 dicembre 2009, con Paul Connett e Rossano Ercolini

Nel 2001 un sindaco aveva vinto le elezioni spegnendo il vecchio impianto, al Cornocchio, le cui ceneri sono ancora là, sotto il vecchio camino, in attesa di destinazione.
Si chiamava Ubaldi, e pur se figlio del centro sinistra, aveva ribaltato gli equilibri alleandosi con la destra e scandalizzando la sinistra, da sempre al potere in città.
Il Ppgr diceva anche dove andava fatto, il nuovo forno. Allo Spip, un'area industriale appena fuori città, a fianco dell'autostrada del Sole, 4 km in linea d'aria dall'angioletto che svetta sul Duomo.
Ma stupisce che nel Piano nessuna proposta alternativa all'incenerimento sia stata presa in considerazione.
Nel dicembre dello stesso anno, sempre il 2005, la locale Enia, municipalizzata che si occupa di gas, di energia e anche di rifiuti, chiede a Ato (Ambito Territoriale Ottimale, che corrisponde ai comuni della Provincia) un parere sull'idea di costruire un forno.
L'Ato non è competente in tema di smaltimento, lo dice la legge regionale ed anche lo stesso ente lo ammette. Eppure scappa un parere positivo, “anche se sotto il profilo formale...”.
E' con questo foglio che Enia bussa al comune di Parma chiedendo il via libera a istruire un progetto che punti alla realizzazione del forno.
E il consiglio comunale, all'unanimità, sottoscrive la proposta.
Il sindaco è ancora Elvio Ubaldi, come Ubaldi è il nome del presidente di Ato, che aveva fatto l'occhiolino al forno: che pazzesche, italianissime coincidenze.
Il vagoncino è ormai sui binari e seppure con una accelerazione lenta si avvia verso la meta.
Nel novembre 2007 Enia chiede il rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale e della Autorizzazione Integrata Ambientale. Si apre la Conferenza dei Servizi che, pur fuori tempo massimo, con un'area individuata ancora a destinazione agricola, approva il progetto.
La Conferenza dei Servizi riesce in un'impresa impossibile: in 5 giorni, fine settimana inclusa, riesce a valutare 155 pagine, 11 allegati, 8 volumi. E compie il miracolo.
L'approvazione definitiva dell'inceneritore di Ugozzolo, il quartiere dove sta sorgendo, è del novembre 2008.
L'impianto approvato però è da 130 mila tonnellate, esattamente il doppio di quanto il piano provinciale aveva indicato. Ma nessuno eccepisce.
E in città sino ad allora si sa poco o niente dell'impianto.
Una fine strategia del non dire aveva portato risultati insperati ma a volte imbarazzanti. Se chiedevi a qualche cittadino, nel 90% dei casi la risposta era un moto di sorpresa: cosa? Dove? Quando?
La società civile però si è messa in moto.
Già nel 2006 è nato il comitato Gestione Corretta Rifiuti, che ha iniziato un faticoso lavoro di informazione dal basso, partendo da zero, conscio del nulla che stava attorno, per colmare il vuoto di notizie, di dati, di studi.
Nel 2009 entrano nel comitato i Gruppi di acquisto solidali, accorgendosi che la filiera corta non potrà esistere, se il suolo sarà inquinato dalle emissioni dell'inceneritore.
Si susseguono convegni, manifestazioni, serate pubbliche, incontri con partiti, associazioni, cittadini, industriali, sindacati, associazioni di categoria.
Nel giugno del 2010 il comitato diventa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse.
Sul fronte legale il WWF si presta per un ricorso al Capo dello Stato, che il prossimo 7 dicembre verrà discusso al Tar di Parma
Un esposto alla Magistratura è depositato nello scorso mese di novembre, segnalando i tanti dubbi e storture di questo assurdo progetto.
Il 22 settembre scorso un convegno con medici e oncologi di fama internazionale ha riaffermato lo scandalo di costruire un inceneritore nei pressi di un centro abitato. Sui rischi sanitari dubbi non ce ne sono più.
Nel frattempo i lavori vanno avanti.
Nel giugno scorso l'associazione ha presentato un piano alternativo a Comune e Provincia, non solo no ma anche dei sì circostanziati.
A fronte di una spesa di 200 milioni di euro, l'alternativa prevede di spenderne 20.
Incrementando e migliorando la raccolta differenziata si può tranquillamente arrivare ad un quantitativo di rifiuti residui inferiore ai rifiuti prodotti dallo stesso inceneritore.
A differenza di quanto molti credono anche l'inceneritore a sua volta ne produce.
Quello di Parma farà 40 mila tonnellate all'anno di ceneri tossiche, senza sapere ancora dove andranno stoccate, nonostante lo si domandi da tempo a gran voce.
Dall'alternativa invece uscirebbe una materia stabilizzata, inerte, senza alcuna emissione in atmosfera.
Serve a poco sottolineare questi assurdi.
Logicamente il boccone più appetitoso è quello del forno, una vera e propria macchina da soldi, che sforna euro attraverso i certificati verdi, facendo arrossare di verdoni le pupille dei gestori.
L'alternativa non piace perché non genera vorticosi mulinelli milionari.
Addirittura un plico anonimo è giunto a casa dell'associazione.
Dentro c'erano le cifre vere del progetto: non i 175 milioni dichiarati ufficialmente, ma 315, forse 350, insomma il doppio del dovuto.
Il piano economico finanziario, con il quale Enia, ora Iren, ha ottenuto un finanziamento da 1 milione di euro dalla Bei (Banca Europea Investimenti) non è mai saltato fuori, nemmeno quando a chiederlo è stato il sindaco della città, Vignali, che oggi, tramontato il predecessore Ubaldi, non vede di buon occhio il forno, che stanno costruendo a poche centinaia di metri dal più grande stabilimento della Barilla, a fianco di Ikea, di rimpetto al costruendo centro ricerche sulle malattie respiratorie della Chiesi Farmaceutici.
Tutti preoccupati, ma le ruspe lavorano.
Sulla gestione dei rifiuti ancora tanta confusione, in tutto lo Stivale.
Gaetano Pecorella, nel suo tour come presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti, è stato a Berlino, dove gli hanno detto che gli inceneritori sono il passato, mentre il presente e il futuro è il riciclo totale dei materiali.
Di materia non ce n'è più, la stiamo perdendo per sempre, esce dai camini degli inceneritori sotto forma di gas tossici.
Oggi la discariche le abbiamo trasferite in cielo.
E Parma vuole ammorbare ancora di più un'aria già in crisi: la quarta area più inquinata al mondo, il microclima che schiaccia le polveri al suolo, l'umidità che le rende difficilmente allontanabili.
Eppure lo stesso progetto prevede un incremento del Pm-10, il famigerato particolato fine, in aumento ogni anno non per pochi chili, ma di 3,2 tonnellate.
Nonostante ogni anno si sfori i giorni consentiti dalla legge, senza che nulla accada.
Dove saranno mai finiti i piani di risanamento dell'aria, approvati, sottoscritti, dimenticati?
Tante parole per dimostrare capacità di eloquio, zero assoluto in concretezza, in fatti veri, reali.
L'11 dicembre Parma torna in piazza con la fiaccolata di Santa Lucia.
Noi non spegneremo le nostre fiaccole finché loro non spegneranno il loro camino.
Parma sta rispondendo in massa al lavoro dei volontari, la gente ora ha capito che questo inceneritore è solo business per pochi e non risolverà problemi, semmai peggiorandoli.
In aprile erano stati in 5 mila da tutta Italia a partecipare alla prima manifestazione nazionale contro gli inceneritori di Parma, sotto una pioggia battente, lungo le vie del centro.
Ora la gente ha voglia di farsi ancora sentire, dagli amministratori sordi e ciechi al rispetto per il territorio e per i loro abitanti.
E dai partiti, che oggi litigano tra di loro, che non sanno prendere una posizione netta e forte, ma che di fatto danno il via libera all'impianto.
Una sinistra che mi mostra ancora più rigida della destra a sostenere le ragioni del forno, arroccata non si sa perché a un progetto inviso dalla popolazione, che porterà inquinamento e terreni intrisi di diossine, furani, metalli pesanti.
A Parma ci sono due città separate, quella dei partiti e degli amministratori, agenzie di controllo incluse, e quella dei Cittadini.
Parlano lingue diverse, non si capiscono, combattono un nemico differente.
I cittadini per la salute, i politici per interessi non ben chiariti.
Nel 2012 le elezioni amministrative in città, chissà se stanno pensando, i partiti, a come presentare l'inceneritore nei loro programmi elettorali.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 2 dicembre 2010
-521 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+185 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

mercoledì 1 dicembre 2010

Oggi è la giornata mondiale contro gli inceneritori

GAIA, Global Alliance Inceneritor Alternatives, festeggia 10 anni di vittorie di tutta la comunità che lotta per Rifiuti Zero.
Il 1° dicembre 2010, per la 9a Giornata Mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti, a Capannori (LU) e a Trapani, a Cancun, in Messico, Quezon City, nelle Filippine, a Santiago del Cile, a Berkeley, USA, a Bruxelles, Belgio, un’alleanza internazionale di 78 gruppi di cittadini di 24 paesi del mondo chiede la fine dei sussidi pubblici per gli impianti d’incenerimento dei rifiuti.
GAIA, Global Alliance Incinerator Alternatives che comprende oltre 650 membri provenienti da 92 paesi del mondo, ha sollecitato i governi di tutto il mondo ad impegnarsi formalmente ad adottare la strategia Rifiuti Zero. Ciò implica che il sistema di gestione dei rifiuti si basi sulla prevenzione, riduzione, riutilizzo, riciclaggio e compostaggio e non sull’incenerimento e sullo smaltimento in discarica. Ci sono validi motivi per passare alla strategia Rifiuti Zero come sottolinea GAIA quali l’inquinamento tossico dovuto alle emissioni di gas serra e gli elevati costi degli impianti di incenerimento.



“Dieci anni di lavoro, attraverso i continenti per fermare gli inceneritori, dimostrano chiaramente che Rifiuti Zero è un'alternativa vincente per il clima, l'ambiente, la nostra salute e le nostre economie”, ha detto Christie Keith, co-coordinatrice internazionale di GAIA. “Mentre i negoziatori Onu si riuniscono a Cancun, in Messico, in occasione del vertice sul clima, li invito a non essere ingannati dal sistema delle discariche e a non accettare l'incenerimento come energia verde".
La Zero Waste Italia ha aderito insieme a gruppi di cittadini di tutto il mondo a questa giornata di azione mondiale con la diffusione di un messaggio: la strategia “Rifiuti Zero” è una scelta sensata rispetto al problema del riscaldamento globale e alle tecnologie sullo smaltimento dei rifiuti, costose ed inefficienti quali discariche e inceneritori, comprese le tecnologie che producono “energia da rifiuti” come impianti al plasma, gassificazione, incenerimento e cementifici.
“Adottare la strategia “Rifiuti Zero” ha notevoli benefici per la conservazione delle risorse, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra” hanno detto Rossano Ercolini e Patrizia Lo Sciuto, co-coordinatori della Zero Waste Italia. “Allo stesso tempo, il programma “Rifiuti Zero” crea molti posti di lavoro e rafforza le economie”.
La Zero Waste Italia e GAIA collaborano insieme quest'anno per la “Giornata Globale di Azione contro gli sprechi e l'incenerimento”, che coincide con il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che hanno avuto inizio il 29 novembre 2010 a Cancun, in Messico. Numerose comunità attraverso i cinque continenti celebreranno questa giornata con diverse azioni, conferenze pubbliche, trasmissioni radiofoniche speciali, proiezioni di film e altri eventi.
Spesso sono promossi e finanziati progetti che si nascondono con il nome di “energia rinnovabile” ma sono sulla gestione dei gas da discarica, sul combustibile da rifiuti e altri progetti di energia da rifiuti. Essi sono assolutamente incompatibili con il riutilizzo, il riciclo e il compostaggio dal momento che i rifiuti, materiali post-consumo, dovrebbero essere riutilizzati, riciclati e compostati, come la carta, la plastica e l’organico.
Gli investimenti per le discariche, le tecnologie di energia da rifiuti “waste-to-energy” e le tecnologie di smaltimento come l'incenerimento minano gli sforzi delle politiche di riduzione della produzione dei rifiuti e minacciano l'economia del riciclo, in particolare l’economia informale dei raccoglitori e cenciaioli. Quest'anno, GAIA festeggia il suo 10° Anniversario dalla sua fondazione nel 2000 a Johannesburg, in Sud Africa.
Durante questo decennio, gruppi d’interesse pubblico e numerosi individui hanno dimostrato gli effetti tossici dovuti all’incenerimento dei rifiuti e hanno promosso altri metodi di gestione sostenibile dei rifiuti attraverso l'attuazione di alternative sicure solo sulla base di “Rifiuti Zero”.
Quest'anno, il crescente movimento di GAIA chiede ai governi di imparare dall'esperienza, abbandonare questa costosa tecnologia che genera lo spreco delle risorse e abbracciare le strategie basate su Rifiuti Zero.
Zero Waste Italia e GAIA, unendosi con la comunità di tutto il mondo che lotta contro discariche e inceneritori obsoleti, esprimono la speranza che i governi ascoltino il loro appello a “smettere di cestinare il clima”, sostenere “Rifiuti Zero per Riscaldamento Globale Zero”, indirizzare i fondi destinati al settore dei rifiuti verso progetti di recupero e riciclo delle risorse.

Zero Waste Italia
Rossano Ercolini
Patrizia Lo Sciuto
zerowasteitalia@gmail.com

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1° dicembre 2010
-522 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+184 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Viero dà i numeri

Andrea Viero, direttore generale di Iren, è uscito pubblicamente nei giorni scorsi mostrando i muscoli nei confronti di Parma e del suo sindaco Vignali, rei di voler discutere un progetto i cui dettagli economici non sono chiari alla pubblica opinione.



Andrea Viero, pur sapendo che un accordo sottoscritto tra comune ed Enia obbliga Enia stessa a dare libero accesso a tutti gli atti sul termovalorizzatore, ai cittadini e alle associazioni ambientaliste che ne facciano richiesta (atto 11096 del 18/11/2006 art. 3), nega al GCR il rilascio del Piano Economico Finanziario fin da maggio 2010, nonostante le reiterate richieste.
Andrea Viero da i numeri su costi e tariffe, che sono smentiti da documenti prodotti da Enia/Iren stessa, e ricavati da siti internet di pubblico dominio.
Quello che segue è un primo assaggio video delle dichiarazioni di Andrea Viero, confrontate con i numeri scritti nero su bianco
Andrea Viero dà i numeri.
Noi chiediamo a gran voce le dimissioni di Andrea Viero, è mancato il rispetto dell'accordo firmato con il comune di Parma.
Noi chiediamo a gran voce che sia reso pubblico il Piano Economico Finanziario dell’inceneritore di Ugozzolo.
Noi chiediamo a gran voce la sospensione del progetto: vogliamo vederci chiaro, prima che il fumo del camino offuschi tutta la realtà.

Buona visione.
http://www.youtube.com/watch?v=syJmP69ptVk

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1° dicembre 2010
-522 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+184 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 30 novembre 2010

Medici, serve un po' di coraggio

L'Health Research inglese porta nuove prove sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana.
Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l'inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all'inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell'uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani.
Il quarto rapporto della Società Britannica di Medicina Ecologica riguardante gli effetti sulla salute umana propone studi su vasta scala che hanno dimostrato che presso gli inceneritori di rifiuti urbani ci sono tassi più elevati di cancro negli adulti e nei bambini e anche difetti alla nascita: i risultati confermano l'ipotesi che le associazioni non siano casuali.



Questa interpretazione è sostenuta da un certo numero di studi epidemiologici, che suggeriscono che la varietà di malattie prodotte dall'incenerimento possa essere molto più ampia.
Le emissioni degli inceneritori sono una fonte importante di polveri fini, di metalli tossici e di più di 200 sostanze chimiche organiche, tra le quali sostanze cancerogene, mutagene ed interferenti endocrini.
Le emissioni contengono anche altri composti non identificati, la cui capacità di provocare danni è ancora ignota, come un tempo accadeva con le diossine. Dato che la natura dei rifiuti cambia continuamente, si modifica anche la natura chimica delle emissioni degli inceneritori e quindi il potenziale per produrre effetti pericolosi per la salute.
Le attuali misure di sicurezza sono progettate per evitare effetti tossici acuti nelle immediate vicinanze dell'inceneritore, ma ignorano il fatto che molti di questi inquinanti si accumulano negli organismi, possono entrare nella catena alimentare e possono causare malattie croniche nel tempo e in un'area geografica molto più ampia.
I dispositivi per l'abbattimento degli inquinanti negli inceneritori moderni, in particolare quelli per le diossine e i metalli pesanti, semplicemente trasferiscono il carico inquinante dalle emissioni in atmosfera alle ceneri leggere.
Recenti studi americani hanno mostrato che l'inquinamento atmosferico dovuto alle polveri fini (Pm 2,5) causa aumenti nella mortalità: malattie cardiache e tumori polmonari in primis.
Le cardiopatie ischemiche sono responsabili di quasi una quarto delle morti e sono fortemente correlate con il livello di polveri fini. Tra le altre patologie segnalate:asma e ostruzione polmonare cronica, autismo, dislessia, disturbi emotivi, Parkison.
E' stato dimostrato che il cancro è correlato geograficamente con impianti di trattamento di rifiuti tossici, materiale radioattivo, idrocarburi e metalli pesanti.
Il controllo degli inceneritori, sostengono i medici britannici, è stato insoddisfacente per la mancanza di rigore, per i monitoraggi poco frequenti, per il basso numero di composti misurati, per i livelli giudicati accettabili e per l'assenza di monitoraggio biologico.
L'affermazione che le moderne procedure di abbattimento degli inquinanti rendano sicure le emissioni degli inceneritori è impossibile da stabilire. Non è possibile stabilire in anticipo la sicurezza di nuove installazioni di inceneritori. Difficile verificare problemi nel periodo pre-natale, e gli stessi tumori possono avere un'incubazione di dieci o vent'anni.
Gli inceneritori contravvengono ai diritti basilari, come enunciato dalla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, in particolare al diritto alla vita nella Convenzione per i Diritti Umani Europea, ma anche nella Convenzione di Stoccolma e nella legge di protezione ambientale del 1990. Il feto, il neonato e il bambino sono quelli più a rischio per le emissioni degli inceneritori. Diritti violati e soluzioni infelici, come ad esempio l'attuale politica di collocare gli inceneritori in zone povere, dove i loro effetti sulla salute saranno massimi.
I medici di Parma sono consci di questo rischio?
Coraggio, medici, serve un po' di coraggio.
Il sindaco di Parma è la massima autorità sanitaria della città.
Sta valutando anche il profilo sanitario dell'inceneritore?
Di fronte al forte rischio che porta con sé un impianto di incenerimento non dobbiamo applicare il principio della precauzione?
A che cosa serve la prevenzione se non a “prevenire” dove possibile le malattie che verranno?
Il comune di Parma è molto attivo ultimamente nel settore sanitario, attraverso il delegato alla sanità Fabrizio Pallini, sempre impegnatissimo in svariati fronti. Come intende muoversi per quanto riguarda i rischi sanitari legati alle emissioni del costruendo inceneritore? Come intende tutelare la salute dei cittadini di oggi e di domani?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 novembre 2010
-523 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+183 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 29 novembre 2010

Sorbolo chiama, GCR risponde

Mercoledì 1 dicembre alle 20.30 l'Associazione Gestione Corretta Rifiuti di Parma è stata invitata a Sorbolo per una serata informativa sull’inceneritore che stanno costruendo a Ugozzolo, a soli 7 km dal paese.



E’ singolare che questa sia la prima occasione in paese in cui si fa un dibattito pubblico sul tema, considerato che Sorbolo è esattamente nel cono di massima ricaduta delle polveri emesse dall’inceneritore targato Iren.
E’ singolare anche perché i venti prevalenti della zona spirano dal camino di 70 metri proprio in direzione di Sorbolo che beneficerà delle 3,2 tonnellate di PM10 in più generate dalla combustione dei rifiuti di tutta la provincia.
Aderiamo quindi volentieri all’invito rivoltoci dalla lista Civica Volontà Sorbolese che ci ha contattati chiedendoci di partecipare ad una serata a cui verrà invitata la popolazione, per dare la possibilità ai sorbolesi di ascoltare l'opinione di chi non ha interessi personali, politici o economici da difendere.
Saranno presenti il dott. Manrico Guerra, di ISDE – Medici per l'ambiente -, parlerà dei rischi ambientali e sanitari legati all'incenerimento dei rifiuti e Gabriele Folli, membro dell'Associazione GCR, che spiegherà che un'alternativa esiste ed è praticabile.
Invitiamo quindi i cittadini di Sorbolo a partecipare numerosi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 novembre 2010
-524 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+182 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 28 novembre 2010

Industriali, un po' di coraggio

Il tema dei rifiuti coinvolge tutta la nostra economia. La scelta del tipo di gestione influenza il futuro del nostro territorio. E' necessaria non solo la chiarezza sui costi, ma anche la percezione degli impatti, anche sanitari, che i diversi sistemi hanno sui territori in cui insistono.
Dopo l'outing del sindaco di Parma Pietro Vignali, fortemente perplesso sulla scelta al 2010 di costruire un nuovo inceneritore, non si sono lette dichiarazioni del mondo industriale della città, così sempre attento alle dinamiche locali.
Hanno valutato i pro e i contro di una scelta piuttosto che un'altra, i nostri industriali?



Non possiamo che pensare di sì e l'occasione di avere un sindaco che si sta muovendo in una certa direzione potrebbe essere l'occasione giusta per salvare capra e cavoli.
Il rischio di proseguire sulla strada del forno è oggi ancora forte.
E' una scelta impiantistica che mal si addice alla nostra vocazione alimentare basata sulla qualità e salubrità dei prodotti, dove i mulini mantengono il loro bianco candore.
Ma il no all'impianto non può rimanere fermo alla negazione e deve saper proporre una alternativa efficace e propositiva, una visuale con ricadute positive per tutti.
Se la food valley parmense crede in quello che dice non ci sono alternative alla cancellazione del progetto per orientarsi al riciclo totale dei materiali.
E' la nuova era che si sta aprendo, gli apripista sono i soliti tedeschi, che oggi, a fine ciclo degli inceneritori, procedono spediti verso la loro dismissione, creando una società del riciclo, per impedire altro sperpero di risorse.
E' dagli industriali attenti e vigili che deve giungere il sostegno al sindaco Vignali. Nei mesi scorsi è emersa la preoccupazione di alcuni esponenti importanti di quel mondo. Chiesi, Barilla, Greci, imprenditori attenti e operanti sul nostro territorio hanno fatto trapelare le loro forti perplessità.
Oggi sarebbe necessario concretizzare questa visione, facendo squadra con l'amministrazione comunale della città, per dedicarsi davvero a costruire il futuro della food valley, che non può essere rappresentata da un camino di 70 metri affacciato sull'autostrada del sole.
Nel nostro percorso di approfondimento del tema rifiuti e risorse ci siamo accorti di quanti passi avanti abbia fatto il mondo negli ultimi 5 anni, e di come la strada maestra nella gestione dei materiali di scarto sia quella del loro riuso, riciclo, recupero a nuova vita, per nuovi utilizzi mantenendo intatto il prezioso contenuto energetico.
E' possibile, concreto, economico.
E' finito il tempo del trasferimento delle discariche dalla terra al cielo, i rifiuti sono cibo, e la loro corretta gestione è la chiave di volta del sistema.
La discesa in campo degli industriali virtuosi è oggi improcrastinabile. Devono credere alla svolta perché hanno dalla loro parte il sindaco del capoluogo, che sta guardano avanti.
Un po' coraggio, industriali di Parma. Uscite allo scoperto per il bene dei nostri figli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 novembre 2010
-525 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+181 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?