sabato 2 febbraio 2013

Quella gioiosa macchina del fango


Il Pd si scaglia inviperito contro Gcr: è tutta colpa loro, se abbiamo perso.
Avete perso, circa un anno fa, ed il nuovo è arrivato per davvero: si chiama Federico Pizzarotti.
Questo tarlo fa impazzire i piddini che temono un altro scossone a fine febbraio.
Allora il “nuovo” Pd parla come se fosse ancora il “vecchio” Pd, stesso linguaggio, stesse dimenticanze.
La storia, quella vera.



Il periodo non era quello della campagna elettorale, ne era lontanamente in vista (mancava un anno e mezzo).
Per chiudere il forno bisognava confrontarsi con il sindaco allora in carica.
Più volte abbiamo sollecitato un confronto e infine la disponibilità si era concretizzata.
Forse gli intenti non erano così nobili e siamo stati presi in giro dagli amministratori di allora.
Ma chi avremmo preso in giro e strumentalizzato visto che non era periodo elettorale?
Non è mai stato gettato fango sul Pd, ma il Pd fortemente voleva e vuole il forno.
Chiedere pubblicamente chiarezza sull'assunzione della figlia del presidente della Provincia nell'azienda che costruisce l'inceneritore è gettar fango?
O forse semplicemente voler conoscere la verità?
Ci devono essere persone intoccabili o temi che non si possono affrontare?
Si è sempre cercato di avere chiarezza su appalti, autorizzazioni, procedure. Infatti la procura ha aperto un corposo fascicolo: anche loro sono macchina del fango?
Abbiamo prodotto oltre 1000 comunicati stampa in questi anni di lotta, e organizzato X conferenze stampa
Chissà quale mistero che ne volessimo fare un'altra sull'esposto da presentare in procura!
Infine durante la campagna elettorale siamo intervenuti alla primarie del centrosinistra sostenendo i candidati sindaco (uno solo) che erano contrari al forno, perfino invitando i cittadini ad andare a votare.
Ne abbiamo fatto un sito per dar modo a tutti di valutare.
https://sites.google.com/site/inceneritoreprimarie/le-5-risposte
Durante la campagna elettorale vera e propria abbiamo posto domande a tutti i candidati per come si ponevano sul tema, dando un voto migliore a chi era contro il progetto.
https://sites.google.com/site/sindacoparmainceneritore/classifica-finale
Come è evidente due candidati hanno preso il massimo dei voti.
Abbiamo invitato tutti i candidati ad un confronto pubblico al Toscanini: Bernazzoli non si presentò.
Finalmente al Paganini si svolse il duello sul forno, tra Pizzarotti e Bernazzoli, moderato da Ferraguti di Teleducato (possiamo tinteggiarlo neutrale?).
Il resto è cronaca recente.
Ci piacerebbe davvero conoscere nei dettagli il fango che avremmo prodotto.
Campioni di strumentalizzazione si stanno rivelando invece i pidini, con questa raffazzonata costruzione di teoremi oscuri.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 febbraio 2013

Il Vecchio di Parma


Gcr compagno di merende o vittima di Villani & Vignali?

Più che new, un deja vu.
Oggi il settimanale “Il Nuovo di Parma” spara la grande notizia in prima pagina: il Gcr cerca di fermare il forno, davvero una strepitosa novità.
Il Gcr coltivava Vignali e Villani per fermare il camino. Altro scoop incredibile.
Dal 2006 incontriamo e cerchiamo di convincere chiunque ci capiti a tiro, senza distinzioni di sesso, razza o religione.



Non ci interessano gli schieramenti e andiamo a senso unico, terribilmente e noiosamente monocorde: fermare il forno.
Anche con Vignali ci sono stati incontri e scambi di vedute.
Anche con Villani ci siamo incontrati nella sue veste di vicepresidente di Iren, quando abbiamo portato a Parma la van Gansewinkel e dovevamo ricambiare la visita con una delegazione di Comune di Parma e Iren.
Lo abbiamo già raccontato.
Il Nuovo, ovviamente mancando 20 giorni alle urne, ci mette del suo per gettar fango o almeno insinuare dubbi sugli elettori: non sia mai che si riesca a recuperare qualcosa dallo scandalo Mps.
Abbiamo incontrato il Pd, il Pdl, la Lega, i Repubblicani, Rifondazione, Parma Civica, consorzi, sindacati, movimenti, industriali.
Lo scrivevamo il 12 dicembre del 2010.
E l'elenco di chi avevamo fino ad allora incontrato è tuttora on line.
Bernazzoli, Castellani, Chiesi, Barilla, Garbi, Favia, Greci, Manno, Maestri, Pagliari, Motta, Ferrari, Caselli, Guarnieri, Ubaldi, Ghiretti...
Non ci siamo mai tirati indietro nell'attaccare: lo sanno in tanti che hanno subito le nostre attenzioni.
Lo sa anche Villani, che abbiamo più volte bersagliato per la sua scarsa difesa degli interessi di Parma e del bene del territorio.
Eccone alcuni:
Da Villani abbiamo più che altro rimediato una citazione in tribunale per il boicottaggio di Iren, per la quale ci siamo dovuti difendere. Altroché amici.
Semmai siamo stati vittime, visto che la speranza di un ravvedimento aveva solo scopi elettorali per mantenere il consenso e non era suffragata da convinzioni nel merito.
Siamo molto felici che Nicoletta Paci e Gabriele Folli occupino posti importanti nel governo di Parma: la loro rettitudine è una scommessa pulita sul futuro di Parma.
Ma la Paci era prima di tutto un membro dei 5 Stelle, ben prima di entrare nel Gcr.
E Folli non ha tessere e la scelta del sindaco è stata operata sulla base di un curriculum che aveva inviato in tempi non sospetti: ci ha fatto piacere che sia stato considerato idoneo a ricoprire la carica di assessore all'ambiente.
Su Bernazzoli e la sua figlia che lavora in Iren abbiamo chiesto lumi, ma il silenzio tombale calò anche sui media: non toccare certi argomenti.
Di esposti in Procura ne abbiamo fatti diversi, come segnalazioni in Europa, a Roma, a Bologna, di tutto di più per tentare ogni strada possibile.
Vignali ha usato un esposto per attaccare Iren? Ci fa piacere, anche se servì a poco.
Il cantiere dimostra che nonostante lo stop del 2011 i lavori non si siano fermati.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 1 febbraio 2013

giovedì 31 gennaio 2013

No ai rifiuti nei cementifici


Bruciare rifiuti nei cementifici.
Un decreto passato nel silenzio di fine legislatura che desta molte preoccupazioni

Quanta fretta, ma dove corrono?
Solo adesso, a Camere sciolte, ha preso forma l'iter di approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale".



Il decreto - come rivela un articolo pubblicato da Altreconomia.it - ha avuto, il 16 gennaio scorso, parere favorevole della 13° commissione "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato, dopo una fase “istruttoria” durata appena due giorni lavorativi.
Ciò ha destato la viva preoccupazione delle associazioni e dei comitati, impegnati per la tutela del paesaggio, contro la presenza di inceneritori e co-inceneritori, e per promuovere una gestione sostenibile del territorio e la strategia “Rifiuti zero”. 

Per questo, in vista del prossimo 11 febbraio 2013, quando lo stesso testo sarà sottoposto all'attenzione dei membri della commissione Ambiente della Camera, Associazione "Comuni virtuosi", Slow Food Italia, Campagna Legge Rifiuti Zero, "Comitato promotore Campagna Difesa Latte Materno dai Contaminanti Ambientali", Associazione "Verso rifiuti zero", Zero Waste Italy, Rete nazionale rifiuti zero, Stop al consumo di territorio, Rete dei comitati pugliesi per i beni comuni, AriaNova di Pederobba (Tv), Comitato "Lasciateci respirare" di Monselice (Pd), "E noi?" di Monselice (Pd), Fumane Futura di Fumane (Vr), Valpolicella 2000 di Marano (Vr), Circolo ambiente “Ilaria Alpi” di Merone (Co), Associazione “Gestione Corretta Rifiuti” di Parma, Campagna Pulita, Maniago (Pn), Movimento No all'Incenerimento di rifiuti, Si al Riciclo, Fanna (Pn), Ambiente e futuro per rifiuti zero, Comitato per la tutela ambientale della Conca Eugubina di Gubbio (Pg), Associazione “Mamme per la salute e l'ambiente” di Venafro (Is) invitano i deputati a leggere attentamente la “relazione istruttoria” che accompagna il testo prima di dare parere favorevole.
Non è vero che produciamo sempre più rifiuti!
Perché quella che consideriamo l'istituzionalizzazione del processo di co-incenerimento viene giustificata con la "continua crescita della quantità di rifiuti [che] costituisce un problema ambientale e territoriale comune a tutti i paesi industrializzati, ma con connotati più gravi per l’Italia e, in particolare, per alcune aree del nostro Paese che fanno ancora ampio ricorso allo smaltimento in discariche, di cui molte fra l’altro in via di esaurimento". I dati in merito alla produzione di rifiuti solidi urbani nelle nostre città, tuttavia, si discostano da questa impostazione. L'Ispra certifica che nel 2010 il dato complessivo era inferiore a quello del 2006. E il 2012, complice la crisi, ha evidenziato un ulteriore e rilevante calo, cui ha dato risalto recentemente anche Il Sole 24 Ore.
Rifiuti urbani e rifiuti speciali insieme: quali controlli?
A preoccuparci è anche la trasformazione del rifiuto connessa all'applicazione del decreto: "Il CSS non è composto da rifiuti tal quali, ma è un combustibile ottenuto dalla separazione, lavorazione e ri-composizione di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi". Ciò significa che rifiuti solidi urbani, per cui vige il principio della gestione e della "chiusura del ciclo" a livello territoriale, e per i quali ci stiamo promovendo una legge d'iniziativa popolare “Verso rifiuti zero”, diventano rifiuti speciali, che possono essere acquistati e venduti, in tutto il Paese e oltre. Non dimentichiamo nemmeno, perciò, che il sistema di tracciabilità di questi rifiuti speciali, Sistri, è ancora un miraggio, un problema evidenziato anche nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Due bei regali ai cementifici: combustibile gratuito e contributi per lo smaltimento!
Consideriamo, infine, che la possibilità di trasformare i cementifici in impianti di co-incenerimento è soltanto una “stampella” offerta all'industria del cemento, in grave crisi a causa della riduzione di produzione e consumo, quantificata, dal 2006 al 2012, nel 39,4% dei volumi, pari a 18,5 milioni di tonnellate.
Valutiamo, però, che questa situazione debba essere affrontata con Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento) nel corso della prossima legislatura, per andare verso una progressiva riduzione del numero di impianti presenti, a partire da quelli che, per localizzazione, presentano particolari problematiche ambientali (perché siti in luoghi densamente abitati, come le città capoluogo, o di pregevoli caratteristiche ambientali, o particolarmente concentrati). 

E infine: come mai ci serve più cemento?
Chiediamo, pertanto, alla commissione Ambiente della Camera di attendere la prossima legislatura per affrontare il tema, a partire da un'analisi seria del fabbisogno di cemento, che potrebbe subire una ulteriore riduzione, vale la pena ricordarlo, se, come auspichiamo, venisse accelerato l'iter d'approvazione del ddl promosso dal ministro dell'Agricoltura Mario Catania in merito al consumo di suolo agricolo.

Contatti e ufficio stampa:
Domenico Finiguerra, Stop al consumo di territorio, 338 4305130
Valter Musso, Slow Food Italia, v.musso@slowfood.it, 0172 419615
Comitato Direttivo Associazione nazionale “Comuni virtuosi”, 348 3963300
Alesssio Ciacci, associazione “Comuni verso rifiuti zero”, 329 1718456
Francesco Miazzi, Comitato “Lasciate respirare” di Monselice 349 8353348
ZERO WASTE ITALY, 338 2866215 (Rossano Ercolini)

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 gennaio 2013

martedì 29 gennaio 2013

Rossi di sera


Una speranza per Iren

Raphael Rossi è il nuovo presidente di Iren Emilia, la società che gestisce nei territori di Parma Piacenza e Reggio i servizi energetici, ambientali, idrici.
Indicato dal comune di Parma, Rossi sostituisce Angelo Buzzi, arrestato dai finanzieri a seguito degli sviluppi dell'inchiesta Public Money.



Finalmente una persona competente ricopre un incarico importante all'interno della multiutility Iren, nata dalla fusione delle società di Parma, Reggio, Piacenza, Torino e Genova.
Raphael Rossi ha dietro di sé una lunga carriera di impegno nel campo dei sistemi di raccolta differenziata ed ha ricoperto diversi importanti incarichi in giro per l'Italia, dimostrando sempre le sue doti irreprensibili di persona onesta e capace, sempre convinta di portare avanti una battaglia giusta e senza tentennamenti, per trattare i rifiuti nel modo più corretto possibile.
Tra i più importanti ruoli ricoperti quello di amministratore e poi vicepresidente di Amiat, la società multiservizi di Torino, dal 2004 al 2010 e poi a Napoli la guida di Asia, gestore dei servizi ambientali della città partenopea, chiamato dal sindaco De Magistris.
Ora il nuovo presidente è chiamato a coordinare le società che gestiscono i servizi ambientali ed energetici delle tre province emiliane gestite da Iren, le cosiddette Sot, che operano direttamente all'interno dei rispettivi territori di riferimento.
Raphael Rossi ha collaborato alla gestazione del nuovo progetto di raccolta differenziata in corso di sviluppo nel comune di Parma, un progetto nato in collaborazione con Enzo Favoino, della Scuola Agraria del parco di Monza e con la consulenza e il sostegno di Conai, il consorzio nazionale imballaggi.
Il progetto di Parma porterà finalmente la città all'adozione di un sistema unico di raccolta differenziata porta a porta spinto che avrà come traguardo finale la tariffazione puntuale, per permettere di premiare i cittadini che separano bene i loro materiali post utilizzo.
Ma l'incarico del nuovo presidente di Iren Emilia sarà anche quello di riportare al centro dell'operato della società l'etica, la trasparenza, l'attenzione alle esigenze del territorio, una particolare attenzione all'ambiente ed a una corretta gestione dei rifiuti.
La scelta del Movimento 5 Stelle segna un'inversione di tendenza e pone le basi per una diversa impostazione sulla designazione dei candidati in società con rappresentanti istituzionali.
Largo alla competenza e addio alle poltrone scelte in base alle tessere o alle amicizie.
Un bel cambio di marcia. Da adottare anche in futuro.
Chissà che l'Italia non prenda esempio da Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 gennaio 2013

lunedì 28 gennaio 2013

Dieci inutili anni


L'inquinamento cresce, nonostante le iniziative contro
E' necessaria una svolta

La qualità dell'aria in Emilia Romagna è peggiorata sensibilmente nonostante dieci anni di politiche regionali, ormai rivelatesi insufficienti e inutili a fronteggiare quella che è una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria.
Oggi ci dobbiamo seriamente interrogare sull'inefficacia di quanto fatto finora.



L'obiettivo, limitare le emissioni da traffico automobilistico, quella da riscaldamento domestico e industriale, quello da inceneritori, non è stato centrato.
Targhe alterne, diminuzione della temperatura, divieto di combustione delle biomasse, decisa inversione di tendenza nell'utilizzo di centrali a combustione per trattare rifiuti, chiusure dei centri urbani, incremento del trasporto pubblico anche dal punto di vista della qualità e della puntualità, oltre che della frequenza.
Azioni concrete da intraprendere, sviluppare, incrementare.
Il malato Emilia Romagna giace nel reparto dei lungodegenti, con il rischio di cronicizzare la sua malattia fino al punto del non ritorno.
I dati sui ricoveri e sulle diagnosi dovrebbero già aver fatto scattare misure emergenziali, che proprio per la loro tipologia non guardano più all'agio delle varie categorie coinvolte ma mettono, come sarebbe doveroso, la salute avanti tutto il resto.
Le nuove politiche ambientali devono guardare al territorio nel suo complesso.
Partendo dalla valutazione delle fonti emissive.
Una analisi completa dei singoli punti di inquinamento, per capire come farli diminuire.
Automezzi obsoleti, camini senza filtri, mancanza di controlli, depurazioni insufficienti, scarichi in aria ma anche in acqua fuori controllo.
Se vogliamo davvero dare all'aria una caratteristica almeno simile ad un gas respirabile vanno spente tutte quelle emissioni che ne causano il peggioramento.
Le risorse della regione vanno indirizzate principalmente in questa direzione, potenziando i controlli ma nel contempo sostenendo le aziende che vogliono rendere salubri le loro attività, applicando nei centri storici gli ecopass che ad esempio a Milano stanno dando una grossa mano alla riduzione del traffico veicolare privato. Dotare gli stessi centri storici di reti di trasporto pubblico di superficie su rotaia, allestire in tutte le metropoli parcheggi scambiatori collegati con i centri, prevedere una costante riduzione dell'inquinamento di anno in anno, colpendo con la leva fiscale le attività che causano inquinamento.
Se davvero è la salute il primo bene da perseguire, tutto il resto deve venire dopo.
Inquinare è anche economicamente controproducente, gli unici che traggono vantaggio sono gli inquinatori stessi, a scapito però della salute di tutti.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 gennaio 2013

domenica 27 gennaio 2013

Rifiuti nei cementifici, un attacco alla salute


Un nuovo attacco alla salute viene portato dallo schema di Decreto Presidenziale approvato del Consiglio dei ministri il 26 ottobre 2012 ed inviato al Parlamento. E' un provvedimento che disciplina la combustione di rifiuti nei cementifici, in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali. Esso aggrava pesantemente quanto già previsto dal D. M. Sviluppo Economico del 6 luglio 2012, con cui il ministro Passera aveva liberalizzato la speculazione legata alla produzione di energia da impianti a biomassa agricola.



La nuova proposta legislativa riguarda l’utilizzazione “energetica” del Combustibile Derivato Rifiuti (C.D.R.), riclassificato come Combustibile Solido Secondario (C.S.S.). Il CSS, non più definito “rifiuto urbano”, ma “rifiuto speciale”, viene esentato dall'obbligo di essere trattato entro i confini regionali, diventando un prodotto industriale “di libera circolazione” che va a sostituire i combustibili tradizionali nei cementifici ed entra nel business dello smaltimento dei rifiuti.
La previsione di bruciare la parte combustibile di rifiuti indifferenziati negli inceneritori è una grave scelta dal punto di vista ambientale e sanitario. Da un lato vengono esposte le popolazioni al rischio di patologie cancerogene derivate da inquinamento atmosferico da polveri sottili ed ultrasottili, mentre dall'altro, a causa dell’incentivazione con CIP6 e Certificati Verdi, viene di fatto impedito l’avvio dell’industria del riciclo.
Ma bruciare rifiuti nei cementifici è di gran lunga più pericoloso che bruciarli negli inceneritori.
I cementifici risultano più inquinanti degli inceneritori in quanto non dotati di specifici sistemi di abbattimento delle polveri e tanto meno dei microinquinanti, e sono inoltre autorizzati con limiti di emissioni più alti. Il limite per le diossine passa da 0,1 nanogrammi/mc negli inceneritori a 10 ng/mc nei cementifici, cioè 100 volte di più.
Diversi cementifici inoltre sono inseriti a ridosso di centri urbani già pesantemente inquinati come Colleferro nel Lazio, Barletta e Taranto in Puglia, Rezzato in Lombardia, Monselice in Veneto, Maddaloni in Campania con le conseguenza di provocare un'escalation di contaminazione.
La Campagna Nazionale “Legge Rifiuti Zero”, con la sua rete di oltre 150 associazioni nazionali e locali, coordinamenti regionali e comitati locali in diciotto Regioni diverse, chiede di fermare questa proposta ed ogni qualsiasi decisione in merito.
Lanciamo una mobilitazione generale per fermare il proseguimento dell’esame in Commissione Ambiente, anche in vista del deposito a breve del Testo di Legge di Iniziativa popolare che prevede la moratoria sino al 2020 per gli inceneritori ed i cementifici che utilizzano rifiuti e la revoca degli incentivi che consentono di sopravvivere a queste industrie tossiche, insostenibili per l’ambiente e per la salute.

25 gennaio 2013

Campagna NazionaleLegge Rifiuti Zero

Piazza Vittorio Emanuele II, 2 – Roma


leggerifiutizero@gmail.com


Tel. 340 371 9350