sabato 23 giugno 2012

Scacco al re


L'inceneritore cancellato per legge
Le prime pedine mosse dal M5S

Questa mattina il capogruppo del Movimento 5 Stelle Marco Bosi ha depositato in consiglio comunale una mozione in cui sono contenute le linee guida nel campo dei rifiuti.
E' la road map del M5S per puntare alla cancellazione definitiva del forno di Ugozzolo.



E' il primo atto della nuova maggioranza, che delinea il cambiamento radicale di strategia sul tema della gestione corretta dei nostri rifiuti.
Il documento di programma è stata elaborato con il contributo di alcuni fra i migliori esperti italiani di corretta gestione dei rifiuti, per far sì che tutte le esperienze italiane di rilievo siano assorbite dal nostro comune e consentano di far diventare Parma capitale europea di Rifiuti Zero e Riciclo Totale.
Lo scenario da cui partire è il settimo programma europeo in materia ambientale, in fase di elaborazione, che il 20 aprile scorso ha visto un voto a larghissima maggioranza che indica nella prevenzione e riciclo dei rifiuti la strada da seguire, ma soprattutto afferma che nel 2020 sarà vietato per legge in tutto il continente bruciare materiali compostabili e/o riciclabili.
L'addio agli inceneritori viene quindi richiesto proprio dall'Europa e Parma non può essere da meno nel gettarsi a capo fitto nella sfida.

Partendo dalla riconversione del Paip e dalla dismissione di quanto costruito finora.
Le proposte alternative sono già arrivate ed ora si tratta di compiere quei passi che vadano nella giusta direzione: massimizzazione della prevenzione e del riciclo dei materiali.
Ugozzolo è destinato a diventare una fabbrica di materiali, consentendo il recupero di tutte quelle materie che fin qui hanno preso la strada dell'inceneritore o della discarica.
Nella mozione il consiglio comunale invita la giunta ad adottare una serie di azioni che rispondano appieno alle indicazioni europee.
Partendo dalla revisione del piano provinciale gestione rifiuti approvato nel 2005, ormai superato dalle nuove performance dei comuni a raccolta differenziata porta a porta, che raggiungono di slancio anche l'80% di Rd, rendendo obsolete le previsioni del PPGR.
L'invito coinvolge tutto il territorio e tutte le istituzioni, compreso il mondo universitario che è chiamato a dare il proprio fattivo e competente contributo per riprogettare anche il mondo produttivo, affinché si riducano a zero i materiali di scarto, spesso frutto di una cattiva progettazione dei materiali.
La strada indicata dalla maggioranza è dettagliata: si va dall'analisi della composizione merceologica dei rifiuti, alla realizzazione di un piano comunale di riduzione degli stessi, che includa l'adozione degli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, dalla estensione della raccolta porta a porta con tariffa puntuale in tutta la città, alla campagna informativa per conquistare la fiducia e la collaborazione dei cittadini nella nuova sfida.
Infine si intende aderire alle città che in Italia perseguono la strategia rifiuti zero come Capannori e Colorno, in modo da poter scambiare esperienze e suggerimenti con tutti gli attori della migliore gestione dei materiali post utilizzo.
Sembra davvero che i giorni dell'inceneritore siano contati.
Se fino ad oggi marcavamo il conto alla rovescio in vista dell'accensione, oggi potremmo iniziare un nuovo count down, quello che ha come data di arrivo il giorno dello smantellamento.
Il giorno della rimozione della prima pietra.

*
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 giugno 2012

Sono passati
754 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
48 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
33 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

venerdì 22 giugno 2012

Europa vs Ugozzolo


Un forno sulle sabbie mobili

Il cantiere dell'inceneritore cresce ancora, ma è come se avesse messo le fondamenta sulle sabbie mobili, un'instabilità pazzesca.
Più ingigantisce la sua silhouette, più cresce il peso, più rischia l'affondamento nelle insidiose melme del tavoliere padano.



Un progetto nato male, cresciuto peggio, con difetti macroscopici e microscopici pronti a esplodere a giorni alterni, mantenuto in vita cercando di spostare in avanti l'ottimizzazione della raccolta differenziata, per poter giustificare una necessità di trattamento che oggi, all'evidenza di tutti, non  c'è più.
Come se avessimo ordinato una comoda fuoriserie per un lungo viaggio e poi scoprire di dover andare appena fuori città. E magari basta una bicicletta.
Oggi ci troviamo in mano questo gingillo costoso e ingombrante, e nessuno sa di che farsene.
Il penultimo missile che ha centrato il camino sono state le elezioni del mese scorso.
Il sindaco che hanno scelto i parmigiani è no-ince di nascita, un no-termo nei più piccoli dettagli del programma di governo, al punto da chiamare all'ambiente uno dei nemici giurati del forno.
Un segnale inequivocabile, per alcuni supporters dell'ince anche sinistro.

L'ultimo assalto invece ha il colore blu dell'Europa, proprio quella figura a cui Enia guardava per ispirare la sua forma mentis: “Noi guardiamo all'Europa virtuosa”.
Oggi se Iren si mettesse a guardare l'Europa rischierebbe l'infarto, un colpo apoplettico che scuoterebbe il core business della Spa, gigante italiana dei debiti, alla ricerca convulsa di futuro.
Al 2020 il divieto di incenerire i rifiuti compostabili e riciclabili: una sentenza di morte scritta con l'inchiostro simpatico, temporizzata.
L'unica strada percorribile resta ora il tema dello smantellamento.
E decidere se Iren vuole far parte o meno della partita.
Con un ente locale contro, le strade sono soltanto due: collaborare o portare altrove il proprio business.
Smantellare Ugozzolo significa affrontare seriamente la proposta della multiutility olandese, o di chi altri si farà avanti.
Smontare lo smontabile, collocarlo su altri mercati meno avanzati, trasformare Ugozzolo in una fabbrica di materiali, un centro riciclo che si prenda carico di tutte le frazioni, dall'organico al secco residuo, un centro riuso per rispondere alla prima richiesta europea dettata dalla 98/2008: riduzione.
Che significa prevenire la produzione di rifiuti anche attraverso il riuso di materiali ed oggetti che possono ancora svolgere la loro funzione.
Poi significa prendere il mano il territorio e reimpostare la gestione dei rifiuti in modo omogeneo, efficace, ambientalmente sostenibile, economicamente vantaggioso per gli enti locali.
Una vera e propria rivoluzione per tornare ad essere un territorio che guarda avanti.
Verso l'Europa virtuoa.

*
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 giugno 2012

Sono passati
753 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
47 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
32 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

giovedì 21 giugno 2012

Terremoti...


Terremoti...

Al
Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministri competenti, con
preghiera di girare agli interessati.

        Mi presento, sono
Cristian Casoni e abito a San Felice sul Panaro (MO), come riportano le
cronache da domenica 20/05/2012 la zona in cui vivo è stata bersagliata
da scariche di terremoto che continuano tuttora.
        La popolazione
è stremata e non vede una fine, siamo costretti a dormire in macchina
per la paura di crolli.



        Certo questo non è il motivo per cui
Vi scrivo, come certamente sapete illustri Ministri (anche perché avete
dato il via Voi alle sperimentazioni), la nostra zona geografica è
interessata a sperimentazioni per stoccaggio di gas nel sottosuolo, da
quando è partita la sperimentazione, e badate bene che smentire non
serve a nulla, sono precipitati gli eventi.
        Tutti abbiamo visto le trivelle in azione e i tubi con cui è stato 
pompato azoto liquido.
        Questo pompaggio ha fatto si, poco prima
della grande scossa di terremoto, che l'acqua, dalla pressione
sottostante, uscisse copiosamente dai pozzi, senza contare sfiati
infuocati dalla terra che apparivano qua e là nelle nostre campagne.

        Si può negare tutto a questo mondo, ma non l'evidenza.
       
Se poi vogliamo dirla tutta, a questo si somma l'attività di fracking,
dove le rocce nel sottosuolo vengono distrutte per estrarre anche
l'ultima goccia di petrolio, sul portale dell'azienda di perforazione
Aleanna, spiega come vengono eseguiti i sondaggi. Inoltre sul sito sono
presenti le mappe emiliane di intervento:
( http://www.aleannaresources.com/it/node/73  )

        Signori, rappresentare e governare un
popolo, una nazione, è prendersi cura, agevolare ed aiutare la
popolazione, a me sembra invece che state vendendo il pianeta per due
lenticchie, e per favore evitate mail di risposta dove date incarico ad
un funzionario di smentire o di minacciare, non fate prima di tutto
paura a nessuno, tanto al massimo si muore, ma voglio che sappiate che
prima o poi la verità verrà a galla.

        Se foste tutti persone
senza interessi personali, uomini, dareste la vita per il vostro
paese,  per la vostra terra, ma vedo che non è cosi.

        Io
invece, insieme a migliaia di persone di buona volontà, siamo pronti a
dare la vita affinché la verità venga alla luce, e lo dico con il
cuore, lo dico per i miei figli, per i nostri figli, perché si meritano
una terra con fondamenta ben radicate nell'Amore, nell'innocuità, nel
bene comune e nella fratellanza.

        Per questo alla fine
vinceremo, l'Amore e l'onestà prima o poi spazzano via la corruzione e
l'odio...

        Voi da che parte state?

        In fede
       
Cordiali Saluti
        Cristian Casoni
        link allegato:
       
http://www.aleannaresources.com/it/node/73

mercoledì 20 giugno 2012

Ogni aspetto della vita di Parma è ambiente


L'intervento di Fabrizio Savani

Ogni aspetto della vita di Parma è ambiente: salute, trasporti, edilizia, agricoltura, rifiuti e qualità della vita.
La vita di Parma, la vita dei cittadini di Parma, non sono merci e non si valutano a peso.
Solo l’uomo in natura non vive a rifiuti zero. Consumiamo e buttiamo tutto, Terra compresa.



Ma tutto questo non è più possibile e non lo è mai stato. Dobbiamo svegliarci, soprattutto qui a Parma, in una delle capitali mondiali dell’alimentazione, terra da sempre legata all’agricoltura e al territorio inteso come patrimonio ambientale.
L'ambiente non è di nostra proprietà, non è un derivato o un bond. L'ambiente siamo noi ed è l'unica eredità che lasceremo ai nostri figli. Dobbiamo quindi smettere di avere una visione antropocentrica dell’ambiente e della vita e dobbiamo invece avere una visione biocentrica dove il cittadino è parte dell’ambiente e ricava dall’ambiente ciò che gli serve per il proprio benessere in un equilibrio bio economico.

Questo patrimonio culturale non è moderno ma arriva da lontano, a Parma i nostri nonni lo avevano capito ed è completamente estraneo ai mercenari politici, ai banchieri e alle SpA. L'ambiente non è denaro contante. Vendere il territorio, ad esempio, è un reato etico, ambientale, politico, economico. La politica energetica deve andare verso la riduzione dei consumi e degli sprechi. Se il paradigma della crescita non viene messo in discussione, la politica energetica andrà alla ricerca di fonti rinnovabili in grado di sostituire quelle fossili.
Il territorio non può essere utilizzato per coltivare mais per impianti a biomasse o per costruire centri commerciali alieni alla nostra tradizione locale di piccole realtà artigianali. L’ossimoro dello sviluppo sostenibile adotta come pannicello caldo la riduzione dei consumi limitandosi a richiami moralistici sulla risparmio energetico ottenibile con comportamenti pseudo virtuosi. Certo utili, ma insufficienti.
Stampare fronte retro, spegnere le luci, togliere lo stand-by, bere l’acqua di rubinetto, fare il pane, la birra, lo yogurt in casa, comprare l’auto ecologica (altro ossimoro) sono tutte belle azioni ma sono solo l’inizio, sono condizioni necessarie ma non sufficienti.
Non è questo il progresso, anzi si corre i rischio di ottenere una falso approccio al problema. Sono eco friendly in quanto insegno mia figlia a lavarsi i denti col rubinetto chiuso. Poi le faccio mangiare una bella bistecca alla settimana ovvero 3.000 litri di acqua usati per far arrivare sul piatto un etto di carne (acqua per irrigare cerali con cui si alimentano i bovini, acqua per pulire le stalle e per far bere i bovini).
Allora bisogna essere consapevoli e iniziare a pensare in modo differente.

Fabrizio Savani

*
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 giugno 2012

Sono passati
751 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
45 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
30 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

A casa nostra decidiamo noi


Corriamo volentieri il rischio di essere tacciati leghisti e/o nimby (not in my backyard, non nel mio giardino), a seconda dell'interpretazione che si vorrà dare a queste considerazioni.
Corriamo volentieri il rischio perché qui stiamo mettendo in gioco il nostro futuro e, se lor signori di Borsa & affini lo permettono, vorremmo avere, come cittadini di queste terre, voce in capitolo.
In questi giorni si legge di tutto sui giornali.



Ad esempio abbiamo rilevato ripetuti articoli in cui si discute di grandi accorpamenti e di grandi opportunità nel campo dei rifiuti, come se il tema, invece che riguardare la soluzione di un problema della modernità, fosse semplicemente una ghiotta occasione di lucro.
Si ragiona di una mega fusione, che metterebbe in un'unica scatola A2A, Hera, Iren, andando a configurare un colosso italiano nel campo di energia, acqua, rifiuti.
Ovviamente siamo davanti al solito gioco, tutto italiano, delle tre carte.
Davanti a situazioni societarie vicine al collasso, si rilancia con una fusione che andrebbe a coprire momentaneamente buchi milionari, che ovviamente risalterebbero fuori alla prima occasione.
Ma a noi, a parte i giochi di Borsa, interessano le ripercussioni che simili ipotesi avrebbero sul locale, ed in particolare sul nostro territorio.

Da tempo andiamo denunciando il calo di potere del comune di Parma avvenuto prima con la fusione in Enia (con Reggio e Piacenza) e poi, in modo drammatico, con la nascita di Iren, con Genova e Torino a farla da padroni assoluti del campo.
Quali sono le conseguenze pratiche per i cittadini?
Ad esempio che su un tema fondamentale come i rifiuti e la loro gestione la scelta locale è bypassata da strategie di filiera e di società che spesso nulla hanno a che far con il benessere delle persone.
Significa che un inceneritore in costruzione possa essere semplicemente considerato un polo di business da cui ricavare utili a tutti i costi, convogliando materiali da bruciare fin che c'è posto, alla faccia degli impegni di sostenibilità e di confini provinciali da difendere.
Questi colossi insomma guardano al Paese come ad una scacchiera in cui muovere le proprie pedine, in vista dello scacco matto, non importa con quali ripercussioni nei territori locali.
Noi siamo pulci e l'interesse verso le pulci è direttamente proporzionale alla loro dimensione.
E' questa una situazione da cui venirne fuori.
Un'amministrazione locale è tale se ha in mano la cabina di regia delle scelte strategiche del territorio. La modalità di gestione dei rifiuti ricade tra queste priorità e non va assolutamente delegata a nessuno.
Davanti a questi giochini di Borsa & affini sale una riflessione che andrà portata a tutti i livelli.
Chi deve decidere del nostro futuro se non noi stessi?
Oggi si ha l'impressione che non siano le amministrazioni ad indicare le strade ma sia l'economia a dettare tempi e modi alla politica e che gli stessi delegati dal popolo siano a volte supini a certe scelte che provengono dagli alti uffici dei manager.
Un'abdicazione di potere a cui i cittadini si devono ribellare.
Questa riflessione di prospettiva ci ha fatto ricordare un'idea proposta negli primi anni '90 e mai concretizzata.
Allora non erano ancora state inventate le Doc e le Dop, eppure a Parma, esattamente in quel di Sissa, si svolse un convegno, organizzato dalla Scuola Professionale Regionale in Agricoltura, che di fatto le anticipava e addirittura le superava.
I primi di marzo del 1991 venne messa in discussione la proposta di Dac, denominazione di ambiente controllato, una strategia di territorio per mettere in sicurezza un intero sistema e dare la possibilità di produrre cose buone in un ambiente sano.
Il territorio è tutto ciò che abbiamo a lo dobbiamo preservare per le future generazioni.
La Dac oggi come visione di sistema torna d'attualità e la prospettiva di corretta gestione dei rifiuti che il comune di Parma ha portato avanti come cavallo di battaglia della campagna elettorale va in questa direzione.
Se mancasse condivisione con gli attuali gestori perché non ripensare in modo unitario la gestione del nostro territorio, coinvolgendo tutti gli enti locali?
La visione strategica e di sistema deve diventare la base di partenza di tutte le successive politiche territoriali, una complessa formula chimica con tutti gli ingredienti giusti, nelle giuste misure.
Di mega holding senza lineamenti riconoscibili facciamo volentieri a meno.

*
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 giugno 2012

Sono passati
751 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
45 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
30 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
*Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica possono essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

martedì 19 giugno 2012

Rifiuti. il grave ritardo di Parma


ra i chiaroscuri della situazione rifiuti del nostro territorio, spicca da anni il dato negativo della città capoluogo, afflitta da una crescita scarsa della raccolta differenziata (Rd), un trend timido quanto imbarazzante e insensato.
Il nostro territorio spicca in regione per i record di riciclo, macinati dalle cittadine della cintura di Parma, che con media che superano l'80% hanno portato la Provincia in vetta alle media regionali.
Eppure, di fronte a questi indubbi successi, resta il dato disarmante e inspiegabile del capoluogo.



Inspiegabile per modo di dire.
Nei cassetti di piazza Garibaldi infatti giace il progetto della raccolta differenziata elaborato (non gratis) dal consorzio Priula a metà degli anni duemila, quando ancora il progetto dell'inceneritore era sulla carta.
Il Priula è uno dei migliori incubatori italiani di sviluppo delle tecniche della raccolta differenziata e ha sempre spiccato per sperimentazione e continui progressi sulla via del riciclo totale dei materiali di scarto.
Quel rifiuti zero che a Parma, purtroppo, è rimasto uno slogan stropicciato e dimenticato.

Non è casuale comunque che il capoluogo non riesca a superare di slancio l'asticella del 50% di Rd.
I motivi li conosciamo bene e sono tutti i giorni davanti agli occhi dei cittadini.
Il centro storico, anno 2012, è ancora scandalosamente scoperto per la raccolta della frazione umida. Così si perdono tutti i giorni tonnellate di scarti alimentari che non solo costituiscono un costo maggiore per le casse comunali, ma vanno a determinare gravi problemi alle discariche, essendo la frazione umida la responsabile di percolato e gas serra che vi si forma.
Conosciamo poi da vicino la situazione dei mercati rionali, dove ogni giorno si crea un caos di rifiuti infernale, che alla fine viene risolto ammucchiando insieme materiali che tra di loro non hanno affinità, se non quella di finire, per forza di cosa, visto il trattamento subito, nella bocca del forno, non prima di un sollecito conteggio da parte del gestore.
Abbiamo poi la presenza nelle strade della città di centinaia di cassonetti di rifiuto indifferenziato dove chiunque può conferire qualunque cosa in barba alle più semplici regole della corretta gestione dei rifiuti, che insegna come primo comandamento la separazione per tipologia degli oggetti scartati.
E' facile rendersi conto dello spreco in atto da anni: basta sollevare un coperchio ed osservare i materiali contenuti nel cassonetto. Senza addentrarci in facili scommesse è certo che vi troverete carta, cartone, cassette di plastica, organico, bottiglie di vetro. Sono tutti materiali che lì non dovrebbero esserci e che vengono messi, come dire, su un binario sbagliato, che segna per sempre il loro destino.
Infine entriamo in aspetti più specialistici. Il multimateriale, in cui si mischia la parte leggera (plastica e barattolame) con quella pesante, è una sperimentazione che non ha dato il risultato sperato. Il vetro, trattato nei compattatori, si spacca e peggiora la qualità del raccolto.
Il risultato è una pessima Rd di questi materiali e livelli di qualità che il Conai, il consorzio obbligatorio nato dal decreto Ronchi del 1997, sanziona con decrementi economici di grossa entità, dati che ovviamente vengono tenuti nascosti.
Per ultimo da notare come siano ancora insufficienti le frazioni riciclate. All'appello mancano ancora le stoffe, le calzature, i pannolini (e i pannoloni), i tessuti in genere, le plastiche eterogenee.
Il menù della differenziata targata Parma è davvero ancora insufficiente.
In modo ormai indifendibile.
E' urgente cambiare.



Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 giugno 2012

Sono passati
750 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
44 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
29 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

lunedì 18 giugno 2012

Isole ecologiche. Un'idea da migliorare


Sono quattro a Parma i centri di raccolta rifiuti, dislocati in via Bonomi (Crocetta), via Toscana, via Barbacini (Moletolo), via Langhirano.
Si tratta di aree recintate, gestite da un operatore, che consentono ai cittadini di portare materiali di scarto anche ingombranti, oggetti che possono essere così indirizzati al corretto circuito di recupero, senza finire allo smaltimento.



I centri di raccolta sono stati pensati come valida opportunità per i cittadini di disfarsi in modo corretto di rifiuti che non possono essere accolti nel normale circuito urbano (stradale o porta a porta) a causa delle loro dimensione e/o delle loro caratteristiche.
Ad esempio ai centri di raccolta vanno portati i rifiuti elettronici come computer, stampanti, elettrodomestici, pile, batterie, oppure mobili, sfalci di potatura, cartoni ingombranti, vernici ed altri rifiuti pericolosi che potrebbero fare un grosso danno se abbandonati nell'ambiente o riversati nei normali cassonetti dell'indifferenziato.
La doppia finalità di questi centri, evitare l'abbandono e recuperare materiali nobili, viene così centrata, sempre che tutto venga organizzato e gestito nel migliore dei modi.
Purtroppo capita nell'esperienza quotidiana di aver avuto modo di verificare alcuni malfunzionamenti, che mettono a rischio l'efficacia e l'effettivo incremento del recupero/riciclo di materia.

Succede infatti che tra i cassoni presenti in queste aree, quello maggiormente utilizzato e pieno sia sempre quello dell'indifferenziato, che spesso e volentieri è anche indicato come destino scacciapensieri per liberarsi di dubbi e incertezze sulle reali e corrette destinazioni dei materiali conferiti.
Anche la gestione degli accessi non sembra essere proprio una regola ferrea visto che è capitato di consegnare merce senza alcuna registrazione, osservando un via vai che non può certo corrispondere ad una ordinata consegna e controllo.
I centri di raccolta sono infine orfani dell'ultimo importante passaggio per chiudere correttamente la filiera della riduzione e della prevenzione dei rifiuti: i centri di riuso.
Presenti soprattutto in realtà americane come San Francisco, questi grandi capannoni costituiscono l'ossatura importante di un meccanismo di attenta valutazione di tutto ciò che viene scartato, perché nella maggior parte dei casi i materiali destinati al fine vita sono ancora in grado di svolgere le loro mansioni e possono proseguire la loro vita utile ancora a lungo.
C'è bisogno quindi di implementare i centri di raccolta con centri di riparazione e riuso, dove l'usato possa a sua volta essere ricollocato e venduto, costituendo non solo un risparmio in termini di costi di smaltimento, ma anche un'impresa che genera utili e proventi per la casse pubbliche.
Molti oggetti scartati hanno tutte le caratteristiche per essere nuovamente utilizzati, magari con una semplice messa a punto o piccola riparazione. E' questa una nicchia di mercato oggi svolta in massima parte dai privati, con i mercatini dell'usato sparsi per la città, che svolgono anch'essi una utile funzione di parcheggio e riutilizzo di oggetti, altrimenti destinati allo smaltimento ed a costi ulteriori per la collettività.
Sviluppare la gestione del fine utilizzo di oggetti e cose del nostro quotidiano permette una importante azione di risparmio, economico per la collettività ma anche di risorse, perché riutilizzare un oggetto consente di evitare il circuito della produzione, che trae origine sempre dal recupero in natura di materia prima.
I centri di raccolta devono diventare non il destino finale delle merci scartate, ma un crocevia nel quale viene analizzata puntualmente ogni merce, per destinarla al suo più corretto canale.
Un vantaggio che tocca tutti quanti, dai cittadini che depositano a quelli che possono usufruire del mercatino dei riuso, risparmiando fortemente sull'acquisto dei beni e aiutando le casse pubbliche nel difficile compite del reperimento di risorse.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 giugno 2012

Sono passati
749 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
43 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
28 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

domenica 17 giugno 2012

Vivere senza inceneritore


Dobbiamo modificare i nostri comportamenti quotidiani

Partiamo dall'umido

Decidere di fare a meno di discariche e inceneritori è una scelta civile che implica un diverso rapporto dei cittadini con i materiali post utilizzo, erroneamente conosciuti come rifiuti.
La rivoluzione la si fa soltanto se i cittadini ne costituiscono le truppe ordinate e convinte della opportunità di questa svolta, mettendoci ognuno il proprio fondamentale contributo.



E come in tutte le rivoluzioni gentili sono i piccoli gesti che determinano la vittoria finale.
Vanno quindi modificati il nostro approccio e i nostri comportamenti quotidiani, affinché questa buona idea diventi prassi consolidata e il territorio si trasformi in un laboratorio di eccellenza della corretta gestione dei materiali.
Tutti noi abbiamo ogni giorno a che fare con lo scarto di materia, con prodotti che hanno terminato la loro funzione e debbono essere collocati nel migliore dei modi per creare il minor danno possibile all'ambiente o, meglio, mantenere il loro valore intrinseco.
Spesso però il nostro approccio è casuale e improprio, delegando la loro gestione alla fase successiva e di fatto impedendo un loro corretto recupero.
Lo si capisce osservando le nostre strade, di città e della provincia, troppo spesso ingombre di cartacce, bottigliette ed ogni genere di rifiuto che viene gettato dai finestrini o abbandonato appositamente lungo argini e bordi strada.

Questo atteggiamento ci fa comprendere quali siano i margini di miglioramento e quanto lavoro sia necessario a livello formativo.
Molti, troppi cittadini ancora non comprendono che i loro gesti determinano in parte lo stato di salute dell'ambiente, con dirette conseguenza sulla salute individuale.
Noi dovremmo agire con i materiali post utilizzo come se la pattumiera dell'indifferenziato non esistesse, ed ogni singolo “rifiuto” andasse collocato nel suo contenitore giusto, come un puzzle che per ogni tessera ha la sua posizione corretta ed univoca, senza scarto alcuno.
Il mondo dei rifiuti lo possiamo suddividere in due grandi gruppi che racchiudono tutti i materiali.
Da una parte l'umido, dall'altra parte il secco.
La frazione organica rappresenta il 40% circa di tutti i nostri rifiuti ed è di fondamentale importanza tenerla separata dal resto, per evitare da un lato di “sporcare” la parte secca, ma dall'altro per preservare la grande ricchezza che racchiude.
Necessario quindi che a tutti i cittadini, ed a tutte le imprese, sia consegnato il contenitore per la raccolta dell'organico e le istruzioni corrette per una pratica senza errori.
Una prima indicazione fondamentale è proprio quella di mantenere separati i due flussi di secco e umido. Mai immettere nel secco una parte organica.
Con questo primo approccio otteniamo una parte secca leggera, senza odori, senza formazione di insetti e effluvi maleodoranti.
Il contenitore dell'organico invece si trasforma in un primo incubatore di compost, la ricca materia fertile che andrà a riportare alle nostre terre quella ricchezza di sostanze che si va via via disperdendo e che viene erroneamente sostituita da componenti chimiche.
Nel contenitore marrone vanno collocate tutte le componenti organiche di scarto come bucce, noccioli, frutta ammalorata, scarti di verdura, ma anche residui di cibo come pane,briciole, ossa, pesce. In questa frazione si possono collocare anche fazzoletti bianchi, non colorati, sporchi di grasso o unti, fondi di caffè e di thè, Il sacchetto in mater bi e il contenitore traforato permettono quella traspirazione che evita odori, muffe e liquidi. Il conferimento regolare al contenitore condominiale porta a livelli di qualità notevoli questa frazione.
Anche lo sfalcio di prati e gli scarti delle potature costituiscono utile materia prima per produrre compost di qualità. In questo settore sono molteplici i salti di qualità che si possono fare. I prati pubblici della nostra città potrebbero ospitare aree di compostaggio gestite a cui si potrebbe conferire il verde delle aree verdi private per arrivare a produrre concime da riversare negli stessi giardini, costituendo un circolo virtuoso che contribuirebbe anche ad un calo drastico dei costi di gestione di questa frazione, diminuendo i trasporti e gli smaltimenti.
La rivoluzione dei rifiuti parte dall'umido, che le aziende alimentari, i ristoranti e le mense sono chiamati a gestire in modo particolare perché produttrici in modo massivo di questa tipologia di scarti, così come i mercati rionali e le feste all'aperto o le mense aziendali e fieristiche.
Tutti i giorni si producono enormi quantità di scarti organici, che se ben gestiti diventano una importante ricchezza, e se invece mal trattati costituiscono un grosso problema, come abbiamo ben conosciuto nella storia tutta italiana di discariche che producono percolati e gas serra in quantità, proprio perché ricche di sostanza organica abbandonata nel secco senza differenziarla.
I rifiuti diventano un problema solo se mal gestiti. Gli scarti possono diventare ricchezza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 17 giugno 2012

Sono passati
748 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
42 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
27 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI