sabato 23 ottobre 2010

Solidarietà ai patrioti rifiutati

Quanta strada dovranno ancora percorrere i cittadini italiani, per essere finalmente ascoltati?
Quante botte dovranno ancora prendere i cittadini italiani, per far capire alle autorità che la salute deve venire prima di ogni altro interesse?
Non lo sappiamo, ma la speranza non si affievolisce, nonostante il dramma di Terzigno.



Siamo lo specchio del Paese e ci meritiamo i governi che abbiamo scelto. Fino a giungere alla stanchezza definitiva e senza ritorno, dobbiamo sopportare, subire, cercare di capire cosa ci ha portato a questi punti estremi.
Certamente la situazione dei rifiuti a Napoli rispecchia un modo vecchio di vedere il problema e di sollecitare le risposte. Perché nonostante tutto quello che capita la risposta delle autorità rimane soltanto la scelta della discarica, legata all'incenerimento.
Una strada di distruzione, di affari sporchi, di aria, acqua e suoli inquinati.
Solo la gente ha capito che non si esce da questo cul de sac senza capovolgere la gestione dei rifiuti, che devono essere prima di tutto ridotti alla fonte, per non diventare problema inaffrontabile a valle.
Ancora non sentiamo parlare di riduzione, di riuso, di riciclo, ma solo di discariche, di inceneritori, di commissariamenti e di interventi cruenti e impositivi, che ricalcano scelte vecchie e sorpassate.
Non vale nemmeno il richiamo dell'Europa, che lo stesso Bertolaso ha sbeffeggiato come un intervento fuori luogo, che mette il naso in affari altrui. E' lo stesso Risolvitutto che dava lezioni ad Haiti e per la stanchezza accumulata, chiedeva un robusto massaggio al suo ritorno in patria.
Si vive di emergenze, si guadagna di emergenze, non c'è mai fine alle emergenze italiane, che non trovano mai il bandolo della matassa, coprendo le buche con fragili catrami appiccicosi, che saltano al primo mezzo pesante che vi passa sopra.
Terzigno insegna che difendere la salute del proprio territorio non basta. Anche questo gesto estremo, il bloccare i camion di morte che vogliono parcheggiare veleni nel tuo giardino, non è più un diritto, non fa più parte degli estremi rimedi, pronto il fronte della legalità apparente a scaricare su di te il dito della colpevolezza, il marchio infame del disordine e della resistenza a pubblico sopruso.
Dalla nostra terra maggiormente consapevole, ma in bilico sul baratro dell'inceneritore, non può che giungere un segno di speranza. L'associazione che a Parma si batte da 4 anni contro l'inceneritore di casa nostra è vicina ai resistenti di ogni inceneritore che sporca l'aria d'Italia. Sappiamo con certezza che lo sforzo pedagogico che stiamo facendo, gli investimenti enormi di privati cittadini che ci stanno mettendo anima e corpo, alla fine daranno i loro risultati.
Sappiamo che una semina abbondante reca fertilità anche in un terreno arido, siamo convinti che il percorso intrapreso sia a senso unico e non consenta deviazioni verso le posizioni di partenza. Un'intera città sta camminando verso una nuova consapevolezza, distruggendo falsi credi che impedivano il risveglio, la presa di coscienza.
Un nuovo sentiero liberato dalle foglie ci conduce lontano e si fa sempre più sicuro e luminoso.
Il segreto che non è tale è il non avere altri scopi, nessuna dietrologia o interesse da nascondere e da difendere, aperti a tutti per dialogare e passare insieme qualche ora sul sentiero, certi che alla fine il segreto svelato possa sconfiggere ogni altro effimero interesse.
Terzigno, Parma, Pietrasanta, Montale, Trento, Verona, quanti popoli si ritrovano senza saperlo sulla stessa strada? E' la nostra arma migliore, ingenua ma inarrestabile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 ottobre 2010
-561 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+145 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

Iren e il groviglio inceneritore

Più si tenta di sbrogliare il groviglio, più la matassa diventa impenetrabile.
Da lontano il progetto dell'inceneritore di Parma appariva ai più un tema già svolto. I compitini ben riposti nella cartella, con tanto di firme e controfirme.
Ma nel percorso casa scuola è successo qualcosa.
Nella confusione che regna il mattino in città, la cartella è volata in terra e qualcuno ha cominciato a sbirciare, non riuscendo a credere ai propri occhi.



I fogli sparsi sono andati spargendosi, nudi all'occhio del passante fin lì ignaro.
Dove sono finite la pulite tabelline che ci avevano rassicurato? Quel tema ben fatto con tanto di prologo e finale a lieto fine perché non c'è?
La campanella suona ma adesso non siamo più pronti e ci assale il timore.
Chi ha sbagliato?
Cosa dobbiamo fare ora?
Ha senso entrare in classe senza sapere cosa portiamo?
No, fermiamoci. Recuperiamo il contenuto della cartella, rimbocchiamoci le mani tutti insieme, ricominciamo da capo e verifichiamo cosa è successo, cosa sta succedendo.
Altrimenti il groviglio proseguirà nel suo complicarsi e complicarci la vita.
A partire dall'economia di questo progetto occorre trasparenza. Non sappiamo cosa ci costerà il giochino, i milioni vanno e vengono come bicchieri di acqua fresca, senza che nessuno ponga la parola definitiva. Ognuno spara cifre che sembrano causali e basta cambiare pagina per cambiare importi, ma non centesimi, ma milionate di euro.
E' un progetto azzoppato fin dall'inizio, quando, senza che nessuno eccepisse alcunché, si consegnò il pacchetto dei compiti a Enia, senza se e senza ma, confidando nella loro bontà, affinché non ci facesse spendere troppo.
E' una procedura seguita negli appalti pubblici, quando è in gioco un servizio che graverà sulla collettività?
Non sembra logico che su un progetto di questo genere si apra una gara pubblica che affidi poi i lavori all'azienda che offre, a parità di qualità, il costo inferiore?
Sul piano economico è mancato tutto e ora si scoprono costi che superano la media di riferimento per questo tipo di impianti.
Si afferma che mille euro a tonnellata sia il giusto corrispettivo di un inceneritore di ultima generazione. Che per 130 mila tonnellate all'anno fa 130 milioni. Non 210 come dichiarano i tecnici sul cantiere, 265 come Enia scrive nella richiesta di finanziamento alla Banca Europea degli Investimenti.
Cosa ci sia in mezzo che va a incrementare i costi con queste proporzioni inaudite non lo sappiano.
Ma lo vorremo sapere, tanto per capire quali tasche i cittadini del nostro territorio andranno a infarcire.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 ottobre 2010
-561 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+145 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

Noi siamo le mamme di Terzigno

Terzigno: 40 blindati e centinaia di agenti assaltano e menano le mamme ed i cittadini che si oppongono all'ennesima discarica dove la camorra, d'accordo con il governo Berlusconi e con gli industriali, sversa merda e veleni distruggendo la salute di un'intera comunità. Noi siamo con i cittadini e con il diritto alla salute. come si fa a non vedere che abbiamo bisogno di un altro modello di sviluppo? Come si fa a non capire che questo "sistema" è insostenibile, produce miseria, conflittualità ed ingiustizia? come si fa a non rendersi conto che è IMMORALE usare le forze dell'ordine contro una popolazione che sta chiedendo solo di poter vivere in un ambiente sano, non degradato, che non metta a rischio la propria sopravvivenza?



Come si fa ad accettare che nel 2010 in un paese "sedicentemente" democratico e del "primo" (?) mondo, valgano di più gli interessi della camorra, i legami con le imprese, il profitto, invece che i diritti di una comunità ed il diritto alla salute? Cosa dovremmo mangiare tra qualche anno secondo chi continua a sostenere questo modello (e sono in tanti anche a centrosinistra...)? E quale aria dovremmo respirare? Ed in quale ospedale dovremmo ricoverare i nostri cari colpiti da tumore, leucemie, e malattie varie provocate dalla degradazione e inquinamento ambientale? Ed ovviamente, lasciatemi scommettere, dovremmo anche cercare una raccomandazione in qualche ospedale privato, perché quelli pubblici non funzioneranno al meglio, perché troppo costosi?
E' inaccettabile, vergognoso ed illegale che il capo della polizia parli di "mano dura" contro chi protesta per affermare i propri diritti violati. Non possiamo più sopportare che della Giustizia sia fatta cenere e che il Diritto venga piegato sotto i colpi delle "esigenze dettate dalle crisi". E non accettiamo che qualcuno ci dica "ma dove li mettiamo i rifiuti?". Sono decenni che esistono progetti ignorati dai politici che potrebbero risolvere questo problema senza farci scegliere se essere sommersi di rifiuti o vivere nel terrore di beccare un tumore!! Basta ipocrisie. Troppi politici collusi, troppa mafia e P2 nello Stato!! Se non si fanno certe scelte è perché la politica ha paura di spezzare definitivamente il suo cordone con la mafia, la camorra e l'ndrangheta. Chi lo fa, viene isolato dal suo stesso partito o addirittura ammazzato! E quei partiti che parlano di lotta alla mafia dovrebbero ricordarsi di combattere anche le aziende costruite o "salvate" dalla liquidità della mafia. Pare ce ne siano tante in confindustria? vero? Vediamo bande di furbetti che ridono dei nostri morti, cricche e P3 pronte a scaricare l'avidità delle loro fauci sulle nostre disgrazie, mentre lo Stato resta immobile a vedere sbranare i figli di questa Patria.

Chi sono i violenti dunque? Cos'è la legalità in questo sistema di relazioni? Cosa vuol dire ancora "giustizia" nel nostro paese? Ci stanno ammazzando e stanno distruggendo insieme a noi il nostro territorio, la nostra bellezza, le nostre radici. Vogliono costruire il cittadino perfetto, moderno elettore nel sistema "bipartitico": un cittadino che accetti supinamente, non protesti, non si faccia domande, sia sempre sintonizzato attraverso il tubo catodico, educato con editoriali comprati alla fiera della propaganda di regime. Un cittadino perfetto che si faccia gli affari suoi, giri sempre la testa dall'altro lato, che schifi chi è diverso a prescindere, che deleghe ogni suo diritto alla cricca locale. Ma la storia ci insegna che prima o poi qualsiasi popolo quando non riesce più a vivere le sue aspirazioni si ribella. Ho fiducia che il nostro popolo, presto saprà ribellarsi. Ma noi dobbiamo almeno parlare, urlare e indignarci tutte le volte che la Democrazia viene violentata. Noi dobbiamo raccontare che esiste un altra possibilità, che esistono altre opzioni, che la storia non è finita.
Noi oggi siamo le Mamme di Terzigno.

Giuseppe De Marzo

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 ottobre 2010
-561 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+145 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

venerdì 22 ottobre 2010

Caccia grossa ai rifiuti

Scenario Napoli? Pregare in ginocchio le province limitrofe affinché accolgano i nostri rifiuti? Senza inceneritore rischio munnezza in strada?
Macchè, tutte frottole, FROTTOLE con le lettere maiuscole, perché quando ci vuole ci vuole.
Oggi scopriamo che non solo non c'è bisogno di un nuovo inceneritore ma quelli che già ci sono sono in crisi di astinenza e si stanno guardando in giro con affanno per trovare “un po' di rudo” da bruciare.

Le parole questa volta arrivano dall'assessore provinciale reggiano Mirko Tutino alle prese con un futuro che vede Reggio spegnere il vecchio impianto senza pensare di costruirne uno nuovo: “Antieconomico” aveva detto a Parma Graziano Delrio, in un confronto con il sindaco Vignali a cui avevamo partecipato.
Così il Pd reggiano si appresta a valutare le offerte dei vicini di casa, scoprendo che non solo c'è la prospettiva Parma, che a dispetto di quanto dichiarato un milione di volte, potrebbe benissimo accogliere i rifiuti dei cugini d'oltre Enza, ma anche Modena, che dichiara di scarseggiare di rifiuti e quindi a rischio di spegnimento per il loro impianto.

E noi a Parma ci apprestiamo a costruire un impianto che: costerà 250 milioni di euro che saranno addebitati sulle bollette dei parmigiani (voi avete firmato qualcosa?), avrà una capacità doppia rispetto alla produzione di rifiuti urbani indifferenziati (130 mila contro 65 mila), ogni ora per 330 giorni all'anno erutterà in atmosfera 144 mila metri cubi di aria sporca, produrrà ogni anno 38.900 tonnellate di ceneri pesanti ricche di diossine e metalli pesanti (ma dove le metteranno non si sa).
Questa icona della modernità sorgerà a fianco di Barilla, Greci, Chiesi, Ikea, farà l'aerosol a 10 mila lavoratori che ogni giorno passano 8 ore nel quartiere Spip e e dintorni, diventerà il simbolo della città, come per Reggio il ponte di Calatrava, visto che milioni di automobilisti ci passeranno accanto ogni anno.
Per fortuna che gli amici di Reggio hanno il pallino della matematica e il 26 ottobre prossimo si recheranno in buona compagnia in regione per far due conti. Quanti sono i rifiuti prodotti in regione? Quanti sono gli impianti già attivi? C'è bisogno di ulteriori ampliamenti della rete degli inceneritori?
O bastano e avanzano quelli ad oggi attivi?
Nel frattempo Iren cerca di far avanzare i lavori il più in fretta possibile. Tanto di rifiuti in giro per il mondo se ne trovano sempre e visto che gli inceneritori sono macchine da soldi, se fanno anche un po' male alla salute si può sempre dare la colpa all'autostrada, alle caldaie domestiche, ai barbecue, alla Befana o alla Fata Morgana.
Tanto ci credono tutti, come tutti credono ancora che i rifiuti bruciati a Ugozzolo saranno solo made in Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 21 ottobre 2010
-563 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+143 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

giovedì 21 ottobre 2010

Le corte gambe delle bugie

Se come sostenevano Allodi e Ferrari di Enia, vedi il video che spopola su You Tube http://tinyurl.com/labugia , “le cassette dei fruttivendoli vengono riciclate al 99,9%”, non si capisce a cosa serva il nuovo progetto del Comune di Parma.
Forse a recuperare quello 0,1% che sfuggiva ad Enia?
No. La verità alla fine viene sempre a galla e le bugie hanno davvero le gambe corte.
Poi le ammissioni di colpa non sono mai così evidenti come quando si fa finta di nulla ma si agisce per riparare la marachella, con qualche chiazza di rossore sul volto.
Così non possiamo che salutare con soddisfazione il nuovo impegno dell'amministrazione comunale, nella persona dell'assessore all'ambiente Cristina Sassi, che intende sottrarre materie nobili alla bocca dell'inceneritore, perché di questa iniziativa ci sentiamo un po' padri naturali.
Certo non farà piacere a Iren, che sta cercando in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote ad una corretta gestione dei rifiuti, visto che, a differenza del nostro figlio unico, il riciclaggio, Iren ha partorito due gemelli eterozigoti, riciclo e incenerimento, e da brava mamma non può affamarne uno favorendo il fratellino e quindi offre materia ad entrambi.

Plastica, cartone, legno, organico: tutto nell'indifferenziato

Così la battaglia per impossessarsi delle materie prime contenute nei materiali post utilizzo si fa sempre più difficile. Iren è in una scomoda posizione che da tempo andiamo segnalando come incompatibile. Non è possibile infatti gestire correttamente sia il riciclo che l'incenerimento e i due servizi andrebbero messi in concorrenza evitando così un monopolio che fa acqua da tutte le parti.
Ma intanto che si parla di cassette dei fruttivendoli vogliamo porre un quesito all'assessore Sassi.
E' al corrente di quello che sta succedendo ai mercati generali?
Se non lo è inviteremmo l'assessore ad una verifica approfondita dei fatti. Ci risulta infatti che sia stata abolita la raccolta differenziata e che tutti i materiali, tra cui abbondano proprio quelle cassette di plastica e legno coinvolte nella nuova iniziativa, vengano accatastati tutti insieme in un unico mucchio indifferenziato, e che prendano di conseguenza la via dell'incenerimento, con tanti saluti all'ambiente.
Infine vorremmo che fosse fatta chiarezza sul destino di questi materiali apparentemente portati a riciclo. Perché un conto è mettere i materiali nell'apposito contenitore, altro è verificare che tali conferimenti alla fine giungano all'effettivo riciclo e a dare nuova vita a queste materie.
Risulta infatti dalla previsioni di intercettazione di Iren, riprodotte nei progetto del Pai, che la plastica verrà riciclata solo al 17%, e che l'83% di essa finirà comunque bruciata

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 settembre 2010
-586 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+120 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

La democrazia dei democratici

Questa volta a parlare con gli slogan del GCR ci pensa il consigliere regionale del Pd Thomas Casadei, in una intervista al quotidiano on line Parmadaily firmata dal direttore Andrea Marsiletti.
“Come ci indica l'Europa, l'unica strada percorribile è quella della diminuzione della produzione dei rifiuti e il potenziamento del riuso e del riciclo; in questa ottica costruire nuovo inceneritori rischia di essere un errore, un investimento sbagliato”.
Il partito democratico eccelle nello svolgimento pratico del suo aggettivo: è talmente democratico che si può dire, senza timore di essere smentiti, tutto e il contrario di tutto.
Perché se le parole di Casadei ci lasciano stupiti per la loro sovrapposizione sui concetti che andiamo ripetendo ormai fino allo sfinimento, è difficile fare il paio con quanto la Provincia di Parma ha dichiarato con le parole del suo presidente democratico, Vincenzo Bernazzoli, poche settimane fa: l'inceneritore è necessario.

Ma non solo. Si ricorderanno in tanti il libretto che la provincia di Parma aveva allegato al quotidiano locale più seguito e il cui titolo non poteva lasciare dubbi: “Parma guarda all'Europa virtuosa”, presentando l'inceneritore sotto le mentite spoglie di “recupero energetico dei rifiuti” e facendolo passare come una macchina meravigliosa che ci regala energia da qualcosa di inutile e sporco come appunto i rifiuti.

Chissà chi fra i due democratici ha bisogno dell'oculista di fiducia, perché ovviamente se di Europa ce n'è una sola una delle due esternazioni è non solo sbagliata ma temiamo appositamente taroccata per far passare verità che tali non sono.
L'Europa infatti non può andare in due direzioni opposte contemporaneamente, non è così democratica come i nostri paladini locali.
Nel libercolo ad alta tiratura si sprecano pagine e pagine per sostenere che esistono solo due possibilità di gestire i rifiuti: porli in discarica o bruciarli, presentando la seconda soluzione come virtuosa e appartenente ai paesi evoluti e la prima come figlia dei paesi poveri e in via di sviluppo.
Della possibilità del terzo scenario, quello che invece l'Europa indica come vincente, una raccolta spinta che porti all'inutilità degli inceneritori, nemmeno l'ombra.
Ma è sulle tariffe che casca l'asino, e si fa molto male.
Perché qui si scrivono cifre nere su bianco e non potranno essere facilmente smentite. Si afferma infatti: “la tariffa di Parma è stata nel 2009 di 160 euro a tonnellata, mentre a Reggio e Piacenza rispettivamente 105 e 117”.
Ergo a Parma, se avessimo l'inceneritore, pagheremmo la stessa cifra di Reggio e Piacenza e non certo quella enormità di 160 euro a tonnellata.
Bene, dato che crediamo che il ragionamento non faccia una piega, chiediamo alla Provincia una semplice dichiarazione che possa dare sicurezza ai contribuenti e dimostrare che la strada prescelta vada nella direzione giusta anche dal punto di vista economico, come hanno scritto a tutto il territorio di Parma e Provincia.
Ci confermino, nero su bianco, che all'accensione del forno le tariffe scenderanno al livello di Reggio e Piacenza.
E noi, per una volta, daremo loro ragione.
Volete scommettere che non sarà così?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 ottobre 2010
-564 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+142 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

Parma sulla strada giusta

Una bella medaglia di bronzo per Parma nella classifica Legambiente – Il Sole 24 ore, sull'ecosistema urbano, premia le politiche del sindaco Vignali.
Un risultato che conferma la nostra città tra le migliori in Italia ma che, numeri alla mano, ci mostra quanti e quali siano i margini di miglioramento.
E' infatti nella qualità dell'aria che Parma può e deve alzare il livello, per svettare, oltre che nelle statistiche , nel benessere che offre a chi vi abita e respira.

La città ducale mostra evidenti i limiti della sua collocazione geografica nella quarta area più inquinata al mondo e se vuole mantenere l'importante riconoscimento di food valley italiana, e forse mondiale, dovrà nel prossimo futuro metter mano a tutte quelle azioni che possano migliorare le performance ambientali.
La riflessione del mondo accademico locale, il Symposium di 2 giorni che si svolge alla Casa della Musica, è un'occasione per stimolare anche la partecipazione dell'Università di Parma all'identificazione della food valley nei suoi necessari standards ambientali, per non correre il rischio di presentare il territorio con una immagine vuota di contenuti concreti e palpabili.
Collocarsi al 55° posto per le polveri sottili, al 48° per lo sperpero di acqua, al 79° per consumo di carburante, al 49° per produzione di rifiuti urbani, al 30° per la raccolta differenziata, ci indica che non da queste posizioni Parma ha colto il prestigioso bronzo.

La menzione speciale per la mobilità ci dice che è in atto una corretta impostazione delle politiche comunali, che hanno bisogno di cogliere ulteriori spunti per completare un'azione efficace, ma la direzione di allontanare il traffico privato dal centro, di ridurre le velocità nei quartiere residenziali, di potenziare il trasporto pubblico e le piste ciclabili sono buoni auspici per il futuro.
Ma il cruccio relativo alla qualità dell'aria e alla questione dei rifiuti rimane.
La classifica ci dice che Parma necessita di interventi di rimozione di inquinanti e non certo di aggiungerne di nuovi, perché nell'aria le quantità di polveri sottili portano a dire che Parma non è da podio, anzi.
Occorre che nel tema dei rifiuti, dove non è solo il Comune a dettar legge ma anche una società, Iren, che sta portando avanti il progetto dell'inceneritore, avvenga una svolta netta e chiara.
Un impianto che una volta acceso, incrementerà il bilancio di emissione di Pm 10 di oltre 3 tonnellate all'anno, è frutto di una progettazione vecchia e superata, che i parmigiani non si meritano.
Come una raccolta differenziata ancora zoppa, che vede il territorio macchiato dalla possibilità di gettare materie nobili come carte e plastica nei cassonetti indifferenziati, dove il gestore toglie la plastica differenziata dai cittadini e la brucia, senza che questo comportamento crei scandalo.
C'è da pensare che Parma possa ambire alla vetta di questa classifica, se solo mette mano ai temi sopra descritti.
Certo è che la prospettiva Ugozzolo-forno va nella direzione opposta.
Che il sindaco dica alla sua città quale modello di sviluppo sceglie.
La città è ormai pronta alla svolta ed a contribuire attivamente e con responsabilità.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 ottobre 2010
-566 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+140 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

martedì 19 ottobre 2010

Se il giallo dell'inceneritore si tinge di blu Europa

Un esposto contro la costruzione dell'inceneritore di Parma è stato depositato presso la Commissione Europea dagli avvocati parmigiani Pietro De Angelis e Arrigo Allegri, che denunciano l'illegittimità degli atti amministrativi che hanno portato all'approvazione del progetto stesso.
Il nuovo missile contro l'ormai sgangherato edificio del camino inquinante è stato lanciato l'11 ottobre scorso, destinataria la Commissione delle Comunità Europee e riguarda alcuni inadempimenti nella procedura di assegnazione a Enia-Iren di tutto il Polo Ambientale Integrato, oggi in costruzione a Ugozzolo.
Le norme sulla concorrenzialità e sulla trasparenza sarebbero alla base del nuovo sviluppo legale della vicenda che ormai da mesi sta tenendo banco sulle prime pagine dei giornali locali, ma che ora sta assumendo un profilo transnazionale.



Il progetto dell'inceneritore da 130 mila tonnellate sembra ormai accerchiato da una serie di questioni legali dalle quali Iren non sembra più in grado di uscire: il piano economico finanziario, più volte chiesto da cittadini, associazioni, addirittura dal sindaco di Parma Vignali, non è ancora stato consegnato.

E pensare che proprio la trasparenza degli atti riguardanti il Pai è parte integrante della delibera del consiglio comunale che aveva dato il via al collocamento del forno nell'area dello Spip, un voto unanime che recitava senza mezze misure l'obbligo di Iren di fornire tutta la documentazione richiesta da cittadini e associazioni.
Questo rifiuto, che perdura ormai da 137 giorni, oltre 4 mesi, potrebbe anche configurare una nullità dell'atto, conseguente alla mancata adesione di Iren agli obblighi imposti dal massimo consesso cittadino.
Anche all'interno di Iren non sembrano avere le idee molto chiare visto che a seconda di chi scrive la versione cambia. Si passa da un piano economico finanziario che non può essere mostrato per questioni di Borsa, ad un Pef che non esiste nemmeno.
Poi il mistero sui costi dell'impianto: 180 milioni secondo le stime inserite nel progetto, 265 milioni secondo quanto dichiarato nella richiesta di finanziamento alla Bei, la banca europea degli investimenti, che ha concesso ad Iren cento milioni di euro di credito.
Possibile che li abbia concessi senza sapere nulla del piano economico finanziario?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 ottobre 2010
-568 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+138 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

Iren ne va plus, i giochini son finiti

A chiunque la si racconti, la telenovela di Iren fatica a raggiungere i confini della realtà, tanto inverosimile e comica appare agli interlocutori, specie sotto il profilo economico.
Tutti prima o poi abbiamo bussato ad un istituto di credito per chiedere un prestito, un mutuo, un'apertura di credito e la prima cosa che ti chiedono, oltre alle radiografie degli ultimi dieci anni, è cosa ne vuoi fare, di quei quattrini e, soprattutto, come pensi di rientrare dal debito.
Si apre così il balletto dei piani finanziari raffinati e calcolati al millimetro, con intervento puntuale di commercialisti e ragionieri, al fine di persuadere ed essere molto convincenti.
Poi magari ti senti rispondere comunque di no, con cento scuse e mille contorsioni per sbatterti, gentilmente, la porta in faccia.



Oggi invece abbiamo assistito al racconto di un'operetta che fa impallidire il calendario del Verdi Festival in corso nel nostro tempio del melodramma.
Una società si appresta a spendere qualcosa come duecento milioni di euro, due-cento-milioni-di-euro, tanto per far capire di quali cifre stiamo parlando, chiede un prestito di cento-milioni-di-euro alla Banca Europea degli Investimenti, l'istituto di credito accetta ed elargisce e oggi Iren ci viene a raccontare di non-avere-nessun-piano-economico-finanziario.
E come hanno fatto a convincere la banca europea sulla bontà dell'investimento?
Gli hanno promesso il teleriscaldamento gratis a vita fin nelle loro case lussemburghesi?
Vogliamo per una volta essere seri e smetterla di recitare?
Quando potremo dialogare con questa società senza sentirci pesantemente presi per i fondelli?
Noi non sappiamo cosa ci sia scritto in questo piano economico finanziario ma oggi possiamo rendere nota una notizia di cui finora nessuno si era accorto.
Andando a vedere gli atti del finanziamento della Bei abbiamo scoperto che a fronte di una richiesta di finanziamento di circa 100 milioni di euro il progetto complessivo del Progetto Ambientale Integrale del Pai presentato da Enia Spa è di euro 265 milioni.
Ecco finalmente che una parte di verità viene a galla.
Ci hanno raccontato in tutte le salse che il progetto del Pai assomma a un investimento di 175-180 milioni di euro, previsione scritta nera su bianco da Enia nel corso della progettazione e dell'approvazione conseguente, ora scopriamo che presentando nel 2009 la richiesta di accesso al credito dichiara una spesa di 265 milioni, un piccolo sudbolo incremento del 50%.
Il dato è accessibile a tutti. Basta seguire il link http://www.eib.org/projects/pipeline/2009/20090165.htm
Davvero qualcuno pensa che per una richiesta di questa entità la Bei si sia accontentata di vaghe promesse?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR

Parma, 14 ottobre 2010
-570 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+136 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai

Ganapini, la mia impressione è che a Parma l'inceneritore non si farà

Abbiamo aggiunto ieri un nuovo blasonato sostenitore delle tesi della nostra associazione sugli inceneritori e sulla gestione dei rifiuti. Si tratta di Walter Ganapini, reggiano, nome nobile, non solo a livello italiano, nel campo dei rifiuti e dell'ambiente.
Assessore regionale all'ambiente della Campania, nei mesi dell'emergenza, già presidente di Greenpeace, Ganapini è una stella affermata dell'ambientalismo e della sostenibilità.
In una lunga intervista di Pierluigi Ghiggini, pubblicata ieri sul giornale Reggio on line (4minuti.it) spazia dalla sua esperienza napoletana alle condizioni ambientali della pianura padana, inclusa la ricetta per uscire dall'emergenza, affrontando anche la prospettiva economica, in uno sguardo a 360 gradi ricco di spunti e considerazioni importanti.
“Costruire un nuovo inceneritore sarebbe una follia. Il futuro dell'Emilia è nella green economy”.



Abbiamo letto più volte l'intervista perché facevamo fatica a credere in quello che leggevamo.
Ganapini ha le idee chiare, la giusta esperienza, e la franchezza di dire le cose come stanno senza sotterfugi e frasi contorte. Lo vorremmo subito a Parma per farlo dialogare con i nostri amministratori e vedere chi la spunta.
“Da anni le immagini dei satelliti dimostrano che la Padana è una delle 4 aree più inquinate al mondo. La Pianura Padana è in piena emergenza ambientale e sanitaria, però si preferisce chiudere gli occhi. Oltre a ciò, vedo che ogni livello politico e istituzionale del nostro Paese è in estrema difficoltà quando si tratta di ragionare sulle conseguenze dell'inquinamento anche sull'economia”.
Ganapini è un osservatore attento e puntuale della nostra attuale situazione.

“In Emilia non mancano gli imprenditori che hanno capito la situazione (parlo di Greci, Guido Barilla, Granarolo) e auspico caldamente che nasca una rete tra queste forze oggi disperse, altrimenti saremo condannati all'arretratezza o a diventare terra di conquista delle mafie”.

Il marziano Ganapini se ne intende, visto che ha subito un attentato non appena ha denunciato la scoperta di una discarica, enorme e inutilizzata, nei dintorni di Napoli.

Il reggiano esportato in Campania ha una visione delle cose slegata dai piccolo cabotaggi padani e riesce così nell'opera di sintesi che a molti difetta.

Ecco la sua ricetta per rientrare dalla crisi ambientale generalizzata.

“Intanto non aggiungere, come dicono gli inglesi. Non aggiungere inquinamento nuovo a quello esistente. Per questo considero una follia costruire nuovi inceneritori nella Pianura Padana”.

Il dramma di oggi va anche raccontato senza nascondersi.

“Sarebbe necessaria una seria e anglosassone informazione sanitaria a partire dai Registri tumori, entità spesso lacunose e i cui dati, oltretutto, sono incredibilmente riservati”.

Ma come si fa ad affrontare il tema rifiuti senza l'utilizzo di inceneritori?

“Con la raccolta porta a porta la differenziata arriva minimo al 70%. Il restante 30%, decantato in capannoni per 3 settimane, perde il 40% del peso. Il restante 18% dell'ammontare complessivo iniziale, può essere trattato con l'opzione rifiuti zero, invenzione di Carla Poli, imprenditrice di Treviso, che funziona benissimo”.

Ed eccoci alle valutazioni “vicine a noi”.

“La mia impressione è che a Parma l'inceneritore non si farà. Ma sa perché è inutile costruirne uno nuovo? Perché Hera a Modena ha un buco di forniture per il suo inceneritore di ben centomila tonnellate/anno, e non sanno come riempirlo”.

Ed eccoci alle stoccate finali.

“L'Emilia continua ad avere una grande tradizione nei servizi pubblici. Allora perché non sfruttarla per trasformare l'Emilia in un player di livello mondiale nei servizi ambientali? Perché non riprendere il filo di un ragionamento serio? Perché l'Emilia-Romagna dovrebbe rinunciare a dotarsi da sola del suo cavaliere bianco? Io ci credo come logica di sviluppo e continuerà a sostenere che questo patrimonio, questo patrimonio, queste opportunità non possono essere perdute”.
Sì, perché? Perché non ragionare “seriamente”?
L'abisso tra il territorio e Iren si allarga ogni giorno di più...

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 14 ottobre 2010
-570 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+136 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?