Le speranze di una futura mamma di fronte all'incubo del forno
In questi giorni di sentenze lasciapassare, di candidati pro inceneritore che si salvano per il rotto della cuffia, una preoccupata futura mamma di Parma ci scrive: “E adesso? Cosa aspetta i nostri figli, quale sarà il futuro della città?”.
Un'angoscia che ci coinvolge tutti, di fronte ad una ipotesi come un forno inceneritore che per 30 anni dovrebbe dirigere l'orchestra dei rifiuti, con note che già conosciamo.
Stonate in tutta Italia.
Ci siamo chiesti allora cosa fare, quale risposta dare, quale speranza infondere.
Ci siamo detti che la migliore risposta sia ancora quella del non sentirci soli, del chiamare tutti a raccolta per fare capire anche a noi stessi che l'Italia c'è, e sta dalla parte dell'ambiente.
Ecco allora che a Parma il prossimo 14 aprile si svolgerà la Seconda Manifestazione Nazionale contro gli Inceneritori, o meglio contro l'incenerimento, e contro tutte quelle attività che mettono davanti il business a valori innegabili come la salute, il benessere, la difesa dell'ambiente.
Inceneritori di rifiuti, centrali a biomassa, industrie inquinanti, cave ofiolitiche, l'Italia pullula di progetti e attività in atto che degradano l'ambiente e stanno causando un grave danno al territorio e ai suoi abitanti, quelli di oggi e quelli di domani.
Un danno spesso sottovalutato e nascosto, coperto dalle lobby che intendono continuare a fare lucro sulla pelle dei cittadini, fingendo di non essere mai loro i responsabili dei disastri.
L'Italia che c'è è quella dei movimenti per la difesa dei territori, delle associazioni contro gli inceneritori che sostengono alternative percorribili già oggi, dei gruppi di cittadini che insieme scoprono i tanti lati oscuri di questi progetti insensati, che nascondono puri interessi di business sotto termini ingannevoli e spesso studiati ad hoc per confondere i cittadini.
Noi vogliamo riciclare l'Italia, perché siamo stanchi di subire continuamente, siamo stanchi di doverci sostituire agli enti locali che non vigilano e non si schierano a fianco delle comunità locali, amministrazioni spesso sensibili solo ai grandi poteri finanziari.
Siamo stanchi di veder maneggiare le parole e stravolgerne il significato, esempio lampante il termine “biomassa”, che con il suono positivo delle prime tre lettere sta mettendo a ferro e fuoco intere vallate, presentandosi come soluzione ecologica e neutrale.
A Parma chiameremo l'Italia fiera e mai vinta, quella che non si ferma nonostante spesso si fronteggino forze immensamente differenti, tanti piccoli Davide contro tanti enormi Golia.
Il 14 aprile ci sarà la testimonianza di Patrizia Gentilini, l'oncologa di Forlì che ha avuto il merito con tanti altri di non arrendersi e di mettere davanti a tutto il bene più prezioso che abbiamo, la salute, da difendere senza sconti.
E ci sarà, come nel 2010, la gente d'Italia, che nel pomeriggio sfilerà sotto le case di Parma per portare il loro vessillo e la loro testimonianza, partendo dall'Ex Eridania per dirigersi verso il centro città.
La forza del gruppo, del sentirsi uniti con un unico semplice difficile scopo: la difesa dei nostri diritti fondamentali, troppo spesso calpestati.
L'Italia bella, l'Italia vera, un mondo di coraggiosi e testardi cittadini, che sentititi traditi hanno cominciato a fare da soli, rendendosi conto di quanto sia facile fare meglio rispetto all'oggi, quanto poco basterebbe per risollevare una nazione intera, se qualche semplice regola fosse rispettata da tutti.
L'Italia da ascoltare, da rispettare, l'unica patria che riconosciamo come tale, perché di lei ci possiamo fidare. E' fatta di cittadini attenti e rispettosi degli altri, di persone attive e mai prone, di uomini e donne che hanno riscoperto la responsabilità, l'opportunità, il piacere di ritrovarsi insieme dallo stesso lato di una barricata.
L'Italia che c'è sarà a Parma, il prossimo 14 aprile.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 febbraio 2012
Sono passati
618 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
88 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
mercoledì 8 febbraio 2012
martedì 7 febbraio 2012
Riciclo, una miniera d'oro in tempo di crisi
di Claudio Riccardi
fonte: http://www.tuttogreen.it/materie-prime-i-rifiuti-riciclati-sono-la-migliore-alternativa-a-chi-ne-ha-poche-come-litalia/
La difficile congiuntura economica che sta vivendo l’Italia si fà inevitabilmente sentire anche nel riciclo. Di fronte a consumi e produzione in ribasso, cala anche il riciclo dei rifiuti e la domanda di materie prime ricavate dai rifiuti. Lo rileva il rapporto ‘L’Italia del riciclo 2011’, realizzato da Fise Unire (l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Una tendenza, questa, che interrompe il trend positivo degli ultimi anni: nel 2010, infatti, il riciclo nel nostro Paese aveva registrato un incremento del 40% rispetto al 2009 (che invece si era chiuso con un a diminuzione del 25%), vale a dire un totale di 34 milioni di tonnellate di materiali sottratti alle discariche.
Dati alla mano, nel 2010 assistiamo complessivamente a un aumento, in media pari al 65%, dei tassi di riciclo in tutte le filiere, con l’acciaio che registra un boom del +67,9%. In pratica una lattina su tre è ricavata da altre lattine riciclate.
Gli incrementi più consistenti si registrano nel settore dell’aluminio (+49,7%), del legno (+10,8%) e del vetro (+8%). Un altro dato significativo: da sola l’Italia soddisfa circa il 60% del fabbisogno di materia prima del suo consistente comparto di produzione di mobili in legno riciclato.
Il 2010 ha segnato anche lo sviluppo del sistema di raccolta e gestione dei RAEE (i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), giunto a quota 245.000 tonnellate, centrando l’obiettivo europeo dei 4 chilogrammi pro-capite.
Aumentano poi sia la quantità di rifiuti organici trattati (aumentato di 400.000 tonnellate dal 2008 al 2009) che le esportazioni, soprattutto verso i paesi in forte sviluppo economico, Cina su tutti. D’altra parte si stima che la raccolta differenziata dell’umido e del verde abbia raggiunto 3 milioni di tonnellate nel solo 2010. Numeri estremamente interessanti.
Lo studio Fise Unire ha riguardato ben 15 filiere. “Il rapporto sull’Italia del riciclo - ha riferito il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi – ci fa vedere che non c’è solo la crisi dei rifiuti di Napoli ma che esiste in questo Paese una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d’Europa. Abbiamo intere Regioni dove le raccolte differenziate sono intorno al 50% e settori come quello degli imballaggi dove si ricicla il 64% dell’immesso al consumo”.
L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di rendere, entro il 2020, il ricico e il riuso dei rifiuti economicamente interessanti, grazie alla diffusione della raccolta differenziata e allo sviluppo di un mercato delle “seconde” materie prime. In Italia rappresenta una valida alternativa alle materie prime, di cui il paese è carente.
Tuttavia, il riciclo cresce soltanto nei settori dove storicamente esiste un mercato, mentre fanno fatica ad affermarsi nei comparti e nelle aree geografiche dove non c’è sufficiente domanda, o dove vi sono condizioni di mercato o di contesto che non favoriscono il recupero.
Un diffuso sotto-dimensionamento che impedisce alle aziende di competere con i propri concorrenti esteri e sul territorio nazionale. Per questo, occorre incentivare le realtà imprenditoriali anche tramite delle forme di aggregazione, le cosiddette forniture verdi.
I dati del rapporto sono incoraggianti per il settore del riutilizzo delle materie ricavate ma indicano che la crisi economica facendo diminuire i consumi e la produzione, trascina verso il basso il riciclo dei rifiuti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 febbraio 2012
Sono passati
617 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
89 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
fonte: http://www.tuttogreen.it/materie-prime-i-rifiuti-riciclati-sono-la-migliore-alternativa-a-chi-ne-ha-poche-come-litalia/
La difficile congiuntura economica che sta vivendo l’Italia si fà inevitabilmente sentire anche nel riciclo. Di fronte a consumi e produzione in ribasso, cala anche il riciclo dei rifiuti e la domanda di materie prime ricavate dai rifiuti. Lo rileva il rapporto ‘L’Italia del riciclo 2011’, realizzato da Fise Unire (l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Una tendenza, questa, che interrompe il trend positivo degli ultimi anni: nel 2010, infatti, il riciclo nel nostro Paese aveva registrato un incremento del 40% rispetto al 2009 (che invece si era chiuso con un a diminuzione del 25%), vale a dire un totale di 34 milioni di tonnellate di materiali sottratti alle discariche.
Dati alla mano, nel 2010 assistiamo complessivamente a un aumento, in media pari al 65%, dei tassi di riciclo in tutte le filiere, con l’acciaio che registra un boom del +67,9%. In pratica una lattina su tre è ricavata da altre lattine riciclate.
Gli incrementi più consistenti si registrano nel settore dell’aluminio (+49,7%), del legno (+10,8%) e del vetro (+8%). Un altro dato significativo: da sola l’Italia soddisfa circa il 60% del fabbisogno di materia prima del suo consistente comparto di produzione di mobili in legno riciclato.
Il 2010 ha segnato anche lo sviluppo del sistema di raccolta e gestione dei RAEE (i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), giunto a quota 245.000 tonnellate, centrando l’obiettivo europeo dei 4 chilogrammi pro-capite.
Aumentano poi sia la quantità di rifiuti organici trattati (aumentato di 400.000 tonnellate dal 2008 al 2009) che le esportazioni, soprattutto verso i paesi in forte sviluppo economico, Cina su tutti. D’altra parte si stima che la raccolta differenziata dell’umido e del verde abbia raggiunto 3 milioni di tonnellate nel solo 2010. Numeri estremamente interessanti.
Lo studio Fise Unire ha riguardato ben 15 filiere. “Il rapporto sull’Italia del riciclo - ha riferito il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi – ci fa vedere che non c’è solo la crisi dei rifiuti di Napoli ma che esiste in questo Paese una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d’Europa. Abbiamo intere Regioni dove le raccolte differenziate sono intorno al 50% e settori come quello degli imballaggi dove si ricicla il 64% dell’immesso al consumo”.
L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di rendere, entro il 2020, il ricico e il riuso dei rifiuti economicamente interessanti, grazie alla diffusione della raccolta differenziata e allo sviluppo di un mercato delle “seconde” materie prime. In Italia rappresenta una valida alternativa alle materie prime, di cui il paese è carente.
Tuttavia, il riciclo cresce soltanto nei settori dove storicamente esiste un mercato, mentre fanno fatica ad affermarsi nei comparti e nelle aree geografiche dove non c’è sufficiente domanda, o dove vi sono condizioni di mercato o di contesto che non favoriscono il recupero.
Un diffuso sotto-dimensionamento che impedisce alle aziende di competere con i propri concorrenti esteri e sul territorio nazionale. Per questo, occorre incentivare le realtà imprenditoriali anche tramite delle forme di aggregazione, le cosiddette forniture verdi.
I dati del rapporto sono incoraggianti per il settore del riutilizzo delle materie ricavate ma indicano che la crisi economica facendo diminuire i consumi e la produzione, trascina verso il basso il riciclo dei rifiuti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 febbraio 2012
Sono passati
617 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
89 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
domenica 5 febbraio 2012
Fidenza batte Parma
San Donnino nel futuro, Parma nel mesolitico
Da inizio di quest'anno gli utenti di San Donnino Servizi, la multiutility che governa la gestione dei rifiuti in quel di Fidenza, personalizzano i loro rifiuti indifferenziati con un codice a barre, dando vita al primo passo verso la tariffazione puntuale.
Una svolta ulteriore che dimostra come sia possibile un approccio pragmatico e corretto anche verso la frazione “indifferenziata” dei nostri scarti, l'ultimo anello problematico che ci resta per risolvere definitivamente il problema dei materiali post utilizzo.
I cittadini di Fidenza, ma anche tutte le attività commerciali, applicano dal 1° gennaio un'etichetta univoca che identifica l'utente, etichetta che viene letta dagli operatori ad ogni ritiro dei sacchi del grigio, il materiale considerato ancora non differenziabile.
A fine anno San Donnino Servizi porterà i risultati del nuovo indirizzo all'attenzione dell'amministrazione, per poter procedere speditamente verso la tariffazione puntuale, che significa in due parole “paghi solo per i rifiuti che produci”.
Un bel passo avanti che va nella direzione di premiare i cittadini corretti e penalizzare coloro che con comportamenti errati causano danno all'ambiente ed alla comunità, incrementando costi e disagi.
Non solo i sacchi saranno identificati, ma anche i bidoni carrellati, utilizzati da alcune utenze, in modo da arrivare a conoscere da vicino chi e che cosa produce Fidenza sul fronte dei rifiuti indifferenziati, dati utili anche per potere introdurre ulteriori misure di riduzione sulla produzione complessiva.
Come segugi gli operatoti di San Donnino saranno in grado di annusare l'indifferenziato e di conoscerne subito l'autore. Una presa di responsabilità che viene identificata come il sistema della tracciabilità: conoscere tutta la filiera per poter poi dare risposte concrete e risolutive.
Certo mancano ancora alcuni passaggi, anche a Fidenza.
Ad esempio la raccolta della plastica non include ancora il cellophane e le plastiche dure, ma solo i contenitori per liquidi. Un inutile incremento dell'indifferenziato (anche se le regole prevedono per questo tipo di plastiche il conferimento nella stazione ecologica).
Conosciamo ormai da tempo i progetti attivi in Italia per il riciclaggio anche delle plastiche dure e di qualunque genere di plastica (plasmix) che non sono dentro il circuito Conai, un'industria del settore che sta nascendo, come la Revet, producendo occupazione ed utili, ed evitando sprechi e costi per le amministrazioni, oltre che evitare l'immissione in atmosfera di ulteriori dosi di inquinamento.
Fidenza è un passo dentro il futuro. E Parma?
Dobbiamo guardare indietro, alle nostre spalle, molto indietro, per individuare la posizione del capoluogo.
Parma 2012 è una città dove in centro non esiste la raccolta differenziata dell'organico. Sembra una barzelletta, ma è così. Anche a Roma differenziano in centro, ma da noi non si può.
Parma 2012 è una città dove convivono 3 sistemi di raccolta rifiuti che creano confusione, disaffezione, obiettivi incerti, proteste, disparità di trattamento.
Parma 2012 è una città che dissemina per le strade cassonetti indifferenziati dove chiunque può gettare qualunque cosa, in barba a tutte le minime regole per una corretta gestione.
Parma 2012 pare assomigliare ad una eterna finzione, dove si affermano cose e se ne fanno altre.
Parma 2012 potrebbe cambiare, certo, e in poche settimane, il suo modo di gestire i rifiuti.
Attendiamo fiduciosi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 febbraio 2012
Sono passati
615 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
90 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
Da inizio di quest'anno gli utenti di San Donnino Servizi, la multiutility che governa la gestione dei rifiuti in quel di Fidenza, personalizzano i loro rifiuti indifferenziati con un codice a barre, dando vita al primo passo verso la tariffazione puntuale.
Una svolta ulteriore che dimostra come sia possibile un approccio pragmatico e corretto anche verso la frazione “indifferenziata” dei nostri scarti, l'ultimo anello problematico che ci resta per risolvere definitivamente il problema dei materiali post utilizzo.
I cittadini di Fidenza, ma anche tutte le attività commerciali, applicano dal 1° gennaio un'etichetta univoca che identifica l'utente, etichetta che viene letta dagli operatori ad ogni ritiro dei sacchi del grigio, il materiale considerato ancora non differenziabile.
A fine anno San Donnino Servizi porterà i risultati del nuovo indirizzo all'attenzione dell'amministrazione, per poter procedere speditamente verso la tariffazione puntuale, che significa in due parole “paghi solo per i rifiuti che produci”.
Un bel passo avanti che va nella direzione di premiare i cittadini corretti e penalizzare coloro che con comportamenti errati causano danno all'ambiente ed alla comunità, incrementando costi e disagi.
Non solo i sacchi saranno identificati, ma anche i bidoni carrellati, utilizzati da alcune utenze, in modo da arrivare a conoscere da vicino chi e che cosa produce Fidenza sul fronte dei rifiuti indifferenziati, dati utili anche per potere introdurre ulteriori misure di riduzione sulla produzione complessiva.
Come segugi gli operatoti di San Donnino saranno in grado di annusare l'indifferenziato e di conoscerne subito l'autore. Una presa di responsabilità che viene identificata come il sistema della tracciabilità: conoscere tutta la filiera per poter poi dare risposte concrete e risolutive.
Certo mancano ancora alcuni passaggi, anche a Fidenza.
Ad esempio la raccolta della plastica non include ancora il cellophane e le plastiche dure, ma solo i contenitori per liquidi. Un inutile incremento dell'indifferenziato (anche se le regole prevedono per questo tipo di plastiche il conferimento nella stazione ecologica).
Conosciamo ormai da tempo i progetti attivi in Italia per il riciclaggio anche delle plastiche dure e di qualunque genere di plastica (plasmix) che non sono dentro il circuito Conai, un'industria del settore che sta nascendo, come la Revet, producendo occupazione ed utili, ed evitando sprechi e costi per le amministrazioni, oltre che evitare l'immissione in atmosfera di ulteriori dosi di inquinamento.
Fidenza è un passo dentro il futuro. E Parma?
Dobbiamo guardare indietro, alle nostre spalle, molto indietro, per individuare la posizione del capoluogo.
Parma 2012 è una città dove in centro non esiste la raccolta differenziata dell'organico. Sembra una barzelletta, ma è così. Anche a Roma differenziano in centro, ma da noi non si può.
Parma 2012 è una città dove convivono 3 sistemi di raccolta rifiuti che creano confusione, disaffezione, obiettivi incerti, proteste, disparità di trattamento.
Parma 2012 è una città che dissemina per le strade cassonetti indifferenziati dove chiunque può gettare qualunque cosa, in barba a tutte le minime regole per una corretta gestione.
Parma 2012 pare assomigliare ad una eterna finzione, dove si affermano cose e se ne fanno altre.
Parma 2012 potrebbe cambiare, certo, e in poche settimane, il suo modo di gestire i rifiuti.
Attendiamo fiduciosi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 febbraio 2012
Sono passati
615 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
90 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
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