sabato 8 gennaio 2011

Dalla culla all'Angiol d'Or

Lunedì 10 Gennaio 2011 Parma ospiterà gli eroi dell'ambiente, così designati dal Time, una conferenza che si preannuncia come un evento di levatura internazionale, che ha il patrocinio del comune di Parma, Agenzia alla Sanità.
All'Auditorium Paganini (tempio della cultura progettato da Renzo Piano) il chimico tedesco Michael Braungart, dalla Virginia in collegamento skype l'architetto William McDonough, la diretta sul canale streaming del GCR.
Il cambiamento in atto va "dalla culla alla culla", perché dobbiamo comprendere come poter fare business senza metterci in conflitto con la natura, con l'acqua, la terra e l'aria. Progettare e costruire imitando e rispettando le leggi di questo pianeta, il quale in sé non conosce il concetto di rifiuto, perché tutto ciò che è scarto per un sistema biologico, diviene materia prima per un altro sistema biologico.



La frazione organica deve ritornare alla terra: gli scarti di cucina, gli sfalci, le potature...non sono un rifiuto! Sono un nutrimento.
San Francisco, con i suoi 800 mila abitanti, riesce a intercettare quasi tutto l' organico scartato dalle famiglie, dai ristoranti, trasformandolo in fertilizzante molto richiesto dalle fattorie e dalle vigne locali.
Nel terzo millennio dobbiamo affrontare anche il metabolismo tecnologico, secondo il quale tutti gli altri materiali post-utilizzo devono essere reimpiegati nei processi produttivi, in un ciclo terno.
I due guru del riciclo totale della materia porteranno questa testimonianza: progettare, costruire e vivere dalla culla alla culla non è utopia, ma è possibile ora. Vi sono molte aziende disposte a ripensare la produzione e a mettersi in gioco in base a questi criteri . Nike, Ford, Toyota, Philips, Xerox, certamente non o hanno fatto solo per una mera questione di immagine. Significa che conviene.
Eloquenti, a proposito, le parole dell'Unione Industriali di Bergamo: "Un'innovazione intesa in senso totale, che non riguardi solamente il ciclo di vita del prodotto dalla culla alla tomba, ma anche la possibilità che il prodotto sia alla fine reinserito in un nuovo ciclo tecnologico come materia prima dalla culla alla culla, per rendere sempre più concreto un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale".
Il 10 Gennaio interverrà anche Luigi Campanella, presidente della Società Chimica Italiana. Illustrerà il progetto Zeroemissions con l' ambizione di condurre anche Parma al traguardo.
La nostra città di trova ad un a un bivio: costruire l' inceneritore e precipitare nel Medio-Evo dove si bruciava senza pensare alle conseguenze, oppure scegliere sostenibilità.
L'uomo deve imparare ad amare l' idea di lasciare alle future generazioni un pianeta vivente, con sostanze viventi.
In questi decenni abbiamo compromesso tutti gli ecosistemi della Terra.
Le conseguenze di una progettazione carente, a questo livello, oltrepassano di gran lunga i limiti della nostra esistenza.
Se l’ umanità, dopo aver compreso i danni che sta producendo, non fa qualcosa per cambiare si rende complice di una strategia della tragedia.
Possiamo continuare a perseguire la strategia della tragedia o possiamo progettare e mettere in atto una strategia del cambiamento.
Ancora disponibili i posti per la serata confermando la propria adesione a gestionecorrettarifiuti@gmail.com oppure al 331.116.8850

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 gennaio 2011
-484 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+222 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 7 gennaio 2011

33 giorni

Simonetta Gabrielli, presidente di Nimby Trentino, è al 33° giorno di digiuno per contrastare il progetto dell'inceneritore di Ischia Podetti. Un mese di rifiuto del cibo solido che ha portato via con sé 6 kg e mezzo di peso corporeo, un affaticamento del cuore.
Non scende invece la volontà di ferro dell'attivista trentina, con la quale abbiamo condiviso, oltre che la conoscenza, un convegno organizzato da Nimby lo scorso ottobre.



In quella occasione avevamo portato anche la voce di un produttore locale, come tutti a rischio per la crescita a Ugozzolo dell'inceneritore locale.
Simonetta non ha ancora ricevuto le visite, le telefonate, i contatti che si ritenevamo necessari per poter porre fine alla sua protesta.
L'unica telefonata ricevuta è quella del presidente del consiglio comunale di Trento e un sms del presidente delle Acli.
Silenzio dal vescovo Bressan, dai vertici della Provincia e del Comune.
A Trento è andata deserta la gara di appalto per l'affidamento dei lavori dell'inceneritore. Sarebbe una ottima occasione per ripensare il progetto mettendo in concorrenza anche altri progetti alternativi all'incenerimento, per verificare nei numeri e nei fatti che la possibilità di gestire i rifiuti senza incenerimento ci sono e sono efficaci.
Simonetta è seguita ovviamente da un medico, pronto ad intervenire in casi estremi, che non porteranno però a far desistere il movimento dall'opporsi ad un impianto obsoleto, inquinanti, dannoso per l'ambiente e per le persone.
Trento è la punta dell'iceberg della protesta italiana contro gli inceneritori.
Una protesta che sale dal basso, dai cittadini preoccupati per la salute degli uomini e dell'ambiente.
Una protesta che nasce anche dalla consapevolezza delle alternative possibili all'incenerimento, oggi confermate dalla tecnologia che ha fatto passi in avanti.
Il futuro è nel riciclo totale, l'incenerimento è un pessimo ricordo del passato.
Sono i cittadini che acquisiscono consapevolezza, mentre i partiti rimangono indietro, imprigionati da vecchi schematismi e ridicole cerimonie.
Oggi i giovani stanno abbandonando i grandi partiti, Pd e Pdl. Li abbandonano in massa, non credendo più nelle loro vuote parole. Oggi la base crede in sé stessa, pur nella fatica di trovare da sola il bandolo della matassa, il punto da cui ripartire.
Oggi la base crede in persone come Simonetta Gabrielli, che non racconta, ma fa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 gennaio 2011
-485 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+221 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Il salto della culla

Il 10 gennaio rappresenta per Parma un saldo d'occasione, a prezzi stracciati. Avremo a disposizione a Parma gli esperti mondiali della svolta “cradle to cradle”, un modo innovativo di progettare e produrre beni, senza incidere negativamente sull'ambiente e sulle persone.
E' una occasione in particolare per gli addetti ai lavori, che all'auditorium Paganini, dalle ore 20,30, con ingresso gratuito e il patrocinio del Comune di Parma, Agenzia alla Sanità, potranno dal vivo rendersi conto della concretezza e della lungimiranza della proposta, anche per il beneficio delle loro aziende.
Consigliata la registrazione (gratuita) a gestionecorrettarifiuti@gmail.com o al 331.116.8850.
I chimici, gli ingegneri, i dirigenti di azienda, gli architetti, i cittadini consapevoli della necessità di una sterzata al nostro modo di concepire l'economia, la ricchezza, la salvaguardia del pianeta, ma anche interessati a cogliere per le loro aziende ciò che di più avanzato ci sia oggi sul mercato.



Dalla Culla alla Culla è rivolto in particolare a loro. Dalla produzione dei beni nascono i problemi, ed è da in fase che può risolversi il dilemma dello sviluppo, che oggi non è altro che inviluppo, rapina, inquinamento, spreco, avvitamento verso il nulla.
Il pianeta oggi lamenta due ferite che sanguinano più di altre.
Da un lato la drammatica diminuzione delle risorse, delle materie prime.
Dall'altro l'inquinamento globale, che ci sta portando verso una fase di non ritorno.
Entrambi i problemi nascono da una impostazione sbagliata di alcuni concetti base, che non hanno tenuto conto di tutti gli aspetti, limitandosi a vedere soltanto quelli positivi, facendo finta che i negativi fossero limitati.
L'intervento è riuscito, ma il malato è morto. Le invenzioni sono mille e tutte bellissime, ma se non le vagliano anche dal punto di vista della loro sostenibilità ambientale, non ci serviranno quando tutta l'aria sarà sporca, tutto il cibo inquinato.
“Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
Vedeva lontano Piede di Corvo, cogliendo il succo del discorso, la direzione che stavamo prendendo, uno sviluppo come se le risorse fossero infinite, i mulini sempre bianchi, le acque cristalline per definizione, l'aria limpida e amica.
Michael Braungart e William McDonough hanno invece compreso.
E si sono messi a pensare se sia possibile produrre senza inquinare, imitando la natura.
Progettando prodotti che fossero riciclabili eternamente, costituiti di materiali non dannosi per l'uomo ne per la natura.
Costruendo edifici che portino benessere a chi vi abita e a chi vi lavora, ribaltando l'approccio metodologico, tornando alla culla.
Nulla deve essere sprecato, tutto deve tornare alla terra, come in natura.
Hanno dimostrato la bontà delle loro tesi ed hanno cominciato il loro cammino.
Gli esempi di prodotti cradle to cradle sono per fortuna tanti.
Ed hanno anche nomi di eccellenza: si parla di Ford, Nike, Nestlè, Alcoa. Procter & Gamble.
Prodotti certificati C2C, non uno dei soliti effimeri timbri, ma la certezza di avere a che fare con beni puliti, senza rischi per chi li manipola, utilizza, produce. Sono tessuti, saponi, moquette.
Una certificazione che è andata oltre ogni altra garanzia esistente, superando tutte le altre in termini di sicurezza, completa riciclabilità, compatibilità ambientale.
Lunedì 10 gennaio lo sguardo potrà spaziare su un futuro prossimo che può diventare presente anche per Parma, un nuovo scenario che darebbe un forte impulso all'economia, quella giusta ed equilibrata, che porta benessere e ben vivere a tutto il territorio, abitanti inclusi, aziende incluse.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 gennaio 2011
-485 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+221 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 6 gennaio 2011

Il patrocinio del Comune di Parma a Cradle to Cradle

Con piacere abbiamo ricevuto ieri la conferma del patrocinio del Comune di Parma, Agenzia alla Sanità, Politiche per la Salute, Rapporti con le Aziende Sanitarie, all'evento del prossimo 10 gennaio, Cradle to Cradle, dalla Culla alla Culla.
All'Auditorium Paganini saranno presenti infatti gli Eroi del Pianeta, secondo la definizione di Time, che non è la Gazzetta di Mortirone, il più piccolo comune d'Italia (33 abitanti) ma uno dei giornali più autorevole a livello planetario.
E qualcosa vorrà pur significare.


Il chimico tedesco Michael Braungart

Infatti l'evento del Paganini avrà una caratura internazionale, e vedrà collegamenti anche con la Virginia (Stati Uniti), che dialogherà con gli ospiti in sala.
Un evento che può costituire un punto di svolta per la nostra città.
Gli autori del processo “cradle to cradle” hanno infatti elaborato una strategia che consente di produrre beni senza che il processo comporti la produzione di rifiuti.
Non stiamo parlando di macchine provenienti da un altro pianeta ma di una progettazione puntuale che fin dalla scelta dei materiali discrimina ciò che può essere dannoso per l'ambiente e per l'uomo da ciò che invece può diventare nutrimento e fertilità per gli stessi.
Il sistema “dalla culla alla culla” è la chiave di volta di un mondo finalmente giunto all'equazione fondamentale. Se vogliamo sopravvivere e proseguire la storia sul nostro mondo è necessaria una sterzata netta verso l'ecologia.
Il pianeta non è più in grado di sopportare il carico di rifiuti ed inquinamento che ogni giorno gli umani gli somministrano.
Ci avviciniamo sempre di più al livello di soglia oltre il quale non ci sarà più la possibilità di un rientro e il pianeta diverrà invivibile, come nella tradizione della fantascienza più nera, dove gli umani dovevano allontanarsi da un pianeta ormai infetto e irrecuperabile.
La vera novità è che è possibile produrre, costruire, vivere, diversamente, adottando una strategia che migliora l'ambiente e lo libera dall'impronta ecologica umane sempre più pesante.
Un sistema testato anche da grandi aziende come Ford e Nike, ma che ha in sé applicazioni che possono portare anche l'economia locale di Parma ad una riconversione verso la produzione pulita, un territorio di qualità ambientale certificata.
Lunedì 10 gennaio verrà mostrata la strada maestra per costruire quel ritmo ciclico che in natura è sempre stato rispettato. I rifiuti devono costituire il nutrimento per l'anello successivo della catena. Copiare dalla natura, che non conosce il concetto di rifiuto.
Ri-conoscere la natura, che tanto ancora ha da insegnarci.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 gennaio 2011
-486 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+220 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

mercoledì 5 gennaio 2011

Cradle to Cradle, progettare il presente per migliorare il futuro

“Cradle to Cradle”
Evento internazionale al Paganini

Dopo aver capito come gestire i rifiuti, ora si passa alla progettazione.
Il 10 gennaio prossimo Parma ospiterà non solo una conferenza di levatura internazionale ma un vero e proprio “evento”.
La città infatti ospiterà i creatori di “Dalla Culla alla Culla”, un concetto innovativo sviluppato da William McDonough e Michael Braungart, che hanno elaborato un sistema di produzione ma anche di gestione della quotidianità, che non comporti alcun inquinamento ne danno all'ambiente ed alle persone.


La conferenza stampa di presentazione - Il tetto verde della Ford, 4 ettari.

Lo sviluppo del progetto ha portato i due ideatori a fondare un ente di ricerca, il McDonough Braungart Design Chemisty (MCDC), per fornire consulenza alle aziende sulla loro metodologia di progettazione e degli nuovi standard di certificazione che vadano oltre gli standard attuali delle industrie.
Un sogno che è diventato realtà, che oggi qualunque comunità può adottare e sviluppare.
La cittadina olandese di Venlo, ad esempio, nella provincia di Limburg, è stata la prima città al mondo a sperimentare il sistema Cradle to Cradle (C2C).
Il forte contenuto d'innovazione porta ad un concetto di sostenibilità che non è inteso come sacrificio ma come valore aggiunto, portando infatti benessere a tutti gli attori delle filiere.

E' un nuovo approccio, davvero inedito, di vedere, produrre e vivere il mondo che ci circonda.
Un concetto che comporta una visione complessiva del vivere, per considerare tutti gli aspetti di interazione dell'uomo con l'ambiente, per incidere profondamente e definitivamente sulle anomalie che ci hanno fin qui accompagnato ed hanno comportato un degrado complessivo del Pianeta.
Strumenti di innovazione, da seguire giorno per giorno, che tengano conto dell'aspetto ambientale, ma anche di quello economico e del risparmio, con la tensione verso un miglioramento complessivo del mondo che andiamo a consegnare alle generazioni future.
I 90 mila abitanti di Venlo hanno adottato la visione di C2C mettendosi in gioco e misurandosi con tutte le difficoltà che comporta un cambio così netto di impostazione.
Cittadini, industrie, politici, tutti hanno aderito al programma, costituendo un enorme laboratorio per testare e sviluppare nuove procedure e idee innovative.
La nuova sfida per Venlo sarà la grande fiera orticola del 2012, Floriade, evento mondiale che si tiene ogni dieci anni e che rappresenta per la cittadina olandese un appuntamento fondamentale. Così anche l'organizzazione della fiera ha deciso di adottare la strategia “dalla culla alla culla” e farà diventare l'area fieristica un grande parco urbano.
E una nuova sfida comincerà per Parma il 10 gennaio,
Un'occasione irripetibile per aprire una prospettiva “cradle to cradle” per la nostra città, per scoprire e capire dalle parole dei fondatori la metodologia progettuale, che mira alla creazione di prodotti eternamente riciclabili e la visione filosofica che mette al centro dell'interesse generale l'ambiente e la salvaguardia della salute.
Le modalità di progettazione C2C portano all'eliminazione dei rischi in tutte la fasi fasi di produzione, selezionando materiali sicuri e liberi da inquinamento, e ci sono già esempi di questa nuova applicazione.
Il climatex lifecycle ( http://www.climatex.com/ ) è un tessuto completamente privo di tossine di altre sostanze nocive, prodotto da Rohner Textile, progetto che ha ridotto i rischi di incidenti, i processi legali ed ha migliorato anche il rapporto con i clienti, gli utenti e il pubblico ingenerale.
Ford Motor Company ha investito 2 miliardi di dollari nel 1999 per trasformare completamente il suo complesso di Rouge in Deaborn, Michigan, creando così un’architettura sostenibile con il più grande tetto verde del pianeta, circa 4 ettari, ricoprendo la copertura di Sedum, una pianta molto resistente alla siccità.
Nella serata al Paganini, a supporto di questa nuova tesi, ci sarà anche la Società Chimica Italiana, a presentare il progetto “città senza inquinamento”, proponendo Parma come città piota del progetto, che sviluppa progetto di riduzione drastica delle emissioni.
I miracoli accadono ancora. Oggi leggiamo del Tamigi tornato blu, domani potremo assaporare una Parma che torna libera da inquinamenti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 gennaio 2011
-487 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+219 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Verso la riduzione


Uno dei passi fondamentali da compiere per risolvere il problema dei rifiuti è senza dubbio la RIDUZIONE alla fonte della produzione degli stessi.
Diventa dunque fondamentale il contributo dell’industria e la responsabilità della progettazione industriale assume un ruolo decisivo.
Alcuni passi sono veramente semplici da compiere e qualcosa si sta già muovendo; anche qui a Parma.
Ridurre il peso dell’imballo di una confezione, ad esempio, può portare a risparmiare tonnellate di materiali immessi nel ciclo dei rifiuti, oltre che diventare un vero e proprio risparmio economico per l'azienda.
Sostituire gli imballi multi-materiale (impossibili o difficili da avviare al riciclo) con imballi mono-materiale facilmente riciclabili permette al consumatore di operare facilmente una corretta raccolta differenziata ed il conseguente recupero di un materiale che andrebbe altrimenti perduto per sempre.
Michael Braungart e William McDonough sono gli autori dell’eco best-seller “Dalla culla alla culla” e forniscono consulenze per aziende ed istituzioni in tutto il mondo per aiutarli a progettare prodotti, beni ed edifici in maniera veramente eco-compatibile.
Eliminando il concetto di rifiuto.
All’Auditorium Paganini il 10 gennaio, i cittadini, le aziende e le istituzioni di Parma potranno capire dalla viva voce degli autori come sia possibile generare sviluppo, e allo stesso tempo benessere, per tutte le componenti della società civile.
Una nuova rivoluzione industriale che possiamo decidere di seguire per essere ancora una volta all’avanguardia nel panorama italiano ed europeo.
La gestione dei rifiuti mediante incenerimento appartiene al passato.
Parma merita un futuro migliore.

martedì 4 gennaio 2011

Ma cos'è l'alternativa? Riciclo totale!

Ci sentiamo domandare spesso in che cosa si concretizzi l'alternativa all'inceneritore che andiamo proponendo.
I dubbi sui danni provocati dall'impianto di incenerimento sono chiariti, è scontato che faccia male, ora si va oltre e si guarda al dopo, al come si fa senza bruciare.
L'alternativa “sono” le mani dei cittadini, come va ripetendo Paul Connett, che a maggio dello scorso anno ha presentato all'Onu anche la situazione di Parma, che rischia i suoi prodotti alimentari di pregio per far guadagnare un'impresa privata.
L'alternativa sono le mani di coloro che selezionano e separano i materiali nel modo corretto in casa, sul lavoro, prima che i materiali diventino rifiuti.



La gestione dei rifiuti deve rispettare la normativa europea, che propone la scaletta delle “4R”: riduzione, riuso, riciclo, recupero.
Le quattro erre sono in ordine di importanza e vanno applicate in questa sequenza, lasciando in coda, all'ultimo posto, il recupero, che non significa inceneritore.
Iren inverte l'ordine di importanza, visto che ha posto il recupero (pseudo energetico, tramite incenerimento) al primo posto, capovolgendo l'ordine della normativa e applicando una gestione rivolta allo smaltimento e non al riciclo, proponendo un recupero che di fatto è solo bruciare materia per incassare quattrini.
Una casa non la si costruisce dal tetto.
Il recupero è solo l'ultimo anello della catena dei rifiuti, e ne riveste un'importanza limitata, perché, applicando le misure corrette, il residuo da trattare è limitato.
L'Europa insomma dice agli Stati membri che al primo posto, sopra a tutto, c'è la riduzione dei rifiuti.
Cosa significa?
Come per l'energia, di cui si afferma che il miglior risparmio sia di consumarne meno, anche per i rifiuti il primo approccio deve essere quello di applicarsi seriamente per produrne di meno.
Come si fa?
Ci sono tante buone pratiche che ci possono condurre alla riduzione dei rifiuti.
Ad esempio eliminando dalle mense pubbliche le bottiglie di plastica, e utilizzando l'acqua dell'acquedotto. E' automatico che si riduca drasticamente il numero di bottiglie, da produrre e poi da smaltire.
Questa buona pratica la si può incentivare anche nelle famiglie, proponendo filtri che tolgano il cattivo sapore di cloro e sostenendo economicamente la scelta.
Le fontane pubbliche con acqua filtrata rispondono allo stesso obiettivo, quello di ridurre il consumo di acqua minerale imbottigliata, che comporta anche un consumo di petrolio per i trasporti conseguenti, con bilici di bottigliette che da nord vanno a sud, e da sud vanno a nord, in un insensata trama di migliaia di inutili chilometri.
Fontane da installare ai quattro punti cardinali della città, per evitare che la ricerca di inquinare meno si traduca in un inquinare di più, con auto a zonzo.
Ancora nelle mense si possono eliminare le stoviglie monouso per riportare l'utilizzo della ceramica e dei bicchieri in vetro. Questa manovra di contrasto all'usa e getta potrebbe svilupparsi tra i cittadini, attraverso apposite convenzioni e/o tassando pesantemente uno spreco così assurdo.
Il comune di Salerno ha avviato la raccolta separata dei pannolini, offrendo alle famiglie un contenitore dedicato. I pannolini nel nostro territorio ammontano a 9000 tonnellate all'anno, che opportunamente intercettate, eviterebbero di sporcare il rifiuto indifferenziato.
Comuni come Colorno hanno adottato un progetto di incentivazione per i pannolini lavabili, che consente anche un forte risparmio economico per le famiglie. Colorno è capofila dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, esempi di come si possa in Italia essere concretamente a favore dell'ambiente.
E' in corso la sperimentazione, finanziata da una importante azienda produttrice, di un sistema che tratti i pannolini separando la parte cellulosica da quella plastica e da quella organica: questa macchina, completamente automatica, consentirà di riciclare i pannolini, e sarà utile specialmente in ospedali e comunità.
Non molti anni fa era ancora una pratica comune l'utilizzo del vetro a rendere.
In Germania questa pratica consente il recupero del 100% delle bottiglie di birra. Il sistema è quello ben noto, anche da noi, della cauzione, tramite la quale si è sollecitati a riportare al negozio le bottiglie vuote per recuperare il sovrapprezzo.
Ma noi siamo ancora molto indietro e per giungere davvero alla riduzione ci sono tanti passi da fare.
Oggi infatti apparentemente, ma solo apparentemente, i parmensi sono spreconi e inquinatori, perché producono troppi rifiuti: 600 kg circa all'anno per persona.
E' un dato falsato, perché non si considera che i cassonetti stradali, dove ancora ci sono, e purtroppo da molte parti è così, sono pieni di rifiuti di origine commerciale e industriale (rifiuti denominati “speciali”), che invece non andrebbero confusi con quelli urbani, prodotti dalle famiglie.
In più i cassonetti stradali sono tombe per materiali riciclabili. Una volta entrati lì, ne escono solo come materia da bruciare. Chiunque può aprirne uno e osservare quanta carta, plastica, cartone e organico contengano.
E' la netta maggioranza del materiale contenuto.
E' un enorme spreco di risorse.
Mischiando l'urbano con lo speciale di origine commerciale, i cittadini si fanno carico di rifiuti che non sono di loro produzione ma di competenza delle attività, facendo salire l'asticella della produzione pro capite.
Facile poi affermare: “Produciamo troppi rifiuti!” - e - “Non possiamo che costruire un inceneritore!”.
Ma sono dati non corretti, falsati!
Nei territori dove i cassonetti stradali sono stati eliminati e la raccolta è diventata al 100% porta a porta, la riduzione dei rifiuti è stata drastica, e a volte addirittura si è dimezzata.
E' ipotizzabile infatti che una produzione corretta di rifiuti sia di circa 250 Kg all'anno per persona.
E' ipotizzabile, visto che ad esempio in Veneto è così, che la produzione pro capite di rifiuti residuo possa collocarsi tranquillamente sia al di sotto dei 100 kg all'anno.
Si capisce che il “primum movens” sia quindi l'eliminazione dei cassonetti stradali, per consentire davvero di capire quanto producano i cittadini, per favorire un conteggio preciso e puntuale e non raffazzonato come oggi.
Senza cassonetti si applica una raccolta spinta porta a porta, che si traduce in una corretta separazione a monte dei rifiuti.
E' la separazione la chiave di volta del sistema.
Una corretta raccolta comincia nelle case dei cittadini ed in particolare in cucina.
E' qui che si può separare la frazione organica, che rappresenta il 30% dei nostri rifiuti, facendola diventare un'importante risorsa per il nostro territorio, il compost, concime naturale e ricco di sostanza viva e fertile. Il nostro organico, una volta trasformato in compost di qualità (non però con i sacchetti di plastica che ci da Iren, che rovinano proprio la qualità del raccolto) possiamo utilizzare questo bene prezioso per arricchire i terreni e ridonare humus ed energia pulita alle nostre coltivazioni.
Ma cosa sono in fondo i rifiuti?
Fino a un attimo prima di essere scartati erano materia.
Il valore intrinseco di un oggetto non cambia solo perché abbiamo deciso che non ci serve più.
Ecco che allora l'energia che è servita per produrlo va assolutamente preservata.
Se l'oggetto lo bruciamo, l'energia si perde.
Se lo ricicliamo, si mantiene.
Se vogliamo scegliere la strada indicata dall'Europa non possiamo disperdere la loro energia e dobbiamo fare tutto il possibile per riutilizzarla.
Il 15% dei nostri rifiuti è costituito da frazioni plastiche, che possono essere recuperate per nuovi utilizzi, al 100%.
Invece Enia oggi una parte la brucia. Come mai?
E' sufficiente introdurre una semplice macchina, l'estrusore, per trasformare i residui plastici in sabbia sintetica, da utilizzare in successive produzioni di manufatti, facendo a meno di portare a combustione un materiale che è responsabile dell'emissione di diossine.
La carta invece rappresenta il 25% dei rifiuti e Parma è già in grado di far fronte a queste necessità di trattamento, con impianti sofisticati che già sono attivi sul nostro territorio.
Il legno, 3% dei rifiuti, va trattato per essere utilizzato di nuovo come legno, e non certo per alimentare la caldaia del forno.
I tessili, che anch'essi rappresentano un 3% dei nostri rifiuti, sono riutilizzabili.
Come anche il vetro, 10% dei rifiuti, che si può riutilizzare migliaia di volte, ed è praticamente eterno.
I metalli, 4% dei rifiuti, sono facilmente recuperabili e riutilizzabili.
Da tutto questo conteggio rimane un 10% di materiali diversi, composti delle stesse frazioni recuperabili di cui sopra. Questa ultima frazione può essere ridotta ulteriormente, migliorando la raccolta differenziata, testando la possibilità di utilizzo in un impianto di estrusione per miscelarla con le frazioni plastiche e se l'umidità di questa frazione è bassa il gioco è fatto.
Si capisce, al termine di queste considerazioni, che non abbiamo un magico macchinario che da solo risolve tutto. La gestione dei rifiuti è un mix di pratiche corrette da parte dei cittadini, e cura del trattamento da parte di chi si occupa della raccolta.
Ovvio che anche la produzione deve fare la sua parte, riducendo l'entità degli imballaggi e producendo solo materiali riciclabili: c'è bisogno dell'intervento del legislatore, che spinga le aziende verso questa direzione ormai obbligatoria, c'è bisogno dell'università, che studi le strade corrette e più semplici per raggiungere il traguardo della produzione 100% riciclabile.
I rifiuti, a ben vedere, sono in realtà miniere di materia e si possono trasformare da problema a risorsa.
Ed anche il rifiuto che residua da questa impostazione corretta di gestione risulta essere una quantità comunque inferiore ai residui che ogni anno produce un impianto di incenerimento come quello in costruzione ad Ugozzolo.
Per entrare un attimo nel novero dei numeri, a fronte di un residuo di materiali inerti di 26 mila tonnellate adoperando il sistema alternativo, l'impianto di Ugozzolo emetterà invece 39 mila tonnellate di ceneri pesanti, ricche di diossine e metalli pesanti, che andranno stoccate in discariche speciali. Un rifiuto pericoloso e difficile da gestire.
Per non parlare degli inquinanti emessi in atmosfera.
Trasformare la materia in rifiuto gassoso, inquinando l'aria, è solo spostare la discarica dalla terra al cielo.
La gestione stessa di questo importante comparto, direttamente legato alla qualità ambientale, non dovrebbe essere affidata a imprese lontane dal territorio, ma potrebbe entrare a far parte di una azione di sistema che coinvolga anche gli stessi utenti-cittadini e le aziende del territorio.
Un sistema che porta alla salvaguardia di un territorio ed al suo miglioramento, invi incluso un ritorno economico per le famiglie utenti ma anche socie in queste macro aree gestite in modo autonomo e coordinato tra di esse.
Un sistema che spinga le aziende a compartecipare al trattamento dei nostri scarti, perchè solo in questo modo tutti si possono impegnare alla loro migliore gestione.
Una provincia come la nostra potrebbe organizzarsi in 4 aree omogenee, 2 in pianura, 2 in collina, nelle quali sistematizzare la gestione ambientale con trasparenza e a vantaggio di tutti.
E' il sistema della Dac, la Denominazione di Ambiente Certificato, una sigla che vent'anni fa era venuta a galla nel corso di un convegno ispirato dal chimico Lino Barbieri, allora forse troppo avanti nella prospettiva, ma che oggi torna di assoluta attualità ed interesse.
In natura, il rifiuto non esiste.
Dobbiamo solo copiare questo modello.
Senza nulla aggiungere.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 gennaio 2011
-488 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+218 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 3 gennaio 2011

Lega Nord Trento, in lotta contro gli inceneritori

Il senatore della Lega Sergio Divina manifesta con la Lega Nord contro il progetto dell'inceneritore di Trento. A Ischia Podetti, luogo di destinazione dell'impianto, il partito del Senatur ha manifestato con parole ispirate il suo no, plaudendo al nulla di fatto del bando di gara, qualche giorno fa chiusosi senza alcuna offerta.



“Il fatto che il bando sia andato deserto è un segno divino”. In attesa di sapere a quale dio faccia riferimento, forse il Po, o forse no, registriamo positivamente la sua dichiarazione. La Lega sostiene l'importanza della ricerca di un sistema alternativo che possa consentire di chiudere veramente il ciclo dei rifiuti, senza generare ulteriori scorie ancor più tossiche.
Altre che parole ispirate! Questa è musica!
Il flash dell'agenzia Ansa, pubblicato dall'Adige.it, ci riporta ancora una volta al tema a noi caro e alla grande impostura che si è cercato di portare avanti in questi anni raccontando ai parmigiani l'inceneritore come non è, cioè come se fosse un genio risolvi problemi, senza danni collaterali.
Adesso la Lega, che ci risulta forza di governo, ci dice che questi impianti provocano sostanze ancora più tossiche di quelle immesse, ci dice che questi impianti non chiudono il ciclo dei rifiuti.
Due assiomi, assenza di inquinamento e chiusura del ciclo, da anni sbattuti in faccia a chi portava dubbi sulla soluzione incenerimento, oggi azzerati in poche righe da un politico che forse si è accorto del grande bluff degli inceneritori, pensati per arricchire chi li gestisce e impoverire chi li subisce.
Tornando alla politica locale chissà che la Lega non comprenda la valenza di questa tematica, in una possibile scalata al regno emiliano romagnolo da sempre appannaggio delle giunte di sinistra, che sull'ambiente stanno davvero perdendo colpi.
E chissà che anche a Parma, in vista delle comunali, non si cominci a fare una volta per tutte chiarezza su chi è di qua e chi è di là, su chi è dalla parte dei cittadini e chi è dalla parte dei poteri forti.
E dei guadagni facili.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 gennaio 2010
-489 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+217 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 2 gennaio 2011

Il GCR personaggio dell'anno

Per quanto giocosi e aleatori siano i sondaggi, la nostra associazione stravince il sondaggio di Repubblica on line sul personaggio di Parma 2010.
E' un orgoglio che sentiamo di tutti i cittadini che si sono avvicinati al problema, hano approfondito gli argomenti, hanno preso una loro netta posizione.
Ci sembra di capire che non sarà facile zittire il popolo del no inceneritore, nemmeno e specialmente ora che si avvicina il tempo in cui dal camino uscirà il primo venefico alito.



Essere personaggio dell'anno significa che l'argomento è davvero sulla bocca di tutti e che finalmente tutta la città osserva preoccupata il cantiere di Ugozzolo, incredula che per un gioco delle tre carte nessuno si prenda la briga di sbaragliare il campo e liberarlo da queste obsolete macchine insalubri, che invece che risolvere la gestione degli scarti, la complicano ulteriormente.
Di chi è la competenza della nostra salute?
Credevamo di avere dalla nostra tutta una schiera di tecnici e di organismi all'uopo costituiti e pagati dalle nostre tasse, dalle nostre tasche.
Credevamo di poterci fidare dei rappresentanti che nel silenzio dell'urna abbiamo indicato come nostri portatori di interessi.
Ci accorgiamo oggi amaramente che la realtà è ben lontana da come noi la avevamo disegnata in testa e da come ci raccontavano dovesse essere nella sua essenza ultima.
Dobbiamo difenderci solitari e disarmati per potere far valere uno dei diritti fondamentali, riconosciuti dalla Costituzione, mai come in questa occasione disattesi.
Ci troviamo rappresentanti eletti che lasciano la nostra salute all'ultimo posto delle priorità, enti che non fanno il loro dovere fino in fondo, che si nascondono dietro i codicilli, timorosi di opporsi alle lobby, ai giochi dell'interesse economico.
Pare si immaginino di riuscire a contenere le informazioni in modo tale da ridurre ad un corpuscolo minoritario i cittadini consci e attivi, responsabili e liberi in coscienza.
Anche diventare personaggio dell'anno ci pare un segnale importante, incoraggiante, stimolante, per dire che le cose stanno diversamente da come i nostri pseudo delegati credono. E' il risveglio delle coscienze.
Oggi il popolo della salute chiede a gran voce al primo cittadino, massima autorità sanitaria della città, di spiegare come stanno insieme una terra di Dop e Doc con un impianto insalubre di classe prima, come si fa a generare prodotti buoni se un territorio è malato e in corsa verso un peggioramento ulteriore.
Temiamo sia una equazione impossibile, se non raccontando frottole al cittadino incauto di turno, raccogliendo gli applausi di chi sa ma tace e sorride, tastando le tasche gonfie, ghignando dei guai altrui e del proprio misero incamerare.
San'Ilario ci aspetta per dirci una sola verità. O di qua, o di là.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 2 gennaio 2011
-490 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+216 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?