sabato 24 dicembre 2011

La prima vittima dell'inceneritore?

Il comune di Parma lo scorso luglio ha portato alla chiusura il cantiere dell'inceneritore, sulla base del presunto abuso edilizio di cui si è tanto parlato e discusso.
Gli uffici hanno sicuramente lavorato molto, e nell'interesse dei cittadini, per comprendere fino in fondo la vicenda ingarbugliata legata all'iter autorizzativo del forno.
Di fronte ad una illegalità, la mancanza del permesso a costruire è un abuso, l'amministrazione non ha avuto esitazione nel porre i sigilli al costruendo inceneritore, visto che si andava configurando un danno per le casse comunali, a causa del mancato pagamento degli oneri urbanistici.



La vicenda si è trascinata sin qui, e ancora non abbiamo modo di leggere la sentenza che metterà la parola fine alla vicenda, che ha visto protagonisti tre sindaci, Vignali, Cancellieri e Ciclosi, alle prese con la stessa scomoda situazione.
La posizione dell'ex sindaco Vignali è parsa evidente: scoperto l'inciampo, nessuna incertezza nel far rispettare le norme, anzi parve quasi una occasione colta al volo per affermare il proprio pensiero sulla vicenda, facendo capire la propria contrarietà a proseguire.
L'arrivo del Commissario Cancellieri, oggi Ministro dell'Interno del governo Monti, fece subito intendere che l'aria era cambiata. Nel giro di poche ore Iren si presentò in comune per cercare una transazione ed evitare la sentenza del Tar, evidente segnale di debolezza, nonostante l'apparente e manifestata tranquillità.
La Cancellieri, anche forse per le notizie circolate sui contatti in corso, non riuscì a concludere, anche perché traslocò a Roma in pochissimi giorni.
L'arrivo di Ciclosi non fece però intravedere né un cambio ulteriore di atteggiamento e nemmeno la decisione di attendere gli eventi con serenità.
Apprendiamo così con stupore della decisione di sostituire il segretario generale Michele Pinzuti, che senz'altro fu parte attiva nella difesa degli interessi del comune di Parma in tutta la querelle.
Il segretario generale aveva a suo tempo manifestato anche un via libera sostanziale al referendum abrogativo sull'inceneritore, decisione poi respinta all'unanimità dalla commissione consiliare.
Non vorremmo mai che una decisione che non appare assolutamente urgente ne figlia del rigore, giustamente imposto dal Commissario Straordinario, scaturisse dalla posizione e dal lavoro speso dal segretario nella vicenda del Paip.
Non vorremmo mai che Mario Ciclosi avesse preso questa decisione valutando la solerzia e l'impegno profuso nella vicenda dell'abuso edilizio.
Se così fosse saremmo davvero delusi da questo Sindaco Temporaneo.
Un gran brutto regalo di Natale, che speriamo sia smentito.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 dicembre 2011

Sono passati
572 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
135 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

venerdì 23 dicembre 2011

Non rifiutare il Natale

Festeggiamo senza inquinare. Si può fare.

Un diario dei rifiuti che ci aiuti a riflettere, per capire quanto e come gettiamo via, quanto e come potremmo invece risparmiare, denaro, ambiente, futuro.
Stiamo con le nostre mani plasmando il domani del nostro Pianeta, un cosmo chiuso, ermetico, in cui tutto si rimescola, dove l'inquinamento è evidentemente la traccia più democratica che sia mai lasciata nel mondo. Perché l'aria che respiriamo non la possiamo scegliere. L'aria vaga, si mescola, diventa l'aria di tutti.



Ecco allora alcuni consigli proposti da GreenMe, WWF, Greenpeace e Love Food Hate Waste per riuscire a limitare la quantità di rifiuti prodotti durante il periodo natalizio e condurci per mano, e con coscienza, verso un comportamento più rispettoso dell’ambiente.
Non serve cucinare montagne di cibo, meglio pianificare nel dettaglio il menù, in base alle persone che aspettiamo. Ecco il calcolatore di porzioni “Perfect portions” http://www.lovefoodhatewaste.com/party_portions proposto dall’Associazione Love Food Hate Waste. Se pensiamo a quanta CO2 produciamo con le nostre abitudini alimentari, WWF ci permette di calcolare la nostra impronta ecolgica: http://www.improntawwf.it/ .
La lista della spesa è diventato indispensabile strumento di acquisto consapevole.
L’Associazione Love Food Hate Waste consiglia di pianificare gli acquisti in modo da ridurre quelli d’impulso con il rischio di comprare quantità inutili. Ed ecco uno strumento per fare chiarezza:
http://www.lovefoodhatewaste.com/save_time_and_money .
Naturalmente il mezzo di trasporto incide moltissimo sul nostro impatto. Se facciamo acquisti in bicicletta o con i mezzi pubblici, contribuiremo a ridurre la CO2, logicamente portando con noi la solita borsa della spesa riutilizzabile.
Il packaging eccessivo è la madre di tutti i rifiuti inutili. Acquistiamo prodotti che abbiano pochi involucri: al supermercato diamo la preferenza a merce con poco imballaggio che, una volta a casa, diventa spazzatura.
Importante selezionare confezioni facilmente riadattabili ad altri usi o riciclabili, cibi e bevande contenuti in materiali facilmente riciclabili, come il vetro. Molti contenitori una volta puliti, possono essere utilizzati ancora, come contenitori per i piccoli oggetti di uso quotidiano, le lattine diventare porta spilli, aghi e fili per il cucito, mentre i barattoli possono trasformarsi in salvadanai, oppure dei porta-matite da trucco, come suggerisce GreenMe: http://greenme.it/
I prodotti alla spina o sfusi devono essere i preferiti, se possibile ordiniamo bottiglie di vetro a rendere, e sempre confezioni grandi al posto di quelle piccole, oltre a risparmiare, contribuiremo a produrre meno rifiuti.
Gli avanzi conservati in modo sicuro e corretto possono fare da base per nuovi piatti. In più possiamo donare l'eccesso alle associazioni di volontariato, oppure ai nostri ospiti. Le bucce della frutta e della verdura, e altri avanzi alimentari non più utilizzabili, se ben gestiti con la frazione organica, diventano compost.
Aboliti i piatti e bicchieri usa e getta, se proprio li dobbiamo usare compriamo quelli bio-egradabili.
Gli oggetti che vogliamo regalare, siano durevoli nel tempo, e acquistandoli on line possiamo ridurre l’inquinamento dovuto ai nostri spostamenti (in un furgone di pacchi ce ne stanno molto di più).
I doni se sono eco-compatibili o solidali hanno una dote in più, mentre spesso ci sono occasioni nei mercatini dell’usato, a volte oggetti vintage di grande valore. Anche i regali etici possono essere un'ottima soluzione, come regalare il nostro tempo, buoni per il cinema, il teatro ed altri momenti di divertimento e svago o anche regalare un’adozione ad una specie in via d’estinzione come propone il WWF.
Possiamo fare gli auguri di Natale senza sprecare carta, utilizzando metodi più economici ed ecologici: una telefonata, un sms, una e-mail. Oppure utilizzando materiale riciclato e riciclabile, mentre con i biglietti di auguri che riceviamo da parenti, amici e conoscenti, creiamo dei collage a tema, che potranno diventare carta da découpage.
Per incartare i regali non servono acuisti ad hoc: possiamo lavorare di fantasia, recuperando fumetti, riviste, carta da parati, cartoline di Natale, cruciverba, manifesti e spartiti.
Addobbi e decorazioni devono durare nel tempo, e le potremmo anche realizzare da soli, per impreziosire l’albero o il presepe, magari riutilizzando vecchi materiali.
Natale è un periodo dell'anno in cui utilizziamo più energia nelle nostre case, sforziamoci di risparmiare energia, abbassando le luci di Natale durante il giorno e quando andiamo a letto, se le luci natalizie sono accese, spegniamo quanto più possibile le altre.
Se ci sono più persone riunite in casa, ci sarà anche più calore: quindi il termostato può essere impostato su una temperatura di qualche grado inferiore alla norma.
Quando usiamo i fornelli ricordiamoci di spegnere il riscaldamento, il calore proveniente dalla cucina manterrà le stanze circostanti calde.
Elaborazione di un testo di Stefania Calleri http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2011/243-11/243-11-come-ridurre-i-rifiuti-a-natale-e-qualche-altro-eco-consiglio


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 dicembre 2011

Sono passati
571 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
135 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

giovedì 22 dicembre 2011

Domandar è lecito, rispondere...

Spettabili candidati delle primarie del centrosinistra,

giovedì scorso abbiamo inviato 5 domande sul tema di cui ci occupiamo fin dal 2006, un argomento che sta a cuore a molti cittadini di Parma, tra i quali in tanti, speriamo, il prossimo 29 gennaio si recheranno alle urne per selezionare il candidato sindaco del centrosinistra per le elezioni del prossimo maggio.



L'inceneritore di Ugozzolo, ora sotto la lente della giustizia per presunti abusi edilizi e per altre supposte infrazioni nella procedura autorizzativa, rappresenta un tema con cui ogni amministratore ha il dovere di confrontarsi, esprimendo chiaramente qual'è il suo pensiero, in merito alla validità del progetto, alle eventuali ricadute sanitarie, all'opportunità di proseguire o meno nella costruzione dell'impianto.
Già 3 candidati hanno risposto e, a breve, pubblicheremo sul sito dedicato alle primarie
https://sites.google.com/site/inceneritoreprimarie/home
le spiegazioni ricevute, per dare modo ai cittadini di farsi un'idea sulle intenzioni degli aspiranti sindaco per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.
Il sito sta suscitando molto interesse tra gli internauti e grazie al sistema di analisi degli accessi Google Analytics, stiamo monitorando costantemente il traffico.
Tra le visite registrate tracce provenienti dai server di Barilla, Provincia di Parma, Regione Emilia-Romagna, oltre a quelle di tanti cittadini comuni, attenti e coscienti, che ragionano sul futuro della città in tema di ambiente e sostenibilità, meditando sul proprio contributo personale.
L’interesse è alto.
Ci auguriamo che nessuno si sottragga a questo esercizio di partecipazione e trasparenza.

La pubblicazione delle risposte dei candidati è prevista per il 27 dicembre prossimo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 dicembre 2011

Sono passati
570 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
136 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Fango e Fuoco: che ci azzecca?

E' il nuovo tesoro degli inceneritori, il fango, anche se sembra davvero un assurdo poter pensare di bruciare un materiale senza alcun potere calorifico, che contiene per l'80% acqua.
Ma siamo, come al solito, nel Belpaese, e questo ed altro può succedere.



I fanghi sono un tesoro perché riescono a compensare il calo di materiali da bruciare, vista la crescita della raccolta differenziata.
In più, ed è questa la caratteristica più apprezzata dai gestori degli impianti, i fanghi diminuiscono il potere calorifico dei rifiuti (PCI), portando di conseguenza a poter bruciare una maggior quantità di rifiuti e ovviamente ad incassare più soldi.
Come ci riescono?
Gli inceneritori sono macchine termiche che devono funzionare a carico energetico costante.
Significa che se io metto nel forno un materiale con alto potere calorifico con poca materia ottengo molta energia mentre, se butto dentro materiale scarsamente calorico (come ad esempio i fanghi), per arrivare alla corretta quota energetica sono costretto ad inserire molto più materiale.
La raccolta differenziata dell'organico ha portato ad innalzare nel tempo il potere calorifico del rifiuto indifferenziato residuo.
Eravamo prima a 2500 kcal/kg e siamo passati a 4000 e oltre kcal/kg.
Il giochino è evidente.
La motivazione utilizzata per bruciare i fanghi è la difficoltà nello spandimento su suolo agricolo ed anche la normativa che si sta, dicono, muovendo verso il divieto di tale pratica.
E' però vero esattamente il contrario.
La Ue si sta attrezzando per riformare la norma ma, a differenza di quanto affermato dai sostenitori dell'incenerimento, va verso la conferma e il miglioramento agronomico dei fanghi, allo scopo di recuperare le risorse organiche e fosfatiche a favore appunto della nostra agricoltura e dei nostri suoli bisognosi di apporto nutrizionale di qualità.
Anche la Lombardia, spesso portata ad esempio dei divieti di spandimento, ha chiuso questa esperienza, anche per la recente sentenza del Tar che ha dato ragione alle aziende che portavano in agricoltura i fanghi.
In Europa l'unico Paese che vieta l'utilizzo dei fanghi in agricoltura è la Svizzera. A parte che questa nazione non è nella Ue, tale divieto ha maglie molto larghe, lasciando ad esempio ampia libertà alle aree montane lontane dagli impianti, mentre è evidente il tentativo di garantire materiali agli inceneritori già esistenti, ormai affamati di materia.
Insomma fango e fuoco sono ovviamente in antitesi, visto che l'acqua si usa per spegnere il focolare e non certo come acciarino.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 dicembre 2011

Sono passati
570 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
136 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

mercoledì 21 dicembre 2011

Medici Emilia Romagna: precauzione con gli inceneritori attivi, stop ai nuovi

La Federazione regionale degli Ordini dei Medici e dei Chirurghi si è riunita il 14 dicembre per valutare i risultati del progetto Moniter, lo studio iniziato nel 2007 che aveva come scopo il monitoraggio degli effetti delle emissioni degli inceneritori presenti in Emilia Romagna.
Dato atto sulla bontà metodologica di Moniter, i medici, pur concordando con il Comitato Tecnico Scientifico che i dati sugli effetti a lungo termine sono complessivamente rassicuranti (mettendo però in evidenza il dato anomalo di Modena, casi di linfomi non Hodgkin), esprime la necessità di non sottovalutare i segnali emersi sul fronte degli effetti a breve termine.



Moniter infatti ha correlato l'esposizione alle emissioni degli inceneritori emiliano romagnoli con l'aumento dei parti pre termine e dei neonati piccoli per età gestazionale, che possono avere un effetto, nel corso della vita, sulla loro salute.
Frer Emilia Romagna ribadisce anche la necessità di porsi nei confronti di questi impianti in atteggiamento precauzionale, sollecitando alcune raccomandazioni ai decisori politici.
Viene infatti sostenuta la necessità di adottare politiche di gestione dei rifiuti che non creino ulteriore domande di incenerimento ed anche un approccio di precauzione a proposito della creazione di nuovi impianti.
I medici ER in sostanza convergono sulle conclusioni che l'effetto degli inceneritori non sia nullo e che quindi vada intrapresa ogni azione per il superamento di questa tipologia di gestione degli scarti.
Nel 2007 la Frer chiese una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori e i risultati dello studio confermano che la preoccupazione era ben fondata.
La promozione della cultura di preservazione dell'ambiente, ai fini della protezione della salute delle popolazioni attuali e future, sono le prerogative istituzionali e deontologiche che devono guidare l'azione dei medici, chiamati in prima istanza a difendere la salute dei cittadini.
Il comunicato stampa di Frer puntualizza la preoccupazione che negli ambienti scientifici si fa facendo sempre più convinta e palese sugli effetti sulla salute degli impianti di incenerimento.
Le migliaia di sostanze che vengono emesse dai camini vanno a incrementare gli inquinanti già presenti nella nostra aria, causando un innalzamento delle malattie legate al fattore ambientale.
E' di questi giorni la persistenza degli sforamenti costanti dei limiti di Pm10 fissati per legge.
Parma è una delle maglie nere in regione per la qualità della sua aria.
Che senso potrebbe avere andare ad incrementare la pressione inquinante con un nuovo enorme inceneritore di rifiuti?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 21 dicembre 2011

Sono passati
569 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
137 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

martedì 20 dicembre 2011

Al Voto! Al Voto!

Il 29 gennaio del prossimo anno il popolo del centro-sinistra andrà alle urne per scegliere il candidato sindaco da proporre alle elezioni amministrative di maggio.
GCR, pur non partecipando attivamente alle elezioni, ha colto l'importanza di questi momenti per mettere in evidenza il tema dell'inceneritore e dell'ambiente, affinché sia possibile verificare la posizione dei singoli candidati nei confronti di questi temi.



La nostra posizione sul tema è nota e crediamo che anche la stragrande maggioranza dei cittadini di Parma abbia capito che quello che si sta costruendo a Ugozzolo è un impianto nocivo sotto tanti aspetti.
Lo hanno capito le migliaia di parmigiani che hanno partecipato nel corso degli ultimi 2 anni a 4 manifestazioni di piazza, ai convegni scientifici dove oncologi, esperti di gestione rifiuti, chimici, amministratori di città virtuose, hanno illustrato le loro certezze e visioni.
Persone competenti, che ci hanno fatto comprendere che gli inceneritori sono pericolosi per l’ambiente, mentre altri esperti ci hanno proposto modelli alternativi di gestione dei rifiuti praticabili da subito.
Ormai lo sanno anche i bambini: l’inceneritore non sarà un bene per la salute delle persone, non farà la fortuna del nostro comparto agro-alimentare e non farà scendere i prezzi delle nostre bollette.
Nel passato le voci di protesta che si sono levate dal basso sono state ascoltate poco o niente dagli amministratori del nostro territorio.
Il tema era stato soffocato indicando la protesta come la solita reazione Nimby (Not in My Back Yard, non nel mio giardino), come se si dicesse no a prescindere dal pericolo o meno insito nel progetto del forno.
I politici, in modo trasversale, hanno poi negato alla città la possibilità di esprimersi con un referendum e prima ancora avevano impedito la diretta TV della commissione Ambiente e Sanità del consiglio comunale, nel marzo scorso.
Il principale quotidiano cittadino, anziché favorire un dibattito convinto su un tema tanto sentito, ha minimizzato e centellinato le informazioni, dimostrando una parzialità che non gli fa onore.
Ora però è giunto il momento in cui ogni singolo cittadino sia messo in grado di far pesare la propria voce.
Le primarie del centrosinistra sono il primo appuntamento in agenda.
Abbiamo pensato ad un luogo virtuale dove trovare le posizioni dei candidati.
( https://sites.google.com/site/inceneritoreprimarie/home )
In seguito, per tutte le altre forze politiche che si proporranno alla guida della città, lo strumento sarà aggiornato, per offrire tramite il web confronti e parallelismi, e favorire la decisione dei cittadini che si recheranno alle urne, per scegliere il loro candidato sindaco.
Un sito dedicato al futuro della città, alla salubrità del suo ambiente.
Un sito che riporti le dichiarazioni passate e presenti dei candidati, le azioni concrete, le proposte su rifiuti e ambiente, per fornire una visione completa e un giudizio chiaro e netto sull’operato dei candidati.
Informeremo della proposta tutti i visitatori del nostro sito ufficiale www.gestionecorrettarifiuti.it , che recentemente ha oltrepassato il milione di accessi dalla nascita, nel 2006, così come scriveremo agli oltre 20 mila iscritti alla nostra mailing list.
Non ci accontenteremo di mezze aperture, gli acrobati del politichese, che si attardano in fumosi e prolissi discorsi, non portano da nessuna parte.
In questo ci sentiamo intransigenti.
Per noi esistono solo il bianco e il nero, il si o il no.
Come quando ci viene chiesto di mettere una croce su una scheda elettorale.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 20 dicembre 2011

Sono passati
568 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
138 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

lunedì 19 dicembre 2011

Piazza per un giorno

omaggio a Antoine-Laurent de Lavoisier

In questo Anno internazionale della Chimica che sta finendo e di cui pochi si sono accorti, in mancanza di degne iniziative culturali al riguardo, un piccolo contributo in extremis a celebrarlo può venire dalla nostra associazione, sempre alla ricerca di occasioni per diffondere consapevolezza ambientale e, anche per questa via, chissà, fermare l'inceneritore.



La proposta è quella di rendere un omaggio a Antoine Lavoisier, padre della Chimica moderna e autore di scoperte fondamentali, una in particolare conosciuta sotto forma di aforisma “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, uno slogan sulle nostre bandiere.
Si presta a incoraggiare la raccolta differenziata e soprattutto a scoraggiare i trucchi sulle emissioni da inceneritore.
Lo ricordava martedì scorso Gianni Giuliari, trattando il caso del progettato (e anche lì fortemente contrastato) inceneritore di Verona: "Come Lavoisier insegna... alla fine della combustione dei rifiuti se un 20% diventerà ceneri e scorie, il rimanente 80 % non sparirà come per incanto, ma sarà formato da una miscela micidiale di metalli pesanti diossine e nano-particelle dispersa in atmosfera".
Difficile girarci intorno da parte di chi ha interesse a manipolare i dati e gli argomenti in materia. La legge di Lavoisier di conservazione della massa ha anche il pregio di essere facilmente comprensibile dal cittadino comune : in una reazione chimica la massa complessiva dei reagenti è uguale alla massa complessiva dei prodotti.
Concetti certamente difficili da capire in certe stanze dell'Autorità cittadina e provinciale, ma non nuovi né sorprendenti per chi ha una cultura scientifica o ha almeno l'opportunità di seguire la comunicazione del Gcr, con frequenti pareri di scienziati autorevoli e indipendenti.
Come il ricercatore di Bologna Alessandro Pesci, che recentemente ribadiva il principio: “E' chiaro che tanta massa entra in un inceneritore, tanta massa deve uscire. Il trucco è che nell'incenerimento in buona parte i rifiuti poi non si vedono più, perché sono nell'aria. Ma (ovviamente) ci sono! Anzi, se si somma alla massa di residui solidi dopo la combustione, la massa dei rifiuti immessi in atmosfera si ottiene un valore... addirittura significativamente maggiore della massa dei rifiuti immessi nell'inceneritore (nella combustione, infatti, viene prelevato ossigeno dall'aria per formare composti con gli elementi chimici presenti nei rifiuti).E questo, qualunque sia il livello tecnologico dell'impianto”.
Ecco, questa è la Chimica messa alla portata di tutti,tradotta in soldoni sulla nostra salute, su casi che ci riguardano da vicino come cittadini.
E se è vero che molto dobbiamo al genio di Lavosier perché non rendergli omaggio pubblico in questi ultimi giorni dell'Anno della Chimica?
Ma dove farlo?
Purtroppo a Parma, “la piccola Parigi”, non c'è neanche un vicolo intitolato al grande parigino. Allora si potrebbe chiedere in prestito a Garibaldi la sua Piazza per un giorno.
Sicuramente lui darebbe la sua approvazione a un cartello sotto il suo monumento che recitasse:

Piazza-per-un-giorno Antoine-Laurent de Lavoisier
(Parigi, 26 agosto 1743–Parigi, 8 maggio 1794) chimico francese.
Padre della Chimica moderna
Riconobbe e battezzò l'ossigeno (1778). Ma soprattutto enunciò la prima versione della legge di conservazione della massa:“nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” che oggi per i cittadini di Parma è una verità preziosa per capire quanto possa essere nocivo per la loro salute un inceneritore che promette di bruciare almeno 130.000 ton di rifiuti... la stessa quantità che senza scampo ci restituirà sotto forma di ceneri da sotterrare e polveri sottili da respirare

Gino Ferri

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 19 dicembre 2011

Sono passati
567 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
139 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Un ecomostro a San Secondo Parmense?

Avanti così, siamo ad un passo dalla meta: il disastro totale.

La ECE srl di Brescia sta presentando in questi giorni agli amministratori ed alla gente di San Secondo un progetto di inceneritore a biomassa di dimensioni ragguardevoli.
Si tratta di una centrale che occuperebbe un'area di 14 ettari e avrebbe una potenza complessiva di 50Mw, di cui 12,50Mw per la produzione di energia elettrica e 25Mw per il teleriscaldamento. Brucerebbe una coltura dedicata di sorgo nella misura di circa 100 mila tonnellate annue, da reperire in zona dalla coltivazione di 2500 ettari di campagna.



Venticinque km2 di terre nella bassa parmense. Una enormità.
Dai dati del progetto si evince che dal funzionamento della centrale per circa 8000 ore annue si ricaverebbe la produzione di circa 100 mila Mwh di elettricità, che garantirebbero incentivi pubblici nella forma di certificati verdi del valore di 180 euro per ogni Mwh e il corrispettivo in euro dalla vendita all'Enel dell'elettricità prodotta, circa 90 euro per ogni Mwh.
I promotori della ECE vanno raccontando di essere dei benefattori per la bassa disastrata.
Alla domanda se si rendessero conto della quantità sproposita di ettari che sottrarrebbero alle coltivazioni esistenti, hanno risposto che utilizzerebbero gli ettari solo per secondi raccolti, che nella bassa non vengono fatti.
Ci si chiede: anche ammesso che fosse possibile, come farebbero ad attecchire i normali seminativi con quelle piantagioni di sorgo che hanno apparati radicali profondi 3 metri?
Come farebbero al momento del raccolto?
Oltre al taglio del sorgo, sradicherebbero anche le sue radici?
Antieconomico e assolutamente improbabile.
La società sostiene di essere consapevole dell'inquinamento atmosferico, ed è loro intenzione contribuire ad abbatterlo.
Nelle slide di rito hanno avuto l'impudenza di proporre la dimostrazione dei 3 bicchieri.
Uno contiene l'aria inquinata della zona, l'altro quella pura che uscirebbe dal camino e il terzo conterrebbe l'aria risultante dalle prime due, un po' meno grigia ed inquinata.
Questo è stato il loro approccio al problema emissioni.
A quel punto ci siamo alzati e ce ne siamo andati.
La realtà per le emissioni dalla combustione delle biomasse erbacee è ancora più pesante e nociva di quella delle emissioni dalla combustione del legno.
Presenta, infatti, alcune difficoltà tecniche correlate alle peculiari caratteristiche chimico-fisiche del biocombustibile, ed in particolare:
1. la bassa densità energetica;
2. l’elevato contenuto in ceneri;
3. la diversa composizione chimica.
Le biomasse erbacee hanno generalmente un potere calorifico più basso rispetto a quelle legnose e quindi una minor densità energetica. L’elevato contenuto in ceneri ed il maggior contenuto di alcuni microelementi (N, K, Cl, S, ecc.) possono invece comportare gravi problemi nell’impiego in
tradizionali sistemi di combustione, specificamente studiati per la combustione di biomasse legnose.
Il maggior contenuto in ceneri determina quindi un maggior onere economico per lo smaltimento finale delle ceneri che, ad oggi, sono considerate un “rifiuto speciale non pericoloso”.
L’elevato contenuto in ceneri della biomassa erbacea rispetto a quella legnosa, anche 10 volte superiore, può determinare problematiche per quanto riguarda la gestione ordinaria di utilizzo di un impianto termico.
I costituenti che presentano maggior rilevanza in termini di problematiche:
• l’azoto, come origine di ossidi di azoto (NOX), è fonte di emissioni nocive in atmosfera, oltre a
HCN e N2O, e contribuisce notevolmente all’effetto serra;
• il potassio(KCl), viene correlato a problemi di corrosione degli impianti termici e porta alla riduzione del punto di fusione delle ceneri ed alla formazione di aerosol (effetto fouling);
• il cloro, come origine del cloruro di potassio (Kcl), causa corrosione e porta ad emissioni in atmo-
sfera di acido cloridrico (HCl), diossine e furani;
• lo zolfo, come origine degli ossidi di zolfo (Sox), contribuisce alla formazione di emissioni nocive
in atmosfera (acidificazione dell’atmosfera) e può combinarsi con metalli alcalini a dare solfati corrosivi;
• il sodio viene legato a problemi di corrosione degli impianti termici (scambiatori di calore in particolare) e contribuisce alla riduzione del punto di fusione delle ceneri (provoca slagging) e alla
formazione di aerosol;
• il silicio, o meglio la silice, provoca problemi legati alla formazione di depositi (clinker) nell’unità
termica;
• i metalli pesanti, in genere causano problemi di emissioni di inquinanti in atmosfera, di formazione di aerosol e problemi di smaltimento delle ceneri.
Le biomasse erbacee sono caratterizzate da elevati contenuti di N, S, K, Cl, ecc. che possono determinare problematiche di vario tipo, come l'inquinamento legato alle emissioni in atmosfera di
particolato, di ceneri volatili e di altri composti dannosi per l’ambiente e per la salute (ad esem-
pio NOX , SOX , HCl, ecc.), dovuti alla maggior presenza nella biomassa di composti come N,
S, Cl e K.
In sostanza siamo in presenza del progetto di un vero e proprio ecomostro.
Con emissioni e residui di ceneri ancora maggiori dell'inceneritore a legna e insilato di mais che Eridania vuole impiantare a San Quirico di Trecasali.
Avanti così, siamo ad un passo dalla meta: il disastro totale.

Giuliano Serioli

www.reteambienteparma.org
info@reteambienteparma.org
Rete Ambiente Parma
Aria Acqua Suolo Risorse Energie
Comitati Uniti per la Salvaguardia del Territorio Parmense
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita - comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse - no cava le predelle

domenica 18 dicembre 2011

Diossina nel latte materno

A Ravenna l'inquinante è 4 volte sopra i limiti, una quantità sufficiente a creare patologie

Diossina nel latte materno.
Ora tocca a Ravenna confrontarsi con questo allarme.
Il livello riscontrato è talmente elevato che se si trattasse di latte vaccino, sarebbe ritirato dal mercato, i valori superano infatti anche di quattro volte i limiti di legge.
A lanciare l’allarme è il Movimento 5 stelle, che un anno fa ha chiesto al laboratorio Inca di Marghera (uno dei migliori in Italia) di analizzare due campioni di latte materno, provenienti da due donne di Savarna e di Porto Corsini, non fumatrici e residenti nelle località da più di cinque anni.



I risultati — per quanto privi di valore statistico, dal momento che riguardano solo due soggetti — impressionano: sulla prima donatrice, quella di Savarna, la presenza di diossina ammonta a 23,435 picogrammi per ogni grammo di massa grassa.
Sull’altra, il dato è di 15,704 picogrammi per grammo. In pratica, quasi tre e quattro volte il limite di legge stabilito per il latte di mucca, che è pari a 6 picogrammi (il picogrammo equivale a un miliardesimo di milligrammo).
Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità indica, come limite di riferimento per l’uomo, una dose giornaliera che va da uno a quattro picogrammi. “Le due località scelte — sottolinea Pietro Vandini, capogruppo dei grillini in consiglio comunale — si trovano entrambe all’interno dell’area di ricaduta delle diossine prodotte dall’inceneritore di Hera. Inoltre risentono dell’influenza del polo chimico. Con queste analisi vogliamo mostrare che, anche se le emissioni di un impianto rispettano i limiti di legge, questo non significa che determinate sostanze ‘spariscano’: al contrario, si accumulano ed entrano nella catena alimentare”.
Secondo i Cinque stelle, manca del tutto un monitoraggio della presenza di diossina nelle matrici biologiche: “Lo studio Moniter della Regione — dice Vandini — è costato tre milioni e mezzo, ma è incompleto, perché non include un biomonitoraggio, pur avendo comunque reso noto che il principio di precauzione è sempre da applicare quando si parla di incenerimento dei rifiuti. La diossina è il più pericoloso tra i veleni, ed è per questo che diremo sempre no alla costruzione di nuovi impianti di combustione. Chiediamo inoltre la chiusura degli inceneritori a favore di una gestione dei rifiuti alternativa: non pretendiamo che il cambiamento avvenga in un giorno, ma dobbiamo iniziare a costruire un nuovo modello”.
Il consigliere del Movimento 5 stelle ricorda che già nel 2006 “l’Ordine dei medici provinciale aveva espresso le nostre stesse preoccupazioni, sulla base di studi scientifici”.
“I dati non lasciano spazio a dubbi — aggiunge Pietro Massaroli, responsabile salute del Movimento 5 stelle — la quantità di diossina è sufficiente a causare patologie”.
Per questo, in un ordine del giorno in consiglio comunale, i grillini chiedono al sindaco di disporre un biomonitoraggio su larga scala, affidando ad Ausl e Arpa gli approfondimenti del caso: “È assurdo — conclude Vandini — che con i soldi pubblici si presentino ricorsi (il riferimento è a quello contro la sospensiva del Tar per la centrale a biomasse di Russi, ndr), ma non si facciano controlli per tutelare la salute dei cittadini”.
La battaglia contro gli inceneritori (supportata da Associazione naturista, Ravenna viva, Legambiente circolo Matelda, comitato Articolo 32) ha un precedente recente.
Prende infatti le mosse dall’analoga esperienza di Forlì, dove l’associazione Medici per l’ambiente — guidata da Patrizia Gentilini — mesi fa ha sottoposto allo stesso consorzio Inca una serie di campioni biologici: polli allevati a breve distanza dagli inceneritori di Hera e di Mengozzi rifiuti sanitari, uova di galline e — anche in quel caso — latte materno. I valori relativi alle madri forlivesi, anch’essi superiori ai limiti di riferimento per il latte animale, erano comunque più bassi di quelli rilevati nel latte delle due donne di Savarna e Porto Corsini.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/2011/12/18/639314-tracce_diossina.shtml

Anche a Parma Gcr sta facendo analizzare campioni di latte materno.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 dicembre 2011

Sono passati
566 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
140 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Quel che resta del forno

la virtù abita oltr'Enza

Immaginate un territorio guidato da amministratori virtuosi, che hanno capito che la gestione dei rifiuti è centrale per la vita e la salute dei suoi abitanti.
Immaginate che questi esseri illuminati abbiano finalmente compreso che bruciare materia, pensando di poterla far scomparire, è solo fingere si aver risolto il problema.


La valle del fiume Enza

Immaginate anche che questi buoni propositi non rimangano tali, ma che vengano tradotti in pratica, con piani di gestione ed impianti dedicati.
Non ci troviamo in una scena tratta da Blade Runner, non dovete andare al largo dei bastioni di Orione, o fino alle porte di Tannhauser per scovare questa terra promessa.
Basta varcare il fiume Enza.
Venticinque km separano i due comuni capoluogo di provincia, ma sembrano anni luce quando la distanza la misuriamo sulla gestione dei rifiuti.
La notizia giunta è ufficiale. L’inceneritore di Cavazzoli che per anni ha bruciato i rifiuti del territorio reggiano va in pensione e la data dello spegnimento è certa. Maggio 2012.

La Provincia e il comune di Reggio Emilia hanno predisposto un piano che prevede un obiettivo di raccolta differenziata del 67% al 2014, estendendo la raccolta porta a porta a tutti i comuni della provincia, introducendo la raccolta capillarizzata per la fascia pedemontana e una raccolta stradale potenziata per i comuni montani.
Un piano ben studiato che prevede anche di dotare il territorio di impianti dedicati alle varie frazioni, primo fra tutti il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) che si occuperà di trattare 120 mila tonnellate di indifferenziato, rimasto dopo la separazione di materiali nobili, che permetterà di ottenere un materiale residuo stabilizzato, inerte, che potrà tranquillamente essere smaltito nelle discariche del territorio senza alcun pericolo per le popolazioni circostanti, separando la frazione organica che andrà ad alimentare impianti a biogas.
Reggio Emilia si doterà anche di un impianto di compostaggio, che permetterà di trattare le 30.000 tonnellate di scarti di cucina, sfalci e potature, con i quali verrà prodotto compost, un ottimo fertilizzante che potrà essere utilizzato dai contadini d’Oltrenza per produrre il foraggio destinato al Parmigiano-Reggiano.
Verrà infine realizzato un impianto dedicato al trattamento della carta e della plastica, rendendo il territorio di fatto indipendente e responsabile della gestione di tutti gli scarti, senza bruciarne un solo chilogrammo.
L’assessore provinciale all’ambiente Mirko Tutino (PD) ha dichiarato a margine della presentazione del PPGR che “se questo modello virtuoso ed avanzato che prevede il 67% di raccolta differenziata ed il Tmb, fosse adottato in tutte le province emiliano-romagnole, consentirebbe di spegnere almeno la metà dei termovalorizzatori e superare gradualmente la tecnologia legata all’incenerimento”.
Restiamo a bocca aperta davanti a dichiarazioni e progetti di questo genere, e ci viene un moto di invidia, pensando al nostro di assessore che dichiara (mentendo) che l’inceneritore non emetterà diossine e che trova normale che il gestore paghi i controllori e i collaudatori dell’impianto che gli farà incamerare enormi ricavi.
A Reggio ci riescono a guardare avanti, a Parma no. Mancherà l'intelligenza?
Certo è che il dileggio sui quadrati andrebbe forse ribaldato.

http://www.reggionline.com/it/2011/12/16/la-provincia-linceneritore-di-cavazzoli-chiudera-nel-maggio-2012-9666

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 dicembre 2011

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