I lavoratori? Non pervenuti
Oltre un anno fa abbiamo incontrato CGIL di Parma, nella sede in via Confalonieri, ricercando come sempre interlocutori a cui presentare progetti alternativi all’incenerimento ma anche prospettare i rischi ambientali connessi al progetto di Iren.
La segreteria Patrizia Maestri si era detta allora non competente in materia, in quanto il sindacato si occupa di lavoro e di lavoratori e non aveva le informazioni necessarie ad esprimersi. Il dialogo si era mosso attorno ai sistemi di trattamento rifiuti ed alle sue ripercussioni sull’ambiente.
Le avevamo mostrato la famosa mappa dei 2 km intorno all’inceneritore, che la stessa Iren indica come emettitore di 3,2 tonnellate di PM10 in più rispetto alla situazione attuale, da spargere sulle aziende circostanti.
Barilla, SPIP, Parma Retail, Chiesi, Greci, Althea, Ikea, sono solo alcuni dei marchi più conosciuti che insistono con i loro stabilimenti nell’area, una “zona a bassa densità abitativa”, secondo il giudizio di Iren.
Con un semplice calcolo avevamo stimato in 10.000 lavoratori i fantasmi non contemplati dal progetto, che ogni giorno si recheranno per 8 ore a respirare l’aria condizionata dall’inceneritore di rifiuti di Iren, con le sue bocche che insufflano in ambiente 144.000 metri cubi/ora di aria sporca, ricca di polveri sottili, di metalli pesanti, di diossine e furani, solo per citare alcuni dei componenti ufficiali delle emissioni.
Tempo inutile forse quello speso con Patrizia Maestri, che oggi con il comunicato CGIL si mostra improvvisamente in grado di intendere e di volere sul forno, dando semaforo verde al proseguo dei lavori.
Ora è giunto il tempo che gli iscritti alla CGIL, delle aziende di cui sopra, sappiano che il sindacato che li rappresenta non muoverà un dito per difendere la loro salute. Anzi.
La tutela che dovrebbe offrire CGIL a 360 gradi è probabilmente a sovranità limitata.
I lavoratori sappiamo che la loro tessera è carta straccia, non saranno tutelati in nessun modo per quel che riguarda il diritto di lavorare in un ambiente sano, al riparo da inquinamento e rischi ambientali.
Sappiano i lavoratori che la CGIL, nonostante per legge gli inceneritori siano dichiarati “industrie insalubri di classe prima”, difenderà a spada tratta gli interessi di chi vuole la riapertura dell’impianto, quindi gli interessi di Iren e del Partito Democratico, che rullano a tambur battente davanti al diniego del Comune.
Sappiano, i tesserati della CGIL, che Patrizia Maestri, la loro segretaria, era presente il 22 settembre all’Auditiorium Paganini di Parma, quando Dominique Belpomme, oncologo francese di fama internazionale e presidente di ARTAC, dichiarava che costruire un inceneritore a ridosso di una città è “un crimine contro l’umanità”.
Quindi un crimine anche contro di loro.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 9 luglio 2011
+8 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+404 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 9 luglio 2011
venerdì 8 luglio 2011
Nel segno dell'ulivo
La cerimonia è solenne.
Davanti al forno, un ulivo indifeso.
Legna giovane, che l'inceneritore annichilirebbe in un istante, anche con una sola folata del suo fumo denso, fumo che soffoca linfa e giovani foglie.
Il battesimo dell'ulivo, che una data di nascita ben precisa, 1° luglio 2011, è diventato un simbolo di sfida ma anche di ottimismo, di disponibilità e di scherno, di debolezza e di forza.
Sarà la città a curare l'ulivo del forno, a seguirne lo sviluppo, coglierne i frutti, irrorarne le radici.
L'ulivo di Parma ha bisogno di attenzione, cura, compagnia.
La gestione della rotonda dell'inceneritore è stata richiesta mesi fa all'assessorato Ambiente in via ufficiale. Oggi è dei cittadini che andranno a portare un segno, a tenere in ordine l'erba, curarne le fronde che si aggiungeranno attorno al giovane virgulto.
La casa del Gcr è qui di fronte al camino che ha smesso di crescere.
Dal primo di luglio del 2011 conterà i giorni, i mesi e gli anni, battendo il tempo della speranza o della disperazione, ma ci sarà, osservatore muto degli eventi.
L'ulivo ha bisogno di tutti voi e vi vuole contare.
Gcr chiede sostegno ai cittadini per fissare un calendario delle visite.
Volontariato agricolo e ambientale insieme.
Il muto osservatore, nell'Odissea di Kubrick era un monolito nero, il nostro ha le forme aggraziate di un piccolo albero, ma lo stesso ruolo di “assistente” alle vite che gli passeranno dinnanzi.
Attendiamo offerte di aiuto a gestionecorrettarifiuti@gmail.com oppure al 331.116.8850
Anche per idee, progetti da realizzare in quella rotonda, per esempio per produrre il cartello che ci indica come gestori di quel pezzo di Parma.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 luglio 2011
+7 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+403 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Davanti al forno, un ulivo indifeso.
Legna giovane, che l'inceneritore annichilirebbe in un istante, anche con una sola folata del suo fumo denso, fumo che soffoca linfa e giovani foglie.
Il battesimo dell'ulivo, che una data di nascita ben precisa, 1° luglio 2011, è diventato un simbolo di sfida ma anche di ottimismo, di disponibilità e di scherno, di debolezza e di forza.
Sarà la città a curare l'ulivo del forno, a seguirne lo sviluppo, coglierne i frutti, irrorarne le radici.
L'ulivo di Parma ha bisogno di attenzione, cura, compagnia.
La gestione della rotonda dell'inceneritore è stata richiesta mesi fa all'assessorato Ambiente in via ufficiale. Oggi è dei cittadini che andranno a portare un segno, a tenere in ordine l'erba, curarne le fronde che si aggiungeranno attorno al giovane virgulto.
La casa del Gcr è qui di fronte al camino che ha smesso di crescere.
Dal primo di luglio del 2011 conterà i giorni, i mesi e gli anni, battendo il tempo della speranza o della disperazione, ma ci sarà, osservatore muto degli eventi.
L'ulivo ha bisogno di tutti voi e vi vuole contare.
Gcr chiede sostegno ai cittadini per fissare un calendario delle visite.
Volontariato agricolo e ambientale insieme.
Il muto osservatore, nell'Odissea di Kubrick era un monolito nero, il nostro ha le forme aggraziate di un piccolo albero, ma lo stesso ruolo di “assistente” alle vite che gli passeranno dinnanzi.
Attendiamo offerte di aiuto a gestionecorrettarifiuti@gmail.com oppure al 331.116.8850
Anche per idee, progetti da realizzare in quella rotonda, per esempio per produrre il cartello che ci indica come gestori di quel pezzo di Parma.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 luglio 2011
+7 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+403 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
giovedì 7 luglio 2011
Filtri & Fanghi, il Ko al Pai passa di qui
Siamo venuti a conoscenza solo ora di alcuni documenti dai quali emergono importanti modifiche al progetto dell'inceneritore di Parma approvato in sede di Conferenza di Servizi.
Se queste notizie sono vere, in base a tali elementi, il progetto in corso di realizzazione è difforme da quello approvato e pertanto risulta quanto meno necessario riaprire la Conferenza dei Servizi anche al fine di far chiara luce su queste modifiche.
Crediamo sia una notizia da prima pagina e qui cerchiamo di tradurre in termini comprensibili le relative questioni tecniche emerse.
Le modifiche apportate al progetto si riferiscono in particolare all’impianto filtrante dei fumi e al sistema di trattamento fanghi che ne permette l’immissione in camera di combustione anche se non disidratati.
Filtri
Il sistema di filtraggio dei fumi era composto, nel progetto originariamente approvato, da 2 stadi separati: un elettrofiltro a cui seguiva un filtro a manica. Nella variante apportata l’elettrofiltro è stato sostituito da un ulteriore filtro a manica.
A noi pare evidente che variando la tipologia di impianto sarà modificata anche la composizione e la quantità dei fumi emessi dall’inceneritore. Non ci è però dato sapere dai progettisti quale sarà il bilancio emissivo con questa nuova configurazione e quindi non si è in grado di valutare le performance del nuovo assetto e l’impatto ambientale dello stesso.
Fanghi
I fanghi da depurazione erano nel progetto originale immessi in camera di combustione solo dopo aver subito una fase di essicazione che portasse l'umidità al 35%. Nella nuova variante i progettisti, adducendo ragioni improbabili di arresti dell’impianto di essicazione, hanno creato un by-pass che permette di pompare i fanghi, anche non essiccati, direttamente nel forno, abbassando così notevolmente il rendimento dell’impianto e ovviamente performance aumentando il rischio ambientale.
Certificati verdi
Questo elemento mette in discussione una delle importanti prescrizioni scaturite dalla conferenza dei servizi che ha approvato l’impianto, ovvero, di verificare entro cinque anni dalla entrata in servizio dell’impianto tecnologie di trattamento dei fanghi diverse dalla combustione. Facciamo notare che lo smaltimento dei fanghi tramite combustione e recupero di energia permette al gestore di beneficiare di svariati milioni di euro di incentivi statali (Certificati Verdi). Evitando l’essicazione dei fanghi si hanno a disposizione quantità incrementate di materia organica rispetto al previsto e quindi si percepiscono maggiori introiti grazie a detti incentivi. Per dare un’idea delle quantità in gioco basti pensare che i fanghi prima dell’essicazione hanno una percentuale di acqua del 75% mentre successivamente (perdendo acqua) la percentuale scende al 35-40%.
Autorizzazioni
Gli esecutori del progetto non hanno ritenuto necessario richiedere un’ulteriore Valutazione di Impatto Ambientale agli enti preposti (ASL, ARPA, tecnici, rappresentanti dei Comuni, etc) ed hanno proceduto con le varianti senza ulteriori autorizzazioni.
A nostro parere si tratta di modifiche di non poco conto, variazioni importanti, che stravolgono completamente l’opera così come era stata approvata. Riteniamo che non sia quindi possibile procedere con la realizzazione di un impianto diverso da quello che aveva ottenuto l’autorizzazione in fase progettuale.
La stessa autorizzazione ambientale integrata a pagina 105, al capitolo D.2.14 “Ulteriori condizione di costruzione e/o esercizio del progetto recita al punto 28): “Qualsiasi variante al PAIP andrà comunicata all'autorità Competente e informati i Comuni coinvolti nella procedura di VIA allo scopo di verificare se risulti variante sostanziale o meno”.
Attendiamo conferme dai Comuni.
Ne sanno qualcosa al riguardo?
Il Comitato Tecnico Scientifico è al corrente di tali variazioni?
Sono state comunicate? E quando?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 luglio 2011
+6 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma, lo possiamo fermare definitivamente!
+402 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Se queste notizie sono vere, in base a tali elementi, il progetto in corso di realizzazione è difforme da quello approvato e pertanto risulta quanto meno necessario riaprire la Conferenza dei Servizi anche al fine di far chiara luce su queste modifiche.
Crediamo sia una notizia da prima pagina e qui cerchiamo di tradurre in termini comprensibili le relative questioni tecniche emerse.
Le modifiche apportate al progetto si riferiscono in particolare all’impianto filtrante dei fumi e al sistema di trattamento fanghi che ne permette l’immissione in camera di combustione anche se non disidratati.
Filtri
Il sistema di filtraggio dei fumi era composto, nel progetto originariamente approvato, da 2 stadi separati: un elettrofiltro a cui seguiva un filtro a manica. Nella variante apportata l’elettrofiltro è stato sostituito da un ulteriore filtro a manica.
A noi pare evidente che variando la tipologia di impianto sarà modificata anche la composizione e la quantità dei fumi emessi dall’inceneritore. Non ci è però dato sapere dai progettisti quale sarà il bilancio emissivo con questa nuova configurazione e quindi non si è in grado di valutare le performance del nuovo assetto e l’impatto ambientale dello stesso.
Fanghi
I fanghi da depurazione erano nel progetto originale immessi in camera di combustione solo dopo aver subito una fase di essicazione che portasse l'umidità al 35%. Nella nuova variante i progettisti, adducendo ragioni improbabili di arresti dell’impianto di essicazione, hanno creato un by-pass che permette di pompare i fanghi, anche non essiccati, direttamente nel forno, abbassando così notevolmente il rendimento dell’impianto e ovviamente performance aumentando il rischio ambientale.
Certificati verdi
Questo elemento mette in discussione una delle importanti prescrizioni scaturite dalla conferenza dei servizi che ha approvato l’impianto, ovvero, di verificare entro cinque anni dalla entrata in servizio dell’impianto tecnologie di trattamento dei fanghi diverse dalla combustione. Facciamo notare che lo smaltimento dei fanghi tramite combustione e recupero di energia permette al gestore di beneficiare di svariati milioni di euro di incentivi statali (Certificati Verdi). Evitando l’essicazione dei fanghi si hanno a disposizione quantità incrementate di materia organica rispetto al previsto e quindi si percepiscono maggiori introiti grazie a detti incentivi. Per dare un’idea delle quantità in gioco basti pensare che i fanghi prima dell’essicazione hanno una percentuale di acqua del 75% mentre successivamente (perdendo acqua) la percentuale scende al 35-40%.
Autorizzazioni
Gli esecutori del progetto non hanno ritenuto necessario richiedere un’ulteriore Valutazione di Impatto Ambientale agli enti preposti (ASL, ARPA, tecnici, rappresentanti dei Comuni, etc) ed hanno proceduto con le varianti senza ulteriori autorizzazioni.
A nostro parere si tratta di modifiche di non poco conto, variazioni importanti, che stravolgono completamente l’opera così come era stata approvata. Riteniamo che non sia quindi possibile procedere con la realizzazione di un impianto diverso da quello che aveva ottenuto l’autorizzazione in fase progettuale.
La stessa autorizzazione ambientale integrata a pagina 105, al capitolo D.2.14 “Ulteriori condizione di costruzione e/o esercizio del progetto recita al punto 28): “Qualsiasi variante al PAIP andrà comunicata all'autorità Competente e informati i Comuni coinvolti nella procedura di VIA allo scopo di verificare se risulti variante sostanziale o meno”.
Attendiamo conferme dai Comuni.
Ne sanno qualcosa al riguardo?
Il Comitato Tecnico Scientifico è al corrente di tali variazioni?
Sono state comunicate? E quando?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 luglio 2011
+6 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma, lo possiamo fermare definitivamente!
+402 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
mercoledì 6 luglio 2011
Fred Flinstone e gli antenati di Iren
I dipendenti Iren si lamentano dell'azienda. “Siamo alla preistoria” affermano.
Vero, anzi Viero, la multiutility ha bisogno di un lifting profondo, altrimenti rimane all'età delle clave.
Ma non è costruendo un inceneritore che Iren si avvierà verso il futuro.
Neanche sotto il profilo dell'occupazione le prospettive rispetto al sistema di gestione dei rifiuti con incenerimento sono positive.
Si sa che la raccolta differenziata spinta porta a porta e la gestione a freddo degli scarti porta 15 posti di lavoro contro 1 dell'inceneritore.
E' logico che sia così. Da una parte una gestione tecnologica ed affidata a delle macchine, dall'altra una gestione affidata alle persone.
Lo stesso discorso lo si evidenzia con i cassonetti stradali indifferenziati, che sono raccolti da un unico operatore su un mezzo molto grande, costoso come manutenzione.
La raccolta porta a porta invece è fatta di mezzi piccoli, minimamente tecnologici.
La tecnologia sta a monte, nelle case dei cittadini e nel loro impegno, e a valle, con dei sistemi di separazione delle diverse frazioni che consentono un efficace recupero dei materiali con vantaggi enormi per tutti.
Per il mondo del lavoro, e lo abbiamo spiegato.
Per il mondo in quanto ambiente, visto che l'incenerimento inquina, il riciclaggio no.
Per le tasche dei cittadini, la differenziata con tariffa puntuale premia la virtù abbassando le tariffe.
Per le tasche dei comuni, che recuperando materiali li rivende al Conai facendo anche calare di conseguenza i volumi di rifiuti da smaltire, che sono i veri costi del sistema.
Iren ha bisogno di un rinfrescata e di guardare avanti, di collaborare con i cittadini e con le aziende, tutti verso lo stesso obiettivo, risparmio e rispetto ambientale. Non deve fermarsi all'età dei Flinstone.
Gli esempi non mancano.
In Olanda è operativo van Gansewinkel, una multinazionale dei rifiuti che opera in diversi Paesi europei. Nel 2007 ha capito che il futuro dei rifiuti è il riciclaggio. Un anno dopo la Comunità europea ha aggiornato la normativa (98/2008) affermando che il continente deve diventare una società del riciclaggio. Dal 2007 VGW è fortemente impegnata nella prospettiva di modificare totalmente l'approccio con il mondo dei rifiuti. Ha intenzione di chiudere entro 10 anni tutti gli inceneritori che gestisce, lo scorso anno ha dismesso quello di Rotterdam. L'azienda ha un reparto sviluppo e ricerca con 60 persone che costantemente pensano a come arrivare al traguardo il prima possibile. Il rapporto costante con il mondo della produzione e della grande distribuzione è costante, si va direttamente nelle aziende per consigliare la migliore modalità per rendere recuperabile al 100% tutti i prodotti costruiti e messi in commercio.
Ecco la strada del futuro che è già operativa a un passo dall'Italia.
Non è un sogno, non è un miraggio, non è uno specchietto per le allodole.
E' uno fra i 5 players europei dei rifiuti, un “big” come direbbero gli americani.
Il direttore del settore ricerca e sviluppo è stato a Parma in aprile ed ha anche incontrato Iren.
Lo scambio ha permesso di capire come le due aziende affrontano in modo differente lo stesso tipo di lavoro.
L'azienda olandese si è resa disponibile a traghettare Parma verso Rifiuti Zero, facendo da consulente alle amministrazioni locali ed a Iren.
Una prospettiva di partnership che consentirebbe a Iren di fare il salto decisivo e mettersi avanti a tutte le altre multiutilities italiane, troppo concentrare solo sullo smaltimento.
Un'occasione anche per i dipendenti di vedere luce davanti a sé, perché il futuro è il riciclo della materia e il suo recupero totale.
L'incenerimento è roba da preistorici, Fred.
Yabadabadoooooooooo!
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+5 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Vero, anzi Viero, la multiutility ha bisogno di un lifting profondo, altrimenti rimane all'età delle clave.
Ma non è costruendo un inceneritore che Iren si avvierà verso il futuro.
Neanche sotto il profilo dell'occupazione le prospettive rispetto al sistema di gestione dei rifiuti con incenerimento sono positive.
Si sa che la raccolta differenziata spinta porta a porta e la gestione a freddo degli scarti porta 15 posti di lavoro contro 1 dell'inceneritore.
E' logico che sia così. Da una parte una gestione tecnologica ed affidata a delle macchine, dall'altra una gestione affidata alle persone.
Lo stesso discorso lo si evidenzia con i cassonetti stradali indifferenziati, che sono raccolti da un unico operatore su un mezzo molto grande, costoso come manutenzione.
La raccolta porta a porta invece è fatta di mezzi piccoli, minimamente tecnologici.
La tecnologia sta a monte, nelle case dei cittadini e nel loro impegno, e a valle, con dei sistemi di separazione delle diverse frazioni che consentono un efficace recupero dei materiali con vantaggi enormi per tutti.
Per il mondo del lavoro, e lo abbiamo spiegato.
Per il mondo in quanto ambiente, visto che l'incenerimento inquina, il riciclaggio no.
Per le tasche dei cittadini, la differenziata con tariffa puntuale premia la virtù abbassando le tariffe.
Per le tasche dei comuni, che recuperando materiali li rivende al Conai facendo anche calare di conseguenza i volumi di rifiuti da smaltire, che sono i veri costi del sistema.
Iren ha bisogno di un rinfrescata e di guardare avanti, di collaborare con i cittadini e con le aziende, tutti verso lo stesso obiettivo, risparmio e rispetto ambientale. Non deve fermarsi all'età dei Flinstone.
Gli esempi non mancano.
In Olanda è operativo van Gansewinkel, una multinazionale dei rifiuti che opera in diversi Paesi europei. Nel 2007 ha capito che il futuro dei rifiuti è il riciclaggio. Un anno dopo la Comunità europea ha aggiornato la normativa (98/2008) affermando che il continente deve diventare una società del riciclaggio. Dal 2007 VGW è fortemente impegnata nella prospettiva di modificare totalmente l'approccio con il mondo dei rifiuti. Ha intenzione di chiudere entro 10 anni tutti gli inceneritori che gestisce, lo scorso anno ha dismesso quello di Rotterdam. L'azienda ha un reparto sviluppo e ricerca con 60 persone che costantemente pensano a come arrivare al traguardo il prima possibile. Il rapporto costante con il mondo della produzione e della grande distribuzione è costante, si va direttamente nelle aziende per consigliare la migliore modalità per rendere recuperabile al 100% tutti i prodotti costruiti e messi in commercio.
Ecco la strada del futuro che è già operativa a un passo dall'Italia.
Non è un sogno, non è un miraggio, non è uno specchietto per le allodole.
E' uno fra i 5 players europei dei rifiuti, un “big” come direbbero gli americani.
Il direttore del settore ricerca e sviluppo è stato a Parma in aprile ed ha anche incontrato Iren.
Lo scambio ha permesso di capire come le due aziende affrontano in modo differente lo stesso tipo di lavoro.
L'azienda olandese si è resa disponibile a traghettare Parma verso Rifiuti Zero, facendo da consulente alle amministrazioni locali ed a Iren.
Una prospettiva di partnership che consentirebbe a Iren di fare il salto decisivo e mettersi avanti a tutte le altre multiutilities italiane, troppo concentrare solo sullo smaltimento.
Un'occasione anche per i dipendenti di vedere luce davanti a sé, perché il futuro è il riciclo della materia e il suo recupero totale.
L'incenerimento è roba da preistorici, Fred.
Yabadabadoooooooooo!
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+5 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Resistere, Resistere, Resistere
Ogni giorno un nuovo assalto nel tentativo di scardinare la resistenza del comune, che il 1° luglio ha chiuso il cantiere dell'inceneritore per mancanza del titolo edilizio.
Ogni giorno un gruppo compatto di esperti di fede ireniana tentano la conquista dello stop dello stop, anche se di concessioni edilizie, fino ad oggi, neanche l'ombra.
Perché basterebbe poco per Iren o per la Provincia, che si è erta a difensore della pratica, come se fosse cosa sua, a diramare ogni dubbio. Basta esibire il documento, forse lo cela la Provincia?
Gli avvocati De Angelis e Allegri hanno calato il loro asso, che non era per niente coperto, ma faceva bella vista addirittura sul cartello di cantiere.
Iren era probabilmente conscia di non possedere la concessione edilizia e così hanno fatto riferimento ad un codicillo di legge che riguardava però le opere pubbliche.
Come potrebbe essere l'inceneritore un'opera pubblica, su suolo privato, con soldi privati, con assenza di gara di appalto, non lo si può davvero comprendere.
Ma ora che il dado è stato tratto, in piazzale della Pace e in strada Margherita regna il caos più totale. Tutti alla ricerca affannosa del cavillo che consenta di far ripartire la macchina, che ogni giorno che passa ha le ruote sempre più sgonfie.
Ma perché bisognerebbe trattare Iren diversamente da tutte le altre aziende o cittadini?
Come mai quando cambi un rubinetto ti chiedono la radiografia in otto dimensioni, mentre qui, in presenza di un insediamento industriale da centinaia di milioni di euro, manco c'è un disegno autorizzato che assomigli ad una concessione edilizia?
Bene fa il comune a non cedere il passo.
Si faccia totale chiarezza su questa vicenda.
Dobbiamo anche evidenziare però la lentezza di altri organi, come la Procura, che, senz'altro impegnati in tante altre importanti vicende, potrebbero finalmente rivolgere lo sguardo anche nella direzione dell'inceneritore, non si sa mai che faccia il paio con lo screening in corso.
Di materiale da approfondire ce n'è ormai a bizzeffe e viste le capacità investigative dimostrate in questi ultimi mesi, siamo certi che una volta messa in moto, la macchina della Procura certamente non si fermerà, fino a quando non avrà chiarito tutti gli aspetti oscuri che si sono accumulati e mettono in cattiva luce davanti ai cittadini l'affare inceneritore di Parma.
Il comune ha fatto un grande favore alla città accogliendo il ricorso presentato da Gcr sulla scorta dell'esposto in Procura. Ora che il cantiere è bloccato si può cogliere l'occasione di guardare oltre, per pensare davvero a gestire i nostri rifiuti in un modo un po' meno barbaro, invece che bruciarli e far respirare a noi i loro miasmi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+8 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Ogni giorno un gruppo compatto di esperti di fede ireniana tentano la conquista dello stop dello stop, anche se di concessioni edilizie, fino ad oggi, neanche l'ombra.
Perché basterebbe poco per Iren o per la Provincia, che si è erta a difensore della pratica, come se fosse cosa sua, a diramare ogni dubbio. Basta esibire il documento, forse lo cela la Provincia?
Gli avvocati De Angelis e Allegri hanno calato il loro asso, che non era per niente coperto, ma faceva bella vista addirittura sul cartello di cantiere.
Iren era probabilmente conscia di non possedere la concessione edilizia e così hanno fatto riferimento ad un codicillo di legge che riguardava però le opere pubbliche.
Come potrebbe essere l'inceneritore un'opera pubblica, su suolo privato, con soldi privati, con assenza di gara di appalto, non lo si può davvero comprendere.
Ma ora che il dado è stato tratto, in piazzale della Pace e in strada Margherita regna il caos più totale. Tutti alla ricerca affannosa del cavillo che consenta di far ripartire la macchina, che ogni giorno che passa ha le ruote sempre più sgonfie.
Ma perché bisognerebbe trattare Iren diversamente da tutte le altre aziende o cittadini?
Come mai quando cambi un rubinetto ti chiedono la radiografia in otto dimensioni, mentre qui, in presenza di un insediamento industriale da centinaia di milioni di euro, manco c'è un disegno autorizzato che assomigli ad una concessione edilizia?
Bene fa il comune a non cedere il passo.
Si faccia totale chiarezza su questa vicenda.
Dobbiamo anche evidenziare però la lentezza di altri organi, come la Procura, che, senz'altro impegnati in tante altre importanti vicende, potrebbero finalmente rivolgere lo sguardo anche nella direzione dell'inceneritore, non si sa mai che faccia il paio con lo screening in corso.
Di materiale da approfondire ce n'è ormai a bizzeffe e viste le capacità investigative dimostrate in questi ultimi mesi, siamo certi che una volta messa in moto, la macchina della Procura certamente non si fermerà, fino a quando non avrà chiarito tutti gli aspetti oscuri che si sono accumulati e mettono in cattiva luce davanti ai cittadini l'affare inceneritore di Parma.
Il comune ha fatto un grande favore alla città accogliendo il ricorso presentato da Gcr sulla scorta dell'esposto in Procura. Ora che il cantiere è bloccato si può cogliere l'occasione di guardare oltre, per pensare davvero a gestire i nostri rifiuti in un modo un po' meno barbaro, invece che bruciarli e far respirare a noi i loro miasmi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+8 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Caro Enrico ti scrivo
La Chiesa di Parma e l'inceneritore
I parmigiani forse non sanno che i terreni su cui è stato possibile iniziare a costruire l'inceneritore appartenevano alla Chiesa di Parma o, più precisamente, all’Ordine Costantiniano di San Giorgio, la cui sede è la Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata.
Se non ci fosse stata la pronta cessione dei terreni, e non si fosse avviato l’iter dell'esproprio per gli altri due confinanti, sfrattati con ingiunzione in poche ore, probabilmente ora saremmo solo ai sondaggi del terreno.
Ma non solo.
Con il clima di avversità e mal sopportazione espresso dalla maggior parte della cittadinanza attiva, senza il bene placito di chi siede nel consiglio di quell’Ordine, tra i quali il vescovo della città, oggi non si vivrebbe questo clima di scontro e divisione.
Un atto di ingiunzione, uno sfratto, un esproprio, non raccontano nulla della famiglia che ne è colpita.
Noi però lo vogliamo fare.
Sappiamo che il nostro vescovo vuole conoscere i dettagli della vita della sua Chiesa.
Una di queste famiglie di Ugozzolo teneva un assiduo gruppo di preghiera, una delle figlia è catechista, l'altra organista, tutte persone di comprovata fede cattolica.
Cattolici umiliati. Ridotti a lasciare la loro casa su cui avevano investito i risparmi di una vita, in meno di 48 ore. Hanno dovuto lavorare anche la notte, per paura che mettessero i sigilli con le loro cose ancora dentro l'abitazione. Esperienze incommentabili, tragedie che hanno poco di ordinario.
In famiglia siamo catechisti e dediti al servizio, abbiamo seguito in prima persona i lavori di ristrutturazione di una chiesa parrocchiale. Vorremmo chiederle, caro vescovo di Parma, da cristiani e da cattolici praticanti, di uscire dal consiglio di quella Chiesa della Steccata su cui gravano troppe ombre.
Non stia in silenzio di fronte al comportamento di monsignor Ferri. Lo richiami, è insostenibile il suo ambiguo atteggiamento a sostegno dell’etica, ma altrettanto incline a contrastare chi del richiamo a comportamenti etici e trasparenti nei confronti della società, da parte delle istituzioni e di aziende troppo ad esse riconducibili, ha fatto la propria missione quotidiana.
Apra le sue braccia a chi senza ideologia e per il bene di tutti senza nessuna appartenenza partitica, sta dando il meglio di se stesso per il servizio comune, come Francesco Barbieri, eroe silenzioso che tutto da senza chiedere mai nulla in cambio.
L'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse non è un covo di fanatici come li ha etichettati don Ferri. Tutti i medici che sono venuti a Parma hanno invitato a riflettere su questa grave scelta, sbagliata e senza ritorno, dell'inceneritore a un passo dal centro città.
Non si domanda perché l'oncologo francese Dominique Belpomme (professore di medicina, consigliere scientifico presso la Commissione Europea, Consigliere scientifico presso l'ESA) ha definito gli inceneritori un crimine contro l'umanità?
E' anche lui un fanatico fondamentalista?
I genitori di quei figli che si ammaleranno, perché questo hanno detto gli studiosi venuti a Parma, potrebbero un giorno chiamare al loro capezzale un rappresentante di quella stessa chiesa che ha permesso la propagazione del male, senza alzare un dito o un lamento.
Nostro Signore ci ha chiamati alla massima linearità di comportamento e trasparenza: “Sia il vostro si, si e il vostro no, no, non giurate...”. E ancora: “Non si può servire a Dio e a Mammona”.
Riporti la Chiesa di Parma ad essere Madre Chiesa di tutti, una Madre difende i propri figli a costo di essere vilipesa, sbeffeggiata, insultata e buttata nella polvere. E' proprio così che Gesù ha vinto il mondo.
Noi tutti guardiamo a Lei, ora è stato chiamato e noi tutti attendiamo un suo segnale.
Rimaniamo in ascolto.
Luigi Dall’Ovo
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+5 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
I parmigiani forse non sanno che i terreni su cui è stato possibile iniziare a costruire l'inceneritore appartenevano alla Chiesa di Parma o, più precisamente, all’Ordine Costantiniano di San Giorgio, la cui sede è la Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata.
Se non ci fosse stata la pronta cessione dei terreni, e non si fosse avviato l’iter dell'esproprio per gli altri due confinanti, sfrattati con ingiunzione in poche ore, probabilmente ora saremmo solo ai sondaggi del terreno.
Ma non solo.
Con il clima di avversità e mal sopportazione espresso dalla maggior parte della cittadinanza attiva, senza il bene placito di chi siede nel consiglio di quell’Ordine, tra i quali il vescovo della città, oggi non si vivrebbe questo clima di scontro e divisione.
Un atto di ingiunzione, uno sfratto, un esproprio, non raccontano nulla della famiglia che ne è colpita.
Noi però lo vogliamo fare.
Sappiamo che il nostro vescovo vuole conoscere i dettagli della vita della sua Chiesa.
Una di queste famiglie di Ugozzolo teneva un assiduo gruppo di preghiera, una delle figlia è catechista, l'altra organista, tutte persone di comprovata fede cattolica.
Cattolici umiliati. Ridotti a lasciare la loro casa su cui avevano investito i risparmi di una vita, in meno di 48 ore. Hanno dovuto lavorare anche la notte, per paura che mettessero i sigilli con le loro cose ancora dentro l'abitazione. Esperienze incommentabili, tragedie che hanno poco di ordinario.
In famiglia siamo catechisti e dediti al servizio, abbiamo seguito in prima persona i lavori di ristrutturazione di una chiesa parrocchiale. Vorremmo chiederle, caro vescovo di Parma, da cristiani e da cattolici praticanti, di uscire dal consiglio di quella Chiesa della Steccata su cui gravano troppe ombre.
Non stia in silenzio di fronte al comportamento di monsignor Ferri. Lo richiami, è insostenibile il suo ambiguo atteggiamento a sostegno dell’etica, ma altrettanto incline a contrastare chi del richiamo a comportamenti etici e trasparenti nei confronti della società, da parte delle istituzioni e di aziende troppo ad esse riconducibili, ha fatto la propria missione quotidiana.
Apra le sue braccia a chi senza ideologia e per il bene di tutti senza nessuna appartenenza partitica, sta dando il meglio di se stesso per il servizio comune, come Francesco Barbieri, eroe silenzioso che tutto da senza chiedere mai nulla in cambio.
L'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse non è un covo di fanatici come li ha etichettati don Ferri. Tutti i medici che sono venuti a Parma hanno invitato a riflettere su questa grave scelta, sbagliata e senza ritorno, dell'inceneritore a un passo dal centro città.
Non si domanda perché l'oncologo francese Dominique Belpomme (professore di medicina, consigliere scientifico presso la Commissione Europea, Consigliere scientifico presso l'ESA) ha definito gli inceneritori un crimine contro l'umanità?
E' anche lui un fanatico fondamentalista?
I genitori di quei figli che si ammaleranno, perché questo hanno detto gli studiosi venuti a Parma, potrebbero un giorno chiamare al loro capezzale un rappresentante di quella stessa chiesa che ha permesso la propagazione del male, senza alzare un dito o un lamento.
Nostro Signore ci ha chiamati alla massima linearità di comportamento e trasparenza: “Sia il vostro si, si e il vostro no, no, non giurate...”. E ancora: “Non si può servire a Dio e a Mammona”.
Riporti la Chiesa di Parma ad essere Madre Chiesa di tutti, una Madre difende i propri figli a costo di essere vilipesa, sbeffeggiata, insultata e buttata nella polvere. E' proprio così che Gesù ha vinto il mondo.
Noi tutti guardiamo a Lei, ora è stato chiamato e noi tutti attendiamo un suo segnale.
Rimaniamo in ascolto.
Luigi Dall’Ovo
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 luglio 2011
+5 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Si continua a lavorare nel cantiere sigillato!
Continuano a giungerci segnalazioni da cittadini su attività lavorative nel cantiere di Ugozzolo. Queste sono foto scattate martedì in diversi momenti della giornata (alle 13.55 ed alle 20.25) ed evidenziano movimenti delle gru.
Nei giorni scorsi, a seguito nostre segnalazioni, ci è stato detto che pur sussistendo un provvedimento di sospensione lavori le ditte appaltatrici sono autorizzate a recarsi presso il cantiere per ritirare i propri mezzi.
Non capiamo però a che scopo siano utilizzate le gru se non per procedere nell’esecuzione di lavori che al momento attuale non sono autorizzati.
Abbiamo richiesto puntuali verifiche alla Polizia Municipale.
Nei giorni scorsi, a seguito nostre segnalazioni, ci è stato detto che pur sussistendo un provvedimento di sospensione lavori le ditte appaltatrici sono autorizzate a recarsi presso il cantiere per ritirare i propri mezzi.
Non capiamo però a che scopo siano utilizzate le gru se non per procedere nell’esecuzione di lavori che al momento attuale non sono autorizzati.
Abbiamo richiesto puntuali verifiche alla Polizia Municipale.
Parma, 7 luglio 2011
martedì 5 luglio 2011
Giacomo
Se n'è andato Giacomo Truffelli, una Intelligenza spesa per il mondo del volontariato
Lo vogliamo ricordare anche noi
Possiamo chiamarlo un pezzo di vita, ormai spesa, quello che ci ha visto intrecciare le nostre esperienze importanti e di crescita insieme alla tua.
Quando Parma ancora non notava il crescente imbarazzo di vite povere e nascoste, che scoprivi con sorpresa per mano di quei venti mesi di naja di pace che il servizio civile imponeva,
Parma era ancora una miriade di piccole e poche associazioni, gelose del proprio io, timorose all'apertura ed al dialogo.
Mesi di esperienze forti che ci hanno visto percorrere tratti di strada, con Arnaldo, e tanti, molti altri che hanno poi proseguito e allargato il gruppo.
Era ancora sperimentazione, tentativo, stimolo, ma certo non mancava in te l'intelligenza che si è andata affinando, la sintesi secca e visionaria di dove bisognava andare, da dove venivamo, perché eravamo lì.
E' raro incontrare intelligenze così vive che si mettono e rimangono a disposizione della passione, senza farsi cogliere dai lustrini della notorietà e del successo.
La passione intellettuale dell'analisi, della visione alta, acuta, mai ferma.
Giacomo tu rimani così nella nostra mente. Uno studioso di tutti noi, un conoscitore dell'Uomo e proprio per questo un fine amante delle questioni di questa Terra, difficili e complesse trame che hai cercato di interpretare, indicando sempre un altro sogno, un altro traguardo.
Sei andato avanti, ti vediamo saettare nei pensieri, anche nei nostri.
Non possiamo credere che tu non lo stia ancora facendo.
Lo vogliamo ricordare anche noi
Possiamo chiamarlo un pezzo di vita, ormai spesa, quello che ci ha visto intrecciare le nostre esperienze importanti e di crescita insieme alla tua.
Quando Parma ancora non notava il crescente imbarazzo di vite povere e nascoste, che scoprivi con sorpresa per mano di quei venti mesi di naja di pace che il servizio civile imponeva,
Parma era ancora una miriade di piccole e poche associazioni, gelose del proprio io, timorose all'apertura ed al dialogo.
Mesi di esperienze forti che ci hanno visto percorrere tratti di strada, con Arnaldo, e tanti, molti altri che hanno poi proseguito e allargato il gruppo.
Era ancora sperimentazione, tentativo, stimolo, ma certo non mancava in te l'intelligenza che si è andata affinando, la sintesi secca e visionaria di dove bisognava andare, da dove venivamo, perché eravamo lì.
E' raro incontrare intelligenze così vive che si mettono e rimangono a disposizione della passione, senza farsi cogliere dai lustrini della notorietà e del successo.
La passione intellettuale dell'analisi, della visione alta, acuta, mai ferma.
Giacomo tu rimani così nella nostra mente. Uno studioso di tutti noi, un conoscitore dell'Uomo e proprio per questo un fine amante delle questioni di questa Terra, difficili e complesse trame che hai cercato di interpretare, indicando sempre un altro sogno, un altro traguardo.
Sei andato avanti, ti vediamo saettare nei pensieri, anche nei nostri.
Non possiamo credere che tu non lo stia ancora facendo.
Impegniamoci tutti nella differenziata
Sono apparse ieri sulla stampa notizie sulle difficoltà incontrate nella nuova modalità di raccolta porta a porta nel quartiere Cittadella.
I titoli arrivavano a paventare similitudini con la situazione di Napoli
Il GCR tiene a precisare che la collaborazione tra cittadini, Iren e Comune di Parma è fondamentale e utile a tutti per la buona riuscita del nuovo modello di raccolta differenziata porta a porta.
Il sistema porta a porta, insieme alla tariffazione puntuale, è un modello di raccolta differenziata ormai consolidato in diverse città italiane di piccola e media grandezza e garantisce un incremento sostanzioso delle percentuali di materiali avviati al riciclo e una conseguente diminuzione delle materie da inviare ad incenerimento o discarica.
Riciclo che, unitamente al miglioramento della qualità della raccolta differenziata, si traduce in maggiori entrate per i corrispettivi garantiti dal consorzio Conai che il comune può successivamente redistribuire ai cittadini virtuosi, e calo dei costi per le minori quantità di rifiuto da smaltire.
Sebbene le vicende legate all'inceneritore di Ugozzolo ci vedano spesso in forte contrapposizione con Iren, il legittimo dissenso da parte dei cittadini verso l'impianto non deve assolutamente essere trasferito verso Iren e i suoi collaboratori, con riferimento al servizio di raccolta differenziata.
Siamo altresì convinti che la maggior parte del personale Iren operi quotidianamente con professionalità e dedizione per svolgere il servizio di raccolta rifiuti indispensabile per la nostra comunità.
Riteniamo dunque che i piccoli inconvenienti e le necessità particolari dei singoli cittadini o condomini possano essere risolti confrontandosi direttamente con il servizio informativo di Iren che ha messo nei giorni scorsi a disposizione il numero verde 800-212607.
Se poi ci fossero segnalazioni che vorrete farci pervenire su difficoltà e suggerimenti sul miglioramento del servizio saremmo anche noi ben lieti di accogliere le richieste all'indirizzo e-mail dell'associazione gestionecorrettarifiuti@gmail.com.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 luglio 2011
+ 5 giorni dalla chiusura del cantiere di Ugozzolo
+400 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
I titoli arrivavano a paventare similitudini con la situazione di Napoli
Il GCR tiene a precisare che la collaborazione tra cittadini, Iren e Comune di Parma è fondamentale e utile a tutti per la buona riuscita del nuovo modello di raccolta differenziata porta a porta.
Il sistema porta a porta, insieme alla tariffazione puntuale, è un modello di raccolta differenziata ormai consolidato in diverse città italiane di piccola e media grandezza e garantisce un incremento sostanzioso delle percentuali di materiali avviati al riciclo e una conseguente diminuzione delle materie da inviare ad incenerimento o discarica.
Riciclo che, unitamente al miglioramento della qualità della raccolta differenziata, si traduce in maggiori entrate per i corrispettivi garantiti dal consorzio Conai che il comune può successivamente redistribuire ai cittadini virtuosi, e calo dei costi per le minori quantità di rifiuto da smaltire.
Sebbene le vicende legate all'inceneritore di Ugozzolo ci vedano spesso in forte contrapposizione con Iren, il legittimo dissenso da parte dei cittadini verso l'impianto non deve assolutamente essere trasferito verso Iren e i suoi collaboratori, con riferimento al servizio di raccolta differenziata.
Siamo altresì convinti che la maggior parte del personale Iren operi quotidianamente con professionalità e dedizione per svolgere il servizio di raccolta rifiuti indispensabile per la nostra comunità.
Riteniamo dunque che i piccoli inconvenienti e le necessità particolari dei singoli cittadini o condomini possano essere risolti confrontandosi direttamente con il servizio informativo di Iren che ha messo nei giorni scorsi a disposizione il numero verde 800-212607.
Se poi ci fossero segnalazioni che vorrete farci pervenire su difficoltà e suggerimenti sul miglioramento del servizio saremmo anche noi ben lieti di accogliere le richieste all'indirizzo e-mail dell'associazione gestionecorrettarifiuti@gmail.com.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 luglio 2011
+ 5 giorni dalla chiusura del cantiere di Ugozzolo
+400 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
lunedì 4 luglio 2011
Romba ancora il cantiere di Parma
Il silenzio è rotto all'improvviso dal ruggito di una ruspa. Le gru hanno ricominciato a cigolare.
L'ulivo della rotonda è un po' stupito.
Gli avevano assicurato qualche giorno di pace e di silenzio.
Questa mattina i lavori al cantiere di Ugozzolo procedono come sempre.
Ne siamo un po' stupiti.
La Polizia Municipale è stata subito allertata.
Attendiamo gli sviluppi delle prossime ore.
Sabato il cantiere era immobile, mentre di solito echeggiava di brusio e di polvere.
Oggi è tornata al lavoro la macchina che sta costruendo l'inceneritore della discordia.
Non si arrendono, non si placano, tirano diritto.
Ci sembra una situazione surreale...
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 luglio 2011
+4 giorni alla sospensione del cantiere dell'inceneritore di Parma, ora lo possiamo fermare!
+399 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
L'ulivo della rotonda è un po' stupito.
Gli avevano assicurato qualche giorno di pace e di silenzio.
Questa mattina i lavori al cantiere di Ugozzolo procedono come sempre.
Ne siamo un po' stupiti.
La Polizia Municipale è stata subito allertata.
Attendiamo gli sviluppi delle prossime ore.
Sabato il cantiere era immobile, mentre di solito echeggiava di brusio e di polvere.
Oggi è tornata al lavoro la macchina che sta costruendo l'inceneritore della discordia.
Non si arrendono, non si placano, tirano diritto.
Ci sembra una situazione surreale...
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 luglio 2011
+4 giorni alla sospensione del cantiere dell'inceneritore di Parma, ora lo possiamo fermare!
+399 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
domenica 3 luglio 2011
Il giorno dopo la festa
Alcune idee dopo il compleanno di Ugozzolo: per guardare subito avanti.
Il giorno dopo due immagini rimangono del presidio dei cittadini al cantiere del forno: un enorme impianto incombente, un piccolo ulivo, da curare e far crescere.
E' Davide contro Golia, e Davide ieri ha suggellato un risultato inatteso, seppur momentaneo.
La locomotiva inarrestabile è inciampata in un ciottolo e si è dovuta fermare.
Non è deragliata per sempre ma la sua corsa si è arrestata, il cronometro riparte al rovescio.
"Presidio" - Foto di Franco Saccò - Archimmagine
Vorremmo a freddo lasciare qualche riga di commento
Sul profilo politico
Che il Gcr non possa entrare nel merito della politica lo abbiamo chiarito e spiegato innumerevoli volte. Ieri ci è stato contestato il ringraziamento al sindaco per la chiusura dell'impianto. Vien da pensare “Dovevamo forse dirgli “cattivo, cosa hai fatto mai?”.
Noi abbiamo da tempo avviato un dialogo con il Comune per proporre una soluzione alternativa all'impianto. Il sindaco ci aveva promesso a parole che avrebbe approfittato di qualunque inciampo per mettersi di traverso al forno. Era come ammettere di aver cambiato idea, ma non potevamo verificarlo con i fatti. Ieri infine sono giunti. Gli abbiamo detto grazie come avremmo fatto con Bernazzoli, se avesse agito allo stesso modo. Parole che useremo identiche, quando arriveranno segnali di apertura da piazzale della Pace.
Il Gcr non appartiene a nessuno, spiace chi anche ieri abbia cercato di colorare la lotta di tinte che non ci sono, visto che la battaglia è stata condotta da persone che entrando nel gruppo hanno accettato di abbandonare in quei frangenti il loro sentire. Alcuni del Gcr erano sotto i portici del Grano. Ci mancherebbe che ognuno di noi non fosse libero dall'agire in prima persona sui temi in cui crede e sente di dover dare del suo. Ma lo ha fatto con la sua carta di identità, non con quella del Gcr. Non perché siamo contro o a favore di tali iniziative, ma solo perché non ci possiamo esprimere su quei temi.
Sul profilo politico 2
E' ormai evidente che il forno inceneritore appartiene al partito democratico. Non si spiegherebbe altrimenti la foga di difenderlo che i democratici rispolverano ad ogni attacco al loro caro. Non riusciamo a comprendere come il Pd possa rimanere insensibile al grido dei cittadini, alle parole dei medici, alla stessa forte dialettica interna, alla contrarietà di chi ha poi sbattuto la porta, a chi ha deciso di rimanere gridando il suo dissenso.
Ma il forno è anche degli industriali di questa città, che da sempre indicano le strade da percorrere e annichiliscono chiunque si metta di traverso. Anche qui non crediamo in percentuali bulgare. Ma rileviamo che un divieto assoluto al confronto celi comunque timore e preoccupazione aldilà della logica. Se si nega perfino un incontro una porta chiusa diventa l'esatto contrario del dialogo, della dialettica, della visione, del guardare avanti. E' chiusura aprioristica tipica di altri secoli bui.
Ci sono tante aziende che hanno manifestato il loro no ma non hanno saputo battersi nel merito all'interno delle loro categorie. Industriali che trarranno danno dall'impianto ma che hanno mostrato prima timide aperture, poi titubanza, poi silenzio, vergogna, pudore.
Sul profilo sanitario
E' ormai fuor di dubbio che l'inceneritore faccia male alle salute ed inquini fortemente i territori dove opera. Lo andiamo dicendo da anni, non con il conforto degli ingegneri, che sono in grado di far girare nel migliori dei modi gli ingranaggi ma sono incompetenti in termini di salute, ma ascoltando e meditando sulle parole degli oncologi. Il medico di Parma Manrico Guerra, dell'Associazione Medici per l'Ambiente, ce lo spiega in tutte le salse da ormai 5 anni. Ma non è bastato. Non pretendiamo a convincere, ma nemmeno a confrontarsi su questi dettagli per animare davvero un confronto ad armi pari. La seduta congiunta della commissione Ambiente e Salute avrebbe dovuto scuotere nel profondo. Otto esperti non di parte hanno concordato sul rischio che corriamo, ma nemmeno questa unanimità ha sconvolto i nostri consiglieri. Temiamo che lo sbadiglio, la stanchezza e sotto sotto la speranza di aver accontentato la protesta abbia prevalso.
Sul profilo sanitario 2
Il progetto Moniter che tiene sotto controllo le emissioni degli inceneritori dell'Emilia Romagna, nonostante una spesa di diversi milioni di euro, non ha mai effettuato un solo monitoraggio su matrici biologiche, per cercare le diossine dove ci sono. Si sono accontentati dell'aria, dove questi elementi non si fermano. Nonostante ciò sono emersi studi recenti dello stesso organo che certificano parti pre termine nella popolazione esposta alle emissioni. Un dato molto allarmante perché induce a pensare che ci siano sostanze che sregolano i meccanismi delicatissimi del nostro Dna.
Allora abbiamo effettuato noi un monitoraggio su latte materno, controllato dal laboratorio d'eccellenza in Italia per questo tipo di analisi. I picogrammi di diossina che sono risultati contenuti in questo latte lo rendono non commercializzabile. E' un dato che ci sconvolge, che non potremo nascondere, che dovrà emergere perché gravissimo. Già oggi la situazione ambientale di Parma è sull'orlo dell'abisso. Invece che mettere in atto serie misure di bonifica stiamo procedendo nella costruzione di un impianto che peggiorerà di molto la situazione. Andiamo nelle direzione contrario al buon senso.
Sul profilo economico
Un inceneritore non si regge economicamente senza gli incentivi statati, i cosiddetti certificati verdi. All'infuocata assemblea dell'aprile 2009 Emanuele Moruzzi, oggi nome conosciuto, allora oscuro dirigente dell'Ambiente, affermò che l'impianto di Ugozzolo non avrebbe goduto di tali incentivi. Ci sono le registrazioni. Bastano le bugie a sostenere un edificio intero?
I costi dell'inceneritore non consentono di farne a meno, perché svanirebbero gli utili necessari ad ammortizzare l'investimento da 200 milioni circa di euro, che da qualche parte, ed in un tempo certo, devono rientrare nelle casse di chi li ha spesi (le banche hanno una pazienza a tempo limitato).
Sulle alternative
Il progetto alternativo è pronto. 75% di raccolta differenziata, sistema domiciliare porta a porta, massimizzazione delle frazioni riciclate, tariffa puntuale, trattamento meccanico biologico del residuo, trattamento a freddo con impianto di riciclo e estrusione della plastica. Residuo finale inerte e stabile ridotto a poche migliaia di tonnellate, contro 40 mila tonnellate di scorie ricche di metalli pesanti e diossine che ogni anno uscirebbero dal forno. Perché non si fa? Questione di interessi, come sempre nella Penisola.
Sul fermo del forno
Ora è il momento propizio per affrontare il dopo inceneritore.
Abbiamo la disponibilità di una multiutility olandese a traghettare il nostro territorio verso rifiuti zero. E' una multinazionale che opera in diversi Paesi europei. Dal 2007 ha cambiato strategia e intende eliminare tutti gli inceneritori che possiede entro 10 anni. L'anno scorso ha chiuso quello di Rotterdam per mancanza di materia. L'Europa ci chiede di diventare una società del riciclaggio, di cambiare modo di produrre per rendere tutto riciclabile al cento per cento. E' un sogno possibile, bisogna iniziare ora. Il forno ingesserebbe il sistema per vent'anno. La van Gansewinkel ha incontrato Iren a maggio, si è capito che fa sul serio ed è una azienda molto avanzata, proiettata al futuro. VGW ha incontrato anche il comune di Parma ed ha invitato ad una visita di lavoro e di progettazione in Olanda sia Iren che l'amministrazione locale.
Sediamoci attorno ad un tavolo con tutti gli attori: Provincia, Comune, Iren: ci sono i numeri per riconvertire Il Pai in un centro riciclo avanzato dove tutti i materiali post utilizzo siano trattati per recuperarli e non sprecarli: l'organico, la carta, la plastica, il legno, i metalli.
Sulle collaborazioni scientifiche in atto
Il nostro camminare instancabile ha prodotto tanto. Abbiamo la disponibilità dei migliori tecnici di raccolte differenziate e migliori esperti nella gestione dei rifiuti d'Italia per fare di Parma un centro di eccellenza, un momento di svolta per l'Italia intera. Possiamo anche fare nomi, non sono ne terroristi ne sognatori. Enzo Favoino, Walter Ganapini, Rossano Ercolini, Massimo Cerani, Natale Belosi, Gialuigi Salvador, Marco Caldiroli, Carla Poli, ma non solo. Paul Connet, Michael Braungart, Frans Beckers, William McDonough, Joan Marc Simon, l'amministrazione di San Francisco, van Gansewinkel.
Ma non solo nella progettazione e la gestione delle raccolta ci sono persone ormai amiche che aspettano solo la chiamata per essere al nostro fianco.
Eminenti studiosi del Dna come Ernesto Burgio, oncologi come Dominique Belpomme, Patrizia Gentilini, Giuseppe Masera, medici come Manrico Guerra, chimici come Luigi Campanella, biologi come Gianni Tamino.
A Parma ingegneri, chimici ambientali, avvocati, aziende, tantissimi cittadini pronti a mettere il loro contributo a disposizione, amministratori virtuosi come Marco Boschini, Ezio Orzes, Alessio Ciacci.
Non manca nessuno elemento per poter lavorare da oggi ad una alternativa efficace e davvero rispettosa dell'ambiente e delle persone.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 luglio 2011
+ 2 giorni alla sospensione del cantiere dell'inceneritore di Parma, ora lo possiamo fermare!
+398 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+66 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Il giorno dopo due immagini rimangono del presidio dei cittadini al cantiere del forno: un enorme impianto incombente, un piccolo ulivo, da curare e far crescere.
E' Davide contro Golia, e Davide ieri ha suggellato un risultato inatteso, seppur momentaneo.
La locomotiva inarrestabile è inciampata in un ciottolo e si è dovuta fermare.
Non è deragliata per sempre ma la sua corsa si è arrestata, il cronometro riparte al rovescio.
"Presidio" - Foto di Franco Saccò - Archimmagine
Vorremmo a freddo lasciare qualche riga di commento
Sul profilo politico
Che il Gcr non possa entrare nel merito della politica lo abbiamo chiarito e spiegato innumerevoli volte. Ieri ci è stato contestato il ringraziamento al sindaco per la chiusura dell'impianto. Vien da pensare “Dovevamo forse dirgli “cattivo, cosa hai fatto mai?”.
Noi abbiamo da tempo avviato un dialogo con il Comune per proporre una soluzione alternativa all'impianto. Il sindaco ci aveva promesso a parole che avrebbe approfittato di qualunque inciampo per mettersi di traverso al forno. Era come ammettere di aver cambiato idea, ma non potevamo verificarlo con i fatti. Ieri infine sono giunti. Gli abbiamo detto grazie come avremmo fatto con Bernazzoli, se avesse agito allo stesso modo. Parole che useremo identiche, quando arriveranno segnali di apertura da piazzale della Pace.
Il Gcr non appartiene a nessuno, spiace chi anche ieri abbia cercato di colorare la lotta di tinte che non ci sono, visto che la battaglia è stata condotta da persone che entrando nel gruppo hanno accettato di abbandonare in quei frangenti il loro sentire. Alcuni del Gcr erano sotto i portici del Grano. Ci mancherebbe che ognuno di noi non fosse libero dall'agire in prima persona sui temi in cui crede e sente di dover dare del suo. Ma lo ha fatto con la sua carta di identità, non con quella del Gcr. Non perché siamo contro o a favore di tali iniziative, ma solo perché non ci possiamo esprimere su quei temi.
Sul profilo politico 2
E' ormai evidente che il forno inceneritore appartiene al partito democratico. Non si spiegherebbe altrimenti la foga di difenderlo che i democratici rispolverano ad ogni attacco al loro caro. Non riusciamo a comprendere come il Pd possa rimanere insensibile al grido dei cittadini, alle parole dei medici, alla stessa forte dialettica interna, alla contrarietà di chi ha poi sbattuto la porta, a chi ha deciso di rimanere gridando il suo dissenso.
Ma il forno è anche degli industriali di questa città, che da sempre indicano le strade da percorrere e annichiliscono chiunque si metta di traverso. Anche qui non crediamo in percentuali bulgare. Ma rileviamo che un divieto assoluto al confronto celi comunque timore e preoccupazione aldilà della logica. Se si nega perfino un incontro una porta chiusa diventa l'esatto contrario del dialogo, della dialettica, della visione, del guardare avanti. E' chiusura aprioristica tipica di altri secoli bui.
Ci sono tante aziende che hanno manifestato il loro no ma non hanno saputo battersi nel merito all'interno delle loro categorie. Industriali che trarranno danno dall'impianto ma che hanno mostrato prima timide aperture, poi titubanza, poi silenzio, vergogna, pudore.
Sul profilo sanitario
E' ormai fuor di dubbio che l'inceneritore faccia male alle salute ed inquini fortemente i territori dove opera. Lo andiamo dicendo da anni, non con il conforto degli ingegneri, che sono in grado di far girare nel migliori dei modi gli ingranaggi ma sono incompetenti in termini di salute, ma ascoltando e meditando sulle parole degli oncologi. Il medico di Parma Manrico Guerra, dell'Associazione Medici per l'Ambiente, ce lo spiega in tutte le salse da ormai 5 anni. Ma non è bastato. Non pretendiamo a convincere, ma nemmeno a confrontarsi su questi dettagli per animare davvero un confronto ad armi pari. La seduta congiunta della commissione Ambiente e Salute avrebbe dovuto scuotere nel profondo. Otto esperti non di parte hanno concordato sul rischio che corriamo, ma nemmeno questa unanimità ha sconvolto i nostri consiglieri. Temiamo che lo sbadiglio, la stanchezza e sotto sotto la speranza di aver accontentato la protesta abbia prevalso.
Sul profilo sanitario 2
Il progetto Moniter che tiene sotto controllo le emissioni degli inceneritori dell'Emilia Romagna, nonostante una spesa di diversi milioni di euro, non ha mai effettuato un solo monitoraggio su matrici biologiche, per cercare le diossine dove ci sono. Si sono accontentati dell'aria, dove questi elementi non si fermano. Nonostante ciò sono emersi studi recenti dello stesso organo che certificano parti pre termine nella popolazione esposta alle emissioni. Un dato molto allarmante perché induce a pensare che ci siano sostanze che sregolano i meccanismi delicatissimi del nostro Dna.
Allora abbiamo effettuato noi un monitoraggio su latte materno, controllato dal laboratorio d'eccellenza in Italia per questo tipo di analisi. I picogrammi di diossina che sono risultati contenuti in questo latte lo rendono non commercializzabile. E' un dato che ci sconvolge, che non potremo nascondere, che dovrà emergere perché gravissimo. Già oggi la situazione ambientale di Parma è sull'orlo dell'abisso. Invece che mettere in atto serie misure di bonifica stiamo procedendo nella costruzione di un impianto che peggiorerà di molto la situazione. Andiamo nelle direzione contrario al buon senso.
Sul profilo economico
Un inceneritore non si regge economicamente senza gli incentivi statati, i cosiddetti certificati verdi. All'infuocata assemblea dell'aprile 2009 Emanuele Moruzzi, oggi nome conosciuto, allora oscuro dirigente dell'Ambiente, affermò che l'impianto di Ugozzolo non avrebbe goduto di tali incentivi. Ci sono le registrazioni. Bastano le bugie a sostenere un edificio intero?
I costi dell'inceneritore non consentono di farne a meno, perché svanirebbero gli utili necessari ad ammortizzare l'investimento da 200 milioni circa di euro, che da qualche parte, ed in un tempo certo, devono rientrare nelle casse di chi li ha spesi (le banche hanno una pazienza a tempo limitato).
Sulle alternative
Il progetto alternativo è pronto. 75% di raccolta differenziata, sistema domiciliare porta a porta, massimizzazione delle frazioni riciclate, tariffa puntuale, trattamento meccanico biologico del residuo, trattamento a freddo con impianto di riciclo e estrusione della plastica. Residuo finale inerte e stabile ridotto a poche migliaia di tonnellate, contro 40 mila tonnellate di scorie ricche di metalli pesanti e diossine che ogni anno uscirebbero dal forno. Perché non si fa? Questione di interessi, come sempre nella Penisola.
Sul fermo del forno
Ora è il momento propizio per affrontare il dopo inceneritore.
Abbiamo la disponibilità di una multiutility olandese a traghettare il nostro territorio verso rifiuti zero. E' una multinazionale che opera in diversi Paesi europei. Dal 2007 ha cambiato strategia e intende eliminare tutti gli inceneritori che possiede entro 10 anni. L'anno scorso ha chiuso quello di Rotterdam per mancanza di materia. L'Europa ci chiede di diventare una società del riciclaggio, di cambiare modo di produrre per rendere tutto riciclabile al cento per cento. E' un sogno possibile, bisogna iniziare ora. Il forno ingesserebbe il sistema per vent'anno. La van Gansewinkel ha incontrato Iren a maggio, si è capito che fa sul serio ed è una azienda molto avanzata, proiettata al futuro. VGW ha incontrato anche il comune di Parma ed ha invitato ad una visita di lavoro e di progettazione in Olanda sia Iren che l'amministrazione locale.
Sediamoci attorno ad un tavolo con tutti gli attori: Provincia, Comune, Iren: ci sono i numeri per riconvertire Il Pai in un centro riciclo avanzato dove tutti i materiali post utilizzo siano trattati per recuperarli e non sprecarli: l'organico, la carta, la plastica, il legno, i metalli.
Sulle collaborazioni scientifiche in atto
Il nostro camminare instancabile ha prodotto tanto. Abbiamo la disponibilità dei migliori tecnici di raccolte differenziate e migliori esperti nella gestione dei rifiuti d'Italia per fare di Parma un centro di eccellenza, un momento di svolta per l'Italia intera. Possiamo anche fare nomi, non sono ne terroristi ne sognatori. Enzo Favoino, Walter Ganapini, Rossano Ercolini, Massimo Cerani, Natale Belosi, Gialuigi Salvador, Marco Caldiroli, Carla Poli, ma non solo. Paul Connet, Michael Braungart, Frans Beckers, William McDonough, Joan Marc Simon, l'amministrazione di San Francisco, van Gansewinkel.
Ma non solo nella progettazione e la gestione delle raccolta ci sono persone ormai amiche che aspettano solo la chiamata per essere al nostro fianco.
Eminenti studiosi del Dna come Ernesto Burgio, oncologi come Dominique Belpomme, Patrizia Gentilini, Giuseppe Masera, medici come Manrico Guerra, chimici come Luigi Campanella, biologi come Gianni Tamino.
A Parma ingegneri, chimici ambientali, avvocati, aziende, tantissimi cittadini pronti a mettere il loro contributo a disposizione, amministratori virtuosi come Marco Boschini, Ezio Orzes, Alessio Ciacci.
Non manca nessuno elemento per poter lavorare da oggi ad una alternativa efficace e davvero rispettosa dell'ambiente e delle persone.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 luglio 2011
+ 2 giorni alla sospensione del cantiere dell'inceneritore di Parma, ora lo possiamo fermare!
+398 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+66 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Co-Inceneritore di Rubbiano
rischio concreto per la salute pubblica?
Nelle scorse settimane a Fornovo si è svolta un interessante serata, organizzata dal Comitato “Rubbiano per la vita” e da “Rete Ambiente Parma”, intitolata “Il co-inceneritore di Rubbiano, impatto sanitario ed ambientale”. In questa serata, le popolazioni dei comuni di bassa valle, Fornovo, Medesano, Varano e Solignano, hanno ribadito la loro preoccupazione riguardo l’inquinamento, anche di natura mutagena e quindi potenzialmente cancerogena, che deriva dall’attività di incenerimento di oli e rifiuti industriali da parte dell’industria Laterlite.
Alle numerose richieste, da parte del comitato e dei cittadini, di prevedere maggiori controlli sulle emissioni non sono mai state date risposte concrete. Le istituzioni interessate rimangono trincerate dietro le solite argomentazioni del rispetto delle normative di legge e dei dati rilevati dai competenti enti di controllo (ARPA).
A nostro avviso, però, si stanno sottovalutando 2 importanti variabili: l’esistenza di precedenti casi di omissioni e mancati controlli che hanno coinvolto, in altre realtà del paese, aziende dello stesso gruppo, finite sotto la lente della giustizia e condannate con l’accusa di inquinamento ambientale ed omissione di controlli; i dati oggettivi, preoccupanti, di inquinamento ambientale di sostanze mutagene registrati in adiacenza all’impianto di Rubbiano (monitoraggio Arpa del 2007).
Per queste ragioni, Sinistra Ecologia Libertà ValTaro ValCeno, condivide ed appoggia la richiesta avanzata dal Comitato “Rubbiano per la vita” di nominare all’interno dell’Osservatorio quale consulente esperto, Paolo Rabitti, presenza questa, che per le capacità dimostrate nel sapere gestire situazioni ambientali simili alla nostra, rappresenta sicuramente una garanzia aggiuntiva in grado di rispondere alla domanda di sicurezza e salute proveniente dai nostri cittadini.
A questa proposta, neppure i 4 sindaci interessati (Medesano, Fornovo, Varano, Solignano) si sono detti tutti favorevoli alla richiesta. Infatti solo Fornovo e Medesano hanno dato parere favorevole. In questa situazione di disaccordo, la richiesta è stata ignorata dalla Provincia in quanto il Dott. Rabitti non è gradito dall’azienda.
Sinistra Ecologia e Libertà ValTaro ValCeno chiede a gran voce ai Sindaci del territorio interessato, in quanto garanti della salute pubblica, di rivendicare con forza, agli enti superiori preposti, la loro volontà di maggiori controlli sulla situazione attuale del co-inceneritore di Rubbiano.
L’atteggiamento rinunciatario da parte delle istituzioni competenti in materia, Comuni e Provincia , di avvalersi di questo importante contributo tecnico e scientifico, è, a nostro avviso, un segnale evidente della mancanza di volontà di mettere in campo tutte le conoscenze e gli strumenti disponibili ed in grado di rassicurare le popolazioni interessate sulle effettive condizioni ambientali determinate dalla presenza dell’azienda sul territorio.
Sinistra Ecologia e Libertà Valtaro ValCeno, è impegnata nelle sedi istituzionali e sul territorio, a promuovere in modo unitario tutte quelle iniziative utili affinchè siano garantiti, nella piena osservanza ed attuazione delle leggi vigenti, i fondamentali diritti alla salute dei cittadini dei nostri comuni e dei lavoratori.
www.reteambienteparma.org
info@reteambienteparma.org
Rete Ambiente Parma
Aria Acqua Suolo Risorse Energie
Comitati Uniti per la Salvaguardia del Territorio Parmense
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita - comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle
Nelle scorse settimane a Fornovo si è svolta un interessante serata, organizzata dal Comitato “Rubbiano per la vita” e da “Rete Ambiente Parma”, intitolata “Il co-inceneritore di Rubbiano, impatto sanitario ed ambientale”. In questa serata, le popolazioni dei comuni di bassa valle, Fornovo, Medesano, Varano e Solignano, hanno ribadito la loro preoccupazione riguardo l’inquinamento, anche di natura mutagena e quindi potenzialmente cancerogena, che deriva dall’attività di incenerimento di oli e rifiuti industriali da parte dell’industria Laterlite.
Alle numerose richieste, da parte del comitato e dei cittadini, di prevedere maggiori controlli sulle emissioni non sono mai state date risposte concrete. Le istituzioni interessate rimangono trincerate dietro le solite argomentazioni del rispetto delle normative di legge e dei dati rilevati dai competenti enti di controllo (ARPA).
A nostro avviso, però, si stanno sottovalutando 2 importanti variabili: l’esistenza di precedenti casi di omissioni e mancati controlli che hanno coinvolto, in altre realtà del paese, aziende dello stesso gruppo, finite sotto la lente della giustizia e condannate con l’accusa di inquinamento ambientale ed omissione di controlli; i dati oggettivi, preoccupanti, di inquinamento ambientale di sostanze mutagene registrati in adiacenza all’impianto di Rubbiano (monitoraggio Arpa del 2007).
Per queste ragioni, Sinistra Ecologia Libertà ValTaro ValCeno, condivide ed appoggia la richiesta avanzata dal Comitato “Rubbiano per la vita” di nominare all’interno dell’Osservatorio quale consulente esperto, Paolo Rabitti, presenza questa, che per le capacità dimostrate nel sapere gestire situazioni ambientali simili alla nostra, rappresenta sicuramente una garanzia aggiuntiva in grado di rispondere alla domanda di sicurezza e salute proveniente dai nostri cittadini.
A questa proposta, neppure i 4 sindaci interessati (Medesano, Fornovo, Varano, Solignano) si sono detti tutti favorevoli alla richiesta. Infatti solo Fornovo e Medesano hanno dato parere favorevole. In questa situazione di disaccordo, la richiesta è stata ignorata dalla Provincia in quanto il Dott. Rabitti non è gradito dall’azienda.
Sinistra Ecologia e Libertà ValTaro ValCeno chiede a gran voce ai Sindaci del territorio interessato, in quanto garanti della salute pubblica, di rivendicare con forza, agli enti superiori preposti, la loro volontà di maggiori controlli sulla situazione attuale del co-inceneritore di Rubbiano.
L’atteggiamento rinunciatario da parte delle istituzioni competenti in materia, Comuni e Provincia , di avvalersi di questo importante contributo tecnico e scientifico, è, a nostro avviso, un segnale evidente della mancanza di volontà di mettere in campo tutte le conoscenze e gli strumenti disponibili ed in grado di rassicurare le popolazioni interessate sulle effettive condizioni ambientali determinate dalla presenza dell’azienda sul territorio.
Sinistra Ecologia e Libertà Valtaro ValCeno, è impegnata nelle sedi istituzionali e sul territorio, a promuovere in modo unitario tutte quelle iniziative utili affinchè siano garantiti, nella piena osservanza ed attuazione delle leggi vigenti, i fondamentali diritti alla salute dei cittadini dei nostri comuni e dei lavoratori.
www.reteambienteparma.org
info@reteambienteparma.org
Rete Ambiente Parma
Aria Acqua Suolo Risorse Energie
Comitati Uniti per la Salvaguardia del Territorio Parmense
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita - comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle
Onore al merito
Da oggi l'inceneritore rimarrà solo, operai tutti a casa.
Il sigillo è quello infamante dell'abuso edilizio, che noi e la città intera impediremo di farlo sanare alla chetichella. E' ora che la luce splenda in tutte le pagine di questa maledetta storia di fornii inquinanti presentati come fumini termali.
Il lucchetto all'inceneritore ha la firma di Francesco Manfredi, assessore all'Urbanistica di questo comune in bilico, che ha mantenuto la freddezza necessaria al non far finta di nulla.
La chiusura del cantiere dell'inceneritore, che è momentanea, la battaglia è ancora lunga e ne siamo consapevoli, ha anche un altro sigillo.
Quello del sindaco di Parma, Pietro Vignali, che poteva semplicemente glissare, dovendo in questi giorni occuparsi di ben altri grattacapi. Per Parma oggi ha fatto un gesto importante, per la salute dei cittadini e per la salute del futuro, che magari non lo vedrà fra i protagonisti.
C'è voluto coraggio, anche a mettersi contro i poteri forti, che il forno lo pretendono, dopo il flop della metropolitana. Lo aveva promesso, ha mantenuto la parola. Se emergessero fatti illeciti fermerò il cantiere. Lo ha fatto nonostante le immani pressioni che immaginiamo abbia ricevuto, lui e tutto l'apparato del comune.
Il percorso accidentato dell'impianto lo abbiamo cosparso di trabocchetti di ogni genere. Alcuni hanno avuto efficacia, altri ancora attendono. Gli avvocati De Angelis e Allegri hanno colpito all'ultimo istante, quando tutti erano ormai tranquilli, la loro testardaggine e scrupolosa analisi delle carte li pone oggi vincitori, seppur momentanei, della partita.
Come testardo e in prima linea è stato Andrea Marsiletti, che ha fatto onore al suo mestiere, mentre altre penne hanno sbiadito il loro inchiostro adbicandone il ruolo.
Da oggi si ricomincia a valutare la partita da un altro punto di vista, certamente con maggiore conoscenza di come i giocatori la stiano giocando, a carte coperte o scoperte.
Della trasparenza e della coscienza in ordine abbiamo fatto il nostro baluardo e il nostro vessillo.
Da 5 anni Gcr si batte con foga, senza concedersi pause.
Negli ultimi 2 anni abbiamo raccolto nuove energie e nuove speranze.
E condotto una strategia, che oggi sta dando frutti maturi.
Il comune di Parma è stato tra i sostenitori dell'impianto, ma ha percorso un lungo cammino di ripensamento. Ci siamo messi in ascolto, non lesinando la disponibilità a confrontarci.
Siamo stati anche aiutati da un medico assessore, Fabrizio Pallini, che ha percorso lui stesso la parabola, da un atteggiamento agnostico alla consapevolezza dei rischi, visto che suoi autorevoli colleghi hanno chiarito sotto ogni aspetto la questione sanitaria.
Siamo stati criticati per il nostro atteggiamento troppo morbido nei confronti di piazza Garibaldi, ma quando piazzale della Pace brinda al forno, non possiamo che sperare nei tentennamenti dell'altro protagonista.
C'è stato un percorso di ripensamento che oggi vede una firma autografa sotto il lungo sentiero di parole, l'infinita mole di impegno che abbiamo accumulato.
Siamo sempre stati, rimaniamo e saremo sempre fermi sul punto, distanti da ogni schieramento e vicino a chiunque dimostri condivisione e bisogno di dialogo.
Non siamo entrati in questi giorni nel merito dal difficile momento amministrativo. Anche qui criticati da una parte per il nostro noioso, unico argomento del dibattere.
Ma questo ci impone il nostro statuto.
Oggi l'inceneritore di Parma si ferma con tante firme che sottoscrivono l'atto.
Su tutti si smarcano solo il Pd e Bernazzoli, loro ancora lo vogliono, gli elettori sono avvertiti.
Il 1° luglio rimane comunque un giorno memorabile.
Grazie a tutti quelli che hanno speso un po' di sé stessi al nostro fianco.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 luglio 2011
+1 giorno dalla sospensione del cantiere, ora lo possiamo fermare!
+397 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Il sigillo è quello infamante dell'abuso edilizio, che noi e la città intera impediremo di farlo sanare alla chetichella. E' ora che la luce splenda in tutte le pagine di questa maledetta storia di fornii inquinanti presentati come fumini termali.
Il lucchetto all'inceneritore ha la firma di Francesco Manfredi, assessore all'Urbanistica di questo comune in bilico, che ha mantenuto la freddezza necessaria al non far finta di nulla.
La chiusura del cantiere dell'inceneritore, che è momentanea, la battaglia è ancora lunga e ne siamo consapevoli, ha anche un altro sigillo.
Quello del sindaco di Parma, Pietro Vignali, che poteva semplicemente glissare, dovendo in questi giorni occuparsi di ben altri grattacapi. Per Parma oggi ha fatto un gesto importante, per la salute dei cittadini e per la salute del futuro, che magari non lo vedrà fra i protagonisti.
C'è voluto coraggio, anche a mettersi contro i poteri forti, che il forno lo pretendono, dopo il flop della metropolitana. Lo aveva promesso, ha mantenuto la parola. Se emergessero fatti illeciti fermerò il cantiere. Lo ha fatto nonostante le immani pressioni che immaginiamo abbia ricevuto, lui e tutto l'apparato del comune.
Il percorso accidentato dell'impianto lo abbiamo cosparso di trabocchetti di ogni genere. Alcuni hanno avuto efficacia, altri ancora attendono. Gli avvocati De Angelis e Allegri hanno colpito all'ultimo istante, quando tutti erano ormai tranquilli, la loro testardaggine e scrupolosa analisi delle carte li pone oggi vincitori, seppur momentanei, della partita.
Come testardo e in prima linea è stato Andrea Marsiletti, che ha fatto onore al suo mestiere, mentre altre penne hanno sbiadito il loro inchiostro adbicandone il ruolo.
Da oggi si ricomincia a valutare la partita da un altro punto di vista, certamente con maggiore conoscenza di come i giocatori la stiano giocando, a carte coperte o scoperte.
Della trasparenza e della coscienza in ordine abbiamo fatto il nostro baluardo e il nostro vessillo.
Da 5 anni Gcr si batte con foga, senza concedersi pause.
Negli ultimi 2 anni abbiamo raccolto nuove energie e nuove speranze.
E condotto una strategia, che oggi sta dando frutti maturi.
Il comune di Parma è stato tra i sostenitori dell'impianto, ma ha percorso un lungo cammino di ripensamento. Ci siamo messi in ascolto, non lesinando la disponibilità a confrontarci.
Siamo stati anche aiutati da un medico assessore, Fabrizio Pallini, che ha percorso lui stesso la parabola, da un atteggiamento agnostico alla consapevolezza dei rischi, visto che suoi autorevoli colleghi hanno chiarito sotto ogni aspetto la questione sanitaria.
Siamo stati criticati per il nostro atteggiamento troppo morbido nei confronti di piazza Garibaldi, ma quando piazzale della Pace brinda al forno, non possiamo che sperare nei tentennamenti dell'altro protagonista.
C'è stato un percorso di ripensamento che oggi vede una firma autografa sotto il lungo sentiero di parole, l'infinita mole di impegno che abbiamo accumulato.
Siamo sempre stati, rimaniamo e saremo sempre fermi sul punto, distanti da ogni schieramento e vicino a chiunque dimostri condivisione e bisogno di dialogo.
Non siamo entrati in questi giorni nel merito dal difficile momento amministrativo. Anche qui criticati da una parte per il nostro noioso, unico argomento del dibattere.
Ma questo ci impone il nostro statuto.
Oggi l'inceneritore di Parma si ferma con tante firme che sottoscrivono l'atto.
Su tutti si smarcano solo il Pd e Bernazzoli, loro ancora lo vogliono, gli elettori sono avvertiti.
Il 1° luglio rimane comunque un giorno memorabile.
Grazie a tutti quelli che hanno speso un po' di sé stessi al nostro fianco.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 luglio 2011
+1 giorno dalla sospensione del cantiere, ora lo possiamo fermare!
+397 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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