“Rifiuti Zero è l'unica strada che possa garantire la sostenibilità nel lungo periodo delle politiche legate al trattamento dei rifiuti”.
Sovversivi? No, il Pd della Toscana.
Dice Fulvio Mazzola: “E' dunque necessario ampliare la raccolta differenziata anche con il sistema porta a porta, operando in tal senso nei rapporti contrattuali con le aziende. I nostri comuni devono lavorare ad un sistema che non sia vessatorio verso i cittadini e che li accompagni verso una nuova educazione verso l'ambiente, applicando una misurazione reale della produzione dei rifiuti delle famiglie, evitando di calcolare la produzione sulla metratura delle case o dei negozi. Promuovere il massimo contenimento della produzione dei rifiuti. Agire sulle aziende affinché vengano prodotti sempre di più imballaggi leggeri e totalmente riciclabili, utilizzare materie prime ad impatto ambientale bassissimo, premiare i soggetti economici che seguono queste strade. Prendere esempio da Capannori per l'uso delle leve fiscali”.
Alieni scesi da dischi volanti?
“L'ambiente, per chi fa agricoltura o turismo, è essenziale. Chi non garantisce ciò non deve andare a fare altro”.
Una polverina nell'aria ha mandato in tilt le menti dei pidini versiliesi? No, forse semplicemente hanno vissuto sulla loro pelle le vicende del locale inceneritore, sequestrato la scorsa primavera.
Noi sappiamo bene cosa è successo a Falascaia.
L'inceneritore gestito da Veolia ha avvelenato il torrente Baccatoio con diossine e metalli pesanti, a 3 km dalla spiaggia di Pietrasanta. L'inquinamento è andato avanti un anno prima che si ponessero i sigilli all'impianto.
Ora la gente ha detto basta, i partiti hanno detto basta e forse si intravede all'orizzonte un cambiamento di mentalità, di approccio. Meno politichese, più concretezza.
Mazzola lo dice molto chiaramente: “Chi non garantisce un ambiente sano se ne vada pure a casa”
Attendiamo la traslazione dei diktat del Pd toscano in quel di Verdi, l'amata terra emiliana, dove Parmigiano, arte e cultura la fanno da padrone.
Eppure c'è chi si ostina a dire “L'inceneritore è necessario”
Per noi si può accomodare a piantar patate.
Magari lontano dallo Spip.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 novembre 2010
-533 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+173 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 20 novembre 2010
venerdì 19 novembre 2010
La “nostra” Vandana Shiva
Gli apparati di sicurezza sono in allarme. Segnalati in massa i contestatori del Gcr in rapido avvicinamento alla Camera di Commercio, dove viene premiata, dal presidente della Provincia Bernazzoli, Vandana Shiva.
Un accostamento, quella della pasionaria dei contadini con il Difensore (con la d maiuscola) dell'inceneritore di Parma, che grida vendetta.
La Digos si aggira in sala con preoccupazione, piovono telefonate interrogative ai componenti del gruppo: “Manifestate contro Vandana?” è la domanda stupita degli agenti.
Per gli uffici della Provincia sono giorni difficili, per entrare in sala c'è bisogno dell'accreditamento, gli ordini sono perentori, vigilate, vigilate, vigilate, che non ne entri uno di attivista.
Timore, paura, terrore, di avere la foto tutta sorrisi, baci e abbracci rovinata dagli irriducibili che non vogliono il cancro-valorizzatore nelle campagne di Parma. Insomma, ragioniamo, tanto è a fianco dell'autostrada, in un'area già data per spacciata, chi se ne accorgerà da dove viene un ulteriore incremento di inquinamento e nuvole chimiche.
E la festa procede secondo programma. La tensione fatica a stemperarsi e gli sguardi seguono la linea della platea nel timore di un improvviso rigurgito di protesta.
Finalmente giunge il momento dei flash per la stampa, per l'indomani la prime pagine dei giornali porteranno in dono le immagini immacolate e felici di un terra nera che finge di essere bianca, candeggiata dalle parole e dalle promesse, ben sapendo cosa c'è dietro questo volto diafano.
Il colpo di coda però giunge inaspettato e gela la sala.
Sul palco si srotola una bandiera, sembra quella dei pirati bucanieri, ci sono le ossa, non manca il teschio e la scritta inequivocabile: “No inceneritore: sì rifiuti zero”.
Come bloccare il grave momento?
Non è possibile, anche perché Vandana è incuriosita e si avvicina. Riconosce nel drappo le sue parole, le sue battaglie, la sua anima, vede la forza d'animo che accompagna l'attivista.
E abbraccia la bandiera con un sorriso che parla da sé, non servono le parole.
In primo piano il maglioncino regalato dalle autorità, le pergamene, i fischi e i fiaschi, giacciono accanto ai microfoni.
Vandana sorride ancor più di chi le offre lo stendardo, lo abbraccia e lo fa suo, ci rivolge un messaggio inequivocabile. “Alleati per la biodiversità” recita lo schermo sullo sfondo.
Gli alleati sono lì: due donne, una bandiera.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 novembre 2010
-534 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+172 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Un accostamento, quella della pasionaria dei contadini con il Difensore (con la d maiuscola) dell'inceneritore di Parma, che grida vendetta.
La Digos si aggira in sala con preoccupazione, piovono telefonate interrogative ai componenti del gruppo: “Manifestate contro Vandana?” è la domanda stupita degli agenti.
Per gli uffici della Provincia sono giorni difficili, per entrare in sala c'è bisogno dell'accreditamento, gli ordini sono perentori, vigilate, vigilate, vigilate, che non ne entri uno di attivista.
Timore, paura, terrore, di avere la foto tutta sorrisi, baci e abbracci rovinata dagli irriducibili che non vogliono il cancro-valorizzatore nelle campagne di Parma. Insomma, ragioniamo, tanto è a fianco dell'autostrada, in un'area già data per spacciata, chi se ne accorgerà da dove viene un ulteriore incremento di inquinamento e nuvole chimiche.
E la festa procede secondo programma. La tensione fatica a stemperarsi e gli sguardi seguono la linea della platea nel timore di un improvviso rigurgito di protesta.
Finalmente giunge il momento dei flash per la stampa, per l'indomani la prime pagine dei giornali porteranno in dono le immagini immacolate e felici di un terra nera che finge di essere bianca, candeggiata dalle parole e dalle promesse, ben sapendo cosa c'è dietro questo volto diafano.
Il colpo di coda però giunge inaspettato e gela la sala.
Sul palco si srotola una bandiera, sembra quella dei pirati bucanieri, ci sono le ossa, non manca il teschio e la scritta inequivocabile: “No inceneritore: sì rifiuti zero”.
Come bloccare il grave momento?
Non è possibile, anche perché Vandana è incuriosita e si avvicina. Riconosce nel drappo le sue parole, le sue battaglie, la sua anima, vede la forza d'animo che accompagna l'attivista.
E abbraccia la bandiera con un sorriso che parla da sé, non servono le parole.
In primo piano il maglioncino regalato dalle autorità, le pergamene, i fischi e i fiaschi, giacciono accanto ai microfoni.
Vandana sorride ancor più di chi le offre lo stendardo, lo abbraccia e lo fa suo, ci rivolge un messaggio inequivocabile. “Alleati per la biodiversità” recita lo schermo sullo sfondo.
Gli alleati sono lì: due donne, una bandiera.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 novembre 2010
-534 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+172 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
giovedì 18 novembre 2010
La forestale chiude la Riso Scotti Energia
Il presidente del consiglio di amministrazione della Riso Scotti Energia, Giorgio Radice, è agli arresti domiciliari per traffico illecito di rifiuti e produzione illegale di energia da rifiuti dopo che il Corpo forestale dello Stato su mandato della Procura di Pavia ha chiuso l'operazione "Dirty Energy" dopo indagini durate un anno e mezzo.
In tutto gli indagati sono 12. Le indagini hanno preso spunto da una iniziale notizia di reato trasmessa per competenza dalla Procura della Repubblica di Grosseto e sono state sviluppate dal Nucleo investigativo provinciale di Polizia ambientale e forestale Cfs di Pavia, in collaborazione con la Polizia di Stato.
Secondo il Cfs “L'ingresso delle circa 40.000 tonnellate di rifiuti gestiti illecitamente dalla Riso Scotti Energia spa veniva reso possibile ed apparentemente regolare attraverso la falsificazione dei certificati d'analisi, con l'intervento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell'impianto, così da celare e alterare le reali caratteristiche dei combustibili destinati ad alimentare la centrale. Oltre al traffico illecito di rifiuti e alla redazione di certificati di analisi falsi si ipotizza una frode in pubbliche forniture e una truffa ai danni dello Stato, visto che tali rifiuti non potevano essere utilizzati in un impianto destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni”.
Il Cfs ha effettuato 60 perquisizioni e sequestrato un impianto di coincenerimento della Scotti Energia a Pavia e 46 automezzi.
Il giro di affari dell'intera vicenda tra il 2007 e il 2009 sarebbe stato di circa 30 milioni di euro. Nella vicenda è coinvolto anche l'amministratore unico della Mancini Vasco Ecology di Montopoli in Valdarno.
Secondo il Cfs e la Procura di Pavia l'impianto di coincenerimento per produrre energia elettrica e termica utilizzava biomasse vegetali ma anche rifiuti di varia natura, compresi plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali e altri materiali che avrebbero superato i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti.
Dalle indagini risulterebbe il coinvolgimento anche di altri impianti di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia.
Ecco che un altro episodio criminale svela i traffici illeciti che spesso si aggirano attorno al mondo dei rifiuti.
Quando girano soldi, e con gli incentivi ne girano quantità industriali, i delinquenti sentono profumo irresistibile di guadagni a molti zero e le norme che dovrebbero garantire sicurezza e salute per i cittadini vengono regolarmente superate da giochi contabili e firme contraffatte.
Le soluzioni alternative all'incenerimento invece mantengono i soldi nelle tasche dei cittadini e non c'è trippa per nessuno.
Un altro interessante stimolo per considerare seriamente una alternativa all'inceneritore.
Anche a quello di Parma
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 novembre 2010
-535 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+171 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
In tutto gli indagati sono 12. Le indagini hanno preso spunto da una iniziale notizia di reato trasmessa per competenza dalla Procura della Repubblica di Grosseto e sono state sviluppate dal Nucleo investigativo provinciale di Polizia ambientale e forestale Cfs di Pavia, in collaborazione con la Polizia di Stato.
Secondo il Cfs “L'ingresso delle circa 40.000 tonnellate di rifiuti gestiti illecitamente dalla Riso Scotti Energia spa veniva reso possibile ed apparentemente regolare attraverso la falsificazione dei certificati d'analisi, con l'intervento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell'impianto, così da celare e alterare le reali caratteristiche dei combustibili destinati ad alimentare la centrale. Oltre al traffico illecito di rifiuti e alla redazione di certificati di analisi falsi si ipotizza una frode in pubbliche forniture e una truffa ai danni dello Stato, visto che tali rifiuti non potevano essere utilizzati in un impianto destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni”.
Il Cfs ha effettuato 60 perquisizioni e sequestrato un impianto di coincenerimento della Scotti Energia a Pavia e 46 automezzi.
Il giro di affari dell'intera vicenda tra il 2007 e il 2009 sarebbe stato di circa 30 milioni di euro. Nella vicenda è coinvolto anche l'amministratore unico della Mancini Vasco Ecology di Montopoli in Valdarno.
Secondo il Cfs e la Procura di Pavia l'impianto di coincenerimento per produrre energia elettrica e termica utilizzava biomasse vegetali ma anche rifiuti di varia natura, compresi plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali e altri materiali che avrebbero superato i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti.
Dalle indagini risulterebbe il coinvolgimento anche di altri impianti di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia.
Ecco che un altro episodio criminale svela i traffici illeciti che spesso si aggirano attorno al mondo dei rifiuti.
Quando girano soldi, e con gli incentivi ne girano quantità industriali, i delinquenti sentono profumo irresistibile di guadagni a molti zero e le norme che dovrebbero garantire sicurezza e salute per i cittadini vengono regolarmente superate da giochi contabili e firme contraffatte.
Le soluzioni alternative all'incenerimento invece mantengono i soldi nelle tasche dei cittadini e non c'è trippa per nessuno.
Un altro interessante stimolo per considerare seriamente una alternativa all'inceneritore.
Anche a quello di Parma
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 novembre 2010
-535 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+171 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
L’amianto è un pericoloso minerale presente in concentrazioni estremamente variabili in quasi tutte le cave di “pietre verdi”, le cosiddette “cave ofiolitiche”, attive anche in provincia di Parma con 8 impianti di estrazione in attività.
La presenza del minerale è stata accertata in entrambe le cave in esercizio nel comune di Bardi e in molte altre cave in esercizio nelle valli del Taro e del Ceno.
La normale attività di estrazione, trasporto e utilizzo della pietra provoca il rilascio in ambiente di una imprecisata ma imponente quantità di fibre di amianto. L’amianto è talmente nocivo alla salute, indipendentemente dalla quantità e dalla durata dell’esposizione, che anche una sola fibra può rivelarsi letale.
La rocca di ofiolite di Pietranera (Bardi)
Per la sua estrema leggerezza si disperde con il vento anche a grandi distanze. Queste problematiche, note da anni, non sono mai state divulgate a livello locale.
Emerge, oltre che un problema sanitario, un problema di opacità amministrativa e politica che non intendiamo più tollerare.
Il 13 novembre a Parma 6 associazioni e comitati si sono federate nella “Rete Ambiente Parma”. Altre associazioni e comitati seguiranno per far sì che l'unione delle forze possa fare la differenza nella difesa del nostro territorio e della nostra gente,
Sabato 20 novembre 2010
ore 10.00 presso il TEATRO MARIA LUIGIA di BARDI (Pr)
si terrà una
CONVEGNO
Sul tema
L'amianto e le cave di pietre verdi
UN PROBLEMA NEGATO
Relatori
Dott. Edoardo Bai
ISDE Italia e Componente Comitato Scientifico di Legambiente Lombardia
Dott. Giuseppe La Pietra
Referente di Libera Parma
Dott.ssa Maria Cirelli
ISDE Italia
con il patrocinio di Rete Ambiente Parma
La presenza del minerale è stata accertata in entrambe le cave in esercizio nel comune di Bardi e in molte altre cave in esercizio nelle valli del Taro e del Ceno.
La normale attività di estrazione, trasporto e utilizzo della pietra provoca il rilascio in ambiente di una imprecisata ma imponente quantità di fibre di amianto. L’amianto è talmente nocivo alla salute, indipendentemente dalla quantità e dalla durata dell’esposizione, che anche una sola fibra può rivelarsi letale.
La rocca di ofiolite di Pietranera (Bardi)
Per la sua estrema leggerezza si disperde con il vento anche a grandi distanze. Queste problematiche, note da anni, non sono mai state divulgate a livello locale.
Emerge, oltre che un problema sanitario, un problema di opacità amministrativa e politica che non intendiamo più tollerare.
Il 13 novembre a Parma 6 associazioni e comitati si sono federate nella “Rete Ambiente Parma”. Altre associazioni e comitati seguiranno per far sì che l'unione delle forze possa fare la differenza nella difesa del nostro territorio e della nostra gente,
Sabato 20 novembre 2010
ore 10.00 presso il TEATRO MARIA LUIGIA di BARDI (Pr)
si terrà una
CONVEGNO
Sul tema
L'amianto e le cave di pietre verdi
UN PROBLEMA NEGATO
Relatori
Dott. Edoardo Bai
ISDE Italia e Componente Comitato Scientifico di Legambiente Lombardia
Dott. Giuseppe La Pietra
Referente di Libera Parma
Dott.ssa Maria Cirelli
ISDE Italia
con il patrocinio di Rete Ambiente Parma
I ghiotti bocconi del futuro inceneritore
Succede tutti i santi giorni in via Repubblica, e chissà per quante centinaia di volte lo stesso gesto sprecone si ripete in città e nella provincia di Parma.
Iren fa incetta di preziosi bocconi per il futuro inceneritore, smentendo ogni giorno, con i fatti, quello che ripete a parole e slogan, usando per farsi bella i nostri soldi.
In mezzo a questo ben di Dio sono presenti tutti i generi di rifiuti, in bella evidenza: organico, cartone, legno e plastica, tutti insieme appassionatamente, un abbraccio che si scioglierà solo alla bocca del forno inceneritore.
Il prodigo offerente di turno è un fruttivendolo di una delle vie principali di Parma.
Finalmente i cittadini hanno capito l'antifona e, sempre più interessati al problema rifiuti, segnalano in continuazione il contrasto tra il dire e il fare di chi si dovrebbe occupare con perizia di un settore così importante per il futuro del nostro pianeta (e del nostro territorio).
Ieri la segnalazione della sparizione dei cassonetti marroni dell'organico in viale Mentana, oggi l'ennesima raccolta sporca dei rifiuti in via Repubblica.
Un itinerario costellato da mille situazioni che emergono ogni giorni di più.
Da un lato cittadini virtuosi, pronti a collaborare per portare la raccolta differenziata a livelli d'eccellenza, dall'altro Iren, che sembra far di tutto per mantenere invece la stessa a livelli mediocri, probabilmente per mantenere un costante apporto di materiali al futuro inceneritore, il tenero bambino che sta crescendo in quel di Ugozzolo
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 novembre 2010
-535 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+171 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Iren fa incetta di preziosi bocconi per il futuro inceneritore, smentendo ogni giorno, con i fatti, quello che ripete a parole e slogan, usando per farsi bella i nostri soldi.
In mezzo a questo ben di Dio sono presenti tutti i generi di rifiuti, in bella evidenza: organico, cartone, legno e plastica, tutti insieme appassionatamente, un abbraccio che si scioglierà solo alla bocca del forno inceneritore.
Il prodigo offerente di turno è un fruttivendolo di una delle vie principali di Parma.
Finalmente i cittadini hanno capito l'antifona e, sempre più interessati al problema rifiuti, segnalano in continuazione il contrasto tra il dire e il fare di chi si dovrebbe occupare con perizia di un settore così importante per il futuro del nostro pianeta (e del nostro territorio).
Ieri la segnalazione della sparizione dei cassonetti marroni dell'organico in viale Mentana, oggi l'ennesima raccolta sporca dei rifiuti in via Repubblica.
Un itinerario costellato da mille situazioni che emergono ogni giorni di più.
Da un lato cittadini virtuosi, pronti a collaborare per portare la raccolta differenziata a livelli d'eccellenza, dall'altro Iren, che sembra far di tutto per mantenere invece la stessa a livelli mediocri, probabilmente per mantenere un costante apporto di materiali al futuro inceneritore, il tenero bambino che sta crescendo in quel di Ugozzolo
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 novembre 2010
-535 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+171 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
mercoledì 17 novembre 2010
Si alzi il sipario sull'inceneritore
Un esposto alla Procura della Repubblica di Parma è stato depositato nei giorni scorsi a seguito di uno studio affidato dall'associazione GCR ad un pool di professionisti che operano fuori provincia, esperti nelle materie oggetto della segnalazione.
Sono stati sottoposti ad approfondimento una serie di documenti, reperiti nelle ultime settimane, dai quali sono emersi elementi molto gravi, che si è stato ritenuto di sottoporre all'attenzione della Procura della Repubblica.
Foto di Franco Saccò - Archimmagine
Sono prove documentali e non “sentito dire” o supposizioni campate in aria.
E l'argomento non poteva che essere l'iter autorizzativo relativo all'inceneritore di Parma.
L'iniziativa che GCR ha preso va a sostenere un altro esposto che alcuni cittadini avevano presentato mesi fa e che, non essendo stato archiviato, sta seguendo il suo percorso investigativo.
Portando al magistrato ulteriori elementi si confida che si possa favorire un definitivo chiarimento di tutta la vicenda inceneritore.
Vanno analizzati tutti gli aspetti tecnici, considerato che Iren sta proseguendo senza indugio la costruzione dell'impianto, ignorando ogni critica.
Se fossero stati commessi reati è giusto che siano perseguiti, senza indecisione, accelerando i tempi per impedire ulteriori, inutili spese.
Dalle prove documentali emerse sembra di poter concludere che l'iter autorizzativo del progetto del Pai (Polo Ambientale Integrato) sia gravemente viziato sotto molti profili, che hanno portato ad una decisione che non aveva tutti gli elementi.
Si auspica che, di fronte a tante irregolarità (la Procura dirà se rilevanti in sede penale), le amministrazioni competenti facciano un passo indietro volto alla cautela, ed in primo luogo fermino i lavori per permettere di fare assoluta chiarezza su tutti gli aspetti e risvolti.
Lo chiedono a gran voce i cittadini di Parma e del territorio della Provincia.
Che la sospensione sia utile anche ad una riflessione sulle possibili alternative al modello di gestione dei rifiuti nella nostra Provincia che non metta a repentaglio il bagaglio economico della food valley, che ha permesso in questi anni di crisi di far tenete il sistema Parma rispetto ad altri meno fortunati territori.
Sono anche passati 5 anni dal Piano provinciale per la gestione dei rifiuti e la norma consente oggi una sua revisione, diventata in questi mesi improcrastinabile per poter verificare se, rispetto a 5 anni fa, siano emerse delle soluzioni tecnologiche meno impattanti per gestire i materiali post utilizzo.
L'inceneritore era il passato.
Noi vogliamo guardare al futuro.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 novembre 2010
-536 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+170 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Sono stati sottoposti ad approfondimento una serie di documenti, reperiti nelle ultime settimane, dai quali sono emersi elementi molto gravi, che si è stato ritenuto di sottoporre all'attenzione della Procura della Repubblica.
Foto di Franco Saccò - Archimmagine
Sono prove documentali e non “sentito dire” o supposizioni campate in aria.
E l'argomento non poteva che essere l'iter autorizzativo relativo all'inceneritore di Parma.
L'iniziativa che GCR ha preso va a sostenere un altro esposto che alcuni cittadini avevano presentato mesi fa e che, non essendo stato archiviato, sta seguendo il suo percorso investigativo.
Portando al magistrato ulteriori elementi si confida che si possa favorire un definitivo chiarimento di tutta la vicenda inceneritore.
Vanno analizzati tutti gli aspetti tecnici, considerato che Iren sta proseguendo senza indugio la costruzione dell'impianto, ignorando ogni critica.
Se fossero stati commessi reati è giusto che siano perseguiti, senza indecisione, accelerando i tempi per impedire ulteriori, inutili spese.
Dalle prove documentali emerse sembra di poter concludere che l'iter autorizzativo del progetto del Pai (Polo Ambientale Integrato) sia gravemente viziato sotto molti profili, che hanno portato ad una decisione che non aveva tutti gli elementi.
Si auspica che, di fronte a tante irregolarità (la Procura dirà se rilevanti in sede penale), le amministrazioni competenti facciano un passo indietro volto alla cautela, ed in primo luogo fermino i lavori per permettere di fare assoluta chiarezza su tutti gli aspetti e risvolti.
Lo chiedono a gran voce i cittadini di Parma e del territorio della Provincia.
Che la sospensione sia utile anche ad una riflessione sulle possibili alternative al modello di gestione dei rifiuti nella nostra Provincia che non metta a repentaglio il bagaglio economico della food valley, che ha permesso in questi anni di crisi di far tenete il sistema Parma rispetto ad altri meno fortunati territori.
Sono anche passati 5 anni dal Piano provinciale per la gestione dei rifiuti e la norma consente oggi una sua revisione, diventata in questi mesi improcrastinabile per poter verificare se, rispetto a 5 anni fa, siano emerse delle soluzioni tecnologiche meno impattanti per gestire i materiali post utilizzo.
L'inceneritore era il passato.
Noi vogliamo guardare al futuro.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 novembre 2010
-536 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+170 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
martedì 16 novembre 2010
Bernazzoli e la sindrome Nimby
Vandana Shiva, eminente scienziata indiana sostenitrice della lotta per la biodiversità, sarà premiata domani dalla Provincia di Parma.
Chissà se sarà Bernazzoli-mister Hyde o Bernazzoli-dottor Jeckyll a premiare Vandana Shiva.
Chissà se Vandana Shiva è conscia del fatto che chi la premia per la sua lotta per la salvaguardia della biodiversità potrebbe diventarne il boia.
Domani la Provincia, curva nel suo piccolo buio cortile, accuratamente recintato e precluso ai più, darà sfoggio del suo personale “green washing”, per sentirsi meno colpevole.
Una pratica tutta italiana che viene confermata anche oggi. I politici di turno presentano al grande pubblico una iniziativa positiva, per mostrarsi puri, e poi fanno esattamente il contrario, cancellando quello che avevano un attimo prima sostenuto
Un comportamento grave, mai abbastanza denunciato, che ha portato gli italiani a considerare la politica una parola sporca, da cui stare lontani.
Ci piacerebbe tanto porre alcune domande all'ente che sta accompagnando con grande premura la nascita dell'inceneritore di Parma, per tentare (tentar non nuoce) di comprendere come si faccia a convivere con delle anime così diametralmente opposte.
Ci piacerebbe chiedere a Bernazzoli la sua opinione su alcuni punti della “Carta per il rinascimento della campagna”, principi affermati a piena voce da Wendell Berry, Giannozzo Pucci, Vandana Shiva, appunto, e Maurizio Pallante.
“Conservare e arricchire il suolo, usando le biomasse per moltiplicare l'humus”.
Invece l'inceneritore le biomasse le vuole cuocere per incassare quattrini.
Mah!
Quale potente farmaco avrà ingoiato il presidente, per poter digerire questo enorme conflitto, o poter almeno far finta di masticare entrambi i bocconi, senza che uno di essi non sia espulso con un rigetto obbligato e prepotente.
Ci piacerebbe ci fosse spiegato quale sia la biodiversità preservata dal meraviglioso luccicante inceneritore, che presto erutterà le sue ceneri a Ugozzolo, cominciando a pulsare di vita propria e devastante.
Con quale coraggio, a Parma si direbbe “che bècc äd fér”, la Provincia oggi premia una persona che rivendica i diritti della terra e dei contadini a essere padroni di se stessi e dei propri territori, quando il nostro inceneritore quei contadini li espelle come sgraditi occupanti del suo territorio di azione.
Che enormi contraddizioni!
Tanto nella sala ovattata e ben isolata non giungeranno le vibrazioni del cantiere, che cresce come un cancro in un'area in cui migliaia di persone ogni giorno si recano a guadagnarsi la pagnotta.
I discorsi alti e vuoti rimbalzeranno sulle pareti, riempiranno le orecchie dei presenti e i sorrisi si sprecheranno.
A Vandana Bernazzoli dirà una cosa molto chiara.
Vai avanti, brava, fai il tuo progetto là, in India, che qui dobbiamo fare dell'altro.
Una sindrome Nymby vera e propria, not in my backyard, le tue belle cose non nel mio giardino, noi siamo per il fuoco eterno.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2010
-537 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+169 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Chissà se sarà Bernazzoli-mister Hyde o Bernazzoli-dottor Jeckyll a premiare Vandana Shiva.
Chissà se Vandana Shiva è conscia del fatto che chi la premia per la sua lotta per la salvaguardia della biodiversità potrebbe diventarne il boia.
Domani la Provincia, curva nel suo piccolo buio cortile, accuratamente recintato e precluso ai più, darà sfoggio del suo personale “green washing”, per sentirsi meno colpevole.
Una pratica tutta italiana che viene confermata anche oggi. I politici di turno presentano al grande pubblico una iniziativa positiva, per mostrarsi puri, e poi fanno esattamente il contrario, cancellando quello che avevano un attimo prima sostenuto
Un comportamento grave, mai abbastanza denunciato, che ha portato gli italiani a considerare la politica una parola sporca, da cui stare lontani.
Ci piacerebbe tanto porre alcune domande all'ente che sta accompagnando con grande premura la nascita dell'inceneritore di Parma, per tentare (tentar non nuoce) di comprendere come si faccia a convivere con delle anime così diametralmente opposte.
Ci piacerebbe chiedere a Bernazzoli la sua opinione su alcuni punti della “Carta per il rinascimento della campagna”, principi affermati a piena voce da Wendell Berry, Giannozzo Pucci, Vandana Shiva, appunto, e Maurizio Pallante.
“Conservare e arricchire il suolo, usando le biomasse per moltiplicare l'humus”.
Invece l'inceneritore le biomasse le vuole cuocere per incassare quattrini.
Mah!
Quale potente farmaco avrà ingoiato il presidente, per poter digerire questo enorme conflitto, o poter almeno far finta di masticare entrambi i bocconi, senza che uno di essi non sia espulso con un rigetto obbligato e prepotente.
Ci piacerebbe ci fosse spiegato quale sia la biodiversità preservata dal meraviglioso luccicante inceneritore, che presto erutterà le sue ceneri a Ugozzolo, cominciando a pulsare di vita propria e devastante.
Con quale coraggio, a Parma si direbbe “che bècc äd fér”, la Provincia oggi premia una persona che rivendica i diritti della terra e dei contadini a essere padroni di se stessi e dei propri territori, quando il nostro inceneritore quei contadini li espelle come sgraditi occupanti del suo territorio di azione.
Che enormi contraddizioni!
Tanto nella sala ovattata e ben isolata non giungeranno le vibrazioni del cantiere, che cresce come un cancro in un'area in cui migliaia di persone ogni giorno si recano a guadagnarsi la pagnotta.
I discorsi alti e vuoti rimbalzeranno sulle pareti, riempiranno le orecchie dei presenti e i sorrisi si sprecheranno.
A Vandana Bernazzoli dirà una cosa molto chiara.
Vai avanti, brava, fai il tuo progetto là, in India, che qui dobbiamo fare dell'altro.
Una sindrome Nymby vera e propria, not in my backyard, le tue belle cose non nel mio giardino, noi siamo per il fuoco eterno.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2010
-537 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+169 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
lunedì 15 novembre 2010
In Canton Ticino l'inceneritore uccide la differenziata
E' l'Europa virtuosa di nonno Allodi
E' arrivato l'inceneritore, in contemporanea sembra che la voglia di differenziare e di gestire al meglio i rifiuti se ne sia andata via insieme alla sua inaugurazione.
Lo sostengono Marco Rudin, dell'associazione Okkio, e Greta Gysin dei Verdi a un anno di distanza dall'apertura dell'impianto di smaltimento.
Secca la reazione di Claudio Broggini, direttore dell'ACR e del ministro Marco Borradori.
Stiamo parlando dell'inceneritore di Giubiasco, che dopo un anno dal suo avvio sembra aver fatto calare nei ticinesi l'attenzione all'ecologia e al riciclaggio dei materiali.
L'impianto è ora accusato di essere troppo grande e per questo in diretto contrasto con la raccolta differenziata che, se ben organizzata, metterebbe in crisi il bilancio dei materiali in entrata all'impianto, mettendo a rischio il suo corretto funzionamento.
Nel comune di Sementina ad esempio sono stati rimossi i contenitori per la separazione della plastica, un chiaro segno di “fame” da parte dell'impianti di materia ad alto potere calorifico.
L'inceneritore di Giubiasco in Svizzera
Infatti i gestori dell'inceneritore lamentano la difficoltà del riciclo della plastica (ricordate il 17% di riciclo previsto da Enia contro le previsioni del piano provinciale?).
E la stessa gestione all'interno dell'inceneritore è messa in forte discussione. Le visite periodiche dei cittadini mettono in evidenza un approccio per lo meno grossolano: ruspe che raccolgono tutto insieme, organico incluso, per poi trasferire tutta la massa direttamente alla bocca del forno.
Un altro tema parmigiano che torna. L'impianto è sovra dimensionato del 50% rispetto alle esigenze di trattamento del Cantone
Doveva costare 200 milioni di euro, ne è costati 270 (il 40% in più), altro tema dibattuto dalle nostre parti. Ma veniamo alla ciliegina sulla torta: le discariche.
Dicevano che avrebbe risolto il problema eppure la discarica della valle della Motta è viva e vegeta, per accogliere le migliaia di tonnellate di scorie prodotte dall'inceneritore.
Ecco l'Europa modello a cui Allodi ci indicava di ispirarci, modello da copiare, da fotocopiare, da riprodurre qui da noi per diventare davvero virtuosi.
La ricetta della santità ecologica.
Naturalmente la grandezza dell'impianto ticinese porta con sé l'arrivo di rifiuti da fuori Cantone, Lugo, e naturalmente inutili sono le interrogazioni presentate perché non ricevono risposta da marzo scorso. Una storia già letta, ormai innumerevoli volte, lungo l'asse portante dei progetti degli inceneritori, luoghi di massificazione del profitto e di riduzione corrispettiva delle buone pratiche ambientali.
Una storia che presto registrerà una nuova puntata. Parmigiana.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre 2010
-538 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+168 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
E' arrivato l'inceneritore, in contemporanea sembra che la voglia di differenziare e di gestire al meglio i rifiuti se ne sia andata via insieme alla sua inaugurazione.
Lo sostengono Marco Rudin, dell'associazione Okkio, e Greta Gysin dei Verdi a un anno di distanza dall'apertura dell'impianto di smaltimento.
Secca la reazione di Claudio Broggini, direttore dell'ACR e del ministro Marco Borradori.
Stiamo parlando dell'inceneritore di Giubiasco, che dopo un anno dal suo avvio sembra aver fatto calare nei ticinesi l'attenzione all'ecologia e al riciclaggio dei materiali.
L'impianto è ora accusato di essere troppo grande e per questo in diretto contrasto con la raccolta differenziata che, se ben organizzata, metterebbe in crisi il bilancio dei materiali in entrata all'impianto, mettendo a rischio il suo corretto funzionamento.
Nel comune di Sementina ad esempio sono stati rimossi i contenitori per la separazione della plastica, un chiaro segno di “fame” da parte dell'impianti di materia ad alto potere calorifico.
L'inceneritore di Giubiasco in Svizzera
Infatti i gestori dell'inceneritore lamentano la difficoltà del riciclo della plastica (ricordate il 17% di riciclo previsto da Enia contro le previsioni del piano provinciale?).
E la stessa gestione all'interno dell'inceneritore è messa in forte discussione. Le visite periodiche dei cittadini mettono in evidenza un approccio per lo meno grossolano: ruspe che raccolgono tutto insieme, organico incluso, per poi trasferire tutta la massa direttamente alla bocca del forno.
Un altro tema parmigiano che torna. L'impianto è sovra dimensionato del 50% rispetto alle esigenze di trattamento del Cantone
Doveva costare 200 milioni di euro, ne è costati 270 (il 40% in più), altro tema dibattuto dalle nostre parti. Ma veniamo alla ciliegina sulla torta: le discariche.
Dicevano che avrebbe risolto il problema eppure la discarica della valle della Motta è viva e vegeta, per accogliere le migliaia di tonnellate di scorie prodotte dall'inceneritore.
Ecco l'Europa modello a cui Allodi ci indicava di ispirarci, modello da copiare, da fotocopiare, da riprodurre qui da noi per diventare davvero virtuosi.
La ricetta della santità ecologica.
Naturalmente la grandezza dell'impianto ticinese porta con sé l'arrivo di rifiuti da fuori Cantone, Lugo, e naturalmente inutili sono le interrogazioni presentate perché non ricevono risposta da marzo scorso. Una storia già letta, ormai innumerevoli volte, lungo l'asse portante dei progetti degli inceneritori, luoghi di massificazione del profitto e di riduzione corrispettiva delle buone pratiche ambientali.
Una storia che presto registrerà una nuova puntata. Parmigiana.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre 2010
-538 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+168 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
domenica 14 novembre 2010
Il Babau Vedelago
Si aggira uno spettro terribile e dal nome impronunciabile: lo chiamano Crv per non dire Centro Riciclo Vedelago, e non richiamare i peggiori strali dall'alto.
Il mostro immaginario, dalle caratteristiche non ben definite, che fa terribilmente scanto ai sostenitori dell'incenerimento. Fa paura al nostro Castellani, assessore all'ambiente della Provincia di Parma, che come tutti coloro che non ne vogliono nemmeno sentir parlare, lo cancellano dalla mente.
Vedelago spaventa, sapete perché?
Perché ruba la plastica agli inceneritori, e questo non si fa, non è giusto ne corretto.
Ci vuole fairplay.
Così per contrastare il Centro Riciclo di Vedelago si racconta che quel luogo è una discarica di plastica, un enorme ventre accogliente dove tutto puzza e le condizioni igieniche sono scarse.
Rivediamo ancora i volti sprezzanti dei tecnici provinciali che se la ridevano commentando sotto voce, “che rudo che c'è là”.
Noi ci siamo stati a Vedelago, questa primavera. Ci abbiamo passato una giornata e siamo rimasti a bocca aperta. Non per la puzza ma per lo stupore di vedere rifiuti che tornano materia e riprendono il loro posto, quello per cui erano stati prodotti.
Non c'erano odori a Vedelago, niente fumo ne acri camini eruttanti. Non ci sono filtri a Vedelago perché non c'è nulla da filtrare. Ma Vedelago non va bene anche se fa sommessamente il suo dovere, senza pretendere nulla da nessuno.
Lo sapevate che non ha mai ricevuto alcuna sovvenzione pubblica eppure ha un bilancio in attivo?
Vedelago ha portato avanti il lavoro dei riciclatori chiudendo l'ultimo anello.
Vedelago non tratta l'indifferenziato come noi lo conosciamo, sporco e ricco di frazione umida. Chi tratterebbe quella schifezza? Ma potrebbe trattare un indifferenziato del domani, se portassimo via la parte umida, l'organico e i pannolini, e allora sì, da ciò che resta si potrebbe ricavare la materia prima seconda chiamata, e certificata, granulato, da usare per nuove produzioni plastiche.
Vedelago fa paura perché di tutto ciò che entra lì non esce un grammo di rifiuto.
E non c'è trippa per l'inceneritore, moderna slot machine, buona solo per i gestori, malevola per gli sfortunati giocatori di passaggio.
Ricordate le previsioni di Enia al 2012?
Della plastica raccolta con la differenziata va al riciclo solo il 17%, il restante 83% ad incenerimento, poi dicono che la gente pensa male dicendo che buttano tutto insieme.
Sapete cosa prevedeva il Piano Provinciale Gestioni Rifiuti, che a quanto ne sappiamo è ancora valido? Il 59,7% di raccolta differenziata della plastica degli imballaggi.
Non vi sembra ci sia una leggera discrepanza?
Nessuno smentisce, tutti zitti e muti nelle loro torri d'avorio, in attesa dell'eruzione liberatoria del camino, dove lassù a 70 metri usciranno cose invisibili ma percepite, eccome, dai nostri corpi.
Loro preferiscono i loro puliti inceneritori, 39 mila tonnellate di ceneri infette, per concimare il loro mondo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 novembre 2010
-539 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+167 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Il mostro immaginario, dalle caratteristiche non ben definite, che fa terribilmente scanto ai sostenitori dell'incenerimento. Fa paura al nostro Castellani, assessore all'ambiente della Provincia di Parma, che come tutti coloro che non ne vogliono nemmeno sentir parlare, lo cancellano dalla mente.
Vedelago spaventa, sapete perché?
Perché ruba la plastica agli inceneritori, e questo non si fa, non è giusto ne corretto.
Ci vuole fairplay.
Così per contrastare il Centro Riciclo di Vedelago si racconta che quel luogo è una discarica di plastica, un enorme ventre accogliente dove tutto puzza e le condizioni igieniche sono scarse.
Rivediamo ancora i volti sprezzanti dei tecnici provinciali che se la ridevano commentando sotto voce, “che rudo che c'è là”.
Noi ci siamo stati a Vedelago, questa primavera. Ci abbiamo passato una giornata e siamo rimasti a bocca aperta. Non per la puzza ma per lo stupore di vedere rifiuti che tornano materia e riprendono il loro posto, quello per cui erano stati prodotti.
Non c'erano odori a Vedelago, niente fumo ne acri camini eruttanti. Non ci sono filtri a Vedelago perché non c'è nulla da filtrare. Ma Vedelago non va bene anche se fa sommessamente il suo dovere, senza pretendere nulla da nessuno.
Lo sapevate che non ha mai ricevuto alcuna sovvenzione pubblica eppure ha un bilancio in attivo?
Vedelago ha portato avanti il lavoro dei riciclatori chiudendo l'ultimo anello.
Vedelago non tratta l'indifferenziato come noi lo conosciamo, sporco e ricco di frazione umida. Chi tratterebbe quella schifezza? Ma potrebbe trattare un indifferenziato del domani, se portassimo via la parte umida, l'organico e i pannolini, e allora sì, da ciò che resta si potrebbe ricavare la materia prima seconda chiamata, e certificata, granulato, da usare per nuove produzioni plastiche.
Vedelago fa paura perché di tutto ciò che entra lì non esce un grammo di rifiuto.
E non c'è trippa per l'inceneritore, moderna slot machine, buona solo per i gestori, malevola per gli sfortunati giocatori di passaggio.
Ricordate le previsioni di Enia al 2012?
Della plastica raccolta con la differenziata va al riciclo solo il 17%, il restante 83% ad incenerimento, poi dicono che la gente pensa male dicendo che buttano tutto insieme.
Sapete cosa prevedeva il Piano Provinciale Gestioni Rifiuti, che a quanto ne sappiamo è ancora valido? Il 59,7% di raccolta differenziata della plastica degli imballaggi.
Non vi sembra ci sia una leggera discrepanza?
Nessuno smentisce, tutti zitti e muti nelle loro torri d'avorio, in attesa dell'eruzione liberatoria del camino, dove lassù a 70 metri usciranno cose invisibili ma percepite, eccome, dai nostri corpi.
Loro preferiscono i loro puliti inceneritori, 39 mila tonnellate di ceneri infette, per concimare il loro mondo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 novembre 2010
-539 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+167 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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