sabato 20 ottobre 2012

Iotti, il termo, la vispa Teresa


Come una novella vispa Teresa il consigliere Iotti, i cui interessi per Iren sono ignoti ai più, vorrebbe far credere che sia interessato a far entrare in cassa i soldi che il Comune dovrebbe avere da Iren per gli  oneri di urbanizzazione del novello inceneritore.
Poco importano i rischi per la salute dei suoi concittadini, la deturpazione dell’ambiente, l’avvelenamento dell’aria, etc.
Ora la parola d’ordine del clan bolscevico è “spostare l’attenzione sui denari”.
Peccato che quattro anni fa lo stesso Iotti non si sia mai preoccupato di chiedere il pagamento degli oneri e ancora più di recente si sia fortemente impegnato per impedire il referendum richiesto dai cittadini e bocciato all'unanimità dal consiglio comunale.
Zitti parmigiani, parliamo solo noi!



L’impressione è che dietro tutta questa montagna di rifiuti e di denari, che dovrebbero affluire o forse sono già affluiti, nelle tasche di non si sa bene chi, ci sia il tentativo di imbonire la piazza con il gruzzoletto.
Perché tanta ansia da parte del soldatino PD?
Semplice, Iotti vorrebbe che il Comune si mettesse a riscuotere gli oneri oggi – mai se ne è preoccupato in passato – perché gli interessa far scivolare il Comune di Parma nel più evidente degli errori: ammettere l’esistenza della concessione edilizia e far cadere tutte le accuse della Procura di Parma.
C’è un suggeritore dentro la zucca del noto esponente PD, un suggeritore  fortemente preoccupato che si scopra la verità su tutta la vicenda legale dell'inceneritore.  
Naturalmente Iotti si guarda bene dal rilevare che il vero Responsabile dei 28 milioni che Iren chiede a gran voce potrebbe essere colui che non ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, o qualche amministratore o dipendente della Provincia che, senza gara, ha validato l’affidamento dei lavori a Iren.
L'ente autorizzativo è stato la Provincia, ma si cerca di far passare l'idea che siano in Comune i colpevoli da cacciare, coloro che hanno osato impedire ad Iren di fare i propri interessi. 
Gli angioletti del PD l’avevano detto, mai schierarsi contro i potenti.
Anche Iotti ora ha capito e sorride con gli occhioni rapiti verso il suggeritore.
Per loro i veri nemici sono i cittadini di Parma, coloro che hanno osato votare Pizzarotti e dire un secco no al forno di Ugozzolo.
Non c'è mai limite al peggio.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 ottobre 2012

Sono passati
17 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

57 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
873 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
167 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
152 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

Biomasse, scandalo in Abruzzo


Il dipendente-imprenditore Forcucci presenta progetti allo stesso settore per cui lavora…

http://www.primadanoi.it/news/regione/534152/Regione-Abruzzo-e-finanziamenti-biomasse-.html

Una manciata di ringraziamenti. Un grazie sentito alla Regione ed alla ditta che ha redatto il progetto vincente e che ha saputo interpretare, come pochi, lo spirito del bando.
Il sindaco di Sant’Eufemia a Maiella, Francesco Crivelli, “festeggia”. Da qualche giorno ha saputo che il suo Comune, insieme a pochi altri eletti, riceverà i finanziamenti per la costruzione di impianti a biomasse.
Il progetto di Sant'Eufemia risultato assegnatario di un finanziamento di 317.000 euro è stato redatto dalla ditta “Entrope”, di Popoli, che si occupa di consulenza e progettazione, a soggetti pubblici e privati, nei settori dell’ambiente e della gestione del territorio, dell’energia e dei servizi in genere.



Il titolare non è una persona qualunque ma un dipendente della Regione Abruzzo. E non un dipendente della Regione qualsiasi ma un professionista che lavora nell’Agenzia regionale per l’Energia della Regione Abruzzo (Araen). Insomma, lo stesso campo di azione della società privata, lo stesso dipartimento che decide chi finanziare e a chi dare i finanziamenti in campo energetico.
L'imprenditore-dipendente si chiama Enrico Forcucci e negli anni ha curato vari progetti ed incontri per conto della Regione, tutti sul tema delle energie alternative tra le quali le biomasse, il biometano e molto di più.

Capita allora che la Regione debba assegnare i fondi “per la concessione di incentivi finalizzati alla realizzazione di centri di stoccaggio per il trattamento di materiali legnosi al fine di ottenere cippato per la posa in opera di impianti completi per la fornitura di energia termica”. Viene pubblicato un bando predisposto e pubblicato nelle pagine del sito istituzionale della Regione Abruzzo dedicate all'Araen e giungono così 34 idee, di cui, solo 5 sono state ammesse al contributo per un totale di 1.407.000 euro.
Oltre a Sant’Eufemia a Maiella (317 mila euro), la Regione ha deciso di finanziare il Comune di Bisegna (che riceverà un contributo di 348.000 euro), Borrello (350.000 euro), Popoli (350.000 euro) e Pescasseroli (42.519 euro). Cellino Attanasio, Civita D’Antino, Civitella Del Tronto e Collecorvino sono stati esclusi perché hanno prodotto una documentazione incompleta.
A firmare è la dirigente Iris Flacco che coordina il gruppo presieduto da Antonio Sorgi.
Il sindaco non sa ma si informa.
La trasparenza in Regione non è totale per cui si fatica un pò a verificare se si tratti davvero dello stesso Enrico Forcucci imprenditore e dipendente oppure è solo un beffardo caso di omonimia.
Il sindaco di Sant’Eufemia a Maiella, Francesco Crivelli, spiega al telefono con PrimaDaNoi.it  «l’eccezionalità» del progetto finanziato dalla Regione che prevede un sistema di teleriscaldamento con cui saranno riscaldati i locali comunali, un’ex scuola che ospita il gruppo scout e le famiglie. Una cosa fantastica e di sicuro molto utile.
Ma la ditta Entrope, come è stata scelta?
«Per via del curriculum», risponde Crivelli.
Ma è la ditta di Enrico Forcucci? Lo stesso Forcucci che lavora all'Araen in Regione?
Il sindaco dopo un po' dice: «non so se l’ingegnere Forcucci lavori per la Regione. Non mi risulta e sinceramente non mi interessa. Che sia uno strutturato della Regione francamente non mi risulta e non mi interessa».
Passano una decina di minuti, il tempo «di raccogliere informazioni» ed il sindaco  Crivelli precisa: «sono doverose alcune rettifiche», dice, «Forcucci non è un ingegnere, non è neanche laureato ed il progetto è a firma di Pasqualino Grifone».
Grazie per la precisazione.
Sul sito della Regione, però, Forcucci viene indicato come ‘dott.’ che di solito significa "dottore", cioè laureato.
Forcucci: “Sì, la ditta Entrope è mia”.
Difficile credere che un dipendente del settore energia (Forcucci) sia titolare di una ditta che lavora nel campo dell'energia e per di più riceva un cospicuo finanziamento dalla stessa ripartizione dell'ente pubblico dove lavora come dipendete. Eppure la speranza che si trattasse proprio di un caso beffardo la spegne proprio Forcucci senza nemmeno tergiversare.
«Sì, la ditta Entrope è mia», dice al telefono con PrimaDaNoi.it.
E l’architetto Pasqualino Grifone, firmatario del progetto, anche lui lavora in Regione come lei, dottore?
«Questo deve chiederlo a lui. Lo chieda a Pasqualino Grifone».
La trasparenza, come detto non è totale, ma abbastanza per capire che Forcucci, l'architetto Pasqualino Grifone e la dirigente Iris Flacco si conoscono bene tanto da aver scritto insieme un importante volume sul tema energetico "Il risparmio energetico nelle utenze energetiche pubbliche".
Forcucci e Grifone sono insieme anche nella cooperativa "Team delle acque" di Popoli.

Marirosa Barbieri www.primadanoi.it

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 ottobre 2012

Sono passati
17 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

57 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai

Sono passati
873 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
167 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
152 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

venerdì 19 ottobre 2012

Manifestazione contro l'inceneritore di Torino


Vicino alla tangenziale Sud di Torino, al Gerbido, stanno costruendo uno dei più grandi impianti d’Europa per bruciare i rifiuti.
Quando entrerà in funzione l’inceneritore bruciando i rifiuti emetterà nell’ambiente sostanze nocive che i filtri non riusciranno a trattenere.
Si tratta di diossina, metalli pesanti, nanoparticelle, ossidi di azoto e zolfo, ecc.
Noi e i nostri figli subiremo queste sostanze cancerogene emesse da questo inceneritore tutti i giorni e tutte le notti, di continuo, per i prossimi 20 anni, forse anche 30.



Nei luoghi in cui è presente un inceneritore la gente si ammala di più di tumore, come è emerso da moltissimi studi medici.
E’ per questo che in tutta Europa si sta cercando di evitare di costruire nuovi inceneritori, cercando di riutilizzare i rifiuti anziché bruciarli.
Dove li mettiamo i rifiuti di Torino se non li bruciamo?
L’alternativa all’inceneritore esiste ed è molto semplice:
1. Negli altri paesi europei la costruzione di nuovi inceneritori è una pratica ormai nemmeno più presa in considerazione.
2. Investendo molti meno soldi di quelli che si stanno spendendo per l’inceneritore, Torino deve organizzarsi per migliorare la raccolta differenziata, come prevede la legge europea, e deve far pagare meno tasse ai cittadini che differenziano di più, così come si fa in tutti i paesi civili del resto dell’ Europa
3. L’inceneritore deve essere trasformato in un impianto a freddo (TMB), senza bruciare, recuperando ulteriormente materie prime. Gli impianti per il Trattamento Meccanico Biologico a freddo dei rifiuti sono già presenti in molte altre città.
Gli inceneritori sono ormai superati.
“Gli inceneritori sono ormai superati…” Cosi’ si e’ espresso il ministro dell’ambiente Corrado Clini nel settembre di quest’anno.
“Stop alla costruzione di nuovi inceneritori in Emilia Romagna e chiusura graduale di quelli esistenti, a partire dai più vecchi”. A dire ciò, sempre a settembre di quest’anno, è l’assessore regionale all’ambiente dell’Emilia Romagna.
A fine agosto è stato chiuso l’inceneritore di Vercelli, chiuso anche l’inceneritore di Reggio Emilia, è stato chiesto il sequestro del costruendo inceneritore di Parma, da parecchi mesi posto a fermo anche l’inceneritore di Roma.
Come potete vedere finalmente anche in Italia, le amministrazioni locali (indipendentemente dal colore politico) iniziano a rendersi conto di quanto l’incenerimento sia inutile, dannoso all’ambiente e alla salute e costoso.
E a Torino perché si continua nella costruzione dell'inceneritore?
Ecco il motivo.
Ma se l’inceneritore provocherà tutti questi problemi, perché i lavori non si fermano nonostante in altre parti d’Italia ci si comporti in modo opposto?
E’ una decisione dettata solamente da puri interessi economici, guardando unicamente ai soldi che entreranno nelle casse del comune per ogni tonnellata di immondizia bruciata, senza considerare la salute dei cittadini, come capita spesso nelle scelte dei nostri politici.
La vita nostra e dei nostri figli non ha prezzo.
Non possiamo accettare in modo passivo la scelta di costruire un inceneritore quando ci sono le alternative concrete.
Sabato si manifesterà per dare un altro segno forte di dissenso contro l'inceneritore, insieme alle quasi 7000 firme raccolte in poco più di 6 mesi, insieme all’azione legale in corso al Tribunale del TAR del Piemonte, insieme a tutti gli altri comuni in Italia in cui si stanno chiudendo gli inceneritori.
Sabato 20 ottobre, ore 14.30, prezzo piazza Palazzo, Torino

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 ottobre 2012

Sono passati
16 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

56 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
872 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
166 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
151 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

giovedì 18 ottobre 2012

Il mistero delle ceneri


L'inceneritore delle meraviglie ha una piccola pecca: ogni giorno di funzionamento produrrà qualcosa come 4 camion di ceneri.
Dove andranno a finire queste 120 tonnellate al giorno di scorie?
Non è dato a sapersi.
Del loro destino non vi è traccia nel pachidermico progetto Iren.
Le ceneri non esistono.
Eppure il problema ceneri lo conosciamo bene, perché lo vediamo tutti i giorni, sulla tangenziale nord, sotto forma di teloni verdi posti al capezzale del vecchio inceneritore del Cornocchio.
Là giacciono ormai da oltre 10 anni (il vecchio camino è stato spento nel 2001), circa 100 mila tonnellate di ceneri pesanti, derivate dalla combustione dei rifiuti parmensi.



L'area deve essere bonificata ma non si sa cosa queste ceneri contengano in termini di sostanze pericolose. Se i lettori vanno un po' indietro nel tempo si ricorderà che si era tentato un loro utilizzo come sottofondo stradale, esattamente nel parcheggio delle fiere di Parma.
Il tentativo fallì miseramente e in fretta e furia quello strato di ceneri fu rimosso a causa dell'inquinamento che si stava sprigionando sul suolo, nell'aria, nel sottosuolo. Era il 1996, nelle ceneri fu riscontrata la cospicua presenza di cadmio, cromo esavalente, mercurio, zinco, idrocarburi policiclici aromatici.
20 mila tonnellate di materiali che furono collocate nella discarica di Pitelli, La Spezia, alla faccia dell'autosufficienza comprensoriale, discarica oggi sotto sequestro per disastro ambientale. Pitelli è nota come “la collina dei veleni”.
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/pdf/ceneri-fiere.pdf (7,54 Mb)
Chi ha portato veleni in giro per il mondo?
Ogni anno il nuovo inceneritore ci lascerà in eredità 40 mila tonnellate di questi scarti, una sostanza ricca di metalli pesanti, furani, diossine, che molti studi in giro per il mondo hanno evidenziato come particolarmente pericolosi.
Ogni 4 camion verranno riempiti di cenere.
Possiamo sapere dove verranno collocate?
Si parla dei cementifici.
Possiamo conoscere nomi e cognomi e dare una letta ai contratti in essere?
Quelle ceneri finiranno nei mattoni?
Per costruzioni civili?
Vogliamo fare la fine dello stabile di Treviso abbattuto per il cemento ammalorato e inquinato dagli scarti degli inceneritori? 
http://www.articolotre.com/2012/04/treviso-abitazioni-costruite-con-la-cenere-anziche-con-il-calcestruzzo/74706 
A Musestre questo è successo. La farmacista del paese, Elisabetta Merloni, aveva commissionato la costruzione di un edificio alla Cfr sas di Rizzo & C., che a sua volta aveva acquistato il cemento dalla Mac Beton spa. 5 perizie tecniche hanno evidenziato che il cemento usato era di qualità scadente con la presenza di ceneri, diossine, metalli pesanti, sostanze tossico nocive che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali e che invece erano finite nei muri di quella casa. A tal punto da costringere all’abbattimento dell’intero edificio.
Nelle ceneri pesanti e leggere, ad esempio, prodotte da cinque inceneritori francesi nei primi anni del 2000, sono stati trovati composti organici in una concentrazione compresa tra 2 e 50 g/kg peso secco (fonte: Rendek E, Ducom G, Germain P. Assessment of MSWI bottom ash organic carbon behavior: A biophysicochemical approach. Chemosphere 2007;67:1582-1587.).
A Milano, altro esempio, nelle ceneri leggere di un inceneritore operativo (dati pubblicati nel 2005) sono stati trovati cloro-organici: penta cloro benzene (31 ng/g), esacloro benzene (34 ng/g), orto trifenil benzene (72 ng/g) e meta trifenil benzene (4.4 ng/g); questi composti sono stati trovati anche nei lisciviati, dopo test di lisciviazione con acqua di queste stesse ceneri leggere (fonte: Korenkova E, Matisova E, Slobodnik J. Application of large volume injection GC-MS to analysis of organic compounds in the extracts and leachates of municipal solid waste incineration fly ash. Waste Manag 2006;26:1005-1016.).
Le ceneri pesanti, un problema negato, sulle quali vorremmo risposte certe. E rassicuranti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 ottobre 2012

Sono passati
15 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

55 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
871 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
165 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
150 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

mercoledì 17 ottobre 2012

Soltanto la verità


Ieri abbiamo ricevuto un messaggio breve e intenso. Due parole, un aggettivo e un verbo: “Bravi!” Continuate!”. Un plauso e un invito che non lasceremo cadere, anche perché proviene da Alex Zanotelli, il missionario comboniano che da qualche anno vive la quotidianità del rione Sanità di Napoli, dopo aver testimoniato da Korogocho, la baraccopoli alla periferia di Nairobi, Kenia, dalla discarica più grande del mondo, dove migliaia di cittadini traggono sostentamento e sopravvivenza dagli scarti, in un girone infernale fatto di povertà, prostituzione, degrado.



Alex Zanotelli è un simbolo del non arrendersi mai, dello stare sempre e comunque dalla parte del debole, dell'ultimo, dello sconfitto, della verità.
Alex Zanotelli è il simbolo della battaglia per l'acqua pubblica che in questi anni ha portato alla ribalta nazionale il movimento per i beni comuni.
Ieri abbiamo ricevuto sostegno anche da un sacerdote di città: “Se i cristiani applicassero la vostra caparbietà e la vostra costanza, ripopoleremmo le chiese”.
Non bisogna accontentarsi mai, e mai bisogna arrendersi.
Noi vogliamo la verità, soltanto quella.
La verità che ancora non c'è.
La verità che inseguiamo dal 2006, ogni giorno, con pazienza e costanza, ma senza cedere di un passo.

Sono crollate tante certezze dal giorno in cui gli amministratori di questo territorio hanno deciso sopra le nostre teste di dare il via al progetto del forno, un'idea contro la salute e l'economia della food valley.
Oggi, sfumate le finzioni, permane la nebbia sporca dell'incertezza e del dubbio.
E' per questo che è necessario, oggi più che mai, inseguire la verità.
Per troppo tempo si è negato ai cittadini che il progetto del Pai avesse pecche e punti oscuri.
Oggi è necessario chiarire ogni dettaglio, assegnare ogni responsabilità.
Oggi sono venute meno anche le certezze sugli organi di controllo.
E' venuta meno anche la fiducia verso quelle associazioni che di facciata si dichiarano ambientaliste, ma poi nel concreto cercano l'accordo, trovano la via di mezzo, accettano il male minore, nel peggiore dei casi tacciono.
Sono spariti i partiti, è sparita la fiducia nelle istituzioni.
Non siamo più disponibili a subire.
Noi vogliamo la verità, tutta intera.
I cittadini, quegli onesti, che sono la maggioranza, la pretendono.
Vogliamo controlli indipendenti e terzi che garantiscano le popolazioni, cosa fin qui non avvenuta.
Vogliamo amministratori che antepongano, come sarebbe puerilmente ovvio, l'interesse dei cittadini a quello verso il profitto di pochi.
Sentiamo ancora echi dal cenozoico, come se l'uomo fosse ancora al livello dei primati e si bevesse, con rispetto per le scimmie, ogni panzana che esce dalle fonti “ufficiali”.
E' tutto sotto controllo, siete solo terroristi, peggio la grigliata dell'inceneritore, dal camino solo vapore acqueo, moniter ha graziato i forni, un impianto dimezzato non farebbe male.
Mormorii del passato remoto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 ottobre 2012

Sono passati
14 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

54 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
870 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
164 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
149 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)


martedì 16 ottobre 2012

La montagna spogliata


La montagna sta morendo, i primi a dirlo sono i montanari stessi.
Tutti ne parlano, tutti temono che si avveri.
Chiunque prometta soldi, non importa per cosa, è ben accetto.
I tagli boschivi fanno assomigliare i pendii alla groviera.
Ma la realtà è peggio di ciò che appare perché molti hanno capito di dover tagliare nei retroversanti, lontano dalla visibilità delle strade.
L'agricoltura e l'allevamento tradizionali sono spariti. L'agricoltura industriale ha sbaragliato il campo. L'artigianato è ormai del tutto soppiantato dall'industria manifatturiera.
I famosi saperi e mestieri, di cui i politici si riempiono la bocca, rischiano di finire dimenticati definitivamente in qualche museo polveroso.
La montagna ha cominciato ad essere abbandonata da tempo e non si vede uno spiraglio di attività economica che tenga su i giovani, mentre la città appare loro con tutto il luccichio delle promesse di soldi, sesso e socialità.
Un funzionario della Provincia sostiene che “siamo seduti su un altro petrolio” e il mercato della legna da ardere ha risposto aumentando la domanda, complice la crisi economica e il prezzo dei carburanti.
In montagna, molti si sentono spinti a tagliare più legna possibile, come fossero consapevoli che si stanno dividendo le spoglie di un mondo destinato a sparire, nell'indifferenza delle amministrazioni.
Anzi, con amministratori pronti a giustificare ogni cosa, raccontando in giro che essendoci il doppio di boschi di quarant'anni fa si può arrivare a tagliare tutto ciò che è ricresciuto, recuperando, udite,
udite, la biodiversità dei prati di una volta.



Ci sarebbe da ridire, se non ci fosse da piangere.
Cosa dirà di ciò la Regione che afferma la rinnovabilità intoccabile e al 4% massimo del totale dei boschi?
Gli unici dati sul taglio dei boschi forniti da Provincia e Comunità Montana sono del 2010 e si riferiscono al quinquennio precedente. Fino al 2008 gli ettari richiesti al taglio erano più o meno gli stessi. Nel 2009, di botto, quasi raddoppiano: 2.000 ettari, corrispondenti a circa 200mila tonnellate.
Da allora più nessun dato esce dalle amministrazioni.
La percezione è che ogni anno vi sia un ulteriore incremento dei tagli.
Percezione confermata dai muri di legna tagliata ai lati delle strade, da interi versanti denudati e soggetti a futuro dissesto idrogeologico, dalla rabbia dei boscaioli per imprese di taglio che nascono da un giorno all'altro utilizzando manovalanza straniera in nero, dalle stesse voci allarmate di alcuni sindaci.
Confermata purtroppo anche dall'analisi dei dati nazionali degli stessi operatori del settore.
Da Annalisa Paniz, di AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), viene la fotografia del settore che vede l’Italia prima nel mondo per importazione di legna da ardere e prima in Europa anche nella produzione e vendita delle stufe a pellet. “Le biomasse legnose consumate dagli italiani nel 2012 saranno vicine ai 20 milioni di tonnellate: per l’80% (16 milioni di tonnellate) costituite da legna da ardere e per il 9% da pellet (2 milioni)”.
“Si prevede che nel 2012 siano importati in Italia ben 3,3 milioni di tonnellate di legna da ardere”, dice la Coldiretti. La biomassa legnosa prelevabile annualmente, senza pregiudicare la
rinnovabilità, è stimata nel 4% del totale del ceduo presente nel nostro paese, 3.663.000 ettari circa, e pari a 14.620.000 tonnellate.
Conoscendo la stima dei consumi previsti per il 2012, circa 16.000.000 di tonnellate e quella della legna da ardere importata, 3.300.0000 tonnellate, si può arrivare facilmente alla stima della legna effettivamente tagliata, cioè 16.000.000 - 3.300.000 = 12.700.000 tonnellate di legna, pericolosamente vicina alla soglia di rinnovabilità (14,6 milioni).
Se però si aggiunge la previsione del pellet prodotto nel 2012, circa 800.000 tonnellate, si arriva a
13.500.000 tonnellate di legna tagliata, pari al 92% dell'interesse, oltre il quale vien meno la sostenibilità e si comincia ad intaccare la rinnovabilità.
Ma questi sono dati nazionali. Nella realtà ci sono regioni in cui si taglia di meno ed altre di più. L'Appennino Tosco-Emiliano è il fornitare più rigoglioso e vicino dell'enorme mercato della pianura
padana e delle centrali a cippato impiantate nelle Alpi.
Il dissesto delle strade di montagna, lo sfondamento in certi casi del manto d'asfalto per il via vai dei camion di legna, testimonia ampiamente quanto supposto: la rinnovabilità dei boschi del nostro
appennino è già stata intaccata.
La speculazione sulla legna e i tagli si fermeranno? Da soli no.
La green economy applicata alle biomasse si è sommata al mercato della legna da ardere, moltiplicando la domanda. Legna portata via coi camion per essere cippata e bruciata chissà dove o trasformata in pellet. Nel 2011 sono state vendute in Italia 200.000 stufe a pellet.
I tagli si sono moltiplicati al punto che l'offerta ha superato di gran lunga la domanda, portando il prezzo di vendita dagli 8 euro al quintale iniziali, agli attuali 5,5 euro.
E' pensabile che si tagli di meno per riequilibrare il prezzo di mercato?
No, sarà il contrario.
La gente che si è abituata a quella fonte di denaro non sarà disposta a rinunciarvi, men che meno con la crisi in atto. Anzi, taglierà di più per raggiungere lo stesso gruzzolo dell'anno precedente. D'altra parte il ribasso dei prezzi di mercato della legna non farà altro che renderla sempre più conveniente rispetto a quello dei carburanti fossili e più appetibile per un sempre più vasto bacino di utenti.
Una spirale senza fine che arriverà a consumare i nostri boschi.
Cui seguirà il dissesto idrogeologico diffuso, l'inquinamento delle acque e dell'aria.
La montagna, lasciata a se stessa e alla miopia dello sfruttamento delle sue risorse, diventerà terra di conquista.
Con lo sviluppo, poi, delle centrali termiche a cippato anche nella nostra provincia, della cogenerazione per produrre energia elettrica (Monchio) e delle aziende di taglio industriale della legna (Albareto e Neviano), le amministrazioni sembrano accettare il dettato della green economy: soldi in cambio di risorse.
Cosa può salvare la montagna?
L'uso delle rinnovabili senza intaccare le risorse può far rinascere i borghi.
Le innovazioni tecnologiche possono legarsi agli antichi mestieri, farli rivivere.
Il solare fotovoltaico e il solare termico uniti alla ristrutturazione dei borghi per il risparmio energetico possono essere il volano di nuova occupazione e di autonomia energetica.
Possono costruire la base ricettiva adeguata per un turismo diverso da quello di massa.
Un turismo capace di far nascere la domanda di produzioni alimentari biologiche e artigianali di pregio. L'Alto Adige e il Trentino insegnano. 
I fondi europei, quelli regionali e provinciali devono andare al risparmio energetico che vuol dire edilizia. Devono allargarsi alle produzioni alimentari di eccellenza ed alla ricezione turistica diffusa
dei borghi. Solo così la montagna non perderà i suoi giovani, anzi ne attirerà altri dalla città.
Il principio deve essere che l'economia non deve consumare le risorse ne il territorio.
Perché il territorio è tutto, rinunciandovi, rinunciamo alla sua salvaguardia, rinunciamo alla vita stessa.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
16 ottobre 2012

www.reteambienteparma.org  -  info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita - 
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle – 
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense – comitato di giarola e vaestano

Diossine? 400 volte oltre la norma


Cade anche l'inceneritore di Brescia, dati occultati e taroccati

Finalmente trapelano i dati rilevati lo scorso 8 agosto dalle centraline dell'inceneritore di Brescia, rilievi che l'Arpa ha deciso di secretare, spingendo la procura ad aprire un fascicolo d'inchiesta.
Quella sprigionata dal camino era una vera e propria nube tossica, causata da un guasto alle linee elettriche che ha mandato in tilt i bruciatori.
Ma il dato che più colpisce è il fatto che i dati che stanno venendo fuori, diossina 400 volte oltre i valori normali, siano stati rilevati praticamente per sbaglio da una delle 3 centraline in funzione.



Due di queste infatti infatti si erano disattivate mentre la terza, posta sulla linea 2, è rimasta attiva per mezz'ora oltre il momento dell'incidente, captando le emissioni di quei terribili minuti.
Ma ancora più inquietante è sapere che le centraline erano state programmate volutamente per spegnersi in caso di incidente.
Avete letto bene: le centraline, in caso di incidente, smettevano di funzionare, impedendo di conoscere i dati emissivi.
Così si sono comportate 2 delle 3 apparecchiature, impedendo ai tecnici di poter leggere i dati delle emissioni durante il blocco termico.

Un guasto fortuito ha consentito invece alla terza centralina di funzionare almeno per un'altra mezz'ora, consentendo di mettere nero su bianco i dati emissivi della nube che si stava sprigionando sulla città di Brescia.
L'Arpa, resasi conto della situazione, ha passato le carte alla procura, che sta ora indagando.
A2A, gestore dell'impianto bresciano, uno degli inceneritori più grandi d'Europa, è ora sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.
Il buio di dati durante l'incidente di agosto non consentirà mai di sapere che cosa sia effettivamente uscito dal camino dell'inceneritore in quelle ore.
Mai si saprà quali e quanti inquinanti hanno appestato l'aria bresciana.
Questo incredibile fatto riporta ancora una volta l'attenzione sull'assurdità dei controlli autoreferenziali, affidati direttamente ai gestori in autocontrollo, un evidente conflitto di interessi pagato sulla pelle dei cittadini.
Se il controllore corrisponde al controllato come possiamo fidarci?
Ancora una volta assistiamo al balletto dei finti controlli, con le autorità sanitarie che insistono sulla litania del “tutto va bene”, accusando di terrorismo i cittadini che dubitano, ma che alla fine hanno sempre ragione.
Anche l'inceneritore migliore del mondo, auto premiato dagli stessi costruttori, era taroccato.
Chissà se ora daranno del terrorista anche ad A2A?

http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_ottobre_13/20121013BRE05_16-2112237019093.shtml

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 ottobre 2012

Sono passati
13 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

53 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
869 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
163 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
148 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

lunedì 15 ottobre 2012

Rutigliano in difesa di sé stesso (e del forno)

Ieri l'avvocato Rutigliano ha difeso in lungo e in largo il progetto dell'inceneritore di Parma, fulgido esempio, secondo lui, di corretta applicazione delle regole. Il difensore della Provincia, che si atteggia anche a difensore di Iren, fa quadrare i suoi conti, concentrandosi sul permesso a costruire. Diamine, afferma, dove sta il problema?

 

 Iren non ha pagato? Presentiamole il conto e fra una sanatoria e l'altra con quattro soldi rimettiamo in carreggiata il treno che sta rischiando il deragliamento. Rutigliano in realtà difende sé stesso e la linea fatta seguire alla Provincia, e probabilmente a Iren. Perché l'avvocato che perora la causa del forno si dimentica che tutto il suo costrutto cade rovinosamente a terra, sospinto da un problema grande come una casa, problema che invece lui finge di non vedere. Iren non era legittimato nemmeno a presentare il progetto del Pai, quindi tutto quello che segue è aria fritta. Non era possibile infatti affidare senza alcuna gara ad evidenza pubblica il servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti, lo ha detto anche la Commissione Europea, aprendo una procedura di infrazione contro l'Italia. Di conseguenza, quando Iren si è presentata con il progetto in mano, era necessario verificare la legittimità di una simile richiesta, prima ancora di valutare il progetto. Il Gip, tenuto in gran conto da Rutigliano, se da un lato ha respinto la questione del permesso a costruire, dall'altro ha dato disco verde al prosieguo delle indagini proprio sul versante della mancata gara d'appalto, che taglia le gambe fin dalla sua gestazione al progetto di Iren. Perché di gare ne mancano addirittura due. Una per poter affidare, da parte di Ato, la gestione dei rifiuti in ambito provinciale. E la seconda per scegliere il soggetto attuatore dell'inceneritore, indicato come unica soluzione nel progetto provinciale di gestione dei rifiuti. Anche il permesso a costruire è un fantasma che vaga, nonostante tutte le rassicurazione. Iren stessa scriveva di doverlo chiedere in un documento inviato a comune e provincia http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/uploads/photos/729.gif il 17 giugno del 2009, quindi ben oltre l'approvazione della Via da parte dell'amministrazione provinciale. Del resto Iren non ha sganciato un euro dei 420 mila necessari a coprire gli oneri di urbanizzazione ed anche di questo piccolo particolare la multiutility sembra essersi dimenticata strada facendo. Ma per Rutigliano questi sono dettagli senza alcuna importanza. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 15 ottobre 2012 Sono passati 12 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren 52 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility. http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai Sono passati 868 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Sono passati 162 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012 Sono passati 147 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

domenica 14 ottobre 2012

Piazza Benassi, organico con l'indifferenziato

Una denuncia in diretta Ieri mattina in piazza Benassi (zona di via Mantova) la gestione dei rifiuti ha battuto un colpo all'indietro, mettendo una grave ombra su modalità e sistemi di controllo. L'operatore Iren, addetto allo svuotamento dei cassonetti, ha infatti convogliato tutti i contenitori dell'organico (i cassonetti marroni) dentro lo stesso mezzo, insieme al rifiuto indifferenziato. Una schifosa poltiglia pronta per la discarica o l'inceneritore. La scena è stata vista da una residente che prontamente ha richiamato l'operatore. Che si è giustificato dicendo di aver visto un fazzoletto bianco dentro la frazione organica (i fazzoletti bianchi di carta sono compostabili proprio con l'umido). Peccato che che tutti i contenitori della piazza abbiano subito lo stesso trattamento, lasciando a bocca aperta l'attenta cittadina, che prontamente ha telefonato al numero verde 800212607. Il centralinista, raccogliendo la segnalazione, ha sottolineato come purtroppo sia prassi delle cooperative attuare questo tipo di raccolta, facendo sobbalzare ancora una volta la nostra attenta concittadina. Siamo anche noi sgomenti. Tanti cittadini diligentemente si occupano della corretta gestione dei propri rifiuti, collocando ogni materiale nell'apposito cassonetto. E' questo è il ringraziamento per l'impegno profuso? Cosa sta succedendo a Parma? Mentre si sta presentando l'ampliamento della raccolta porta a porta nel centro storico, è assurdo che gli operatori remino dalla parte opposta, distruggendo il lavoro dei cittadini per migliorare il nostro ambiente. Crediamo doveroso che Iren faccia luce immediata sull'accaduto e la cittadinanza sia messa a conoscenza della situazione, non lasciando alcuna ombra attorno all'accaduto. Chi si occupava ieri mattina di quella zona? Quali istruzioni sono state date all'operatore? Che sistemi di controllo sono in atto? Ci aspettiamo che anche l'amministrazione comunale si attivi per verificare la qualità del servizio fornito da Iren, monitorando costantemente le performance della raccolta differenziata. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 13 ottobre 2012 Sono passati 11 giorno dalla scadenza del contratto di servizio con Iren 51 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility. http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai Sono passati 867 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Sono passati 161 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012 Sono passati 146 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno