Una
valutazione non certo positiva
Andrea Allodi, ex Enia, non
perde occasione per assolvere gli inceneritori dal punto di vista
sanitario e per farlo si appella sempre all'Istituto Superiore di
Sanità, massima istituzione del Paese nel campo della salute.
Istituzione che in seduta
congiunta delle commissioni ambiente e salute svoltasi il 23 marzo
2011 presso la sala consiliare del Comune di Parma convenne, assieme
a Isde, Moniter, Registro Tumori, e Ordini Medici, sulla insalubrità
degli inceneritori.
E' stato pubblicato dall'ISS
la “Relazione finale sui lavori del Tavolo Interistituzionale in
tema di diossine/furani e PCB nelle matrici ambientali ed alimentari
del territorio forlivese”, frutto di oltre un anno e mezzo di
lavoro congiunto fra Asl, Arpa, Comune, Provincia ed Ordine dei
Medici di Forlì-Cesena.
Si tratta di un documento
importante che merita di essere adeguatamente diffuso e conosciuto.
Nella relazione vengono
riportati i risultati di 56 indagini condotte dall’Asl per la
ricerca di diossine, furani e PCB eseguiti nel 2011 in allevamenti
rurali del forlivese.
Questi campioni si
aggiungono alle 5 indagini condotte da parte dell’ISDE nei primi
mesi del 2011 su galline ruspanti e uova in relazione alle ricadute
degli inceneritori, indagini che, per i livelli riscontrati, avevano
suscitato grande sconcerto.
I risultati emersi da questa
ulteriore e più nutrita indagine confermano in pieno quanto già
segnalato, ovvero una gravissima contaminazione del territorio.
In base alla attuale
normativa, su 61 campioni complessivi, solo 25 sono conformi.
In particolare su 12 galline
ruspanti solo 2 rientrano nei limiti e su 24 campioni di uova solo 13
sono sane.
Se poi i risultati vengono
giudicati tal quali senza togliere l’incertezza analitica, i
campioni conformi scendono a 23 e delle 12 galline una soltanto
potrebbe essere consumata.
Gli animali allevati
all’aperto, in particolare le galline che razzolano sul terreno, si
confermano come indicatori affidabili e fedeli della qualità
dell’ambiente, in particolare per sostanze lipofile persistenti e
tossiche quali diossine e PCB che si accumulano nel terreno ed
entrano nella catena alimentare.
Diossine, furani e PCB sono
una famiglia di 409 molecole a diverso grado di tossicità.
Mentre le diossine sono
sottoprodotti involontari di processi di combustione o di sintesi
chimiche (in particolare pesticidi), i PCB sono stati prodotti
deliberatamente dall’uomo ed anche se la produzione è vietata
dagli anni ’80, la loro enorme diffusione e stabilità termica li
fanno ritrovare ovunque e in particolare nelle emissioni degli
inceneritori, specie se presenti nei rifiuti in ingresso.
I rischi per la salute sono
importanti e purtroppo non del tutto noti: certamente la TCDD
(diossina di Seveso), unitamente ad un furano e al PCB 126 sono
cancerogeni certi per l’uomo ad azione multiorgano e correlati in
special modo a tumori del sangue, mammella, fegato, polmone.
Tuttavia, anche se l’effetto
cancerogeno, in particolare per diossina e composti diossino-simili,
è stato quello affrontato per primo e quindi più studiato, ciò che
oggi emerge con sempre maggiore evidenza per l’insieme di queste
molecole è la complessa azione di squilibrio
endocrino-immuno-metabolico, per cui l’effetto oncogeno appare
essere più una conseguenza, che non una diretta azione.
Di fatto queste molecole
rientrano fra gli ‘interferenti endocrini’ e moltissime sono le
patologie a loro correlate; patologie purtroppo in drammatico ed
esponenziale aumento quali alterazioni del sistema immunitario,
specie immunodepressione, del sistema endocrino (in particolare
ipotiroidismo), danni all’apparato riproduttivo (infertilità,
endometriosi, abortività, parti prematuri, basso peso alla nascita
ecc), malformazioni, ma anche danni metabolici quali diabete,
obesità, aumento trigliceridi e colesterolo, danni cardiovascolari,
disturbi del Sistema Nervoso Centrale e danni neuropsichici specie al
cervello in via di sviluppo.
Se è vero che qualunque
tipo di combustione genera sostanze tossiche e pericolose (basti
pensare al fumo di sigaretta) e che devono essere assolutamente
evitati i roghi all’aperto, specie se di potature di alberi
trattati con pesticidi e/o legni trattati, o di materiali eterogenei,
è altrettanto vero che non può che destare totale disapprovazione
l’incentivazione al sorgere di centrali a biomasse e
all’incenerimento dei rifiuti ribadito anche nella recente delibera
n. 1147/2012 della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna in cui si
prevede “l’utilizzo prioritario degli inceneritori e
termovalorizzatori per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani
prodotti nel territorio regionale nel rispetto del principio di
prossimità“.
Già la Pianura Padana è
una delle aree più inquinate del pianeta, abbiamo una incidenza di
cancro fra le più alte al mondo, la contaminazione del territorio
come emerge anche dalle indagini sopra riportate è gravissima e tale
da compromettere la sicurezza alimentare non solo nostra, ma anche
delle generazioni a venire.
Cos'altro deve succedere per
cambiare rotta?
Come mai nello studio
Moniter, condotto per indagare lo stato dell’ambiente e della
salute nella popolazione residente in prossimità degli 8
inceneritori della regione e costato alle finanze pubbliche ben 3
milioni e 400mila euro, le diossine sono state cercate ove è
pressoché impossibile trovarle, ovvero in aria, e non nelle matrici
biologiche?
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
15 gennaio 2013