sabato 19 gennaio 2013

Te ne sei andato


Il Villo abbandona, 148 giorni dopo

Sono passati 148 giorni e dobbiamo ammainare il conteggio che aggiornava sul tempo trascorso dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani, richieste da Gcr il 24 agosto dello scorso anno.
Sull'argomento avevamo anche aperto una pagina fb:
che ora saremo costretti a rinominare, prima di abbondarla al suo destino.
Villani era stato nominato vicepresidente di Iren da Pietro Vignali, allora sindaco di Parma.
Dopo l'avvento dei 5 Stelle in piazza Garibaldi non rappresentava più gli interessi di Parma, ma l'attaccamento alle poltrone, si sa, è un caposaldo dei nostri politici.
E Villani era diventato così Villanil.



L'imbarazzo non lo aveva fermato mai. Si era presentato come se nulla fosse anche in consiglio comunale, a “non rappresentare” il comune di Parma in seno alla multiutility Iren, nella recente seduta-palcoscenico del 9 gennaio, coro monocorde per l'inno al forno.
Villani non rappresentava più gli interessi di Parma, ma sicuramente rappresentava i propri.
C'è voluto un arresto per fargli vergare la lettera di rinuncia alla carica dentro Iren.
Il partito lo sostiene a spada tratta anche se qualche voce discordante non manca.
Sarà presunto innocente sino alla condanna, ma certe intercettazioni mostrano la verità senza bisogno dei giudici, certi estratti conto nella sua scrivania parlano più di tante sentenze.
Anche con Villani avevamo tentato a suo tempo un approccio.
In Municipio lo avevamo incontrato per proporre la gita in Olanda per verificare la proposta dalla Vangansewinkel. All'incontro era presente per il comune Emanuele Moruzzi.
Del progetto lì configurato, una missione di tecnici nel Paesi Bassi, non se ne fece nulla.
Moruzzi fu rapito dai finanzieri dopo pochi giorni. Villani non si fece più trovare.
Oggi il fine partita, protrattasi con fin troppi supplementari.
Un altro pezzo di Iren che cade nella polvere.
Un altro pezzo di inceneritore che si oscura prima che siano i fumi a cambiargli colore.
La verità a volte, sala prepotentemente a galla.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 gennaio 2013

Inceneritore, al centro della tempesta Parma


Forno frutto di un accordo, non di una necessità

Iren finanziò la campagna elettorale dell'ex sindaco Vignali, che nel 2011, applaudito anche da noi, fermò il cantiere dell'inceneritore.
Oggi ci dicono che l'azione fu messa in atto per raccogliere consensi, in vista di una sua ridiscesa in campo. Noi lottiamo col cuore, alcuni agiscono per i voti: i commenti sono superflui.
Ma noi siamo ancora qui, e grazie alla nostra perseveranza si sta facendo luce.



A partire dalla miccia che fece esplodere la querelle sul forno, nel 2011, frutto di un esposto in Comune dove si chiedeva di verificare se Iren fosse o meno in possesso del permesso a costruire.
Un documento ancora oggi introvabile, nonostante i pronunciamenti del Tar.
Noi siamo ancora convinti che dentro il faldone inceneritore ci siano ancora tanti spunti su cui lavorare e se è risaputo che al centro delle decisioni ci fosse la Provincia, pare incredibile come, in mezzo a questa tempesta, non emerga ancora nulla su quel fronte.
Per carità, sarà tutto lindo e terso come una mattina di primavera, ma il dubbio che in qualche modo la procedura di autorizzazione sia stata sostenuta con generosità rimane.
Iren dunque finanziava campagne elettorali e promuoveva azioni di consenso.
Quali e quante campagne sono all'attivo?
Senz'altro si è impegnata per Vignali, lo fece anche prima di lui per qualcun altro?
Ormai queste domande se le pongono tutti i parmigiani attenti e desiderosi di conoscere tutta la verità, fino in fondo.
Sappiamo che l'inceneritore inciampò in un abuso fin dalla nascita, quando la progettazione fu affidata senza gara e per una cifra inverosimile, 4,7 milioni di euro, alla concorrente Hera.
Sappiamo, per averli visti, che molti disegni di progetto erano fotocopie di altri impianti, particolari che non depongono a favore di un costo di progettazione di questa entità.
Colpisce che nessun costruttore abbia mosso obiezioni alla condotta di Iren quando regalò a Hera il progetto.
Colpisce che l'appalto da 40 milioni di euro per le opere edili sia stato concorso da una sola azienda.
Un bando europeo per costruire muri con un solo concorrente.
Un bando vinto da una cooperativa, la CCC, nota per la sua vicinanza a un ambito politico ben preciso, come la tradizione delle coop rosse insegna.
Anche in questo caso silenzio, nessun ricorso di concorrenti che in tempi di vacche magre non avrebbero dovuto sputare su un piatto così ricco.
Mentre sfilano i nuovi arrestati, mentre un'altra dura mazzata colpisce la nostra città, rimangono tante domande, tanta voglia di moltiplicare le lampadine fin qui accese, per squarciare il muro del silenzio che accompagna l'inceneritore dalla sua nascita.
Inceneritore che è al centro della storia recente di Parma, più indigesto che mai.
E se il conto lo dovranno pagare i cittadini, crediamo abbiano diritto di conoscere tutte le portate, e magari anche la lista degli ingredienti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 gennaio 2013

venerdì 18 gennaio 2013

Lo avevamo detto 7 anni fa


Quattro arrestati, venti indagati.
E' Public Money, l’ennesima inchiesta che sta rivoltando i vertici amministrativi che negli anni scorsi hanno fatto della nostra città un territorio privato di conquista.
Ora tanti si fanno vanto di “aver fiutato” il losco, di aver denunciato e condannato il malaffare di questi anni. Forse in troppi, altrimenti questo impianto di corruzione e collusione non sarebbe stato sostenibile di fronte a decise, inattaccabili ed integerrime opposizioni.
O vogliamo pensare che una ventina di persone possano da sole congegnare un così vasto illecito, mettere in ginocchio una città, senza avere un ampio silenzio politico interno?
Un silenzio/assenso che oggi coinvolge un colore politico, domani magari il suo opposto, attraverso tacite e reciproche convenienze.



La questione inceneritore è proprio il simbolo di questo sistema che attinge la sua forza nella commistione tra pubblico e privato, tra amministrazioni coinvolte di opposta appartenza (Comune e Provincia), che però convergono nel progetto, e nella distorsione del ruolo di Iren, società privata quotata in borsa che ha come fine il lucro e la sua funzione di azienda che fornisce un servizio pubblico.
Nel maggio 2006 scrivevamo: “Ci facciamo tante domande sull’affidabilità delle nostre amministrazioni e di Enia quando dicono di voler portare avanti una corretta gestione rifiuti. Come possiamo fidarci delle promesse dei nostri amministratori di una seria raccolta differenziata quando non riescono a far funzionare nemmeno un impianto di compostaggio? Come possiamo fidarci se 48.000 tonnellate di rifiuti e ceneri sono da anni stoccate in condizione di pericolo per la collettività? Come possiamo fidarci di amministratori pubblici che danno mandato ad un’azienda che opera nelle 3 province in condizione di monopolio? Come possiamo fidarci di amministrazioni che indicano alla stessa azienda la raccolta differenziata quando la massima convenienza per quest'ultima è incenerire più rifiuti possibile?”.
Ingenuità, lungimiranza?
Da allora continuiamo a sostenere che l’inceneritore non risponda ad interessi funzionali alla collettività, ma ad interessi politici, privati, personalistici ed ovviamente economici.
Gli elementi ed i personaggi ci sono tutti.
L’ex sindaco Vignali, tra i maggiori sostenitori del forno, che si fa finanziare la campagna elettorale 2007 da Enìa – come poteva sfuggire il simbolo di Enìa sui pamphlet pubblicitari del candidato - , per poi cavalcare le tesi GCR bloccando la costruzione dell’impianto per fini elettorali.
Il ras del PDL, uomo di partito ed espressione dei cittadini, messo dal comune sulla poltrona di vicepresidente di Iren, uomo pubblico in commistione con il privato, che fa gli interessi suoi personali.
L’amministrazione provinciale, con la farsa del permesso a costruire che non c’è, che non si trova ma sicuramente c'è, con il sostegno verso un progetto a loro dire perfetto ed integerrimo.
E a proposito di quest’ultima parte politica, sempre per quel discorso di trasparenza prima introdotto, saremmo curiosi di sapere chi ha pagato la campagna elettorale a sindaco di Bernazzoli, lo scorso anno.
Stai a vedere che la storia potrebbe ripetersi?
Queste sono solo alcune rappresentazioni di un sistema, che alla base ha un principio dominante, quello di ottenere interessi privati profittando di ruoli di potere pubblici.
Intorno al progetto del forno in questi anni abbiamo visto e rappresentato di tutto.
E' particolarmente triste dover dire oggi ai cittadini che sette anni fa noi “ve l’avevamo detto”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 gennaio 2013

giovedì 17 gennaio 2013

Ora te ne vai?


La bufera travolge Parma, ancora una volta sotto i riflettori per situazioni che avremmo preferito evitare. Un abisso di corruzioni, uso distorto di denari pubblici, ambizioni senza freni.
La valanga travolge anche Iren, al centro dei raggiri e dei versamenti illeciti, colpita agli apici nella figura del vicepresidente.



Avevamo chiesto a Villani di andarsene da quella poltrona di rappresentante di Parma da tempo,
vedi http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai?ref=ts&fref=ts e ora sembra arrivato il tempo del trasloco definitivo anche se ovviamente l'accusato respinge ogni accusa.
Ancora una volta c'è Iren al centro, a quanto pare facile bancomat per mungere ingenti risorse da destinare a proprie necessità e miraggi: Villani, Vignali, Buzzi, Costa e altri 20 indagati.
Cosa ci avrà guadagnato Iren da tutto ciò?
Quali motivazioni fanno scattare la molla della disponibilità finanziaria?
Da anni lottiamo contro il progetto dell'inceneritore, finito sotto inchiesta in più occasioni, e dalla Procura destinatario di una domanda di sequestro poi negata dal Gip.
L'ulteriore coinvolgimento di Iren nello scandalo Parma conferma come ancora tanto lavoro vada fatto per liberare il progetto del forno da ogni oscurità che ancora lo attanaglia.
Crediamo anche sia urgente una riflessione sul ruolo di questa Spa nella gestione dei servizi pubblici del nostro territorio.
Non varrebbe forse la pena di riprendersi il controllo di certi servizi come acqua e rifiuti che toccano direttamente i diritti dei cittadini?
Anche per pararsi da questi fiumi di denaro che sono fuoriusciti dal comune nonostante il periodo drammatico per le casse dell'ente.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 gennaio 2013

mercoledì 16 gennaio 2013

Dati inconfutabili, gli inceneritori aumentano la mortalità


Terni, inceneritore e incidenza sui tumori: i dati in un convegno

di Francesca Mancosu – Umbria 24
http://www.umbria24.it/terni-inceneritore-e-incidenza-sui-tumori-i-dati-in-un-convegno/141531.html

“Dati inconfutabili dimostrano che gli inceneritori aumentano la mortalità”.
A parlare è Giuseppe Giorgio Nenci, professore ordinario di Medicina interna all’Università degli Studi di Perugia, intervenuto sabato al convegno “Inceneritori e salute: nessun rischio?”, organizzato dal Comitato No Inceneritori Terni e dall’associazione LiberaMente.
Inconfutabili, garantisce Nenci, ma in mancanza di dati recenti sugli inceneritori di Terni – il termovalorizzatore Aria-Acea sarà a regime tra un paio di mesi, quello dell’Asm è spento e sotto sequesto dal 2008, mentre il Printer non è più attivo da tempo – sono stati presi in esame alcuni studi condotti in altre regioni italiane e all’estero.
Sotto accusa le nanopolveri.



Secondo Nenci, un inceneritore emette circa “circa 250 tipi di composti volatili, di natura prevalentemente sconosciuta. Solo il 2% ricade sulla superficie circostante; il resto, spinto dal vento, giunge al suolo, contamina le acque, le coltivazioni, gli allevamenti e quindi il nostro cibo. Da qui, o dalle vie aree, le polveri finiscono nel sangue e in tutto l’organismo. Sono sostanze con effetto ossidante, capaci di alterare il Dna delle cellule e di trasformarle in cancerogene”.
I casi di Coriano e Kirklees.
Significativo il caso di Coriano (FC), con due inceneritori che bruciano rifiuti ospedalieri e generici: “dal 1990 al 2004 la mortalità per tumore delle donne residenti – per almeno 5 anni entro 3 chilometri – è passata dal 17 al 54%. A Kirklees, nel nord est dell’Inghilterra, nel 2010 il livello di mortalità infantile nei distretti posti sottovento rispetto all’inceneritore era pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso era fermo all’1,1”.
Altrettanto emblematico è stato definito “lo Studio Moniter del 2011, commissionato dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna, che ha rilevato un aumento della mortalità del numero di neonati prematuri, aborti spontanei e malformazioni congenite, in proporzione al numero di anni di esposizione alle emissioni”.
Nonostante non ci sia la certezza di un rapporto di causa ed effetto, ha affermato Nenci, “a seguito della pubblicazione di questo studio, nel settembre 2012, l’assessore regionale all’ambiente ha dichiarato che in Emilia Romagna non si costruiranno più inceneritori, e che quelli esistenti verranno progressivamente smantellati”.
Meglio la raccolta differenziata. Ma dov’è la soluzione del problema?
Secondo Valerio Gennaro, dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, “l’incenerimento non serve. L’unica, valida alternativa, come dimostra il caso del Comune di Capannori (LU), che ha applicato una tassa sui rifiuti a tariffa puntuale (per effettiva quantità prodotta e non per metri quadri di proprietà) e ha una raccolta differenziata all’80%, è il riciclo”. Ogni comune, poi “dovrebbe acquisire i dati sulle quote di inquinamento, sul rilevamenti delle centraline, sull’incidenza delle malattie, sui ricoveri, sul numero di malformazioni e di aborti. Poi dovrebbe correttamente diffonderle e permetterne lo studio”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 gennaio 2013

martedì 15 gennaio 2013

Rubbiano per la vita, appello ai sindaci


Alla cortese attenzione di
Emanuela Grenti, sindaco di Fornovo
Gaetano Carpena, sindaco di Solignano
Roberto Bianchi, sindaco di Medesano
Luigi Bassi, sindaco di Varano Melegari



L’assemblea pubblica tenutasi a Rubbiano il 16 novembre ha confermato alcuni punti saldi ormai evidenti ai più.
Le emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera nel ciclo produttivo da Laterlite, pur essendo normate, rappresentano una potenziale seria minaccia all’ambiente circostante e quindi alla salute dei cittadini, come peraltro confermato in tale sede dal rappresentante dell’Ausl dott. Pirondi. Appare inoltre evidente che il lavoro di controllo di Arpa basato sostanzialmente su un sistema di autocertificazione delle emissioni da parte della ditta stessa, risulti davvero insufficiente, per garantire i cittadini, giustamente attenti e preoccupati per la propria salute, bene assoluto che merita priorità nelle scelte strategiche riguardanti il nostro territorio, già purtroppo molto provato dal punto di vista ambientale.
Il comitato si è fatto promotore di iniziative che vanno nella direzione di avere maggiore trasparenza e chiarezza nella diffusione delle informazioni e dei dati.
Insiste per avere maggiori e più pressanti controlli anche di laboratori terzi e indipendenti e propone di avviare un dibattito fra esperti per diminuire finalmente le emissioni inquinanti dell’impianto di Rubbiano, come prevede del resto l’Aia vigente, emissioni che inevitabilmente coinvolgono i comuni vicini.
Rubbiano per la vita auspica un sereno dibattito per approfondire il tema dell’impatto sanitario derivato dalle emissioni inquinanti, al fine di poter affrontare le tematiche con maggiore conoscenza, presupposto fondamentale per affrontare correttamente le decisioni future che riguardano impianti con elevato impatto ambientale.
Abbiamo riposto estrema fiducia nell’Osservatorio Ambientale quale sede pubblica naturale, per approfondire i temi sollevati, alimentare la discussione e infine proporre congiuntamente novità o modifiche magari anche di peso all’Aia che è in discussione presso la Provincia.
Purtroppo questa opportunità è stata negata ai cittadini. Il 4 luglio del 2012, a Medesano, di fronte a tutte le autorità competenti, si convenne che c’erano le condizioni per ripartire con la pubblica assemblea e nella recente riunione il sindaco Carpena ha più volte ribadito il concetto.
Inspiegabilmente sono passati quasi sette mesi e l’Osservatorio è ben lungi dal potersi riunire mentre è ormai certo che la nuova Aia verrà rilasciata senza alcuna modifica. Riteniamo che questa sia una occasione persa, un esercizio di democrazia mancato, un vero peccato.
I cittadini hanno espresso più volte grande interesse per i temi ambientali e sanitari legati al nostro territorio e ogni qualvolta si è presentata loro l’occasione di potersi informare direttamente senza filtri si sono presentati numerosi come dimostrato nell’ultima occasione di Rubbiano.
Dobbiamo purtroppo registrare che i cavilli burocratici e le ritrosie di qualcuno rendono impossibile questa circostanza e come purtroppo ampiamente previsto si è giunti al rinnovo dell’autorizzazione al coincenerimento di rifiuti pericolosi, sostanzialmente senza nessun miglioramento ambientale oggettivo.
Il comitato vuole denunciare con forza questa situazione che sottrae di fatto ai cittadini la possibilità di intervenire direttamente su decisioni determinanti per la salute e lo sviluppo del nostro territorio. Invitiamo i sindaci in qualità di massimi responsabili sanitari a farsi carico di questa situazione paradossale, convocando a breve l’Osservatorio Ambientale e dando finalmente inizio ai lavori di approfondimento ampiamente auspicati da tutti, obbligando la nuova autorizzazione a recepire di fatto ogni decisione che la pubblica assemblea vorrà prendere in un’ottica di costante miglioramento ambientale come previsto dalla legge vigente e da sempre puntualmente ignorato.

Comitato Rubbiano per la Vita

Istituto Superiore di Sanità e inceneritori


Una valutazione non certo positiva

Andrea Allodi, ex Enia, non perde occasione per assolvere gli inceneritori dal punto di vista sanitario e per farlo si appella sempre all'Istituto Superiore di Sanità, massima istituzione del Paese nel campo della salute.
Istituzione che in seduta congiunta delle commissioni ambiente e salute svoltasi il 23 marzo 2011 presso la sala consiliare del Comune di Parma convenne, assieme a Isde, Moniter, Registro Tumori, e Ordini Medici, sulla insalubrità degli inceneritori.



E' stato pubblicato dall'ISS la “Relazione finale sui lavori del Tavolo Interistituzionale in tema di diossine/furani e PCB nelle matrici ambientali ed alimentari del territorio forlivese”, frutto di oltre un anno e mezzo di lavoro congiunto fra Asl, Arpa, Comune, Provincia ed Ordine dei Medici di Forlì-Cesena.
Si tratta di un documento importante che merita di essere adeguatamente diffuso e conosciuto.
Nella relazione vengono riportati i risultati di 56 indagini condotte dall’Asl per la ricerca di diossine, furani e PCB eseguiti nel 2011 in allevamenti rurali del forlivese.
Questi campioni si aggiungono alle 5 indagini condotte da parte dell’ISDE nei primi mesi del 2011 su galline ruspanti e uova in relazione alle ricadute degli inceneritori, indagini che, per i livelli riscontrati, avevano suscitato grande sconcerto.
I risultati emersi da questa ulteriore e più nutrita indagine confermano in pieno quanto già segnalato, ovvero una gravissima contaminazione del territorio.
In base alla attuale normativa, su 61 campioni complessivi, solo 25 sono conformi.
In particolare su 12 galline ruspanti solo 2 rientrano nei limiti e su 24 campioni di uova solo 13 sono sane.
Se poi i risultati vengono giudicati tal quali senza togliere l’incertezza analitica, i campioni conformi scendono a 23 e delle 12 galline una soltanto potrebbe essere consumata.
Gli animali allevati all’aperto, in particolare le galline che razzolano sul terreno, si confermano come indicatori affidabili e fedeli della qualità dell’ambiente, in particolare per sostanze lipofile persistenti e tossiche quali diossine e PCB che si accumulano nel terreno ed entrano nella catena alimentare.
Diossine, furani e PCB sono una famiglia di 409 molecole a diverso grado di tossicità.
Mentre le diossine sono sottoprodotti involontari di processi di combustione o di sintesi chimiche (in particolare pesticidi), i PCB sono stati prodotti deliberatamente dall’uomo ed anche se la produzione è vietata dagli anni ’80, la loro enorme diffusione e stabilità termica li fanno ritrovare ovunque e in particolare nelle emissioni degli inceneritori, specie se presenti nei rifiuti in ingresso.
I rischi per la salute sono importanti e purtroppo non del tutto noti: certamente la TCDD (diossina di Seveso), unitamente ad un furano e al PCB 126 sono cancerogeni certi per l’uomo ad azione multiorgano e correlati in special modo a tumori del sangue, mammella, fegato, polmone.
Tuttavia, anche se l’effetto cancerogeno, in particolare per diossina e composti diossino-simili, è stato quello affrontato per primo e quindi più studiato, ciò che oggi emerge con sempre maggiore evidenza per l’insieme di queste molecole è la complessa azione di squilibrio endocrino-immuno-metabolico, per cui l’effetto oncogeno appare essere più una conseguenza, che non una diretta azione.
Di fatto queste molecole rientrano fra gli ‘interferenti endocrini’ e moltissime sono le patologie a loro correlate; patologie purtroppo in drammatico ed esponenziale aumento quali alterazioni del sistema immunitario, specie immunodepressione, del sistema endocrino (in particolare ipotiroidismo), danni all’apparato riproduttivo (infertilità, endometriosi, abortività, parti prematuri, basso peso alla nascita ecc), malformazioni, ma anche danni metabolici quali diabete, obesità, aumento trigliceridi e colesterolo, danni cardiovascolari, disturbi del Sistema Nervoso Centrale e danni neuropsichici specie al cervello in via di sviluppo.
Se è vero che qualunque tipo di combustione genera sostanze tossiche e pericolose (basti pensare al fumo di sigaretta) e che devono essere assolutamente evitati i roghi all’aperto, specie se di potature di alberi trattati con pesticidi e/o legni trattati, o di materiali eterogenei, è altrettanto vero che non può che destare totale disapprovazione l’incentivazione al sorgere di centrali a biomasse e all’incenerimento dei rifiuti ribadito anche nella recente delibera n. 1147/2012 della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna in cui si prevede “l’utilizzo prioritario degli inceneritori e termovalorizzatori per lo smaltimento finale dei rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale nel rispetto del principio di prossimità“.
Già la Pianura Padana è una delle aree più inquinate del pianeta, abbiamo una incidenza di cancro fra le più alte al mondo, la contaminazione del territorio come emerge anche dalle indagini sopra riportate è gravissima e tale da compromettere la sicurezza alimentare non solo nostra, ma anche delle generazioni a venire.
Cos'altro deve succedere per cambiare rotta?
Come mai nello studio Moniter, condotto per indagare lo stato dell’ambiente e della salute nella popolazione residente in prossimità degli 8 inceneritori della regione e costato alle finanze pubbliche ben 3 milioni e 400mila euro, le diossine sono state cercate ove è pressoché impossibile trovarle, ovvero in aria, e non nelle matrici biologiche?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 gennaio 2013

lunedì 14 gennaio 2013

Cemento come veleno


Il triangolo della morte della Campania

Da Corriere della Sera on line

“Di sera lasciavamo le fondazioni ancora da riempire e la mattina dopo le trovavamo colme di cemento, un cemento di colore strano, giallastro, che puzzava in modo nauseante”.
Questo ha raccontato uno degli operai che ha costruito la scuola materna ad Acerra su cui sta indagando la magistratura di Nola.
Si indaga perché l'intero plesso sarebbe stato costruito con rifiuti tossici.
“Alcuni bambini qui stanno accusando allergie, asma e altri sintomi legati alla presenza di inquinanti -ci dice Alessandro Cannavacciuolo, Guardia ambientale in prima linea contro le ecomafie che ha denunciato il fatto agli inquirenti-. Da mesi aspettiamo un intervento della magistratura che pare non arrivare mai”.



Così come tutto fermo è a Palma Campania dove un'intera arteria autostradale sarebbe stata costruita intombando rifiuti tossici. Se su wikipedia già si conoscono colpevoli e opere (alla voce “riciclaggio di rifiuti tossici” si legge testualmente: “Antonio Iovino, imprenditore di 48 anni, di San Gennaro Vesuviano, legato al clan camorristico Fabbrocino, specializzatosi in riciclaggio di rifiuti tossici, è stato condannato in primo e secondo grado perché ha costruito la bretella di collegamento tra il Vallo di Lauro e l'uscita di Palma Campania dell'autostrada A30, con materiale misto a rifiuti pericolosi”), nella realtà, da più di due anni si aspetta che qualcuno vada a vedere cosa effettivamente c'è sotto il manto stradale sul quale, al momento del sopralluogo, campeggiavano grossi pezzi di amianto.
La società regionale “Vallo di Lauro Sviluppo s.p.a.”, concessionaria per conto della Regione Campania della realizzazione della strada, si dice bloccata dalla burocrazia e non procede con i carotaggi. Così da due anni il processo è a un punto morto. Nel frattempo sulla strada è cresciuta l'erba. Lì dove invece la magistratura ha proceduto con le perizie tecniche (soprattutto nelle numerose cave presenti in zona e nei pressi dei regi lagni), ecco cosa è stato trovato sotto terra: cromo, rame, zinco, oli minerali e fanghi contenenti i rifiuti di acque reflue industriali il tutto misto a materiali da costruzione o spalmato su terreni destinati all'agricoltura.
Benvenuti nel triangolo della morte. Così ha definito il territorio che va da Marigliano a Palma Campania a Brusciano, Alfredo Mazza, medico del Cnr che per primo ha denunciato sul Lancet Oncology l'ecatombe che si sta verificando in questa zona. “I dati sfornati dal Pascale, ospedale in prima linea per la cura e la prevenzione dei tumori, parlano chiaro - dice il dottor Gennaro Esposito dell'associazione Medici per l'Ambiente -. In questi tre comuni c'è il record di tumori al polmone, colon retto, genitali e fegato”.
Nel triangolo della morte la gente vive in appartamenti, scuole, parchi costruiti con cemento e amianto misto ai veleni dell'industria. Ci vive tutti i giorni e forse non ne è ancora consapevole tanto è stata capillare l'azione delle ecomafie. Lentamente la magistratura sta facendo chiarezza su quelli che fino a ieri erano solo dubbi. In altri casi, invece, la verità non verrà mai a galla perché coperta dalle prescrizioni o da un fitto strato di cemento come avvenuto con un centro commerciale.
“Il pentito Carmine Alfieri durante gli interrogatori ha spiegato con una certa minuziosità il tipo di sversamento che veniva tombato nelle campagne di quella che una volta era la Campania felix - dice l'avvocato Mariafranca Tripaldi- . Eppure nello stesso posto abbiamo costruito un grande centro commerciale (firmato dall'archistar Renzo Piano, ndr). A nessuno pare essere importato che durante gli scavi siano stati rinvenuti bidoni di liquami industriali provenienti dalla Germania, il business criminale del clan Alfieri. Ma ora tutto è stato coperto dal cemento mentre i tumori qui hanno falcidiato intere famiglie”.
Rifiuti nel cemento. Un business.
Dove vogliono mettere le ceneri di risulta dell'inceneritore di Parma? Nel cemento.
Di quale cemento sono fatti i nuovi edifici di Parma?
Siamo sicuri che l'Efsa abbia un cemento non contaminato?
Hanno mai controllato? Sono state fatte verifiche?
Noi quando abbiamo chiesto di poter conoscere i clienti dei cementifici che utilizzano ceneri da inceneritori nel processo di produzione abbia ricevuto in risposta solo il rumore della cornetta abbassata.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 gennaio 2013

domenica 13 gennaio 2013

Sindaci in fuga da Iren


Dosi, serve un tavolo comunale

Da Libertà on line

Un consorzio per tornare a gestire direttamente acqua e rifiuti.
E’ l’ipotesi lanciata dal sindaco di Castelsangiovanni Carlo Capelli ieri in occasione della presentazione dell’indagine sulla tassazione nel piacentino commissionata dalla Cisl all’università Cattolica.
L’accusa nei confronti di Iren è quella di non aver rispettato quanto stabilito nel piano d’ambito in merito agli investimenti sul territorio.



“Il futuro, dal mio punto di vista – ha aggiunto Capelli – con Iren è nebuloso e difficile. I costi sono lievitati proprio perché dovevano prevedere quegli investimenti importanti che avrebbero comportato migliore efficienza se poi in prospettiva anche una riduzione dei costi ed anche un miglioramento dal punto di vista ambientale. Sappiamo che l’ambiente costa e che dobbiamo investire parecchio. Ma quello iniziale era un progetto che, a livello concettuale, stava in piedi. In sostanza si diceva: paghiamo di più per avere di più questo valeva sia per la raccolta differenziata, sia per gli acquedotti”.
Sul tema è intervenuto questa mattina anche il sindaco di Piacenza Paolo Dosi: “Dobbiamo costituire un tavolo comunale” ha dichiarato il sindaco che intende coinvolgere anche i rappresentanti di “Acqua bene comune”.
Il primo cittadino parla del problema del servizio idrico come di una questione complessa da risolvere in tempi brevi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 gennaio 2013