Perché non si vuole attendere la pronuncia del Tar del 7 dicembre
Il 7 dicembre il TAR entrerà nel merito del ricorso di Iren contro l’ordinanza di sospensione dei lavori del cantiere del PAI, l'inceneritore di Parma, che viene costruito a 4 km da piazza del Duomo.
Come evidenziato da più parti, Iren ha contattato l’ormai ex-Commissario Anna Maria Cancellieri, per trovare un accordo di transazione tra Comune di Parma e Multi-utility, ed evitare il giorno del giudizio.
Gli avvocati Allegri e De Angelis, il candidato delle primarie del centro-sinistra Simone Rossi e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giovanni Favia, hanno espresso forte dissenso sul fatto che su una materia così delicata vengano disattese le aspettative di molti parmigiani, che pretendono chiarezza e trasparenza sugli eventuali abusi commessi dalle parti in causa.
Questo è un momento estremamente delicato.
Non solo pende la decisione del Tar del 7 dicembre, ma anche la Procura ha aperto un fascicolo corposo riguardante il PAIP e la rete di teleriscaldamento, mettendo in campo la Guardia di Finanza che ha prelevato molta documentazione sia in Iren che in Provincia e Comune.
Non ci sembra poi corretto che gli attuali vertici del comune disattendano le ordinanze così scrupolosamente valutate dai dirigenti dello stesso ente, e corroborate dalle memorie del valente amministrativista fiorentino Mario Chiti, avvocato che vanta un curriculum prestigioso, con continua attività di ricerca e di insegnamento in Università e centri di ricerca europei (in particolare Londra, Oslo, Madrid, Paris II, Berlin, Munich, Utrecht) ed extra-europei (Cina, India, Argentina, Messico).
E la posizione di Chiti è inequivocabile.
Così non possiamo che associarci alle richieste di trasparenza e legalità, soprattutto quando si parla di un argomento che ha a che fare con la salute di tutti noi.
Oggi possiamo fornire un ulteriore elemento che ci convince che sarebbe meglio attendere il pronunciamento del TAR.
Nella nostra casella di posta abbiamo ricevuto in questi giorni un documento che attesta che Enia era ben conscia della necessità del permesso a costruire. Almeno fino al giugno del 2009, quando ancora il cantiere doveva vedere la luce.
Riportiamo qui di seguito il passaggio di una lettera inviata proprio da Enia in data 17 giugno 2009 e recapitata a Comune, Provincia, ARPA ed ASL, sottoscritta dal Direttore della Divisione Progettazione e Gestione Impianti, l'ingegner Giancarlo Giachetti.
“Le opere in progetto si svolgono tutte su area di proprietà Enia, che è libera da vincoli e risulta disponibile per esecuzione dei lavori medesimi previa acquisizione del permesso a costruire che sarà richiesto, prima dell’avvio dei lavori, al Comune di Parma ai sensi dell’art. 7 punto C della L.R. del 25.11.2002. Anche per questo progetto si chiede l’espressione di parere, vincolante per l’avio dei lavori nonché gli atti eventuali conseguenti all’articolo 10 del DL 59/05.”
Quindi Iren era ben coscia della necessità del titolo.
Anche a noi profani queste parole non lasciano dubbi sulla necessità del permesso a costruire, ma non essendo esperti in materia legale ci affidiamo al pronunciamento del TAR che almeno su questa parte della vicenda rimane l’unico organo competente a scrivere la parola definitiva.
Come cittadini riteniamo che trasparenza e legalità siano i presupposti indispensabili per poter procedere all’esecuzione ed alla gestione di un impianto così complesso.
La stessa Barilla, un importante soggetto economico del nostro territorio, direttamente interessato vista l’estrema vicinanza all’impianto, aveva chiesto trasparenza in un comunicato diramato sul proprio sito che recita testualmente:
“… Barilla auspica che tutte le Istituzioni preposte all’attuazione del progetto diano tutte le informazioni, conoscenze e garanzie alla cittadinanza necessarie per rassicurarla sulla correttezza delle procedure e sull’impatto che il costruendo termovalorizzatore avrà sulla salute delle persone e sull’ambiente”
Non ci sembra che un accordo di transazione risponda a questi requisiti.
E se fino a ieri Iren si dichiarava certa della sua ragione, non si capisce come mai ora corra a gambe levate in Comune per cercare di spuntare l'accordo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 novembre 2011
-19 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+536 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 170 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
venerdì 18 novembre 2011
mercoledì 16 novembre 2011
Una settimana per ridurre i rifiuti
Dal 19 al 27 novembre grande mobilitazione in tutta Europa
Quanto è disposta a impegnarsi la grande distribuzione per ridurre la produzione di rifiuti?
Magari con un taglio agli imballaggi che si possono evitare e la vendita di prodotti a basso impatto?
La campagna Porta la Sporta, Italia Nostra e Adiconsum, lanciano una proposta alla Gdo, una svolta definitiva verso la sostenibilità, adottando i modelli di consumo meno spreconi e impattanti per l'ambiente delle due iniziative “Meno plastica per tutti” e “Mettila in rete”.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti è arrivata alla terza edizione.
La migliore gestione dei rifiuti consiste nel non generarli, perché i benefici in termini di mancata estrazione di risorse, consumo energetico, emissioni di gas serra, superano perfino i vantaggi del riciclo.
La grande distribuzione può fare grandi cose in campo ambientale, potendo influenzare il mondo della produzione a monte, e agire direttamente sui prodotti a marchio proprio.
Ma i grandi supermercati hanno anche un rapporto diretto con i consumatori e si trovano in una posizione privilegiata per trasmetter loro valori ambientali fondamentali al cambiamento.
Nel 2010 una prima proposta di promozione della borsa riutilizzabile raccolse l'adesione di 19 gruppi della grande distribuzione.
La ricetta 2011 è sviluppata in 7 punti concreti, che se adottati dalla Gdo, costituirebbero un significativo passo avanti verso la sostenibilità.
Ecco le sette azioni per ridurre dei rifiuti subito.
1) Ridurre drasticamente il consumo di sacchetti di plastica nei reparti ortofrutta, sostituendoli con il retino riutilizzabile, proposto con l'iniziativa “Mettila in rete”.
2) Inserire nell'offerta attuale di spazzolini un modello con testine intercambiabili, con ricariche in confezione a parte, sollecitando al tempo stesso tutte le marche ad adottare questa modalità produttiva.
3) Ridurre l'esagerato imballaggio nei reparti di gastronomia. Per i formaggi si può utilizzare solamente la pellicola trasparente, eliminando i vassoietti che, una volta aperta la confezione, vengono buttati via, generando ingenti quantità di rifiuti.
4) Chiedere ai fornitori di eliminare i doppi imballaggi, come le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per il corpo e gli imballaggi secondari come ad esempio l'involucro che avvolge le due confezioni di caffè singole.
5) Sostituire gli imballaggi in poliaccoppiato, iniziando dalle marche del gruppo, con imballaggi in monomateriale riciclabili, riducendo così la percentuale di rifiuto indifferenziato che maggiormente incide e determina i costi di smaltimento. In questa direzione si sta muovendo Barilla, che ha adottato in una nuova linea di biscotti un involucro monomateriale in polipropilene;
6) In tutti i punti vendita proporre un ampio assortimento di prodotti per la detergenza del corpo e della casa acquistabili alla spina o in formati concentrati;
7) Fare una regolare comunicazione per valorizzare le politiche ambientali intraprese. Le iniziative che richiedono la partecipazione dei consumatori devono essere accompagnate da una comunicazione a lungo termine con il supporto di sistemi premianti. Andrebbero attivati allo scopo tutti gli strumenti di comunicazione e di fidelizzazione che le insegne hanno a disposizione. Dal sito web, alla newsletter, alla comunicazione nel punto vendita tramite cartellonistica e passaggio di spot audio.
Lanciata la proposta, stanno arrivando le prime adesioni.
L'Iper Leclerc-Conad di Terni, in collaborazione con Ecologicpoint e il patrocinio del Comune, partirà con una sperimentazione di alcuni mesi per sostituire i sacchetti dell'ortofrutta con retini riutilizzabili.
Il Gruppo Gabrielli testerà il retino riutilizzabile, in collaborazione con il Comune di Vasto, nel punto vendita locale Maxi Tigre. I volontari delle associazioni locali di Legambiente e Arci si occuperanno di sensibilizzare i clienti dentro e fuori al punto vendita.
E a Parma, quali sono le iniziative che possiamo mettere in campo per ridurre sensibilmente la produzione di rifiuti?
I supermercati, anche da noi, possono fare la differenza.
Non mancheremo di segnalare le adesioni locali, in modo da sollecitare i consumatori a premiare quei punti vendita che dimostrano sensibilità sui temi ambientali, un argomento che tocca tutti noi, visto che è dalla qualità dell'ambiente che dipende la salute di un territorio e dei suoi abitanti.
Da parte nostra mettiamo a disposizione tutto il sostegno necessario nella campagna informativa e nel supportare i punti vendita che adotteranno i 7 punti.
Buona riduzione a tutti!
I contatti per avere tutte le informazioni necessarie.
Porta la Sporta -Associazione Comuni Virtuosi
redazione@portalasporta.it
http://www.portalasporta.it/
http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2011
-21 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+534 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 172 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Quanto è disposta a impegnarsi la grande distribuzione per ridurre la produzione di rifiuti?
Magari con un taglio agli imballaggi che si possono evitare e la vendita di prodotti a basso impatto?
La campagna Porta la Sporta, Italia Nostra e Adiconsum, lanciano una proposta alla Gdo, una svolta definitiva verso la sostenibilità, adottando i modelli di consumo meno spreconi e impattanti per l'ambiente delle due iniziative “Meno plastica per tutti” e “Mettila in rete”.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti è arrivata alla terza edizione.
La migliore gestione dei rifiuti consiste nel non generarli, perché i benefici in termini di mancata estrazione di risorse, consumo energetico, emissioni di gas serra, superano perfino i vantaggi del riciclo.
La grande distribuzione può fare grandi cose in campo ambientale, potendo influenzare il mondo della produzione a monte, e agire direttamente sui prodotti a marchio proprio.
Ma i grandi supermercati hanno anche un rapporto diretto con i consumatori e si trovano in una posizione privilegiata per trasmetter loro valori ambientali fondamentali al cambiamento.
Nel 2010 una prima proposta di promozione della borsa riutilizzabile raccolse l'adesione di 19 gruppi della grande distribuzione.
La ricetta 2011 è sviluppata in 7 punti concreti, che se adottati dalla Gdo, costituirebbero un significativo passo avanti verso la sostenibilità.
Ecco le sette azioni per ridurre dei rifiuti subito.
1) Ridurre drasticamente il consumo di sacchetti di plastica nei reparti ortofrutta, sostituendoli con il retino riutilizzabile, proposto con l'iniziativa “Mettila in rete”.
2) Inserire nell'offerta attuale di spazzolini un modello con testine intercambiabili, con ricariche in confezione a parte, sollecitando al tempo stesso tutte le marche ad adottare questa modalità produttiva.
3) Ridurre l'esagerato imballaggio nei reparti di gastronomia. Per i formaggi si può utilizzare solamente la pellicola trasparente, eliminando i vassoietti che, una volta aperta la confezione, vengono buttati via, generando ingenti quantità di rifiuti.
4) Chiedere ai fornitori di eliminare i doppi imballaggi, come le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per il corpo e gli imballaggi secondari come ad esempio l'involucro che avvolge le due confezioni di caffè singole.
5) Sostituire gli imballaggi in poliaccoppiato, iniziando dalle marche del gruppo, con imballaggi in monomateriale riciclabili, riducendo così la percentuale di rifiuto indifferenziato che maggiormente incide e determina i costi di smaltimento. In questa direzione si sta muovendo Barilla, che ha adottato in una nuova linea di biscotti un involucro monomateriale in polipropilene;
6) In tutti i punti vendita proporre un ampio assortimento di prodotti per la detergenza del corpo e della casa acquistabili alla spina o in formati concentrati;
7) Fare una regolare comunicazione per valorizzare le politiche ambientali intraprese. Le iniziative che richiedono la partecipazione dei consumatori devono essere accompagnate da una comunicazione a lungo termine con il supporto di sistemi premianti. Andrebbero attivati allo scopo tutti gli strumenti di comunicazione e di fidelizzazione che le insegne hanno a disposizione. Dal sito web, alla newsletter, alla comunicazione nel punto vendita tramite cartellonistica e passaggio di spot audio.
Lanciata la proposta, stanno arrivando le prime adesioni.
L'Iper Leclerc-Conad di Terni, in collaborazione con Ecologicpoint e il patrocinio del Comune, partirà con una sperimentazione di alcuni mesi per sostituire i sacchetti dell'ortofrutta con retini riutilizzabili.
Il Gruppo Gabrielli testerà il retino riutilizzabile, in collaborazione con il Comune di Vasto, nel punto vendita locale Maxi Tigre. I volontari delle associazioni locali di Legambiente e Arci si occuperanno di sensibilizzare i clienti dentro e fuori al punto vendita.
E a Parma, quali sono le iniziative che possiamo mettere in campo per ridurre sensibilmente la produzione di rifiuti?
I supermercati, anche da noi, possono fare la differenza.
Non mancheremo di segnalare le adesioni locali, in modo da sollecitare i consumatori a premiare quei punti vendita che dimostrano sensibilità sui temi ambientali, un argomento che tocca tutti noi, visto che è dalla qualità dell'ambiente che dipende la salute di un territorio e dei suoi abitanti.
Da parte nostra mettiamo a disposizione tutto il sostegno necessario nella campagna informativa e nel supportare i punti vendita che adotteranno i 7 punti.
Buona riduzione a tutti!
I contatti per avere tutte le informazioni necessarie.
Porta la Sporta -Associazione Comuni Virtuosi
redazione@portalasporta.it
http://www.portalasporta.it/
http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2011
-21 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+534 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 172 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Da che parte sta il Commissario Cancellieri?
Lettera aperta
Gentile Commissario Cancellieri,
ricordiamo con piacere le promesse da Lei fatte nel giorno del suo insediamento a Commissario Straordinario del Comune di Parma di voler ascoltare la città in tutte le sue espressioni, ma purtroppo a tutt'oggi non abbiamo avuto nessun riscontro alla nostra richiesta di un incontro per parlare del tema rifiuti.
La Cancellieri con il comandante provinciale dei carabinieri Cerrina
Abbiamo così pensato che avesse impegni più urgenti e che, come tutta la città, anche Lei fosse in attesa della sentenza del TAR circa il problema della mancata concessione edilizia al cantiere del forno.
Così evidentemente non è stato, viste le insistenti voci di questi giorni che La vorrebbero impegnata in una trattativa con Iren per bypassare l’empasse e concedere ai lavori in cantiere di proseguire speditamente, chiedendo semplicemente alla multiutility una transazione che possa portare risorse fresche nelle casse disastrate dell'amministrazione.
Siamo allora a scriverLe queste poche righe per farLe giungere le nostre forti preoccupazioni e perplessità.
Le ricordiamo che l’amministrazione comunale dimissionaria aveva detto chiaramente come la pensava sulla mancanza della concessione edilizia del cantiere Iren, con ben due ordinanze di sospensione del cantiere, con fior di consulenze e fior di avvocati, che non solo hanno confermato la bontà della posizione del comune, ma hanno fatto sì che si potesse rilanciare con una seconda ordinanza di sospensione del cantiere.
Da semplici cittadini ci domandiamo perché mettersi in trattativa con Iren, dopo che la stessa aveva ribadito di non voler “trattare”, ma anzi sosteneva di essere nel giusto e con il sacrosanto diritto di non chiedere il permesso a costruire a nessuno.
Perché ancora una volta i cittadini devono venire a sapere dai corridoi “nel retro” quello che dovrebbe essere alla luce del sole, proprio per non lasciar adito a ombra alcuna.
E la salute? E i diritti dei cittadini che vogliono prima di tutto sapere?
A Ugozzolo giace un cantiere su cui gravano non poche storture, concretizzate da denunce, ricorsi, esposti, sospensive, e tanti tanti dubbi e timori da parte della popolazione, che si sente ancora una volta presa in giro, senza conoscere fino in fondo la situazione reale.
Ci auguriamo che possa concederci al più presto un colloquio per poter dissipare le nostre preoccupazioni e perplessità.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2011
-21 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+534 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 172 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Gentile Commissario Cancellieri,
ricordiamo con piacere le promesse da Lei fatte nel giorno del suo insediamento a Commissario Straordinario del Comune di Parma di voler ascoltare la città in tutte le sue espressioni, ma purtroppo a tutt'oggi non abbiamo avuto nessun riscontro alla nostra richiesta di un incontro per parlare del tema rifiuti.
La Cancellieri con il comandante provinciale dei carabinieri Cerrina
Abbiamo così pensato che avesse impegni più urgenti e che, come tutta la città, anche Lei fosse in attesa della sentenza del TAR circa il problema della mancata concessione edilizia al cantiere del forno.
Così evidentemente non è stato, viste le insistenti voci di questi giorni che La vorrebbero impegnata in una trattativa con Iren per bypassare l’empasse e concedere ai lavori in cantiere di proseguire speditamente, chiedendo semplicemente alla multiutility una transazione che possa portare risorse fresche nelle casse disastrate dell'amministrazione.
Siamo allora a scriverLe queste poche righe per farLe giungere le nostre forti preoccupazioni e perplessità.
Le ricordiamo che l’amministrazione comunale dimissionaria aveva detto chiaramente come la pensava sulla mancanza della concessione edilizia del cantiere Iren, con ben due ordinanze di sospensione del cantiere, con fior di consulenze e fior di avvocati, che non solo hanno confermato la bontà della posizione del comune, ma hanno fatto sì che si potesse rilanciare con una seconda ordinanza di sospensione del cantiere.
Da semplici cittadini ci domandiamo perché mettersi in trattativa con Iren, dopo che la stessa aveva ribadito di non voler “trattare”, ma anzi sosteneva di essere nel giusto e con il sacrosanto diritto di non chiedere il permesso a costruire a nessuno.
Perché ancora una volta i cittadini devono venire a sapere dai corridoi “nel retro” quello che dovrebbe essere alla luce del sole, proprio per non lasciar adito a ombra alcuna.
E la salute? E i diritti dei cittadini che vogliono prima di tutto sapere?
A Ugozzolo giace un cantiere su cui gravano non poche storture, concretizzate da denunce, ricorsi, esposti, sospensive, e tanti tanti dubbi e timori da parte della popolazione, che si sente ancora una volta presa in giro, senza conoscere fino in fondo la situazione reale.
Ci auguriamo che possa concederci al più presto un colloquio per poter dissipare le nostre preoccupazioni e perplessità.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 novembre 2011
-21 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+534 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 172 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
martedì 15 novembre 2011
Parma chiama Torino
Lettera aperta alla provincia di Torino e ai Comuni che hanno detto sì all'insediamento dell'inceneritore del Gerbido
Non vi vogliamo convincere a tutti i costi, ma informare sì. A Parma è in costruzione un inceneritore, proprio al centro della Food Valley, a fianco di un grande e noto pastificio: insomma, una follia totale.
Dal 2006 stiamo documentando e approfondendo i temi legati alla gestione corretta dei rifiuti, una gestione che deve avere al primo posto la salute, dell'ambiente e delle persone.
L'inceneritore è davvero la scelta peggiore.
Ma non ci siamo fermati al no, abbiamo proposto alternative.
Per presentarle abbiamo fatto arrivare in Italia esperti di livello internazionale, anche dagli Stati Uniti, che ci hanno illustrato nei dettagli le alternative perseguibili e vantaggiose a livello economico, che salvaguardano la salute pubblica.
Esperti come Frans Beckers, direttore di Van Gansewinkel, uno dei 4 maggiori players europei dei rifiuti, che dal 2007 ha deciso di modificare la prospettiva imprenditoriale e trasformarsi da azienda di smaltimento ad azienda di recupero materia.
Beckers ha dimostrato con i numeri che oggi non ha più senso costruire nuovi inceneritori, perché l'attuale capacità di incenerimento in Europa è già superiore alla disponibilità di materiali.
Quando la differenziata funziona viene a mancare il carburante per alimentare il forno.
Quindi bisogna scegliere da che parte stare.
Jack Macy è responsabile del settore ambientale di San Francisco, dove il no agli inceneritori dura da 30 anni. In Italia, dopo Parma, ha incontrato il sindaco di Roma Alemanno, proponendo alla Capitale di aderire alla strategia rifiuti zero, e proprio a questo scopo una delegazione si recherà in California, guidata dallo stesso primo cittadino della città eterna.
E' notizia recente che in Veneto la raccolta differenziata stia mettendo in crisi gli impianti di incenerimento, che ora vorrebbero attivarsi per importare rifiuti da fuori regione. (1)
A Reggio Emilia il prossimo anno verrà spento l'inceneritore e il progetto di farne uno nuovo è tramontato definitivamente. Al suo posto un Tmb (trattamento meccanico biologico). Per assurdo è la stessa Iren a dire che non ci sia bisogno di un nuovo inceneritore: a Reggio no, a Parma sì?
Il sindaco della città Delrio (Pd) aveva dichiarato con molta semplicità: “Abbiamo fatto due conti: con il livello di raccolta differenziata che abbiamo l'inceneritore non è conveniente”.
Nella provincia di Lucca il nuovo piano di gestione dei rifiuti è impostato senza impianti a caldo, visti anche i disastri compiuti dall'inceneritore di Pietrasanta, ora sotto processo penale per aver inquinato due torrenti a fianco dell'impianto, tre km dalla spiaggia.
Il mondo si sta muovendo, ed emergono dati evidenti che dimostrano l'incompatibilità tra raccolta differenziata e impianti di incenerimento. Entrambi cercano di accaparrarsi gli stessi materiali, e i materiali non si possono moltiplicare a piacere.
La teoria sull'incenerimento è stata travolta dalla prassi della raccolta differenziata porta a porta e dalla consapevolezza che le materie prime stiano scarseggiando a livello mondiale. E' anacronistico che un Paese come il nostro, che di materie prime ne ha poche e che dovrebbe puntare al riciclo totale, vada invece a bruciare ciò che possiede valore, come i rifiuti.
Non abbiamo la pretesa di far desistere dal progetto la Provincia di Torino, o le amministrazioni di quei comuni che hanno le loro case a poca distanza dall'impianto del Gerbido, che riceveranno le compensazioni (Torino, Orbassano, Rivalta, Beinasco,Grugliasco, Nichelino).
A Parma come a Torino sembra impossibile fermare un cavallo in corsa.
Riceverete 25 milioni di compensazioni ambientali, e penserete di aver fatto bingo, mettendo in secondo piano il fatto che le compensazioni vengono elargite proprio perché è matematico che i territori e i cittadini subiranno dei danni. Del resto la stessa Trm aveva commissionato uno studio sulle ricadute sanitarie dell'impianto, rispetto ai tre siti scelti come candidati ad ospitarlo.
E' necessario comprenderli fino in fondo, i rischi. Capire che a 1,3 km di distanza dal camino ci saranno le massime concentrazioni di emissione, e non saranno piccoli numeri perché gli inceneritori di ultima generazione bruciano moltissimo: a Parma ogni ora usciranno 144mila metri cubi di aria sporca, 24ore al giorno, 8mila ore l'anno
A Torino i numeri saranno impressionanti: ogni ora 404mila metri cubi di emissione, con a 2 km l'ospedale San Luigi Gonzaga, specializzato proprio in pneumologia, che riceverà un aerosol a dir poco preoccupante.
Ogni giorno al Gerbido entreranno 1600 tonnellate di rifiuti e 30 tonnellate di reagenti chimici, ed usciranno 370 tonnellate di scorie, che avranno bisogno di una discarica che non è indicata nel progetto, 30 tonnellate di ceneri volanti altamente tossiche, anche in questo caso non se ne conosce la destinazione, 21 tonnellate di residui del processo di trattamento dei fumi, anche questi rifiuti pericolosi.
Capite che l'inceneritore non fa sparire i rifiuti? Ne entra una certa quantità, ne esce un'altra, trasformata però in sostanza pericolosa, difficile da gestire e da collocare, provocando nel processo un imponente inquinamento e spreco di materia, energia, salute.
I dati oggettivi su quanto stia accadendo nei territori in cui insistono gli inceneritori sono già oggi disponibili, alla luce del sole.
Vi state assumendo grosse responsabilità come rappresentanti di partito e come esseri umani. Anche se gli esiti “ufficiali” dopo l'accensione di un inceneritore potrebbero essere rilevabili in termini di mortalità tra 10 o 20 anni, i cittadini troveranno il modo di finanziare monitoraggi scientifici puntuali, su quelle matrici che forniranno dati certi sulla presenza di sostanze tossiche, con la sicurezza della loro provenienza. Come sta accadendo a Viareggio, dove una residente si è costituita parte civile nel processo contro l'inceneritore di Pietrasanta, perché affetta da un tumore che una perizia del dottor Stefano Montanari mette in relazione con l'aver vissuto per anni accanto ad un inceneritore. Ne ha parlato la trasmissione della Rai Uno Mattina che vi ha dedicato un lungo servizio, arrivando alla conclusione che “tutti” gli inceneritori fanno male. (2)
Un giorno forse anche voi dovrete spiegare e giustificare questa vostra scelta, ed essere molto convincenti verso chi l'avrà subita, forse arriverete a dire che non ne conoscevate i rischi.
Ma questa giustificazione non sarà accettabile, come stanno le cose ve lo stiamo scrivendo ora.
A Parma non siamo ancora certi di poter scongiurare il pericolo che l'inceneritore di Ugozzolo venga avviato nel cuore della food valley. Aziende alimentari di prima grandezza, anche a livello internazionale, ne subiranno i maggiori danni, eppure non hanno ancora avuto la forza di alzare la testa per dire no a una scelta che distruggerà proprio quei settori dell'economia come l'agricoltura, la produzione alimentare tipica e di qualità della nostra zona che hanno salvato la nostra città.
Sentono però il fiato sul collo dell'immagine negativa che le aziende stesse subiranno da questa vicinanza.
E sono costretti a dire ai consumatori di aver avviato controlli indipendenti, al fine di garantire la qualità su cui tutti, oggi e ora, ancora credono, ma forse non così convinti come ieri. E’ datata 8 novembre la richiesta del eurodeputato dell’Italia dei Valori Andrea Zanoni, che sollecita l’Efsa ad indagare sugli inceneritori. Il tema ha così raggiunto l’Europa, all’Authority sulla sicurezza alimentare viene richiesto uno studio sugli effetti degli impianti di incenerimento sulle colture agricole e sugli allevamenti. (3)
Terra e salute sono un binomio indispensabile per ogni popolo del Pianeta, i decisori politici e aziendali che pensano di poterne farne a meno si sbagliano. I fatti sono qui a dimostrarlo.
E' inspiegabile come una città come Torino, già ora maglia nera dello smog padano secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, terzo risultato peggiore d’Europa per il Pm 2.5 e tredicesimo per il Pm 10, possa accettare di caricare i propri cittadini di altre tonnellate di polveri ultrafini all'anno.
Proprio in questo momento in cui si aggrovigliano i tanti casi di malfunzionamento e di cattiva gestione, di inquinamento pesante dell'ambiente, di danni irreversibili anche di fronte a impianti di ultima generazione che sbandierano le Bat (Best Available Techics) come sinonimo di garanzia, sarebbe il momento di fermarsi e prestare ascolto.
Ora, in questo momento, per il bene di Torino e del Piemonte intero.
La provincia di Lucca si è costituita parte civile con i comuni della Versilia, insieme alla regione, dichiarando di voler perseguire strade alternative all'incenerimento.
La provincia di Forlì Cesena e il Comune di Forlì è parte civile contro i legali rappresentanti di Hera Spa e Mengozzi, per l'attività di due inceneritori.(4)
Pisa ha dovuto spegnere l'inceneritore per eccesso di diossina, prima una linea, poi entrambe.
A Brescia dove è in funzione uno degli inceneritori considerati più moderni è boom di tumori.(5)
Senza parlare della situazione europea dove gli inceneritori vengono spenti, dove si va a caccia di rifiuti, dove il costo per trattare una tonnellata di rifiuti è crollato a 40 euro.
Forse dovreste chiedervi prima che sia troppo tardi se davvero ci sono ancora i presupposti per investire in un inceneritore, con il rischio di trovarvi in un futuro nella stessa situazione delle provincie di Lucca e Forlì Cesena.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre 2011
(1) Pochi rifiuti, impianti in rosso
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/4-novembre-2011/pochi-rifiuti-impianti-rosso-regione-stoppa-discariche-1902044642355.shtml
(2)Negli adulti è boom di tumori le cause ancora senza risposta. Si attendono gli esami biologici sui residenti
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE03_10-1902033024041.shtml
La salute diseguale
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE01_44-1902033024089.shtml
(3) Effetti dell'inceneritore sulle colture: Zanoni (Idv) chiede uno studio all'Efsa - ParmaToday
http://www.parmatoday.it/cronaca/effetti-inceneritore-colture-zanoni-studio-efsa.html
(4) RAI uno mattina
http://www.youtube.com/watch?v=BJtytCBeVQ0
(5)
http://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/2011/11/08/615868-inceneritori_provincia.shtml
Non vi vogliamo convincere a tutti i costi, ma informare sì. A Parma è in costruzione un inceneritore, proprio al centro della Food Valley, a fianco di un grande e noto pastificio: insomma, una follia totale.
Dal 2006 stiamo documentando e approfondendo i temi legati alla gestione corretta dei rifiuti, una gestione che deve avere al primo posto la salute, dell'ambiente e delle persone.
L'inceneritore è davvero la scelta peggiore.
Ma non ci siamo fermati al no, abbiamo proposto alternative.
Per presentarle abbiamo fatto arrivare in Italia esperti di livello internazionale, anche dagli Stati Uniti, che ci hanno illustrato nei dettagli le alternative perseguibili e vantaggiose a livello economico, che salvaguardano la salute pubblica.
Esperti come Frans Beckers, direttore di Van Gansewinkel, uno dei 4 maggiori players europei dei rifiuti, che dal 2007 ha deciso di modificare la prospettiva imprenditoriale e trasformarsi da azienda di smaltimento ad azienda di recupero materia.
Beckers ha dimostrato con i numeri che oggi non ha più senso costruire nuovi inceneritori, perché l'attuale capacità di incenerimento in Europa è già superiore alla disponibilità di materiali.
Quando la differenziata funziona viene a mancare il carburante per alimentare il forno.
Quindi bisogna scegliere da che parte stare.
Jack Macy è responsabile del settore ambientale di San Francisco, dove il no agli inceneritori dura da 30 anni. In Italia, dopo Parma, ha incontrato il sindaco di Roma Alemanno, proponendo alla Capitale di aderire alla strategia rifiuti zero, e proprio a questo scopo una delegazione si recherà in California, guidata dallo stesso primo cittadino della città eterna.
E' notizia recente che in Veneto la raccolta differenziata stia mettendo in crisi gli impianti di incenerimento, che ora vorrebbero attivarsi per importare rifiuti da fuori regione. (1)
A Reggio Emilia il prossimo anno verrà spento l'inceneritore e il progetto di farne uno nuovo è tramontato definitivamente. Al suo posto un Tmb (trattamento meccanico biologico). Per assurdo è la stessa Iren a dire che non ci sia bisogno di un nuovo inceneritore: a Reggio no, a Parma sì?
Il sindaco della città Delrio (Pd) aveva dichiarato con molta semplicità: “Abbiamo fatto due conti: con il livello di raccolta differenziata che abbiamo l'inceneritore non è conveniente”.
Nella provincia di Lucca il nuovo piano di gestione dei rifiuti è impostato senza impianti a caldo, visti anche i disastri compiuti dall'inceneritore di Pietrasanta, ora sotto processo penale per aver inquinato due torrenti a fianco dell'impianto, tre km dalla spiaggia.
Il mondo si sta muovendo, ed emergono dati evidenti che dimostrano l'incompatibilità tra raccolta differenziata e impianti di incenerimento. Entrambi cercano di accaparrarsi gli stessi materiali, e i materiali non si possono moltiplicare a piacere.
La teoria sull'incenerimento è stata travolta dalla prassi della raccolta differenziata porta a porta e dalla consapevolezza che le materie prime stiano scarseggiando a livello mondiale. E' anacronistico che un Paese come il nostro, che di materie prime ne ha poche e che dovrebbe puntare al riciclo totale, vada invece a bruciare ciò che possiede valore, come i rifiuti.
Non abbiamo la pretesa di far desistere dal progetto la Provincia di Torino, o le amministrazioni di quei comuni che hanno le loro case a poca distanza dall'impianto del Gerbido, che riceveranno le compensazioni (Torino, Orbassano, Rivalta, Beinasco,Grugliasco, Nichelino).
A Parma come a Torino sembra impossibile fermare un cavallo in corsa.
Riceverete 25 milioni di compensazioni ambientali, e penserete di aver fatto bingo, mettendo in secondo piano il fatto che le compensazioni vengono elargite proprio perché è matematico che i territori e i cittadini subiranno dei danni. Del resto la stessa Trm aveva commissionato uno studio sulle ricadute sanitarie dell'impianto, rispetto ai tre siti scelti come candidati ad ospitarlo.
E' necessario comprenderli fino in fondo, i rischi. Capire che a 1,3 km di distanza dal camino ci saranno le massime concentrazioni di emissione, e non saranno piccoli numeri perché gli inceneritori di ultima generazione bruciano moltissimo: a Parma ogni ora usciranno 144mila metri cubi di aria sporca, 24ore al giorno, 8mila ore l'anno
A Torino i numeri saranno impressionanti: ogni ora 404mila metri cubi di emissione, con a 2 km l'ospedale San Luigi Gonzaga, specializzato proprio in pneumologia, che riceverà un aerosol a dir poco preoccupante.
Ogni giorno al Gerbido entreranno 1600 tonnellate di rifiuti e 30 tonnellate di reagenti chimici, ed usciranno 370 tonnellate di scorie, che avranno bisogno di una discarica che non è indicata nel progetto, 30 tonnellate di ceneri volanti altamente tossiche, anche in questo caso non se ne conosce la destinazione, 21 tonnellate di residui del processo di trattamento dei fumi, anche questi rifiuti pericolosi.
Capite che l'inceneritore non fa sparire i rifiuti? Ne entra una certa quantità, ne esce un'altra, trasformata però in sostanza pericolosa, difficile da gestire e da collocare, provocando nel processo un imponente inquinamento e spreco di materia, energia, salute.
I dati oggettivi su quanto stia accadendo nei territori in cui insistono gli inceneritori sono già oggi disponibili, alla luce del sole.
Vi state assumendo grosse responsabilità come rappresentanti di partito e come esseri umani. Anche se gli esiti “ufficiali” dopo l'accensione di un inceneritore potrebbero essere rilevabili in termini di mortalità tra 10 o 20 anni, i cittadini troveranno il modo di finanziare monitoraggi scientifici puntuali, su quelle matrici che forniranno dati certi sulla presenza di sostanze tossiche, con la sicurezza della loro provenienza. Come sta accadendo a Viareggio, dove una residente si è costituita parte civile nel processo contro l'inceneritore di Pietrasanta, perché affetta da un tumore che una perizia del dottor Stefano Montanari mette in relazione con l'aver vissuto per anni accanto ad un inceneritore. Ne ha parlato la trasmissione della Rai Uno Mattina che vi ha dedicato un lungo servizio, arrivando alla conclusione che “tutti” gli inceneritori fanno male. (2)
Un giorno forse anche voi dovrete spiegare e giustificare questa vostra scelta, ed essere molto convincenti verso chi l'avrà subita, forse arriverete a dire che non ne conoscevate i rischi.
Ma questa giustificazione non sarà accettabile, come stanno le cose ve lo stiamo scrivendo ora.
A Parma non siamo ancora certi di poter scongiurare il pericolo che l'inceneritore di Ugozzolo venga avviato nel cuore della food valley. Aziende alimentari di prima grandezza, anche a livello internazionale, ne subiranno i maggiori danni, eppure non hanno ancora avuto la forza di alzare la testa per dire no a una scelta che distruggerà proprio quei settori dell'economia come l'agricoltura, la produzione alimentare tipica e di qualità della nostra zona che hanno salvato la nostra città.
Sentono però il fiato sul collo dell'immagine negativa che le aziende stesse subiranno da questa vicinanza.
E sono costretti a dire ai consumatori di aver avviato controlli indipendenti, al fine di garantire la qualità su cui tutti, oggi e ora, ancora credono, ma forse non così convinti come ieri. E’ datata 8 novembre la richiesta del eurodeputato dell’Italia dei Valori Andrea Zanoni, che sollecita l’Efsa ad indagare sugli inceneritori. Il tema ha così raggiunto l’Europa, all’Authority sulla sicurezza alimentare viene richiesto uno studio sugli effetti degli impianti di incenerimento sulle colture agricole e sugli allevamenti. (3)
Terra e salute sono un binomio indispensabile per ogni popolo del Pianeta, i decisori politici e aziendali che pensano di poterne farne a meno si sbagliano. I fatti sono qui a dimostrarlo.
E' inspiegabile come una città come Torino, già ora maglia nera dello smog padano secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, terzo risultato peggiore d’Europa per il Pm 2.5 e tredicesimo per il Pm 10, possa accettare di caricare i propri cittadini di altre tonnellate di polveri ultrafini all'anno.
Proprio in questo momento in cui si aggrovigliano i tanti casi di malfunzionamento e di cattiva gestione, di inquinamento pesante dell'ambiente, di danni irreversibili anche di fronte a impianti di ultima generazione che sbandierano le Bat (Best Available Techics) come sinonimo di garanzia, sarebbe il momento di fermarsi e prestare ascolto.
Ora, in questo momento, per il bene di Torino e del Piemonte intero.
La provincia di Lucca si è costituita parte civile con i comuni della Versilia, insieme alla regione, dichiarando di voler perseguire strade alternative all'incenerimento.
La provincia di Forlì Cesena e il Comune di Forlì è parte civile contro i legali rappresentanti di Hera Spa e Mengozzi, per l'attività di due inceneritori.(4)
Pisa ha dovuto spegnere l'inceneritore per eccesso di diossina, prima una linea, poi entrambe.
A Brescia dove è in funzione uno degli inceneritori considerati più moderni è boom di tumori.(5)
Senza parlare della situazione europea dove gli inceneritori vengono spenti, dove si va a caccia di rifiuti, dove il costo per trattare una tonnellata di rifiuti è crollato a 40 euro.
Forse dovreste chiedervi prima che sia troppo tardi se davvero ci sono ancora i presupposti per investire in un inceneritore, con il rischio di trovarvi in un futuro nella stessa situazione delle provincie di Lucca e Forlì Cesena.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre 2011
(1) Pochi rifiuti, impianti in rosso
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/4-novembre-2011/pochi-rifiuti-impianti-rosso-regione-stoppa-discariche-1902044642355.shtml
(2)Negli adulti è boom di tumori le cause ancora senza risposta. Si attendono gli esami biologici sui residenti
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE03_10-1902033024041.shtml
La salute diseguale
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE01_44-1902033024089.shtml
(3) Effetti dell'inceneritore sulle colture: Zanoni (Idv) chiede uno studio all'Efsa - ParmaToday
http://www.parmatoday.it/cronaca/effetti-inceneritore-colture-zanoni-studio-efsa.html
(4) RAI uno mattina
http://www.youtube.com/watch?v=BJtytCBeVQ0
(5)
http://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/2011/11/08/615868-inceneritori_provincia.shtml
lunedì 14 novembre 2011
Garbi & Sgarbi
Quest'oggi il centro sinistra ha presentato le primarie, con relativa documentazione, e ci sembra di capire che l'inceneritore non sia proprio menzionato, semmai è presente un fuggevole riferimento alle autorizzazioni già date.
Non solo, il segretario provinciale Garbi ha tentato in modo chiaro ed inequivocabile di archiviare l’argomento una volta per tutte.
Al di là delle autorizzazioni già concesse, smentiamo quanto affermato da Garbi, visto che l’impianto è ben lungi dall’essere completato e, viste le molteplici questioni legali, merita ancora approfondite discussioni.
Sul cantiere, praticamente fermo, pende la decisione del Tar del prossimo 7 dicembre, con un abuso edilizio che si fa sempre più concreto.
Noi ci auguriamo che all’interno delle primarie del Centro Sinistra l’argomento dell’inceneritore sia presente e sia discusso perché di questo c’è bisogno.
Un impianto acceso funziona almeno 30 anni e ci pare francamente una prospettiva delirante.
Ci dobbiamo pensare ora, finché siamo in tempo, meglio farlo sfumare, che fumare.
Non vogliamo vedere il film già visto di inceneritori venduti ai cittadini come perfette ed innocue macchine per far sparire i rifiuti che poi vengono puntualmente chiusi dalle procure di tutta Italia per aver avvelenato i territori circostanti.
Com’è accaduto a Pietrasanta, a Melfi e a Pisa, solo per citare gli ultimissimi casi disastrosi.
Pensiamo anche le primarie servano anche a sentire il polso dei votanti del centro sinistra.
Noi siamo convinti che anche i cittadini che rappresentano la base del PD abbiano capito come stiano le cose ed abbiano scelto di stare dalla parte di se stessi, dicendo no al forno.
Non solo: ribadiamo ancora una volta che la posizione del PD parmense è un’anomalia tutta nostrana.
A Reggio lo stesso partito è contro l'inceneritore, a Lucca idem, a livello nazionale gli inceneritori sono considerati dai democratici una gestione sorpassata dei tempi e dall'Europa.
Le primarie inoltre non sono monopolio del PD ma dovrebbero permettere a tutto il popolo del centro sinistra di esprimersi e di questo popolo noi abbiamo fiducia.
Siamo infatti convinti che le primarie serviranno a far emergere anche i candidati che si sono dichiarati per una gestione dei rifiuti corretta e di salvaguardia della salute: come ad esempio Simone Rossi, che finalmente potrà confrontare queste sue tesi con gli altri candidati, alla pari.
Siamo sicuri che non sarà il solo a battersi per la salute di Parma, ma se anche lo fosse siamo convinti che i parmigiani che tifano centro sinistra non faranno mancare il loro voto a chi sta dalla loro parte, contro tutti i poteri forti e le logiche autolesioniste.
Persino Iren ora afferma che a Reggio Emilia, considerato l'alto tasso di differenziata, l'inceneritore non è necessario. Una beffa, visto che Parma è ancora più virtuosa, ma l'impianto ce lo vogliono costruire lo stesso.
Queste iperboli non possono rimanere nascoste, lo devono sapere tutti i cittadini come stanno le cose, nella realtà.
Come siamo sicuri che gli industriali che orbitano attorno a Ugozzolo non si faranno sfuggire questa occasione delle primarie per rimarcare i danni che le loro aziende, ed i loro lavoratori, subirebbero se il progetto proseguisse ancora. Danni economici per le ricadute in termini di immagine e di vendite, danni biologici perché dal camino sgorgheranno non pochi inquinanti, che saranno sparsi massicciamente a 1,5 km di distanza.
La nostra associazione non si ferma però ad un no al forno senza fornire risposte concrete, realizzabili, sicure.
Sul tavolo del comune di Parma, come su quello di Iren, è ferma una proposta della multinazionale olandese van Gansewinkel, che si offre come partner per accompagnare Parma fuori dalla logica inceneritorista, portandola verso il futuro, che si chiama riciclo totale della materia.
Ci pare che Garbi oggi abbia tanto parlato di dialogo e di apertura, ma quando si è trattato di dimostrarlo nei fatti, si sia rintanato di nuovo nelle logiche di apparato, che lasciano davvero poco spazio alle rivendicazioni dalla gente, alla voglia di aria pulita, dentro e fuori i palazzi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 novembre 2011
-23 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+532 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 174 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Non solo, il segretario provinciale Garbi ha tentato in modo chiaro ed inequivocabile di archiviare l’argomento una volta per tutte.
Al di là delle autorizzazioni già concesse, smentiamo quanto affermato da Garbi, visto che l’impianto è ben lungi dall’essere completato e, viste le molteplici questioni legali, merita ancora approfondite discussioni.
Sul cantiere, praticamente fermo, pende la decisione del Tar del prossimo 7 dicembre, con un abuso edilizio che si fa sempre più concreto.
Noi ci auguriamo che all’interno delle primarie del Centro Sinistra l’argomento dell’inceneritore sia presente e sia discusso perché di questo c’è bisogno.
Un impianto acceso funziona almeno 30 anni e ci pare francamente una prospettiva delirante.
Ci dobbiamo pensare ora, finché siamo in tempo, meglio farlo sfumare, che fumare.
Non vogliamo vedere il film già visto di inceneritori venduti ai cittadini come perfette ed innocue macchine per far sparire i rifiuti che poi vengono puntualmente chiusi dalle procure di tutta Italia per aver avvelenato i territori circostanti.
Com’è accaduto a Pietrasanta, a Melfi e a Pisa, solo per citare gli ultimissimi casi disastrosi.
Pensiamo anche le primarie servano anche a sentire il polso dei votanti del centro sinistra.
Noi siamo convinti che anche i cittadini che rappresentano la base del PD abbiano capito come stiano le cose ed abbiano scelto di stare dalla parte di se stessi, dicendo no al forno.
Non solo: ribadiamo ancora una volta che la posizione del PD parmense è un’anomalia tutta nostrana.
A Reggio lo stesso partito è contro l'inceneritore, a Lucca idem, a livello nazionale gli inceneritori sono considerati dai democratici una gestione sorpassata dei tempi e dall'Europa.
Le primarie inoltre non sono monopolio del PD ma dovrebbero permettere a tutto il popolo del centro sinistra di esprimersi e di questo popolo noi abbiamo fiducia.
Siamo infatti convinti che le primarie serviranno a far emergere anche i candidati che si sono dichiarati per una gestione dei rifiuti corretta e di salvaguardia della salute: come ad esempio Simone Rossi, che finalmente potrà confrontare queste sue tesi con gli altri candidati, alla pari.
Siamo sicuri che non sarà il solo a battersi per la salute di Parma, ma se anche lo fosse siamo convinti che i parmigiani che tifano centro sinistra non faranno mancare il loro voto a chi sta dalla loro parte, contro tutti i poteri forti e le logiche autolesioniste.
Persino Iren ora afferma che a Reggio Emilia, considerato l'alto tasso di differenziata, l'inceneritore non è necessario. Una beffa, visto che Parma è ancora più virtuosa, ma l'impianto ce lo vogliono costruire lo stesso.
Queste iperboli non possono rimanere nascoste, lo devono sapere tutti i cittadini come stanno le cose, nella realtà.
Come siamo sicuri che gli industriali che orbitano attorno a Ugozzolo non si faranno sfuggire questa occasione delle primarie per rimarcare i danni che le loro aziende, ed i loro lavoratori, subirebbero se il progetto proseguisse ancora. Danni economici per le ricadute in termini di immagine e di vendite, danni biologici perché dal camino sgorgheranno non pochi inquinanti, che saranno sparsi massicciamente a 1,5 km di distanza.
La nostra associazione non si ferma però ad un no al forno senza fornire risposte concrete, realizzabili, sicure.
Sul tavolo del comune di Parma, come su quello di Iren, è ferma una proposta della multinazionale olandese van Gansewinkel, che si offre come partner per accompagnare Parma fuori dalla logica inceneritorista, portandola verso il futuro, che si chiama riciclo totale della materia.
Ci pare che Garbi oggi abbia tanto parlato di dialogo e di apertura, ma quando si è trattato di dimostrarlo nei fatti, si sia rintanato di nuovo nelle logiche di apparato, che lasciano davvero poco spazio alle rivendicazioni dalla gente, alla voglia di aria pulita, dentro e fuori i palazzi.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 novembre 2011
-23 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+532 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 174 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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