ci vorrebbe un miracolo
Per differenziare a Parma ci vorrebbe un miracolo, specie in piazzale San Bartolomeo, dove da agosto 2010, ma probabilmente da sempre, si sprecano materie prime.
Alla faccia delle campagne di educazione civica, del dito puntato contro i “maiali”, che lordano il suolo pubblico della città.
Qui la pratica va al contrario di quello che si raccomanda ai cittadini.
Che reciterebbe come prima raccomandazione il non mischiare secco e umido.
Ed ecco che invece nei mercati rionali di Parma tutto viene miscelato nello stesso mezzo di Iren, che compatta e scodella una massa informe di rifiuti puzzolenti e irrecuperabili.
Il secondo comandamento è ricicla la carta, la plastica, il cartone, le lattine, il vetro.
Ed ecco che invece da oltre un anno documentiamo come si faccia l'esatto contrario, anche a fianco di un timido cassonetto dell'umido, e si butti tutto, ma proprio tutto, dentro il cassonetto grigio dell'indifferenziato.
Insomma tutto insieme appassionatamente e chi si è visto si è visto.
E' stato perfettamente inutile in questi mesi segnalare, denunciare, fotografare, mettere in ridicolo le campagne delle buone intenzioni, e dei nulli fatti, portate avanti dal comune e dal gestore, quando alla fine il risultato, con nessuna interruzione, è quello che si vede ogni mercoledì, sabato in Ghiaia, ed ogni altro giorni nei rioni cittadini dove c'è mercato.
Ma non solo lì.
Abbiamo visto anche la scena che si svolge davanti ai negozi di ortofrutta, dove anche qui un compattatore capiente accoglie i materiali più diversi, tutti riciclabili naturalmente, per trasformarli in massa informe e non recuperabile.
E' uno stillicidio, una presa in giro verso i cittadini virtuosi che ogni giorno, a casa loro, si impegnano per realizzare quella raccolta differenziata corretta che riporta materiali ancora utilizzabili verso un loro recupero effettivo e senza effetti dannosi sull'ambiente.
Certo questo modello di gestione è volto a garantire e mantenere cospicui quantitativi di rifiuti indifferenziati pronti per l'avvio ai forni inceneritori, ed anche ovviamente utile a far girare i numeri dei registratori di cassa, a favore ovviamente di chi brucia.
Per i cittadini invece la beffa.
Impegnarsi a differenziare quando si fa di tutto per sminuire, depotenziare, mantenere basso il livello di qualità e di quantità della raccolta corretta, quella che garantisce che ogni materia rimanga tale e non venga trasformata in un filo di fumo venefico, con il suo corollario di ceneri pericolose da portare chissà dove, con il conto che alla fine arriva sempre puntuale a casa dei cittadini.
I racconti fantascientifici di Iren: si ricicla al 99% e cosa succede veramente
http://tinyurl.com/cassettine
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 dicembre 2011
Sono passati
558 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
148 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 10 dicembre 2011
Riciclare in ospedale
Hera, concorrente di Iren, ha stipulato un contratto con il Policlinico di Modena per la raccolta differenziata all'interno dell'ospedale.
Una notizia importante, se si considera che parte dei rifiuti non sanitari, plastiche, vetro, residuo alimentare, finisce invece spesso nel rifiuto sanitario, incrementando costi e smaltimenti inutili in inceneritori e discariche.
Cosa succede nella realtà del nostro nosocomio?
Finisce tutto nel rifiuto sanitario ROT o nel rifiuto secco residuo, oppure si applica anche da noi una raccolta differenziata coi fiocchi?
Abbiamo cercato di informarci ma in questi mesi è stato difficile se non impossibile contattare il responsabile dell'azienda ospedaliera di Parma, per avere dettagli su questo delicato argomento.
E sì che di rifiuti l'ospedale ne dovrebbe fare parecchi.
Peraltro un rifiuto quasi tutto riciclabile, se si pensa che solo una misera quota fa parte del cosiddetto rifiuto infetto.
Secondo il Piano provinciale per la gestione dei rifiuti infatti, i rifiuti sanitari ammontano a sole 245 tonnellate anno, una quantità ridicola, specie se comparata alla taglia dell'inceneritore di Ugozzolo, che arriva a 130.000 tonnellate e oltre.
Sulla quantità di rifiuti prodotta dall'ospedale quindi, 3245 tonnellate sono rifiuti urbani “normali”: carta, plastica, vetro, organico e metalli, che posso essere tranquillamente differenziati come stanno facendo a Modena ed essere recuperati con il sistema del riciclo, diventando un dato positivo per i bilanci.
Per avere un'idea complessiva della tipologia di rifiuto prevalente prodotta dall'ospedale basta un giro in corsia.
Ad ogni pasto consegnato ai degenti viene inclusa una bottiglietta d'acqua di plastica, un bicchiere di plastica, un panino avvolto in una confezione di plastica mentre le posate metalliche sono sigillate in un altro involucro di plastica.
A fine pasto tutto va nei sacchi neri assieme all’organico dei resti del cibo.
Il tutto viene poi raccolto dalle coop di pulizie e va nei sacchi neri, e via in discarica o in un bell'inceneritore.
Se moltiplichiamo quanto sopra x il n° dei posti letto ( si legge dal sito http://www.ao.pr.it/ letto: 1.233 posti letto e nel 2010 abbiamo registrato 52.803 ricoveri tra ordinari, in day hospital, urgenti e ad alta specialità) abbiamo una idea della consistenza della produzione dei rifiuti dei soli degenti.
Ci sono all'interno dei reparti raccoglitori per una sana raccolta differenziata? Avete mai visto nelle strade interne dell'ospedale i contenitori gialli per la raccolta del vetro/metallo/plastica? Qualcosa probabilmente si fa, sicuramente molto poco.
Crediamo che un bell'accordo sul genere di quello fra Hera e il policlinico di Modena si possa e si debba far anche qui da noi.
Oppure l'ospedale sarà non solo per le cure ma anche per far ammalare la gente quando il suo rifiuto finirà, bruciato, per intossicare la città.
http://www.linformazione.com/2011/11/il-policlinico-fa-la-differenziata-con-hera/
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 dicembre 2011
+558 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 148 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Una notizia importante, se si considera che parte dei rifiuti non sanitari, plastiche, vetro, residuo alimentare, finisce invece spesso nel rifiuto sanitario, incrementando costi e smaltimenti inutili in inceneritori e discariche.
Cosa succede nella realtà del nostro nosocomio?
Finisce tutto nel rifiuto sanitario ROT o nel rifiuto secco residuo, oppure si applica anche da noi una raccolta differenziata coi fiocchi?
Abbiamo cercato di informarci ma in questi mesi è stato difficile se non impossibile contattare il responsabile dell'azienda ospedaliera di Parma, per avere dettagli su questo delicato argomento.
E sì che di rifiuti l'ospedale ne dovrebbe fare parecchi.
Peraltro un rifiuto quasi tutto riciclabile, se si pensa che solo una misera quota fa parte del cosiddetto rifiuto infetto.
Secondo il Piano provinciale per la gestione dei rifiuti infatti, i rifiuti sanitari ammontano a sole 245 tonnellate anno, una quantità ridicola, specie se comparata alla taglia dell'inceneritore di Ugozzolo, che arriva a 130.000 tonnellate e oltre.
Sulla quantità di rifiuti prodotta dall'ospedale quindi, 3245 tonnellate sono rifiuti urbani “normali”: carta, plastica, vetro, organico e metalli, che posso essere tranquillamente differenziati come stanno facendo a Modena ed essere recuperati con il sistema del riciclo, diventando un dato positivo per i bilanci.
Per avere un'idea complessiva della tipologia di rifiuto prevalente prodotta dall'ospedale basta un giro in corsia.
Ad ogni pasto consegnato ai degenti viene inclusa una bottiglietta d'acqua di plastica, un bicchiere di plastica, un panino avvolto in una confezione di plastica mentre le posate metalliche sono sigillate in un altro involucro di plastica.
A fine pasto tutto va nei sacchi neri assieme all’organico dei resti del cibo.
Il tutto viene poi raccolto dalle coop di pulizie e va nei sacchi neri, e via in discarica o in un bell'inceneritore.
Se moltiplichiamo quanto sopra x il n° dei posti letto ( si legge dal sito http://www.ao.pr.it/ letto: 1.233 posti letto e nel 2010 abbiamo registrato 52.803 ricoveri tra ordinari, in day hospital, urgenti e ad alta specialità) abbiamo una idea della consistenza della produzione dei rifiuti dei soli degenti.
Ci sono all'interno dei reparti raccoglitori per una sana raccolta differenziata? Avete mai visto nelle strade interne dell'ospedale i contenitori gialli per la raccolta del vetro/metallo/plastica? Qualcosa probabilmente si fa, sicuramente molto poco.
Crediamo che un bell'accordo sul genere di quello fra Hera e il policlinico di Modena si possa e si debba far anche qui da noi.
Oppure l'ospedale sarà non solo per le cure ma anche per far ammalare la gente quando il suo rifiuto finirà, bruciato, per intossicare la città.
http://www.linformazione.com/2011/11/il-policlinico-fa-la-differenziata-con-hera/
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 dicembre 2011
+558 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 148 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
giovedì 8 dicembre 2011
Urne chiuse, in attesa della sentenza
Nulla di fatto ieri al Tar di Parma, dove si aspettava con ansia di conoscere il risultato finale della partita Iren vs Comune, con in palio il cantiere dell'inceneritore di Ugozzolo.
Al fotofinish i giudici hanno comunicato l'inutilità di una ulteriore discussione, visto che tutta la documentazione pervenuta è stata giudicata sufficiente a prendere la decisione finale, che conosceremo tra qualche settimana, ferie di Natale permettendo.
Dunque i giochi sono fatti e non ci resta che attendere la stesura finale della sentenza, per sapere se il cantiere dell'inceneritore contestato possedeva tutti i requisiti edilizi o meno.
Dalle carte emerse fino a qui ci pare incontestabile che il titolo edilizio obbligatorio mancasse, come è emerso anche dal fraseggio tra Iren e le amministrazioni locali, dove abbiamo letto che fino ad una certa data (giugno 2009), la società che costruisce l'inceneritore era ben conscia della necessità di richiedere il titolo prima dell'inizio dei lavori.
Cosa sia accaduto dopo quel giugno non lo sappiamo.
Certo è che ci pare davvero non credibile che ci sia una semplice dimenticanza alla base della mancata richiesta del permesso a costruire.
La difesa ondivaga di Iren si è spostata anche sul sostenere che tale nulla osta fosse già ricompreso nella Via dell'ottobre 2008, come anche sostiene la Provincia nel suo affiancardi ad adiuvandum alle tesi di Iren.
Una tesi questa smentita dalla documentazione di Iren e dallo stesso dispositivo di valutazione di impatto ambientale, dove chiaramente era evidenziata la necessità di ottenere la concessione edilizia.
I giudici, per capirci, non hanno trovato, fra le carte, il documento necessario all'avvio del cantiere e la conclusione più logica è quella di dare atto al comune di Parma di avere agito secondo le norme, sanzionando, con la sospensione del cantiere, la società che non era in possesso di tutti i requisiti per poter proseguire i lavori (e nemmeno per avviarli).
L'eventuale soccombenza di Iren non significa però che i lavori a Ugozzolo si fermeranno.
E' molto probabile che ci si indirizzi verso una sanatoria dell'abuso con il pagamento degli oneri di urbanizzazione che avrebbero dovuto far parte dell'iter del titolo edilizio.
Un importo non piccolo che si aggirerà sul mezzo milione di euro, una cifra che però non può certo spaventare un progetto che di milioni ne accumula un paio di centinaia.
Nemmeno la sanatoria edilizia però sarà utile a spianare la strada all'inceneritore.
Ci sono ancora diversi punti importanti ed oscuri tuttora irrisolti.
Ne ricordiamo i 5 principali.
1. Come è stato possibile affidare a Iren senza gara un progetto che riguarda un servizio di pubblica utilità.
2. L'Antitrust ha segnalato la distorsione del mercato e la necessità di una nuova gara entro il 19 dicembre di quest'anno.
3. Nello svolgersi del progetto sono stati apportati cambiamenti sostanziali senza l'avvallo della conferenza dei servizi.
4. Il piano economico finanziario, che dovrebbe essere il documento principale con il quale poter valutare tutto il progetto, rimane un mistero super segreto celato in qualche segreta di strada Santa Margherita.
5. Dalla documentazione emersa si evidenzia un coinvolgimento di Hera, la multi utility romagnola che dovrebbe in teoria rappresentate una concorrente di Iren e non una compagna di merende.
Intanto il fascicolo in Procura, una massa imponente di esposti e documentazione, prosegue il suo iter di verifica, con la Guardia di Finanza impegnata nei riscontri.
Il voto dell'urna insomma non è per niente scontato.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 dicembre 2011
+556 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 150 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Al fotofinish i giudici hanno comunicato l'inutilità di una ulteriore discussione, visto che tutta la documentazione pervenuta è stata giudicata sufficiente a prendere la decisione finale, che conosceremo tra qualche settimana, ferie di Natale permettendo.
Dunque i giochi sono fatti e non ci resta che attendere la stesura finale della sentenza, per sapere se il cantiere dell'inceneritore contestato possedeva tutti i requisiti edilizi o meno.
Dalle carte emerse fino a qui ci pare incontestabile che il titolo edilizio obbligatorio mancasse, come è emerso anche dal fraseggio tra Iren e le amministrazioni locali, dove abbiamo letto che fino ad una certa data (giugno 2009), la società che costruisce l'inceneritore era ben conscia della necessità di richiedere il titolo prima dell'inizio dei lavori.
Cosa sia accaduto dopo quel giugno non lo sappiamo.
Certo è che ci pare davvero non credibile che ci sia una semplice dimenticanza alla base della mancata richiesta del permesso a costruire.
La difesa ondivaga di Iren si è spostata anche sul sostenere che tale nulla osta fosse già ricompreso nella Via dell'ottobre 2008, come anche sostiene la Provincia nel suo affiancardi ad adiuvandum alle tesi di Iren.
Una tesi questa smentita dalla documentazione di Iren e dallo stesso dispositivo di valutazione di impatto ambientale, dove chiaramente era evidenziata la necessità di ottenere la concessione edilizia.
I giudici, per capirci, non hanno trovato, fra le carte, il documento necessario all'avvio del cantiere e la conclusione più logica è quella di dare atto al comune di Parma di avere agito secondo le norme, sanzionando, con la sospensione del cantiere, la società che non era in possesso di tutti i requisiti per poter proseguire i lavori (e nemmeno per avviarli).
L'eventuale soccombenza di Iren non significa però che i lavori a Ugozzolo si fermeranno.
E' molto probabile che ci si indirizzi verso una sanatoria dell'abuso con il pagamento degli oneri di urbanizzazione che avrebbero dovuto far parte dell'iter del titolo edilizio.
Un importo non piccolo che si aggirerà sul mezzo milione di euro, una cifra che però non può certo spaventare un progetto che di milioni ne accumula un paio di centinaia.
Nemmeno la sanatoria edilizia però sarà utile a spianare la strada all'inceneritore.
Ci sono ancora diversi punti importanti ed oscuri tuttora irrisolti.
Ne ricordiamo i 5 principali.
1. Come è stato possibile affidare a Iren senza gara un progetto che riguarda un servizio di pubblica utilità.
2. L'Antitrust ha segnalato la distorsione del mercato e la necessità di una nuova gara entro il 19 dicembre di quest'anno.
3. Nello svolgersi del progetto sono stati apportati cambiamenti sostanziali senza l'avvallo della conferenza dei servizi.
4. Il piano economico finanziario, che dovrebbe essere il documento principale con il quale poter valutare tutto il progetto, rimane un mistero super segreto celato in qualche segreta di strada Santa Margherita.
5. Dalla documentazione emersa si evidenzia un coinvolgimento di Hera, la multi utility romagnola che dovrebbe in teoria rappresentate una concorrente di Iren e non una compagna di merende.
Intanto il fascicolo in Procura, una massa imponente di esposti e documentazione, prosegue il suo iter di verifica, con la Guardia di Finanza impegnata nei riscontri.
Il voto dell'urna insomma non è per niente scontato.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 dicembre 2011
+556 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 150 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
martedì 6 dicembre 2011
Spegnete lo smog, fateci respirare
Siamo primi nella triste classifica delle città più inquinate della regione Emilia Romagna, con dati di Pm 10 ormai fuori controllo da settimane, altroché 13a posizione per la qualità della vita del Sole 24 ore.
La verità è che i cittadini ogni giorno respirano una miscela che all'aria pulita non assomiglia per niente, trastullandosi poi, tra un colpo di tosse e l'altro, con le buone posizioni raggiunte in questi curiosi bollettini, che la stampa ci propina a giorni alterni.
Per scendere dal triste primato dell'aria peggiore, ci sarebbe bisogno di agire subito.
Invece i provvedimenti sono quasi inesistenti, nonostante il dato di fatto che l'inquinamento è direttamente correlato con la salute dei cittadini, e la salute dovrebbe essere il primo obiettivo per tutte le amministrazioni.
Sono ormai certezze scientifiche: in pianura padana si vive 3 anni in meno per lo smog, con morti premature per insufficienza cardiaca, infarto, crisi respiratorie e tumori. Lo dice il rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente di Copenaghen.
Anche la chiusura del traffico di giovedì scorso non ha sortito alcun effetto.
Del resto c'era da aspettarselo, visto che si è trattato di una limitata misura riservata al centro storico, già per legge chiuso in parte al traffico privato.
La centralina Arpa di via Montebello registra ad oggi, per l'anno in corso, 72 sforamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, contro i 35 consentiti per legge.
La tabella di marcia di Parma è impressionante ed assomiglia ad un bollettino di guerra.
Dal 18 novembre il limite è sempre stato superato, tutti i giorni, 17 giorni dn fila.
63 microgrammi il 18 novembre, 81 il 19, 61 il 20, 74 microgrammi il 21 novembre, 81 il 22, 89 il 23, 77 il 24.
74 microgrammi il 25 novembre, 86 il giorno dopo, 74 il 27 novembre, 88 lunedì 28 novembre, 113 martedì 29, 84 mercoledì, 89 il giovedì della chiusura, 101 venerdì scorso, 101 sabato, 94 microgrammi domenica.
Tutto ciò nonostante ci siano stati alcuni giorni di pioggia lieve e di aria mossa.
Una vera e propria emergenza ambientale, aggiungendo poi i dati dell'ozono, quest'anno particolarmente allarmanti, con 85 sforamenti (contro i 25 di legge) alla centralina del parco della Cittadella.
Eppure non leggiamo grandi titoli sulla stampa, né gli amministratori hanno adottato misure straordinarie per arginare la situazione, come se si dovesse quasi convivere con questa pece, e tirare a campare.
Ma non è accettabile, non è concepibile, che non si reagisca con forza e determinazione.
La salute viene prima di tutto, anche delle comodità e delle proteste.
Si deve immediatamente mettere mano a misure straordinarie.
Chiudere la città al traffico privato a partire dalla tangenziali, potenziando al contempo il servizio pubblico, abbassare di un grado le temperature delle case e degli uffici, verificare con precisione la manutenzione delle caldaie, porre la priorità del risanamento dell'aria a livello regionale per mettere in cantiere azioni strutturali concordate ed efficaci.
E' ora di guardare negli occhi la situazione e prendersi la responsabilità di agire.
Non il mese prossimo o il prossimo anno, ma oggi.
Manrico Guerra
Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente – ISDE Italia – Sezione di Parma
Aldo Caffagnini
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
La verità è che i cittadini ogni giorno respirano una miscela che all'aria pulita non assomiglia per niente, trastullandosi poi, tra un colpo di tosse e l'altro, con le buone posizioni raggiunte in questi curiosi bollettini, che la stampa ci propina a giorni alterni.
Per scendere dal triste primato dell'aria peggiore, ci sarebbe bisogno di agire subito.
Invece i provvedimenti sono quasi inesistenti, nonostante il dato di fatto che l'inquinamento è direttamente correlato con la salute dei cittadini, e la salute dovrebbe essere il primo obiettivo per tutte le amministrazioni.
Sono ormai certezze scientifiche: in pianura padana si vive 3 anni in meno per lo smog, con morti premature per insufficienza cardiaca, infarto, crisi respiratorie e tumori. Lo dice il rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente di Copenaghen.
Anche la chiusura del traffico di giovedì scorso non ha sortito alcun effetto.
Del resto c'era da aspettarselo, visto che si è trattato di una limitata misura riservata al centro storico, già per legge chiuso in parte al traffico privato.
La centralina Arpa di via Montebello registra ad oggi, per l'anno in corso, 72 sforamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, contro i 35 consentiti per legge.
La tabella di marcia di Parma è impressionante ed assomiglia ad un bollettino di guerra.
Dal 18 novembre il limite è sempre stato superato, tutti i giorni, 17 giorni dn fila.
63 microgrammi il 18 novembre, 81 il 19, 61 il 20, 74 microgrammi il 21 novembre, 81 il 22, 89 il 23, 77 il 24.
74 microgrammi il 25 novembre, 86 il giorno dopo, 74 il 27 novembre, 88 lunedì 28 novembre, 113 martedì 29, 84 mercoledì, 89 il giovedì della chiusura, 101 venerdì scorso, 101 sabato, 94 microgrammi domenica.
Tutto ciò nonostante ci siano stati alcuni giorni di pioggia lieve e di aria mossa.
Una vera e propria emergenza ambientale, aggiungendo poi i dati dell'ozono, quest'anno particolarmente allarmanti, con 85 sforamenti (contro i 25 di legge) alla centralina del parco della Cittadella.
Eppure non leggiamo grandi titoli sulla stampa, né gli amministratori hanno adottato misure straordinarie per arginare la situazione, come se si dovesse quasi convivere con questa pece, e tirare a campare.
Ma non è accettabile, non è concepibile, che non si reagisca con forza e determinazione.
La salute viene prima di tutto, anche delle comodità e delle proteste.
Si deve immediatamente mettere mano a misure straordinarie.
Chiudere la città al traffico privato a partire dalla tangenziali, potenziando al contempo il servizio pubblico, abbassare di un grado le temperature delle case e degli uffici, verificare con precisione la manutenzione delle caldaie, porre la priorità del risanamento dell'aria a livello regionale per mettere in cantiere azioni strutturali concordate ed efficaci.
E' ora di guardare negli occhi la situazione e prendersi la responsabilità di agire.
Non il mese prossimo o il prossimo anno, ma oggi.
Manrico Guerra
Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente – ISDE Italia – Sezione di Parma
Aldo Caffagnini
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Opreazione Trasparenza
Viero: un incontro vero
Sull’inceneritore di Parma GCR non ha mai lesinato critiche, anche aspre, agli attori in campo.
In particolare con Iren, il rapporto conflittuale è stato accentuato dalla mancanza di dialogo e da alcuni segnali di non disponibilità da parte della multi-utility ad intavolare un confronto aperto sull’impianto di Ugozzolo e sulla gestione dei rifiuti a Parma in generale.
Così è accaduto in un incontro pubblico nell’ottobre 2010 a Monticelli Terme, quando il rappresentante di Iren, invitato dal PD locale a dibattere insieme a rappresentanti di GCR, Provincia e Legambiente, non si è presentato.
Così è andata anche al Convegno sui rifiuti organizzato al Cavagnari dai bravissimi studenti del Rondani, nel marzo 2011, quando in due giorni fitti di incontri si sono alternati esperti a vari livelli e di diverso pensiero, per fornire il proprio punto di vista, Iren non si è presentata, mandando un emissario a filmare.
Non è nostro costume serbare rancore, così con lo scopo di sondare la disponibilità a valutare la proposta di dismissione di van Gansewinkel, iniziata e poi interrotta a giugno con i primi contatti avuti con Moruzzi (allora direttore settore ambiente del comune) e Villani (Vice-Presidente di Iren), abbiamo ri-contattato Iren per proporre un incontro, gentilmente concesso.
L’8 novembre scorso, nella sede di strada Santa Margherita, abbiamo incontrato il direttore generale Andrea Viero, la responsabile delle relazioni esterne Selina Xerra e il direttore di Iren Ambiente Roberto Paterlini.
Il confronto è andato avanti per circa un'ora.
Viero ci ha ribadito che Iren è nel caso forno, un semplice soggetto attuatore, che ha ricevuto l'incarico da un ente pubblico. Decidere se fermare o meno l’impianto e procedere con sistemi alternativi non compete quindi alla multi utility, ma ai decisori politici.
Quindi alla Provincia, aggiungiamo noi, che è l’ente responsabile del procedimento e che ha il potere di revisionare il PPGR e quindi riformulare un piano di gestione rifiuti alternativo.
Viero, pur ribadendo di non poter rivedere il progetto per Parma, si è detto interessato all’invito formulato da van Gansewinkel, addirittura ventilando l’ipotesi di un viaggio in Olanda a fine novembre.
Non sappiamo se poi effettivamente Viero sia andato o meno nel paese dei tulipani, ma crediamo non ci sia nulla di male che sia lui ad aggiornarci, per capire, in caso affermativo, quali siano state le sue impressioni sulla possibilità di uscire dall’empasse parmigiano, con una soluzione che metta d’accordo tutti: cittadini, politica ed industriali confinanti con lo scomodo camino di Ugozzolo.
Viero aveva allora ribadito la sua neutralità anche in merito ad una vicenda oggi di stretta attualità: la decisione che il TAR prenderà il 7 dicembre sul presunto abuso edilizio che riguarda il cantiere di Ugozzolo.
Ascoltammo increduli che Viero avrebbe atteso serenamente il pronunciamento dei giudici, senza procedere a ricorsi in caso di sentenza sfavorevole. Ci disse anche che avrebbe, da buon soggetto attuatore, atteso le indicazioni dei decisori politici per ri-pianifcare le modalità di gestione dei rifiuti nella provincia in caso di cambio di direzione.
Intenzioni, queste professate da Viero, che stridono un po’ con le voci di un accordo con il commissario Cancellieri per arrivare ad una transazione prima del giudizio.
Non capiamo nemmeno perché mai si dovrebbe arrivare ad una transazione, quando anche la Provincia si è affiancata ad Iren convinta della bontà e della corretta attuazione del procedimento.
Un mistero che speriamo venga svelato dai magistrati del TAR da cui attendiamo un giudizio imparziale e definitivo sulla vicenda del presunto abuso edilizio.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Sull’inceneritore di Parma GCR non ha mai lesinato critiche, anche aspre, agli attori in campo.
In particolare con Iren, il rapporto conflittuale è stato accentuato dalla mancanza di dialogo e da alcuni segnali di non disponibilità da parte della multi-utility ad intavolare un confronto aperto sull’impianto di Ugozzolo e sulla gestione dei rifiuti a Parma in generale.
Così è accaduto in un incontro pubblico nell’ottobre 2010 a Monticelli Terme, quando il rappresentante di Iren, invitato dal PD locale a dibattere insieme a rappresentanti di GCR, Provincia e Legambiente, non si è presentato.
Così è andata anche al Convegno sui rifiuti organizzato al Cavagnari dai bravissimi studenti del Rondani, nel marzo 2011, quando in due giorni fitti di incontri si sono alternati esperti a vari livelli e di diverso pensiero, per fornire il proprio punto di vista, Iren non si è presentata, mandando un emissario a filmare.
Non è nostro costume serbare rancore, così con lo scopo di sondare la disponibilità a valutare la proposta di dismissione di van Gansewinkel, iniziata e poi interrotta a giugno con i primi contatti avuti con Moruzzi (allora direttore settore ambiente del comune) e Villani (Vice-Presidente di Iren), abbiamo ri-contattato Iren per proporre un incontro, gentilmente concesso.
L’8 novembre scorso, nella sede di strada Santa Margherita, abbiamo incontrato il direttore generale Andrea Viero, la responsabile delle relazioni esterne Selina Xerra e il direttore di Iren Ambiente Roberto Paterlini.
Il confronto è andato avanti per circa un'ora.
Viero ci ha ribadito che Iren è nel caso forno, un semplice soggetto attuatore, che ha ricevuto l'incarico da un ente pubblico. Decidere se fermare o meno l’impianto e procedere con sistemi alternativi non compete quindi alla multi utility, ma ai decisori politici.
Quindi alla Provincia, aggiungiamo noi, che è l’ente responsabile del procedimento e che ha il potere di revisionare il PPGR e quindi riformulare un piano di gestione rifiuti alternativo.
Viero, pur ribadendo di non poter rivedere il progetto per Parma, si è detto interessato all’invito formulato da van Gansewinkel, addirittura ventilando l’ipotesi di un viaggio in Olanda a fine novembre.
Non sappiamo se poi effettivamente Viero sia andato o meno nel paese dei tulipani, ma crediamo non ci sia nulla di male che sia lui ad aggiornarci, per capire, in caso affermativo, quali siano state le sue impressioni sulla possibilità di uscire dall’empasse parmigiano, con una soluzione che metta d’accordo tutti: cittadini, politica ed industriali confinanti con lo scomodo camino di Ugozzolo.
Viero aveva allora ribadito la sua neutralità anche in merito ad una vicenda oggi di stretta attualità: la decisione che il TAR prenderà il 7 dicembre sul presunto abuso edilizio che riguarda il cantiere di Ugozzolo.
Ascoltammo increduli che Viero avrebbe atteso serenamente il pronunciamento dei giudici, senza procedere a ricorsi in caso di sentenza sfavorevole. Ci disse anche che avrebbe, da buon soggetto attuatore, atteso le indicazioni dei decisori politici per ri-pianifcare le modalità di gestione dei rifiuti nella provincia in caso di cambio di direzione.
Intenzioni, queste professate da Viero, che stridono un po’ con le voci di un accordo con il commissario Cancellieri per arrivare ad una transazione prima del giudizio.
Non capiamo nemmeno perché mai si dovrebbe arrivare ad una transazione, quando anche la Provincia si è affiancata ad Iren convinta della bontà e della corretta attuazione del procedimento.
Un mistero che speriamo venga svelato dai magistrati del TAR da cui attendiamo un giudizio imparziale e definitivo sulla vicenda del presunto abuso edilizio.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
lunedì 5 dicembre 2011
Gestione dei rifiuti e salute, un binomio inscindibile
E' apparsa sulla stampa locale, qualche giorno fa, l'opinione di Maura Franchi sulla gestione della raccolta differenziata in alcuni quartieri della città.
La gestione dei rifiuti è uno dei problemi di maggiore impatto sulla qualità ambientale ed ha dirette conseguenze sulla nostra salute, di oggi e di domani, come si è evinto dai risultati dello studio Moniter, appena pubblicati.
I piccoli gesti quotidiani, che in questo caso si moltiplicano per i milioni che siamo, modificano concretamente la qualità dei nostri suoli, della nostra aria, del nostro mondo.
Un oggetto riciclato torna a nuova vita senza far danno.
Un oggetto bruciato, o messo in discarica, oltre a non essere più utile alla comunità, crea una emissione inquinante più o meno dannosa, con una perdita definitiva del suo valore intrinseco (non è possibile rigenerare un oggetto partendo dal fumo di un camino)
Così non dobbiamo e non possiamo permetterci di ridurre a fenomeno quasi folcloristico e di colore uno dei temi più scottanti nei paesi sviluppati, ed in particolare in quelli con il più alto tasso di ricchezza.
La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale.
Non esiste una tecnologia che permetta di gestire gli scarti in modo automatizzato, senza l'intervento delle nostre mani e dei nostri comportamenti.
Ma fa abbastanza tenerezza leggere che in un mondo complesso come il nostro, dove ogni giorno abbiamo a che fare con sistemi che richiedono competenze multiple, ci si trovi in difficoltà di fronte a materiali come la carta, solo perché a volte è cartone e a volte è foglio.
La raccolta differenziata porta a porta con tariffazione puntuale è la modalità più efficace finora elaborata per l'ottimale separazione dei materiali, con l'obiettivo di evitare sprechi ma anche salvaguardare la nostra economia e la nostra salute.
Certo è fondamentale che la sua adozione diventi una azione condivisa con la popolazione, anticipata e posticipate nel tempo con adeguata informazione e formazione.
Il dialogo tra il gestore e i cittadini deve essere costante e reciproco, il confronto sui dettagli la costante tensione verso il miglioramento, per affrontare proprio i dubbi e le difficoltà che possono nascere nella pratica quotidiana.
Un approccio che sicuramente non è stato ottimale nei quartieri dove è stata introdotta la raccolta spinta. Non si spiegano altrimenti le segnalazioni ripetute di difficoltà operative.
Detto questo anche alcuni passaggi della lettera di Maria Franchi non ci possono sfuggire.
Si lamenta la presenza in casa di mucchi di materiali in attesa di espulsione.
Questi materiali siamo noi ad averli acquistati e fino ad un attimo prima non erano rifiuti e non si notava il loro ingombro. Utili per un certo lasso temporale, ingombranti appena dopo.
Certamente ancora tanti passi vanno compiuti, ad esempio sul fronte della produzione degli imballaggi.
Che sono spesso ridondanti, eccessivi, composti di materiali eterogenei che creano la difficoltà di un loro riciclo. In questo settore è necessario un passo avanti normativo che conduca l'industria verso una produzione riciclabile in origine, che riduca al minimo gli imballi e che questi ultimi siano non solo riciclabili al 100% ma anche in un modo pratico.
Il nostro rapporto con i materiali post utilizzo è proprio sbagliato nell'approccio.
Solo togliendo il cordone sanitario tra noi e loro possiamo vederli sotto una nuova luce.
I rifiuti sono miniere di materiali, e come tali vanno trattati.
La gestione dei rifiuti non si riduce a dove mettere un materiale rispetto ad un altro.
E' un mondo ben più strutturato, che può essere un problema o una risorsa, secondo il modo in cui noi lo affrontiamo.
Ogni piccola frazione di questo puzzle può essere positiva o negativa, dipende del nostro modo di utilizzare la singola tessera.
Gli scarti organici possono diventare prezioso humus per le nostre terre, un valido concime che ha un costo irrisorio, visto che la materia prima la mettiamo noi, gratuitamente.
Ma se mal-trattati perdono una parte cospicua del loro potenziale: usare sacchetti di plastica per la raccolta, gettarli nell'indifferenziato, mischiarli a materiali non organici, sono tutti esempi di cattiva gestione.
Il “rifiutologo”, peraltro incompleto, ma anche errato perché le plastiche non Conai possono essere tranquillamente recuperate come materia prima secondo con un un impianto ad estrusione, è solo un vocabolario a cui riferirci solo nei casi di dubbio, che dopo una minima esperienza si riducono fino a raggiungere quasi lo zero.
Pur parlando tutta la lingua nazionale, capita ogni tanto di dover imbracciare il tomo di riferimento per sciogliere alcune incertezze, ma con questo non lo indichiamo con acredine, rimane uno strumento di ulteriore approfondimento, quando proprio serve.
Infine dobbiamo anche comprendere che dalla qualità del nostro agire dipendono i risultati complessivi della gestione: che significa in soldoni anche maggiori risorse per i comuni, che a loro volta possono sostenere servizi in più.
E' la qualità della raccolta differenziata che fa la differenza. Una Rd fatta male comporta un tasso di scarti alto, che si traduce in un calo dei contributi dei consorzi di filiera, che ovviamente non pagano i comuni per gli scarti, ma solo per materiale realmente utilizzabile.
Sono dati questi che vanno anche comunicati alla cittadinanza, che deve essere partecipe anche delle dinamiche che accadono prima e dopo il loro gesto singolo.
Alla fine, in un certo senso, sono i cittadini i responsabili primi della gestione degli scarti, a loro va data competenza, responsabilità, ed anche coscienza sulle conseguenze, positive ma anche negative, dei loro gesti.
Noi pensiamo ne valga davvero la pena.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
La gestione dei rifiuti è uno dei problemi di maggiore impatto sulla qualità ambientale ed ha dirette conseguenze sulla nostra salute, di oggi e di domani, come si è evinto dai risultati dello studio Moniter, appena pubblicati.
I piccoli gesti quotidiani, che in questo caso si moltiplicano per i milioni che siamo, modificano concretamente la qualità dei nostri suoli, della nostra aria, del nostro mondo.
Un oggetto riciclato torna a nuova vita senza far danno.
Un oggetto bruciato, o messo in discarica, oltre a non essere più utile alla comunità, crea una emissione inquinante più o meno dannosa, con una perdita definitiva del suo valore intrinseco (non è possibile rigenerare un oggetto partendo dal fumo di un camino)
Così non dobbiamo e non possiamo permetterci di ridurre a fenomeno quasi folcloristico e di colore uno dei temi più scottanti nei paesi sviluppati, ed in particolare in quelli con il più alto tasso di ricchezza.
La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale.
Non esiste una tecnologia che permetta di gestire gli scarti in modo automatizzato, senza l'intervento delle nostre mani e dei nostri comportamenti.
Ma fa abbastanza tenerezza leggere che in un mondo complesso come il nostro, dove ogni giorno abbiamo a che fare con sistemi che richiedono competenze multiple, ci si trovi in difficoltà di fronte a materiali come la carta, solo perché a volte è cartone e a volte è foglio.
La raccolta differenziata porta a porta con tariffazione puntuale è la modalità più efficace finora elaborata per l'ottimale separazione dei materiali, con l'obiettivo di evitare sprechi ma anche salvaguardare la nostra economia e la nostra salute.
Certo è fondamentale che la sua adozione diventi una azione condivisa con la popolazione, anticipata e posticipate nel tempo con adeguata informazione e formazione.
Il dialogo tra il gestore e i cittadini deve essere costante e reciproco, il confronto sui dettagli la costante tensione verso il miglioramento, per affrontare proprio i dubbi e le difficoltà che possono nascere nella pratica quotidiana.
Un approccio che sicuramente non è stato ottimale nei quartieri dove è stata introdotta la raccolta spinta. Non si spiegano altrimenti le segnalazioni ripetute di difficoltà operative.
Detto questo anche alcuni passaggi della lettera di Maria Franchi non ci possono sfuggire.
Si lamenta la presenza in casa di mucchi di materiali in attesa di espulsione.
Questi materiali siamo noi ad averli acquistati e fino ad un attimo prima non erano rifiuti e non si notava il loro ingombro. Utili per un certo lasso temporale, ingombranti appena dopo.
Certamente ancora tanti passi vanno compiuti, ad esempio sul fronte della produzione degli imballaggi.
Che sono spesso ridondanti, eccessivi, composti di materiali eterogenei che creano la difficoltà di un loro riciclo. In questo settore è necessario un passo avanti normativo che conduca l'industria verso una produzione riciclabile in origine, che riduca al minimo gli imballi e che questi ultimi siano non solo riciclabili al 100% ma anche in un modo pratico.
Il nostro rapporto con i materiali post utilizzo è proprio sbagliato nell'approccio.
Solo togliendo il cordone sanitario tra noi e loro possiamo vederli sotto una nuova luce.
I rifiuti sono miniere di materiali, e come tali vanno trattati.
La gestione dei rifiuti non si riduce a dove mettere un materiale rispetto ad un altro.
E' un mondo ben più strutturato, che può essere un problema o una risorsa, secondo il modo in cui noi lo affrontiamo.
Ogni piccola frazione di questo puzzle può essere positiva o negativa, dipende del nostro modo di utilizzare la singola tessera.
Gli scarti organici possono diventare prezioso humus per le nostre terre, un valido concime che ha un costo irrisorio, visto che la materia prima la mettiamo noi, gratuitamente.
Ma se mal-trattati perdono una parte cospicua del loro potenziale: usare sacchetti di plastica per la raccolta, gettarli nell'indifferenziato, mischiarli a materiali non organici, sono tutti esempi di cattiva gestione.
Il “rifiutologo”, peraltro incompleto, ma anche errato perché le plastiche non Conai possono essere tranquillamente recuperate come materia prima secondo con un un impianto ad estrusione, è solo un vocabolario a cui riferirci solo nei casi di dubbio, che dopo una minima esperienza si riducono fino a raggiungere quasi lo zero.
Pur parlando tutta la lingua nazionale, capita ogni tanto di dover imbracciare il tomo di riferimento per sciogliere alcune incertezze, ma con questo non lo indichiamo con acredine, rimane uno strumento di ulteriore approfondimento, quando proprio serve.
Infine dobbiamo anche comprendere che dalla qualità del nostro agire dipendono i risultati complessivi della gestione: che significa in soldoni anche maggiori risorse per i comuni, che a loro volta possono sostenere servizi in più.
E' la qualità della raccolta differenziata che fa la differenza. Una Rd fatta male comporta un tasso di scarti alto, che si traduce in un calo dei contributi dei consorzi di filiera, che ovviamente non pagano i comuni per gli scarti, ma solo per materiale realmente utilizzabile.
Sono dati questi che vanno anche comunicati alla cittadinanza, che deve essere partecipe anche delle dinamiche che accadono prima e dopo il loro gesto singolo.
Alla fine, in un certo senso, sono i cittadini i responsabili primi della gestione degli scarti, a loro va data competenza, responsabilità, ed anche coscienza sulle conseguenze, positive ma anche negative, dei loro gesti.
Noi pensiamo ne valga davvero la pena.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 5 dicembre 2011
-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
domenica 4 dicembre 2011
Chi ha paura del 7 dicembre?
Fra 3 giorni il Tar si pronuncerà nel merito della vicenda del mancato titolo edilizio del cantiere dell'inceneritore di Iren.
Attendiamo con trepidazione questa data, nella speranza che sia fatta giustizia.
Ovviamente l'apparente silenzio sulla scadenza è tutt'altro che reale.
Sappiamo benissimo che si cercherà di fare tutto il possibile per non arrivare davanti ai giudici, oppure arrivarci con un patto pappa e ciccia che sgonfi la questione a pura formalità.
L'arrivo della Cancellieri in città era coinciso con il tentativo da parte di Iren di arrivare a miti consigli con l'amministrazione comunale, mettendo in cantiere un atto transattivo che annullasse le diatribe e portasse a termine il progetto senza altri inciampi.
Abbiamo denunciato questa situazione insieme agli avvocati De Angelis e Allegri.
All'arrivo del commissario Ciclosi in città, abbiamo scritto una lettera aperta in cui invitavamo tutti i contendenti alla trasparenza, alla pazienza di attendere il responso dei giudici, ad anteporre davanti a tutto il bene dei cittadini.
Abbiamo anche incontrato il commissario Ciclosi, al quale abbiamo illustrato per sommi capi la storia della vicenda, cercando di chiarire che Gcr sta solamente cercando la luce del vero, senza creare allarmismi, ma facendo emergere tutti gli studi che segnalano i rischi sanitari che si corrono nell'utilizzo di un inceneritore.
Al commissario abbiamo anche sottolineato come il nostro no sia stato accompagnato da un piano alternativo depositato e dimenticato in qualche cassetto di Provincia e Comune, ribadendo la nostra disponibilità a intavolare un dialogo aperto e costruttivo con tutti gli attori.
Ci siamo lasciati così con il commissario, con la certezza che la trasparenza sia il suo metro di giudizio e di comportamento, ed esprimendo la nostra fiducia al suo operato.
Ci sembrerebbe assai strano che il commissario Ciclosi fosse in procinto di ripercorrere le stesse tortuose strada dal suo predecessore, ne saremmo davvero stupiti e sgomenti.
Non sappiamo se il Comune di Parma abbia depositato la memoria difensiva al Tar in vista dell'appuntamento del 7. Diamo però per scontato che l'amministrazione abbia confermato all'avvocato Chiti le corrette indicazioni e che quest'ultimo abbia diligentemente consegnato ai giudici le sue riflessioni e che sia pronto a difendere l'operato dell'amministrazione con tutte le carte a disposizione.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 dicembre 2011
-3 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+552 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 154 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Attendiamo con trepidazione questa data, nella speranza che sia fatta giustizia.
Ovviamente l'apparente silenzio sulla scadenza è tutt'altro che reale.
Sappiamo benissimo che si cercherà di fare tutto il possibile per non arrivare davanti ai giudici, oppure arrivarci con un patto pappa e ciccia che sgonfi la questione a pura formalità.
L'arrivo della Cancellieri in città era coinciso con il tentativo da parte di Iren di arrivare a miti consigli con l'amministrazione comunale, mettendo in cantiere un atto transattivo che annullasse le diatribe e portasse a termine il progetto senza altri inciampi.
Abbiamo denunciato questa situazione insieme agli avvocati De Angelis e Allegri.
All'arrivo del commissario Ciclosi in città, abbiamo scritto una lettera aperta in cui invitavamo tutti i contendenti alla trasparenza, alla pazienza di attendere il responso dei giudici, ad anteporre davanti a tutto il bene dei cittadini.
Abbiamo anche incontrato il commissario Ciclosi, al quale abbiamo illustrato per sommi capi la storia della vicenda, cercando di chiarire che Gcr sta solamente cercando la luce del vero, senza creare allarmismi, ma facendo emergere tutti gli studi che segnalano i rischi sanitari che si corrono nell'utilizzo di un inceneritore.
Al commissario abbiamo anche sottolineato come il nostro no sia stato accompagnato da un piano alternativo depositato e dimenticato in qualche cassetto di Provincia e Comune, ribadendo la nostra disponibilità a intavolare un dialogo aperto e costruttivo con tutti gli attori.
Ci siamo lasciati così con il commissario, con la certezza che la trasparenza sia il suo metro di giudizio e di comportamento, ed esprimendo la nostra fiducia al suo operato.
Ci sembrerebbe assai strano che il commissario Ciclosi fosse in procinto di ripercorrere le stesse tortuose strada dal suo predecessore, ne saremmo davvero stupiti e sgomenti.
Non sappiamo se il Comune di Parma abbia depositato la memoria difensiva al Tar in vista dell'appuntamento del 7. Diamo però per scontato che l'amministrazione abbia confermato all'avvocato Chiti le corrette indicazioni e che quest'ultimo abbia diligentemente consegnato ai giudici le sue riflessioni e che sia pronto a difendere l'operato dell'amministrazione con tutte le carte a disposizione.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 dicembre 2011
-3 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+552 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 154 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Parma Regresso
Socialisti e Parma Progresso si trovano bene insieme e concordano: l'inceneritore ci vuole.
Davvero un segno dei tempi che avanzano. Il nuovo che si impone in città.
Si sono già spesi 130 milioni di euro, chissà come fanno a saperlo, e quindi non vanno buttati via. Invece la salute dei parmigiani può attendere. I parti pre termine, l'aumento dei linfomi non Hodkgin, gli aborti spontanei, emersi dallo studio Moniter, non fanno cassa.
L'autonomia territoriale della gestione dei rifiuti par essere il primum movens dei socialisti+parmaprogressisti, peccato che la riforma degli Ato in corso in queste ore in regione, della autonomia territoriale non importi più nulla ed anzi, a giudicare dalle bozze, si intende far arrivare rifiuti agli inceneritori anche da fuori regione, mica bruscolini.
Ma Parma Progresso non è aggiornata, probabilmente, sui temi, come del resto i loro amici socialisti.
Non si rendono conto che già oggi con le tecnologie attuali è possibile fare a meno del forno per valorizzare i materiali che invece si vogliono bruciare e perdere per sempre.
Non sanno che con la raccolta differenziata porta a porta il rapporto occupazionale è di 15 a 1 rispetto ad una gestione a cassonetti stradali (quanti ancora ce ne sono in città...).
Non sanno che la frazione organica, se opportunamente separata alla fonte, diventa uno straordinario concime per le nostre terre riarse, mentre scandalosamente nel centro città ancora si mischia tutto insieme, secco e umido, per buttarlo nelle tombe dei materiali quali sono i bidoni stradali.
Non sanno che la comunità europea, nel 2008, ha riformato la legge quadro invitando gli stati membri a trasformare l'Europa in una società del riciclaggio.
Non sanno che l'inceneritore non garantirà l'autosufficienza, visto che sarà necessaria la discarica di servizio per accogliere 40 mila tonnellate di ceneri ricche di metalli pesanti e diossine, le discariche speciali per le ceneri volanti (altamente tossiche), un impianto che accolga l'organico, che come anche oggi, viene portato fuori provincia perché a Parma non siamo stati capaci nemmeno di mettere in opera l'impianto di compostaggio a Malcantone (Mezzani).
E noi dovremmo fidarci di fare gestire ad una Spa che mira solo agli utili un impianto di incenerimento che ogni ora emetterà in atmosfera 144 mila metri cubi di aria sporca?
Noi sappiamo di non doverci fidare.
Loro cosa sanno non si sa.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 dicembre 2011
-3 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+552 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 154 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Davvero un segno dei tempi che avanzano. Il nuovo che si impone in città.
Si sono già spesi 130 milioni di euro, chissà come fanno a saperlo, e quindi non vanno buttati via. Invece la salute dei parmigiani può attendere. I parti pre termine, l'aumento dei linfomi non Hodkgin, gli aborti spontanei, emersi dallo studio Moniter, non fanno cassa.
L'autonomia territoriale della gestione dei rifiuti par essere il primum movens dei socialisti+parmaprogressisti, peccato che la riforma degli Ato in corso in queste ore in regione, della autonomia territoriale non importi più nulla ed anzi, a giudicare dalle bozze, si intende far arrivare rifiuti agli inceneritori anche da fuori regione, mica bruscolini.
Ma Parma Progresso non è aggiornata, probabilmente, sui temi, come del resto i loro amici socialisti.
Non si rendono conto che già oggi con le tecnologie attuali è possibile fare a meno del forno per valorizzare i materiali che invece si vogliono bruciare e perdere per sempre.
Non sanno che con la raccolta differenziata porta a porta il rapporto occupazionale è di 15 a 1 rispetto ad una gestione a cassonetti stradali (quanti ancora ce ne sono in città...).
Non sanno che la frazione organica, se opportunamente separata alla fonte, diventa uno straordinario concime per le nostre terre riarse, mentre scandalosamente nel centro città ancora si mischia tutto insieme, secco e umido, per buttarlo nelle tombe dei materiali quali sono i bidoni stradali.
Non sanno che la comunità europea, nel 2008, ha riformato la legge quadro invitando gli stati membri a trasformare l'Europa in una società del riciclaggio.
Non sanno che l'inceneritore non garantirà l'autosufficienza, visto che sarà necessaria la discarica di servizio per accogliere 40 mila tonnellate di ceneri ricche di metalli pesanti e diossine, le discariche speciali per le ceneri volanti (altamente tossiche), un impianto che accolga l'organico, che come anche oggi, viene portato fuori provincia perché a Parma non siamo stati capaci nemmeno di mettere in opera l'impianto di compostaggio a Malcantone (Mezzani).
E noi dovremmo fidarci di fare gestire ad una Spa che mira solo agli utili un impianto di incenerimento che ogni ora emetterà in atmosfera 144 mila metri cubi di aria sporca?
Noi sappiamo di non doverci fidare.
Loro cosa sanno non si sa.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 dicembre 2011
-3 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+552 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 154 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Medici Isde: Moniter, risultati preoccupanti
Sono stati presentati a Bologna i risultati definitivi dello studio Moniter, studio avviato nel 2007 dalla Regione Emilia Romagna per indagare gli effetti sull’ambiente e sulla salute nelle popolazioni residenti in prossimità degli 8 inceneritori presenti sul territorio regionale.
Tali risultati , in particolare l’incremento dei linfomi non Hodgkin nella coorte di Modena, appaiono come segnali di allarme circa l'esistenza di ricadute negative per la salute nelle popolazioni esposte alle emissioni di questi impianti ed appaiono coerenti con altre segnalazioni emerse dalla letteratura.
Abbiamo infatti appreso che ai rischi già segnalati di “piccoli per età gestazionale” (ovvero di neonati di di peso inferiore alla nascita di quanto ci si sarebbe aspettato) e di “nascite pretermine”, si aggiunge anche un “andamento crescente della prevalenza di aborti spontanei in relazione ai livelli di esposizione”, un “andamento crescente con l’esposizione a carico della totalità delle malformazioni”.
Inoltre la “mortalità per tumore a fegato e pancreas nei maschi è significativamente associata nel livello di esposizione più elevato” e si registrano inoltre incrementi anche di incidenza per tumore al pancreas nei maschi e, nella coorte di Modena più a lungo indagata, incrementi per tumore al polmone nei maschi, tumore al colon, ovaio ed endometrio nelle femmine e linfomi non Hodgkin in entrambi i sessi.
Segnaliamo che tali rischi, visti i tempi di latenza delle patologie tumorali, potrebbero non essersi ancora manifestati in maniera totale nelle altre coorti che non risultano altrettanto indagate come quella di Modena per quanto attiene l'esposizione temporale.
Inoltre non ci sembra che siano stati indagati effetti a breve termine, in particolare nei bambini, quali i ricoveri per patologie respiratorie e cardiache, indicatori eccellenti di danni immediati alla salute umana e “premonitori” dei danni a più lungo termine.
Ricordiamo che un recente studio condotto a Seoul su 4 inceneritori che rispettano i limiti emissivi ha valutato -per soli 4 inquinanti (PM10, NOx, SO2, CO)- un carico complessivo di morti e malati di ben 297/persone anno.
Se poi si tiene conto che in letteratura gli studi che hanno prodotto i risultati più significativi hanno indagato popolazioni residenti entro 10 km e sono stati condotti su decine di impianti (nel Moniter indagati 8 impianti per un raggio di 4 km ciascuno), le nostre preoccupazioni non possono che aumentare.
Spiace inoltre constatare che nello studio Moniter, costato 3 milioni e 400 mila euro e che ha previsto sofisticate indagini ambientali, la ricerca della diossine sia stata fatta nel particolato aereo e non in polli o altri matrici viventi, dove effettivamente questi inquinanti si accumulano, come esami autonomamente condotti a Forlì hanno evidenziato.
Non può quindi che destare profondo sconcerto la rassicurazione a pieno campo operata dai decisori politici con il comunicato stampa emesso dalla Giunta Regionale che letteralmente recita: “l’indagine epidemiologica condotta nell’ambito di Moniter non mostra un incremento del rischio né per patologie tumorali, né per la mortalità in generale... Rimane solo la conferma di un aumento delle nascite pre termine... Anche questo dato rimane tuttavia entro la media regionale e non è correlato a nessun aumento di rischio per la salute dei neonati”.
A nostro avviso, ma evidentemente anche per il Presidente del Comitato Scientifico che ha invitato a ritirare il comunicato suddetto, i risultati di Moniter sono quanto meno segnali da non sottovalutare, tanto più che viviamo nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate del pianeta.
Pertanto, in accordo con i colleghi di Seoul non possiamo che ribadire che “nessun ulteriore aggravio per la salute umana proveniente dall'incenerimento dei rifiuti può essere considerato accettabile”.
Sezioni ISDE Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Piacenza
Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente
www.isde.it
Tali risultati , in particolare l’incremento dei linfomi non Hodgkin nella coorte di Modena, appaiono come segnali di allarme circa l'esistenza di ricadute negative per la salute nelle popolazioni esposte alle emissioni di questi impianti ed appaiono coerenti con altre segnalazioni emerse dalla letteratura.
Abbiamo infatti appreso che ai rischi già segnalati di “piccoli per età gestazionale” (ovvero di neonati di di peso inferiore alla nascita di quanto ci si sarebbe aspettato) e di “nascite pretermine”, si aggiunge anche un “andamento crescente della prevalenza di aborti spontanei in relazione ai livelli di esposizione”, un “andamento crescente con l’esposizione a carico della totalità delle malformazioni”.
Inoltre la “mortalità per tumore a fegato e pancreas nei maschi è significativamente associata nel livello di esposizione più elevato” e si registrano inoltre incrementi anche di incidenza per tumore al pancreas nei maschi e, nella coorte di Modena più a lungo indagata, incrementi per tumore al polmone nei maschi, tumore al colon, ovaio ed endometrio nelle femmine e linfomi non Hodgkin in entrambi i sessi.
Segnaliamo che tali rischi, visti i tempi di latenza delle patologie tumorali, potrebbero non essersi ancora manifestati in maniera totale nelle altre coorti che non risultano altrettanto indagate come quella di Modena per quanto attiene l'esposizione temporale.
Inoltre non ci sembra che siano stati indagati effetti a breve termine, in particolare nei bambini, quali i ricoveri per patologie respiratorie e cardiache, indicatori eccellenti di danni immediati alla salute umana e “premonitori” dei danni a più lungo termine.
Ricordiamo che un recente studio condotto a Seoul su 4 inceneritori che rispettano i limiti emissivi ha valutato -per soli 4 inquinanti (PM10, NOx, SO2, CO)- un carico complessivo di morti e malati di ben 297/persone anno.
Se poi si tiene conto che in letteratura gli studi che hanno prodotto i risultati più significativi hanno indagato popolazioni residenti entro 10 km e sono stati condotti su decine di impianti (nel Moniter indagati 8 impianti per un raggio di 4 km ciascuno), le nostre preoccupazioni non possono che aumentare.
Spiace inoltre constatare che nello studio Moniter, costato 3 milioni e 400 mila euro e che ha previsto sofisticate indagini ambientali, la ricerca della diossine sia stata fatta nel particolato aereo e non in polli o altri matrici viventi, dove effettivamente questi inquinanti si accumulano, come esami autonomamente condotti a Forlì hanno evidenziato.
Non può quindi che destare profondo sconcerto la rassicurazione a pieno campo operata dai decisori politici con il comunicato stampa emesso dalla Giunta Regionale che letteralmente recita: “l’indagine epidemiologica condotta nell’ambito di Moniter non mostra un incremento del rischio né per patologie tumorali, né per la mortalità in generale... Rimane solo la conferma di un aumento delle nascite pre termine... Anche questo dato rimane tuttavia entro la media regionale e non è correlato a nessun aumento di rischio per la salute dei neonati”.
A nostro avviso, ma evidentemente anche per il Presidente del Comitato Scientifico che ha invitato a ritirare il comunicato suddetto, i risultati di Moniter sono quanto meno segnali da non sottovalutare, tanto più che viviamo nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate del pianeta.
Pertanto, in accordo con i colleghi di Seoul non possiamo che ribadire che “nessun ulteriore aggravio per la salute umana proveniente dall'incenerimento dei rifiuti può essere considerato accettabile”.
Sezioni ISDE Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Piacenza
Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente
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