Sabato di fermento al mercato del contadino di via Imbriani, dove i sostenitori del Gcr sono in missione per incontrare i cittadini e dare informazioni su Boicottiren, la campagna di boicottaggio di Iren lanciata lunedì scorso.
Grande attenzione da parte dei cittadini, grande curiosità, molto disappunto nei confronti della multiutility anche da parte di persone che sono allacciate al teleriscaldamento e vorrebbero cambiare gestore.
A questi utenti consigliamo vivamente di fare il punto della loro situazione attivandosi per una verifica dei costi. Basta confrontare con il proprio idraulico di fiducia o tramite l'amministrazione i costi di riscaldamento rispetto all'uso di una caldaia a condensazione. Le sorprese non mancheranno.
Dicevamo del grande disappunto dei cittadini di Parma nei confronti di Iren, ritenuta corresponsabile dell'inceneritore mostro in costruzione a Ugozzolo.
Non capiscono i cittadini come mai la ex municipalizzata non si interessi alle ricadute ambientali dell'impianto e non scelga una strada più moderna e virtuosa di gestire i rifiuti e gli scarti prodotti dalla città.
Non capiscono i cittadini come mai a 2011 inoltrato Parma non abbia ancora adottato il sistema di raccolta domiciliare porta a porta e si permetta al gestore di bruciare carta e plastica che potrebbero essere riciclati, risparmiando sui costi e non inquinando l'ambiente di sostanza tossiche.
Ha molto colpito la notizia giunta da Forlì dei polli, delle uova e del latte materno contaminati da diossina, in residenze poco distanti dall'inceneritore.
Anche Parma farà la stessa fine.
Una cosa è certa: Iren si prepari a fronteggiare un abbandono di utenze non da poco se gli strali dei cittadini ascoltati questa mattina si concretizzeranno in una adesione al boicottaggio. Iren non potrà tanto sorridere di fronte a clienti che abbandonano l'azienda con una motivazione che va oltre i costi ma che colpisce la stessa politica aziendale.
Ci pensi Iren, ci pensi il comune di Parma, ci pensi la Provincia a questa situazione di deriva che colpirà le stesse casse della Spa e di conseguenza gli utili dei comuni soci.
Siamo ancora in tempo a dimostrare ai cittadini che Iren intende ascoltare la voce dei clienti e dei cittadini di Parma e cambiare strategia, guardando alle moderne tecnologie e non ad ossimori come sono gli inceneritori.
Siamo ancora in tempo, ancora per poco.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 aprile 2011
-379 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+327 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 23 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
Boicottiren dilaga a Genova
Pochi giorni dal lancio della campagna Boicottiren e l'iniziativa viene fatta proprio dal comitato che lotta a Genova contro il progetto di un gassificatore. La notizia viene riportata sul Corriere Mercantile di oggi.
Il Comitato per Scarpino è oggi la principale organizzazione di Cittadini, a Genova, che si batte contro l'incenerimento dei rifiuti e le discariche, impegnato inoltre nella difesa della scuola pubblica.
Il portavoce Felice Airoldi, venuto a conoscenza dell'iniziativa del Gcr, non solo ha aderito ma anche trasmesso ai suoi la nuova battaglia, per colpire Iren anche a Genova.
Così è stata lanciata una campagna di boicottaggio nei confronti di Iren che si appresta a costruire il tanto contestato impianto di gassificazione.
Dopo tanti anni, tante iniziative pubbliche di informazione, presidi, manifestazioni i cittadini di Borzoli, hanno deciso di chiedere a tutti i Genovesi che hanno a cuore la salute e la salvaguardia del territorio del ponente ed ai cittadini delle altre zone servite dalla società quotata in borsa che si occupa della fornitura di energia elettrica, gas e dei rifiuti di cambiare gestore, motivando con una lettera da inviare all'azienda la propria scelta.
"Non con i miei soldi, non sulla mia salute, passiamo tutti ad un altro gestore" è lo slogan inviato per sensibilizzare i cittadini sulla possibilità di rivolgersi ad altri gestori.
Oggi con Iren, società quotata in borsa, gli utenti sono diventati solamente clienti e non hanno più voce in capitolo sulle scelte strategiche aziendali.
Amiu e Iren stanno per realizzare un grande inceneritore che secondo tutti gli esperti internazionali, con i quali Per Scarpino si è confrontato, sarà gravemente dannoso per la salute e per l'ambiente.
Nonostante tutti gli sforzi di informazione e di dialogo nessuno ha mai ascoltato la voce dei cittadini, che ora passano alle vie di fatto, testimoniando la loro opinione con un gesto come il boicottaggio, che sottrae finanziamenti a queste società che non vogliono salvaguardare l'ambiente in cui operano e guadagano.
Boicottiren dilaga, prende un ambito sovra provinciale e si affaccia all'intero Paese.
La gente è stanca di chiacchiere e si sta orientando a fare i fatti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 aprile 2011
-380 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+326 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Il Comitato per Scarpino è oggi la principale organizzazione di Cittadini, a Genova, che si batte contro l'incenerimento dei rifiuti e le discariche, impegnato inoltre nella difesa della scuola pubblica.
Il portavoce Felice Airoldi, venuto a conoscenza dell'iniziativa del Gcr, non solo ha aderito ma anche trasmesso ai suoi la nuova battaglia, per colpire Iren anche a Genova.
Così è stata lanciata una campagna di boicottaggio nei confronti di Iren che si appresta a costruire il tanto contestato impianto di gassificazione.
Dopo tanti anni, tante iniziative pubbliche di informazione, presidi, manifestazioni i cittadini di Borzoli, hanno deciso di chiedere a tutti i Genovesi che hanno a cuore la salute e la salvaguardia del territorio del ponente ed ai cittadini delle altre zone servite dalla società quotata in borsa che si occupa della fornitura di energia elettrica, gas e dei rifiuti di cambiare gestore, motivando con una lettera da inviare all'azienda la propria scelta.
"Non con i miei soldi, non sulla mia salute, passiamo tutti ad un altro gestore" è lo slogan inviato per sensibilizzare i cittadini sulla possibilità di rivolgersi ad altri gestori.
Oggi con Iren, società quotata in borsa, gli utenti sono diventati solamente clienti e non hanno più voce in capitolo sulle scelte strategiche aziendali.
Amiu e Iren stanno per realizzare un grande inceneritore che secondo tutti gli esperti internazionali, con i quali Per Scarpino si è confrontato, sarà gravemente dannoso per la salute e per l'ambiente.
Nonostante tutti gli sforzi di informazione e di dialogo nessuno ha mai ascoltato la voce dei cittadini, che ora passano alle vie di fatto, testimoniando la loro opinione con un gesto come il boicottaggio, che sottrae finanziamenti a queste società che non vogliono salvaguardare l'ambiente in cui operano e guadagano.
Boicottiren dilaga, prende un ambito sovra provinciale e si affaccia all'intero Paese.
La gente è stanca di chiacchiere e si sta orientando a fare i fatti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 aprile 2011
-380 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+326 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
10 domande a CGIL
a cui la Cgil non può rispondere (peccato)
Nel 1999 il Decreto Bersani ha liberalizzato l'offerta dell'energia elettrica, cominciando così la trasformazione effettiva del settore da monopolio a libero mercato regolamentato dall’AEEG l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. In questo contesto oggi la clientela può liberamente scegliere a quale azienda affidarsi. La CGIL è d'accordo?
A fronte della trasformazione di Amps in Spa ed in considerazione degli stipendi dell'amministratore delegato e degli altri dirigenti, equiparati al mercato dei colossi nell'erogazione di servizi primari che operano in regime di libera concorrenza, che senso ha parlare oggi di società pubblica?
Se ha ancora senso parlare di società pubblica quale ruolo decisionale, ritiene la CGIL, possa essere ancora in capo a provincie e comuni, data la loro esigue partecipazioni?
Se CGIL Parma ritiene invece che sia prioritario il ruolo pubblico di questo Ente, come mai non ha fatto sentire la propria voce in merito alle fusioni e agli stipendi d'oro, contestati negli altri territori?
I consiglieri di PRC di Reggio Emilia hanno presentato un ordine del giorno in Comune che chiedeva la diminuzione di questi stipendi, accolta e fatta propria dal Sindaco Delrio, il 28 ottobre 2010. Il Consiglio Comunale di Collecchio ha approvato un Ordine del Giorno per abbattere i super stipendi dei dirigenti massimi di IREN, definendo “sbagliato ed immorale” che un dirigente di IREN - come il direttore, il presidente o l'amministratore delegato - guadagni più del presidente degli stati Uniti, Obama. A Reggio hanno alzato la voce le associazioni dei consumatori e la Cisl. Quali passi sono stati compiuti dalla CIGL in tal senso?
La CGIL conosce lo stato dei contratti dei lavoratori delle cooperative a cui vengono affidati gli appalti per la raccolta dei rifiuti? E' ancora possibile parlare, all'interno di questi, di "buona occupazione”, secondo i dettami del "protocollo d'intesa per contrastare irregolarità, illegalità eprecarietà del lavoro e per tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito degli appalti pubblici e privati di servizi nel parmense”?
Cosa pensa la CGIL delle dichiarazioni in merito all'operazione Iren rilasciate in un comunicato da Nando Mainardi - segretario Prc Emilia-Romagna - che definisce la questione stipendi d'oro un ulteriore tassello di una operazione avversata fin dall'inizio che produce centralità dei profitti, della Borsa, dei privati, dei manager; marginalità dei territori, dei servizi, dei lavoratori, degli enti locali?
Sulla gestione dell'acqua da parte delle Multiutility questi sono i dati forniti da Co.n.vi.ri., il Comitato ministeriale di Vigilanza sulle Risorse idriche secondo cui "negli ultimi dieci anni le tariffe in Italia sono aumentate del 68% mentre l’inflazione solo del 21%.
Da quando esistono le Spa, l’occupazione del settore si è ridotta del 15-20 % con un’impennata della precarizzazione? Quanti posti di lavoro stabili sono stati generati da Iren?
La CGIL è al corrente che a Parma non esiste una carta della qualità del servizio idrico ed il prezzo dell’acqua in un anno è salito del 21,7%?
La CGIL è d'accordo con le dichiarazioni di Andrea Viero (Iren) che afferma: “Il referendum sull'acqua mette a rischio gli investimenti sulla rete idrica”, rilasciate alla stampa?
La CGIL pensa che non esistendo una carta regionale della tariffazione dei servizi, l'introduzione di questa possa tutelare i cittadini rispetto a consumi che gravano pesantemente sul reddito delle famiglie e delle imprese?
Chissà da che parte sta Cgil, noi non lo capiamo.
O meglio lo capiamo, ma abbiamo vergogna a scriverlo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 aprile 2011
-380 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+326 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Nel 1999 il Decreto Bersani ha liberalizzato l'offerta dell'energia elettrica, cominciando così la trasformazione effettiva del settore da monopolio a libero mercato regolamentato dall’AEEG l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. In questo contesto oggi la clientela può liberamente scegliere a quale azienda affidarsi. La CGIL è d'accordo?
A fronte della trasformazione di Amps in Spa ed in considerazione degli stipendi dell'amministratore delegato e degli altri dirigenti, equiparati al mercato dei colossi nell'erogazione di servizi primari che operano in regime di libera concorrenza, che senso ha parlare oggi di società pubblica?
Se ha ancora senso parlare di società pubblica quale ruolo decisionale, ritiene la CGIL, possa essere ancora in capo a provincie e comuni, data la loro esigue partecipazioni?
Se CGIL Parma ritiene invece che sia prioritario il ruolo pubblico di questo Ente, come mai non ha fatto sentire la propria voce in merito alle fusioni e agli stipendi d'oro, contestati negli altri territori?
I consiglieri di PRC di Reggio Emilia hanno presentato un ordine del giorno in Comune che chiedeva la diminuzione di questi stipendi, accolta e fatta propria dal Sindaco Delrio, il 28 ottobre 2010. Il Consiglio Comunale di Collecchio ha approvato un Ordine del Giorno per abbattere i super stipendi dei dirigenti massimi di IREN, definendo “sbagliato ed immorale” che un dirigente di IREN - come il direttore, il presidente o l'amministratore delegato - guadagni più del presidente degli stati Uniti, Obama. A Reggio hanno alzato la voce le associazioni dei consumatori e la Cisl. Quali passi sono stati compiuti dalla CIGL in tal senso?
La CGIL conosce lo stato dei contratti dei lavoratori delle cooperative a cui vengono affidati gli appalti per la raccolta dei rifiuti? E' ancora possibile parlare, all'interno di questi, di "buona occupazione”, secondo i dettami del "protocollo d'intesa per contrastare irregolarità, illegalità eprecarietà del lavoro e per tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito degli appalti pubblici e privati di servizi nel parmense”?
Cosa pensa la CGIL delle dichiarazioni in merito all'operazione Iren rilasciate in un comunicato da Nando Mainardi - segretario Prc Emilia-Romagna - che definisce la questione stipendi d'oro un ulteriore tassello di una operazione avversata fin dall'inizio che produce centralità dei profitti, della Borsa, dei privati, dei manager; marginalità dei territori, dei servizi, dei lavoratori, degli enti locali?
Sulla gestione dell'acqua da parte delle Multiutility questi sono i dati forniti da Co.n.vi.ri., il Comitato ministeriale di Vigilanza sulle Risorse idriche secondo cui "negli ultimi dieci anni le tariffe in Italia sono aumentate del 68% mentre l’inflazione solo del 21%.
Da quando esistono le Spa, l’occupazione del settore si è ridotta del 15-20 % con un’impennata della precarizzazione? Quanti posti di lavoro stabili sono stati generati da Iren?
La CGIL è al corrente che a Parma non esiste una carta della qualità del servizio idrico ed il prezzo dell’acqua in un anno è salito del 21,7%?
La CGIL è d'accordo con le dichiarazioni di Andrea Viero (Iren) che afferma: “Il referendum sull'acqua mette a rischio gli investimenti sulla rete idrica”, rilasciate alla stampa?
La CGIL pensa che non esistendo una carta regionale della tariffazione dei servizi, l'introduzione di questa possa tutelare i cittadini rispetto a consumi che gravano pesantemente sul reddito delle famiglie e delle imprese?
Chissà da che parte sta Cgil, noi non lo capiamo.
O meglio lo capiamo, ma abbiamo vergogna a scriverlo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 aprile 2011
-380 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+326 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
giovedì 21 aprile 2011
8 mesi fa
La nemesi dei sindacati
8 mesi fa mancavano 642 giorni all'avvio del forno di Ugozzolo e durante uno dei nostri tanti viaggi fatti per incontrare istituzioni, amministratori, associazioni, in lungo e in largo per la provincia di Parma, avevamo incontrato anche la neoeletta segretaria della CGIL Patrizia Maestri, per illustrarle il preoccupante quadro della situazione che si stava configurando per i lavoratori della zona nord di Parma in particolare e nel resto del territorio in generale.
In quella calda estate, quel 3 agosto 2010, avevamo parlato di pericoli per la salute, di una zona considerata a bassa densità abitativa nel progetto di Enia quando ad un rapido calcolo sulle aziende che si trovano nel raggio di soli 2 km dal camino, avevamo stimato in circa 10.000 i lavoratori che si recano ogni santo giorno, per oltre 8 ore, a respirare i 144.000 metri cubi/ora di aria sporca emessi dal forno targato Iren.
Barilla, SPIP, Iren, Chiesi, Ikea e decine di altre piccole e medie imprese sono infatti nelle immediate vicinanze del forno e ci sembrava veramente grottesca la definizione data dai progettisti all'area come una "zona a bassa densità abitativa".
Da quel 3 agosto abbiamo continuato a consumare scarpe e a bussare porte, puntando tutto o quasi sull'informazione ai cittadini, alle aziende ed alle istituzioni.
Dopo quel 3 agosto nessuna telefonata ricevuta dalla CGIL.
Ci eravamo salutati concedendoci un periodo di riflessione per far maturare all'interno di CGIL e di tutte le sue varie componenti la consapevolezza del problema, allo scopo di avere un'opinione in merito su un tema che dovrebbe essere di grande interesse per una organizzazione sindacale importante come la CGIL.
Dopo 8 mesi abbondanti apprendiamo oggi che la decisione è maturata. In un comunicato congiunto delle 3 segreterie, CGIL, CISL e UIL di Parma e dell’Emilia-Romagna, i sindacati levano gli scudi per disapprovare i metodi del GCR, quando invitano i cittadini contrari all'inceneritore a passare ai fatti, boicottando Iren per un altro gestore.
Questo succedeva alle 17.20 di ieri, martedì 20 aprile.
Poche ore dopo, alle 21.00, la UIL smentiva il comunicato stampa congiunto, attribuendolo alla sola CGIL e dissociandosi dal testo, il cui invio non era stato né concordato né autorizzato.
Insomma, quello che non è successo in 8 mesi precipita con ritmi incessanti nel corso di poche ore ed anche se ci abbiamo capito pochino, apprezziamo il passaggio sindacale poi smentito dove si afferma che il sindacato “è interessato a svolgere un confronto con chi intende operare per il miglioramento reale delle condizioni ambientali del territorio di Parma rivendicando una azione di IREN con priorità per produrre fonti rinnovabili e gestire il ciclo integrato dei rifiuti”.
La nostra porta è sempre aperta al confronto, anche se i tempi stringenti ci obbligano a mirare ad azioni concrete ed immediate, visto che di giorni all’accensione ne mancano solo 380.
8 mesi sono quasi il periodo di gestazione di un neonato... praticamente un tempo da parto prematuro, come quelli rilevati da Moniter nei pressi degli inceneritori dell'Emilia Romagna.
Bisogna fare presto, per il bene di tutti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 aprile 2011
-381 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+325 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
8 mesi fa mancavano 642 giorni all'avvio del forno di Ugozzolo e durante uno dei nostri tanti viaggi fatti per incontrare istituzioni, amministratori, associazioni, in lungo e in largo per la provincia di Parma, avevamo incontrato anche la neoeletta segretaria della CGIL Patrizia Maestri, per illustrarle il preoccupante quadro della situazione che si stava configurando per i lavoratori della zona nord di Parma in particolare e nel resto del territorio in generale.
In quella calda estate, quel 3 agosto 2010, avevamo parlato di pericoli per la salute, di una zona considerata a bassa densità abitativa nel progetto di Enia quando ad un rapido calcolo sulle aziende che si trovano nel raggio di soli 2 km dal camino, avevamo stimato in circa 10.000 i lavoratori che si recano ogni santo giorno, per oltre 8 ore, a respirare i 144.000 metri cubi/ora di aria sporca emessi dal forno targato Iren.
Barilla, SPIP, Iren, Chiesi, Ikea e decine di altre piccole e medie imprese sono infatti nelle immediate vicinanze del forno e ci sembrava veramente grottesca la definizione data dai progettisti all'area come una "zona a bassa densità abitativa".
Da quel 3 agosto abbiamo continuato a consumare scarpe e a bussare porte, puntando tutto o quasi sull'informazione ai cittadini, alle aziende ed alle istituzioni.
Dopo quel 3 agosto nessuna telefonata ricevuta dalla CGIL.
Ci eravamo salutati concedendoci un periodo di riflessione per far maturare all'interno di CGIL e di tutte le sue varie componenti la consapevolezza del problema, allo scopo di avere un'opinione in merito su un tema che dovrebbe essere di grande interesse per una organizzazione sindacale importante come la CGIL.
Dopo 8 mesi abbondanti apprendiamo oggi che la decisione è maturata. In un comunicato congiunto delle 3 segreterie, CGIL, CISL e UIL di Parma e dell’Emilia-Romagna, i sindacati levano gli scudi per disapprovare i metodi del GCR, quando invitano i cittadini contrari all'inceneritore a passare ai fatti, boicottando Iren per un altro gestore.
Questo succedeva alle 17.20 di ieri, martedì 20 aprile.
Poche ore dopo, alle 21.00, la UIL smentiva il comunicato stampa congiunto, attribuendolo alla sola CGIL e dissociandosi dal testo, il cui invio non era stato né concordato né autorizzato.
Insomma, quello che non è successo in 8 mesi precipita con ritmi incessanti nel corso di poche ore ed anche se ci abbiamo capito pochino, apprezziamo il passaggio sindacale poi smentito dove si afferma che il sindacato “è interessato a svolgere un confronto con chi intende operare per il miglioramento reale delle condizioni ambientali del territorio di Parma rivendicando una azione di IREN con priorità per produrre fonti rinnovabili e gestire il ciclo integrato dei rifiuti”.
La nostra porta è sempre aperta al confronto, anche se i tempi stringenti ci obbligano a mirare ad azioni concrete ed immediate, visto che di giorni all’accensione ne mancano solo 380.
8 mesi sono quasi il periodo di gestazione di un neonato... praticamente un tempo da parto prematuro, come quelli rilevati da Moniter nei pressi degli inceneritori dell'Emilia Romagna.
Bisogna fare presto, per il bene di tutti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 aprile 2011
-381 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+325 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
mercoledì 20 aprile 2011
Boicottiamo il passato
Con Boicottiren, azione definita ieri provocatoria dall'Rsu Cgil, non si vuole mettere il discussione né la sopravvivenza di IREN né creare tensioni fra i lavoratori dell'azienda stessa.
Si cerca di spronare a convogliare gli investimenti e la ricerca di IREN verso una nuova cultura della gestione dei rifiuti, che ormai dovremmo abituarci a chiamare materiali "post consumo".
E' una sfida lungimirante che aprirebbe muove prospettive industriali e certamente a nuovi mercati. Non è in discussione la legittimità del profitto di IREN.
Di fronte ad infrastrutture considerate fortemente inquinanti da tutto il mondo scientifico senza ombra di dubbio, il cittadino vuole essere chiamato a gestire direttamente gli eventi ed i mutamenti che lo coinvolgono in prima persona, soprattutto se questi mettono in discussione l'ambiente e la salute. Cambiamenti di stili di vita, di modelli industriali, di materiali e materie prime.
La correlazione tra modificazioni climatiche e inquinamento ambientale ci impone l'utilizzo di muovi approvvigionamenti energetici. Il rinnovamento esiste già in altri paesi e se saremo capaci di intravederli, di anticiparli, se saremo in grado di farli nostri, potremo esserne i naturali protagonisti, ed allo stesso tempo consumatori e diretti realizzatori delle scelte e delle conoscenze in favore delle generazioni future.
Scegliere di costruire un inceneritore al fine di produrre energia significa legarsi, almeno per i prossimi vent’anni, che negli anni duemila rappresentano un’era geologica in termini di sviluppo tecnologico, a concetti e culture ormai vecchie.
Vuol dire abiurare le nuove fonti di energie pulite e veramente rinnovabili che stanno arrivando così come le nuove culture. I paesi più all’avanguardia stanno investendo in fotovoltaico, solare ed eolico, stanno applicando la geotermia al residenziale, hanno introdotto gli isolanti naturali e la bioedilizia, utilizzano le pompe di calore.
E se tornaconto aziendale deve essere anche il cittadino ha diritto di valutare i benefici che ne derivano per la comunità in termini di costi di costruzione/gestione e di tariffe rifiuti.
E non siamo insensibili nemmeno all'aspetto occupazione della questione e quando parliamo di benefici per la comunità intendiamo che anche i lavoratori siano coinvolti.
Le nuove tecnologie di gestione dei materiali posto consumo, non più in fase di collaudo ed operanti anche nel nostro paese, dimostrano, secondo gli ultimi studi del CONAI, che a fronte di un occupato per impianti di discariche o inceneritori se ne creano 15 nella gestione a freddo con raccolta differenziata domiciliare spinta.
Quindi un insieme di priorità quali innovazione, ricerca, crescita occupazionale, qualità della vita, per un vero e certo sviluppo sostenibile.
Ci preoccupa anche la salute dei dipendenti IREN, fattore non trascurabile se è vero che molti di loro verranno trasferiti a lavorare presso il PAI, praticamente sotto il camino, quindi in un ambiente fortemente insalubre.
Come ci dice Jeremy Rifkin “È arrivato il momento di scegliere: da una parte c’è l'economia del petrolio, che ormai produce poco benessere e molte catastrofi, dall’altra la terza rivoluzione industriale basata sull’efficienza, sull’innovazione tecnologica, sulle fonti rinnovabili".
Gli inceneritori appartengono al passato, noi vogliamo guardare al futuro.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 aprile 2011
-382 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+324 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Si cerca di spronare a convogliare gli investimenti e la ricerca di IREN verso una nuova cultura della gestione dei rifiuti, che ormai dovremmo abituarci a chiamare materiali "post consumo".
E' una sfida lungimirante che aprirebbe muove prospettive industriali e certamente a nuovi mercati. Non è in discussione la legittimità del profitto di IREN.
Di fronte ad infrastrutture considerate fortemente inquinanti da tutto il mondo scientifico senza ombra di dubbio, il cittadino vuole essere chiamato a gestire direttamente gli eventi ed i mutamenti che lo coinvolgono in prima persona, soprattutto se questi mettono in discussione l'ambiente e la salute. Cambiamenti di stili di vita, di modelli industriali, di materiali e materie prime.
La correlazione tra modificazioni climatiche e inquinamento ambientale ci impone l'utilizzo di muovi approvvigionamenti energetici. Il rinnovamento esiste già in altri paesi e se saremo capaci di intravederli, di anticiparli, se saremo in grado di farli nostri, potremo esserne i naturali protagonisti, ed allo stesso tempo consumatori e diretti realizzatori delle scelte e delle conoscenze in favore delle generazioni future.
Scegliere di costruire un inceneritore al fine di produrre energia significa legarsi, almeno per i prossimi vent’anni, che negli anni duemila rappresentano un’era geologica in termini di sviluppo tecnologico, a concetti e culture ormai vecchie.
Vuol dire abiurare le nuove fonti di energie pulite e veramente rinnovabili che stanno arrivando così come le nuove culture. I paesi più all’avanguardia stanno investendo in fotovoltaico, solare ed eolico, stanno applicando la geotermia al residenziale, hanno introdotto gli isolanti naturali e la bioedilizia, utilizzano le pompe di calore.
E se tornaconto aziendale deve essere anche il cittadino ha diritto di valutare i benefici che ne derivano per la comunità in termini di costi di costruzione/gestione e di tariffe rifiuti.
E non siamo insensibili nemmeno all'aspetto occupazione della questione e quando parliamo di benefici per la comunità intendiamo che anche i lavoratori siano coinvolti.
Le nuove tecnologie di gestione dei materiali posto consumo, non più in fase di collaudo ed operanti anche nel nostro paese, dimostrano, secondo gli ultimi studi del CONAI, che a fronte di un occupato per impianti di discariche o inceneritori se ne creano 15 nella gestione a freddo con raccolta differenziata domiciliare spinta.
Quindi un insieme di priorità quali innovazione, ricerca, crescita occupazionale, qualità della vita, per un vero e certo sviluppo sostenibile.
Ci preoccupa anche la salute dei dipendenti IREN, fattore non trascurabile se è vero che molti di loro verranno trasferiti a lavorare presso il PAI, praticamente sotto il camino, quindi in un ambiente fortemente insalubre.
Come ci dice Jeremy Rifkin “È arrivato il momento di scegliere: da una parte c’è l'economia del petrolio, che ormai produce poco benessere e molte catastrofi, dall’altra la terza rivoluzione industriale basata sull’efficienza, sull’innovazione tecnologica, sulle fonti rinnovabili".
Gli inceneritori appartengono al passato, noi vogliamo guardare al futuro.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 aprile 2011
-382 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+324 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
martedì 19 aprile 2011
Quei vigili ribelli di Livorno
Non andremo a lavorare a fianco dell'inceneritore
Un'altra schiera di persone che non hanno colto l'invito di Andrea Allodi, l'ex presidente di Enia, che invitava il popolo a respirare la sana aria salubre dell'inceneritore.
A Livorno i rivoltosi sono addirittura i vigili urbani, la cui nuova sede è in costruzione a fianco dell'inceneritore Aamsa.
Entro un entro un anno, all’incrocio tra via dell’Artigianato e via dei Cordai, sorgerà nuova nuova la sede dei vigili urbani e della protezione civile, ma appena in cantiere sono spuntati i primi operai, negli uffici della polizia municipale è scoppiata la polemica.
Tra gli addetti ai lavori c’è chi non ha alcuna intenzione di fare la valigia per occupare i nuovi uffici.
Il motivo? È scritto nero su bianco nella lettera inviata dalla segretaria provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Fiorella Dal Canto, al comandante Riccardo Pucciarelli, al dirigenti del Comune Marco Bendinelli, al segretario del Sulpm (ovvero il sindacato di polizia municipale) Riccardo Martelloni e al responsabile dell’ufficio prevenzione e protezione, Sergio Valtriani.
“La struttura dista dall’inceneritore Aamsa solo pochi metri” scrivono gli agenti, che proseguono “In tutta la zona persiste un’aria sicuramente insalubre e maleodorante”.
Per questo rivolgendosi all’amministrazione comunale, per tutelare la salute dei lavoratori è ritentuto doveroso valutare la possibilità di individuare celermente una sede diversa da quella indicata, in modo da evitare un ulteriore inasprimento degli animi degli operatori di polizia municipale interessati.
Tradotto: i vigili, almeno quelli rappresentati dalla Cisl, non vogliono respirare l’aria del Picchianti. La rappresentante sindacale è chiarissima: non solo l'aria è “maleodorante”, ma anche “sicuramente insalubre”.
E tutti i lavoratori che già raggiungono, ogni giorno, le aziende e i laboratori che affollano l’area?
E i residenti?
I lavori all’incrocio con via dei Cordai sono appena partiti.
Nell’ex parcheggio, a fianco dell'inceneritore, sta venendo su la nuova struttura, approvata a febbraio 2010 dal consiglio comunale.
Il nuovo complesso ospiterà, meglio ospiterebbe, il nuovo polo funzionale per la polizia municipale. In particolare la nuova sede del nucleo operativo di sicurezza urbana, con un centinaio di addetti.
L'edificio sarà formato da due ali: la prima destinata ad ospitare i nuclei di pronto intervento-polizia stradale e protezione civile, l’altra per la sicurezza e l’educazione stradale.
Per la realizzazione del primo edificio il comune ha richiesto un finanziamento di 600mila euro.
La situazione però ora è fluida.
Tra i lavoratori grande sconcerto, polemiche tra i sindacati.
L’affermazione fatta dalla rappresentante del sindacato è gravissima.
Aria insalubre significa dannosa per la salute e l’area è piena di aziende.
E gli altri lavoratori?
Che ne pensano i nostri segretari di CGIL, CISL e UIL dei circa 10.000 lavoratori che beneficeranno dei fumi di Ugozzolo?
Che ne pensano Patrizia Maestri, Federico Ghillani e Mario Miano?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 aprile 2011
-383 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+323 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Un'altra schiera di persone che non hanno colto l'invito di Andrea Allodi, l'ex presidente di Enia, che invitava il popolo a respirare la sana aria salubre dell'inceneritore.
A Livorno i rivoltosi sono addirittura i vigili urbani, la cui nuova sede è in costruzione a fianco dell'inceneritore Aamsa.
Entro un entro un anno, all’incrocio tra via dell’Artigianato e via dei Cordai, sorgerà nuova nuova la sede dei vigili urbani e della protezione civile, ma appena in cantiere sono spuntati i primi operai, negli uffici della polizia municipale è scoppiata la polemica.
Tra gli addetti ai lavori c’è chi non ha alcuna intenzione di fare la valigia per occupare i nuovi uffici.
Il motivo? È scritto nero su bianco nella lettera inviata dalla segretaria provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Fiorella Dal Canto, al comandante Riccardo Pucciarelli, al dirigenti del Comune Marco Bendinelli, al segretario del Sulpm (ovvero il sindacato di polizia municipale) Riccardo Martelloni e al responsabile dell’ufficio prevenzione e protezione, Sergio Valtriani.
“La struttura dista dall’inceneritore Aamsa solo pochi metri” scrivono gli agenti, che proseguono “In tutta la zona persiste un’aria sicuramente insalubre e maleodorante”.
Per questo rivolgendosi all’amministrazione comunale, per tutelare la salute dei lavoratori è ritentuto doveroso valutare la possibilità di individuare celermente una sede diversa da quella indicata, in modo da evitare un ulteriore inasprimento degli animi degli operatori di polizia municipale interessati.
Tradotto: i vigili, almeno quelli rappresentati dalla Cisl, non vogliono respirare l’aria del Picchianti. La rappresentante sindacale è chiarissima: non solo l'aria è “maleodorante”, ma anche “sicuramente insalubre”.
E tutti i lavoratori che già raggiungono, ogni giorno, le aziende e i laboratori che affollano l’area?
E i residenti?
I lavori all’incrocio con via dei Cordai sono appena partiti.
Nell’ex parcheggio, a fianco dell'inceneritore, sta venendo su la nuova struttura, approvata a febbraio 2010 dal consiglio comunale.
Il nuovo complesso ospiterà, meglio ospiterebbe, il nuovo polo funzionale per la polizia municipale. In particolare la nuova sede del nucleo operativo di sicurezza urbana, con un centinaio di addetti.
L'edificio sarà formato da due ali: la prima destinata ad ospitare i nuclei di pronto intervento-polizia stradale e protezione civile, l’altra per la sicurezza e l’educazione stradale.
Per la realizzazione del primo edificio il comune ha richiesto un finanziamento di 600mila euro.
La situazione però ora è fluida.
Tra i lavoratori grande sconcerto, polemiche tra i sindacati.
L’affermazione fatta dalla rappresentante del sindacato è gravissima.
Aria insalubre significa dannosa per la salute e l’area è piena di aziende.
E gli altri lavoratori?
Che ne pensano i nostri segretari di CGIL, CISL e UIL dei circa 10.000 lavoratori che beneficeranno dei fumi di Ugozzolo?
Che ne pensano Patrizia Maestri, Federico Ghillani e Mario Miano?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 aprile 2011
-383 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+323 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
lunedì 18 aprile 2011
Boicottiren
Sembrano passati anni luce da quando l'azienda municipalizzata pubblici servizi, nota come Amps, apparteneva alla città e il suo scopo era solo quello di offrire servizi ai cittadini di Parma, suoi proprietari e utenti al tempo stesso.
Lontani anni luce quei tempi, perché oggi c'è Iren, una sorta di piccola multinazionale, il cui scopo è realizzare profitti e niente altro, e men che meno essere al servizio di qualcuno.
E il peso di Parma è ovviamente sceso a livelli quasi impalpabili, con le sue azioni che contano, o meglio non contano, per il 6%, e un livello decisionale che pesa zero.
Iren in effetti non ha utenti, ma solo clienti.
Non lavorando per la città, ma per i propri azionisti, Iren ha progettato un inceneritore, che minaccia la nostra salute, inquina l'ambiente, mette in pericolo le produzioni agricole, è calibrato non sulle reali esigenze del territorio ma per contribuire agli utili aziendali, bruciando più materia possibile.
Un impianto che promette grandi profitti.
I cittadini lo hanno capito e in mille modi hanno chiesto alla politica di fermare questo progetto.
Ma la politica non è più il tramite tra i cittadini e il governo della cosa comune.
Anche in questa vicenda, la politica è divenuta lo strumento degli appetiti di un'economia miope e arrogante, che non tiene in considerazione i valori delle persone, i diritti alla salute, al futuro.
Anche la trasformazione della società civile è ormai evidente. Non siamo più cittadini-elettori, ma ci hanno trasformato in cittadini-consumatori.
Se questo siamo diventati, potremmo però fare in modo che la nostra voce torni a farsi sentire.
Il denaro delle nostre bollette è il sangue che alimenta il mostro che cresce ad Ugozzolo.
E' giunto il momento di rifiutarsi di essere un gregge obbediente, di essere i “loro” consumatori.
Per non consumare il nostro futuro, per non consumare ancora le nostre parole in suoni che nessuno ascolta, abbiamo deciso di passare ai fatti concreti, quelli che non hanno bisogno di ascolto per essere fattivi ed efficaci.
Oggi invitiamo tutti i cittadini a trasferire i loro consumi di gas e energia elettrica ad un altro operatore, allontanandosi dal gestore Iren, per dire chiaramente all'azienda che non siamo in sintonia con le sue politiche di sviluppo, e non vogliamo collaborarvi.
Oggi invitiamo tutti i cittadini del nostro territorio a votare con il proprio portafoglio, con uno strumento utilizzato in questo tipo di controversie: il boicottaggio.
Ci siamo organizzati, oggi è il momento di informarsi, il gesto da fare è semplice ma molto, molto incisivo nei confronti di Iren.
Non diciamo con chi andare, le scelte sono molteplici, il mercato è libero.
Diciamo da chi scappare, per mettere nero su bianco che non siamo disponibili a collaborare.
Boicottiren è la nuova campagna che sarà presente il sabato mattina al mercato contadino di via Imbriani, dove gli attivisti del Gcr saranno disponibili a dare tutte le informazioni del caso.
Boicottiren sarà nelle strade di Parma con una campagna di affissioni.
Sul sito www.gestionecorrettarifiuti.it/boicottaggio-iren ci sono tutte le spiegazioni del caso.
Alla mail boicottaggio.iren@gmail.com si potrà scrivere per aderire o per chiedere qualunque genere di informazione.
Boicottiren anche tu, fai sentire la tua voce al gestore.
Dillo anche tu con i fatti che non collabori con questo nefasto progetto.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 aprile 2011
-384 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+322 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Lontani anni luce quei tempi, perché oggi c'è Iren, una sorta di piccola multinazionale, il cui scopo è realizzare profitti e niente altro, e men che meno essere al servizio di qualcuno.
E il peso di Parma è ovviamente sceso a livelli quasi impalpabili, con le sue azioni che contano, o meglio non contano, per il 6%, e un livello decisionale che pesa zero.
Iren in effetti non ha utenti, ma solo clienti.
Non lavorando per la città, ma per i propri azionisti, Iren ha progettato un inceneritore, che minaccia la nostra salute, inquina l'ambiente, mette in pericolo le produzioni agricole, è calibrato non sulle reali esigenze del territorio ma per contribuire agli utili aziendali, bruciando più materia possibile.
Un impianto che promette grandi profitti.
I cittadini lo hanno capito e in mille modi hanno chiesto alla politica di fermare questo progetto.
Ma la politica non è più il tramite tra i cittadini e il governo della cosa comune.
Anche in questa vicenda, la politica è divenuta lo strumento degli appetiti di un'economia miope e arrogante, che non tiene in considerazione i valori delle persone, i diritti alla salute, al futuro.
Anche la trasformazione della società civile è ormai evidente. Non siamo più cittadini-elettori, ma ci hanno trasformato in cittadini-consumatori.
Se questo siamo diventati, potremmo però fare in modo che la nostra voce torni a farsi sentire.
Il denaro delle nostre bollette è il sangue che alimenta il mostro che cresce ad Ugozzolo.
E' giunto il momento di rifiutarsi di essere un gregge obbediente, di essere i “loro” consumatori.
Per non consumare il nostro futuro, per non consumare ancora le nostre parole in suoni che nessuno ascolta, abbiamo deciso di passare ai fatti concreti, quelli che non hanno bisogno di ascolto per essere fattivi ed efficaci.
Oggi invitiamo tutti i cittadini a trasferire i loro consumi di gas e energia elettrica ad un altro operatore, allontanandosi dal gestore Iren, per dire chiaramente all'azienda che non siamo in sintonia con le sue politiche di sviluppo, e non vogliamo collaborarvi.
Oggi invitiamo tutti i cittadini del nostro territorio a votare con il proprio portafoglio, con uno strumento utilizzato in questo tipo di controversie: il boicottaggio.
Ci siamo organizzati, oggi è il momento di informarsi, il gesto da fare è semplice ma molto, molto incisivo nei confronti di Iren.
Non diciamo con chi andare, le scelte sono molteplici, il mercato è libero.
Diciamo da chi scappare, per mettere nero su bianco che non siamo disponibili a collaborare.
Boicottiren è la nuova campagna che sarà presente il sabato mattina al mercato contadino di via Imbriani, dove gli attivisti del Gcr saranno disponibili a dare tutte le informazioni del caso.
Boicottiren sarà nelle strade di Parma con una campagna di affissioni.
Sul sito www.gestionecorrettarifiuti.it/boicottaggio-iren ci sono tutte le spiegazioni del caso.
Alla mail boicottaggio.iren@gmail.com si potrà scrivere per aderire o per chiedere qualunque genere di informazione.
Boicottiren anche tu, fai sentire la tua voce al gestore.
Dillo anche tu con i fatti che non collabori con questo nefasto progetto.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 aprile 2011
-384 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+322 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
domenica 17 aprile 2011
La Lombardia dice stop agli inceneritori
Stop agli inceneritori, a cominciare dal progetto Silla 3 che, su richiesta dell’Amsa, aveva già cominciato il suo iter e dopo le prime ipotesi di collocazione era approdato a un tavolo convocato dalla Regione. A chiederlo il presidente della Provincia Guido Podestà, con una delibera del consiglio provinciale approvata all’unanimità.
Nella nuova decisione si chiede “alla Regione di accelerare il rinnovo del suo piano regionale sui rifiuti per anticipare la revisione di quello provinciale che scade nel 2014 e nel frattempo di non autorizzare l’ampliamento o la nascita di inceneritori in attesa di una verifica reale rispetto al fabbisogno del territorio”.
Una svolta decisiva verso la piena attuazione della direttiva europea 98/2008, quella che indica nella riduzione e nella prevenzione la prima e più importante azione per gestire in modo corretto i rifiuti.
Così la Lombardia chiede di rivedere cifre e stime messe nel piano dalla giunta precedente, quella del centrosinistra guidata da Filippo Penati e che prevedeva addirittura 450mila tonnellate l’anno di rifiuti da incenerire.
“Tanto che fu proprio Penati - ricorda Podestà - a ipotizzare la costruzione di altri impianti. Anche all’interno del Parco Sud. E questo se lo devono ricordare proprio quei sindaci di sinistra che sono scesi in piazza per protestare contro il nuovo progetto”.
Di cui, secondo la Provincia, oggi non c’è più bisogno.
Calo della produzione dei rifiuti e nuove tecnologie renderebbero assolutamente inutile “la costruzione di nuovi impianti invasivi per l’ambiente e costosi da mantenere”.
Come conferma il leghista Marco Paoletti, presidente della commissione Ambiente.
Paoletti ha visitato l’impianto di Vedelago in provincia di Treviso dove “la selezione delle materie prime riduce ad appena il 3 per cento la quantità di rifiuti indifferenziati”.
Acciderbola assessore Castellani, un altro che crede nelle favole!
Sta diventando proprio un'epidemia, corra subito oltre Po a raffreddare gli animi!
La Lombardia ritiene dunque indispensabile ricorrere alle nuove tecnologie, che non sono gli inceneritori, ritenuti ormai obsoleti ed appartenenti al passato.
Proprio ieri Podestà ha annunciato l’uscita di “un bando importante della Provincia sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, perché scade il contratto sulla fornitura di calore fatto dalla giunta Colli e anziché fare un bando analogo abbiamo pensato a qualcosa di diverso” ossia a una nuova società, una energy service company di cui la Provincia sarà socia maggioritaria al 60 per cento e a cui sono invitati a partecipare anche i privati. La notizia bomba è proprio di oggi e viene dal Giornale di Milano, che certamente non è un covo di talebani di sinistra, ambientalisti d'assalto, con le bandiere dei teschi annodate sul capo.
Medidate parmigiani, meditate.
Oggi stiamo scendendo scalino per scalino la graduatoria della lungimiranza, dei progetti avanzati, dell'avanguardia, del sentirsi una spanna sopra gli altri.
Per un sordido e costoso inceneritore.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 aprile 2011
-393 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+313 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Nella nuova decisione si chiede “alla Regione di accelerare il rinnovo del suo piano regionale sui rifiuti per anticipare la revisione di quello provinciale che scade nel 2014 e nel frattempo di non autorizzare l’ampliamento o la nascita di inceneritori in attesa di una verifica reale rispetto al fabbisogno del territorio”.
Una svolta decisiva verso la piena attuazione della direttiva europea 98/2008, quella che indica nella riduzione e nella prevenzione la prima e più importante azione per gestire in modo corretto i rifiuti.
Così la Lombardia chiede di rivedere cifre e stime messe nel piano dalla giunta precedente, quella del centrosinistra guidata da Filippo Penati e che prevedeva addirittura 450mila tonnellate l’anno di rifiuti da incenerire.
“Tanto che fu proprio Penati - ricorda Podestà - a ipotizzare la costruzione di altri impianti. Anche all’interno del Parco Sud. E questo se lo devono ricordare proprio quei sindaci di sinistra che sono scesi in piazza per protestare contro il nuovo progetto”.
Di cui, secondo la Provincia, oggi non c’è più bisogno.
Calo della produzione dei rifiuti e nuove tecnologie renderebbero assolutamente inutile “la costruzione di nuovi impianti invasivi per l’ambiente e costosi da mantenere”.
Come conferma il leghista Marco Paoletti, presidente della commissione Ambiente.
Paoletti ha visitato l’impianto di Vedelago in provincia di Treviso dove “la selezione delle materie prime riduce ad appena il 3 per cento la quantità di rifiuti indifferenziati”.
Acciderbola assessore Castellani, un altro che crede nelle favole!
Sta diventando proprio un'epidemia, corra subito oltre Po a raffreddare gli animi!
La Lombardia ritiene dunque indispensabile ricorrere alle nuove tecnologie, che non sono gli inceneritori, ritenuti ormai obsoleti ed appartenenti al passato.
Proprio ieri Podestà ha annunciato l’uscita di “un bando importante della Provincia sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, perché scade il contratto sulla fornitura di calore fatto dalla giunta Colli e anziché fare un bando analogo abbiamo pensato a qualcosa di diverso” ossia a una nuova società, una energy service company di cui la Provincia sarà socia maggioritaria al 60 per cento e a cui sono invitati a partecipare anche i privati. La notizia bomba è proprio di oggi e viene dal Giornale di Milano, che certamente non è un covo di talebani di sinistra, ambientalisti d'assalto, con le bandiere dei teschi annodate sul capo.
Medidate parmigiani, meditate.
Oggi stiamo scendendo scalino per scalino la graduatoria della lungimiranza, dei progetti avanzati, dell'avanguardia, del sentirsi una spanna sopra gli altri.
Per un sordido e costoso inceneritore.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 aprile 2011
-393 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+313 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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