venerdì 13 settembre 2013

C'era una volta la food valley

Oggi la fama ce la stiamo fumando a Ugozzolo
Coscia per coscia, punta per punta, fusillo per fusillo

Anno Domini 2013, pianura padana, tra le province di Piacenza e Reggio, al centro della terra del cibo.
Parma conosciuta per i suoi prodotti più che come città padana.
Parma come parmigiano reggiano.
Parma come prosciutto di parma.
Parma come parmalat.
Parma come barilla.


Loghi simbolo che rimandano ad uno degli ingredienti indispensabili al successo commerciale e identitario di un prodotto: la qualità intrinseca di ciò che viene proposto, commercializzato, sostenuto.
Una qualità vera, costruita di generazione in generazione da menti raffinate, schiene dritte e muscoli, aiutati da un microclima tutto particolare.
Le nebbie grasse della pianura, che nei rigidi inverni massaggiano i culatelli sulle rive del Po, in quel di Zibello.
Il vento fino che scende nelle valli di Langhirano dall'alto dell'Appennino, direttamente scambiato col clima del mar Ligure, che filtra nei prosciuttifici e raffina la loro maturazione.
Il fieno rigoglioso dei nostri campi di montagna che alimenta le mucche del parmigiano reggiano, che regala il formaggio migliore del mondo e insieme quello più sano e ancora prodotto con la sapienza di un tempo.
La sapienza dei nostri vecchi si è trasformata in quella filiera industriale di eccellenza che ha baciato la terra di Parma regalandole uno scrigno di prelibati prodotti unici al mondo.
Al punto da farla diventare la “food valley”, dove la gaiezza degli abitanti si sposa con la schiuma del lambrusco e gli aromi della malvasia, con quella fierezza e saper vivere che spesso ci ha portato sulle copertine patinate del mondo, un modo di vivere da imitare.

Poi si è fatto finta che il territorio non avesse un ruolo e che i prodotti, ormai sulla rampa di lancio, non avessero più bisogno di cura ed attenzioni, che il profitto a breve termine fosse più appetitoso della storia dietro e davanti a noi, quasi come se il film si potesse ripetere all'infinito, anche con deteriorate e piene di buchi.
Così l'industria del cibo ha preso il sopravvento.
Industria nel senso deteriore, dove la produzione è solo un tassello di un marchingegno fatto di marketing, apparenza, pubblicità.
Ma ovviamente non solo questo.
Il territorio non era più il “luogo eccellente”, culla preziosa da accarezzare, ma occasione di profitto, di sfruttamento, palestra di sperimentazione.
E' in questa ottica offuscata che è si voluto cambiare il volto della food valley.
Terra di grandi infrastrutture viarie e ferroviarie, di industrie “pesanti”, di impianti industriali inquinanti oltre misura, senza coscienza della necessaria fondamentale attenzione verso l'ambiente circostante.
Così sono nati i camini fumiganti.
Così sono sbocciate le centrali a biomassa, i biogas per il profitto di pochi e gli impatti per tutti, l'indifferenza delle autorità, delle amministrazioni locali, degli stessi consorzi di tutela, accecati dai bilanci più che rosei, quindi più intenti ai brindisi e poco attenti a cosa capitava intorno.
Così è nato il depredamento del territorio, il suo consumo forsennato e senza motivo se non il profitto, con ampliamenti assurdi come a Parma con lo Spip, capannoni inutili e urbanizzazioni nel deserto.
Siamo oggi una terra martoriata, al punto da non poterlo nemmeno dire, senza rischiare querele.
Una terra di inceneritori, di co-inceneritori, di enormi discariche, di centrali a biomassa che bruciano la nostra anima più preziosa, di cave ofiolitiche che avvelenano il respiro, di grandi frane frutto di abbandono e disboscamento selvaggio.
Una terra di autostrade, tangenziali, fondovalli, alte velocità, scarse lungimiranze.
Siamo marci al punto da sentirci obbligati a fingere ciò che più non siamo.
Incapaci di spalancare gli occhi sulla verità, terrorizzati dal dover cambiare, riparare, ricostruire, bonificare.
La sola speranza che ci rimane è quella di un risveglio delle coscienze, che ci permetta di spogliarci di maschere e costumi fuori tempo, e che nudi di fronte al reale ci sia concessa una seconda possibilità, per interrompere la corsa sul viale del tramonto.
La terra di Parma aspetta che l'uomo si ravveda.
E la sua pazienza è praticamente finita

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
16

giorni fa

giovedì 12 settembre 2013

Università francesi, inceneritori causa di malformazioni fetali

304 neonati con correlazione certa tra emissioni e malattia

Uno studio scientifico francese, “Maternal residence near municipal waste incinerators and the risk of urinary tract birth defects”, realizzato dall’Università di Lione, quella di Rennes e dal Registro delle Malformazioni del Rhone-Alpesdimostra, dimostra la correlazione tra gli inceneritori di rifiuti e le malformazioni fetali.
Nove scienziate hanno analizzato 304 neonati con malformazioni all’apparato uro-genitale, correlandole all’esposizione delle madri alle emissioni degli inceneritori durante la gravidanza. Inquietante, tra l’altro, l’allarme lanciato dalle scienziate.


I risultati suggeriscono che il consumo di prodotti locali modifica il rischio, comparato con quello di chi non li consuma, aumentandolo nelle aree esposte alle emissioni e diminuendolo nelle aree non esposte.
In altre parole: furani, diossine e metalli pesanti immessi nell’atmosfera dagli inceneritori entrano nella catena alimentare e aumentano i rischi per il feto se la madre ingerisce prodotti agricoli coltivati all’ombra del camino o carne di animali allevati nella zona.
E la zona a cui si riferisce lo studio si estende fino a dieci chilometri dal termovalorizzatore.
Due affermazioni significative presenti nello studio: “Gli inceneritori dei rifiuti rilasciano una miscela di sostanze chimiche persistenti con un forte potenziale tossico per l’embrione, inclusi metalli pesanti e diossine/furani, nell’atmosfera” … “Abbiamo trovato una associazione tra il vivere in prossimità di un inceneritore e il rischio di difetti all’apparato urinario dei nuovi nati”.
Per quanto la politica, in accordo con l’economia, neghi l’evidenza, questo studio conferma che gli inceneritori sono i massimi responsabili dell’emissione di diossine nell’ambiente.
La Francia detiene il primato con il 52% delle emissioni totali, ovvero 202 grammi di dosi tossiche equivalenti (I-TEQ) all’anno. Inoltre, è risaputo che oltre alle diossine l’incenerimento produce diversi altri di composti estremamente pericolosi: policlorobifenili, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti come cadmio, arsenico, cromo, mercurio, particolati volanti come PM10, ossidi di zolfo, fina a conteggiare 250 composti chimici in uscita al camino.

Lo studio completo, in inglese, è disponibile a questo link.
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/maternal.pdf


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 12 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
15

giorni fa

mercoledì 11 settembre 2013

Chianti o Food Valley, chi vale di più?

Stessi temi, opposte visioni
La Toscana da salvare, la Food Valley da condannare?
Miopie e rimorsi lungo il Po


“L'area del Chianti è, oltre che un distretto agroindustriale tra i più importanti d'Italia, uno dei simboli dell'immagine e dell'identità culturale toscana, ed è pertanto evidente che una oculata programmazione pubblica dovrebbe impedire nuovi insediamenti industriali oggettivamente incompatibili con le sue vocazioni produttive. In tal senso le specifiche esigenze di una Società di Capitali, anche quando svolge un servizio di pubblica utilità, non possono e non devono essere sovraordinate a quelle di una Amministrazione che decide in funzione dell'interesse collettivo.
A nostro avviso non è sensato continuare ad insistere con un programma che ha mostrato limiti tanto evidenti da rendersi inviso a gran parte della popolazione. Sarebbe piuttosto una dimostrazione di coraggio e razionalità decidere la completa rivisitazione del Piano provinciale dei rifiuti, ponendo alla sua base moderni criteri di gestione ed efficaci incentivi al risparmio”.
Basterebbe meditare sulla lettera firmata dal presidente del consorzio Chianti Marco Pallanti e del presidente della Fondazione Tutela del territorio Lapo Mazzei, senza ulteriori commenti.

“Quali turisti verranno ancora in un’area del Chianti sottoposta alle diossine dell’inceneritore? Chi comprerà ancora i prodotti agricoli e il vino prodotto in quelle zone, dal momento che proprio i prodotti agricoli sono i più a rischio contaminazione in casi di vicinanza a impianti di incenerimento di rifiuti? Oltre alla salute sono in gioco la vita di decine di aziende agricole e con loro centinaia di posti di lavoro”.
Basterebbe la dichiarazione del sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà.

Il problema è un inceneritore nel bel mezzo di un territorio vocato alla produzione di qualità.
Ma come dobbiamo prendere atto della netta presa di posizione a strenua difesa della vera ricchezza del Chianti, i suoi prodotti, la sua fama, la sua immagine, dobbiamo altresì far emergere il grande stupore di fronte al silenzio dei nostri territori, al colpevole imbarazzo di chi, a stalla vuota, richiama i quadrupedi con voce stentorea.
In Toscana c'era il rischio di un inceneritore nel cuore delle loro terre vocate e la presa di posizione dei produttori tipici si è fatta sentire a chiare e forti lettere, una condanna senza mezze misure e una accusa agli amministratori portatori del progetto.

Quindi chi è dalla parte della ragione, chi ha mancato di farse sentire nei lunghi anni della progettazione del forno?
Ci sono gravi responsabilità a Parma di aver ideato e portato a termine questo nefasto progetto.
Chi ama il proprio territorio veramente si è comportato in modo ben differente.
Oggi vorremmo alla sbarra tutti quegli amministratori, industriali, sindacati, politici, amministratori che ci hanno portato a questa situazione.

Altro che due parole di Beppe Grillo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
14

giorni fa

martedì 10 settembre 2013

Le dichiarazioni di Sabrina Freda scuotono la regione

L’ex assessore Freda, “Politica vigliacca sugli inceneritori: guadagnano le multiutility, perdiamo in salute”

da Il Mattino di Parma

“Il merito dello scontro era chiarissimo da mesi ed era il nuovo piano regionale dei rifiuti. I contrasti sono sorti su quello, sul modo di gestire i rifiuti in Emilia-Romagna”. Con queste parole, riportate dal sito di Radio Città del Capo, l’ex assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda ha motivato il suo allontanamento dalla Regione.


“Quello che si era detto in teoria non è stato fatto nella pratica – ha spiegato l’ex assessore –. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di aprire l’inceneritore di Modena ai rifiuti di tutta Italia. Con un atto tecnico si è creato un sistema per cui l’inceneritore andrà avanti all’infinito, e questo indipendente dall’impegno dei cittadini di Modena con la differenziata. La politica si è sottratta alle scelte in modo vigliacco“.
“Se la finalità pubblica è quella di andare verso il recupero e non verso lo smaltimento – ha affermato Freda – non posso pensare che in Emilia-Romagna si vogliano mantenere attivi per anni e anni gli inceneritori per ammortizzare gli investimenti. Quello che guadagnano le multiutility lo si perderà in salute e in qualità della vita. Gli impianti, voglio ricordarlo, sono pagati con le bollette dei cittadini”.

*

La conferma della nocività degli inceneritori dalle labbra dello stesso assessore regionale all'Ambiente. Ci pare una delle tante prove finali che dimostrano, certificano, squarciano il velo sui rischi che questi impianti portano con sé.
Le dichiarazioni della Freda sono inequivoche anche sul reale potere delle multiutilities nelle scelte ambientali della regione Emilia-Romagna.


L'apertura del forno di Modena ai rifiuti di tutta la Penisola è un pesante schiaffo ai modenesi ma anche un assurdo dietro-front sull'impegno di tutti i cittadini della regione nell'applicazione puntuale della raccolta differenziata, un impegno che andrebbe premiato con un minore inquinamento e non con l'arrivo di rifiuti da tutt'Italia

L'intervista a Jeremy Irons sul blog di Beppe Grillo

E' la prima notizia del blog di Beppe Grillo l'intervista rilasciata da Jeremy Irons sull'inceneritore di Parma a Francesco Barbieri, attivista Gcr.


Sul blog di Grillo, uno dei siti internet più seguiti al mondo, campeggia il video realizzato in occasione della presentazione a Firenze del film Trashed, che tratta proprio i temi ambientali e dei rifiuti.
Jeremy Irons è stato invitato da Gcr a Parma per sostenere la difficile lotta contro l'inceneritore di Ugozzolo.
Stiamo attendendo la sua risposta.

No al forno, ora e sempre

Se cerchi la salute non c'è posto per gli inceneritori

Siamo stati siamo e saremo sempre contro l'inceneritore di Parma, vero e proprio rischio mortale per la nostra food valley.
Abbiamo appoggiato la scelta dei 5 Stelle di una gestione dei rifiuti senza forni, per dare impulso alla raccolta differenziata e raggiungere la tariffazione puntuale.
Sicuramente parte della vittoria di Pizzarotti al ballottaggio è stata merito della loro svolta ambientale, condivisa dai cittadini.
In questo anno di lavoro abbiamo sempre verificato il forte impegno dell'assessorato ambiente per contrastare il progetto dell'inceneritore.


Sabato la Gazzetta di Parma ha pubblicato una intervista dal titolo “Pizzarotti, l'inceneritore non danneggia la food valley” che fa seguito alle dichiarazioni di Beppe Grillo sul rischio diossina per i prodotti del made in Parma, affermazioni che nemmeno il procuratore Laguardia condanna.
Molti invece sono rimasti sorpresi e contrariati dalle dichiarazioni del primo cittadino.
Ma come, lottiamo da anni insieme contro il mostro per sentir affermare che ci eravamo sbagliati?
Leggendo il testo dell'intervista le cose non stanno esattamente come farebbe pensare il titolo.
Dice Pizzarotti: “Per l'immagine della food valley è più dannoso un camino all'uscita dell'autostrada che le dichiarazioni di Beppe Grillo”, “Se guardiamo ad altri territori che hanno una tipologia di impianti di questo tipo (inceneritori, ndr), non sono eventi che non sono mai accaduti (gli inquinamenti da diossina, ndr). Quindi proprio perché non vogliamo che accadano, dopo aver provato a contrastare questo tipo impianto per scongiurare in partenza alcuni possibili eventi, saremo i primi a vigilare per fare in modo che ombre di questo tipo sui nostri prodotti non ci siano mai. Ma non possiamo dire che impianti del genere non abbiano insito un rischio”.
Il giudizio sul forno non è positivo.
Oggi il movimento 5 stelle è maggioranza di governo.
Ha fatto tutto quello che si poteva per fermare un progetto voluto da altri, dicendo in tutte le salse i motivi per cui questo impianto non andasse fatto.
I capigruppo del precedente consiglio comunale riuscirono perfino a respingere all'unanimità un referendum chiesto dai parmigiani. Dissero: “Non abbiamo capito la domanda”.
Oggi improvvisamente ci si rende conto di quanto male possa fare un inceneritore in un territorio.
Danni per la salute, per l'immagine, per l'economia.
Altri territori più ispirati si sono mossi per tempo.
Un esempio fra tutti il consorzio del Chianti che ha tuonato contro un progetto similare.
Ci sono migliaia di pagine di studi scientifici che dimostrano l'influenza sulla salute data dal vivere nelle vicinanze di un camino. Lo stesso Moniter ha definitivamente appurato che ci sono evidenze di parti pre termine per le mamme che abitano nelle vicinanze dei camini.
Centinaia di sostanza che passano direttamente dalle mamme ai feti.
Cosa fare oggi? Come difenderci?
Accelerare il processo della raccolta differenziata porta a porta giungendo a breve alla tariffazione puntuale e una percentuale di Rd dell'80%.
Sviluppare tutte le altre raccolte di materiale riciclabile come le plastiche dure.
Controllare ora per ora le emissioni del forno.
Applicare il controllo in continuo delle emissioni di diossine, secondo la metodologia già in uso in altri contesti.
Impedire che arrivino rifiuti da fuori provincia.
Costruire la fabbrica dei materiali in modo che il passaggio alla gestione dei rifiuti a freddo sia attuabile in breve tempo.
Intervenire a livello normativo perché siano tolti gli incenerivi all'incenerimento.
Oggi si sta cercando di fare pagare ad altri la scelta sciagurata dell'inceneritore.
Lo stesso Pd sbanda tra territori che lo hanno cassato in partenza, Reggio Emilia, sindaci che minacciano barricate (Greve in Chianti), aspiranti segretari che non sapendone nulla li celebrano Renzi).
L'imbarazzo si insinua anche tra i sindacati e gli industriali, con alcuni che cercano ancora di tenere alte le carte ma in ogni modo si sono resi conto del grave inciampo, e tra i prelati che devono salvaguardare il creato con un camino fumigante.
Oggi dopo un mea culpa condiviso tutti dovrebbero contribuire alla costruzione di quella società del riciclaggio di materia che l'Europa ha indicato come meta per il 2020.
Se questo è l'obiettivo la strategia va dispiegata ora.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
13

giorni fa

lunedì 9 settembre 2013

L'ultimo cassonetto

Non più rifiuti ma risorse

Anche il centro storico entra nel modello Parma della raccolta differenziata porta a porta.
E' il penultimo ticket verso una corretta gestione dei rifiuti, mentre lo step successivo, previsto nella primavera 2014, sarà quello dell'adozione della tariffazione puntuale, far pagare cioè ai cittadini solo la parte di rifiuto da smaltire e non per i materiali correttamente differenziati.


La novità più vistosa sarà quella della sparizione dei cassonetti stradali, da sempre considerati, non solo da noi, come la tomba dei materiali preziosi come carta e plastica, che irrimediabilmente ci finiscono dentro vista la loro generosa, accogliente dimensione con un facile, impersonale conferimento.
Senza cassonetti le strade libereranno posti di sosta e miglioreranno decisamente nel loro aspetto esteriore, di impatto visivo.
Una città moderna e civile non ha per le sue strade cassoni di immondizia maleodoranti e pieni di ogni materiale che poteva invece essere riciclato se correttamente conferito.
Ci aspettiamo, come sempre, un avvio punteggiato di abbandoni e mini discariche, più o meno posizionati nei pressi delle campane del vetro, frutto di ignoranza, menefreghismo, disattenzione, mancanza di rispetto per la propria città, pigrizia.
Questa fase è destinata però a scemare nel giro di qualche settimana.
Quando tutte le famiglie saranno in possesso dei sacchi e dei bidoncini ed avranno preso confidenza con i turni di esposizione dei vari materiali, l'abitudine al nuovo sistema prenderà il sopravvento, evidenziando al contempo gli aspetti positivi del porta a porta.
Intanto la grande e fondamentale divisione tra secco e umido.
Gli scarti di cibo, i fondi del caffè, tutto ciò che è organico, che attiene all'alimentazione, va separato nelle nostre cucine.
Questa operazione talmente facile da diventare comoda permette di evitare di avere rifiuti residui “sporchi” e far diventare il residuo piccola cosa e soprattutto materia non pericolosa.
L'organico sarà utilizzato per produrre compost, un fertilizzante assolutamente naturale che sarà utilissimo per donare di nuovo nutrimento ai nostri campi.
Poi ci sono tutti i materiali riciclabili, gli imballaggi di varia natura: plastica, barattolame, vetro, carta, cartone, che potranno diventare materia prima seconda per riprodurre oggetti degli stessi materiali senza doverli recuperare in natura impoverendo ulteriormente il pianeta.
L'ottimizzazione di questo sistema è l'allargamento dei riuso-riciclo ad altre categorie di oggetti e beni di consumo.
Stiamo parlando dei vestiti dismessi, delle calzature, di oggetti riciclabili come gli ombrelli rotti, i tappi di sughero e di plastica, i cd,
Parliamo di un recupero spinto all'inverosimile come il riciclo dei pannolini, il cui progetto ormai testato verrà a breve presentato da Fater e Centro Riciclo Vedelago.
Ci riferiamo al corretto recupero di medicinali scaduti, di rifiuti pericolosi come vernici, oli, batterie esauste.
Guardiamo a progetti importanti come il riciclo delle plastiche dure, sviluppato a Pontedere dalla Revet,
Tutto (ma proprio tutto) ciò che è in commercio deve essere riusato, riciclato, recuperato.
Ciò che rimane alla fine è un errore di progettazione, da cancellare a monte con una corretta legislazione ambientale che mette al bando la produzione di merci non facilmente riciclabili, compostabili, riutilizzabili.
L'eco design, la filosofia molto operativa del cradle to cradle è l'unica strada maestra che ci può portare al riciclo totale della materia, quel momento che presto o tardi arriverà, e che farà spegnere ogni combustione, perché nulla sarà disponibile per le voraci caldaie degli inceneritori.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 9 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
12

giorni fa

Jeremy Irons chiama Parma

Il pensiero del regista di Trashed ai cittadini della nostra città

Lo scorso 12 giugno Jeremy Irons ha presentato a Firenze nel prestigioso cinema Odeon il suo ultimo film “Trashed, verso rifiuti zero”, documentario sui rischi dell’inquinamento globale analizzando il problema degli inceneritori.
Ecco il testo dell'intervista con Francesco Barbieri sui temi cari al Gcr.



E’ molto importante cercare di fermare questo inceneritore.
In particolare questo di Parma.
Gli inceneritori sono l’antitesi dell’idea del riciclo.
Il riciclo e il riutilizzo delle nostre risorse è l’unico modo di affrontare il futuro.
Si dice che l’inceneritore risolve il problema dei rifiuti, ma non è vero, lo rimanda soltanto; e aggiunge problemi alla nostra salute, la combustione di plastiche e altri rifiuti ad alte temperature, li trasforma in altri composti chimici che assorbiamo nel nostro corpo, attraverso l’aria e il suolo, e non c’è modo di rimuovere questi composti dal nostro organismo.
A causa delle conseguenze per la salute, per un’amministrazione, l’incenerimento dei rifiuti è una scelta sbagliata.
Ed è sbagliata anche per l'ambiente perché gli inceneritori richiedono tanto, hanno un enorme appetito, per cui “mangeranno” tutta la spazzatura e i rifiuti che noi dovremmo riciclare e riutilizzare.
Si dice che è energia gratis, che è un modo fantastico per ottenere energia. Ciò non è vero.
L’energia richiesta per fare una bottiglia d’acqua di plastica è 26 volte l’energia ottenuta bruciando quella bottiglia. L'incenerimento è un sistema “waste to waste” che da un rifiuto produce un altro rifiuto.
È uno spreco di energia.
Dal punto di vista economico, riciclare deve essere il modo di procedere. Ma questo significa che i legislatori, le amministrazioni locali devono mettere in atto sistemi di riciclaggio, devono consentirci, come cittadini, di differenziare i nostri rifiuti in contenitori differenti quando li buttiamo.
Ci vuole organizzazione ma la responsabilità delle amministrazioni è di non dire che permetteranno che venga costruito questo inceneritore dai costi esorbitanti, per bruciare tutto e togliere di mezzo il problema.
E’ un problema degli assessori ed è una loro responsabilità di proteggere i cittadini, e un inceneritore non fa questo.
È importante capire che ci sono enormi interessi finanziari in gioco, per il governo, per le amministrazioni locali, e per le compagnie che costruiranno l’inceneritore.
Dovete lottare molto duramente. Non ha senso essere ragionevoli, protestate protestate,protestate e fate tutto ciò che è in vostro potere per diffondere queste informazioni e far capire alla gente che costruire l’inceneritore significa minacciare gravemente le condizioni delle generazioni future e in nessun modo aiuta a salvaguardare le risorse limitate del nostro pianeta.
Fate tutto quello che potete per combattere.

P.S. Ringraziamo Francesca Battilani, Gian Paolo Ilari e Luca Giuberti per la realizzazione dell'intervista


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
11

giorni fa

domenica 8 settembre 2013

Montechiarugolo, il comune più virtuoso d'Italia

E’ Montechiarugolo il comune più virtuoso d’Italia. Il paese, 10.500 abitanti alle porte di Parma, si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento vincendo la settima edizione del Premio Comuni Virtuosi, promosso dall’omonima associazione con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

La giuria, composta dai membri del Comitato Direttivo della rete, ha voluto selezionare anche il comune migliore per ogni categoria del bando. Atri (TE) si aggiudica il primo posto nella sezione Gestione del territorio; Cannara (PG) nella sezione Impronta ecologica; Agerola (NA) nella sezione Rifiuti; Caronno Pertusella (VA) nella sezione Mobilità sostenibile; infine, la città di Udine si aggiudica il primo posto nella sezione Nuovi stili di vita.
Il Comune di Montechiarugolo beneficerà di un audit energetico gratuito fornito dal Polo Tecnologico per l’Energia di Trento, sponsor dell’iniziativa.
La cerimonia di premiazione si terrà sabato 21 settembre presso la Sala del Trono nel Palazzo del Duca a Senigallia (AN), con inizio alle 16.30, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando.
Già vincitore nella categoria Impronta ecologica nell’edizione precedente, Montechiarugolo ha dimostrato una rapida e costante ascesa nella realizzazione di politiche ambientali di assoluta eccellenza, trasversalmente alle cinque linee di intervento previste nel bando. Dalle certificazioni ambientali alle centrali del risparmio energetico, dal potenzialmento dei percorsi ciclo-pedonali alla raccolta differenziata porta porta spinta, sono tante le progettualità e i risultati conseguiti nell’azione amministrativa.
“Se le politiche ambientali hanno bisogno di risorse, sono molto di più i bilanci che hanno bisogno delle politiche ambientali – commenta il sindaco Luigi Buriola -. Dobbiamo smettere di sprecare risorse, se vogliamo davvero tutelare i bilanci. Sono proprio le politiche ambientali che tutelano e producono le risorse per la main mission di un Comune, che è certamente quella sociale.”
Scopri il progetto di Montechiarugolo

Freda una volta

Chi comanda in regione? La politica o le multiutilities?
L'epurazione dell'assessore Sabrina Freda scuote equilibri e visioni sull'ambiente emiliano romagnolo, alimentando il dubbio sui reali poteri che indirizzano le scelte amministrative


A quanto pare non c'è solo Grillo a trattare senza guanti chi non la pensa come lui.
Ma la cacciata della Freda, rea di non pensarla allo stesso modo del presidente Errani, non suscita alcuna reprimenda nei media, confermando la tesi che non sia tanto il fatto in sé a suscitare il giudizio dell'opinione pubblica, ma l'identità dell'autore, in base alla quale possono emergere sentenze opposte sullo stesso atto.
Ieri l'assessore all'ambiente dell'Emilia Romagna, Sabrina Freda, è stata freddata da Errani e messo all'uscio, colpevole di aver proposto una politica dei rifiuti troppo europea.
L'assessore aveva infatti indicato un futuro prossimo senza inceneritori, una prospettiva che ha fatto venire i i brividi alle multiutilities, che vedono nei forni la loro gallina dalla uova d'oro e non intendono certo rinunciarvi.
Era il settembre del 2012, http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=1316 , e l'assessore in una agenzia Dire parlava di “conversione di Ugozzolo”, “basta inceneritori”, “lo dice l'Europa”, facendo il paio con una dichiarazione del sindaco di Reggio Emilia Del Rio, “in regione bastano 2 impianti di incenerimento”.
Poi lo stop alla Freda, la bocciatura all'emendamento dell'Idv in regione, nel novembre del 2012, http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=1373 , proposta che non aveva suscitato il clamore delle dichiarazioni di Beppe Grillo, pur dicendo in sostanza le stesse cose, affermando che Ugozzolo “pone rilevanti problematiche sotto i profili economico, agroalimentare, dell'impatto ambientale e della salute dei cittadini, anche in considerazione del fatto che le emissioni provocate dall'impianto potrebbero aumentare il valore delle polveri”.
Nessuna alzata di scudi dei consorzi, nessuna manciata di esposti dei movimenti consumatori.
Noi avevamo incrociato la Freda nel luglio del 2010, quando in una Bologna arroventata eravamo in procinto di incontrare proprio Errani, http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=384 , per presentargli l'analisi di fattibilità del piano rifiuti alternativo
Ma al posto del presidente avevamo trovato l'assessore e avevamo ripreso la strada di casa.
La nuova visione della Freda non aveva però lasciato indifferenti le amministrazioni locali. Il piano rifiuti presentato dalla giunta, alleggerito dagli estremismi verdi della Freda, aveva suscitato il no deciso di 7 province della regione http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=1615 , sette sorelle no termo che sottolineavano “poca innovazione, pochi contenuti e nessuna strategia operativa”.
Una stroncatura, firmata Bologna, Ferrara, Piacenza, Forlì-Cesena, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini e datata giugno 2013.
Come detto sopra non è importante quello che si dice ma a chi appartiene la bocca dell'oratore.
Così oggi la cacciata dell'assessore non suscita reazioni nemmeno dentro il partito di Di Pietro, che conferma l'amore per il presidente e le sue comode poltrone.
Il piano rifiuti è ancora in alto mare e si avvicina il tempo delle decisioni.
Errani esce comunque molto male dalla vicenda Freda ed il suo peso politico ridimensionato.
Forte con i deboli e debole con i forti non è certo una prerogativa da vincenti.
E anche il suo partito è spaccato tra pro e contro inceneritori.
Civati si è ieri fatto bello scrivendo che il Pd ha chiuso l'inceneritore (Reggio Emilia), mentre Pizzarotti a Parma non ce l'ha fatta.
A Forlì il sindaco è a fianco di Parma nella battaglia per una corretta gestione dei rifiuti senza impianti a caldo.
In Toscana la provincia di Lucca ha deliberato un piano provinciale senza incenerimento dopo il sequestro dell'impianto di Pietrasanta.
Il ministro Orlando ha infine posto il dubbio sull'eccessivo ricorso ai forni.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 settembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
11

giorni fa