venerdì 26 aprile 2013

La commissione del silenzio


Guai a mettere il naso nel camino

Ci ritroviamo ancora un poco scossi per quanto ascoltato e visto nel corso dell'ultima seduta del consiglio comunale di Parma, quella che avrebbe dovuto veder nascere la commissione d'indagine sull'inceneritore di Ugozzolo.



Sconcertati, perché, a quanto pare di capire, non se ne farà nulla, a causa della pervicace scelta delle minoranze di porre la sordina su un tema a quanto pare troppo scottante e a rischio.
Chi aveva poco prima brindato alla commissione d'indagine Public Money, che si occuperà di fare chiarezza sui debiti accumulati dal comune, ora ritira il braccio e rifiuta il calice seguente.
La luce la si vuole a senso unico, solo su certi argomenti.
Buio totale su temi a quanto pare scomodi, pericolosi, a rischio inciampi.
Le motivazioni con le quali viene respinta la commissione sull'inceneritore sono da commedia.
Non siamo giudici, non ci dobbiamo sostituire al tribunale, bastano e avanzano le commissioni tematiche generali...
Tutte affermazioni che non valgono invece per Public Money, dove invece si intende eccome ergersi a giudici delle malefatte delle precedenti amministrazioni.
E' triste osservare ancora partiti e gruppi ancorati a vecchi copioni che non strappano più applausi.
La città oggi vorrebbe conoscere tutto quello che è possibili sulla vicenda che sta portando Parma a costruire un inutile camino, che rischia di disincentivare le politiche ambientali corretta nella gestione dei nostri rifiuti.
Un inceneritore costosissimo che sarà pagato dai cittadini attraverso bollette bollenti, nonostante l'impegno nella raccolta differenziata che testimonia della maturità dei cittadini su questo tema.
Tutti sanno che la costruzione dell'inceneritore di Parma è stata una forzatura.
Tutti sanno che nel corso delle indagini della Guardia di Finanza sono emerse situazioni che il tribunale del riesame ha giudicato passibili di episodi corruttivi, denotando una volta per tutte la gravità e l'estremo bisogno di sviscerare tutta la grande matassa del forno.
Ora assistiamo a sotterfugi e manovre di scarto, un fuggi fuggi nell'ombra degli scranni per impedire che la vicenda sia chiarita anche in sede consiliare, per impedire che gli angoli bui della vicenda trovino la strada del chiarimento.
Noi ci domandiamo molto semplicemente cosa ci sia di tanto segreto dentro questa storia infinita da portare le minoranze compatte alla congiura del silenzio.
Di fatto si sta ponendo la sordina su un tema che da anni invece necessita di lucida trasparenza.
C'è bisogno di fare le pulizie di primavera e smettere di nascondere sotto il tappeto questioni che a quanto pare spaventano talmente questi consiglieri da farli apparire intimiditi di fronte al rischio di aprire i libri.
Noi conosciamo benissimo questa situazione.
Cambiano le persone, ma non i comportamenti.
Nella precedente legislatura fu cassato il referendum sull'inceneritore.
Anche allora fu unanimità (mancando il 5 stelle).
Tutti compatti anche oggi le forze altre rispetto ai grillini.
La città non dimentica e non ha una memoria così corta.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

giovedì 25 aprile 2013

La frana che minaccia Citterio


Sulla collina soprastante lo stabilimento Citterio, al Poggio Sant'Ilario, c'è un via vai di ruspe e camion per il movimento terra.
Di fronte al pericolo di frana che grava sullo stabilimento, ci si è mossi per farvi fronte.
I macchinari stanno terrazzando il pendio e si sta cercando di drenare l'acqua con piccole canalizzazioni che stornino la sua direzione di discesa dal lato stabilimento verso altri adiacenti.
Di fatto, la collina è diventata un cantiere ed il suo assetto è completamente stravolto.
Le famiglia che abitano le palazzine adiacenti guardano allibite allo scempio in atto e si domandano se ci sia stata una autorizzazione o se Citterio possa fare ciò che vuole.
L'azione va infatti ben oltre i confini della proprietà dello stabilimento, delimitati da una recinzione metallica.



Ad una prospezione in situ, salendo la collina, si notano tracce di un'opera di contenimento precedente gli attuali lavori. Una linea di pali a scendere da dove le ruspe stanno ora scavando.
Continuando a salire, si notano tre nicchie di distacco di più di un metro di profondità proprio sotto la casa posta sulla cima, a contornare tutto il lato della collina visibile dalla strada.
Lo sviluppo delle nicchie di distacco evidenzia come il moto franoso avviluppi ormai la collina in toto.
Da testimonianze di gente del posto, si apprende che dove ora si sta scavando per terrazzare si era creata una nicchia di distacco ancora più grossa, superiore all'altezza di un uomo e tale da minacciare direttamente lo stabilimento.
La nicchia di distacco c'era anche l'anno precedente, anzi era l'unica che si fosse realizzata. In pratica costituiva la testimonianza di una frana relitta che caratterizzava proprio la collina sopra lo stabilimento.
Citterio non è nuova a tali interventi verso la collina.
Per ricavare spazio utile ad erigere l'edificio di rendering ed il cogeneratore stesso, Citterio aveva provveduto a tagliare una fetta di collina che degradava all'interno della sua proprietà e ad erigervi un muro di contenimento. Tutto il materiale di risulta dello sbancamento era stato portato su un prato adiacente, cambiandone la conformazione, da piatto che era, in declivio, parte integrante della collina che scende verso il piano.
Pur consapevoli che l'attivazione del moto franoso della collina è in gran parte dovuto, come per le altre innumerevoli frane dell'Appennino, alla enorme quantità di precipitazioni, ci si domanda se quello sbancamento e quel muro eretto dall'azienda abbia contribuito al fenomeno franoso.
Il troncamento brusco, il muro e soprattutto il grosso sbancamento, potrebbero costituire uno sbarramento artificiale al normale deflusso delle acque del rilievo ed avere l'effetto di spostare ulteriormente a monte l'erosione, innescando un processo franoso che coinvolgerebbe l'intera collina.
Recita lo studio geologico delle frane : “l'asporto di materiale al piede dell'area di frana può modificare pericolosamente le pressioni neutrali o disturbare gravemente il deflusso delle acque superficiali”.
Le attuali misure di contenimento messe in cantiere, il terrazzamento e i canaletti di drenaggio, possono diminuire e sviare l'effetto franoso che ha il muro, ma non possono eliminarlo.
Anzi proprio il tentativo di sviarlo, tramite i canali di drenaggio rivolti sul lato a fianco, possono rivolgere il moto franoso verso il campo adiacente, mettendo a rischio anche le palazzine che lo contornano.
Ci si chiede se l'intervento di sbancamento iniziale di Citterio per ricavare lo spazio piano per erigere il cogeneratore sia stato autorizzato dal Comune.
Ci si chiede se esista una relazione geologica sugli effetti di tale opera.
Ci si chiede, altresì, se l'attuale intervento di modifica dell'assetto generale della collina sia a sua volta autorizzato dall'amministrazione e con quali direttive e prescrizioni.
I cittadini avrebbero diritto ad avere piena conoscenza della situazione.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma

Rifiuti, Mantova straordinariamente differenziata


Riciclo all'80% e tariffa puntuale, la strada è quella giusta

Il servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti si estende a tutta la città di Mantova.
Il piano è stato presentato martedì 23 aprile in Comune dal sindaco Nicola Sodano, dall'assessore all'Ambiente Mariella Maffini e dal direttore di Mantova Ambiente Anzio Negrini.



"Bisogna ringraziare i mantovani perché nonostante i disagi iniziali sono bravissimi - ha sottolineato Sodano -. Un risultato così lo si ottiene solo con la partecipazione dei cittadini. In più i materiali conferiti sono di qualità ottima". Le tappe sono due: il 15 giugno si comincia nella parte del centro storico confinante con la già servita area Unesco e il 1° settembre nei quartieri di Gambarara, Ponte Rosso, Cittadella, Lunetta, Frassino, Virgiliana, Belfiore, Castelnuovo degli Angeli, Dosso del Corso, Borgo Chiesanuova, Pompilio, Due Pini, Te Brunetti, Migliaretto, Valletta Paiolo e Valletta Valsecchi. Nel 2013, quindi, tutta Mantova sarà servita con il nuovo sistema.
Il servizio prevede l'utilizzo di sacchi per il centro storico e di bidoncini per i restanti quartieri della città per il conferimento dei rifiuti opportunamente separati che devono essere esposti in giorni ed orari stabiliti per il ritiro da parte dagli operatori. Nel centro storico i sacchi devono essere esposti dalle 20 alle 21 (non più dalle 19 alle 21) ed il loro asporto avviene di notte; nei quartieri, i bidoni vanno esposti la sera precedente il giorno di raccolta ed il ritiro da parte degli operatori avviene nelle prime ore della mattina successiva.
L' Amministrazione comunale e Mantova Ambiente hanno deciso di fare un ulteriore passo in avanti: la tariffa di igiene urbana diventa puntuale. Il che significa che gli utenti dovranno pagare in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti secondo il principio europeo: chi inquina paga. Solo così i cittadini saranno incentivati a produrre meno rifiuti indifferenziati.
Mantova sarà il primo grande comune in Italia ad applicare questo sistema. A tutte le utenze domestiche e non domestiche verranno consegnati contenitori grigi (sacchi e bidoncini) per la raccolta del rifiuto indifferenziato dotati di un dispositivo elettronico che permette di rilevare il numero di volte in cui l'operatore di Mantova Ambiente effettua l'asporto o la vuotatura degli stessi. Il contenitore ha un codice associato esclusivamente alla singola utenza. A tutte le utenze utenze viene inoltre consegnata una tessera identificativa, con codice a barre associato al dispositivo elettronico dei contenitori.
La raccolta porta a porta e l'applicazione puntuale della tariffa hanno l'obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti e raggiungere l'obiettivo di rifiuti differenziati oltre il 75 per cento. In questo modo, infatti, si può impedire che risorse importanti, in grado di essere ancora valorizzate dal riciclo (come vetro, alluminio, plastica e carta), vadano perse per sempre. Aumentando la raccolta differenziata, inoltre, diminuisce la quantità di rifiuti destinati ad essere smaltiti in discarica.
A cinque mesi dall'avvio del porta a porta in area Unesco, le percentuali di raccolta differenziata hanno raggiunto dei risultati importanti: in gennaio l'80,84%, in febbraio il 76,74% e in marzo l'81,43%, con una media che si avvicina all'80 per cento. Significative le tonnellate di materiali avviati al recupero; prendendo a riferimento il mese di marzo si hanno 67.420 tonnellate di imballaggi in cartone, 16.460 di imballaggi in plastica, 36.920 di vetro e alluminio, 63.490 di materiale organico. Molto diversi, invece, i dati registrati nel primo trimestre di quest'anno nel territorio non servito dal servizio di raccolta domiciliare: la percentuale di rifiuti differenziati è il 38,25% (3.550.760 tonnellate di rifiuti prodotti in gennaio, febbraio, marzo).
Per informare i cittadini del nuovo servizio è stata predisposta una adeguata campagna di comunicazione attraverso la realizzazione di incontri con la cittadinanza e materiale informativo. Nel centro storico saranno attivi inoltre gli 'infobike' curati da un esperto informatore ambientale che gira per la città con una bicicletta personalizzata, dalle 10 alle 19, del 25 maggio, l'1, l'8 e il 15 giugno. Nei quartieri invece saranno allestiti dei punti informativi tra agosto e settembre, il personale incaricato darà informazioni e fornirà chiarimenti, dalle 8.30 alle 12.30, il 25 e il 27 agosto, l'1 e l'8 settembre. Gli infopoint saranno sette e si svolgeranno in contemporanea in alcuni quartieri, il calendario contenente le date e i luoghi sarà inviato ai residenti nei quartieri nelle prossime settimane.
Le novità sul nuovo servizio, infatti, vengono comunicate alla cittadinanza attraverso l'invio di una lettera del sindaco Sodano che sarà recapitata a tutte le utenze (per i residenti in centro in questi giorni, per i residenti nei quartieri nelle prossime settimane). Il calendario con i giorni di raccolta e le informazioni su come separare correttamente i rifiuti, invece, vengono fornite all'interno dell'opuscolo consegnato, insieme al kit dei sacchi e dei contenitori, dagli operatori di Mantova Ambiente casa per casa.
Per tutti i cittadini, infine, da giugno a settembre, verranno proposti una serie di incontri che, oltre ad introdurre le novità del servizio di raccolta domiciliare, illustreranno argomenti e temi legati ad un corretto rapporto con le risorse e i materiali, alla spesa e al consumo ecologico, in un'ottica di contenimento degli sprechi e di riduzione dei rifiuti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

La Provincia contro la legge?


Folli, il forno non può partire il 29 aprile

Quanto richiesto da Iren in merito all'“accensione temporanea di 50 ore” non trova riscontro nell'AIA autorizzativa



In relazione alle dichiarazioni del consigliere Dall’Olio circa la mancata presenza del Comune a due incontri sul Paip tenutisi in queste ultime settimane, l’assessore Folli fa presente quanto segue: "Il Comune ha partecipato nelle ultime settimane a diversi incontri in sede di Conferenza dei Servizi e Commissione Tecnico Amministrativa in cui ha rilasciato pareri negativi su diversi aspetti inerenti a prescrizioni che dovevano essere assolte prima dell’inizio delle attività. Non ritenendo di avere fatti nuovi da comunicare nell’incontro di martedì 23 aprile, peraltro preceduto dalla seduta della CTA di lunedì 22, in cui il Comune era presente ed in cui si sono ribadite le stesse posizioni, ci si è limitati ad inviare lettera protocollata in cui si sono richiamati i pareri espressi in precedenza.
In merito all’ennesima futile polemica del consigliere sul consulente Marco Caldiroli, facciamo presente che lo stesso ha partecipato attivamente in tutte le fasi da quando è stato coinvolto, contribuendo fattivamente all’elaborazione della posizione del Comune sull’iter autorizzativo e che lo stesso è compensato con un gettone di presenza di 280 Euro lordi per ciascuna seduta della CTA. Sulla notizia, peraltro appresa dai media, e ad oggi non comunicata ufficialmente, della presunta apertura temporanea di 50 ore a partire da lunedì 29 aprile, riteniamo che la Provincia in quanto responsabile del procedimento abbia la piena responsabilità di dimostrare che tutte le osservazioni ricevute dagli enti ed in particolare da ARPA, ASL e Comuni, siano state ottemperate.
Da parte nostra abbiamo opportunamente segnalato che quanto richiesto da Iren in merito “accensione temporanea di 50 ore” non trovava riscontro nell'AIA; lo si è scritto nel parere trasmesso dal Comune e lo si è verbalizzato come CTA. Noi agiremo per far rispettare accordi, leggi e regolamenti e ci aspettiamo che tutti gli enti coinvolti facciano altrettanto a garanzia della tutela dei cittadini e del territorio" .

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

martedì 23 aprile 2013

Ho partecipato a molte marce


Ho partecipato a molte marce e manifestazioni, ma una mi ha colpito particolarmente.
Era la vigilia di Santa Lucia, il luogo d'incontro era piazza Santa Croce ed erano le cinque di pomeriggio.
Quando il sole è tramontato abbiamo acceso le candele, abbiamo spiegato le bandiere e siamo partiti per il nostro cammino.
La marcia era una protesta, per evitare un inquinamento ulteriore dell'aria, per fermare la costruzione dell'inceneritore a Parma.
Eravamo in tantissimi, una scia di candele che illuminavano il nostro lungo cammino.
Il freddo ti ghiacciava le mani, ma il cuore rimaneva caldo, mi sentivo parte di una massa, di un gruppo, di un popolo.



Cantammo tutti in coro una canzone che spiegava che ci sono altre soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti come il riciclo.
Si procedeva lentamente, iniziò anche a piovere, le candele si spensero ma la gente continuava a camminare e cantare felicemente.
Si aprirono molti ombrelli colorati.
Molta gente offriva un posto sotto l'ombrello a gente sconosciuta, che non aveva mai visto.
E' incredibile come una causa da difendere possa unire così tante persone.
Le gente usava fischietti, tamburelli e altoparlanti per far rumore e attirare l'attenzione.
Molta gente che camminava tranquillamente per la strada, vedendo tutte quelle persone che marciavano felici, si unirono al coro e al cammino.
La gente si affacciava alle finestre, le persone nei negozi si alzavano per vedere quello che stava succedendo fuori.
Il popolo si stava ribellando ed io ero parte di quel popolo.
Ero proprio lì in quel momento immortalato dalle foto e pubblicato sui giornali.
L'inceneritore non è costruito al fine del benessere del popolo e dei cittadini ma solo per gli interessi economici di chi lo costruisce.
Bruciare è sinonimo di inquinare e se l'inceneritore brucia i rifiuti, inquina.
Non so come faccia la gente a credere che sia un buon modo per smaltire i rifiuti.
Inoltre è anche sbagliato dire che smaltisce, perché trasforma i rifiuti in diossina e in nanoparticelle che inquinano l'aria e i cibi.
Se non è possibile smaltire allora è meglio riciclare i materiali che abbiamo già costruito con tanta fatica.
Usare il cammino come atto di protesta è un buon modo per utilizzare un'azione semplice e abituale per sostenere un'opinione e mostrarla a tutta la città.
A Parma esiste una associazione che ha organizzato questo evento che si chiama GCR (Gestione Corretta Rifiuti).
Organizzano anche incontri per parlare di questo argomento così importante per la nostra salute.
La città è già molto inquinata , non si riesce neanche a correre per la città a causa dell'aria, figuriamoci se si utilizzasse un impianto di incenerimento!
L'aria diventerebbe irrespirabile.
Se andiamo avanti così dovremo uscire da casa con le maschere antigas.
La causa per la quale io e altre persone stiamo lottando è molto importante per il nostro futuro e per i nostri polmoni.

Marta C.
3a media

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Federico Valerio, lezione sul biometano


Mi sembra di aver capito che quei pochi che non approvano l'art 14 della Legge di Iniziativa Popolare "Rifiuti Zero" ( www.leggerifiutizero.it ) facciano questa scelta, in quanto contrari alla combustione del biogas e all'inquinamento che questa combustione produce.
Per principio costoro sono contrari a tutte le combustioni, a prescindere.
Personalmente faccio dei distinguo: io sono contrario a tutte le combustioni evitabili.
Però, debbo fare un ulteriore distinguo per le combustioni inevitabili: riscaldare la casa, cuocere la pasta, farsi una doccia, produrre elettricità, muovere un automezzo, un treno, un metrò....
In questi casi, sono favorevole a che si faccia uso solo di combustibili a basso impatto ambientale.
E metano e biometano hanno esattamente questa caratteristica: sono i combustibili con il più basso fattore di emissione.



A parità di energia prodotta, metano e biometano producono, in assoluto, la minore quantità di polveri sottili, ossidi di azoto, policiclici aromatici, diossine, tra tutti i combustibili a nostra disposizione ( legna, carbone, gasolio, olio combustibile...)
Chi non vuole la digestione anaerobica, preferisce il compostaggio come trattamento dei nostri scarti organici?
Certamente il compostaggio è da preferire in tutti i casi in cui questa tecnologia sia praticabile, tuttavia chi non vuole combustioni deve aver presente che il compostaggio richiede energia per il suo funzionamento e che il processo di compostaggio comporta anche emissioni gassose "inquinanti" (ammoniaca, composti organici volatili).
Per compostare una tonnellata di frazione organica occorre da 130 a 160 chilowattore di energia, in gran parte energia elettrica per alimentare i compressori che forniscono l'aria necessaria per il processo di compostaggio.
E per produrre questi 130-160 chilowattore, nella attuale situazione, occorre bruciare qualche cosa, da qualche parte e quindi produrre inquinamento da ossidi di azoto, nanopolveri, diossine...
Inoltre, le naturali emissioni gassose di un impianto di compostaggio, hanno anche effetti sul cambiamento climatico, sulla formazione di ozono e anche sulla nostra salute, in quanto nelle emissioni sono presenti anche composti tossici per l'uomo.
A fronte di tutto questo, non compostiamo più i nostri scarti organici? Mandiamo tutto in discarica? Li termovalorizziamo?
La risposta ovviamente è no, in quanto l'impatto ambientale e sanitario di discariche e termovalorizzatori, a parità di materiali trattati, è nettamente superiore a quello del compostaggio!
Rispetto al compostaggio "energivoro", la digestione anaerobica ci evita, anch'essa, i problemi della putrescibilità dei nostri scarti ma ha il vantaggio di produrre un gas (il metano) che può essere usato per tutti le necessità energetiche di questo stesso impianto (calore, energia elettrica, autotrazione).
E il metano, che sia fossile o prodotto 50 giorni prima con la digestione anaerobica, è in assoluto il combustibile più pulito che abbiamo a disposizione.
Il politecnico di Milano ha documentato addirittura l'assenza di nanopolveri se si usa il metano come combustibile. Secondo i suoi studi, da una caldaia a metano escono meno nanopolveri di quelle presenti nell'aria di Milano, usata per alimentare la caldaia utilizzata per le misure.
Pertanto, un digestore anaerobico è energeticamente autosufficente ed evita di dover produrre altrove l'energia che gli serve per funzionare e il corrispondente inquinamento.
Se il biogas si depura a biometano, riducendo la concentrazione di anidride carbonica del biogas, si ottiene un gas composto per oltre il 95% di metano, ossia la stessa concentrazione di metano nel gas naturale, quello che depurato alla fonte in Libia, nei mari del Nord, in Siberia, ci arriva in casa attraverso i gasdotti, i tubi del gas, nei fornelli della cucina e nel bruciatore della calderina, dove viene (ahimè!) bruciato per fornirci calore.
In conclusione, sia il compostaggio che la digestione anaerobica hanno, inevitabilmente, impatti ambientali, tra di loro molto simili ed in entrambi i casi, nettamente inferiori a quelli della termovalorizzazione.
Mi si dirà che un impianto di compostaggio potrebbe essere alimentato con energia fotovoltaica ed eolica e in tal modo ad impatto ancora più basso
In effetti questo in parte già avviene, ma con costi elevati che non giustificano l'intera copertura dei fabbisogni energetici di un impianto di compostaggio.
Inoltre, oggi le fonti di energia rinnovabile senza combustione, coprono solo l'11% dei nostri consumi di energia elettrica.
E quando tra qualche anno non avremo più disponibile metano siberiano o libico?
Piaccia o no (a me piace moltissimo), quando saremo a quel punto, la digestione anaerobica dei nostri scarti organici, oltre a far funzionare questi impianti, ci fornirà un bel po' di bio-metano per continuare a far da mangiare, farci la doccia, riscaldare casa, muovere l'automobile.
Biometano che, fin da ora dobbiamo imparare a produrre e ad usare con sobrietà, in quanto l'autoproduzione non sarà certo in grado di coprire gli attuali nostri consumi.
Ma "meno male che il biometano c'è" e ci sarà.

Federico Valerio

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

lunedì 22 aprile 2013

Zanoni appoggia la Legge Rifiuti Zero



L'eurodeputato Andrea Zanoni appoggia e invita a firmare la campagna di iniziativa popolare “Legge Rifiuti Zero”. “Basta a discariche e inceneritori. Il futuro è fatto di riciclo e riutilizzo. L'Europa ci dice come fare”



Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, aderisce alla campagna “Legge Rifiuti Zero” che si propone di raccogliere le firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare che bandisca per sempre gli inceneritori e le discariche a vantaggio del riciclo e del riutilizzo. “Nel XXI secolo inoltrato non possiamo più permetterci di considerare i rifiuti come un qualcosa di cui disfarsi. E' arrivato il momento di dire addio ai vecchi metodi di smaltimento e incenerimento, incentivando invece quelle pratiche che guardano al rifiuto come a un prodotto da rimettere nel ciclo di vita produttivo”. A questo riguardo, lo scorso 7 marzo Zanoni ha partecipato come relatore alla conferenza “Towards zero waste - Verso rifiuti zero" al Parlamento europeo di Bruxelles dove tra l'altro era presente il Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik. “Discariche e inceneritori appartengono al passato. Il futuro è fatto di raccolta porta a porta, riciclo al 100 per cento, certificati bianchi per l'industria del riciclo, l'introduzione del reato d'inquinamento ambientale e l'inertizzazione dei rifiuti pericolosi come l'amianto”, spiega Zanoni, che ricorda come “lo scorso maggio al Parlamento europeo abbiamo votato la relazione del collega Gerben-Jan Gerbrandy (olandese e liberal democratico) su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse che invita la Commissione europea a fare ancora di più per razionalizzare la normativa in materia, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre quelli residui fino a raggiungere l'obiettivo rifiuti zero eliminando tra le altre cose le discariche e gli inceneritori entro il 2020”. L'eurodeputato ricorda anche “le possibilità economiche e la possibile creazione di nuovi posti di lavoro di un sistema di riciclo più efficiente, come il caso di un'azienda ferrarese di scope che stava per fallire e che è stata salvata grazie ai costi più bassi del granulato di plastica ricavato dal riciclo” (400 euro contro i 3000 per una tonnellata di granulato ricavato da plastica vergine).
Al Parlamento europeo Zanoni ha denunciato spesso gli effetti di inceneritori e dello smaltimento illegale dei rifiuti sull'ambiente e la salute degli italiani.
“Plaudo all'iniziativa delle associazioni e dei comitati promotori della campagna Legge Rifiuti Zero, che mentre la politica nazionale parla solo di se stessa, cercano di affrontare un problema annoso per il nostro Paese, l'ambiente e la salute dei suoi cittadini”, conclude l'eurodeputato.

Firma la petizione: http://www.leggerifiutizero.it/

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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Confcommercio Arezzo, no alle biomasse


E a Parma solo silenzi?




Anche la Confcommercio aderisce alla manifestazione contro alla centrale a biomasse, che si terrà domenica prossima 21 aprile a Castiglion Fiorentino, Arezzo. "Non è solo questione di salute e di benessere della popolazione, è anche questione di economia", sottolinea il responsabile di zona dell'organizzazione, Carlo Salvicchi: "dobbiamo tutelare l'ambiente perché è uno dei beni più preziosi per il nostro territorio. Cosa ne sarebbe del turismo senza un paesaggio incorrotto e bello da vivere intorno alle strutture ricettive? Gli stranieri soprattutto sono molto attenti a scegliere per le loro vacanze località lontane da fonti inquinanti. Il rischio che eliminino la nostra zona dalle loro mete preferite è troppo alto, non possiamo permettercelo".
"Non siamo contro le centrali a biomasse di per sé", prosegue Salvicchi, "in Europa del nord esistono esempi positivi da seguire. Quello che temiamo è quel modo di fare "all'italiana" che purtroppo contraddistingue il nostro Paese in maniera negativa. Senza precise rassicurazioni sui controlli delle strutture e sulla loro possibile evoluzione, non vogliamo avallare nulla che possa essere in qualche modo nocivo. Il pericolo che le centrali vengano trasformate in inceneritori è ancora troppo alto, senza parlare dei rischi per la salute. Per questo abbiamo deciso di scendere in piazza domenica prossima insieme a quanti dicono "no".

Confcommercio aretina si schiera, decisamente, dalla parte dell'ambiente e, sottolinea, per mera scelta di parte, per salvare l'economia locale, e i posti di lavoro e le aziende che sono strettamente legato alle qualità ambientali del territorio.
Per la prima volta una categoria di imprenditori alza lo sguardo e si rende conto che manomettere, peggiorare, distruggere l'ambiente reca danno anche alle aziende che rappresenta.
Quanto tempo ci è voluto per farlo capire.
L'aria pulita serve anche all'economia, quella sporca non serve a nessuno.
Quanto silenzio invece a Parma da parte di tutte le categorie economiche e finanche dai sindacati.
I progetti finti verdi che provocheranno danni ambientali ingente non sono a favore delle aziende, non sono a favore dei posti di lavoro, fanno solo arricchire i pochi eletti che ruotano attorno a quei business, personaggi che in genere non sono nemmeno del posto.
Vendono un sogno di guadagno, lasciando ai territori solo il fumo, quello vero, con il quale loro non si confronteranno mai.

Quanti progetti insensati anche sul nostro territorio sono accompagnati da tanti silenzi colpevoli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

domenica 21 aprile 2013

Folli, stop all'accensione anticipata del forno


Senza il rispetto totale delle prescrizioni agiremo di conseguenza


Circa i tempi di entrata in funzione del forno inceneritore, si registra la presa di posizione dell’assessore all'ambiente del Comune di Parma, Gabriele Folli, che avverte come l’avvio del forno debba avvenire solo se sono rispettate le prescrizioni di legge relative all'impianto.


“L'articolo apparso oggi sui quotidiani (non è dato sapere quale sia la fonte) anticipa decisioni tutt'altro che scontate che devono essere prese da enti pubblici e organi di controllo solo quando tutte le prescrizioni siano assolte e l'impianto completato – spiega. Pochi giorni fa, confrontandomi con Arpa, ho appreso che stavano ancora montando un sistema di filtri a maniche. Inoltre, non é contemplata dalla legge la cosiddetta “accensione temporanea”. Quando si parte che sia per 1 minuto, 1 ora o 20 anni tutto deve essere pronto ed eseguito a perfetta regola d'arte. Se Iren é arrivata tardi rispetto a certe scadenze non possiamo farci nulla. Per quel che ci riguarda l'impianto partirà solo quando vi sia la certezza che sono state rispettate le prescrizioni che la legge impone. Se qualcun altro si assumerà la responsabilità di dare il nulla osta senza rispettarla ci riserveremo di agire di conseguenza”. E aggiunge: “Abbiamo visto proprio ieri come la zona attorno al Paip sia a forte rischio idrogeologico e non posso esimermi dal fare presente che anche le opere infrastrutturali sono essenziali per il funzionamento in sicurezza. Ieri strada Ugozzolo si presentava come da foto allegata, che si commenta da sola”.

Gabriele Folli
Assessore all'Ambiente del Comune di Parma

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 aprile 2013

Sono passati
1056 Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
350 Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
335 Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore