venerdì 11 ottobre 2013

Milano, il residuo costa 128 euro, a Parma 170

Qualcuno spieghi perché

http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=376451

Siamo andati a spulciare nel Piano finanziario 2013 AMSA del Comune di Milano, per vedere quanto costa ai milanesi lo smaltimento e trattamento del rifiuto indifferenziato, quello che finisce al termovalorizzatore Silla.
A luglio, esaminando il Piano finanziario AMSA, eravamo partiti da un costo totale previsto per il 2013 di circa 69 milioni di euro, da applicare ad un volume di rifiuto indifferenziato di 357.000 tonnellate.


In realtà, come ci ha spiegato il Settore Igiene Ambientale di Milano, i numeri vanno letti diversamente, sia riguardo al costo attribuibile allo smaltimento e trattamento dell'indifferenziato (in sostanza quanto costa a tonnellata il viaggio dell'indifferenziato a Silla e la successiva termovalorizzazione), sia riguardo al totale indifferenziato cui applicare questo costo.
Ai 68,9 milioni di euro - CTS - Costi variabili di Trattamento e Smaltimento RSU - vanno detratti gli oneri diversi (ossia i costi indiretti AMSA, di funzionamento della struttura, che comprendono stipendi, costi di consumo, materiali, ecc.) - stimabili per il 2013 in circa 25,9 milioni (pag. 17 del Piano allegato). Il risultato è di 43 milioni di euro.
Ma cosa considera come "indifferenziato" il Comune di Milano? Tutto quello trasportabile ed inceneribile al termovalorizzatore (ad esempio non i rifiuti abusivi, abbandonati e i fanghi stradali raccolti dallo spazzamento). Quindi: oltre alla frazione residuale della RD, l'indifferenziato raccolto porta a porta, che per il 2013 è previsto essere di 249mila tonnellate, vanno calcolate le voci "frazione residuale e RD diverse" (41.681 tonnellate), la "vuotatura cestini" (32.916 tonnellate) e la pulizia dei mercati ambulanti (12mila tonnellate).
Risultato? 335.000 tonnellate circa, ossia l'indifferenziato milanese che viaggia verso l'impianto di Silla 2 per essere "termovalorizzato".
Da qui il costo di 128 euro a tonnellata, che comprende il trasporto all'impianto Silla e tutte le operazioni di trattamento e smaltimento del rifiuto indifferenziato.

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Ovviamente il quesito sovviene spontaneo.
Il rifiuto indifferenziato è tale sia a Parma che a Milano.
Come identico è il sistema utilizzato per lo smaltimento, per l'appunto un inceneritore.
Come mai allora a Parma dovremmo pagare 170 euro la tonnellata quando a Milano spendono 128?
Come mai i cittadini di Parma e Provincia sono costretti ad un esborso del 30% in più, ben un terzo di spesa maggiorata rispetto ai vicini milanesi?
Trattandosi di un servizio pubblico non vige la necessità di offrire lo stesso servizio ai cittadini al minor costo possibile?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 ottobre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
44

giorni fa

mercoledì 9 ottobre 2013

Inceneritore di Rubbiano, vincono le cattive abitudini

Dopo la lunga pausa estiva è ripreso il lavoro dell’Osservatorio ambientale, presieduto dal nuovo Sindaco di Solignano, Lorenzo Bonazzi.
Un incontro “a porte chiuse”, per fare il punto della situazione con gli enti e gli organi di controllo. Dopo oltre un anno dalla sua riattivazione, l’Osservatorio stenta a decollare, per questo durante l’ultima seduta abbiamo chiesto una assunzione di responsabilità a tutti i componenti.
Da oltre un anno chiediamo cose chiare, semplici: un’indagine epidemiologica seria e completa, per capire lo stato di salute del territorio interessato dalle emissioni del camino di Laterlite e delle persone che su quel territorio abitano.


Le promesse pubbliche di AUSL non hanno avuto seguito, ad oggi nulla è stato fatto.
L’indagine epidemiologica riferita all’impatto ambientale delle emissioni di Laterlite è contenuta nella programmazione delle attività da svolgersi nel distretto sanitario dal 2010, documento firmato da 15 sindaci, ma purtroppo i buoni propositi a tutela dei cittadini scivolano velocemente nel dimenticatoio.
In un recente incontro pubblico, Arpa si è dichiarata disponibile a ripetere la campagna di monitoraggio sulla mutagenesi, che nel 2006-2007 fornì risultati preoccupanti. Il polverino al camino di Laterlite risultò altamente mutageno ma Arpa concluse che non era possibile associare la mutagenicità alle emissioni dello stabilimento. Anche in questo caso, alle promesse pubbliche di disponibilità a ripetere l’indagine non sono seguiti fatti concreti.
Nel frattempo, durante l’estate, con le famiglie sotto l’ombrellone, la Provincia ha provveduto a rinnovare l’AIA all’azienda, l’autorizzazione che permette a Laterlite di incenerire oltre 60 mila tonnellate all’anno di rifiuti speciali pericolosi.
L’autorizzazione era scaduta nell’ottobre 2012, e questo imbarazzante ritardo nella procedura di rinnovo era stata motivata con la necessità di approfondimenti, analisi e miglioramenti del testo. Dopo dieci mesi, la montagna ha partorito un topolino: la nuova autorizzazione è uguale alla vecchia, non prevede il controllo in continuo delle diossine, non prevede la revisione dei codici e delle quantità di rifiuti da incenerire, non prevede una diminuzione degli inquinanti immessi in atmosfera, non prevede di abolire l’incredibile anomalia di avere due limiti emissivi differenti a seconda di come viene alimentato il forno, non prevede analisi più frequenti per pericolosi contaminanti come metalli pesanti, policlorobifenili, furani, ecc.
Nessuna delle richieste presentate dal Comitato è stata accolta nel testo finale.
Anche sul fronte della trasparenza argomento da tutti condiviso e sostenuto purtroppo nessun reale passo in avanti, il sito Arpa, non è aggiornato con i dati 2012 sulle diossine e sugli ipa, così come non ci sono notizie sui rifiuti inceneriti e il rapporto che lo lega alla produzione, mentre continuano a mancare informazioni anche minime sugli esiti dei controlli periodici effettuati dall’ente di controllo sugli inquinanti ritenuti più pericolosi.
Ci hanno comunicato che sul tavolo ci sono grandi progetti, il biomonitoraggio di muschi e licheni, lo studio sulla ricaduta delle emissioni, collaborazioni con l’Università.
Ci chiediamo se siano le solite buone intenzioni, dato che non esiste un crono programma né alcun atto formale che indichi le modalità con cui dovranno svolgersi queste attività.
Chiediamo ad enti ed istituzioni un segnale importante, forte, significativo, di attenzione alle istanze dei cittadini che da anni chiedono risposte concrete, controlli, analisi, indagini, ed in cambio ottengono solo fumosi e rassicuranti giri di parole.
Il politichese non ci basta più.


Comitato Rubbiano per la Vita

martedì 8 ottobre 2013

L'eterna finzione

Il boschetto mangiapolveri era una bufala
Soluzione: bruciare solo quando ci sono le foglie sui rami

Il boschetto mangiapolveri ha magnificato spesso e volentieri l'iter di progettazione del forno di Ugozzolo, visto che il fogliame doveva creare una valida barriera agli inquinanti emessi dal camino.
Perché anche se sperimentale, la piantumazione doveva consentire di assorbire ingentissimi quantitativi di polveri emesse dall'inceneritore, almeno se si voleva credere ai proclami dei sostenitori a tutto tondo del progetto.
E i numeri parlavano chiaro.


Una tonnellata di polveri trattenuta dalle foglie.
Ma erano solo acchiappafantasmi.
I dubbi sul boschetto li abbiamo avuti e manifestati fin da subito, e a parte le risposte pseudo rassicuranti degli addetti ai lavori, che insistevano nel lodare la foglia kamikaze, ci fu anche un siparietto divertente nel corso di una trasmissione televisiva, durante la quale un ricercatore universitario smontò con un eloquente sorriso tutte le fandonie raccontateci.
Ma del boschetto si è continuato a parlare fino a che il camino è partito senza.
Dalla verifiche sul posto ci siamo resi conto che del boschetto non vi era traccia alcuna se non in tremolanti, nudi steli che punteggiavano i campi intorno all'inceneritore.
Il servizio fotografico: http://goo.gl/a8SEnv
Abbiamo quindi provveduto a scrivere ad Arpa, chiedendo lumi sulla vicenda.
Il giorno 7 ottobre, oltre un mese pi tardi, a risponderci è la Provincia di Parma e non Arpa.
Il responsabile unico del procedimento del Pai, Gabriele Alifraco, risponde al quesito solo all'ultima frase, un attimo prima del commiato: “Risulta impossibile ottemperare la prescrizione 29”.
Ergo, il boschetto è una bufala.
A partire dalla specie piantumata, che risulta caduca, quindi non scherma, nel periodo tardo autunno-invero, proprio nulla, perché gli schermi sono caduti a terra con i primi freddi.
Proponiamo una soluzione: accendiamo il forno solo d'estate, a schermi presenti.
Ci sarebbero poi anche le verifiche sul progetto sperimentale del boschetto.
Calma e gesso: ci saranno nel 2014, nel 2015, nel 2021...
Abbiamo capito l'antifona.
Il boschetto fa parte di quegli specchietti per le allodole in cui si incappa sempre quando si deve presentare un progetto inviso alla popolazione, ma appetito da chi costruisce e gestisce.
Si infilano 2, 3 fuochi d'artificio, che fanno il botto subito, e tanto basta.
Che resti solo il fumo non è un problema.
Nel frattempo la faccenda è risolta, le caselle sono andate al loro posto, il camino è acceso.
Con tanti saluti alla salvaguardia del nostro territorio.
Dire che ci si sente presi in giro è un eufemismo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 ottobre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
41

giorni fa

lunedì 7 ottobre 2013

Napoli, la scomunica di Sepe

"Niente comunione a chi inquina"
A Parma stessa filosofia?

«Niente comunione a chi inquina».
Durissima scomunica del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe per chi ha appestato di rifiuti tossici le zone a nord del capoluogo campano, tristemente conosciute come Terre dei fuochi.
«Chi attenta alla vita degli altri inquinando non può fare la comunione se non si converte e ripara al danno commesso. Bisogna dare una scossa, chi attenta alla vita degli altri non solo danneggia la società, ma commette peccato contro Dio, un peccato grave».


Sepe approfitta della celebrazione del 70° anniversario delle Quattro giornate di Napoli e della presenza di Napolitano. Al capo dello Stato, don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, uno dei Comuni più colpiti dal fenomeno, ha consegnato le cartoline di undici mamme che hanno avuto i loro bambini colpiti da leucemie e altri tumori fatali. «Gli ho detto che sono il parroco della Terra dei fuochi - riferisce Patriciello - II presidente mi ha risposto che il termine non gli piace, che vorrebbe tornare a poter chiamare quelle terre "Campania felix". Purtroppo non è possibile, i roghi sono quotidiani. E non serve nascondersi solo dietro la camorra.
Tanti industriali criminali hanno portato qui i rifiuti tossici dal nord, i camorristi gliel'hanno permesso e i politici hanno venduto il territorio per un piatto di lenticchie».
Ora in Campania le istituzioni sono d'accordo sul fatto che occorrono bonifiche.
Il governatore Caldoro appoggia da un lato la proposta del giudice Raffaele Cantone di utilizzare le risorse derivanti dai sequestri di beni ai camorristi.
Dall'altra pressa però il governo per avere risorse straordinarie.
Intanto, un Atr 42 sorvolerà la zona per individuare e contrastare i roghi.

*

Il cardinale di Napoli scomunica chi inquina.
Condanna chi avvelena il creato, chi non se ne cura.
Chi attenta alla vita dei cittadini non merita di fare la comunione.
Perché a Parma il Centro di Etica Ambientale non fa lo stesso e allontana coloro che appoggiano l'inceneritore di Ugozzolo?
La Bibbia è una sola e la legge che condanna gli avvelenatori della Campania è la stessa in vigore a Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 ottobre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
40

giorni fa

domenica 6 ottobre 2013

Trashed, il suicidio dell'umanità

Un monito anche per Parma

Abbiamo vissuto con gli occhi chiusi, le orecchie tappate, il naso sigillato, mentre il mondo andava alla deriva con sempre maggiore velocità e con la nostra firma sopra.
Oggi siamo sull'orlo del baratro, e non sappiamo se anche con un cambiamento netto ed in controtendenza, riusciremo a salvare il Pianeta.


Trashed, il film di Jeremy Irons, proiettato gratuitamente sabato all'Astra, il mattino per le scuole, nel pomeriggio per la cittadinanza, rappresenta un punto di svolta della consapevolezza.
E una desolante carrellata della capacità dell'uomo di distruggere, uccidere, avvelenare.
Jeremy Irons, nel suo volo pindarico ai quattro angoli del globo, ci riporta l'immagine di un mondo kamikaze, che in nome dello sviluppo (ma è davvero tale?), ha distrutto (e continua a farlo) l'unico mondo che conosce e che lo ospita.
Trashed è un pugno nello stomaco, un'amarissima constatazione delle capacità distruttiva delle nostre azioni, di come coscientemente l'uomo sta diligentemente segando il ramo su cui è appollaiato, verso il tronco, con ancora pochi margini di tempo prima che tutto crolli verso il basso e il disastro sia definitivo.
Il rifiuto è la prova dell'idiozia dell'uomo, che crede che allontanando da sé gli scarti sia possibile liberarsene senza alcuna conseguenza.
Il rifiuto è una produzione tutta umana, che in natura non esiste.
E' il frutto avvelenato del progresso indifferente e cinico, sordo ai segnali della natura, talmente concentrato sul profitto da non rendersi conto del danno anche economico provocato da una mancata corretta progettazione delle merci.
Trashed ci conduce, con le impareggiabili note di Vangelis, in questo antro oscuro, dove l'uomo uccide sé stesso e dove tenta di curare il male provocato negando di esserne responsabile.
Appare oggi ovvio ai più che nascondere sotto terra i rifiuti sia un gesto senza alcun senso, senza alcun futuro. Il pianeta è disseminato di discariche, accanto alle abitazioni anche in Paesi come il Regno Unito, che ritenevano Paesi civili per eccellenza, irreprensibili difensori dell'ambiente.
Purtroppo ci siamo sbagliati.
Si ripropone in tutto il mondo, in quello avanzato come in quello in perenne rincorsa, il modello che ci sta portando all'autodistruzione.
Distruggere o nascondere i rifiuti con progetti insensati che vengono condotti a termine anche contro la volontà delle popolazioni, che non vengono ascoltate ma anzi perfino minacciate a proseguire nella loro lotta, dagli stessi governi e dai loro apparati della giustizia allineati.
Anche quando tragedie e morti si moltiplicano le ragioni degli ambientalisti vengono cancellate.
Il volo di Irons ci porta in luoghi incontaminati dell'Artico, dove un piccolo inceneritore che avrebbe risolto il problema dei rifiuti ha invece avvelenato terre, animali, persone, L'imbarazzo delle autorità interrogate era evidente. La certezza che la tecnologia fosse perfetta crolla, ma lascia esterrefatti i sostenitori bendati, meravigliati di come sia stato possibile provocare il disastro che è davanti ai loro occhi.
Noi crediamo di poterci difendere dall'inquinamento.
Ma il messaggio di Trashed è molto chiaro.
Stiamo contaminando il globo intero e l'inquinamento ci ritorna in quello che mangiamo, in quello che respiriamo, perché nel nostro mondo chiuso respiriamo tutti la stessa aria, mangiamo tutti lo stesso cibo.
Costruiamo ancora inceneritori nonostante gli innumerevoli incidenti che hanno causato emissioni di diossina e metalli pesanti che hanno segnato territori interi.
Bruciamo plastica per ottenere cenere tossica che vorremmo utilizzare per le nostre case.
L'idiozia sembra regnare indisturbata.
Siamo al disastro.
I mari contengono tracce di plastica che i pesci ingeriscono e che poi ingeriremo noi quando li porteremo sulle nostre tavole.
Non ci meritiamo il Pianeta su cui viviamo.
Poca speranza ci lascia la pellicola Trashed, ma infonde coraggio a chi sta faticosamente, sta camminando verso rifiuti zero.
Perché la ragione, è dalla loro parte.
Trashed è un monito, anche per Parma.

L'intervista a Jeremy Irons: http://goo.gl/V2E5UP


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 ottobre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
39

giorni fa