L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 13 ottobre 2012
Parma aderisce a Rifiuti Zero
Parma è il secondo comune più popoloso, dopo Napoli, ad aver aderito alla strategia Rifiuti Zero, lanciata da Paul Connet, il chimico americano della St. Lawrence University, che ha avuto in Italia il comune di Capannori, con Rossano Ercolini, la punta di diamante.
Oggi sono oltre cento le amministrazioni locali che hanno intrapreso questa strada.
Oggi a Capannori è in corso la giornata degli aderenti che fonderanno insieme l'associazione delle comunità verso rifiuti zero.
Per Parma è presente l'assessore all'ambiente Gabriele Folli, che sta seguendo i lavori della giornata di studio.
La strategia prevede 3 importanti passaggi per raggiungere gli obiettivi prefissati:
Eliminare incenerimento dei rifiuti, passando a un sistema di raccolta che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti;
Incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti (es. uso di prodotti alla spina);
Sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.
Alla strategia rifiuti zero ha anche aderito Anpas, l'associazione delle pubbliche assistenze italiane.
Il comune di Parma si avvia verso l'impostazione del sistema di raccolta ottimizzato al massimo recupero dei materiali attraverso riduzione e prevenzione, riuso, riciclo, riducendo così al minimo e progressivamente a zero il rifiuto residuo.
Una prospettiva evidentemente in contrasto con l'utilizzo di un inceneritore.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 ottobre 2012
Sono passati
10 giorno dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
50 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
866 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
160 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
145 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
S.Ilario Baganza, bruciare grasso, incamerare incentivi
Il 4 ottobre la Citterio ha presentato a S.Ilario Baganza il progetto di smaltimento del grasso di scarto dei prosciutti, con l'intenzione di bruciarlo per fare cogenerazione e intascare gli incentivi pubblici (280 euro/Mwe).
Mediante un processo di Rendering si ottiene grasso colato e vapore. Il vapore finisce in un postcombustore alimentato a metano, sostituendolo in parte e diminuendone il consumo.
Il grasso animale liquefatto diventa un biocombustibile ed alimenta il cogeneratore per produrre elettricità.
Solo con necessari trattamenti, come nel caso degli oli vegetali, volti a diminuire la viscosità, i grassi animali possono essere impiegati per alimentare motori a combustione interna per fare cogenerazione e produrre calore ed energia elettrica.
A causa delle temperature più elevate in camera di scoppio, le emissioni di ossidi di azoto sono maggiori rispetto a quelle tipiche del gasolio, rendendo indispensabile il ricorso ad un efficiente sistema di abbattimento.
Per ridurre gli NOx si impiegano per lo più soluzioni di tipo SCR (addizione di ammoniaca), per ridurre il particolato si dovrà ricorrere all'impiego di particolari tecniche basate sulla combustione delle particelle, trattenute su un substrato ceramico o metallico.
Ma tutto questo nella realtà non succede.
Basta, come sempre, che le ditte produttrici di detti impianti dichiarino che le emissioni rientrano nei soliti range della normativa nazionale perché Arpa e Ausl certifichino la loro idoneità, come
accaduto per i progetti di impianti a biogas di Felino (Pr) e Palanzano (Pr).
Nei progetti si parla di un controllo all'anno, massimo due, ovviamente eseguiti e certificati dalla ditta stessa.
Le emissioni da cogenerazione di grassi animali hanno una notevole quantità di NO e di NO2.
La miscela degli ossidi di azoto, una volta immessa nell'ambiente, vi permane anche per alcuni giorni, prima di essere rimossa con formazione di acido nitrico (HNO3) e quindi di nitrati.
In particolari condizioni meteorologiche e in presenza di concentrazioni elevate, questa miscela può diffondersi nell’atmosfera ed interessare territori situati anche a grande distanza dalla sorgente inquinante.
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell'uomo, gli ossidi di azoto risultano potenzialmente pericolosi per la salute.
In particolare il monossido di azoto (NO), analogamente al monossido di carbonio, agisce sull’emoglobina, fissandosi ad essa con formazione di metamoglobina e nitrosometaemoglobina.
Questo processo interferisce con la normale ossigenazione dei tessuti da parte del sangue.
Il biossido di azoto è più pericoloso per la salute umana, con una tossicità fino a quattro volte maggiore di quella del monossido di azoto.
Il Biossido di Azoto, NO2, è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante.
La formazione diretta di NO2 dai processi di combustione è strettamente correlata agli elevati valori di pressione e temperatura che si realizzano all’interno delle camere di combustione dei motori.
Forte ossidante ed irritante, il biossido di azoto esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni.
In particolare tale gas è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso). I soggetti più esposti all'azione tossica sono quelli più sensibili, come i bambini e gli asmatici.
Gli ossidi di azoto si possono ritenere fra gli inquinanti atmosferici più critici, non solo perché il biossido di azoto in particolare presenta effetti negativi sulla salute, ma anche perché, in condizioni
di forte irraggiamento solare, provocano delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti (“smog fotochimico”): in particolare è un precursore dell’ozono troposferico e della componente secondaria delle polveri sottili.
Il comune di Felino (presente all'assemblea il sindaco Lori) ha approvato per ora solo l'impianto di Rendering per il recupero del vapore e l'abbattimento del consumo di metano.
Data l'elevata possibilità di inquinamento da ossidi di azoto ci aspettiamo che neghi l'autorizzazione alla cogenerazione alimentata dal grasso liquefatto.
Ascoltando la contrarietà ed i timori di molte delle persone presenti .
Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
12 ottobre 2012
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
venerdì 12 ottobre 2012
Rubbiano, la food valley, il camino di Laterlite
Rubbiano risponde alle accuse di Laterlite
Rubbiano per la vita non ha alcuna intenzione persecutoria nei confronti di Laterlite, né tantomeno persegue lo scopo di spaventare deliberatamente le persone che operano e abitano nel territorio.
Al contrario siamo fortemente motivati dalla necessità di conoscere, approfondire e divulgare, temi di estremo interesse per tutta la comunità, legati al benessere dell’ambiente e della salute.
Il Comitato Rubbiano per la Vita non ha avviato alcuna campagna diffamatoria nei confronti dell’azienda Laterlite.
Rubbiano per la vita ha semmai avviato una seria campagna informativa e comunicativa per spiegare quale sia l’attività di Laterlite nonché l’impatto ambientale e sanitario potenzialmente prodotto dalle emissioni dell’impianto.
Laterlite incenerisce ogni anno 65 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, emettendo in atmosfera rilevanti quantità di sostanze inquinanti come metalli pesanti, diossine, ossidi di azoto e zolfo, pcb, e tanti altri ancora.
L’obiettivo principale è quello di ridurre sensibilmente gli inquinanti immessi in atmosfera, come del resto prevede ed impone la stessa Autorizzazione integrata ambiente (Aia), in fase di approvazione presso la Provincia.
Entrando nel merito, vediamo che contrariamente alle millantate performance ambientali, la quantità di diossine (cancerogeno certo secondo l’OMS) immesse nell’ambiente, è aumentata di 50 volte dal 2007 al 2011, attestandosi a circa 0,5 grammi/anno, in palese violazione delle prescrizioni vigenti (dati Arpa consultabili on line).
Altri aumenti si sono riscontrati per COVNM (insieme di composti tra cui il benzene, cancerogeno per l’uomo), biossido di carbonio e per il materiale particellare (PM).
I livelli di controllo evidenziati dall’azienda sono sostanzialmente in autocontrollo e i dati rilevati inviati ad Arpa, organo preposto che ne pubblica solo alcuni sul sito dedicato.
Questo è un altro obbiettivo del comitato: la diffusione delle informazioni e la totale trasparenza sui dati, a cominciare dalle emissioni di Ossidi di azoto (Nox), valori che oggi vengono inspiegabilmente pubblicati ridotti del 50%, anche in questo caso contravvenendo ad una legittima richiesta di chiarezza.
Ci piacerebbe che l'azienda smentisse le questioni sollevate: pericolosità degli inquinanti immessi in atmosfera, moltiplicazione delle diossine, opacità dei dati forniti.
Laterlite ci accusa di diffondere “dati inesatti e non significativi”, senza citarne alcuno, mentre il Comitato informa i cittadini con dati provenienti dai controlli ufficiali, dalle autorizzazioni concesse dagli enti, verificando sistematicamente la veridicità di ciò che pubblica.
Riteniamo fondamentale la trasmissione delle informazioni per una crescita consapevole del territorio, diversamente da chi in completa aderenza con l’azienda ci ha imposto nel 2000 questa attività di co-incenerimento di rifiuti pericolosi nel più totale riserbo, negando ogni discussione.
Non è affatto vero come sostiene Laterlite che l’Unione Europea incentivi la pratica dell’incenerimento, sostenendo che bruciare oli esausti ed emulsioni oleose siano attività di “riutilizzo e recupero”.
L’Unione europea nell’ultima direttiva 98/2008 indirizza gli stati membri a sostenere la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio e lascia come ultima la possibilità di recupero energetico e smaltimento. Bruciare oli esausti non è riutilizzo.
Davvero inaccettabile è il tentativo di accusare il Comitato di essere contro lavoratori e collaboratori dell’azienda, nel tentativo di additarci come pericolosi estremisti, forse con l’intento di evitare di affrontare nel merito le questioni che poniamo.
Che sono l’ambiente, le condizioni sanitarie del territorio, la tutela del settore agroalimentare e delle aree protette.
Temi che in ogni caso vorremmo approfondire e discutere con i nostri interlocutori diretti, ovvero le istituzioni e gli organi di controllo, ai quali sono deputati i compiti di salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della salute, nonché di una visione strategica di lungo periodo.
Sollecitiamo Provincia e Comuni ad attivare al più presto l’Osservatorio, coinvolgendo i cittadini nella procedura di rinnovo dell’autorizzazione che Laterlite intende ottenere al più presto, per poter proseguire nella insalubre attività di co-incenerimento.
Comitato Rubbiano per la Vita
12 ottobre 2012
mercoledì 10 ottobre 2012
Sel: Laterlite, c'è bisogno di più trasparenza
Fra pochi giorni, l’Amministrazione Provinciale sarà chiamata a pronunciarsi sulla richiesta della ditta Laterlite di rinnovo della Autorizzazione Integrata Ambientale, decisione che potrebbe
consentire all’azienda di continuare ad utilizzare “rifiuti speciali oleosi” per la produzione di argilla espansa.
Da decenni, la presenza di questa attività produttiva è oggetto di una discussione ed un confronto che coinvolge cittadini, istituzioni, mondo dell’ambientalismo e della salute, con al centro l’impatto ambientale ed i pericoli per la salute delle popolazioni limitrofe causate dai cambiamenti introdotti in passato nel ciclo produttivo della Laterlite attraverso le autorizzazioni rilasciate per il passaggio dalla alimentazione a metano ad oli esausti, ovvero residui di lavorazioni industriali.
E’ grave ed incomprensibile, che mentre si impongono all’attenzione del paese situazioni ambientali e fatti di estrema gravità, preoccupanti per la salute dei cittadini, come i dati della situazione dell’aria che respiriamo nella pianura padana e quindi anche nella nostra realtà comunale, come il disastro per la salute e il lavoro all’ Ilva di Taranto, frutto nel migliore dei casi, di decisioni scellerate supportate da “autorizzazioni” rilasciate dagli organismi istituzionali competenti, si stia procedendo al rinnovo della AIA alla Laterlite attraverso un percorso che appare poco trasparente e comunque non coinvolgente dei cittadini e dei territori limitrofi.
Condividiamo per questo le preoccupazioni espresse dal “Comitato Rubbiano per la vita”; a nostro avviso la salute dei cittadini e la trasparenza decisionale devono essere sempre i punti centrali di
una qualsiasi discussione o decisione presa dall'Amministrazione Pubblica.
Proprio per questo, Sinistra Ecologia Libertà Valtaro-Valceno, denuncia il tentativo in atto di arrivare a decisioni delle istituzioni competenti, (Conferenza Provinciale dei Servizi e Amministrazione Provinciale), evitando non solo il confronto e la discussione con i tantissimi
cittadini interessati, ma il coinvolgimento degli stessi strumenti di partecipazione, appositamente costituiti, come l’Osservatorio Ambientale.
Cosa hanno da dire a proposito i Sindaci dei comuni limitrofi allo stabilimento (Fornovo di Taro, Varano dè Melegari e Medesano,) che dovrebbero con la loro presenza all’interno dell’Osservatorio Ambientale, svolgere un ruolo di controllo a tutela della salute dei propri cittadini?
Nel merito della questione, Sinistra Ecologia Libertà, nel ribadire la necessità di recuperare subito un percorso decisionale che consenta la massima trasparenza e partecipazione, ritiene indispensabile capovolgere il paradigma che fino ad oggi ha caratterizzato e guidato il
confronto, (causa principale del disastro ILVA): passare cioè da una logica di tutela dell’ambiente e della salute all’interno di “compatibilità” economiche per l’azienda, a quella tesa a garantire la massima sicurezza ambientale e della salute attraverso l’utilizzo delle migliori
tecnologie allo scopo disponibili sul mercato.
http://valtarovalceno.selparma.it/
circolo.valtarovalceno@selparma.it
Le imbarazzanti lodi di Allodi
Ieri Legambiente Brescia, in forte ritardo, ha tuonato contro l'inceneritore più premiato del mondo, messo sotto inchiesta dalla magistratura per il pennacchio di agosto, un concentrato di inquinanti che Arpa ha preferito secretare, piuttosto che rendere pubbliche le concentrazioni.
A Parma invece Andrea Allodi, l'amante di primo letto dell'inceneritore di Ugozzolo, loda la locale Legambiente, meritevole di scene affettuose per il suo accondiscendente atteggiamento nei confronti dell'inceneritore targato Iren.
Non come quegli scavezzacollo di Gcr, sciagurati kamikaze sempre contro tutti e tutto.
Allodi ammira invece il tenore delle parole legambientaliste, che non dicono mai no, ma solo qualche ni, non temono il forno in quanto tale, ma solo le sue eccessive dimensioni.
Legambiente Parma insomma dice che l'inceneritore fa male solo per la metà in eccedenza, critica la ciccia in eccesso, suggerendo una cura dimagrante.
Le lodi di Allodi, salvo smentite ancora non pervenute, non hanno provocato nessun brivido all'associazione ambientalista locale, abituata a lanciare la fatwa sui Quad in montagna, sacrosanta battaglia civile, dimenticandosi, ahinoi, l'inceneritore in città.
Chissà quale scarico emana maggiori schifezze tra i due contendenti. Chissà se uccide più un Quad di una ciminiera che ogni ora emette in atmosfera 144 mila tonnellate di aria sporca, 24 ore al giorno, 330 giorni all'anno.
Ma in effetti, scusate la dimenticanza, Legambiente ridurrebbe a metà l'emissione del forno, e sarebbero “solo” 72 mila metri cubi a invadere l'aria, in effetti, un'altra cosa.
Le lodi di Allodi a noi fanno una certa impressione.
Allodi consigliava di comprar casa a Ugozzolo, perché il mercato avrebbe premiato il nuovo centro termale targato Iren: l'aria, diceva il nostro, migliorerà.
E poi Allodi afferma tutt'oggi che lo studio Moniter ha graziato gli inceneritori: nessun rischio.
Noi abbiamo letto che, nonostante le mille precauzioni, lo studio della regione non ha potuto fare a meno di confermare la correlazione diretta tra vicinanza agli impianti e nascite pretermine, con l'aumento di tumori nella coorte dell'inceneritore di Modena
Allodi omette di citare gli studi più recenti quali quello del registro tumori del Veneto che, a nome della dottoressa Zambon, evidenzia un rischio relativo nelle donne residenti in prossimità degli inceneritori di Venezia di ammalarsi quasi del doppio di linfoma Non Hodgkin.
Oppure lo studio sui 4 inceneritori di Seul, tutti ampiamente sotto le garanzie più severe di regolarità per le emissioni, che ha evidenziato come ci si ammali più facilmente intorno a tali impianti.
Così come lo stesso studio voluto dalla regione, Moniter, pur con tante pecche, ha registrato un aumento di linfomi Non Hodgkin fra la popolazione residente intorno all'inceneritore di Modena e evidenti e preoccupanti segnali come l'aumento dell'incidenza dei parti prematuri, nonché (sia pur con minore evidenza statistica) di neonati piccoli per età gestazionale e di aborti spontanei. Probabilmente per Allodi questo non significa nulla, ma per noi significa molto.
E ognuno si trova gli amici che preferisce.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 ottobre 2012
Sono passati
7 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
47 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
863 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
157 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
142 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
martedì 9 ottobre 2012
L'inceneritore cuocerò la pasta?
Barilla a convivere con l’inceneritore è abituata: quello erigendo di Ugozzolo quanto dista dallo stabilimento di Via Mantova? Poco o nulla. Ed i fumi emessi arriveranno sparati contro l’azienda, ed il suo prodotto
www.parmapress.it
http://www.parmapress24.it/day-news-3037-l_inceneritore_cuocer_la_pasta_
Se dico dove c’è Barilla, cosa vi viene in mente? C’è casa, come nel vecchio andiamo della pubblicità che ci ha accompagnato per anni? C’è pasta, come quella al pomodoro, sfornata dalle massaie di tutta Italia? C’è famiglia, come quella meravigliosamente finta delle pubblicità Mulino Bianco, che la vita ogni giorno si impegna a ricordarci che non esiste?
Ma no, non avete capito. C’è inceneritore, fumo, inquinamento. Si, morte, malattia, mutazioni genetiche.
La prova? Beh, l’abbiamo avuta questa mattina, quando l’impegnatissimo premier Monti ha inaugurato il nuovo, o meglio, rinnovato, stabilimento di Rubbiano, riconvertito alla produzione di sughi pronti. Quello che fa sorridere è come l’azienda si sia premurata di dichiararsi ecosostenibile, attenta a non inquinare producendo, sorvolando sulla vicinanza con il co-inceneritore della Laterlite, i cui fumi doneranno un piacevole profumo di affumicato alle passate ed ai pesti.
Lasagne alla Bolognese? No, alla combustione, diremmo.
Ma in fondo, Barilla a convivere con l’inceneritore è abituata: quello erigendo di Ugozzolo quanto dista dallo stabilimento di Via Mantova? Poco o nulla. Ed i fumi emessi arriveranno sparati contro l’azienda, ed il suo prodotto.
C’era già la fabbrica quando hanno deciso di costruirlo? Verissimo. Ma siamo altrettanto certi che la potenza e l’influenza dell’azienda non potessero fermare, traslocare, bloccare la costruzione del termovalorizzatore, che il colosso alimentare non avesse sufficiente peso politica sulla giunta che ne approvò la realizzazione?
Chiediamocelo. E la risposta potrebbe non piacerci.
Cosa potremo fare? Forse nulla, se non sperare che la prossima generazione di parmigiani abbia tre teste e sette mani. Tutte le tre bocche, ovviamente, sarebbero sfamate con pasta pronta Barilla.
(Francesca Devincenzi)
Legambiente contro l'inceneritore (a Brescia)
Il circolo di Brescia di Legambiente, nell’apprendere che è in corso una inchiesta giudiziaria sul termoutilizzatore di A2A e che l’ARPA di Brescia ha sollevato obiezioni circa alcune presunte violazioni formali e sostanziali nel funzionamento dell’impianto.
L’inceneritore venne realizzato nell’ottica di un “Patto con la città” che fissava degli obiettivi, allora molto avanzati, di raccolta differenziata, oltre a limitare il numero di tonnellate di rifiuti smaltiti nell’impianto stesso.
In questa maniera si garantiva che sarebbe stata fatta una forte raccolta differenziata e comunque il funzionamento dell'impianto sarebbe stato limitato e non avrebbe comportato problemi dovuti a eccessive quantità di rifiuti da bruciare.
Il fatto che l’impianto fosse controllato da un importante istituto di ricerca esterna dava ulteriori garanzie per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti RSU a Brescia.
Tuttavia quel tempo è ormai assai lontano e le cose si sono molto modificate.
La raccolta differenziata si è fermata a livelli che sono stati di gran lunga superati da molte città italiane, mentre allora Brescia era all’avanguardia.
Il tonnellaggio di rifiuti bruciati è stato aumentato fino a 3 volte la quantità allora prevista, per meri motivi di utilità economica.
I controlli sulle emissioni anziché essere migliorati e resi più efficaci, ad esempio con la pubblicazione in tempo reale dei dati relativi alle emissioni dei camini, si è limitata ad una
pubblicazione settimanale di dati sintetici.
Ciò sta a significare che A2A si è via via allontanata e non ha più rispettato il “Patto con la
città” e ormai l’impianto è diventato solo uno strumento per realizzare profitti economici da
parte dell'ex municipalizzata di Brescia.
In questa ottica la salute della popolazione è messa a repentaglio, ma ciò non sembra essere nelle preoccupazioni di A2A.
In queste condizioni non possiamo che chiedere immediatamente un profondo ripensamento della gestione complessiva della raccolta e smaltimento dei rifiuti a Brescia
che porti alla progressiva riduzione dei quantitativi di rifiuti da conferire all’impianto.
Non ragioniamo in una logica di demonizzazione dell’impianto, ma ci rendiamo conto che ogni cosa fa il suo tempo.
Dobbiamo tornare ad una logica di bacino, nella quale l’accettazione di rifiuti provenienti dall’esterno sia una pura eccezione dovuta ad eventuali emergenze e dobbiamo arrivare a reimpostare un nuovo patto con la città rispetto al quale l’inceneritore sia un impianto da superare, con il tempo, a favore di nuove tecnologie di raccolte dei rifiuti, a favore di un maggiore riciclaggio e riuso degli stessi e per una riduzione e generale della massa di rifiuti prodotta; cosa che non è mai stata nelle preoccupazioni di A2A e dell’A.C. di Brescia, in particolare in questi ultimi anni.
La nostra associazione ha avviato un tavolo tecnico di approfondimento sul tema dei rifiuti e dell’energia a Brescia, che nelle prossime settimane organizzerà momenti di approfondimento e di dibattito per contribuire alla definizione di un nuovo modo per affrontare questi temi a Brescia.
Per Legambiente - Circolo di Brescia - Ing. Isaac Scaramella
lunedì 8 ottobre 2012
Ultimo appello a Mario Monti
I cittadini di Parma interpellano il Primo Ministro
Lei si presenta come l’uomo super partes chiamato a governare l’Italia in crisi, l’uomo di cultura e di grande prestigio, non politico e non anti politico, che deve fare ciò che i politici non hanno saputo o potuto fare.
Noi sinceramente Le auguriamo, nel nostro stesso interesse, che Lei riesca ad assolvere al suo non facile compito. Ed anche per questo ci rivolgiamo a Lei.
Parma ed il suo territorio può essere un perfetto laboratorio, un banco di prova per il suo governo: come l’Italia, Parma, oberata di debiti, deve affrontare gravi problemi irrisolti, primo fra tutti quello dell’inquinamento ambientale, per essa, cuore della food valley, più essenziale e vitale che mai.
In questo non esaltante quadro, spicca e si impone come massimo ed urgente, il problema del mega inceneritore, pianificato e voluto da amministratori di varie parti politiche interessati ai grandi affari ed alle imprese colossali più che al consenso ed alle esigenze vitali del territorio.
Inutilmente e per anni più voci si sono opposte a questo progetto, combattendo con grande civiltà ma con determinazione e costanza tra mille difficoltà perché si riconoscesse la lacunosità e l’inaffidabilità dei dati forniti e l’assurda potenzialità dell’impianto.
Anche la magistratura ha finalmente indagato e sta indagando sulle irregolarità emerse.
Oramai tutti i parmigiani hanno capito.
Ciò nonostante gli interessati sostenitori restano abbarbicati al contratto e cercano solo di ultimare i lavori per mettere tutti di fronte al fatto compiuto.
I cittadini di Parma, ben stretti attorno alla Giunta da poco eletta, non vogliono e non possono rassegnarsi e percorreranno ogni strada lecita e possibile per contrastare quel progetto e quel contratto combattuti da sempre.
Sentirsi dire che oramai è troppo tardi dopo anni di proteste e di proposte disattese perché non c’era premura è davvero inaccettabile.
Sarebbe bene per tutti, anche per Iren, trovar invece un’intesa che consenta di evitare l’irreparabile e ridurre i danni del comune e dell’impresa costruttrice.
Di questo dovrebbe discutersi, con il consiglio e la regia Sua e del Suo governo.
Parma non vuole, non deve, non può permettersi di diventare una nuova Taranto!
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
Comitato Rubbiano per la Vita
Rete Ambiente Parma
Associazione per l'Informazione Ambientale a San Secondo Parmense
Comitato Pro Val Parma
Parma, 8 ottobre 2012
domenica 7 ottobre 2012
La democrazia costa? Aboliamo la democrazia
Verona e l'inceneritore, Luigi XIV, il Re Sole
Anche lunedì 1° ottobre, nella Settima Circoscrizione del comune di Verona è andata buca l'elezione del Presidente, per la quarta e ultima volta. Uno dei punti discriminanti dei due programmi posti in votazione per l’elezione del Presidente era quello relativo a Ca’ del Bue: da una parte centro sinistra e pidiellini che proponevano il blocco delle procedure per la costruzione del nuovo inceneritore; dall’altra la Lista Civica Tosi che, dando per scontata la costruzione dell’inceneritore, si accontentava di un monitoraggio di facciata sulle emissioni dell’impianto.
Nello scialbo (opinione personale) dibattito che ne è seguito un intervento mi ha particolarmente colpito, quello della consigliera Adami Maria Fiore della Lista Civica Tosi, la quale dicendosi seriamente preoccupata per le conseguenze di Ca’ del Bue ha accusato i rappresentanti del PD di non averle fornito le informazioni che aveva chiesto per documentarsi in merito.
Ma come mai la consigliera Adami non ha sentito il bisogno di documentarsi da sola, prima di sottoscrivere il programma della sua lista che dà per scontato l’inceneritore? Ci sono state anche assemblee pubbliche al Cinema Teatro Nuovo di San Michele per dare la possibilità di informarsi a chi era seriamente intenzionato a farlo.
Che ci sia un po’ di avventatezza nel mettersi in lista senza approfondire i contenuti cruciali del proprio programma?
E ora, perciò, si andrà a nuove elezioni. Ma non entro i tre mesi dalla delibera di scioglimento previsti dall’art. 41 dello Statuto Comunale, ma, sembra, fra sette mesi, in primavera, in abbinata alle elezioni politiche generali, perché così vuole Tosi: l ’état c’est moi, come usava dire Luigi XIV di Borbone, il Re Sole.
La motivazione ufficiale per il differimento delle elezioni sarebbe la spesa che ne consegue (calcolata in circa 150 mila €) che di questi tempi sembrerebbe un inutile sperpero di risorse pubbliche. Ma i soldi stanziati per le elezioni fanno parte del gioco di quella cosa che si chiama democrazia e non si strumentalizzino, per pura demagogia, gli stanziamenti sacrosanti per le elezioni con le ruberie perpetrate alla regione Lazio e dintorni da alcuni politici di cui in questi giorni sono piene le cronache!
E, d’altro canto, non è stata poi la Lega di Tosi l’anno scorso ad opporsi all’accorpamento tra i referendum sull’acqua e il nucleare e le elezioni amministrative nel maldestro tentativo di farli fallire? E non fu ancora la Lega nel 2009 a pretendere, ed ottenere, di non accorpare il referendum sulla legge elettorale con le elezioni al parlamento europeo? Come mai il buon senso del padre di famiglia che vuole risparmiare vale una volta sì e due volte no? Incoerenza davvero sospetta!
Oppure il vero motivo di fondo per differire le elezioni sta nel fatto che il sindaco Tosi teme una campagna elettorale in Settima Circoscrizione incentrata su Ca’ del Bue che potrebbe ridurre il consenso alla sua lista, mentre nel calderone ideologico delle politiche la questione inceneritore potrebbe passare quasi inosservata?
Gianni Giuliari
Associazione "Cittadini per la Tutela del Territorio di Verona est"
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 ottobre 2012
Sono passati
4 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
44 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
860 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
154 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
139 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
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