sabato 12 gennaio 2013

Mamme di Felino contro Citterio


In piazza Garibaldi, sotto i portici del grano, mercoledì pomeriggio c'erano anche alcune mamme del comitato del Poggio di Felino, nato contro l'inceneritore della Citterio.
Mamme arrivate con i loro bambini e con i cartelli della loro denuncia al collo, che nessun giornale cartaceo ha riportato, tranne i quotidiani on line "Il Mattino di Parma" e "Parmaonline".



Un silenzio sul cogeneratore a grasso animale del Poggio di S.Ilario Baganza che stride con la realtà di una protesta dei cittadini che ha raccolto già diverse centinaia di firme e che ha visto più di cento persone presenti all'assemblea costitutiva.
Una protesta che si sta allargando a Felino e che ha visto l'associazione ambientale locale “Natura e vita” dare la sua adesione e mostrarsi molto preoccupata per le conseguenze sulla salute dei cittadini e per la possibilità che l'intento speculativo della Citterio si allarghi ad altri grossi prosciuttifici della pedemontana.
La gravità dell'iniziativa non è solo per chi ci abita e deve respirare aria inquinata, ma anche per l'immagine del Consorzio del prosciutto e per l'indotto alimentare di eccellenza di tutta la zona.
Arpa, Ausl, Provincia e Comune di Felino, in Conferenza dei servizi, a novembre hanno dato il benestare a bruciare grasso animale per produrre energia elettrica, accettando per buone le rassicurazioni del proponente sul fatto che le emissioni del cogeneratore rientreranno nei range da loro fissati.
Ma il rispetto di detti range è solo formale e per di più auto certificato dall'azienda medesima.
La realtà dei fatti è molto diversa.
La pubblicistica scientifica in merito afferma che il grasso animale ha una viscosità molto maggiore dello stesso gasolio e che nel motore che lo brucerà e si creeranno concrezioni carboniose che accresceranno esponenzialmente le emissioni di ossidi di azoto e di particolato.
Per filtrare l'azoto occorrerebbero tanti riduttori catalitici selettivi in serie.
Ma l'azienda ne prevede uno solo, visto che sono molto costosi.
Per catturare il particolato serve poco o niente uno scrubber, una torre di lavaggio e sarebbe necessario alternare la combustione del grasso con quella di olio di colza diluito con acqua.
Preoccuparsi della reale portata delle emissioni non interessa certo all'azienda, mentre dovrebbero essere le amministrazioni pubbliche a tenerne conto. E il Comune di Felino dovrebbe essere il primo.
Come sempre tocca ai cittadini.
Una fonte di energia cosiddetta rinnovabile è sostenibile per la salute e l'ambiente?
Diamo voce ai cittadini, apriamo un dibattito serio.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
12 gennaio 2013

venerdì 11 gennaio 2013

Irresponsabile Allodi


Ci provano sempre. Perdono il pelo, ma non il vizio.
Lo difenderanno fino alla morte anche contro l'evidenza.
Dovremo controbattere fino all'ultimo respiro.
Nonno Allodi si appella all'Istituto Superiore di Sanità come se la massima Istituzione sanitaria del Paese assolvesse gli inceneritori e giocasse a suo favore.



Ci ha provato anche ieri sera alla trasmissione Agorà di Tv Parma.
Non si capisce se sia ignorante, nel senso di ignorare, e nel caso lo aggiorniamo noi, oppure se ci provi senza pudore. L'ISS non assolve assolutamente gli inceneritori e lo ha ribadito anche il 23 marzo 2011 a Parma, in occasione della seduta congiunta delle commissioni ambiente e sanità dedicata proprio all'inceneritore.
Otto esperti tra ISS, Moniter, Registro Tumori Veneto, Ordini medici e Isde, offrirono un aggiornamento puntuale su ciò che la scienza evidenzia nel campo dell'incenerimento.
I due relatori dell'ISS citarono quei due famosi studi a cui si appella sempre nonno Allodi e in effetti non si trattò di una esposizione brillante, tanto che il Dr. Burgio li riprese senza esitazione: “ho un affetto immenso per l'ISS e per i colleghi qui presenti che hanno fatto relazioni molto attente, però devo fare una puntualizzazione sui due studi citati dell'OMS e dell'Associazione Epidemiologi italiani perché li conosciamo molto bene. Entrambi dicono: “noi sappiamo che in letteratura scientifica, sugli inceneritori, fino a quando è stato studiato l'effetto epidemiologico, i dati sono drammatici con linfomi e sarcomi. Dei nuovi inceneritori non abbiamo i dati perché non li possiamo avere, perché occorrono anni per raccoglierli e li potremo avere tra 15/20 anni. Dobbiamo studiarli perché ancora non abbiamo dati. Questo non è il modo di rassicurare. Non avere dati non significa che non sono pericolosi. Questo è molto importante e credo che anche l'ISS intendesse dire questo". Emblematica la risposta del Dr. Marsili dell'ISS: “Eh, sì, sono assolutamente d'accordo, la questione è appunto questa”.
Alleghiamo il video perché è ora di darci un taglio così come su Moniter. La Federazione degli Ordini dei Medici Emilia Romagna ha chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori prima degli esiti di Moniter nel Settembre 2007, “si richiede alle SS. LL. di non procedere alla concessione di nulla osta alla costruzione di nuovi inceneritori” e dopo gli esiti di Moniter “la FRER non può che ribadire tale posizione”.
Per le patologie tumorali Moniter ha evidenziato una aumentata mortalità per tumori primitivi del fegato negli uomini, aumentata incidenza di tumori primitivi del pancreas negli uomini, aumentata mortalità per cancro della vescica negli uomini, aumentata mortalità per cancro del colon nelle donne, aumento del rischio relativo di linfoma non-Hodgkin nella coorte di Modena. Per le patologie non tumorali Moniter ha segnalato un aumentato rischio di malattie ischemiche cardiache e di mortalità per malattie cardiocircolatorie nelle femmine, aumentato rischio di mortalità per malattie respiratorie acute nelle femmine, associazione coerente e statisticamente significativa tra livelli di esposizione ad emissioni da inceneritore e parti pre-termine, aumentato rischio di aborti spontanei, andamento crescente del rischio di malformazioni nel loro complesso con l' esposizione ambientale.
Questa vi pare una assoluzione?
http://www.youtube.com/watch?v=Uw6V6m2nE_4

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 gennaio 2013

giovedì 10 gennaio 2013

Irresponsabile Dall'Olio


E' incredibile la faccia tosta dell'ambientalista Dall'Olio, sempre pronto a “segnalare senza entrare nel merito”, come ha fatto ieri con una nota inviata ai media locali.
In modo da coltivare il dubbio dei poveri cristi che non hanno gli strumenti per comprendere.
Sono mosse da condannare, soprattutto il giorno del consiglio comunale in cui è massima l'attenzione dei curiosi che desiderano saperne di più. E tra questi curiosi magari c'è anche il vescovo e i religiosi che in questi giorni si affacciano all'inceneritore per la prima volta e che ci scrivono per avere informazioni dopo l'appello fragoroso loro rivolto.



La frase tipica che accomuna tutte le mail che arrivano è sempre: “io non sono assolutamente competente nella materia...”.
Di sicuro non diventano competenti leggendo la segnalazione di Dall'Olio che cita uno studio già noto perché illustrato l'11 maggio 2010 presso l'auditorium Santa Elisabetta del Campus universitario e che il Dr. Manrico Guerra, per conto dei medici ISDE, aveva analizzato in quella sede, evidenziandone tutti i limiti.
La realtà purtroppo testimonia che l'inceneritore è una fabbrica di malattie e di morte.
Per questo motivo la Federazione degli Ordini dei Medici dell'Emilia Romagna ha chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori. Richiesta avanzata prima degli esiti di Moniter nel settembre 2007 - “si richiede alle SS. LL. di non procedere alla concessione di nulla osta alla costruzione di nuovi inceneritori” - e dopo gli esiti di Moniter - “la FRER non può che ribadire tale posizione”-.
Dall'Olio segnala ma non entra nel merito.
I medici invece sono entrati nel merito eccome: per le patologie tumorali Moniter ha evidenziato una aumentata mortalità per tumori primitivi del fegato negli uomini, aumentata incidenza di tumori primitivi del pancreas negli uomini, aumentata mortalità per cancro della vescica negli uomini, aumentata mortalità per cancro del colon nelle donne, aumento del rischio relativo di linfoma non-Hodgkin nella coorte di Modena. Per le patologie non tumorali è emerso un aumentato rischio di malattie ischemiche cardiache e di mortalità per malattie cardiocircolatorie nelle femmine, aumentato rischio di mortalità per malattie respiratorie acute nelle femmine, associazione coerente e statisticamente significativa tra livelli di esposizione ad emissioni da inceneritore e parti pre-termine, aumentato rischio di aborti spontanei, andamento crescente del rischio di malformazioni nel loro complesso con l' esposizione ambientale.
Di fronte ai dati evidenziati dallo studio epidemiologico finanziato per tre milioni di euro dalla Regione Emilia Romagna, come poteva la FRER non ribadire tale posizione?
Noi dovremmo stare qui a berci le segnalazioni senza entrare nel merito? Dovremmo stare qui ad assistere supinamente a un consiglio comunale senza contraddittorio trasformato in una passerella per i responsabili di questo disastro? Con tutto quello che abbiamo donato alla nostra comunità dovremmo accettare le ingiurie di Ghiretti? Andate ad accusare di fascismo e di scambi politici qualcun altro: i reati stanno emergendo grazie alla nostra perseveranza e noi continueremo a perseverare.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 gennaio 2013

martedì 8 gennaio 2013

Vogliamo scegliere l'aria che respiriamo

Nessuna delega alla nostra salute
manifesto per l'oggi

Il 9 gennaio si terrà una seduta monotematica del Consiglio comunale di Parma dedicata al costruendo inceneritore di Ugozzolo, i cui minacciosi camini crescono ogni giorno, sospinti dagli interessi economici della multiutility Iren e delle lobbies politico-economiche collegate.
Per noi è importante che quel giorno i cittadini si ritrovino a rappresentare i propri interessi e quelli del territorio in cui vivono.



Non abbiamo altro da difendere, se non l’ambiente e la salute.
Vogliamo che la politica faccia una scelta di campo ben precisa e non il solito stucchevole elenco di buoni propositi. Gli amministratori pubblici hanno il dovere, al di là di norme e regolamenti, di dirci da che parte stanno.
Noi non vogliamo un inceneritore che appesti l’ambiente e soffochi la raccolta differenziata per i prossimi 20 anni.
C'è bisogno di cambiamento. Spreco e consumismo ci hanno portato sull'orlo del baratro.
La produzione e la gestione dei rifiuti saranno il termometro di un possibile e auspicabile cambiamento. L’assurda idea di costruire un inceneritore da 130 mila tonnellate/anno nel cuore della food valley fa a pugni con la logica ed il buon senso. A Parma come in tutta Italia.
Questo impianto è stato pianificato e voluto da tutti i partiti, uniti in un connubio di interessi e di poteri, fatto di speculazioni sui soldi pubblici e a danno dei cittadini che ripagheranno il debito attraverso salatissime tariffe.
E il danno verrà dopo la beffa. Respireremo gli aerosol di diossine, polveri sottili e metalli pesanti provenienti dal forno e non basterà il boschetto mangia polveri, sponsorizzato dall’ex presidente di Enia, Allodi.
Non saranno nemmeno sufficienti i super filtri declamati dal suo successore Viero, perché, come ci spiega una letteratura ormai corposa, nessun dispositivo è in grado di intercettare polveri sottili e nano polveri prodotti da questi impianti, sostanze che arrivano direttamente nei polmoni e da lì, nel sangue, producendo effetti non ancora del tutto conosciuti.
Noi vogliamo che il principio di precauzione sia adottato specie su argomenti così delicati, come la salute delle persone e la tutela dell’ambiente.
Assistiamo ogni giorno ad una politica fatta di dibattiti penosi, di accuse e repliche su argomenti inventati e di nessun interesse.
Alcune settimane fa Parma ha ospitato il ministro dell’ambiente Clini, che preferisce mantenere e difendere gli interessi privati dell’Ilva nonostante l’incremento di tumori tra i tarantini sia arrivato al 400%. Clini è stato intervistato sul tema dell’inceneritore di Parma ma a lui non interessa l’ambiente, la salute, le emissioni nocive. La sua risposta “non c’entro niente, se avete deciso di farlo sono fatti vostri” è la misura della classe politica che ci amministra.
In Consiglio si discuterà del futuro di questo territorio, capiremo se questa città intende svoltare verso un nuovo modello di sviluppo, basato sulla riduzione, il riuso, la riparazione, il riciclo, la ricerca.
Oppure se ancora una volta il partito trasversale avrà la meglio sul bene comune, sulla salute nostra e dei nostri figli. Non siamo più disposti ai compromessi, siamo uniti più che mai in difesa dei beni comuni, dell’aria, dell’acqua, della biodiversità degli ecosistemi.
Saranno con noi per dimostrare che un altro mondo è possibile.
E' possibile un sistema più equo, rispettoso, solidale.
La gestione dei rifiuti è un anello fondamentale di questa catena, è la cartina di tornasole del livello di civiltà di un popolo. L'unica strada possibile è il riciclo totale dei materiali.

Parma, 9 gennaio 2013
Sottoscrivono e aderiscono

Casa Cantoniera Autogestita – Parma
Comitato Rubbiano per la vita – Rubbiano
Rete Ambiente Parma
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse GCR – Parma
Associazione per il neoumanesimo APNU - Parma
Cave all'amianto no grazie - Bardi
Liberacittadinanza - Parma
Associazione ambientalista Sodales onlus - Parma
Slow Food – Parma
Coordinamento Niente Voragini - Parma
Associazione Quieora – Parma
Comitato Rione Colombo – Parma
Amici dell'Orto Botanico – Parma
Associazione Donne Ambientaliste ADA – Parma
Associazione Perchéno - Parma
Comitato no cogeneratore da grassi animali del Poggio di S.Ilario Baganza – Felino
Gruppo di acquisto solidale “La Spiga” - Parma
Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Rete Ambiente Veneto
Comitati Riuniti Treviso e Venezia – Riciclo Totale Rifiuti Zero
Movimento dei Consumatori del Veneto
Comitati Spezzini
WWF Veneto
Associazione Ambiente e Salute di Correggio e San Martino in Rio – Reggio Emilia
Rete Ambientale della Versilia
Amici della terra Versilia
Associazione per la Tutela Ambientale della Versilia
Comitato Capezzano Vive
Comitato dalla parte del Cittadino Forte dei Marmi
Comitato Marco Polo
Co.As.Ver.
Comitato Pantaneto Massarosa
Comitato Pedona Ambiente e Salute
Comitato Piano del Quercione
Comitato Salviamo Viareggio
Italia Nostra Versilia
Medicina Democratica Viareggio (Movimento Di Lotta Per La Salute)
Associazione Liberavoce – Fontevivo Soragna
Gas Fontevivo - Parma
Rete di Sostegno Attiva Jabil ex Nokia Siemens - Melzo (MI)
Comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina - Jesi (AN)
Parma Bene Comune

elenco aggiornato all'9 gennaio 2013
le associazioni/comitati che intendono aderire scrivano a: gestionecorrettarifiuti@gmail.com

Il terrore del forno


La minoranza e la psicosi del camino

La sindrome inceneritore colpisce ancora.
E sono gli stessi attori a recitare la stessa parte.
Avevamo già assistito a due clamorosi episodi di questo genere ma, si sa, dopo il due arriva il tre.
Il 23 marzo 2011 la commissione sanità-ambiente si era svolta quasi a porte chiuse (diretta televisiva negata, posti per il pubblico 20) con rischio annullamento perché Gcr, secondo l'allora consigliere Pantano, la voleva trasformare in una pubblica assemblea.



Nel settembre dello stesso anno i capigruppo avevano negato il referendum sull'inceneritore, motivando la grave decisione con un pilatesco “non abbiamo capito la domanda”.
La risposta dei cittadini non si era fatta attendere.
Nel maggio del 2012 la Caporetto del centrosinistra che, nonostante la vittoria in pugno, dopo tre legislature di centrodestra, la caduta di Vignali, il commissariamento del comune, si gioca la poltrona candidando l'uomo d'apparato Bernazzoli, ma soprattutto sottovalutando l'effetto forno, che aiutò non poco a spostare le lancette delle urne.
Una lezione memorabile, di cui però ci si continua a scordare.
Così ieri siamo alla terza messa in scena del delirio forno.
Dopo mesi di impasse finalmente si fissa la data del consiglio comunale dedicato al tema inceneritore, richiesto lo scorso settembre dal consigliere comunale di minoranza Roberto Ghiretti.
E' il 9 di gennaio, quando anche Iren ha dato la sua disponibilità dopo che fitte agende avevano procrastinato l'impegno.
La rosa degli interventi è ampia.
La maggioranza intende evidenziare i rischi cui si va incontro con il forno oltre che ascoltare chi il forno lo costruisce e chi lo sostiene. Insomma par condicio.
Tra l'altro in un consiglio che sul tema non prenderà decisione alcuna: un'occasione per ascoltare, approfondire, fare chiarezza.
Da una parte Iren, Provincia, Regione, Atersir, dall'altra Paolo Rabitti, consulente del comune sul tema, Patrizia Gentilini, oncologa, vicina a Forlì al sentire del sindaco del Pd, Enzo Favoino, luminare della raccolta differenziata che sta progettando con altri il nuovo corso dei rifiuti, anche a Reggio dove il Pd regna, Marco Caldiroli, chimico e stimto esperto di emissioni da combustione.
Inviti inoltrati dal presidente del consiglio comunale.
E' questa parterre, invitata dal presidente del consiglio comunale, che Gcr ha comunicato alla città, per recuperare l'interesse che a pochi mesi dall'avvio rischia di calare. Perché ovviamente è il nostro tema sul quale ci battiamo dal 2006, che novità.
Ma così il forno e il consiglio comunale dedicato sono tornati alla ribalta dell'attenzione dei cittadini.
Si sono di nuovo scaldati gli animi e sull'inceneritore di nuovo fari accesi che la minoranza respinge come il diavolo l'acqua santa.
Mai parlare di inceneritore, silenzio totale sul tema, disinformazione come arma totalitaria.
Così la palestra dell'arrampicata sugli specchi è tornata in voga.
Mille scuse per frenare, ridurre, contingentare il consiglio comunale che avrebbe messo sul piatto la verità su questo progetto, i mille dubbi, le tante gravi realtà sanitarie che accompagnano le stagioni dei forni.
Con il risultato di aver praticamente cancellato il consiglio, trasformato in una specie di sfilata di Iren & friends, senza contraddittorio.
Il terzo atto di questa tragicomica commedia è perfetto per la minoranza.
Ancora una volta vince la sordina da imporre sulla città, che non deve ascoltare, non deve sapere, non deve rendersi conto di che cosa stia per succedere a Parma con il convinto coinvolgimento di chi c'era e c'è ancora in consiglio. Il bavaglio.
Il forno ha padri e madri determinati.
Si chiamano Ubaldi, si chiamano Bernazzoli.
Hanno una corte di fanti pronti a imbracciare le armi e agire di fioretto.
Senza fare prigionieri.
Un'altra pagina nera, come se Parma non fosse proprio cambiata di un passo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 gennaio 2013

lunedì 7 gennaio 2013

Vescovo come Pilato?


Appello a tutti i sacerdoti e religiose e religiosi di Parma

Il vescovo di Parma Solmi ha risposto alla cittadinanza che chiedeva una presa di posizione contro l'inceneritore.
Forse è meglio dire che ha provato a rispondere, o forse è più corretto ammettere che non ha risposto per niente, perché l'intervista sulla Gazzetta di Parma del 24 dicembre è un insieme di frasi fatte, banali e stucchevoli.
Il “dibattito serio e sereno” che auspica il vescovo c'è già stato.



Possibile che non l'abbia seguito un Pastore del suo calibro, che pretende di salvaguardare il Creato?
Le “valutazioni di carattere scientifico circa la nocività dell'inceneritore oggetto di confronto tra esperti” hanno evidenziato, ad esempio, patologie tumorali, aumentata mortalità per tumori primitivi del fegato negli uomini, aumentata incidenza di tumori primitivi del pancreas negli uomini, aumentata mortalità per cancro della vescica negli uomini, aumentata mortalità per cancro del colon nelle donne, aumento del rischio relativo di linfoma non-Hodgkin nella coorte di Modena.
E sulle patologie non tumorali hanno fatto emergere aumentato rischio di malattie ischemiche cardiache e di mortalità per malattie cardiocircolatorie nelle femmine, aumentato rischio di mortalità per malattie respiratorie acute nelle femmine, associazione coerente e statisticamente significativa tra livelli di esposizione ad emissioni da inceneritore e parti pre-termine, aumentato rischio di aborti spontanei, andamento crescente del rischio di malformazioni nel loro complesso con l'esposizione ambientale.
Questi dati arrivano da Moniter, lo studio epidemiologico condotto sulle popolazioni che vivono accanto ad inceneritori, finanziato dalla Regione Emilia Romagna con tre milioni di euro.
Accanto agli inceneritori ci si ammala e si muore. Ufficialmente.
Per questo motivo i medici hanno chiesto la moratoria contro la costruzione di inceneritori. Richiesta avanzata prima degli esiti di Moniter: “Si richiede di non procedere alla concessione di nulla osta alla costruzione di nuovi inceneritori” e anche dopo gli esiti di Moniter “la Federazione dei Medici dell'Emilia Romagna non può che ribadire tale posizione”.
Lo hanno scritto nero su bianco dei tecnici, proprio le persone suggerite dal prelato come destinatari della corretta interpretazione dei dati. I medici, coloro che ci curano, che cercano di prevenire le malattie, che sanno interpretare i dati epidemiologici.
Che gli inceneritori facciano male lo dicono i medici e si continua a far finta di niente.
Allora accogliere nel centro etica ambientale Iren, che costruisce questo impianto, per noi è immorale.
Si tratta delle stesse persone che il tribunale del Riesame ha giudicato pesantemente.
La posizione dei vertici della chiesa di Parma non fa che indebolire i “laici cristiani” che in questi anni hanno dato tutto, insieme ai cittadini, per far emergere quei reati che fino a poco tempo fa erano impensabili.
E' la perseveranza dei “laici cristiani”, insieme ai cittadini, che sta facendo luce su questo sistema perverso, non certo l' etica del centro diocesano.
Il vescovo deve allontanare Iren dalla diocesi.
Non si può salvaguardare Creato e creature con le diossine nel latte materno.
Siamo così ipocriti?
I sacerdoti, le religiose e i religiosi di Parma come fanno ad accettare in coscienza questa situazione?
O prendiamo posizione e “denunciamo con vigore” o assomigliamo a Ponzio Pilato.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 gennaio 2013

domenica 6 gennaio 2013

9 gennaio, occasione per capire

Non perdetevi il consiglio comunale di Parma del 9 gennaio.
Avrete l'occasione per capire davvero di che cosa stiamo parlando.
Di un impianto enorme, costoso, sovradimensionato, pericoloso.
Di una lobby degli inceneritoristi che ha fatto sistema in tutto il Paese.
Di un giro d'affari che in Emilia Romagna ha superato nel 2010 i 600 milioni di euro.
Provate a pensare con la vostra testa.
La verità vi apparirà cristallina.
Non ci sono grigi.
La verità è che l'inceneritore è una finzione.
Non si chiude il ciclo.
Ogni anno 40 mila tonnellate di ceneri sputate fuori dal camino.
Ceneri ricche di sostanze da cui stare lontano.
Che invece vorrebbero nascondere nei mattoni delle case, come hanno fatto a Treviso
La casa alla diossina.
E' questo che vogliamo per la nostra città?



Inceneritore sovradimensionato già 2 anni fa


I dati clamorosi del rapporto rifiuti 2011. Parma pattumiera d'Italia?
E' il regalo della Befana

Con un “solo” anno di ritardo la Provincia ha presentato il rapporto rifiuti 2011, peraltro non ancora fruibile sul sito dell'osservatorio provinciale rifiuti, aggiornato solo al 2010.
Presentare nel 2013 un rapporto del 2011, quando nel frattempo un altro anno è già passato, è di per sé dare notizie vecchie e sorpassate dalla realtà, con l'intento di spacciarle per nuove.
Ma comprendiamo il motivo.



La strada verso il porta a porta è senza ritorno e i calcoli per determinare le necessità di trattamento del residuo andavano fatti una volta applicata una corretta gestione dei rifiuti e non prima.
Il risultato del rapporto è clamoroso.
Abbiamo un impianto di incenerimento sovra dimensionato già rispetto ai dati 2011, oltre che sovra costoso, e il conto verrà presentato agli ignari cittadini, sia in termini economici che in quelli di impatto ambientale.
Nella regione, e a Parma, il calo di produzione è del 3%, una dinamica che è frutto di due componenti, la crisi economica e l'ampliamento del porta a porta che ha sempre come effetto quello del calo pro capite. E questo calo è confermato a Parma nonostante l'aumento della popolazione.
Nel territorio provinciale sono 585 i kg prodotti da ogni cittadino in un anno.
A smaltimento vanno 108.700 tonnellate di rifiuti, a monte del preselettore, con un calo del 10%.
A raccolta differenziata 151.500 tonnellate, con una crescita netta del 3,4%.
Il dato che colpisce riguarda la percentuale di comuni che superano il 70%.
In provincia di Parma sono il 58%, una performance che straccia tutti gli altri territori fermi sotto il 10%.
Così sempre a livello regionale tra i primi 20 comuni con la più alta percentuale di Rd ce ne sono 16 della nostra provincia, e parmensi sono tutte le prime 11 posizioni, dalla capofila Soragna (85,7%) al secondo classificato Traversetolo (81,9), al bronzo di Felino (81,8), al legno di Trecasali (81,4).
In tutto 10 comuni che superano l'80% di differenziata.
Ma veniamo ora al dato che supera tutti gli altri in termini di effetti concreti sull'impiantistica.
Il rapporto della provincia scrive parole funeree per il forno.
Già a fine 2011 la necessità di trattamento per il residuo si attestava a 57.500 tonnellate!
Sono 12.500 tonnellate in meno delle previste 70 mila tonnellate necessarie ad alimentare la linea del forno destinata ai rifiuti urbani.
Quindi già 2 anni fa mancava materia per alimentare il forno.
Questo dato, che sembra essere sfuggito a tutti i commentatori (ovvio che la Provincia glissi) è il dato che deve far riflettere più di tutti gli altri.
Ci troviamo infatti in una situazione dove Parma, comune capoluogo che produce la metà dei rifiuti del territorio era ancora fermo a percentuali ridicole di Rd (sotto al 50%), visto che la raccolta porta a porta era a macchia di leopardo e non copriva tutta la città.
Nel 2013 è previsto, dopo l'avvio del centro storico, l'allargamento a tutti i cittadini del nuovo sistema di raccolta differenziata spinta, più o meno lo stesso sistema che ha condotto i comuni del territorio a superare di slancio il 70% di Rd, arrivando in molti casi a superare l'80%.
La domanda sorge spontanea.
I fautori del forno hanno sempre detto che rifiuti da fuori a Parma non ne arriveranno.
Ci spieghino come faranno a colmare il divario che già nel 2011 emerge chiaramente.
Quali rifiuti bruceranno nel forno di Ugozzolo?
Svelateci l'ennesima verità nascosta: Parma sarà la nuova pattumiera d'Italia.
Firmato la Befana 2013, sotto le mentite spoglie dalla Provincia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 gennaio 2013